Archivio per la categoria ‘CANZONI CLASSICHE NAPOLETANE’
Stavolta andremo molto a ritroso nel tempo,
addirittura nella prima metà dell’800,
con questa storica mitica canzone.
IO TE VOGLIO BENE ASSAJE
Questa canzone fu presentata infatti
la prima volta il 7 settembre 1835

Festa di Piedigrotta – Antica stampa
Con essa comincia ufficialmente, per gli studiosi della canzone,
la storia della grande canzone napoletana
che univa testi poetici a musiche sublimi.
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan

LA STORIA DELLA CANZONE
La nascita di questa canzone è molto controversa ma la tradizione,
condivisa dal grande poeta Salvatore Di Giacomo,
attribuisce la musica a Gaetano Donizetti, bergamasco,
grande estimatore delle canzoni napoletane che all’epoca,
prima metà dell’ottocento, erano cantate ed apprezzate dappertutto.
Il motivo di ciò era la sublime bellezza della musica
ma in realtà sembra ormai accertato
che invece fu Filippo Campanella,
musicista ed amico da sempre dell’autore del testo.
La leggenda vuole che la canzone fosse cantata una sera
ad una festa tra amici che ne furono così entusiasti
che se la misero subito a cantare tutti insieme.
Il successo della canzone fu immediato e travolgente
al punto che veniva cantata e fischiettata dappertutto
diventando quasi un tormentone
a tal punto che il Cardinale dell’epoca rimproverò,
più o meno bonariamente, il paroliere Raffaele Sacco
per aver dedicato la canzone all’amore umano.
LA MUSICA ED IL SIGNIFICATO DEL TESTO
Questa canzone ha in sé davvero qualcosa di magico.
La semplicità del testo… la freschezza del suono
la rendono una vera e propria opera d’arte poetica e musicale.
Essa ricorda per molti aspetti
anche grandi musiche classiche.
Il testo parla di un amore non corrisposto ma
lo fa in modo dolcemente e quasi allegramente coinvolgente
perché, com’è noto, a Napoli non è rara l’ironia
e l’autoironia sulle proprie disgrazie.
LA CANZONE
Ma eccola… ascoltiamola… cantata
dal grande Murolo insieme a Mia Martini



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Approfondiremo la conoscenza ed ascolteremo un’antica canzone che,
nata all’epoca solo per… u n a p u b b l i c i t à (!!!),
spiccò poi il volo verso alte vette di successo e di allegria
diventando famosa in tutto il mondo.
FUNICULI’ FUNICULA’
LA STORIA… L’ATMOSFERA E LA CANZONE
a cura di Tony Kospan
LA STORIA
La canzone fu scritta nel 1880 in occasione dell’inaugurazione della prima funicolare di Napoli ed ebbe una gestazione velocissima… solo di poche ore… nascendo quindi quasi d’impeto dalla penna del giornalista Peppino Turco e dal musicista Luigi Denza.

Gli industriali brindano all’inaugurazione della funicolare
Essa doveva avere solo la funzione di pubblicizzare la Funicolare e di invogliare i cittadini ad utilizzarla… dato che era un mezzo di trasporto nuovo… ma riscosse un successo immediato sia per la musica, galoppante ed allegra, che per il simpatico testo.

Fu la canzone più cantata nella Piedigrotta (antica festa popolare che si teneva nel mese di settembre) di quell’anno ed il suo successo, travolgente come le sue note, travalicò monti ed oceani per diventare una delle canzoni più famose al mondo di tutti i tempi.

La festa di Piedigrotta
Essa infatti è stata cantata dai più grandi cantanti…. di ogni epoca.
Interessante poi, dal punto di vista storico, è il fatto che questa è stata la prima canzone classica napoletana di cui sono noti sia l’autore del testo che quello della musica.
Le canzoni precedenti erano in pratica solo dei canti popolari… ma gli anni di fine ‘800 furono davvero rivoluzionari in tutti i campi dalla scienza all’arte… dalla musica alla poesia… etc.

LA CANZONE
L’ascolteremo ora prima in una versione cantata da Sergio Bruni
potendone leggere il testo in originale.
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e poi in quest’altro video possiamo ascoltarla
nell’interpretazione, anch’essa molto bella,
di Andrea Bocelli all’Arena di Verona.


