Archivio per 25 luglio 2016

La storia della nascita delle scarpe e le modifiche create nelle ossa dei nostri piedi   Leave a comment

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Scarpa in pelle di 5500 anni fa

 
 
 
 
LA NASCITA DELLE… SCARPE…
 
 
Uno studio affronta il problema 
del periodo in cui gli uomini primitivi
iniziarono ad usare scarpe…
 
 
 
 
(SCARPA PERSIANA)
 
 
 

Lo studio dimostra che le prime rudimentali scarpe
apparvero circa 40.000 anni fa
e modificarono le ossa dei piedi dei nostri antenati



 
Una delle calzature ritrovate nelle grotte di Promontory nello Utah (Foto: Wikimedia)
 
 

ESAME DELLE OSSA DEI PRIMITIVI

 

Ossa di un piede primitivo (Bbc on line)

 

 

Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) avevano ossa più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano ossa messo spesse e meno resistenti.

 

Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che invece indossavano stivali di foca.

 

 
 
EVOLUZIONE E… SCARPE 
 
 
 
 
 
 
 
L’apparizione delle prime scarpe coincide con un periodo storico ricco di progressi per il genere umano.
 
Secondo il professore Paul Mellas, ordinario di storia primitiva all’Università di Cambridge, in quest’epoca ci furono «drammatici cambiamenti» nella vita dei nostri antenati.

«Circa 35.000 anni fa e via di seguito gli uomini producono le prime forme d’arte, i primi arnesi in pietra, le prime decorazioni personali e i primi gioielli.

Non sarebbe una sorpresa scoprire che la comparsa delle prime scarpe sia avvenuta proprio in queste epoca».



ALCUNE IMMAGINI DI SCARPE USATE NELL'ANTICHITA'


Le scarpe di Otzi 
(l'uomo scoperto qualche anno fa sulle Alpi tra Italia e Austria)




Scarpe dell'antico Egitto




I sandali di Tutankamon




Sandalo di legionario romano


 
 
 
 
F I N E


 
 
testo dal Corriere della Sera con mini modifiche – Immagini dal web – Impaginazione t.k.







 
 
 
 
 
 

DOVE SONO FINITE LE BELLE PERSONE DI UNA VOLTA? Piccolo… bel brano   Leave a comment


 

 Carl Larsson

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Davvero un bel brano… benché molto breve…

sulle belle persone di una volta….

riportato dall'amica Gabriella nel

FANTASTICO MONDO DELLA POESIA



Ferdinand Georg Waldmüller




Forse… anzi senza forse… ci sono ancora

belle persone intorno a noi…

ma si fa fatica a vederle… notarle… apprezzarle…

dato che siamo circondati da persone

di tutt'altro genere che tra l'altro…

si agitano moto dappertutto ed anche nel web…

facendo molto… rumore…

 

 

 

 Carl Larsson



DOVE SONO FINITE LE BELLE PERSONE?

Silvia Nelli

 

 

Dove sono finite quelle “Belle persone”,
ma belle veramente.
 
 
Quelle che sorridono e ti danno il buongiorno
anche se non ti conoscono.
 
 
Quelle che si aiutano uno con l'altro
senza un reale interesse.
 
 
Quelle che si muovono solo per piacere e sentimento
non per convenienza.
 
 
Quelle che quando hanno un problema con te
fanno di tutto per risolverlo
perché ci tengono,
invece di puntare subito altrove fregandosene.
 
 
Me lo domando spesso.
 
 

 

 

Charles Courtney Curran – Pic nic

 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
  
 
 
 
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Carl Larsson

 
 

La magia dei “Giardini La Mortella” di Ischia (natura.. bellezza.. musica e sogno) ed un Orso   Leave a comment

 
 
 
 


 
 
 
 

 

Un giardino di sogno con oltre 3000 piante tropicali
nell’incantevole isola d’Ischia
ma anche un giardino da consigliare agli innamorati
e tanto altro
è quel che ha visto ed ora condivide con voi
Orso Tony

 
 
 
 
 

 

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UN ORSO AI GIARDINI LA MORTELLA
Tony Kospan
 
 
 
 
 

In zona panoramica a Forio d’Ischia nascono i giardini la Mortella, concepiti e creati dalla signora Susanna Walton, moglie di William Walton uno dei più importanti musicisti inglesi del ‘900.

