Archivio per luglio 2012

LADY ROSA – H. HESSE – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   2 comments

 
 
 
 
 
 

LADY ROSA
Hermann Hesse
 
 
Tu con la fronte piena di luce,
tu coi meravigliosi occhi castani,
tu coi capelli di seta,
io ti conosco!
 
Tu però non mi conosci.
 
Tu col volto luminoso,
tu, tenera
con le tue leggere straniere e belle canzoni,
io ti amo!
 
Tu però non mi conosci.
 
 
 
 
La femme au chapeau rose...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Pubblicato 31 luglio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

LA VITA E’ UN FIORE – ORIGINALE RIFLESSIONE   Leave a comment

 

Ecco un passo che mi ha incuriosito…
in quanto naviga in… floreali… ipotesi suggestive….
e per questo ve lo propongo…
 
 

 

 

 

LA VITA E’ UN FIORE

 

 
 

 
 
 
Mentre lo leggiamo un pò di musica…? 
Eccone una… davvero… celestiale…
 
  

  

 
 
 
 
LA VITA E’ UN FIORE
 
 
Cos’è un fiore?
E’ un organo sessuale che sboccia, si rende attraente con la forma, il colore, il profumo.
E’ un mezzo di trasmissione di vita.
Cos’ha a che vedere coi cadaveri, rimasugli di cor­pi ormai senza vita?
Che significa portare fiori nei cimiteri?
 Illusione di portare vita a qualcosa che vita non ha più.
Chi ha lasciato il corpo vive in un’altra dimensione nella quale i mezzi  di trasmissione sono i pensieri. E allora, invece di un fiore, manda un pensie­ro d’amore.
Ti darà la coscienza della continuazione di un rapporto la cui espressione fisica è stata solo un episodio, ma che, su altri piani, continua ad essere vivo, così come la parte che recita un attore è solo un particolare della sua vita: poi lascia il palcoscenico e continua la sua esistenza.
Creare significa far vivere per sempre; manifestare significa dare aspetti diversi ad una stessa creazione.
Tu sei eterno, non dare troppa importanza a questa tua parentesi terrena; intendila per quello che è: un modo per trasferire l’amore di cui sei fatto nel mondo mate­riale. 
Su questa terra sei come un fiore: sei sbocciato, hai vissuto la tua parte di piena maturità, hai attratto qualcuno ed ora ti avvii alla fase del declino.
Non hai più molto tempo per trasmettere amore.
Non l’hai mai trasmesso?
Comincia ora prima che tu non ne sia più ca­pace.
Hai dato amore?
E allora continua a darne: gli altri si aspettano che tu gliene dia sempre.
E ricordati che, se è importante come sei stato nella tua fase di infiorescenza, ancora più importante è lo stato in cui ti troverai quando ti staccherai dal­la pianta: se morirai amando, quanto amore avrai nella nuova vita?
 
 
 

 

 

Ma… cosa ne pensiamo?

 

 

Dividers Pictures, Images and Photos

 

 

DA “LA STAZIONE CELESTE” – IMPAGIN. T.K. 
 
 
 
 

CIAO DA  TONY KOSPAN 

 

 

 
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Pubblicato 31 luglio 2012 da tonykospan21 in RIFLESSIONI AFORISMI FILOSOFIE, Senza categoria

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O’ SURDATO NNAMMURATO – 1915 – CANZONE POESIA D’AMORE IN TEMPO DI GUERRA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 

Questa classicissima canzone napoletana…
è una vera e propria poesia d’amore
unita ad una musica straordinaria
ed è nata in occasione… tragicissima occasione…
della prima guerra mondiale…

 
 
 
 
Sep27
 

 
 
O’ SURDATO NNAMMURATO
 
 

ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
 
 
 

 
 
 
 
Siamo nel 1915… la “grande” guerra
impegna tutta la nazione…
 
 
Immergiamoci allora  per un attimo
nell’atmosfera di quell’anno…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Milano nel 1915
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma veniamo a parlare di questa che è considerata
una delle più belle canzoni di tutti i tempi…
 
