Archivio per l'etichetta ‘CANZONI STORICHE’
Nell’anniversario della cessazione del corso legale della Lira,
il 28 febbraio 2002,
mi fa piacere ricordar la nostra vecchia moneta.
I ricordi addolciscono la realtà del suo percorso di vita,
che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori, anzi,
ma in ogni caso le vogliamo bene,
perché è stata nostra compagna di vita*
fin dalla nostra nascita… per diversi decenni.
*Ovviamente questo vale solo per chi è nato nel secolo scorso
La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.
Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit
Aggiungo al brevissimo ricordo questo mio post dedicato
alla mitica canzone Mille lire al mese.
.

Nella mitica canzone
scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi
è proprio lei, la Lira, la grande protagonista.
.
.

“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati
nel film nato a seguito del successo della canzone
“Mille lire al mese” del 1939

Alida Valli nel film
MILLE LIRE AL MESE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Il suo successo è proseguito fino ai nostri giorni.

Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non bastano affatto nemmeno 1.000 euro al mese.

Questa qui giù è l’ultima versione della banconota di mille lire
prima dell’avvento dell’euro.

Oggi questa simpatica canzone rimane
piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio
ad una vita di tranquillo benessere.

Ora possiamo ascoltarla (o riascoltarla)
in questo video, dove vi sono
anche diverse bellissime immagini sia di quel tempo
che della mitica Mille Lire.


Ciao da Tony Kospan

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delle affascinanti canzoni di un tempo.
Questa, che ha per oggetto la bellissima Sorrento,
favoloso (e storico) luogo di villeggiatura,
nasconde una storia poco nota ai più.
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
TORNA A SURRIENTO
STORIA MUSICA ED IMMAGINI
a cura di Tony Kospan
LA VERA STORIA
Questa famosissima e classicissima canzone napoletana
al contrario di quel che tantissimi pensano…
non nasce affatto come canzone d’amore… anzi!
Siamo nel 1902
ed il proprietario del Grand Hotel di Sorrento,
per sé e per la cittadinanza,
perora presso l’onorevole Giuseppe Zanardelli
la causa dell’apertura di un Ufficio Postale,
grande novità per l’epoca.
.
.
.
..
.
Gli viene l’idea poi, per dare incisività a tale richiesta,
e dunque esser più convincente,
di dedicare all’onorevole una canzone.
Chiede allora ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis
di prepararla al più presto.
L’onorevole, ignaro di tutto,
mentre sta per lasciare l’Hotel riceve dunque
la graditissima sorpresa
di sentirsi dedicare una dolce canzone
che l’invita a tornare tra le bellezze di Sorrento
appunto…
“Torna a Surriento“.
La cosa lo colpisce a tal punto che,
poco dopo, Sorrento ha l’agognato Ufficio Postale!
Piedigrotta
La canzone così nata, però con alcune modifiche,
qualche anno dopo partecipa alla famosa
Festa di Piedigrotta
e diventa un successo
che si estende in breve tempo in tutto il mondo.
A mio modesto parere il grande successo,
oltre che alla bellissima musica,
è dovuto anche alla perdita del suo originario reale significato
per diventare un accorato appello
da parte di ogni amata/o al proprio amore
per un ritorno nei luoghi che li hanno visti felici.
L’ATMOSFERA DEL 1902
Ora, prima d’ascoltar la canzone
e di leggerne il testo,
diamo un’occhiata all’atmosfera del 1902

Villa Comunale di Napoli nel 1902
.
.
.

Una cucina del 1902
.
.
Il Ministro Zanardelli
Ascoltiamola dunque
in questo bel video cantata da Bocelli
cliccando sull’immagine qui giù.
Buon ascolto, se vi fa piacere.
Ciao da Tony Kospan
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,
,

.
I ricordi addolciscono la realtà del percorso di vita della Lira,
che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori, anzi,
ma in ogni caso le vogliamo bene,
perché è stata nostra compagna di vita*
fin dalla nostra nascita… per diversi decenni…
*Ovviamente vale solo per chi è nato nel secolo scorso

La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.
Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit
.
.

Ma veniamo alla mitica canzone…
scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi
di cui è lei… la Lira… la grande protagonista…
.
.

“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati
nel film nato a seguito del successo della canzone
– Mille lire al mese – del 1939

Alida Valli nel film
MILLE LIRE AL MESE
.
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
.
a cura di Tony Kospan
La canzone ebbe gran successo…
Successo che è poi proseguito fino ai nostri giorni…

Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non ci bastano per nulla nemmeno 1000 euro al mese…

Questa qui giù è l’ultima versione della banconota
di mille lire prima dell’avvento dell’euro..

