Archivio per l'etichetta ‘RINASCIMENTO ITALIANO’
.
.

La nascita di Venere
Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.
Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.
La calunnia
BOTTICELLI
ARTISTA GENIALE DEL RINASCIMENTO
LA FAMA.. L’OBLIO E LA RISCOPERTA
a cura di Tony Kospan
Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.
E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.
Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.
Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
ed ancor oggi i suoi dipinti sono amatissimi nel web.
Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)
BREVE BIOGRAFIA.
.
Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.
A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.
Giuliano de’ Medici (partic.)
Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.
Nascita di Venere
In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli
Simonetta Vespucci
Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.
(clicca qui giù se desideri conoscere i segreti della mitica Primavera)
Primavera
Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.
Botticelli – Madonna dei 6 angeli
Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico,
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina
“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.
(clicca qui giù se desideri conoscerne i segreti di Marte e Venere)
Marte e Venere – 1483
Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile,
quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.
Sant’Agostino nello studio
Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.
Divina Commedia – La voragine infernale
Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.
Madonna della melagrana
.
.
.
Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.
Tondo Raczynski – 1477
.
La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo
e si fa largo prepotentemente il genio di Michelangelo.
Muore povero e solo nel 1510, a Firenze, dopo grave malattia.
F I N E
– COPYRIGHT TONY KOSPAN
– VIETATA LA COPIA INTEGRALE SENZA RIPORTARE IN MODO CHIARO AUTORE E BLOG
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...

Trasfigurazione di Cristo (partic.)
Curioso il suo destino,
nascere e morire di Venerdì Santo,
ma la sua fama è tutta dovuta
alla sua eccezionale e “divina” capacità
di dipingere di cui diede prova fin da piccolo.
La Madonna della rosa
RAFFAELLO SANZIO
.
VITA E CAPOLAVORI DEL… PITTORE DIVINO
.
a cura di Tony Kospan
Urbino 28.3.1483 – Roma 6.4.1520
BREVE BIOGRAFIA
Rimasto orfano a soli 11 anni non si perse d’animo
ma iniziò a studiare le opere di grandi pittori
ed a 14 entrò nella bottega del Perugino
che fu il suo vero maestro
e cominciò ben presto anche a lavorare per dei committenti.
La speranza
Il suo più che significativo contributo alla realizzazione
di una Pala in onore di Nicola da Tolentino
a Città di Castello
evidenziò subito le sue notevoli capacità
e fu l’inizio di una travolgente carriera artistica
che in pratica proseguì senza soste.
Sposalizio della Vergine
Innumerevoli e bellissime furono le opere che nei 3 periodi
in cui storicamente è divisa la sua vita umana ed artistica,
(Perugino, Fiorentino e Romano),
egli ci ha donato.
A Roma, quando era ormai all’apice della notorietà,
Leone X lo preferì ad altri mitici artisti come Michelangelo,
e lo nominò, alla morte del Bramante,
direttore della Fabbrica di San Pietro.
Trionfo di Galatea
Negli ultimi anni alternò quindi la passione per la pittura
con altri lavori come quelli di topografo e di architetto.
Dama con il liocorno (partic.)
Alla sua morte (a soli 37 anni) dopo 15 giorni di febbre,
causati, per alcuni, da eccessi amorosi, tutta Roma,
compreso il Papa, soffrì moltissimo per la perdita di colui
che veniva ritenuto il “Pittore Divino“.
Trasfigurazione di Cristo
Racconta il Vasari che, trovandosi nella camera in cui era morto
una delle sue ultime opere… la mitica “Trasfigurazione“,
“nel vedere il corpo morto e quella viva,
faceva scoppiare l’anima di dolore a ognuno che quivi guardava”.
La scuola di Atene
BREVE ANALISI DELLA SUA ARTE
Goethe così definisce la sua arte…
“Raffaello è sempre riuscito a fare quello
che gli altri immaginavano di fare”
Raffaello interpreta perfettamente
il sentire artistico della sua epoca
ed esalta i valori civili ed umanistici
della cultura classica e della storia occidentale.
Madonna del Cardellino (partic.)
Egli non vive le sofferenze delle ricerche di Leonardo da Vinci
né le turbolenze religiose di Michelangelo Buonarroti
ma si caratterizza per una grande serenità interiore
e ed una celestiale visione della vita
che lo portano
a creare opere che sono capolavori assoluti ed eterni.
Madonna della seggiola
Si può dire infine che Raffaello sia l’artista
che ha conquistato la vetta più alta
dell’assoluta bellezza nel campo della pittura.
Questo però, per gli studiosi di Storia dell’Arte,
era considerato un suo limite benché eccelso.
(La storia del “particolare” più famoso della storia dell’arte)
I mitici Angeli (particolare della Madonna Sistina)
Tuttavia studi recenti hanno rivalutato
in pieno la sua arte sotto ogni punto di vista.
Sorprende, oltre alla sublime bellezza della sua arte
anche l’enorme quantità di opere
rispetto alla brevità della sua vita.
(La storia del dipinto e “l’incontro” con Rembrandt)
Baldassarre Castiglione
F I N E
Fonti – Vari siti Web – Rielaborazione ed impaginazione T. K.
Raffaello da giovane – Autoritratto
.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...

