Archivio per 27 luglio 2016

Anche la vocale da noi usata per ridere parla di noi – Test   6 comments

 

 
 

 
 

Pare… dico pare… che chi riesce a sorridere spesso
 
ha  meno possibilità d'ammalarsi… 

 
Ne sono convinti i medici,  ma a parte ciò…. 
 
quel che è certo è che chi riesce a sorridere spesso


vive senz'altro meglio… 

 

 

 
 
 
Ma sono uguali tutte le risate? 
 
 

NO!!!! 
  
 
La vocale che usiamo… parla di noi 
 

e del momento che stiamo vivendo… 
 

 

 


 
 
 
 
Il modo di ridere è un’importante via di comunicazione:
 
a seconda delle vocali che usiamo,
 
la risata comunica stati d’animo differenti, 
modi diversi di essere.






 
 
 
 
VEDIAMO I SIGNIFICATI DI OGNI SINGOLA VOCALE…
 
 
 



– la risata “ah, ah, ah”:  
 
la “a” è la vocale delle risate di vero cuore, vitale, aperta e solare come la personalità di chi ride in questo modo.
 
Fa bene al cuore apre la respirazione e aiuta la circolazione; è quindi utilissima per stress a stati d’ansia.

 
 
 
 
 
 
 
 

– la risata “oh, oh, oh”:  
 
caratteristica di chi apprezza la buona cucina e si sente a proprio agio soprattutto in una tavolata di amici.
 
La risata in “o” è grassa o di pancia, risuona nel ventre e dà benefici all’apparato digerente.
 
 
 
 


 
 
 
– la risata “uh, uh, uh”:

 
è la più profonda , la più vicina agli istinti.

 
E’ preziosa per sciogliere la tensione, soprattutto quando si accumula nella schiena.

 
 
 
 

 
 
 
 
– la risata “eh, eh, eh”:  
 
risuona nella gola, che fa da ponte tra la testa e il cuore, tra le emozioni e la razionalità.
 
E’ la risata caratteristica di chi privilegia la razionalità nel lavoro e nelle relazioni.
 
Sarcastica e pungente ha spesso per bersaglio qualcosa o qualcuno. 

Può esprimere cinismo, difficoltà di contatto affettivo, tendenza a fuggire le emozioni.

 
Attenzione a non controllare troppo con la testa; lasciate andare un po’ di più la vostra parte emozionale, ne trarranno beneficio mente e corpo.

 
 
 
 
 
 
 

– la risata “ih, ih, ih”:  
 
vibra nel naso e nella testa, ed è piuttosto mentale e controllata.
 
Così è la risata del sarcastico, di chi sta reprimendo l’aggressività.
 
Sembra più una scarica nervosa che un atto piacevole.
 
Comunica spesso disagio, tensione o nervosismo, e può significare un’aggressività repressa che sceglie questo modo per esprimersi. 
 
 

E tu con che vocale ridi?





 
 
 
Copyright Test e Testo Antonella Lucato 2005 – Impaginazione e piccole modificheT.K.

 
 
 
 

Ed ora – quale che sia la vostra vocale –
 facciamoci delle gran belle risate  


con Totò in questo video…
 
 
 
Gif-Animate-Frecce20174.gif image by orsosognante
 

 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

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Buon pomeriggio in poesia “Vorrei sedermi” di Lorca – arte.. W. M. Casel – canzone “Se stasera”   1 comment

 
 

 

 

Wilhelm Menzler Casel

 

 

 

Il riso sulla sua bella faccia
pareva l'arcobaleno…
e io la baciai ancora.
Italo Svevo

 

 

(Se stasera sono qui – Tenco)

Wilhelm Menzler Casel

 

 

 VORREI SEDERMI VICINO A TE…

Garcia Lorca

 

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,

ma non ne ho il coraggio: temo che

il mio cuore mi salga alle labbra.

 

 

Ecco perché parlo stupidamente e nascondo

il mio cuore dietro le parole.

Tratto crudelmente il mio dolore per paura

che tu faccia lo stesso.

 

 

Il mio cuscino mi guarda di notte

con durezza come una pietra tombale;

non avevo mai immaginato

che tanto amaro fosse essere solo

e non essere adagiato nei tuoi capelli.