Oggi questa simpatica canzone rimane
piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio
ad una vita di tranquillo… benessere.

Leggiamo ora il testo…
MILLE LIRE AL MESE
Che disperazione, che delusione dover campar
Sempre in disdetta, sempre in bolletta
Ma se un posticino domani cara io troverò
Di gemme d’oro ti coprirò
Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare, sarei certo di trovare
Tutta la felicità
Un modesto impiego, io non ho pretese
Voglio lavorare per poter alfin trovare
Tutta la tranquillità
Una casettina in periferia
Una mogliettina giovane e carina
Tale e quale come te
Se potessi avere mille lire al mese
Farei tante spese, comprerei fra tante cose
Le più belle che vuoi tu
Ho sognato ancora, stanotte amore l’eredità
D’un zio lontano, americano
Ma se questo sogno non si avverasse, come farò?
Il ritornello ricanterò
Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare
Sarei…

e poi ascoltiamola in questo video…
dove vi sono diverse bellissime immagini
sia di quel tempo… che della mitica… Mille Lire


Ciao da Tony Kospan
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Ci sono canzoni che, forse perché baciate dalle stelle,
raggiungono un successo mondiale
e suscitano in tantissimi la curiosità di conoscerne la storia.
Questa, del 1962, è una di queste ed ebbe un tale successo
che suscitò perfino l’interesse del grande poeta
Eugenio Montale
come potremo ora leggere in questo post.
.
.
.
Parleremo dunque della storia di questa canzone,
di Vinicius de Moraes,
della ragazza musa ispiratrice del poetico testo…
della mitica spiaggia…
ed infine della poesia che Montale le dedicò.
Inoltre avremo anche la possibilità d’ascoltarla in 3 versioni.
Vinicius de Moraes e… la ragazza di Ipanema
E’ poi, da un punto di vista strettamente musicale,
la canzone che ha fatto conoscere la Bossa Nova al mondo
ed ancor oggi è la Bossa Nova più cantata.
.
.
Ovviamente lui., l’autore, è Vinícius de Moraes
poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano.
Vinícius de Moraes
(Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – Rio de Janeiro, 9 luglio 1980)
IL POETICO TESTO
LA RAGAZZA DI IPANEMA
Vinicius de Moraes
Guarda che cosa mai bella
Così piena di grazia
E’ lei la ragazza che viene e che passa
In un dolce equilibrio camminando verso il mare
Fanciulla dal corpo dorato
Dal sole di Ipanema
Il suo incedere è più che un poema
E’ la cosa più bella che abbia visto passare
Ah! Come mi sento solo…
Ah! Come tutto è così triste…
Ah! La bellezza che esiste
La bellezza che non è solo mia
E che pure passa da sola
Ah! Se lei sapesse che quando passa
Il mondo intero si riempie di grazia
E diventa più bello grazie all’amore
Solo grazie all’amore.
Joao Gilberto e la spiaggia di Ipanema
LA CANZONE IN UNA 1° VERSIONE
Ascoltiamola in una prima versione cantata
dal grande Joao Gilberto
.
.
Joao Gilberto
,
,
,
in versione originale… portoghese.
.
LA STORIA DELLA CANZONE
.
La leggenda vuole che i due autori, Vinicius de Moraes e Antônio Carlos Jobim, si incontrassero regolarmente in un bar di Ipanema per scrivere una commedia musicale e che ora, per ricordare che lì nacque la canzone ora porta il suo nome.