 
 
 
 
 
 
 
La canzone non ha alcunché di guerresco…
 
 
E' un canto triste ma dolcissimo…
e soprattutto è un canto d’amore appassionato…
di un soldato al fronte verso la sua innamorata…
 
 
Il bello è che in realtà nessuno degli autori
Aniello Califano per il testo
ed Enrico Cannio per la musica
indossò mai la divisa grigioverde…
 
 
 
 
 
 
 
 
Direi che ancor oggi non c’è alcun napoletano
che non conosca e non ami il magico ritornello…
e non la consideri un vero e proprio inno
al suo attaccamento ad al suo amore per la città…
(e per la squadra del Napoli).
 
 
Ma essa è altresì cantata ed amata in tutto il mondo
per la sua bellezza poetica e la sua dolcezza musicale…
 
 
 
 
Napoli nel 1915
 
 
 
 
Ma ora ascoltiamola, dapprima cantata da Massimo Ranieri,
in questo encomiabile sito che ci consente anche di leggere
il testo sia in originale che in italiano…
 
 
 
 
Nota

 
 
 
E poi se ci va, cantata dalla mitica Anna Magnani
 nel film La Sciantosa…
 
 
 
 
 
 
 
 
Barre-papillons
 
 
 
Buon ascolto, se vi fa piacere.
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
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PRIMO LEVI… TESTIMONE… SCRITTORE E… VERO UOMO – UN BREVE RICORDO   2 comments

 

 

Doveroso ritengo, nell'anniversario della sua nascita,

tracciare un breve ritratto dell'uomo che più e meglio di ogni altro

è stato capace di narrare la tragica realtà dei lager

trasmettendola alla memoria nostra e delle future generazioni.

 

 

 

(Torino 31 7 1919 – Torino 11 4 1987)

 

 

 

PRIMO LEVI…
TESTIMONE… SCRITTORE E… VERO UOMO

 

 

 

 

 
 
 
Nato a Torino da genitori di religione ebraica, fu brillante studente del liceo classico Massimo D’Azeglio e si laureò in modo encomiabile in Chimica con una tesi però di Fisica per l'ostracismo dei professori nei suoi confronti a seguito delle famigerate e vergognose Leggi Razziali.
 
 
 

Qui giovane con amici (ultimo a dx)

 
 

Lavorava a Milano come chimico quando nel '43 fu catturato dai Tedeschi che dopo un  pò lo trasferirono ad Auschwitz… luogo di cui lui (come gli altri prigionieri) ignorava tutto…
 
 
«Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione.
Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi»
(P. Levi – Se questo è un uomo)
 
 
 

Primo Levi giovane

 

 

Essendo giovane e valido non scomparve subito nel nulla come i vecchi… le donne ed i bambini… ma assegnato ad una fabbrica di gomma.
 
Nonostante fosse rasato a zero, con vestito a righe, costretto a rigidissime regole e con un numero cucito sulla giacca…, il suo era 174517,  all'inizio non capiva quel che davvero stava accadendo.
 
In breve tempo però la tremenda realtà gli apparve chiara…
 
 
 

 
 
 
Le sue conoscenze di tedesco e di chimica… gli consentirono però di evitare lavori troppo duri… ma l'esperienza vissuta nei campi di concentramento tra rapporti di grande amicizia tra prigionieri e per converso di incredibile violenza fisica e spirituale lo segnarono profondamente.
 
Fu liberato il 27 gennaio 1945 dai Russi, anche grazie a circostanze fortunate, (era stato spostato nel campo di Buna-Monowitz perché ammalato di scarlattina) ma riuscì a tornar in patria solo nell'ottobre successivo.
 
Primo Levi è stato dunque tra i pochissimi a tornare dai campi di concentramento.
 
 
 

 
 
 
In Italia, essendo stato testimone di tanta assurda e cieca violenza, sentì l'obbligo di rivelare al mondo quel che nessuno poteva immaginare e quindi nemmeno credere.
 