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Renato Carosone ha illuminato
con le sue caratteristiche canzoni ed interpretazioni
la scena musicale del secondo ‘900
(Napoli 3.1.1920 – Roma 20.5.2001)
E’ stato infatti un cantautore, pianista e compositore
di grande successo a partire dagli anni 50.
Si ritirò poi misteriosamente nel ’60
quando era al culmine della sua notorietà.
Ci furono però brevi ritorni sulla scena
molti anni dopo
e sempre coronati da grande successo.
.
Il suo genere musicale era soprattutto
leggero… originale e divertente.
Ecco ora un piccolo elenco di sue canzoni
e molte di esse sono, ancor oggi,
conosciutissime e “cantatissime” con allegria.
.
I PRINCIPALI SUCCESSI
‘Na Canzuncella Doce Doce
‘O Sarracino
Caravan Petrol
Chella Llà testo
Maruzzella
Mo Vene Natale
Nenè E Pepè
Nera Nera
Pasqualino Maraja
Pigliate ‘Na Pastiglia
Torero testo
Tre Numeri A Lotto
Tu Vuò Fa L’Americano
Un Caffè
Ricordiamolo ora con 2 dei suoi famosi successi.
.
Iniziamo con “TORERO” in un video dell’epoca.
Proseguiamo poi con “TU VUO’ FA’ L’AMERICANO”
anch’esso in un video dell’epoca.
TONY KOSPAN
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UNA CANZONE DI UN TEMPO
CHE VA OLTRE IL… TEMPO

Storia.. testo.. analisi.. atmosfera e musica
di questa mitica e poetica canzone.
VOCE ‘E NOTTE
ATMOSFERE E NOTE DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
per il blog
L’ANALISI DELLA CANZONE E LA MUSICA
Stavolta siamo nel 1903/1904… oltre centoquindici anni fa dunque…

.
e la canzone di cui parleremo e che sentiremo, oltre ad essere una poesia densa di struggente ed immensa passione, presenta una melodia, quasi musica classica, altrettanto dolce ed appassionata.
Si tratta dunque di grandissima musica e non per nulla questa canzone è stata interpretata anche da grandi cantanti lirici.
Per questo ho anche pensato d’ascoltarla e di farvela ascoltare nella superba interpretazione del noto tenore Franco Corelli.

Possiamo quindi ben dire che il matrimonio tra versi e musica… più riuscito di così… non poteva essere.
Tony Kospan
LA SIMPATICA STORIA
Voce ‘e notte
(Musica di E.Nicolardi- Testo di E.De Curtis)
Questa canzone si può certamente definire autobiografica.
Racconta di un innamorato che, disperato, canta sotto il balcone della sua innamorata andata in sposa ad un altro uomo.
Correva l’anno 1903 ed Eduardo Nicolardi, giovane poeta di 25 anni,
Eduardo Nicolardi
si innamorò di Anna Rossi l’esile e bellissima vicina di casa figlia di un facoltoso commerciante di cavalli.
Quando Eduardo dichiarò il suo amore ai genitori di Anna, questi lo cacciarono via.
La loro giovane figlia non poteva andare ad un giovane poeta dal futuro incerto, ma doveva sposare Pompeo Corbera, un ricco cliente del padre ma dalla veneranda età di 75 anni.

Il destino, o l’età dell’anziano marito, volle che alla fine l’amore trionfasse.
Infatti poco tempo dopo il matrimonio, Pompeo Corbera morì ed i due poterono coronare il loro sogno d’amore e così noi abbiamo potuto avere una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi.
(testi dal web con modif. e integraz.)