Trasfigurazione di Cristo (partic.)
Curioso il suo destino,
nascere e morire di Venerdì Santo,
ma la sua fama è tutta dovuta
alla sua eccezionale e “divina” capacità
di dipingere di cui diede prova fin da piccolo.
La Madonna della rosa
RAFFAELLO SANZIO
.
VITA E CAPOLAVORI DEL… PITTORE DIVINO
.
a cura di Tony Kospan
Urbino 28.3.1483 – Roma 6.4.1520
BREVE BIOGRAFIA
Rimasto orfano a soli 11 anni non si perse d’animo
ma iniziò a studiare le opere di grandi pittori
ed a 14 entrò nella bottega del Perugino
che fu il suo vero maestro
e cominciò ben presto anche a lavorare per dei committenti.
La speranza
Il suo più che significativo contributo alla realizzazione
di una Pala in onore di Nicola da Tolentino
a Città di Castello
evidenziò subito le sue notevoli capacità
e fu l’inizio di una travolgente carriera artistica
che in pratica proseguì senza soste.
Sposalizio della Vergine
Innumerevoli e bellissime furono le opere che nei 3 periodi
in cui storicamente è divisa la sua vita umana ed artistica,
(Perugino, Fiorentino e Romano),
egli ci ha donato.
A Roma, quando era ormai all’apice della notorietà,
Leone X lo preferì ad altri mitici artisti come Michelangelo,
e lo nominò, alla morte del Bramante,
direttore della Fabbrica di San Pietro.
Trionfo di Galatea
Negli ultimi anni alternò quindi la passione per la pittura
con altri lavori come quelli di topografo e di architetto.
Dama con il liocorno (partic.)
Alla sua morte (a soli 37 anni) dopo 15 giorni di febbre,
causati, per alcuni, da eccessi amorosi, tutta Roma,
compreso il Papa, soffrì moltissimo per la perdita di colui
che veniva ritenuto il “Pittore Divino“.
Trasfigurazione di Cristo
Racconta il Vasari che, trovandosi nella camera in cui era morto
una delle sue ultime opere… la mitica “Trasfigurazione“,
“nel vedere il corpo morto e quella viva,
faceva scoppiare l’anima di dolore a ognuno che quivi guardava”.
La scuola di Atene
BREVE ANALISI DELLA SUA ARTE
Goethe così definisce la sua arte…
“Raffaello è sempre riuscito a fare quello
che gli altri immaginavano di fare”
Raffaello interpreta perfettamente
il sentire artistico della sua epoca
ed esalta i valori civili ed umanistici
della cultura classica e della storia occidentale.
Madonna del Cardellino (partic.)
Egli non vive le sofferenze delle ricerche di Leonardo da Vinci
né le turbolenze religiose di Michelangelo Buonarroti
ma si caratterizza per una grande serenità interiore
e ed una celestiale visione della vita
che lo portano
a creare opere che sono capolavori assoluti ed eterni.
Madonna della seggiola
Si può dire infine che Raffaello sia l’artista
che ha conquistato la vetta più alta
dell’assoluta bellezza nel campo della pittura.
Questo però, per gli studiosi di Storia dell’Arte,
era considerato un suo limite benché eccelso.
(La storia del “particolare” più famoso della storia dell’arte)
I mitici Angeli (particolare della Madonna Sistina)
Tuttavia studi recenti hanno rivalutato
in pieno la sua arte sotto ogni punto di vista.
Sorprende, oltre alla sublime bellezza della sua arte
anche l’enorme quantità di opere
rispetto alla brevità della sua vita.
(La storia del dipinto e “l’incontro” con Rembrandt)
Baldassarre Castiglione
F I N E
Fonti – Vari siti Web – Rielaborazione ed impaginazione T. K.
Raffaello da giovane – Autoritratto
.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Già conosciamo da altri dipinti il diverso e controcorrente modo
di vedere la realtà, la religiosità, ma anche la pittura,
da parte dell’artista veneziano da pochi decenni riscoperto.
Anche questa sua “Annunciazione” è del tutto diversa
da analoghi dipinti di altri autori ed ora vedremo perché.
L’Annunciazione
La prima cosa che si nota è che non ci mostra solo
il classico incontro dell’angelo con la futura Madonna
bensì anche l’ambiente ovvero la casa in cui avviene.
Lei si trova a casa con un gatto quando arriva l’anuncio.
Si possono osservare oggetti di vita quotidiana
come la cuffia da notte e l’asciugamano appesi alla mensola.
Inoltre è presente anche e soprattutto Dio
che dall’alto sta letteralmente prendendo la mira
per fecondar virtualmente Maria.
Notiamo anche che una umanissima sorpresa, mista a paura,
investe tutta la scena compreso il gatto.
Ma la cosa più sorprendente è la reazione di Maria
all’annuncio dell’Angelo!
La donna infatti volta le spalle a Dio ed all’angelo
e cerca di scappare impaurita (osservare il volto e le mani)
mentre il gatto inarca la schiena per scappare anche lui!
Un altro aspetto, che rende realissima la scena,
è che l’Angelo, che dovrebbe essere puro spirito,
invece è di carne ed ossa
e ne è la prova l’ombra che vediamo a terra!
Il Lotto quindi ci mostra una Madonna,
un Angelo e perfino la Divinità
fatti di carne e sentimenti umanissimi.
Ciò conferma quanto si diceva su
riguardo alla visione semplice, sincera e senza retorica
di tutti gli aspetti della vita e della religione
da parte di questo artista rinascimentale sui generis.
Il dipinto “L’annunciazione” di Lorenzo Lotto, del 1534 circa, si trova nel museo civico di Recanati.
FINE
Copyright Tony Kospan
In caso di copia è obbligatorio indicare autore e blog