Il bar, allora Bar Veloso, era sulla strada che una ragazza percorreva tutti i giorni per recarsi da casa alla scuola.
La ragazza si chiamava Heloisa Pinheiro.
Guardandola tutti i pomeriggi i due musicisti colsero da lei l’ispirazione per la canzone che scrissero sui tavolini del bar.
Oggi il Bar Veloso si chiama “The girl from Ipanema” e il nome della strada è divenuto, da Rua Montenegro, Rua Vinícius de Moraes.
In realtà la storia è diversa (e forse meno romantica).
Eccola.
Nonostante i due abbiano sicuramente frequentato il bar, la melodia di questa canzone venne composta da Jobim al pianoforte della propria abitazione, in Rua Barro da Torre, per una commedia (Blimp) che Moraes aveva in mente ma di cui non aveva ancora scritto nulla.
Vinicius aveva scritto le parole di questa canzone a Petropolis, vicino a Rio de Janeiro.
Anche “Chega de Saudade” era stata scritta qui sei anni prima ma dedicandola proprio a Helô Pinheiro.
Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto
Il titolo della canzone doveva essere “Menina que passa “ (La ragazza che passa).
Per quanto riguarda la ragazza, alta, abbronzata, mora con gli occhi verdi, bella e giovane, Jobim e Moraes la videro effettivamente passare molte volte davanti al Bar Veloso nell’inverno del 1962, perché Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto, Helo per gli amici, viveva lì vicino in Rua Montenegro ed era cliente dello stesso bar.
Non c’era da stupirsi quindi che molti nel quartiere (e tutti in quel bar) la conoscessero.
LA CANZONE… 2° VERSIONE
Questa è in formato mp3…

L’AMBIENTAZIONE: LA SPIAGGIA DI IPANEMA
Non meno importante, per il fascino della canzone,
è certamente l’ambiente in cui nacque:
la mitica spiaggia di… Ipanema
.
.
.
La strada che attraversa la foresta Tijuca offre continuamente vedute spettacolari della spiaggia e del quartiere di Ipanema, del suo proseguimento Leblon e della Laguna Rodrigo de Freitas, che i carioca Chiamano la Lagoa.
Questa è la zona ricca di Rio, sede di benessere e di carioca nouveau riche.
Ipanema (un nome indio che significa acque pericolose) si sviluppò come insediamento di frontiera nel 1894, con lunghe piste in terra battuta che correvano parallele alle dune di sabbia, e qualche capanna ai lati della strada.
Considerato un avamposto sperduto ai confini della civiltà, il quartiere fu a lungo ignorato, finché la calca di Copacabana divenne insopportabile per i suoi residenti benestanti, che si spostarono in un’ altra spiaggia più a sud: Ipanema.
Vinicius de Moraes e Helo Pinheiro qualche anno dopo
LA POESIA DI MONTALE
Infine ecco una sorprendente… poesia
di un insospettabile Montale dedicata proprio a lei.
Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
L’acqua’ è la forza che ti tempra,
nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
come un’equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo,
sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)
Ragazza di Ipanema
LA CANZONE… 3° VERSIONE
Quest’ultima versione è in italiano
cantata da Bruno Martino.
Il video presenta anche altre immagini
della ragazza, della spiaggia etc…
.
.
Infine concludiamo con 3 recenti immagini
della Ragazza di Ipanema…
ora Nonna… ma sempre molto vivace.
F I N E
Fonti e testi da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Orso Tony
PER CHI AMA LA STORIA I RICORDI E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
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Nell’anniversario della cessazione del corso legale della Lira,
il 28 febbraio 2002,
mi fa piacere ricordar la nostra vecchia moneta.
I ricordi addolciscono la realtà del suo percorso di vita,
che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori…, anzi,
ma in ogni caso le vogliamo bene,
perché è stata nostra compagna di vita*
fin dalla nostra nascita… per diversi decenni.
*Ovviamente vale solo per chi è nato nel secolo scorso
La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.
Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit
Aggiungo al brevissimo ricordo questo mio post dedicato
alla mitica canzone… Mille lire al mese.
.

Ma veniamo alla mitica canzone…
scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi
di cui è proprio lei, la Lira, la grande protagonista.
.
.

“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati
nel film nato a seguito del successo della canzone
“Mille lire al mese” del 1939

Alida Valli nel film
MILLE LIRE AL MESE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Il suo successo è proseguito fino ai nostri giorni.

Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non ci bastano per nulla nemmeno 1000 euro al mese.

Questa qui giù è l’ultima versione della banconota di mille lire
prima dell’avvento dell’euro.

Oggi questa simpatica canzone rimane
piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio
ad una vita di tranquillo… benessere.

Ora possiamo ascoltarla (o riascoltarla)
in questo video, dove vi sono
anche diverse bellissime immagini sia di quel tempo
che della mitica Mille Lire.