TESTO E TRADUZIONE
Si ‘sta voce te scéta ‘int”a nuttata,
mentre t’astrigne ‘o sposo tujo vicino…
Statte scetata, si vuó’ stá scetata,
ma fa’ vedé ca duorme a suonno chino…
Nun ghí vicino ê llastre pe’ fá ‘a spia,
pecché nun puó sbagliá ‘sta voce è ‘a mia…
E’ ‘a stessa voce ‘e quanno tutt’e duje,
scurnuse, nce parlávamo cu ‘o “vvuje”.
Si ‘sta voce te canta dint”o core
chello ca nun te cerco e nun te dico;
tutt”o turmiento ‘e nu luntano ammore,
tutto ll’ammore ‘e nu turmiento antico…
Si te vène na smania ‘e vulé bene,
na smania ‘e vase córrere p”e vvéne,
nu fuoco che t’abbrucia comm’a che,
vásate a chillo…che te ‘mporta ‘e me?
Si ‘sta voce, che chiagne ‘int”a nuttata,
te sceta ‘o sposo, nun avé paura…
Vide ch’è senza nomme ‘a serenata,
dille ca dorme e che se rassicura…
Dille accussí: “Chi canta ‘int’a ‘sta via
o sarrá pazzo o more ‘e gelusia!
Starrá chiagnenno quacche ‘nfamitá…
Canta isso sulo…Ma che canta a fá?!…”
|
Se questa voce ti sveglia nella notte,
mentre ti stringi allo sposo tuo vicino…
Stai sveglia, se vuói star sveglia,
ma fai finta di dormir un sonno profondo…
Non avvicinarti alla finestra per vedere,
perché non puoi sbagliar questa voce è la mia…
E’ la stessa voce di quando noi due,
timidi, ci parlavamo col “voi”.
Se questa voce ti canta nel cuore
quello che non ti chiedo e non ti dico;
tutto il tormento d’un amore lontano,
tutto l’amore di un tormento antico…
Se ti viene voglia di voler bene,
un desiderio di baci corre nelle vene,
un fuoco che ti brucia proprio tanto,
bacia lui… che t’importa di me?
Se questa voce, che piange nella notte,
sveglia il tuo sposo, non aver paura…
Vedi bene ch’è senza nome la serenata,
digli quindi di dormire e di star sereno…
Digli cosí: “Chi canta in questa via
o sará pazzo o muor di gelosia!
Stará piangendo per qualche tradimento…
Canta da solo… Ma che canta a fare?!…”
(Traduz. di Tony Kospan)
|
LA CANZONE
Ascoltiamola ora, come ho accennato su,
nell’interpretazione di un grande cantante lirico
Franco Corelli
Tony Kospan
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Non possiamo non dedicar a questo mese,
che ci fa sognare stabile bel tempo
ed in cui v’è un vero trionfo di fiori,
diversi dipinti, che associano la bellezza femminile alle rose,
nonché una poesia ed alcune classiche canzoni
della tradizione musicale napoletana che inneggiano a questo mese.
.
.