In questo modo poteva poi anche elaborare l'immenso dolore da cui non riusciva a liberarsi.
 
 
 

 
 
 
Da ciò nacque l'ormai mitico libro  “Se questo è un uomo” che in un primo tempo piacque solo ai critici ma poi pian piano venne tradotto in diverse lingue ed apprezzato in tutto il mondo.
 
Con il libro “La Tregua” vinse la prima edizione del Premio Campiello.

Segue negli anni la pubblicazione di tante altre sue opere.
 
Morì l'11 aprile del 1987.
 
Dirà di lui il letterato Claudio Toscani:
«L’ultimo appello di Primo Levi non dice… non dimenticatemi, bensì non dimenticate».
 
 
 
 

 
 
 
Infine, come omaggio al suo ricordo, ecco questo notissimmo suo poetico brano…
 
 
 
 

 
 
 
SE QUESTO E’ UN UOMO
Primo Levi
 
«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi».

 

 

 

 

 

Grazie… Primo…

 

Tony Kospan

 
 
 

ALBINONI E CANALETTO – VENEZIA IN… ARTE E MUSICA CLASSICA   1 comment

 

 

Ponte di Rialto
 
 
 
NEL NOSTRO CONSUETO… LIBERO… ACCOSTAMENTO…
TRA MUSICA CLASSICA ED IMMAGINI D’ARTE
ECCOCI IN TERRA… ANZI… TERRA E MARE… VENEZIANI…
CON ALBINONI ED IL CANALETTO…
 
 
 
 
Piazza San Marco
 
 
 
 
Una delle musiche classiche più note ed amate…
e per me di una dolcezza unica…. opera di
 
 
 
 

Tomaso Giovanni Albinoni
(Venezia, 8 giugno 1671 – Venezia, 17 gennaio 1750)
 
 
 
 
associata a questi dipinti del coevo
e concittadino… Canaletto
a sua volta grandissimo cantore (col pennello)
di Venezia
 
 
 
 

Giovanni Antonio Canal
(Mestre, 7 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768)

 
 
 
 
Molo Bucintoro
 
 
 
 
Ma eccoci…
al famosissimo stupendo adagio…
 
 
 
 
 
 
 
 
Buon ascolto… se ci va…
 
 
 
 
Canal grande
 
 
 
 
 
Ciaooooooooooooooo
 
 
 
Orso Tony
 
 
 
 

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LO TROVEREMO SI’ IL NOSTRO BACIO – SALINAS – FELICE MARTEDI’ IN POESIA… ARTE… E…   2 comments

 

 
 
Mrs Luke Ionides – Richmond Blake
 
 
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L'amor mio mi chiede:
“Qual'è la differenza tra me e il cielo?
La differenza è che se tu ridi
– amore mio –
io mi dimentico il cielo.
Nizar Qabbani
 
 
 

Acme and Septimus – Frederic Leighton

 
 
 
LO TROVEREMO SI' IL NOSTRO BACIO
Pedro Salinas
 
Lo troveremo, sì.
Il nostro bacio.
Sarà su di un letto di nubi,
di cristalli o di braci?
Sarà
fra un minuto,
o domani,
o nel secolo futuro,
o proprio all'estrema soglia del mai?
Vivi, morti? Lo sai?
Con la tua carne e la mia,
con il mio nome ed il tuo?
O forse dovrà essere con altre labbra,
con altri nomi
e dopo secoli,
ciò che oggi vuole essere,
qui, sin da ora?
Non lo sappiamo.
Sappiamo che sarà.
Che in qualche cosa, sì, e in qualcuno
si dovrà realizzare
questo amore inventato
senza terra nè data
dove posarsi ora:
il grande amore sospeso.
E che forse, dietro
cortine di anni,
un bacio sotto cieli
che mai abbiamo visto,
sarà, senza che lo sappia
chi crederà di darlo,
trasceso alla sua gloria,
il compimento, infine,
di quel bacio impaziente
che ti vedo aspettare,
palpitante sulle labbra.
Oggi
il nostro bacio, il suo letto,
stanno nella fede soltanto.
 