 

 

 

Wilhelm Menzler Casel – Donna tra fiori

 

       

 
 

 
 

da Orso Tony

 



 
 
IL GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE…
INSIEME

 

 

 

 

Wilhelm Menzler Casel –  Ricordi di un giardino



Scopriamo le virtù ed i segreti dell’alimentazione naturale per star bene   Leave a comment

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AIUTA IL TUO METABOLISMO
CON QUESTE DRITTE






ECCO I SEGRETI ED I POTERI SALUTARI
DEGLI ALIMENTI NATURALI




le Alghe








Favoriscono la trasmutazione di zuccheri e grassi in energia, hanno un forte potere saziatorio.



il Caffè







Oltre a stimolare la digestione favorisce il consumo dei grassi attraverso tutta una serie di proprietà toniche e leggermente eccitanti, acuni studi confermano che il caffé può aumentare il metabolismo fino del 10%, ovviamente non bisogna abusarne!



la Carota






Utilissima per molte cose, lo è anche per aumentare il metabolismo, meglio se consumata cruda.




la Cicoria e il Radicchio






Stimolano la secrezione della bile e intervengono nella metabolizzazione dei grassi, meglio se consumati crudi ma ok anche in infusi o brodi.
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la Fragola






E’ un cibo tonico che influenza positivamente reni e fegato, ovviamente andrebbero consumate da sole, senza condimenti grassi o dolci.



la Melanzana






Aumenta e regola l’attività del fegato. Va consumata cotta dopo averla fatta spurgare cospargendola di sale.



il Tarassaco






Ottima erba che stimola molte funzioni di eliminazione da parte dell’organismo.
Buono sia cotto che crudo per tutto il corpo, purtroppo tranne che per il palato.



il TE’






Come il suo cugino, il caffè, ha una azione tonica e stimolante, tra l’altro stimola la produzione dell’adrenalina, ormone che favorisce la liberazione dei grassi dai tessuti adiposi.



il Peperoncino






Spezia utilissima in cucina è indicato per aumentare il dispendio calorico dell’organismo e quindi il suo consumo di calorie.


il Rosmarino






Tra le erbe aromatiche è quella che agisce di più sul metabolismo, inoltre svolge un’azione tonica ed energizzante utile anche in situazioni di tono indebolito.



il Ravanello







Ottimo per il fegato, regola e velocizza il metabolismo con ovvie ripercussioni sulla vitalità e il consumo di calorie.



il Sedano






Alcuni naturopati lo prescrivono propriamente per la cura della obesità, nella sua varietà di sedano di rapa, consumato prima dei pasti, può essere davvero utile.



la Senape



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Alcuni studi la ritengono in grado di aumentare il metabolismo fino al 25-30% e per un tempo prolungato ad alcune ore dopo l’assunzione, da provare sicuramente con attenzione al sapore un po’ forte.



dal web – impaginazione T.K.


CON UNA SANA ALIMENTAZIONE…
BUON… METABOLISMO A… TUTTI









TONY KOSPAN




L’allegoria delle farfalle – Sublime poesia di Attar sul senso del vero grande amore   4 comments

 

 

 

 

 

 

Come saprete, la poesia Sufi,
è un genere di poesia che ci lancia messaggi,
apparentemente segreti,
sia d’amore che di affascinanti visioni ultraterrene.

 
  



 


 L’ALLEGORIA DELLE FARFALLE

 POESIA SUFI… SUBLIME

 

 

Amo però in particolare la poesia d’amore Sufi…

che ci dà una visione altissima… direi divina… di questo sentimento…
 
 
 
Questa poesia, tra le più note ed amate… di Attar,
grande poeta e mistico persiano…,  ne è un chiaro esempio.

 
 
 
 
 
Attar (Nīshāpūr, 1142 – Nīshāpūr, 1220)
 
 
 
 
Essa, a mio parere, ci invita a considerare la nostra impossibilità
a comprender e viver l’Amore…
quello vero…
se non dopo aver annullato tutte le varie e dure incrostazioni,
veri e propri schermi ed impedimenti,
 alla libera realizzazione del nostro…
IO. 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Segnalo l’importanza di leggere gli ultimi versi…
con attenzione…
 
 
Essi… a prima vista potrebbero sembrare un po' misteriosi…
ma poi… ritengo che intuitivamente riveleranno ai nostri cuori
il messaggio che il poeta ha voluto inviarci…

 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

Il messaggio… infatti… stavolta non appare tanto sibillino
ma tuttavia, volendo, è suscettibile di diverse interpretazioni.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ho conosciuto questa poesia qualche anno fa
  grazie alla trasmissione culturale notturna di  RAI 2
che ahimé oggi non c'è più…
curata brillantemente dallo scrittore e saggista 
Prof. Gabriele La Porta…

 
 
 
 
 
Gabriele La Porta
 
 
 
 
 
E' giunto il momento di leggerla e, se ci va, 
possiamo farlo ascoltando questa musica new age




 
 
 
 
 
 
ALLEGORIA DELLE FARFALLE
– Attar –
 
 
Una notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”

La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
“Tu nulla sai”.

Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.

Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.

E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.

Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?

 

 
 


 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero…
 
 
Ciaooooooooooooooooooooo
 
 
 Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 




 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA






 

Carducci.. un monumento della poesia italiana – Biografia.. stile ed alcune poesie   3 comments

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Giosuè Carducci grande poeta italiano,
e vero mito letterario tra la fine dell'800
e l'inizio del '900, è stato il primo italiano
a vincere il premio Nobel per la Letteratura.




(Valdicastello di Pietrasanta 27.71835 – Bologna, 16.2.1907)



Come ricordare un così grande poeta?
Lo farò semplicemente con una mini biografia
e soprattutto con alcune sue mitiche poesie.




BREVISSIMA BIOGRAFIA






Visse la sua fanciullezza in Maremma
le cui atmosfere rivivranno poi in tante sue poesie.

Laureatosi alla Scuola normale superiore di Pisa nel 1856
iniziò ad insegnare in un Ginnasio di Pistoia.

Dopo qualche anno, nel 1860, ottenne la Cattedra
di Letteratura Italiana nell'Università di Bologna.

Nel 1906 fu insignito del Premio Nobel


LA POETICA







L’amore per la patria (siamo in epoca risorgimentale)
e la passione politica, con l'amore per la vita
la famiglia e la natura sono le linee guida
della sua notevole produzione poetica.

Egli a differenza di molti altri poeti del suo tempo,
che esaltano il Romanticismo, sceglie il Classicismo.

Ciò vuol dire per lui esaltare le tradizioni
storiche, culturali e poetiche italiane e far rivivere
idee di orgoglio patrio per un futuro glorioso.






Questo appare chiaro nei suoi versi che,
pur non paludati e pesanti, tuttavia esplorano
in modo raffinato tutte le potenzialità
della lingua italiana del passato e del mondo classico.

Tuttavia non mancano nelle sue opere contaminazioni
“romantiche” e “simboliste”.

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LE POESIE

Quelle da me scelte sono:
le prime 3 classicissime e studiatissime a scuola
e la 4° è una bella poesia d'amore




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Pianto antico

L'albero a cui tendevi
 la pargoletta mano,
 il verde melograno
 da' bei vermigli fior,

 
nel muto orto solingo
 rinverdì tutto or ora
 e giugno lo ristora
 di luce e di calor.


 Tu fior della mia pianta
 percossa e inaridita,
 tu dell'inutil vita
 estremo unico fior,


 sei ne la terra fredda,
 sei ne la terra negra;
 né il sol più ti rallegra
 né ti risveglia amor.




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San Martino

La nebbia a gl'irti colli 
piovigginando sale, 
e sotto il maestrale  
urla e biancheggia il mar; 


ma per le vie del borgo  
dal ribollir de' tini 
va l'aspro odor de i vini 
l'anime a rallegrar. 


Gira su' ceppi accesi 
lo spiedo scoppiettando: 
sta il cacciator fischiando 
sull'uscio a rimirar 


tra le rossastre nubi 
stormi d'uccelli neri, 
com'esuli pensieri, 
nel vespero migrar.