C. C. Curran
MAGGIO MESE DELLE ROSE E DELL’AMORE
NELLA POESIA E NELLA MUSICA NAPOLETANA
Per chi ama la poesia e la canzone napoletana classica…
ecco allora una poesia e 3 canzoni dedicate a questo mese.
Emile Vernon
La poesia prescelta è
E’ TRASUTO MAGGIO…
di Ciro Borrelli, in arte Massenzio Caravita,
qui in originale e con mia traduzione…
ma anche l’ultima canzone
ERA DE MAGGIO
è una sublime poesia
di Salvatore Di Giacomo poi divenuta canzone.
G. F. Harris
E’ TRASUTO MAGGIO…
(E’ entrato maggio – trad, T.K.)
Io ca d’ ‘e sciure so’ n’amante,
Io che dei fiori sono amante
quanno t’affacciave ‘a fenesta
quando t’affacciavi alla finestra
t’ammiravo comme n’incanto…
t’ammiravo come un incanto
pe’ cchesto te facevo sempe festa,
per questo ti facevo le feste
e cu ‘e vviole e ‘e ciclamine
con violette e ciclamini…
p’ ‘a gioja me mettevo abballà,
e per la goia mi mettevo a ballare…
cu ‘e mmargarite… ‘a matina
e la mattina… con le margherite
me mettevo a ridere e a pazzià.
mi mettevo a ridere e giocare.
è trasuto ‘o mese ‘e Maggio!
E’ arrivato il mese di maggio!
schioppano tutt’ ‘e sciure…
sbocciano tutti i fiori…
‘e sciure ‘e ll’ammore.
i fiori dell’amore
Fuje ‘e ‘stu mese addiruso
Fu in questo mese profumato
ca ‘e te… m’annummaruje!
che di te mi innamorai!
Tu bella comme na rosa…
Tu bella come una rosa
tu…na margarita cianciosa…
tu margherita leggerina
tu… c’‘o prufumo d’ ‘a viola…
tu profumata di viola…
tu ‘a cchiù bella, ire na cosa sola:
tu… la più bella… eri una cosa sola:
“Nu sciore ‘e Maggio”
“Un fiore di Maggio”
Sì!…è trasuto Maggio!
Sì è arrivato maggio!
Schioppano ‘e sciure
sbocciano i fiori…
‘e sciure ‘e ll’ammore.
i fiori dell’amore
Fuje ‘e ‘stu mese addiruso
Fu in questo mese profumato
ca ‘e te… m’annummaruje!
che di te mi innamorai!
e dimme tu…c’aggia fa’…
e… dimmi tu… che posso fare…
si chisti sciure j’
se questi fiori io
nun te faccio maje mancà?
non riesco a farteli mancare?
Le canzoni napoletane accostate a questo mitico mese sono
Torna Maggio, ‘Na sera ‘e maggio e Era de maggio
A. Mucha
Passiamo ora ad ascoltarle…
TORNA MAGGIO
Russo – Di Capua (1900)
S. G. Anderson
‘NA SERA’ E MAGGIO
Pisano – Cioffi (1937)
D. F. Gerhartz
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ERA DE MAGGIO
Di Giacomo – Costa (1885)
F. Vinea
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Ciaoooooooo da Tony Kospan
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Salvatore di Giacomo (Napoli 13.3.1860 – Napoli 5.4.1934)
Volendo ricordare questo grande poeta in lingua partenopea,
ma anche saggista e scrittore in italiano,
nonché mitico paroliere di alcune canzoni auree
della grande tradizione classica napoletana
penso che non ci sia cosa migliore di leggere una sua poesia,
considerata tra le napoletane più belle di sempre,
ed ascoltare una mitica canzone nata da un’altra sua grande poesia.
La prima poesia, amata anche da Pasolini,
(di cui leggeremo la poetica traduzione in italiano)
è famosa in tutto il mondo…
per l’intrinseca dolcezza ed un tale malinconico trasporto
che va oltre il tempo e lo spazio.
PIANEFFORTE ‘E NOTTE
Leggiamola… prima nella versione originale
Pianefforte ‘e notte
Salvatore di Giacomo
Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.
è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!
Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità..
Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.
ed ora, per chi non comprende il napoletano,
eccola nella bella traduzione di…
Pier Paolo Pasolini
PIANOFORTE DI NOTTE
Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
MARECHIARE
Ora, se ci va,
ascoltiamo questa canzone napoletana
altrettanto dolcissima e notissima…
nata sempre da una sua poesia.
MARECHIARE
Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann’ a l’ammore,
se revotano l’onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiare nce sta na fenesta,
pe’ la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int’a na testa,
passa l’acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta
Ah! Ah!
A Marechiare, a Marechiare,
nce sta na fenesta.
Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l’uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint’a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P’accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Ah! Ah!
O scetate, o scetate,
scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Il poeta immaginò che la donna amata si nascondesse
dietro la celebre finestrella di Marechiaro (mai vista da lui).
Di Giacomo in realtà non considerò molto questa sua poesia
ma Paolo Tosti se ne innamorò e creò la famosa melodia
che ebbe successo in tutto il mondo.
Ascoltiamola qui cantata da Tito Schipa

Ciao da Orso Tony
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Breve ricordo di Roberto Murolo
uno dei principali esponenti,
come autore, come cantante e come chitarrista,
della grande musica napoletana.
(Napoli 19.1.1912 – Napoli 13.3.2003)
BIOGRAFIA
La sua carriera musicale iniziò nel 1933 a Ischia
cantando con… Vittorio de Sica.
Poi per inseguire la sua grande passione per la musica
e per la chitarra creò un quartetto… il “MIDA”
con cui girò per l’Europa dal 1939 al 1946.
Tornato in Italia,
il suo modo di cantare e di fare musica
pian piano raggiunse un grande successo
a partire dalla fine degli anni quaranta
fino alla fine degli anni sessanta.
Qui è con Totò
Recitò anche in alcuni film.
Negli anni 70 e 80
interruppe la sua attività discografica…
ma non quella di cantante…
anche se divenne sempre più sporadica.

