Stavolta l’accostamento tra musica classica e arte
è tra un grande pittore ed un grande musicista
della stessa epoca ed entrambi russi.
E del primo leggeremo anche un breve ricordo biografico e musicale.
Chagall (7.7.1887 – 28.3.1985)
e
Stravinskij (Lomonosov, 17 giugno 1882 – New York, 6 aprile 1971)
STRAVINSKIJ BREVE RICORDO
.
Igor’ Fëdorovič Stravinskij compositore russo, naturalizzato francese e poi statunitense, è stato uno dei più grandi del XX secolo.
La maggior parte delle sue opere, che spaziarono in tutti i generi musicali e che compose in quasi 70 anni di carriera, si muove nell’ambito del neoclassicismo.
La sua notorietà presso le masse musicofile la si deve però ai tre balletti “L’uccello di fuoco” (1910), “Petruška” (1911) e “La sagra della primavera” (1913), che rivoluzionarono questo genere musicale.
Fu anche un famoso ed applauditissimo pianista e direttore d’orchestra.
Chagall
Ma non è solo questo il collegamento tra loro 2
La musica ed il dipinto
(in realtà furono diversi gli studi ed i dipinti di Chagall per l’opera musicale)
hanno addirittura lo stesso titolo:
“Uccello di Fuoco”
Chagall
Sì…
ascolteremo dunque un bel brano dell’opera di Stravinskij
Enrico Caruso è stato un grande tenore italiano ed una vera e propria leggenda musicale per la sua magica voce.
Nato a Napoli il 25 febbraio 1873 da una famiglia povera fu avviato da ragazzo a lavori manuali e poi, per la sua bravura, a studi di disegno, ma ben presto la sua voce, esibita nel coro della chiesa ed in spettacoli locali, cominciò ad esser molto ammirata.
Ma il vero colpo di fortuna fu esser notato dal baritono Eduardo Missino che l’indirizzò dal maestro di musica Guglielmo Vergine perché educasse e migliorasse la sua voce (scuola… ben pagata perché pretese il 25% dei guadagni per 5 anni).
Evitato il militare perché migliorasse le sue doti canore… dopo qualche iniziale insuccesso si esibì in varie parti…
Conosciuto il direttore d’orchestra Vincenzo Lombardi accettò di far parte nel suo spettacolo che doveva tenersi a Livorno.
Qui conobbe la soprano Ada Giacchetti con cui ebbe una relazione durata 11 anni da cui nacquero 2 figli ma finita molto male per il tradimento ed i ricatti di lei (che fu anche condannata).
Intanto il numero delle sue esibizioni e la sua notorietà aumentava pian piano sempre più… cantò nel 1900 anche alla Scala sotto la direzione di Arturo Toscanini… ma ebbe anche delle defaillances come al San Carlo di Napoli nel 1901.
Decise allora di tornar a studiare per corregger qualche difetto e migliorar le sue doti canore.
Fu tra i primi cantanti lirici ad utilizzare le nuove tecnologie dell’epoca incidendo nell’aprile del 1902 con una casa inglese 10 dischi cosa che portò notevoli fortune ad entrambi.
Fu il primo a superare il milione di dischi venduti.
Nel novembre del 1903 ebbe un tale successo Metropolitan di New York da diventare una star.
(Napoli, 25 febbraio 1873 – Napoli, 2 agosto 1921)
Iniziava il mito della sua voce… che però insieme alla fama gli causò diversi piccoli processi in USA per varie accuse da parte di invidiosi… che lo umiliarono…
Nel 1909, dopo la separazione da Ada incise una serie di canzoni napoletane presto divenute un successo tra cui “Core ‘ngrato” ispirata proprio alla sua storia.
Intanto trionfava con le sue interpretazioni nei più importanti teatri lirici del mondo…
Nel 1918 sposò Dorothy Benjamin molto più giovane di lui da cui ebbe una figlia, ma presto a partire dal 1920 iniziarono i problemi di salute.
Un brutto male lo stava minando…
Caruso con la moglie a Sorrento al Vittoria Hotel nel 1921
Nel giugno del 1921 una crociera lo portò a Sorrento… per la convalescenza dopo un’operazione.
