Archivio per l'etichetta ‘ARTE’

Allegoria della Pittura
.
Il pittore olandese del ‘600
è ormai consacrato come uno dei grandi
dell’arte mondiale.
Qui potremo dar uno sguardo alla sua vita,
alla sua arte ed anche alle modalità
con le quali è stato riscoperto e tolto
dall’oblio in cui era caduto per oltre 2 secoli.
.
.

La ragazza con l’orecchino di perla
JAN VERMEER – IL GENIO DELLA LUCE
Tony Kospan

Jan Vermeer (Delft 31.10.1632 – Delft 15.12.1675)
Questa qui sopra è considerata dagli storici
l’unica immagine attendibile di Vermeer
ed è un dettaglio del suo dipinto “La mezzana” del 1656

BREVE BIOGRAFIA
Secondogenito di un mercante d’arte di Delft (Olanda)
attraverso la frequentazione di artisti e collezionista
si appassiona al mondo dell’arte
ed inizia già giovanissimo la sua formazione artistica.
A 19 anni sposa una ragazza cattolica
dalla quale avrà 11 figli e, nello stesso anno,
diventa maestro nella corporazione dei pittori della città.

* La stradina
Grazie alle attività ereditate dal padre… mercante d’arte
ma anche taverniere… poté mantenere tranquillamente
la sua numerosa famiglia fino all’invasione francese del 1672.

Giovane donna che legge una lettera davanti alla finestra aperta
Per le mutate condizioni socio-politiche,
per la morte del principale committente delle sue opere
e per le esagerate spese di… moglie e suocera
fu travolto dai debiti
e, probabilmente ammalatosi per il dolore
di non poter più far fronte alle esigenze familiari,
morì ancor giovane nel dicembre del 1675 a soli 43 anni.
Analizziamo insieme il dipinto

Ragazza che dorme
IL PITTORE
Per l’estrema cura e precisione con cui dipingeva,
ciascun quadro gli prendeva moltissimo tempo,
ed è forse per questo
che le sue opere a noi giunte sono solo circa 40.

.
.
Il suo stile fu influenzato inizialmente da Rembrandt
per poi avvicinarsi alle tematiche dei seguaci del Caravaggio.

La lattaia
Molto si è discusso sull’uso della “camera ottica“
un particolare aggeggio che consentiva
la visione capovolta degli oggetti…
ma forse gli serviva solo per esaminare in modo diverso
i particolari dell’opera che stava dipingendo.

Il bicchiere di vino
I suoi dipinti, a parte 2 vedute esterne,
la mitica Veduta di Delft e Stradetta,
sono tutti ambientati in interni.

* Ragazza con cappello rosso
Grazie alle sue conoscenze di materiali e tessuti,
Vermeer è eccezionale nell’utilizzo della luce
e riesce a dar vita agli oggetti, rendendoli quasi toccabili,
ma anche ai visi ed ai corpi…
come si evince osservando i suoi dipinti più popolari
come “La Lattaia” e “Ragazza con turbante”.
E’ proprio questo suo uso personalissimo e geniale della luce
che gli fa raggiungere le più alte vette artistiche del secolo.

Lezione di musica
STORIA DELLA RISCOPERTA
Era ormai stato del tutto dimenticato quando un giornalista francese,
Étienne-Joseph-Théophile Thoré, nel visitare nel 1842 il Museo dell’Aia
rimase incuriosito da un “paesaggio superbo e molto singolare“.
Non sapendo di chi fosse lesse sul catalogo:
“Veduta della città di Delft, dal lato del canale, di Jan van der Meer”.

Veduta di Delft
Iniziò allora a cercar altri dipinti di questo artista misterioso
che soprannominò “la mia Sfinge“
dato che più lo conosceva e più enigmi gli poneva.
Ma chi lo ha portato poi davvero ad una conoscenza universale
è stato Marcel Proust
con la sua descrizione estasiata sempre della “Veduta di Delft“.

