Archivio per 9 luglio 2012

IL GIUGGIOLO QUESTO SCONOSCIUTO – DESCRIZIONE – STORIA – RICETTA – MODI DI DIRE   3 comments

 

 

 

 

Quasi tutti conosciamo l’espressione “andare in brodo di giuggiole”.

E’ un’esclamazione che talvolta sentiamo pronunciare e pronunciamo per sottolineare un momento vissuto con grande soddisfazione. 

Il “brodo di giuggiole” non è però uno strano modo di dire bensì un antico e prelibato distillato oggi però difficilmente reperibile nei grandi mercati.

 

 

 

Il fiore


 

IL GIUGGIOLO… QUESTO SCONOSCIUTO

 

 DESCRIZIONE – STORIA – RICETTA – MODI DI DIRE E…

a cura di Tony Kospan

 

 

LA PIANTA

 

 

 

 

Il giuggiolo (Zizyphus vulgaris) è una pianta alta  dai 5 a i 12 metri originaria dell’Africa settentrionale e della Siria che in tempi antichissimi si diffuse in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. 

E’ per questo che viene anche chiamato “dattero cinese”. 
Presenta un aspetto piuttosto contorto, con rami irregolari e spinosi. 
Le foglie di piccole dimensioni, sono d’un verde brillante con margini seghettati mentre i piccoli fiori sono gialli.

 

 

 

LA GIUGGIOLA (IL FRUTTO)

 

 

 

 

La giuggiola… il frutto… assomiglia ad una grossa oliva dal colore prima verdastro e poi rosso marrone scuro quand’è matura. 

La polpa di colore verde è soda e compatta ma farinosa ed ha un leggero sapore dolce.
Spesso il giuggiolo viene innestato nel melo per cui si ha un frutto… la giuggiola-mela… di dimensioni cospicue e dalla polpa zuccherina e soda.

 

 

 

LA STORIA DEL GIUGGIOLO

 

 

 

 

Già per Erodoto, che definì le giuggiole simili ai datteri, esse potevano essere usate  per produrre un vino liquoroso ed inebriante. 

Però i Greci  le mangiavano anche come frutta.

 

Narra Omero nell’Odissea che Ulisse e i suoi uomini a causa di una tempesta, si ritrovarono sull’isola dei Lotofagi e che i suoi uomini, si lasciarono tentare dal frutto del loto un frutto che magicamente  fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. 
Si ritiene che il loto di cui parla sia lo “Zizyphus lotus”, un giuggiolo selvatico.

 

Una specie affine, lo “Zizypus spinachristi”, è ritenuto dalla leggenda una delle due piante che servirono a preparare la corona di spine di Gesù. 
Dopo un periodo in cui era diventato solo una pianta di nicchia sembra che ora stia tornando di moda.

 

 

 

 

IL GIUGGIOLO IN ITALIA

 

 

 

 

 

I romani per primi lo importarono  in Italia chiamandolo”Zyzyphum” e per essi era simbolo del silenzio ed adornava i Templi della Prudenza. 

Il termine latino è rimasto nel dialetto veneto “zizoea“. 

In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più riparata ed esposta al sole. 

Si riteneva che fosse una pianta portafortuna. 

In Veneto ed in particolare a d Arquà Petrarca i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni e le giuggiole sono variamente utilizzate in cucina ed in… cantina. 

Oltre all’espressione di cui parlavo all’inizio una volta era diffuso anche chiamare affettuosamente “giuggiolino” i bambini simpatici e grassottelli. 
Nella medicina popolare è considerata uno dei quattro frutti “pettorali” con fichi, datteri e uvetta. 
Viene usata in infuso o in decotto per prevenire e curare i sintomi da raffreddamento e le infiammazioni alle vie respiratorie. 

 

 

 

L’USO ODIERNO

 

 

 

 

Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall’albero, sia quando sono un po’ secche. 

C’è un solo nocciolo all’interno simile a quello delle olive. 

Si possono trasformare anche in marmellate oppure conservate sotto grappe. 

Si fanno anche tisane e sciroppi dolcissimi utilizzati contro la tosse ed anche il famoso… brodo liquoroso.

I frutti sono diuretici, emollienti e lassativi.



 

 

 

IL BRODO DI GIUGGIOLE

LA RICETTA 

 


INGREDIENTI:

 – 1 kg di giuggiole
 – 1 kg di zucchero
 – 2 mele cotogne
 – 1 limone non trattato
 – 1 litro di vino bianco
 – 200 gr di uva isabella o vespolina sgranata

 

ESECUZIONE:

 Prediligete delle giuggiole mature e raggrinzite, che sono poi quelle più dolci, eliminatene il nocciolo. 

Mettetele in acqua unitamente alle mele cotogne tagliate a fettine, la scorza di limone, l’uva e lo zucchero, cuocete e dopo un’oretta di cottura a temperatura dolce aggiungete un po’ alla volta il vino di modo che questo possa sostituire l’acqua.
 

Passate tutto al setaccio. 

Il risultato finale deve essere quello di una “marmellatina” tenera e saporita.




 

 


IL DETTO:

ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE

 

 

L’espressione nasce a seguito della ricetta con questo nome usata nei paesi intorno al Lago di Garda e considerata una vera e propria prelibatezza.