Ciao da Tony Kospan

LA PAGINA DELLA POESIA E DELLA CULTURA VARIA
CON LEGGEREZZA
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Stavolta andremo molto a ritroso nel tempo…
addirittura nella prima metà dell’800…
con questa storica mitica canzone…
Questa canzone fu presentata infatti
la prima volta il 7 settembre 1835

Festa di Piedigrotta – Antica stampa
Con essa comincia ufficialmente, per gli studiosi,
la storia moderna della grande canzone napoletana.
IO TE VOGLIO BENE ASSAJE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan

LA STORIA DELLA CANZONE
La nascita di questa canzone è molto controversa ma la tradizione,
condivisa dal grande poeta Salvatore Di Giacomo,
attribuisce la musica a Gaetano Donizetti, bergamasco,
grande estimatore delle canzoni napoletane… che all’epoca,
prima metà dell’ottocento, erano cantate ed apprezzate dappertutto.
Il motivo di ciò era la sublime bellezza della musica
ma in realtà sembra ormai accertato
che invece fu Filippo Campanella,
musicista ed amico da sempre dell’autore del testo.
La leggenda vuole che la canzone fosse cantata una sera
ad una festa tra amici che ne furono così entusiasti
che se la misero subito a cantare tutti insieme.
Il successo della canzone fu immediato e travolgente
al punto che veniva cantata e fischettata dappertutto
diventando quasi un tormentone
a tal punto che il Cardinale dell’epoca rimproverò,
più o meno bonariamente, il paroliere Roberto Sacco
per aver dedicato la canzone all’amore umano.
LA MUSICA ED IL SIGNIFICATO DEL TESTO
Questa canzone ha in sé davvero qualcosa di magico.
La semplicità del testo… la freschezza del suono
la rendono una vera e propria opera d’arte poetica e musicale.
Essa ricorda per molti aspetti
anche grandi musiche classiche…
Il testo parla di un amore non corrisposto ma
lo fa in modo dolcemente e quasi allegramente coinvolgente
perché, com’è noto, a Napoli non è rara l’ironia
e l’autoironia sulle proprie disgrazie…
LA CANZONE
Ma eccola… ascoltiamola… cantata
dal grande Murolo insieme a Mia Martini
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE ORA E’ ANCHE SU FB!
.
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Rieccomi a parlare con voi
delle affascinanti canzoni di un tempo.
Questa, che ha per oggetto la bellissima Sorrento,
favoloso (e storico) luogo di villeggiatura,
nasconde una storia poco nota ai più.
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
TORNA A SURRIENTO
STORIA MUSICA ED IMMAGINI
a cura di Tony Kospan
LA VERA STORIA
Questa famosissima e classicissima canzone napoletana
al contrario di quel che tantissimi pensano…
non nasce affatto come canzone d’amore… anzi!
Siamo nel 1902
ed il proprietario del Grand Hotel di Sorrento,
per sé e per la cittadinanza,
perora presso l’onorevole Giuseppe Zanardelli
la causa dell’apertura di un Ufficio Postale,
grande novità per l’epoca.
.
.
.
..
.
Gli viene l’idea poi, per dare incisività a tale richiesta,
e dunque esser più convincente,
di dedicare all’onorevole una canzone.
Chiede allora ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis
di prepararla al più presto.
L’onorevole, ignaro di tutto,
mentre sta per lasciare l’Hotel riceve dunque
la graditissima sorpresa
di sentirsi dedicare una dolce canzone
che l’invita a tornare tra le bellezze di Sorrento
appunto…
“Torna a Surriento“.
La cosa lo colpisce a tal punto che,
poco dopo, Sorrento ha l’agognato Ufficio Postale!
Piedigrotta
La canzone così nata, però con alcune modifiche,
qualche anno dopo partecipa alla famosa
Festa di Piedigrotta
e diventa un successo
che si estende in breve tempo in tutto il mondo.
A mio modesto parere il grande successo,
oltre che alla bellissima musica,
è dovuto anche alla perdita del suo originario reale significato
per diventare un accorato appello
da parte di ogni amata/o al proprio amore
per un ritorno nei luoghi che li hanno visti felici.
L’ATMOSFERA DEL 1902
Ora, prima d’ascoltar la canzone
e di leggerne il testo,
diamo un’occhiata all’atmosfera del 1902

Villa Comunale di Napoli nel 1902
.
.
.

Una cucina del 1902
.
.
Il Ministro Zanardelli
Ascoltiamola dunque
in questo bel video cantata da Bocelli
cliccando sull’immagine qui giù.
Buon ascolto, se vi fa piacere.
Ciao da Tony Kospan
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,
,

.
I ricordi addolciscono la realtà del percorso di vita della Lira,
che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori, anzi,
ma in ogni caso le vogliamo bene,
perché è stata nostra compagna di vita*
fin dalla nostra nascita… per diversi decenni…
*Ovviamente vale solo per chi è nato nel secolo scorso

La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.
Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit
.
.