* Giovinetta con bicchiere di vino
DOVE SONO I SUOI DIPINTI?
Sono in varie parti del mondo ma nessuno in Italia.
E’ dunque difficilissimo poterli ammirare da vicino
ma… per fortuna…

* Giovanetta con liuto
sono comunque spesso in giro per il mondo per mostre
e qualche anno fa sono stati anche a Bologna
dove hanno riscosso enorme successo.

* Donna in piedi davanti alla spinetta
Il suo dipinto simbolo, assurto ad icona mondiale,
è però il piccolo dipinto… qui sotto
“La ragazza con l’orecchino di perla”
cliccando sul quale, volendo,
possiamo scoprirne tutta l’affascinante storia.


.
.
Tony Kospan
Copyright – Tony Kospan
IL MONDO DELL’ARTE
E DEGLI ARTISTI
NEL GRUPPO DI FB
.
.

Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
In questo post ricorderò Monet
con la storia, in breve, della sua vita artistica,
la visione di alcuni suoi capolavori
ed una sintetica analisi della sua arte.
.
.
Parigi 14.11.1840 – Giverny 5.12.1926 (Autoritratto)
Egli è stato uno dei massimi esponenti,
se non il massimo, dell’impressionismo…
e certamente, nel cuore, nella fedeltà e nello stile,
il più impressionista di tutti gli impressionisti.
.
.
.

Donna nel prato
CLAUDE MONET
PADRE DELL’IMPRESSIONISMO
E
POETA DELLA LUCE E DEL PAESAGGIO
Régate à Argenteuil
BREVE PERCORSO ARTISTICO
Inizia presto, a 18 anni, a dedicarsi alla pittura,
soprattutto di paesaggi, sotto la guida di Boudin.
Trasferitosi a Parigi frequenta, e studia, gli artisti
che allora andavano per la maggiore…
ma si appassiona in particolare per le opere
di Courbet e della Scuola di Barbizon.
Adolfo Monet legge in giardino – 1866
Egli non ama e non apprezza le formalità
dell’arte classica al punto che si racconta
che non sia mai entrato al Louvre.
Pian piano pur seguendo lo spirito della pittura dei suoi tempi
acquisisce sempre di più uno stile personale
costituito da schizzi di colore ed assenza di linee nette.
Monet – Bianca Monet che dipinge
E’ del 1874 il suo dipinto “Impression Soleil levant”
che fu esposto alla prima mostra dei futuri impressionisti,
che si tenne nello studio del fotografo Nadar.
Questa fu una mostra di pittori
che allora condividevano questo nuovo modo di dipingere
(Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley)
ed i cui dipinti erano stati rifiutati dal Salon “ufficiale”,
cioè quello dell’Académie des beaux-arts di Parigi.
Questo dipinto acquisirà poi un’importanza fondamentale
come vedremo più giù.
La Cattedrale di Rouen
MONET E L’IMPRESSIONISMO
La corrente artistica prenderà infatti il nome Impressionismo
proprio da quel suo dipinto che possiamo vedere qui giù
e che in fondo già racchiude tutta la sua passione
per la luce, il colore e la natura.
Impression soleil levant – 1872
.
.
Monet raffina sempre più il suo stile, sempre senza tradire mai
lo spirito impressionista, dedicandosi a creare dipinti
con soggetti più volte rivisitati ed oltre ai vari paesaggi
abbiamo soprattutto la serie della “Cattedrale di Rouen“,
dipinta sempre con luci ed atmosfere diverse
e negli ultimi anni quella vasta e talvolta quasi eterea delle “Ninfee”.
La passeggiata
La sua geniale capacità di tradurre nei dipinti
ogni sfumatura dei paesaggi fece scrivere al grande scrittore
Guy de Maupassant
“una volta prese tra le mani un temporale che batteva sul mare
e lo gettò sulla tela: e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia“.

