Archivio per 12 luglio 2012

LA NOTTE SCENDE – V. LAMARQUE – BUONANOTTE IN MINIPOESIA   5 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA NOTTE SCENDE
 
Vivian Lamarque
 
 
La notte scende
 
siamo lontani di cuscini
 
ma di anime siamo vicini
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
LA TUA PAGINA DI FB?
samp5873205a0f06c928.jpg PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 
 
 
 

Pubblicato 12 luglio 2012 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

LE CLASSICHE INCOMPRENSIONI TRA UOMINI E DONNE… PER SORRIDERE…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono certo dei luoghi comuni… senza importanza…
ma il tema delle secolari reciproche prese in giro tra maschi e femmine
è in grado, a mio parere, di strapparci qualche sorriso…
 
 
Il tutto va preso con leggerezza e senza alcuna seriosità…
ricordando che l'ironia e l'autorironia ci aiutano a vivere meglio…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 MASCHI E FEMMINE
RECIPROCHE INCOMPRENSIONI
PER SORRIDERE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MA CHI CAPISCE VERAMENTE QUESTE DONNE?
 
 
Se sei tenero con loro… sei un idiota.
Se non lo sei… sei un’insensibile.
 
Se non lavori… sei un nullafacente.
Se lavori (e per questo non sei mai a casa)…s’incavolano.
 
Se devono sempre pulire loro la casa (perché tu sei al lavoro)…
ti sei fatto la serva.
Se vuoi dare una mano… “Levati che faccio da sola!”
 
Se qualche volta pagano loro… te ne stai approfittando.
Se paghi tu… poi pretendono di fare le mantenute
.
Se vuoi andare a letto con loro… sei un porco.
Se non ci provi… sei gay.
 
Se loro fanno carriera… è per le loro capacità.
Se la fai tu… è perché viviamo in un mondo maschilista.
 
Se loro escono con altri… è perché sono amici.
Se tu esci con altre… sei infedele.
 
Se esci con una donna senza soldi… sei un opportunista.
Se esci con una ricca… sei un cercatore di dote.
 
Se a 30 anni non si sposano…
 la vita è appena iniziata.
Se tu a 30 anni non ti sei sposato…
sei uno attaccato alla gonna della mamma.
 
Se sei di cattivo umore… sei stronzo.
Se lo sono loro… poverine, hanno il mal di pancia!
 
Se sei brutto… non ti degnano di uno sguardo.
Se sei bello e intelligente… sei sicuramente un’incallito playboy.
 
Se hanno un’amante… è perché tu non hai mai prestato
tutte le attenzioni e le cure che ti chiedevano.
Se l’amante è tua… sei un bastardo!
 
Se sono insopportabili… cerca di capirle,
hanno avuto una pessima giornata!
Se lo sei tu… “Non mi vuoi più bene!”
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
MA CHI LI CAPISCE GLI UOMINI?
 

Se sei tenera con loro…. sei una stupidina.
Se non lo sei… sei un insensibile.

Se non ti curi del tuo aspetto… sei trasandata.
Se ti curi troppo… vuoi far la civetta con un altro.

Se non lavori… sei una semplice casalinga.
Se lavori (e guadagni più di loro)… si incavolano.
 
Se devono sempre pagare loro… è un approffittarsene.
Se paghi tu…. si sentono sminuiti.
 
Se vai a letto con loro…. sei poco seria.
Se non ci vai… non li ami.
 
Se loro fanno carriera… è per le loro capacità.
Se la fai tu… è perché sei andata a letto con il capo.
 
Se loro escono con altre… fa parte della loro natura.
Se tu esci con altri… sei infedele.
 
Se esci con un uomo senza soldi… sei una stupida.
Se esci con un miliardario… sei un’interessata.
 
Se a 30 anni non si sposano…. sono dei single ricercatissimi.
Se tu a 30 anni non sei sposata… ormai hai perso il treno.
 
Se sei di cattivo umore… sei una nevrotica.
Se lo sono loro… poverini, non li capisci!
 
Se sei brutta… non ti degnano di uno sguardo.
Se sei bella e intelligente… ti temono.
 
Se ti fanno le corna e stai ancora con loro…
più stupida non potresti essere.
Se te ne vai e li prendi a calci… non hai pazienza.
 