Ma veniamo alla mitica canzone…
scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi
di cui è lei… la Lira… la grande protagonista…
.
.

“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati
nel film nato a seguito del successo della canzone
– Mille lire al mese – del 1939

Alida Valli nel film
MILLE LIRE AL MESE
.
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
.
a cura di Tony Kospan
La canzone ebbe gran successo…
Successo che è poi proseguito fino ai nostri giorni…

Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non ci bastano per nulla nemmeno 1000 euro al mese…

Questa qui giù è l’ultima versione della banconota
di mille lire prima dell’avvento dell’euro..

Oggi questa simpatica canzone rimane
piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio
ad una vita di tranquillo… benessere.

Leggiamo ora il testo…
MILLE LIRE AL MESE
Che disperazione, che delusione dover campar
Sempre in disdetta, sempre in bolletta
Ma se un posticino domani cara io troverò
Di gemme d’oro ti coprirò
Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare, sarei certo di trovare
Tutta la felicità
Un modesto impiego, io non ho pretese
Voglio lavorare per poter alfin trovare
Tutta la tranquillità
Una casettina in periferia
Una mogliettina giovane e carina
Tale e quale come te
Se potessi avere mille lire al mese
Farei tante spese, comprerei fra tante cose
Le più belle che vuoi tu
Ho sognato ancora, stanotte amore l’eredità
D’un zio lontano, americano
Ma se questo sogno non si avverasse, come farò?
Il ritornello ricanterò
Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare
Sarei…

e poi ascoltiamola in questo video…
dove vi sono diverse bellissime immagini
sia di quel tempo… che della mitica… Mille Lire


Ciao da Tony Kospan
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Ci sono canzoni che, forse perché baciate dalle stelle,
raggiungono un successo mondiale
e suscitano in tantissimi la curiosità di conoscerne la storia.
Questa, del 1962, è una di queste ed ebbe un tale successo
che suscitò perfino l’interesse del grande poeta
Eugenio Montale
come potremo ora leggere in questo post.
.
.
.
Parleremo dunque della storia di questa canzone,
di Vinicius de Moraes,
della ragazza musa ispiratrice del poetico testo…
della mitica spiaggia…
ed infine della poesia che Montale le dedicò.
Inoltre avremo anche la possibilità d’ascoltarla in 3 versioni.
Vinicius de Moraes e… la ragazza di Ipanema
E’ poi, da un punto di vista strettamente musicale,
la canzone che ha fatto conoscere la Bossa Nova al mondo
ed ancor oggi è la Bossa Nova più cantata.
.
.
Ovviamente lui., l’autore, è Vinícius de Moraes
poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano.
Vinícius de Moraes
(Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – Rio de Janeiro, 9 luglio 1980)
IL POETICO TESTO
LA RAGAZZA DI IPANEMA
Vinicius de Moraes
Guarda che cosa mai bella
Così piena di grazia
E’ lei la ragazza che viene e che passa
In un dolce equilibrio camminando verso il mare
Fanciulla dal corpo dorato
Dal sole di Ipanema
Il suo incedere è più che un poema
E’ la cosa più bella che abbia visto passare
Ah! Come mi sento solo…
Ah! Come tutto è così triste…
Ah! La bellezza che esiste
La bellezza che non è solo mia
E che pure passa da sola
Ah! Se lei sapesse che quando passa
Il mondo intero si riempie di grazia
E diventa più bello grazie all’amore
Solo grazie all’amore.
Joao Gilberto e la spiaggia di Ipanema
LA CANZONE IN UNA 1° VERSIONE
Ascoltiamola in una prima versione cantata
dal grande Joao Gilberto
.
.
Joao Gilberto
,
,
,
in versione originale… portoghese.
.
LA STORIA DELLA CANZONE
.
La leggenda vuole che i due autori, Vinicius de Moraes e Antônio Carlos Jobim, si incontrassero regolarmente in un bar di Ipanema per scrivere una commedia musicale e che ora, per ricordare che lì nacque la canzone ora porta il suo nome.