Davanti a San Guido


 I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
 Van da San Guido in duplice filar,
 Quasi in corsa giganti giovinetti
 Mi balzarono incontro e mi guardar.
 Mi riconobbero, e— Ben torni omai —
Bisbigliaron vèr' me co 'l capo chino —
Perché non scendi ? Perché non ristai ?
 Fresca è la sera e a te noto il cammino.
 Oh sièditi a le nostre ombre odorate
 Ove soffia dal mare il maestrale:
 Ira non ti serbiam de le sassate
 Tue d'una volta: oh non facean già male!
 Nidi portiamo ancor di rusignoli:
 Deh perché fuggi rapido cosí ?
 Le passere la sera intreccian voli
 A noi d'intorno ancora. Oh resta qui! —
 — Bei cipressetti, cipressetti miei,
 Fedeli amici d'un tempo migliore,
 Oh di che cuor con voi mi resterei—
Guardando lor rispondeva — oh di che cuore !
 Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire:
 Or non è piú quel tempo e quell'età.
 Se voi sapeste!… via, non fo per dire,
 Ma oggi sono una celebrità.
 E so legger di greco e di latino,
 E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtú:
 Non son piú, cipressetti, un birichino,
 E sassi in specie non ne tiro piú.
 E massime a le piante. — Un mormorio
 Pe' dubitanti vertici ondeggiò
 E il dí cadente con un ghigno pio
 Tra i verdi cupi roseo brillò.
 Intesi allora che i cipressi e il sole
 Una gentil pietade avean di me,
 E presto il mormorio si fe' parole:
— Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'.
 Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
 Che rapisce de gli uomini i sospir,
 Come dentro al tuo petto eterne risse
 Ardon che tu né sai né puoi lenir.
 A le querce ed a noi qui puoi contare
 L'umana tua tristezza e il vostro duol.
 Vedi come pacato e azzurro è il mare,
 Come ridente a lui discende il sol!
 E come questo occaso è pien di voli,
 Com'è allegro de' passeri il garrire!
 A notte canteranno i rusignoli:
 Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
 I rei fantasmi che da' fondi neri
 De i cuor vostri battuti dal pensier
 Guizzan come da i vostri cimiteri
 Putride fiamme innanzi al passegger.
 Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,
 Che de le grandi querce a l'ombra stan
 Ammusando i cavalli e intorno intorno
 Tutto è silenzio ne l'ardente pian,
 Ti canteremo noi cipressi i cori
 Che vanno eterni fra la terra e il cielo:
 Da quegli olmi le ninfe usciran fuori
 Te ventilando co 'l lor bianco velo;
 E Pan l'eterno che su l'erme alture
 A quell'ora e ne i pian solingo va
 Il dissidio, o mortal, de le tue cure
 Ne la diva armonia sommergerà. —
Ed io—Lontano, oltre Apennin, m'aspetta
 La Tittí — rispondea; — lasciatem'ire.
 è la Tittí come una passeretta,
 Ma non ha penne per il suo vestire.
 E mangia altro che bacche di cipresso;
 Né io sono per anche un manzoniano
 Che tiri quattro paghe per il lesso.
 Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! —
 — Che vuoi che diciam dunque al cimitero
 Dove la nonna tua sepolta sta? —
E fuggíano, e pareano un corteo nero
 Che brontolando in fretta in fretta va.
 Di cima al poggio allor, dal cimitero,
 Giú de' cipressi per la verde via,
 Alta, solenne, vestita di nero
 Parvemi riveder nonna Lucia:
 La signora Lucia, da la cui bocca,
 Tra l'ondeggiar de i candidi capelli,
 La favella toscana, ch'è sí sciocca
 Nel manzonismo de gli stenterelli,
 Canora discendea, co 'l mesto accento
 De la Versilia che nel cuor mi sta,
 Come da un sirventese del trecento,
 Piena di forza e di soavità.
 O nonna, o nonna! deh com'era bella
 Quand'ero bimbo! ditemela ancor,
 Ditela a quest'uom savio la novella
 Di lei che cerca il suo perduto amor!
— Sette paia di scarpe ho consumate
 Di tutto ferro per te ritrovare:
 Sette verghe di ferro ho logorate
 Per appoggiarmi nel fatale andare:
 Sette fiasche di lacrime ho colmate,
 Sette lunghi anni, di lacrime amare:
 Tu dormi a le mie grida disperate,
 E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.
— Deh come bella, o nonna, e come vera
 è la novella ancor! Proprio cosí.
 E quello che cercai mattina e sera
 Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
 Sotto questi cipressi, ove non spero,
 Ove non penso di posarmi piú:
 Forse, nonna, è nel vostro cimitero
 Tra quegli altri cipressi ermo là su.
 Ansimando fuggía la vaporiera
 Mentr'io cosí piangeva entro il mio cuore;
 E di polledri una leggiadra schiera
 Annitrendo correa lieta al rumore.
 Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
 Rosso e turchino, non si scomodò:
 Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
 E a brucar serio e lento seguitò.






Qui regna amore

Ove sei? de' sereni occhi ridenti
A chi tempri il bel raggio, o donna mia?
E l'intima del cor tuo melodia
A chi armonizzi ne' soavi accenti?


Siedi tra l'erbe e i fiori e a' freschi venti
Dài la dolce e pensosa alma in balía?
O le membra concesso hai de la pia
Onda a gli amplessi di vigor frementi?


Oh, dovunque tu sei, voluttuosa
Se l'aura o l'onda con mormorio lento
Ti sfiora il viso o a' bianchi omeri posa,


è l'amor mio che in ogni sentimento
Vive e ti cerca in ogni bella cosa
E ti cinge d'eterno abbracciamento.







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LA POESIA… LA CULTURA…
ED IL LORO FANTASTICO MONDO…
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