IL MONDO DELL’ARTE E DEGLI ARTISTI
NEL GRUPPO DI FB


Lorenzo Lotto – Autoritratto – 1540
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
.
.
.

Il Mosè
Le sue opere hanno raggiunto vette insuperabili
e sono un vero grande patrimonio dell’arte occidentale
ed inoltre egli è quasi unanimemente considerato
il più grande artista di tutti i tempi.
Caprese Michelangelo 6.3.1475 – Roma 18.2.1564
MICHELANGELO BUONARROTI
a cura di Tony Kospan
Michelangelo, che ha segnato con la sua grandezza l’arte del “500′, è stato artista davvero poliedrico in quanto:
– scultore capace di opere che donano grandi emozioni,
– pittore di grandissimo talento
– apprezzato architetto
– poeta elegante molto apprezzato nelle Corti europee.
L’uomo invece era molto noto per il suo caratterino impetuoso ed irascibile verso tutti, compresi i suoi committenti.
Non si sposò mai né si conoscono suoi amori.
Tomba di Lorenzo dei Medici
La sua vita artistica si svolse quasi tutta tra Firenze e Roma.
.
.
.
.
Essendo impossibile mostrar qui tutte le sue opere
mi limiterò a mostrarne alcune… nei vari campi dell’arte
in cui operò… e sempre alla grande.
LO SCULTORE
La pietà
La scultura era per lui un’attività naturale
e quasi spontanea tanto vi era portato… fin da ragazzo
ed innumerevoli sono i suoi capolavori
di cui ricordo soprattutto il “David” e la “Pietà”.
IL PITTORE
Il Giudizio Universale (Cappella Sistina)
Qui doveva dar tirar fuori “sangue e dolore”
e grandi sforzi per raggiunger i risultati geniali
che conosciamo…
In particolare è memorabile l’immensa fantastica opera
trasfusa nella mitica Cappella Sistina
(la sala in cui si eleggono i Pontefici)
ed il Tondo Doni.
L’ARCHITETTO
.
.
.
.
Anche nell’architettura mostrò il suo immenso ingegno.
In questo campo ricordo in particolare
la mitica Cupola di San Pietro
e lo studio della Piazza del Campidoglio a Roma.
IL POETA
Cominciò a scrivere versi verso i 50 anni
e si sa anche che delle sue poesie non aveva
grande stima e le considerava “cose sciocche”.
Infatti non volle mai farle stampare.
Eppure sono ben più di 300 le sue composizioni.
In verità anche in esse possiamo ammirare
tutto il suo vigore scultoreo
pur con evidenti derivazioni petrarchesche.
Leggiamone due…
Michelangelo – L’aurora
CHI E’?
Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?
Michelangelo – La notte
O NOTTE
O Notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn’opra sempre al fin assalta,
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onora ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero,
che l’umid’ ombra e ogni quet’appalta,
e dell’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria all’alma, al cor nemica,
ultimo degli afflitti e buon rimedio,
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciugh’ i pianti e posi ogni fatica
e furi a chi ben vive ogni ira e tedio.
Sebastiano del Piombo – Michelangelo che indica i suoi disegni – 1520
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
.
.

La nascita di Venere
Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.
Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.
La calunnia
BOTTICELLI
ARTISTA GENIALE DEL RINASCIMENTO
LA FAMA.. L’OBLIO E LA RISCOPERTA
a cura di Tony Kospan
Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.
E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.
Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.
Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
ed ancor oggi i suoi dipinti sono amatissimi nel web.
Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)
BREVE BIOGRAFIA.
.
Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.
A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.
Giuliano de’ Medici (partic.)
Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.
Nascita di Venere
In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli
Simonetta Vespucci
Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.
(clicca qui giù se desideri conoscere i segreti della mitica Primavera)
Primavera
Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.
Botticelli – Madonna dei 6 angeli
Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico,
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina
“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.
(clicca qui giù se desideri conoscerne i segreti di Marte e Venere)
Marte e Venere – 1483
Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile,
quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.
Sant’Agostino nello studio
Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.
Divina Commedia – La voragine infernale
Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.
Madonna della melagrana
.
.
.
Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.
Tondo Raczynski – 1477
.
La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo
e si fa largo prepotentemente il genio di Michelangelo.
Muore povero e solo nel 1510, a Firenze, dopo grave malattia.
F I N E
– COPYRIGHT TONY KOSPAN
– VIETATA LA COPIA INTEGRALE SENZA RIPORTARE IN MODO CHIARO AUTORE E BLOG
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Questa piccola scultura (alta solo 104 cm) è conservata presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze ed è davvero un’opera molto particolare.
Per la sua originalità ha fatto, nei secoli, molto discutere gli esperti d’arte.
Vediamo perché.
Ma andiamo con ordine.
LA STORIA DEL PRESUNTO MISTERO DELLA SUA ORIGINE
Nel marzo del 1641 un noto musicologo di Firenze, Giovan Battista Doni, scriveva agli studiosi della Corte Papale di Urbano VII d’avere in casa da oltre 50 anni una strana piccola scultura raffigurante un “genio alato tutto ignudo fuor che che le cosce e le gambe che sono vestite alla maniera frigia” e con dei serpentelli ai piedi.
Con meraviglia affermava poi che l’opera gli sembrava “qualche deità degli antichi toscani o piu tosto di altra nazione asiatica“, però non era rozza come gli oggetti antichi ma molto precisa e ben fatta.
La perfetta descrizione ci riporta subito alle parole del Vasari che, nel 1568, citava un Amorino-Attis di Donatello e lo allocava proprio presso l’illustre dimora dei… Doni.
Dobbiamo anche ricordare che questa nota famiglia fiorentina era stata committente di varie opere di grandi artisti del Rinascimento.
Meraviglia molto, quindi, che solo alcuni decenni dopo le parole del Vasari i proprietari avessero perso ogni ricordo dell’autore.
Tuttavia è anche noto che la fama dei grandi artisti rinascimentali, tranne di quella di Michelangelo, era all’epoca molto scemata e soprattutto quella di Donatello.
Ma è anche sorprendente che un noto studioso dell’epoca, rispondendo alla lettera di cui sopra, definisse la scultura “una mistione di simboli e deità diverse che chiamano Panthea“.
Quando anche un altro studioso, Luigi Lanzi, nel 1778 la definì un “Amore Panteo” e dunque senza autore e senza tempo, i Doni decisero di venderla agli Uffizi.
Successivamente il Lanzi però cambiò idea e la definì opera solo di fantasia e non antica.
ANALISI E SIGNIFICATO DELL’OPERA
Innanzitutto bisogna rilevare che l’opera, con la precisione e la raffinatezza dei particolari e l’armonia dell’insieme, conferma la maestria di Donatello e la sua fama di grande scultore rinascimentale.
Sul significato di questa originale scultura gioiello però gli studiosi si sono sempre divisi.
Si va dall’Amorino o Cupido (per le ali) ad Attis (per i pantaloni col pube ed il sedere scoperti).
Per altri è invece è un Priapo, per altri poi un Fauno, per altri ancora un genietto mezzo angelo e mezzo diavolo ed infine per altri una rappresentazione dell’amore coniugale.
Tutte queste interpretazioni esaltano un particolare ma poi ne trascurano altri per cui nessuna di loro è convincente.
In effetti Donatello si era sbizzarrito, seguendo solo il suo fantasioso ed illimitato estro, nel creare una scultura che apparisse un qualcosa di classicamente antico.
Come mai?
Beh è notorio che nel mondo dell’arte e della cultura rinascimentale, in particolare a Firenze, la corrente umanistica, volta alla riscoperta del mondo classico latino e greco, era diffusissima ed amatissima.
Donatello
Dunque nell’ambito dello spirito del tempo teso alla ricostruzione del “classico”, Donatello ne inventa uno tutto suo mescolando vari elementi.
Possiamo quindi affermare, in conclusione, che egli crea un “classico” bello, originale e che colpisce chi l’osserva ma, in realtà, non è mai esistito nulla di simile nel mondo antico.
Possiamo quindi anche definirlo un… classico reinventato.
FINE
Tony Kospan per il Mondo di Orsosognante
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia integrale senza indicare autore e sito.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
.
.
.