Per la realizzazione del giardino fù assegnato l’incarico all’architetto paesaggista Russel Page, il quale lo strutturò in due aree principali, il giardino a valle e il giardino superiore, in totale il giardino copre circa 2 ettari e contiene circa 3000 specie di piante esotiche.

Il giardino è stato dotato anche di ruscelli e laghetti che rendo un ambiente adatto alla crescita delle piante acquatiche come le ninfee tropicali, il papiro e il loto. Nel giardino si trovano collezioni di specie vegetali che originarie di vari paesi, come felci arboree del continente australe, le Protee e l’Aloe del Sudafrica, Yucche e Agavi del Messico, e poi Magnolie, Camelie Bauhinie, Palme, Cicadacee.

Fra le piante più rare troviamo la Spathodea campanula proveniente dall’Africa tropicale, i Metrosideros della Nuova Zelanda, la Puya berteroniana del Cile, la Dracaena draco delle Canarie, la Chorisia speciosa e la Jacaranda mimosifolia dell’Argentina, e moltre Orchidee. Nella “Serra della Victoria” vengono coltivate la gigantesca ninfea Victoria amazonica e la rarissima rampicante delle Filippine Strongylondon macrobotys che si fa ammirare per gli stupendi fiori color verde giada.

Nel Giardino superiore spiccano la Sala Thai dall’ aspetto orientale, circondata da fior di loto, bambù e aceri giapponesi; il Tempio del Sole, con bassorilievi di Simon Verity; la Cascata del Coccodrillo; il Ninfeo, un angolo immerso tra la flora mediterranea, il Teatro greco, da cui si gode un incomparabile colpo d’occhio sul mare e la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del compositore William Walton.

Salendo la collina si incontrano la Serra delle orchidee, il Museo, contenente cimeli e ricordi di Walton, fotografie di Cecil Beaton e un teatrino di Lele Luzzati. La Mortella offre borse di studio per compositori in collaborazione con l’università di Harvard, e organizza una stagione di concerti con le scuole di musica di Napoli, Roma e Firenze. Da quest’anno il Teatro greco ospiterà concerti estivi all’aperto.

 

 

 
 
 
 
 

Questo da un punto di vista botanico… ma… viene anche definito anche… un luogo dell’anima.
 
Un viaggio alla scoperta delle meraviglie della flora mediterranea, ma non solo: piante rare e tropicali, roseti, tempietti cinesi, questo bellissimo angolo di terra foriana è diventato il giardino delle sette meraviglie, ma anche il giardino delle arti:
 
 
 
 
 

 

 
 
 
Poesia
 
come poesia può essere la bellezza allo stato puro della natura rugiadosa o aspra, dei giochi d’acqua delle fontane, dello spazio immenso che si apre all’improvviso dietro un angolo, il mare infinito.
 
 
 

Scultura
 

perché questi intrichi di foglie e di fiori che si avvoltolano si rincorrono,
diventano statue vegetali, architetture improvvisate, come i tronchi degli alberi, degli ulivi, che si torcono su se stessi, in spericolati virtuosismi tridimensionali.
 
 
 
Pittura
 
perché chi meglio di questi cento e cento colori può dare vita ad un quadro perfetto.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma i giardini La Mortella sono anche e soprattutto
Musica,
perché nati per ispirare il genio del compositore
William Walton.
 
 
 
 

I coniugi Walton
 
 
 
 
 
Il compositore inglese infatti amava questi luoghi e qui volle creare per sé e sua moglie Susana una dimora dove trascorrere giorni lieti.
 