Il bar, allora Bar Veloso, era sulla strada che una ragazza percorreva tutti i giorni per recarsi da casa alla scuola.
La ragazza si chiamava Heloisa Pinheiro.
Guardandola tutti i pomeriggi i due musicisti colsero da lei l’ispirazione per la canzone che scrissero sui tavolini del bar.
Oggi il Bar Veloso si chiama “The girl from Ipanema” e il nome della strada è divenuto, da Rua Montenegro, Rua Vinícius de Moraes.
In realtà la storia è diversa (e forse meno romantica).
Eccola.
Nonostante i due abbiano sicuramente frequentato il bar, la melodia di questa canzone venne composta da Jobim al pianoforte della propria abitazione, in Rua Barro da Torre, per una commedia (Blimp) che Moraes aveva in mente ma di cui non aveva ancora scritto nulla.
Vinicius aveva scritto le parole di questa canzone a Petropolis, vicino a Rio de Janeiro.
Anche “Chega de Saudade” era stata scritta qui sei anni prima ma dedicandola proprio a Helô Pinheiro.
Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto
Il titolo della canzone doveva essere “Menina que passa “ (La ragazza che passa).
Per quanto riguarda la ragazza, alta, abbronzata, mora con gli occhi verdi, bella e giovane, Jobim e Moraes la videro effettivamente passare molte volte davanti al Bar Veloso nell’inverno del 1962, perché Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto, Helo per gli amici, viveva lì vicino in Rua Montenegro ed era cliente dello stesso bar.
Non c’era da stupirsi quindi che molti nel quartiere (e tutti in quel bar) la conoscessero.
LA CANZONE… 2° VERSIONE
Questa è in formato mp3…

L’AMBIENTAZIONE: LA SPIAGGIA DI IPANEMA
Non meno importante, per il fascino della canzone,
è certamente l’ambiente in cui nacque:
la mitica spiaggia di… Ipanema
.
.
.
La strada che attraversa la foresta Tijuca offre continuamente vedute spettacolari della spiaggia e del quartiere di Ipanema, del suo proseguimento Leblon e della Laguna Rodrigo de Freitas, che i carioca Chiamano la Lagoa.
Questa è la zona ricca di Rio, sede di benessere e di carioca nouveau riche.
Ipanema (un nome indio che significa acque pericolose) si sviluppò come insediamento di frontiera nel 1894, con lunghe piste in terra battuta che correvano parallele alle dune di sabbia, e qualche capanna ai lati della strada.
Considerato un avamposto sperduto ai confini della civiltà, il quartiere fu a lungo ignorato, finché la calca di Copacabana divenne insopportabile per i suoi residenti benestanti, che si spostarono in un’ altra spiaggia più a sud: Ipanema.
Vinicius de Moraes e Helo Pinheiro qualche anno dopo
LA POESIA DI MONTALE
Infine ecco una sorprendente… poesia
di un insospettabile Montale dedicata proprio a lei.
Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
L’acqua’ è la forza che ti tempra,
nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
come un’equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo,
sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)
Ragazza di Ipanema
LA CANZONE… 3° VERSIONE
Quest’ultima versione è in italiano
cantata da Bruno Martino.
Il video presenta anche altre immagini
della ragazza, della spiaggia etc…
.
.
Infine concludiamo con 3 recenti immagini
della Ragazza di Ipanema…
ora Nonna… ma sempre molto vivace.
F I N E
Fonti e testi da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Orso Tony
PER CHI AMA LA STORIA I RICORDI E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
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il 28 febbraio 2002,
mi fa piacere ricordar la nostra vecchia moneta.
I ricordi addolciscono la realtà del suo percorso di vita,
che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori, anzi,
ma in ogni caso le vogliamo bene,
perché è stata nostra compagna di vita*
fin dalla nostra nascita… per diversi decenni.
*Ovviamente questo vale solo per chi è nato nel secolo scorso
La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.
Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit
Aggiungo al brevissimo ricordo questo mio post dedicato
alla mitica canzone Mille lire al mese.
.

Nella mitica canzone
scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi
è proprio lei, la Lira, la grande protagonista.
.
.

“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati
nel film nato a seguito del successo della canzone
“Mille lire al mese” del 1939

Alida Valli nel film
MILLE LIRE AL MESE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Il suo successo è proseguito fino ai nostri giorni.

Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non bastano affatto nemmeno 1.000 euro al mese.

Questa qui giù è l’ultima versione della banconota di mille lire
prima dell’avvento dell’euro.

Oggi questa simpatica canzone rimane
piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio
ad una vita di tranquillo benessere.

Ora possiamo ascoltarla (o riascoltarla)
in questo video, dove vi sono
anche diverse bellissime immagini sia di quel tempo
che della mitica Mille Lire.


Ciao da Tony Kospan

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