Il Mosè
Le sue opere hanno raggiunto vette insuperabili
e sono un vero grande patrimonio dell’arte occidentale
ed inoltre egli è quasi unanimemente considerato
il più grande artista di tutti i tempi.
Caprese Michelangelo 6.3.1475 – Roma 18.2.1564
MICHELANGELO BUONARROTI
a cura di Tony Kospan
Michelangelo, che ha segnato con la sua grandezza l’arte del “500′, è stato artista davvero poliedrico in quanto:
– scultore capace di opere che donano grandi emozioni,
– pittore di grandissimo talento
– apprezzato architetto
– poeta elegante molto apprezzato nelle Corti europee.
L’uomo invece era molto noto per il suo caratterino impetuoso ed irascibile verso tutti, compresi i suoi committenti.
Non si sposò mai né si conoscono suoi amori.
Tomba di Lorenzo dei Medici
La sua vita artistica si svolse quasi tutta tra Firenze e Roma.
.
.
.
.
Essendo impossibile mostrar qui tutte le sue opere
mi limiterò a mostrarne alcune… nei vari campi dell’arte
in cui operò… e sempre alla grande.
LO SCULTORE
La pietà
La scultura era per lui un’attività naturale
e quasi spontanea tanto vi era portato… fin da ragazzo
ed innumerevoli sono i suoi capolavori
di cui ricordo soprattutto il “David” e la “Pietà”.
IL PITTORE
Il Giudizio Universale (Cappella Sistina)
Qui doveva dar tirar fuori “sangue e dolore”
e grandi sforzi per raggiunger i risultati geniali
che conosciamo…
In particolare è memorabile l’immensa fantastica opera
trasfusa nella mitica Cappella Sistina
(la sala in cui si eleggono i Pontefici)
ed il Tondo Doni.
L’ARCHITETTO
.
.
.
.
Anche nell’architettura mostrò il suo immenso ingegno.
In questo campo ricordo in particolare
la mitica Cupola di San Pietro
e lo studio della Piazza del Campidoglio a Roma.
IL POETA
Cominciò a scrivere versi verso i 50 anni
e si sa anche che delle sue poesie non aveva
grande stima e le considerava “cose sciocche”.
Infatti non volle mai farle stampare.
Eppure sono ben più di 300 le sue composizioni.
In verità anche in esse possiamo ammirare
tutto il suo vigore scultoreo
pur con evidenti derivazioni petrarchesche.
Leggiamone due…
Michelangelo – L’aurora
CHI E’?
Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?
Michelangelo – La notte
O NOTTE
O Notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn’opra sempre al fin assalta,
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onora ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero,
che l’umid’ ombra e ogni quet’appalta,
e dell’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria all’alma, al cor nemica,
ultimo degli afflitti e buon rimedio,
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciugh’ i pianti e posi ogni fatica
e furi a chi ben vive ogni ira e tedio.
Sebastiano del Piombo – Michelangelo che indica i suoi disegni – 1520
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Nereidi – Tritoni e putti
Un Pittore bizzarro nell’età di Dürer e Raffaello
solo di recente riscoperto e rivalutato.
Se lo cercate nei libri di Storia dell’Arte di qualche anno fa
stentate a trovarlo o non lo trovate proprio.