Ninfee rosa
“La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile,
benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo”
Pertanto egli rimase sempre fedele allo spirito di questa mitica corrente.
Passeggiata sulla scogliera
PICCOLA ANALISI DELLA SUA ARTE
.
.
La pittura di Monet, come quella di tutti gli impressionisti,
non mira alla realtà, ma alle sensazioni individuali
e quindi è quanto di più lontano possa essere rispetto
al realismo, sia inteso come espressione della cruda realtà,
che di descrizione della sublime bellezza.
.
.
Terrazza sul mare a Sainte Adresse
Il pittore e l’oggetto del dipinto subiscono il fluire senza soste del tempo
ed ecco la dissoluzione delle forme
attraverso la perdita dei contorni netti delle immagini fino ad avere dipinti
che ad una visione distratta potrebbero apparire semplici macchie di colori.
E’ soprattutto nei paesaggi, come accennavo su,
che Monet raggiunge dei vertici davvero altissimi.
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento
dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta
ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
.
.
Camille Monet in giardino (partic.)
Il suo amore per la pittura “en plein air” ci viene confermato
anche da questo dipinto dell’amico, e compagno di corrente, Renoir,
che lo ritrae proprio mentre dipinge all’aperto nel suo giardino.
Renoir – Monet che dipinge nel suo giardino
.
Possiamo dare un’ulteriore sguardo alla bellezza dei suoi dipinti
attraverso il video qui giù…
.
.
Claude Monet (autoritratto)
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
.

Donna che legge
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E’ un artista notissimo per i suoi cuori simpatici ed originali
che qui potremo ora ammirare in una bella galleria.
I CUORI DI MOJMIR JEZEK
– ARTE E FANTASIA –
Mojmir Jezek è un pittore ed illustratore italiano
nato a Roma da padre ceco e madre italiana.

Nel 1978 inizia la collaborazione con la Repubblica
divenendone in breve vignettista e illustratore
per le varie rubriche e magazine.
Successivamente ha collaborato anche con altri giornali.

E’ famoso soprattutto per i suoi cuori dipinti in particolare
per la rubrica “Questioni di cuore” di Natalia Aspesi
sul “Venerdì” di Repubblica.

Personalmente, ma posso sbagliare,
definirei la sua
una “fantasy art” dedicata al… cuore.

Di recente è stata allestita a Roma
una mostra con tanti suoi dipinti
ed è anche stato pubblicato un libro
333 cuori di Mojmir Ježek .

Ecco ora una bella carrellata
di cuori selezionati tra i più originali e simpatici
e come si può vedere ogni cuore
sembra “narrarci” una storia.


ù



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Un saluto di… tutto
cuore
da Tony Kospan
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In questo post ricorderò Monet
con la storia, in breve, della sua vita artistica,
la visione di alcuni suoi capolavori
ed una sintetica analisi della sua arte.
.
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Parigi 14.11.1840 – Giverny 5.12.1926 (Autoritratto)
Egli è stato uno dei massimi esponenti,
se non il massimo, dell’impressionismo…
e certamente, nel cuore, nella fedeltà e nello stile,
il più impressionista di tutti gli impressionisti.
.
.
.