 
 
 
Pavonia – Frederic Leighton
 
 
 
 
 

 
da Tony Kospan
 

 
 
 
 

LA PAGINA CULTURALE DI FB

 

 

MI HAI DATO 2 INCARICHI – V. SKLOVSKIJ – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
MI HAI DATO 2 INCARICHI
Viktor šklovskij
 
Mi hai dato due incarichi.
Non telefonarti.
Non vederti.
Adesso sono un uomo occupato.
C’è anche un terzo incarico:
non pensare a te.
Ma tu non me l’hai affidato.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
par Tony Kospan
 
 
 
 
 

Pubblicato 30 luglio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

EMILY BRONTE… UN RICORDO…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
Non possiamo non ricordare
che oggi è l'anniversario della nascita di
Emily Bronte

scrittrice e poetessa inglese dell'ottocento.

 
 
 
 
(Thornton 30 7 1818 – Haworth 19 12 1848)
 
 

E' soprattutto famosa per il suo unico romanzo Cime tempestose.
 
 
Considerato un classico della letteratura inglese dell'800
l'opera, per la sua complessa trama e per le suggestioni che dona,
ha avuto molte versioni cinematografiche e televisive.
 
 
 
 

 

In Italia ebbe molto successo come sceneggiato televisivo
prodotto dalla RAI e diretto da Mario Landinel nel 1956.
 
 
Mi fa piacere ricordarla con 3 sue poesie,
in cui sono evidenziati il suo stile e la sua poetica,
 ed un video tratto dall'indimenticabile sceneggiato Rai…
 
 
 
 
LE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

NON DOVRESTI CONOSCERE LA DISPERAZIONE
Emily Bronte
 
Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione
– seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d'autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione!

 
 
 
 
 
 
 
 
PIU' FELICE SONO…
 Emily Bronte

Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce
 
Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.
 
 
 
 

 

 

 

L’INFINITO MISTERO

Emily Bronte

Improvviso, il buio della casa

il sole rischiarò,

il canto dei canarini rallegrò,

rianimò il salto del gatto,

ravvivò i fiori del giardino

le lacrime si tramutarono in sorriso,

il pianto in gioia

e la tristezza diventò quasi allegria:

oh, Amore, l’infinito

 
 
 
 
 
 
 
 
 
LO SCENEGGIATO TELEVISIVO
 
 
Ed infine il video…che è poi anche un ricordo
dei mitici sceneggiati RAI in bianco e nero…
 
 
In particolare di questo ricordo soprattutto l'ululare del vento…

 
 
 
 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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Pubblicato 30 luglio 2012 da tonykospan21 in POETI E SCRITTORI GRANDI, Senza categoria

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BOTTICELLI – MARTE E VENERE – ARTE E ALLEGORIE   Leave a comment



Come abbiamo già accennato parlando di altri mitici dipinti rinascimentali,
essi hanno spesso molteplici letture dato che nascondono, sotto la loro sublime bellezza,
messaggi di ogni tipo che solo i contemporanei con una certa cultura,
o dello stesso ambiente sociale del pittore, potevano comprendere.

Quello di cui ora vi parlerò è proprio uno di questi.


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MARTE E VENERE

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ARTE E SEGRETI


a cura di Tony Kospan


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Il dipinto è del 1483 circa.

Lo ritroviamo però solo nel 1865, anno in cui fu venduto a Firenze a sir Alexander Barker e dopo qualche anno, nel 1874, entrò a far parte della National Gallery di Londra… dove è ancora.
Forse fu commissionato dai Vespucci (si notino piccole vespe nel dipinto) per ornare la spalliera della camera nuziale.


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Venere e Marte

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E’ uno di quei dipinti in cui il Botticelli si è maggiormente dilettato nell’inserire nascoste chiavi simboliche.