Aggravandosi la salute volle tornare a Napoli ed alloggiò all’Hotel Vesuvio dove fu visitato dai più grandi medici dell’epoca, come il Cardarelli ed il Moscati.
Ma non ci fu nulla da fare..
Moriva a soli 48 anni il 2 agosto 1921…
La sua storia commosse il mondo…
Il suo mito non è mai tramontato.
Desidero ricordarlo prima riascoltando la sua leggendaria voce con il video di una sua mitica interpretazione di “Una furtiva lacrima”…
e poi con quello della bella canzone di Dalla a lui dedicata.
Il grande pianista italiano, naturalizzato francese, Aldo Ciccolini
iniziò a soli 9 anni a studiare pianoforte e composizione a Napoli
e successivamente completò i suoi studi a Parigi.
La sua prima esecuzione assoluta avvenne nel 1950
a Parigi eseguendo il “Concerto de mai” di Marcel Delannoy.
Seguirono grandi e memorabili esecuzioni alla Scala,
alla Fenice ed in altri grandi teatri italiani e non solo.
Nel 1969 divenne cittadino francese
e dal 1970 si dedicò anche, e con passione e successo,
all’insegnamento al Conservatorio di Parigi.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed onorificenze
sia in Francia che in Italia e comunque possiamo dire che,
pur avendo avuto una carriera artistica soprattutto francese,
tuttavia è stata una nobilissima espressione
della grande scuola della musica classica italiana.
E’ stato anche molto apprezzato per aver,
con i suoi studi e le sue esecuzioni,
fatto conoscere la musica per pianoforte
di compositori francesi famosi come
Maurice Ravel, Claude Debussy ed Eric Satie
ma anche di diversi altri meno noti.
Uno dei modi migliori per ricordar un grande pianista
è quello di ascoltar una sua brillante performance
ed è quel che il video che segue ci consente di fare.
Claudio Abbado
è stato un grande esponente della storia musicale
italiana e mondiale del ‘900.
Aveva 80 anni quando ci ha lasciati qualche anno fa.
Milano 26.6.1933 – Bologna 20.1.2014
E’ stato un grandissimo direttore d’orchestra
ma anche direttore artistico di grandi istituzioni musicali
(Wiener Philharmoniker, Scala, London Symphony Orchestra etc.).
Si è distinto come grande innovatore
sia favorendo l’apertura all’amore per la musica classica
a tutte le categorie sociali
che impegnandosi nel valorizzare i giovani talenti.
Nella sua lunga carriera artistica
ha avuto grandi riconoscimenti e successi dappertutto.
Recentemente era stato nominato Senatore a vita
dal Presidente Napolitano
ma aveva rinunciato ad ogni compenso.
Come possiamo ricordarlo se non
con una sua famosa direzione musicale?
Ho scelto questo brano della Cenerentola di Rossini.
Claudio… grazie di tutto
e certamente, con la tua classe e con la tua umanità,
stai continuando a dirigere orchestre tra le stelle.
Nel 1884 Puccini conobbe Elvira Bonturi, moglie di Narciso Gemignani, un droghiere di Lucca, dal quale ebbe due figli, Fosca e Renato. I due s’innamorarono perdutamente.
Elvira decise di lasciare il marito per andare a vivere con Puccini; portò con sé solo Fosca, l’altro figlio, Renato, rimase con il padre.
Puccini si affezionò alla piccola come fosse figlia sua.
Nel 1886 dall’ unione con Elvira nacque l’unico figlio di Puccini, Antonio.
Dopo tanti anni di convivenza Puccini regolarizzò l’unione con Elvira, sposandola nel 1904.
La tempestosa moglie Elvira Bonturi
Elvira era una donna estremamente gelosa, irascibile e anche violenta, capace di compiere gesti estremi pur di non perdere il proprio compagno (l’affare Doria Manfredi accaduto nel 1909 è un esempio di quanto Elvira non riuscisse a dominare e la gelosia nei confronti di Giacomo).