Se hanno un amante… è perché a casa loro non trovano
ciò di cui hanno bisogno.
Se l’amante è il tuo… sei una puttana!
 
Se loro vanno in giro con una più giovane…
 bravo, bravo, bravo!
Se lo fai tu… è perché hai bisogno che ti facciano il favoretto…
 
Se sono insopportabili… cerca di capirli,
hanno avuto una giornataccia!
Se lo sei tu… hai di sicuro le mestruazioni!
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
VIVE LA DIFFERENCE…
(DICONO I FRANCESI)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN CON UN SORRISO…
 
 
 
 

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NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA – J. DONNE – IL SINGOLO E L’UMANITA’   Leave a comment

 

 
 
 

COME VI AVEVO PREANNUNCIATO C'E' UN'ALTRA POESIA
CON LO STESSO TITOLO DI QUELLA CHE ABBIAMO LETTO
POCO TEMPO FA… E SEMPRE DI JOHN DONNE…
 
 
 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 
 
NESSUN UOMO E' UN'ISOLA
(Meditation XVII)
 
 
 
 
 
 
 
 
A mio parere anche questa è una poesia profondissima…
 
 
In questa però, più che esprimere un inno all'amicizia,
il poeta ci porta ad una visione altissima
dell'Umanità… vista come un INSIEME…
di cui ciascuno di noi è parte
 
 
 

 

 

 

 

 

 

Parte importante che, come in un puzzle,

forma però un dipinto molto più ampio…

e quando qualcuno viene meno…

ne soffre sia tutto l'insieme… che ciascun uomo…

 
 
 
 
 
 
 
 
Il verso finale Per chi suona la campanafu usato come titolo
 
di un suo famoso romanzo da Ernest Hemingway
 
 
 
 
 
 


John Donne (Londra, 1572 – 31 marzo 1631)
 
 
 
 
 
John Donne, poeta e religioso inglese,
riusciva a raggiungere, come si vede in questi versi,
vette di altissima spiritualità…
 
 
 
 
 
 
 
 
NESSUN UOMO E' UN'ISOLA
John Donne
 
 
Nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
 
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
 
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
 

 

 

 

 

TONY KOSPAN

 

 

 

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Pubblicato 12 luglio 2012 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI, Senza categoria

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LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI – CAPOLAVORO DI RENOIR – PERSONAGGI STORIA ED ANALISI   4 comments

 
 
 
 
 
Storia, personaggi, segreti ed analisi
di uno dei più grandi dipinti
dell’Impressionismo…
 
 
 
Renoir – Autoritratto
 
 
 

LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI

RENOIR
a cura di Tony Kospan
 
 

Se ci va, mentre leggiamo, ascoltiamo questo Can Can

testimonianza della gioia di vivere che il dipinto emana…

 

 

Nota

 
 
 

E' il capolavoro di Renoir

 

 

 
Renoir

 

 

 

LA STORIA DEL DIPINTO

 

Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!

Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.

Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.

Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.

Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.

La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.

 
 
 

I PERSONAGGI RAPPRESENTATI NEL DIPINTO  

 

 

 

 

 

Iniziamo ad identificarli…

 

 

 

 

Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia

 

 

 

 

e sua figlia, la bella Alphonsine (3)… col cappello ed appoggiata alla balaustra;

 

 

 

 

L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origina russa finanziatorie degli impressionsiti;

L’uomo a tavola, con il cappello rotondo, girato verso la figlia del proprietario è il barone Barbier (4), che aiutò a raccogliere tutti gli amici che appaiono nel ritratto;

 

 

 

 

La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente… ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;

A sinistra, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo,

 

 

 

accanto a Paul Lhote (12), un uomo miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13), amicissimo di Renoir;

 

 

 

 

 

Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;

Alle loro spalle e chinato verso di loro c’è il giornalista Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.

 

 

 

 

 

Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale  (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.

 
 
 
ANALISI DEL DIPINTO
 
 
 
 
 
 
 
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
 
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
 
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
 
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
 
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.

 

 

 

IL COLORE

 

I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore


La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.

 

 

LA COMPOSIZIONE

 

Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.

 

 

LA PENNELLATA

 
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.