Pur essendo noto ed amato nella Bologna dei suoi tempi
era ormai caduto in un oblio quasi totale.
Poi pian piano la sua arte… “controcorrente”
ha iniziato ad avere sempre più estimatori
soprattutto tra i critici d’arte.

Autoritratto giovanile
BREVE BIOGRAFIA
Nato fra il 1474 ed il 1475 Amico era figlio di Giovanni Antonio Aspertini pittore abbastanza noto a Bologna verso la fine del ‘400.
Fin da piccolo fu indirizzato, insieme al fratello, verso lo studio della pittura.
Nei suoi inizi si evidenzia uno stile dolce e classicheggiante.
A seguito di un un viaggio a Roma, ed in particolare dopo la visione delle grotte della “Domus Aurea”, arrivò ad una interpretazione cd. “anticlassica” del mondo antico che traspose nelle sue opere bolognesi del 1506 (affreschi di S. Cecilia) e che, rappresentando una rottura delle mode dell’epoca, lo resero famoso.

Adorazione
A Lucca, fra il 1508 e il 1509, operò nella chiesa di S. Frediano in cui eseguì una serie di stupendi affreschi… tra cui la “Madonna col Bambino tra i santi“.
*Il dipinto appare immerso in una luce strana quasi crepuscolare, nel paesaggio poi si notano dei combattimenti ed in alto dei putti mantengono un drappo.
Questi particolari, insieme al resto dell’opera, donano una sensazione fantastica.
Ormai il suo stile “anticlassico” era divenuto sempre più evidente e deciso… ma ciò non vuol dire che non amasse il mondo classico ma semplicemente che amava reinterpretarlo a modo suo come si può notare dai monumenti e dalle rovine da lui dipinti.
Morì nel 1552.
Ragazzo con canestro di fiori
L’UOMO ASPERTINI
Definito dal Vasari “Uomo capriccioso e di bizzarro cervello”, e super stravagante, da altri suoi contemporanei, il bolognese Aspertini viaggiò molto (Venezia, Firenze, Lucca, Mantova e soprattutto Roma) ed arricchì sempre in tal modo le sue conoscenze grazie alla visione di opere antiche e dei suoi tempi.
In particolare amava l’arte tedesca e soprattutto le opere di Durer.
L’ARTISTA
Era un pittore “ambidestro”, cioè capace di dipingere contemporaneamente con entrambe le mani, ed era anche molto versatile dato che fu autore, oltre che di dipinti, anche di sculture, disegni ed affreschi.