Viene riportata già nel 1612 nel Vocabolario degli accademici della Crusca e le viene dato il significato di  “godere di molto di chicchessia”.

Poi essa si diffuse in tutta Italia e resiste bene ancor oggi… nel senso di “gran godimento“.




 

 


CIAO DA TONY KOSPAN





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AMARE PER PERDERSI – H. HESSE – TESTO SUBLIME   4 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
Questo racconto del grande Hermann ci fa comprendere,
a mio parere, la differenza tra un amore normale
ed un grande amore…  e lo fa con la genialità
che lo contraddistingue…
 
 
Spero che vi piaccia come piace a me… e se avete
una diversa chiave di lettura… parliamone….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
AMARE PER PERDERSI
Hermann Hesse
 
 
 

Nota

 
 
 
 
C’era un innamorato che amava senza speranza.
Si ritirò del tutto nella propria anima e gli parve che il fuoco d’amore l’avrebbe consumato.
Perdette il mondo, non vedeva più il cielo azzurro e il verde bosco, il torrente per lui non frusciava, l’arpa per lui non suonava, tutto era sprofondato e lui era caduto in miseria.
Ma il suo amore cresceva, e lui avrebbe preferito morire e rovinarsi piuttosto che rinunciare al possesso della bella donna che amava.
Sentì allora che il suo amore aveva bruciato in lui ogni altra cosa, e l’amore divenne potente e tirò e tirò, e la bella donna dovette obbedire.
Venne, e lui era lì a braccia aperte per attirarla a sé.
Ma quando gli fu davanti si era del tutto trasformata, e con un brivido egli sentì e vide che aveva attirato a sé tutto il mondo perduto.
Era davanti a lui e gli si arrendeva,cielo e bosco e torrente, tutto gli veniva incontro in nuovi colori, fresco e splendido, gli apparteneva, parlava il suo linguaggio.
E invece di conquistare soltanto una donna egli aveva tra le braccia il mondo intero, e ogni stella del cielo ardeva in lui e scintillava voluttà nella sua anima.
Aveva amato e amando aveva trovato sé stesso.
Ma i più amano per perdersi.
 
 

 

 

 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

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UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE DI MARTIN LUTHER KING   2 comments

 
 
 
 
Penso che questo brano possa esserci utile  
ed illuminarci…in diversi momenti
e per diversi aspetti della nostra vita…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE  DI MARTIN LUTHER KING
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
LA FELICITA’ 
Martin Luther King Jr.
 
 

Forse Dio vuole che incontriamo un pò di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontreremo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.

Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

La miglior specie di amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.

Dare a qualcuno tutto il tuo amore non è un’assicurazione che sarai amato a tua volta!
Non ti aspettare amore indietro, aspetta solo che cresca nei loro cuori, ma se non succede accontentati che cresca nel tuo.

Ci vuole un minuto per offender qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.

Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.

Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di far le cose che vuoi fare.

Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.

Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.

La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l’importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.

Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.

Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai tu sorrida.

Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 
 

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LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI – MONTALE – POESIA SUBLIME   Leave a comment

 

 

 

 

 

 

Piccola… criptica… ma famosissima e davvero sublime

è questa poesia…

 

L'autore anche qui utilizza una forma scarna ed essenziale

per manifestare con forza quel fondo di angoscia verso la vita

che gli appare nemica ed oscura…

 

 

 

Eugenio Montale

 

 

 

LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI
POESIA SUBLIME DI EUGENIO MONTALE
 
 
 
 
 

 
 
 

 

 
Poesia del grande Eugenio non facile ma profonda, 
nonché leggibile ed interpretabile in vari modi…
 
 
Sembra, se ci fate caso, 
esserci una voluta mescolanza di soggetti e predicati…
così come di concetti…
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Ma preferisco rimanere alle mie prime ed immediate sensazioni…
chiedendo a voi aiuto
nel caso abbiate colto invece significati ed aspetti diversi…
 
 
Le mie sensazioni sono che il poeta parli di un amore passato…
e del conflitto che in lui esiste tra il vero desiderio o la paura…
di riviverne qualche aspetto
 
 
 
 
 
 
 
 
Avrebbe il poeta una qualche voglia di riveder quella persona…
ma sente in sé una chiusura nella quale non sa
se predomina il senso della fine o quello dei ricordi
quasi come se davanti a lui ci fosse uno schermo 
con uno scintillio (barbaglio) distorto ed evanescente…
 
 
Il destino (il servo gallonato) poi porta dove vuole lui…
trascinandoli…  chissà dove… i 2 amanti di una volta…
 
 
Ma leggiamola…

 

 

 

 

 

LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI

Eugenio Montale

(da “Le Occasioni”)

 

La speranza di pure rivederti
 
m’abbandonava;

 

e mi chiesi se questo che mi chiude

ogni senso di te, schermo d’immagini,

ha i segni della morte o dal passato

è in esso, ma distorto e fatto labile,

un tuo barbaglio:

 

(a Modena, tra i portici,

un servo gallonato trascinava

due sciacalli al guinzaglio).

 

 

 

 

 

Spero di legger anche un vostro parere..

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 
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