 
 
 
 
F I N E
 
 
 
Fonti… vari siti web – impaginazione dell’Orso
 
 
 
 
 
 

ARTE POESIE MUSICA…
 E NON SOLO… SU FB

 
 

PABLO NERUDA – UNA VITA TRA POESIA ED IMPEGNO CIVILE E MORALE   Leave a comment

 

 

 

 
 
 

PABLO NERUDA
LA SUA VITA IL SUO MONDO LE SUE POESIE
a cura di Tony Kospan
per il blog
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE
 
 
 
 
Grande figura della letteratura latino americana contemporanea…
nonché esponente dell’impegno sociale e politico
ma per me, e per tantissimi…,
soprattutto il massimo poetico cantore dell’amore…



 
 
 
 
 


I PARTE
 
 
BIOGRAFIA


In quell’istante ebbero termine i libri,
l’amicizia, i tesori senza sosta accumulati,
la casa trasparente che tu e io costruimmo:
tutto cessò d’esistere, tranne i tuoi occhi.
Pablo Neruda

 
 
 
 
Iniziamo a conoscer questo autore mitico
attraverso una sua breve biografia
ed un primo “assaggio” di sue poesie…
 
 
Molte altre le troveremo poi nella II parte

 
 
 
 
 

(Parral 12. 7. 1904 – Santiago del Cile 23. 9. 1973)

 
 
 

Nacque, col nome di Neftalì Ricardo Reyes, a Parral nel sud del Cile il 12/7/1904 in una modesta famiglia . 

Fu, dopo un mese dalla nascita, abbandonato dalla madre e la sua infanzia fu difficile per i contrasti col padre… che avversava il suo amore per la scrittura.

Ebbe però la fortuna d’aver come insegnante Gabriela Mistral, futuro Premio Nobel, che ne incoraggiò la passione letteraria.

Il suo primo articolo – ENTUSIASMO E PERSEVERANZA – scritto all’età di 13 anni fu pubblicato sul giornale locale IL DOMANI.

Nel 1920 scelse lo pseudonimo,  con cui oggi lo conosciamo, in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891) cantore della povera gente…. 

L’anno dopo si trasferì a Santiago.

 

 

Neruda a 20 anni

 

 

Nel 1923 a 19 anni il suo primo libro “CREPUSCOLARIO” che riscosse subito consensi negli ambienti culturali cileni… Ad esso seguirono altri.

Ma si sa che la scrittura raramente arricchisce… per cui nel 1927 intraprese per necessità la carriera diplomatica e fu inviato in Birmania… dove sposò l’olandese Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang.

 

 

 

 

Nel frattempo non smetteva di scrivere poesie… e di sperimentare nuove tecniche espressive come la poesia surrealista.

Trasferito in Spagna vi incontrò Garcia Lorca (altro immenso poeta ed altro mio mito), Rafael Alberti ed altri grandi scrittori.

La morte della figlia in tenera età portò in crisi il suo matrimonio… ed iniziò la sua storia d’amore con Delia del Carril di vent’anni più grande di lui. 


 

 

 

 


La visione dei soprusi di cui era spettatore nella Spagna di Franco, soprattutto dopo l’uccisione di Garcia Lorca, lo portò ad abbracciare idee marxiste e di sinistra.

Nel 1943 visitò il Machu Picchu e rimase affascinato dalla cultura Inca.

Da ciò nacquero libri e poesie come questa:


 



 



 

PREGHIERA AL SOLE

Padre Viracocha,
tu che dici:
“E giorno sia”;
tu che dici:
“Che albeggi e vi sia luce”;
fa’ che in pace e libero
tuo figlio il Giorno
inceda,
affinché l’uomo,
tua creatura, sia
illuminato.
Padre Viracocha,
così come il re del giorno
splende in pace e libero,
anche la Luna,
posta da te nella notte,
illumini. Non abbia
alcun male, alcun dolore.
Donale
pace e libertà.


 
 

Nel 1945 fu eletto senatore del Cile e la sua carriera politica fu un alternarsi di successi e delusioni… fino ad esser costretto, dal voltafaccia del Presidente Videla, all’esilio… in Argentina prima, e poi in Europa, Russia e Messico.

Fu in quest’ultima nazione che conobbe Matilde Urrutia, una cantante cilena, con cui iniziò una relazione e che anni dopo sposò.
 
 
 
 

Pablo Neruda e Matilde Urrutia

 

 

 Fu la sua ultima compagna… e forse la vera donna della sua vita.