‘A Casciaforte
Negli anni 90 tornò alla ribalta in pieno
con diversi album di successo.
Foto di Augusto De Luca
Nel ’92 compose con Mia Martini la mitica…
CU’ MME
Con Mia Martini
Nel 2002 al Festival di Sanremo
ricevette il Premio alla Carriera.
LO STILE DI MUROLO
La sua voce era un sussurro gentile
che si univa con grande eleganza
agli accordi della sua chitarra classica
creando un insieme unico,
un vero e proprio dipinto musicale…
Murolo con De André
Non c’è chi non veda una sua vicinanza allo stile
all’epoca in auge in America…
cioè quello di Sinatra e Bing Crosby
che però nel contempo portava ad un’evoluzione
del modo di cantare le canzoni classiche napoletane.
I SUOI PRINCIPALI SUCCESSI
Queste sono alcune delle sue canzoni più famose:
CU MME, CANZONE DI LAURA, L’ ITALIA E’ BELLA,
A’ CASCIAFORTE, O’ MARINARIELLO.
.
.
.
Queste ed altre sue canzoni
sono ancor oggi amatissime dal popolo del web
ma non solo…
Ricordiamolo infine ascoltando…
quella che considero la sua canzone-mito
la fantastica… dolcissima… CU MME

CU’ MME
CIAO DA TONY KOSPAN
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Salvatore di Giacomo (Napoli 13.3.1860 – Napoli 5.4.1934)
Volendo ricordare questo grande poeta in lingua partenopea,
ma anche saggista e scrittore in italiano,
nonché mitico paroliere di alcune canzoni auree
della grande tradizione classica napoletana
penso che non ci sia cosa migliore di leggere una sua poesia,
considerata tra le napoletane più belle di sempre,
ed ascoltare una mitica canzone nata da un’altra sua grande poesia.
La prima poesia, amata anche da Pasolini,
(di cui leggeremo la poetica traduzione in italiano)
è famosa in tutto il mondo…
per l’intrinseca dolcezza ed un tale malinconico trasporto
che va oltre il tempo e lo spazio.
PIANEFFORTE ‘E NOTTE
Leggiamola… prima nella versione originale
Pianefforte ‘e notte
Salvatore di Giacomo
Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.
è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!
Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità..
Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.
ed ora, per chi non comprende il napoletano,
eccola nella bella traduzione di…
Pier Paolo Pasolini
PIANOFORTE DI NOTTE
Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
MARECHIARE
Ora, se ci va,
ascoltiamo questa canzone napoletana
altrettanto dolcissima e notissima…
nata sempre da una sua poesia.
MARECHIARE
Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann’ a l’ammore,
se revotano l’onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiare nce sta na fenesta,
pe’ la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int’a na testa,
passa l’acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta
Ah! Ah!
A Marechiare, a Marechiare,
nce sta na fenesta.
Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l’uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint’a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P’accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Ah! Ah!
O scetate, o scetate,
scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
Il poeta immaginò che la donna amata si nascondesse
dietro la celebre finestrella di Marechiaro (mai vista da lui).
Di Giacomo in realtà non considerò molto questa sua poesia
ma Paolo Tosti se ne innamorò e creò la famosa melodia
che ebbe successo in tutto il mondo.
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Forse non tutti sanno che questa canzone,
scritta a fine ottocento, è nientepopodimeno
opera di un mito della Letteratura Italiana
Gabriele D’Annunzio.
Non solo, anche la musica, come vedremo,
è di un suo corregionale.
‘A VUCCHELLA
UNA CLASSICISSIMA CANZONE NAPOLETANA…
MA… TUTTA ABRUZZESE… E… D’AUTORE.
Il Caffè Gambrinus ed i suoi tavolini
LA STORIA
Gabriele D’Annunzio nel suo soggiorno napoletano nel 1892, era insieme all’amico poeta e paroliere Ferdinando Russo ai tavolini del mitico Caffè Gambrinus.
Il Vate, sfidato dall’amico a comporre in breve tempo una canzone napoletana, gli dettò in pochi minuti questi versi.
Rimasti per dieci anni in un cassetto, essi vennero poi mostrati dal Russo al musicista Francesco Paolo Tosti,