Doria era una domestica di casa Puccini, una ragazza dolce, umile che non avrebbe mai pensato di sedurre Giacomo, figuriamoci poi davanti agli occhi dell’infuriata moglie; fatto sta che l’Elvira a forza di accusarla pubblicamente di essere l’amante del Maestro, portò la ragazza, anima fragile e sensibile, al suicidio.
Questa nefasta vicenda incise notevolmente sullo stato d’animo e fisico del compositore, incrinando anche i rapporti con la moglie.
Varie circostanze però scoraggiarono Puccini dal chiedere il divorzio, rimanendo così al fianco di Elvira, sebbene il loro rapporto si fosse molto raffreddato dopo quel triste episodio.
Rose Ader
Puccini ebbe anche varie storie extraconiugali, alcune importanti come quella con Corinna, studentessa di Torino, conosciuta nei primi del 900, che gli fece completamente perdere la testa.
Josephine von Stengel
La vera passione la conobbe con lei, mentre la storia con Josephine, baronessa austriaca, fu un sentimento più profondo, languido e romantico.
Puccini aveva bisogno di innamorarsi per poter comporre, per potersi sentire ispirato doveva provare quel sentimento forte, passionale, dolce e struggente che è l’amore.
Sybil Seligman
D’altronde, come lui, molti compositori si prendevano queste libertà e piccole trasgressioni; Giacomo li chiamava i “piccoli giardini”, delle evasioni innocenti, per poter avere sempre uno spirito ringiovanito e regalare sempre così al pubblico della musica viva ed appassionata.
(La Bohème – Che gelida manina) (Pavarotti)
Con il passare degli anni Puccini si sentiva sempre meno motivato, più svuotato dagli avvenimenti, sia personali che generali.
C’era stata la guerra del 1915-18, tante cose erano cambiate, anche nei teatri, nel modo di comporre un’opera, ormai lo stile musicale stava mutando, il pubblico desiderava storie e musiche meno appassionate e Giacomo si sentiva molto lontano da questo nuovo modo di intendere la musica.
Con Turandot finalmente egli compì un notevole passo in avanti: c’è infatti in quest’opera un Puccini diverso, più all’avanguardia, più innovativo.
Ecco che quest’opera riuscì a dargli una carica che gli mancava da tempo, sentiva che la storia della gelida principessa che si trasforma per amore avrebbe mostrato al mondo un Puccini diverso, nuovo, sorprendente!
E lucevan le stelle
Purtroppo il periodo della composizione di Turandot coincide anche con un aggravamento delle condizioni fisiche del Maestro; l’essere un fumatore incallito e l’infortunio di un osso d’oca inghiottito ed estratto con un piccolo intervento furono causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute.
Gli avevano trovato un papilloma letale sotto l’epiglottide: nonostante l’intervento, durato più di tre ore e mezza, avvenuto a Bruxelles presso la clinica del dottor Ledoux, i medici non riuscirono a salvarlo.
Puccini così moriva il 29 novembre del 1924, a 66 anni, lasciando il mondo e il suo pubblico senza parole…
Se n’era andato un grande nel pieno della sua arte creativa, con un’ opera incompiuta…..
Tutto il mondo pianse il cantore di Mimì, Manon, Tosca, Butterfly, Turandot, il creatore di musica celestiale, accorata e sofferta.
La notizia lasciò tutti increduli e sbigottiti, ma la sua musica non si sarebbe mai spenta con lui, essa sarebbe sopravvissuta al tempo che fugge, Puccini avrebbe continuato a vivere con la sua musica, con le sue eroine, trionfando in tutto il mondo, commovendo il pubblico con il suo stile unico ed inconfondibile.
Daniela di Raimondo
Al termine di questa breve biografia
ascoltiamo il brano finale
della sua mitica… incompiuta…
Turandot
(Turandot – La scena finale)
CON LA VISIONE E L’ASCOLTO DI QUESTO MITICO BRANO
VI SALUTO RINGRAZIANDO ANCORA L’AUTRICE DEL TESTO
DANIELA DI RAIMONDO
DI CUI MI ONORO ESSER AMICO IN FB E VOI PER L’ATTENZIONE.