Leggiamo la scena del dipinto come ci appare: Venere, la dea dell’Amore, salda e forte osserva Marte, dio della guerra, stanco ed addormentato mentre piccoli satiri giocano con le armi…
che ora non servono di certo…
ed i cui rumori non ridestano il dio dal suo stato di abbandono.

Come per molte opere rinascimentali il significato preciso non è unanimamente riconosciuto… ma le interpretazioni non mancano di certo.

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Venere e Marte – Partic. centrale con satiro

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Ecco le interpretazioni più diffuse…

– La prima, e quella che a prima vista appare la più semplice, ci dice che il dipinto rappresenta Marte stanco morto dopo le fatiche… dell’amore…

– Una seconda interpretazione parte dall’abbandono… dal sonno… di Marte dovuto al dolce effetto della bellezza di Venere… con ciò volendo dire che davanti all’amore la guerra… il conflitto si ferma…
L’amore dunque sarebbe sempre vincente nei confronti della guerra.
Pertanto si tratterebbe di un’opera pacifista… classicamente e filosoficamente pacifista.
– Una terza è quella del critico Plunkett secondo cui il dipinto descrive in pieno un brano di Luciano di Samosata relativo alle Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. .
– Una quarta interpretazione fa risalire l’opera ad un’ispirazione nata dal “DE RERUM NATURA” nel senso che l’opera simboleggerebbe la superiorità dei beni e sentimenti semplici e durevoli su quelli dinamici e poco durevoli.

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Venere – Partic.

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Il titolo dell’opera “De rerum natura“ del poeta latino Tito Lucrezio Caro vuol dire “Sulla natura delle cose”.

In esso sono rappresentate concezioni, per lo più epicuree, con le quali si tende a preservare gli uomini dalle insidie delle passioni.
Il brano del libro, dedicato a Venere, a cui l’opera del Botticelli farebbe riferimento sarebbe proprio il seguente:

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“Poiché tu solamente governi la natura delle cose,

e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce,

nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,

desidero di averti compagna nello scrivere i versi

che intendo comporre sulla natura di tutte le cose,

per la prole di Memmio diletta, che sempre tu, o dea,

volesti eccellesse di tutti i pregi adornata.

Tanto più concedi, o dea, eterna grazia ai miei detti.

E fa che intanto le feroci opere della guerra

Per tutti i mari e le terre riposino sopite.

Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace,

poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte

possente in armi, che spesso rovescia il capo nel tuo grembo,

vinto dall’eterna ferita d’amore,

e così mirandoti con il tornito collo reclino, in te, o dea,

sazia anelante d’amore gli avidi occhi,

e alla tu bocca è sospeso il respiro del dio supino.

Quando egli, o divina, riposa sul tuo corpo santo,

riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole

e chiedi, o gloriosa, una placida pace per i Romani” 

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Marte (partic by T.K.).

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Una quinta interpretazione infine vede nell’opera il siginificato allegorico del matrimonio.

Matrimonio concepito come istituzione in cui la forza maschile (Marte) si abbandona alla bellezza ed alla dolcezza femminile (Venere).
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Venere, in questo periodo, è vista dalla cultura e dalle arti in modo più neoplatonico che carnale…
come ad es. la Venere della sua mitica Primavera.

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La Venere del Botticelli nella famosa ” Primavera”

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Certo è, che l’epoca in cui fu dipinto, è proprio quella del massimo interesse e della massima passione (e da certi particolari anche con un certo divertimento) per le allegorie da parte degli artisti… soprattutto fiorentini ed in particolare… del Botticelli e del Bronzino.

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Botticelli – Autoritratto

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A tal proposito basti pensare all’ancor più famosa opera del Botticelli… L’ALLEGORIA DELLA PRIMAVERA… di cui abbiamo parlato poco tempo fa.
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Se ci va… se ce la sentiamo… perché no… proviamo anche noi a dire la nostra… su questo intrigante dipinto.