 
 
 
 
Il compositore nella sua villa di Forio
 
 
 
 
Il primo nucleo dei giardini La Mortella nasce dunque come luogo privato, e solo successivamente il parco viene aperto al pubblico ed ampliato.
Chi visita i giardini oggi, non può non rintracciare nel filo “ verde” del suo percorso una grande storia d’amore e musica che ancora oggi vive nella Mortella.
Lady Susana Walton ha creato all’interno dei giardini più luoghi deputati alla musica, l’ultimo è il grande anfiteatro all’aperto dove in estate si svolgono concerti sinfonici sotto le stelle per grandi orchestre.
 
 
 
 




 

 

Qualcuno si domanderà… “ma chi era questo William Walton?”
In effetti è la stessa domanda che mi sono posto anch’io e da una ricerca ecco cosa ho conosciuto di lui e del suo rapporto con Ischia, la sua villa poi diventata giardino botanico aperto al pubblico.
Walton  è stato uno dei principali musicisti inglesi del ventesimo secolo e ha vissuto a Ischia dal 1949 nei dintorni di Forio uno dei paesi più pittoreschi dell’isola.
 
 
 
 
 

 Lady Susana Walton

 

 

Egli visse qui nella villa dei giardini “La Mortella” creato da Susana Walton,  la sua moglie argentina, ed ora aperti al pubblico per la felicità dei visitatori.

 
 
 
 
 
E ora, se ci va, possiamo conoscere il musicista
attraverso una sua composizione musicale.




fre bia pouce     music+121
 William Walton dipinto da Michael Ayrton – 1948
 
 
 
 
 
Ma torniamo a parlare dei Giardini


Nel 1956 il famoso architetto paesaggista Russell Page disegnò l’impianto del giardino integrandolo fra le pittoresche formazioni rocciose di origine vulcanica. 
La Mortella è divisa in due parti: 
un giardino più basso nella Valle, ed un giardino superiore sulla collina; 
si estende per un’area di circa 2 ettari ed ospita una raccolta di più di 3000 specie di piante esotiche e rare. 



L’Orso in un caratteristico angolo del parco



Tutto il giardino è disegnato con abilità ed è arricchito da fontane, piscine, corsi d’acqua che permettono la coltivazione di una superba collezione di piante acquatiche come papiro, fior di loto e ninfee tropicali.
Le varie zone del giardino sono connesse con viali, sentieri, scalette e muri a secco, che di terrazza in terrazza spingono il visitatore in alto fino alle splendide vedute sulla baia di Forio.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Nel giardino si trovano collezioni di piante originarie da diversi paesi, come felci arboree dal continente Australe, Protee e Aloe dal Sudafrica, Yucche e Agavi dal Messico, e poi Magnolie, Camelie, Bauhinie, Palme, Cicadacee. 

Un accogliente bar è incastonato a metà collina dove, in grande tranquillità, potrete gustare un ricco tè oppure un cappuccino accompagnato dalla musica del Maestro. 

Un angolo del giardino ospita invece la Sala Thai, un luogo di meditazione thailandese, piacevole sosta per i visitatori davanti ai fiori di loto. 

Nel museo è conservata una bellissima collezione di immagini realizzate dal grande Cecil Beaton, l’artista fotografo che ha attraversato tutte le avanguardie del secolo scorso. 

Anche il celebre disegnatore Lele Luzzatti ha lasciato una sua deliziosa testimonianza realizzando un fantasioso e coloratissimo teatrino. 

 


 

 

 

 

Davvero un giardino stupendo, dunque. Uno dei più belli d’Europa… se non il più bello.
E’ stato tra l’altro premiato nel 2004 come Parco più bello d’Italia.


 
 
 
 
 
 
 
 

Consiglio di tutto cuore agli innamorati di visitarlo perché, oltretutto, ha tantissimi angolini romanticissimi.

Beh avrete capito che ne sono rimasto letteralmente ed entusiasticamente… folgorato!!!
 