 

 

 

Pablo Neruda e Matilde Urrutia




TI RICORDO COME ERI

Ti ricordo come eri nell'ultimo autunno.
Eri il berretto grigio e il cuore in calma.
Nei tuoi occhi lottavano le fiamme del crepuscolo.
E le foglie cadevano nell'acqua della tua anima.
Stretta alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e in calma.
Fuoco di stupore in cui la mia sete ardeva.
Dolce giaciglio azzurro attorto alla mia anima.
Sento viaggiare i tuoi occhi ed è distante l'autunno:
berretto grigio, voce d'uccello e cuore di casa
verso cui emigravano i miei profondi aneliti
e cadevano i miei baci allegri come brace.
Cielo da un naviglio. Campo dalle colline:
il tuo ricordo è di luce, di fumo, di stagno in calma!
Oltre i tuoi occhi ardevano i crepuscoli.
Foglie secche d'autunno giravano nella tua anima.




(Qui è ambientato il noto film IL POSTINO con Massimo Troisi nato dal  libro IL POSTINO DI NERUDA di Antonio Skameta.)
 
 
 
 

 
  
 
 
A seguito del crollo della Presidenza Videla, per corruzione, tornò in Cile e riprese la sua attività politica..
avversata però in ogni modo – secondo molte fonti – dalla CIA…

 

 

 

 

 

Nel 1956 venendo a conoscere gli orrori di Stalin cambiò molte idee e si pentì d’aver inneggiato al dittatore sovietico… ma rimase ancorato a visioni marxiste.
 
Visse allora tra politica e letteratura girando tra difficoltà e successi per le Americhe.


 
 
 
 

Neruda




MIA BRUTTA… MIA BELLA…

Mia brutta, sei una castagna spettinata,

mia bella, sei come il vento,

mia brutta, della tua bocca se ne può far due,

mia bella, son freschi i tuoi baci come angurie.

Mia brutta, dove stan nascosti i tuoi seni?

Son minuscoli come due coppe di frumento.

Mi piacerebbe vederti due lune sul petto:

le torri gigantesche della tua sovranità.

Mia brutta, il mare non ha le tue unghie nella sua bottega,

mia bella, fiore a fiore, stella per stella,

onda per onda, amore, ho contato il tuo corpo:

mia brutta t'amo per la tua cintura d'oro,

mia bella, t'amo per una ruga sulla tua fronte,

amore, t'amo perché sei chiara e perché sei oscura




Fu anche proposto per la Presidenza del Cile.

 
Nel 1971 ottenne il PREMIO NOBEL e fu festeggiato alla grande nello stadio di Santiago.

 
 
 
 
 

Neruda alla cerimonia del ritiro del Premio Nobel

 

 

Morì ufficialmente per malattia nel 1973,  ma le vere circostanze non sono mai state chiarite.

 
Della sua opera oggi giganteggiano non tanto le sue opere politiche o sociali pur molto belle, che tanto amava…,
ma soprattutto la poesia d’amoreche con lui raggiunge vette incredibili… pur con l'uso, magico… fantastico uso, di una terminologia semplice e naturale. 
 
 
 
 
 
Avremo modo di legger 
 altre sue leggendarie poesie d'amore…
di seguito… nella II PARTE.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Intanto ascoltiamo la sua famosa poesia
“PER IL MIO CUORE BASTA IL TUO PETTO”
in questo video
 
 
 
 

 

 


Per legger le sue più belle poesie nella II parte




TONY KOSPAN


 

 

FINE I PARTE… CONTINUA…


 

 

POESIE?
UN MODO DIVERSO  DI VIVERLE
  
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SE SAPRAI STARMI VICINO – P. NERUDA – BUON GIOVEDI’ IN POESIA ARTE E…   3 comments

 
 

  
 
 
  
François Fressinier – Sotto l'ombrello
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare,
così profondo è il mio amore:
più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti.
William Shakespeare
 
cuorecuorecuorecuorecuorecuore

 
 
 
 
 
 
SE SAPRAI STARMI VICINO
Pablo Neruda*
 
 
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
 
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio
perchè insieme è gioia…
 
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

 

 

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François Fressinier – Fiori nel vento
 
 
 
 
 
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*Oggi è l'anniversario della nascita di Pablo Neruda e dunque
non potevo non augurarvi il mio buongiorno se non con una sua poesia
 
 
 
 
 
LA PAGINA CULTURALE DI FB
 
 

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