Francesco Paolo Tosti (Ortona 9.4.1846 – Roma 2.12.1916)
.
.
altro abruzzese.
Il Tosti, dunque, musicò questi versi.
Per questo, pur con l’intervento del Russo del tutto “laterale”,
la canzone napoletana è di paternità tutta abruzzese.

Franz Dvorak
La canzone divenne presto un successo internazionale
e fu molto amata anche da Enrico Caruso, che la incise nel 1919.
E’ tuttora, a pieno titolo, tra le classicissime ed amatissime canzoni
della tradizione musicale partenopea.
Vediamo ora alcune immagini d’epoca che ci riportano all’atmosfera di quegli anni.



Il giovane… D’Annunzio

Napoli – Villa Comunale


Napoli – Piazza Dante
.
.
IL TESTO
.
‘A VUCCHELLA (La boccuccia)
D’Annunzio
Si comm’a nu sciurillo…
tu tiene na vucchella,
nu poco pucurillo,
appassuliatella.
Méh, dammillo, dammillo,
è comm’a na rusella…
dammillo nu vasillo,
dammillo, Cannetella!
Dammillo e pigliatillo
nu vaso… piccerillo
comm’a chesta vucchella
che pare na rusella…
nu poco pucurillo
appassuliatella…
.





ASCOLTIAMOLA…
Il video ci consente di ascoltarla
nell’interpretazione del mitico “cesellatore”
Roberto Murolo.



Eugene Blaas
CIAO DA TONY KOSPAN



Godward
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Breve ricordo di Roberto Murolo
uno dei principali esponenti,
come autore, come cantante e come chitarrista,
della grande musica napoletana.
(Napoli 19.1.1912 – Napoli 13.3.2003)
BIOGRAFIA
La sua carriera musicale iniziò nel 1933 a Ischia
cantando con… Vittorio de Sica.
Poi, per inseguire la sua grande passione per la musica
e per la chitarra, creò un quartetto… il “MIDA”, con cui girò per l’Europa dal 1939 al 1946.
Tornato in Italia,
grazie al suo modo di cantare e di fare musica,
pian piano raggiunse un grande successo
a partire dalla fine degli anni quaranta
fino alla fine degli anni sessanta.
Qui è con Totò
Recitò anche in alcuni film.
Negli anni ’70 e ’80
interruppe la sua attività discografica ma non quella di cantante
anche se divenne sempre più sporadica.

‘A Casciaforte
Negli anni ’90 però tornò di nuovo alla ribalta
con diversi album di successo.
Foto di Augusto De Luca
Nel ’92 compose con Mia Martini la mitica…
CU’ MME
Con Mia Martini
Nel 2002 al Festival di Sanremo
ricevette il Premio alla Carriera.
LO STILE DI MUROLO
La sua voce era un sussurro gentile
che si univa con grande eleganza
agli accordi della sua chitarra classica
creando un insieme unico,
un vero e proprio dipinto musicale…
Murolo con De André
Non c’è chi non veda una sua vicinanza allo stile
all’epoca in auge in America…
cioè quello di Sinatra e Bing Crosby
che però nel contempo portava anche ad un’evoluzione
del modo di cantare le canzoni classiche napoletane.
I SUOI PRINCIPALI SUCCESSI
Queste sono alcune delle sue canzoni più famose:
CU MME, CANZONE DI LAURA, L’ ITALIA E’ BELLA,
A’ CASCIAFORTE, O’ MARINARIELLO.
.
.
.
Queste, ed altre sue canzoni, sono ancor oggi amatissime
dal popolo del web
ma non solo.
Ricordiamolo infine ascoltando
quella che considero la sua canzone-cult
la fantastica e dolcissima… CU MME

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