 
 
 
 
L’Orso e la pagoda
 
 
 
 
 
Si è fatto tardi. Prima di lasciare questo che mi appare più un Eden
che un giardino diamo un’occhiata al panorama di Forio visto da qui
ed andiamo a prendere l’aliscafo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Ciao a tutti da Orso Tony.

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Il fascino della vera atmosfera della Roma anni 30 in questo film-documento   Leave a comment

 
 


Roma – Rione Monti
 
 
Non so a voi…
ma a me dona un misto di curiosità… affetto… entusiasmo…
riscoprire le atmosfere vissute dai nostri antenati…
 
 
Dopo la nascita della fotografia e del cinema…
è poi divenuto ancor più vero e reale
questo tuffo nel passato…
 
 
 
 
 
 
 
 
IL FASCINO DEL TEMPO CHE FU…
ROMA COM’ERA…
 
 
 
 
 
 
 
 
Penso che questo video
 possa piacere ai romani certo…
ma anche a tutti…
 
 
Qualche problemino tecnico
può esser accettato
data l'autenticità della documentazione.
 
  
 
 
 FILM DOCUMENTO ROMA ANNI 30
 
 
 
 
 
Sempre per i Romani… ma non solo…
ecco ora una canzone dedicata alla
Roma di un tempo…
 
 
 
 
 
 
 
 
Orso Tony
 
 
 
 
 

Atmosfera di Roma negli anni 30

Ecco la vera “Ragazza di Ipanema” – La mitica canzone.. la sua storia e.. la poesia di Montale   Leave a comment









Ci sono canzoni che, forse perché baciate dalle stelle,
raggiungono un successo mondiale
e suscitano in tantissimi la curiosità di conoscerne la storia.


Questa, del 1962, è una di queste ed ebbe un tale successo
che suscitò perfino l’interesse del grande poeta 
Eugenio Montale
come potremo ora leggere in questo post. 
 
 
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Parleremo dunque della storia di questa canzone,
 di Vinicius de Moraes, 
della ragazza musa ispiratrice del poetico testo…
della mitica spiaggia…
ed infine della poesia che Montale le dedicò.
 
Inoltre avremo anche la possibilità d’ascoltarla in 3 versioni.

 
 
 

Vinicius de Moraes e… la ragazza di Ipanema
 
 
 
 

E’ poi, da un punto di vista strettamente musicale, 
la canzone che ha fatto conoscere la Bossa Nova al mondo
ed ancor oggi è la Bossa Nova più cantata.
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Ovviamente lui., l’autore, è Vinícius de Moraes


 poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano.





Vinícius de Moraes
(Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – Rio de Janeiro, 9 luglio 1980)

  

 

IL POETICO TESTO
   

LA RAGAZZA DI IPANEMA
Vinicius de Moraes 

 Guarda che cosa mai bella
Così piena di grazia
E’ lei la ragazza che viene e che passa
In un dolce equilibrio camminando verso il mare

Fanciulla dal corpo dorato
Dal sole di Ipanema
Il suo incedere è più che un poema
E’ la cosa più bella che abbia visto passare

Ah! Come mi sento solo…
Ah! Come tutto è così triste…
Ah! La bellezza che esiste
La bellezza che non è solo mia
E che pure passa da sola

Ah! Se lei sapesse che quando passa
Il mondo intero si riempie di grazia
E diventa più bello grazie all’amore

Solo grazie all’amore.

  

Joao Gilberto e la spiaggia di Ipanema


 

LA CANZONE IN UNA 1° VERSIONE

 

Ascoltiamola in una prima versione cantata
dal grande Joao Gilberto

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Joao Gilberto

  
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in versione originale… portoghese.
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fre bia pouce   musicAnimata





LA STORIA DELLA CANZONE
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La leggenda vuole che i due autori, Vinicius de Moraes e Antônio Carlos Jobim, si incontrassero regolarmente in un bar di Ipanema per scrivere una commedia musicale e che ora, per ricordare che lì nacque la canzone ora porta il suo nome.