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Ciao da Tony Kospan

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QUANDO TU SARAI VECCHIA – RISCOPERTA DEL VERO AMORE – POESIA… SOGNO DI W. B. YEATS   4 comments

 
 

Questa poesia,
che ci riporta al tema dell’amore che va oltre il tempo,
(benché non corrisposto)
è stata amata da molti, tra cui Montale e Branduardi,
ed è tuttora amata da moltissimi…
 
 
E’ considerata un capolavoro ed il titolo originale è
WEN YOU ARE OLD



  
J.W. Waterhouse – Lady of Shalott
 
 
 
 

QUANDO TU SARAI VECCHIA
– YEATS –
POESIA D'AMORE SUBLIME
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
Stavolta preferisco che la leggiate,
e che ne gustiate in pieno le emozioni che dà,
prima di approfondirne diversi aspetti.
 

 
 
 




 
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QUANDO TU SARAI VECCHIA
William Butler Yeats
 
 
Quando tu sarai vecchia e grigia,
col capo tentennante
ed accanto al fuoco starai assonnata,
prenderai questo libro.
E lentamente lo leggerai, ricorderai sognando
dello sguardo che i tuoi occhi ebbero allora,
delle loro profonde ombre.
Di quanti amarono la grazia felice
di quei tuoi momenti
e, d’amore falso o a volte sincero,
amarono la tua bellezza.
Ma uno solo di te amò l’anima irrequieta,
uno solo allora amò le pene del volto tuo che muta.
E tu, chinandoti verso le braci, sarai un poco triste,
in un mormorio d’Amore dirai,
di come se ne volò via…
passò volando oltre il confine di questi alti monti
e per sempre poi il suo volto nascose
in una folla di stelle.
 







 
 




E’ chiaro che Yeats con questa poesia
ha il coraggio di guardare all’amore…
in modo originale, ma nel contempo sublime,
immaginando la donna amata ormai anziana.
 

 
 
LA STORIA DI QUESTA POESIA


 
 
 
Wiiliam Butler Yeats – Dublino 13.6.1865 – Roquebrune-Cap-Martin 28.1.1939
 
 

 
Il poeta anglo-irlandese l'ha scritta 
per l’attrice Maud Gonne, da lui amata per la tutta la vita, 
che però non corrispose mai al suo amore.


Il poeta ne è consapevole ma con questi versi,
pur nel dolore,
mostra una grande capacità di amare…
una capacità che supera ogni limite…
perfino il non amore dell'amata.


 
 
 
Maud Gonne
 
 
 
 
 
L’ANALISI DELLA POESIA

 
 
Egli si rivolge alla donna amata prefigurandola
nel momento in cui, col tempo, sfiorita la sua bellezza,
ormai prevarranno le difficoltà fisiche…
e cioè nella vecchiaia.
 
 
La “vede” seduta accanto al fuoco
in una sorta di leggera sonnolenza
e spera che prenda un libro, proprio quel libro,
 in cui ci sono le poesie che lui le ha dedicato.



 Maud Gonne
 



Che lo legga lentamente
riandando con il pensiero ai suoi passati amori,
alcuni sinceri ed altri meno,
riscoprendo in lui
l’unico che l’amò davvero nella sua vera essenza,
adorandone lo spirito irrequieto e non solo la sua bellezza.
 
 

 
 
Yeats and Maud Gonne by Anne Marie ODriscoll
 
 
 
 
L’ultima parte ci riporta alla dolce atmosfera iniziale
e qui il poeta sogna che Lei nel riveder, triste,
le immagini degli amori passati,
che nulla le hanno lasciato,
tra le stelle ritrovi nascosto il volto del poeta che l’ha amata
al di sopra ed al di là di ogni cosa.
 
 
Ovviamente questa è solo la mia interpretazione
e sono curioso di leggere la vostra.

 
 
 

 
 
 
 
 

INFINE LA POESIA IN… VIDEO
 
 
 
Ma non è un video in cui si ascolta un fine dicitore che la legge,
bensì… cliccando qui giù, possiamo ascoltarla cantata da Branduardi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan



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