Donna nel prato
CLAUDE MONET
PADRE DELL’IMPRESSIONISMO
E
POETA DELLA LUCE E DEL PAESAGGIO
Régate à Argenteuil
BREVE PERCORSO ARTISTICO
Inizia presto, a 18 anni, a dedicarsi alla pittura,
soprattutto di paesaggi, sotto la guida di Boudin.
Trasferitosi a Parigi frequenta, e studia, gli artisti
che allora andavano per la maggiore…
ma si appassiona in particolare per le opere
di Courbet e della Scuola di Barbizon.
Adolfo Monet legge in giardino – 1866
Egli non ama e non apprezza le formalità
dell’arte classica al punto che si racconta
che non sia mai entrato al Louvre.
Pian piano pur seguendo lo spirito della pittura dei suoi tempi
acquisisce sempre di più uno stile personale
costituito da schizzi di colore ed assenza di linee nette.
Monet – Bianca Monet che dipinge
E’ del 1874 il suo dipinto “Impression Soleil levant”
che fu esposto alla prima mostra dei futuri impressionisti,
che si tenne nello studio del fotografo Nadar.
Questa fu una mostra di pittori
che allora condividevano questo nuovo modo di dipingere
(Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley)
ed i cui dipinti erano stati rifiutati dal Salon “ufficiale”,
cioè quello dell’Académie des beaux-arts di Parigi.
Questo dipinto acquisirà poi un’importanza fondamentale
come vedremo più giù.
La Cattedrale di Rouen
MONET E L’IMPRESSIONISMO
La corrente artistica prenderà infatti il nome Impressionismo
proprio da quel suo dipinto che possiamo vedere qui giù
e che in fondo già racchiude tutta la sua passione
per la luce, il colore e la natura.
Impression soleil levant – 1872
.
.
Monet raffina sempre più il suo stile, sempre senza tradire mai
lo spirito impressionista, dedicandosi a creare dipinti
con soggetti più volte rivisitati ed oltre ai vari paesaggi
abbiamo soprattutto la serie della “Cattedrale di Rouen“,
dipinta sempre con luci ed atmosfere diverse
e negli ultimi anni quella vasta e talvolta quasi eterea delle “Ninfee”.
La passeggiata
La sua geniale capacità di tradurre nei dipinti
ogni sfumatura dei paesaggi fece scrivere al grande scrittore
Guy de Maupassant
“una volta prese tra le mani un temporale che batteva sul mare
e lo gettò sulla tela: e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia“.

Ninfee rosa
“La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile,
benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo”
Pertanto egli rimase sempre fedele allo spirito di questa mitica corrente.
Passeggiata sulla scogliera
PICCOLA ANALISI DELLA SUA ARTE
.
.
La pittura di Monet, come quella di tutti gli impressionisti,
non mira alla realtà, ma alle sensazioni individuali
e quindi è quanto di più lontano possa essere rispetto
al realismo, sia inteso come espressione della cruda realtà,
che di descrizione della sublime bellezza.
.
.
Terrazza sul mare a Sainte Adresse
Il pittore e l’oggetto del dipinto subiscono il fluire senza soste del tempo
ed ecco la dissoluzione delle forme
attraverso la perdita dei contorni netti delle immagini fino ad avere dipinti
che ad una visione distratta potrebbero apparire semplici macchie di colori.
E’ soprattutto nei paesaggi, come accennavo su,
che Monet raggiunge dei vertici davvero altissimi.
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento
dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta
ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
.
.
Camille Monet in giardino (partic.)
Il suo amore per la pittura “en plein air” ci viene confermato
anche da questo dipinto dell’amico, e compagno di corrente, Renoir,
che lo ritrae proprio mentre dipinge all’aperto nel suo giardino.
Renoir – Monet che dipinge nel suo giardino
.
Possiamo dare un’ulteriore sguardo alla bellezza dei suoi dipinti
attraverso il video qui giù…
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Claude Monet (autoritratto)
CIAO DA TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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Donna che legge
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Allegoria della Pittura
.
Il pittore olandese del ‘600
è ormai consacrato come uno dei grandi
dell’arte mondiale.
Qui potremo dar uno sguardo alla sua vita,
alla sua arte ed anche alle modalità
con le quali è stato riscoperto e tolto
dall’oblio in cui era caduto per oltre 2 secoli.
.
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La ragazza con l’orecchino di perla
JAN VERMEER – IL GENIO DELLA LUCE
Tony Kospan

Jan Vermeer (Delft 31.10.1632 – Delft 15.12.1675)
Questa qui sopra è considerata dagli storici
l’unica immagine attendibile di Vermeer
ed è un dettaglio del suo dipinto “La mezzana” del 1656

BREVE BIOGRAFIA
Secondogenito di un mercante d’arte di Delft (Olanda)
attraverso la frequentazione di artisti e collezionista
si appassiona al mondo dell’arte
ed inizia già giovanissimo la sua formazione artistica.
A 19 anni sposa una ragazza cattolica
dalla quale avrà 11 figli e, nello stesso anno,
diventa maestro nella corporazione dei pittori della città.