Il bar, allora Bar Veloso, era sulla strada che una ragazza percorreva tutti i giorni per recarsi da casa alla scuola.
La ragazza si chiamava Heloisa Pinheiro.
Guardandola tutti i pomeriggi i due musicisti colsero da lei l’ispirazione per la canzone che scrissero sui tavolini del bar.
Oggi il Bar Veloso si chiama “The girl from Ipanema” e il nome della strada è divenuto, da Rua Montenegro, Rua Vinícius de Moraes.
 
 
 

 
 
 
In realtà la storia è diversa (e forse meno romantica). 
Eccola.
 Nonostante i due abbiano sicuramente frequentato il bar, la melodia di questa canzone venne composta da Jobim al pianoforte della propria abitazione, in Rua Barro da Torre, per una commedia (Blimp) che Moraes aveva in mente ma di cui non aveva ancora scritto nulla.
Vinicius aveva scritto le parole di questa canzone a Petropolis, vicino a Rio de Janeiro. 
Anche “Chega de Saudade” era stata scritta qui sei anni prima ma dedicandola proprio a Helô Pinheiro.
 
 
 
 
Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto
 
 
 
 
Il titolo della canzone doveva essere Menina que passa  (La ragazza che passa).
 

Per quanto riguarda la ragazza, alta, abbronzata, mora con gli occhi verdi, bella e giovane, Jobim e Moraes la videro effettivamente passare molte volte davanti al Bar Veloso nell’inverno del 1962, perché Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto, Helo per gli amici, viveva lì vicino in Rua Montenegro ed era cliente dello stesso bar.


Non c’era da stupirsi quindi che molti nel quartiere (e tutti in quel bar) la conoscessero.

 
 
  
 
LA CANZONE… 2° VERSIONE
 
 
Questa è in formato mp3…
 

fre bia pouce   musicAnimata

 
  

 
 L’AMBIENTAZIONE: LA SPIAGGIA DI IPANEMA
  
Non meno importante, per il fascino della canzone,
è certamente l’ambiente in cui nacque:
la mitica spiaggia di Ipanema


 
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La strada che attraversa la foresta Tijuca offre continuamente vedute spettacolari della spiaggia e del quartiere di Ipanema, del suo proseguimento Leblon e della Laguna Rodrigo de Freitas, che i carioca Chiamano la Lagoa. 
Questa è la zona bella di Rio, sede di benessere e dei carioca neo ricchi. 
Ipanema (è un nome indio che significa acque pericolose) si sviluppò come insediamento di frontiera nel 1894, con lunghe piste in terra battuta che correvano parallele alle dune di sabbia, e qualche capanna ai lati della strada. 
Considerato un avamposto sperduto ai confini della civiltà, il quartiere fu a lungo ignorato, finché la calca di Copacabana divenne insopportabile per i suoi residenti benestanti, che si spostarono in un’ altra spiaggia più a sud: appunto a Ipanema. 
 
 
 


Vinicius de Moraes e Helo Pinheiro qualche anno dopo
 
 
 
  
LA POESIA DI MONTALE
 
 
 
Infine ecco la sorprendente poesia
 dedicata proprio a lei
da un insospettabile Montale.
 
 

Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
L’acqua’ è la forza che ti tempra,
nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
come un’equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo,
sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.
 
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)



 Ragazza di Ipanema


 

LA CANZONE… 3° VERSIONE
 
 
Quest’ultima versione è in italiano
cantata da Bruno Martino.
 
Il video presenta anche altre immagini
della ragazza, della spiaggia etc…
 
 
 
 
fre bia pouce   musicAnimata
 
 
 
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Infine concludiamo con 3 recenti immagini
della Ragazza di Ipanema
ormai Nonna… ma sempre molto vivace.
 



 



 


 

F I N E 
 
 





Fonti e testi da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Orso Tony




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