Oratorio di Santa Cecilia
Nonostante sia stato solo da poco rivalutato, oggi è un artista molto amato da diversi critici, e soprattutto dal pubblico, per le “stranezze espressive delle figure” e per i suoi paesaggi in cui insieme ad un misto di classicismo e naturalismo appare forte anche una componente onirica.
Da molti è considerato un anticipatore del neoclassicismo e del manierismo.
QUALCHE ALTRA SUA OPERA

Deposizione di Cristo

Santa donna con libro

S. Cassiano
Fonti: vari siti web – Impaginazione Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
LA BELLA PRINCIPESSA (BIANCA SFORZA) DI LEONARDO ED IL… FRENELLO
Mentre gli enigmi e le sorprese relative alla Gioconda sembrano non finire mai, ora parleremo di un altro dipinto “La bella principessa“, recentemente attribuito al multiforme genio di Leonardo.
La giovanetta del dipinto affascina per la dolcezza ed il colore dell’incarnato oltre che per l’eleganza dell’acconciatura e dei nastri.
L’opera appare un capolavoro luminoso… delicato ed intimo.
Analizzeremo prima le motivazioni dell’attribuzione, poi parleremo della donna raffigurata, Bianca Sforza, ed infine del “frenello” che cinge la sua fronte.
LA BELLA PRINCIPESSA – LE PROVE
La prima prova è la mano mancina dell’autore;
la seconda è l’impronta palmare identica a quella della “Dama dell’Ermellino” (Leonardo usava passare il palmo della mano sui suoi dipinti per sfumare e fissare i colori) ed inoltre anche il frenello* è simile nei 2 dipinti;
la terza è la notoria e attivissima presenza di Leonardo alla corte milanese del Moro;
la prova definitiva è stata però la presenza di tre fori presenti sul margine sinistro del disegno (era la pagina, poi staccata, di un incunabolo) identici a quelli presenti nell’incunabolo “La Sforziade” stampato a Milano presso Antonio Zarotto nel 1490 “Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae” e conservato a Varsavia presso la Biblioteca Nazionale.
Si hanno anche prove documentali (nel Ligny Memorandum” di Jean Perréal) del fatto che Leonardo chiese a Jean, artista di corte che visitò Milano nel 1494, ragguagli sull’uso della pergamena.
Dunque il dipinto, pensato inizialmente come illustrazione di un codice miniato (forse con poesie) in onore della famiglia Sforza, come si usava all’epoca, venne poi asportato dal volume ed utilizzato come opera a sé stante dopo averlo applicato su una base lignea.
BIANCA SFORZA
Ma chi era la donna dipinta?
La bella giovanetta dipinta di profilo è stata quasi unanimemente riconosciuta come Bianca Sforza, figlia inizialmente illegittima ma poi legittimata del Duca di Milano e di Bernadina de Corradis, donna di umili origini.
Bianca andò in sposa giovanissima (cosa normale all’epoca) a Galeazzo di Sanseverino, amico del Moro, e dopo poco, nel 1496, morì per cause ignote.
Aveva appena 14 anni essendo nata nel 1482.
La sua morte, insieme a quella di Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro avvenuta poco dopo, ebbe un ruolo non secondario nel declino della dinastia degli Sforza.
IL FRENELLO*… COSA ERA?
A stento lo troverete in qualche vocabolario e se lo trovate leggerete di un termine marinaro ma in realtà è oggi un termine scomparso in quanto relativo alle acconciature femminili del Rinascimento.
Era infatti un ornamento caratteristico delle capigliature femminili ed era nato, come dice il nome, per frenare o tenere fermi i capelli ma poi col tempo il significato si ampliò.
Era costituito da una fascetta, cordicella o collana che cingeva la fronte o si intrecciava con i capelli delle donne di un certo rango.
A sua volta poteva essere arricchito da gioielli come possiamo vedere anche nella “Dama con l’ermellino“.
Ne parla anche il Boccaccio “chiedi pur tu: o vuogli un paio di scarpette o vuogli un frenello“.
F I N E
Tony Kospan per il Mondo di Orsosognante.
Fonti: numerosi siti web
Copyright Tony Kospan (vietata la copia integrale senza indicare autore e blog)
IL TUO GRUPPO D’ARTE
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...