* La stradina
Grazie alle attività ereditate dal padre… mercante d’arte
ma anche taverniere… poté mantenere tranquillamente
la sua numerosa famiglia fino all’invasione francese del 1672.

Giovane donna che legge una lettera davanti alla finestra aperta
Per le mutate condizioni socio-politiche,
per la morte del principale committente delle sue opere
e per le esagerate spese di… moglie e suocera
fu travolto dai debiti
e, probabilmente ammalatosi per il dolore
di non poter più far fronte alle esigenze familiari,
morì ancor giovane nel dicembre del 1675 a soli 43 anni.
Analizziamo insieme il dipinto

Ragazza che dorme
IL PITTORE
Per l’estrema cura e precisione con cui dipingeva,
ciascun quadro gli prendeva moltissimo tempo,
ed è forse per questo
che le sue opere a noi giunte sono solo circa 40.

.
.
Il suo stile fu influenzato inizialmente da Rembrandt
per poi avvicinarsi alle tematiche dei seguaci del Caravaggio.

La lattaia
Molto si è discusso sull’uso della “camera ottica“
un particolare aggeggio che consentiva
la visione capovolta degli oggetti…
ma forse gli serviva solo per esaminare in modo diverso
i particolari dell’opera che stava dipingendo.

Il bicchiere di vino
I suoi dipinti, a parte 2 vedute esterne,
la mitica Veduta di Delft e Stradetta,
sono tutti ambientati in interni.

* Ragazza con cappello rosso
Grazie alle sue conoscenze di materiali e tessuti,
Vermeer è eccezionale nell’utilizzo della luce
e riesce a dar vita agli oggetti, rendendoli quasi toccabili,
ma anche ai visi ed ai corpi…
come si evince osservando i suoi dipinti più popolari
come “La Lattaia” e “Ragazza con turbante”.
E’ proprio questo suo uso personalissimo e geniale della luce
che gli fa raggiungere le più alte vette artistiche del secolo.

Lezione di musica
STORIA DELLA RISCOPERTA
Era ormai stato del tutto dimenticato quando un giornalista francese,
Étienne-Joseph-Théophile Thoré, nel visitare nel 1842 il Museo dell’Aia
rimase incuriosito da un “paesaggio superbo e molto singolare“.
Non sapendo di chi fosse lesse sul catalogo:
“Veduta della città di Delft, dal lato del canale, di Jan van der Meer”.

Veduta di Delft
Iniziò allora a cercar altri dipinti di questo artista misterioso
che soprannominò “la mia Sfinge“
dato che più lo conosceva e più enigmi gli poneva.
Ma chi lo ha portato poi davvero ad una conoscenza universale
è stato Marcel Proust
con la sua descrizione estasiata sempre della “Veduta di Delft“.

* Giovinetta con bicchiere di vino
DOVE SONO I SUOI DIPINTI?
Sono in varie parti del mondo ma nessuno in Italia.
E’ dunque difficilissimo poterli ammirare da vicino
ma… per fortuna…

* Giovanetta con liuto
sono comunque spesso in giro per il mondo per mostre
e qualche anno fa sono stati anche a Bologna
dove hanno riscosso enorme successo.

* Donna in piedi davanti alla spinetta
Il suo dipinto simbolo, assurto ad icona mondiale,
è però il piccolo dipinto… qui sotto
“La ragazza con l’orecchino di perla”
cliccando sul quale, volendo,
possiamo scoprirne tutta l’affascinante storia.


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Tony Kospan
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E DEGLI ARTISTI
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Botero con 2 suoi dipinti
Il pittore e scultore colombiano Fernando Botero Angulo,
noto in tutto il mondo come Botero,
è un artista le cui opere
presentano caratteristiche inconfondibili.
(Medellín, 19 aprile 1932)
Artista o furbo venditore d’arte?
Pittura (e scultura) semplice o semplicistica?
Innanzitutto dobbiamo sottolineare il fatto che la critica
si è molto divisa sul punto.
Conosciamolo un po’.
.
L’arte di Fernando Botero è una delle più controverse
della pittura contemporanea.
I suoi dipinti, che in un primo tempo
non erano neanche presi inconsiderazione,
pian piano si sono affermati in modo davvero clamoroso!
Molti si soffermano solo sulle forme extra large
delle donne dei suoi dipinti
ma in verità non ci sono differenze
con tutti gli altri soggetti rappresentati.
Basta infatti guardare le sue opere
ed allora uomini, bambini, animali etc…
ci appariranno tutti super opulenti.
Ma perché questa ossessione o passione?
C’è chi pensa sia solo un modo originale per arricchirsi…
ma lui afferma che il suo intento è rappresentare
il trionfo della vita attraverso una sensuale esagerazione delle forme
che in passato è stata anche la caratteristica delle donne di Rubens.
Inoltre si è anche acclarato che non c’è in ciò
alcuna contestazione della moda attuale
che vuole le donne magre, anzi magrissime.
Ma vediamo ora altri suoi dipinti…
Non so quale sia il vostro pensiero su questo artista,
le cui opere sono esposte in tutto il mondo,
e mi farebbe piacere conoscerlo.
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Guernica
Parlare, in modo esauriente, di Picasso
uno dei massimi protagonisti dell’arte mondiale del ‘900
e della sua lunga ed incredibile carriera artistica
non è proprio possibile nell’ambito di un solo post.
Famiglia di saltimbanchi
Molti non lo amano perché ritengono
incomprensibile la sua arte
e pensano che si sia rifugiato nel “cubismo concettuale”
(nato dalla sua ricerca e sperimentazione pittorica),
solo per nascondere la sua incapacità di pittore.
Nulla di più falso!
Basta esaminare il suo periodo giovanile
che è nel solco della tradizione figurativa dell’800
(anche se si caratterizza per l’attenzione alle problematiche sociali)
e quello successivo, detto… “periodo rosa”,
per rendersi conto di quanto sia fuorviante quell’idea.
Il pasto del cieco
Inoltre dopo la fase del cubismo, che consisteva
principalmente nella raffigurazione del soggetto
contemporaneamente da più punti vista,
tornò spesso al figurativo.
Sua moglie Olga ballerina russa (foto e dipinto)
Questo post che ora ripropongo traccia un breve profilo
di una sua particolare emozione artistica
che lo accompagnò tutta la sua vita.
Picasso ed un collage di opere dei suoi vari periodi artistici
Fin da giovane Picasso
ebbe una specie di predilezione/ossessione
per un’opera di Manet…
e ciò lo portò a rivisitarla, a modo suo, molte volte.
.
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(Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973)
LA COLAZIONE SULL’ERBA…
DA MANET (autoritratto)
a
.
LE RIVISITAZIONI DI PICASSO
DELLA MITICA OPERA DI MANET
a cura di Tony Kospan
.
Pablo Picasso
.
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Sul retro di una busta della galleria Simon, forse nel 1932, Picasso scrive:
“Alla vista della Colazione sull’erba di Manet intravedo dolori futuri”.
Non è affatto frequente che l’artista rediga, direttamente di suo pugno, commenti sui pittori o sulle loro opere.
L’affermazione che abbiamo testé riportata riveste dunque un carattere ancor più eccezionale se si considera che è riferita ad un quadro specifico;
tale dichiarazione proietta l’artista in un avvenire, sì indefinito, ma nel quale si annuncia con certezza un futuro incontro con l’opera di Manet.
1863 – Manet – La colazione sull’erba
Tra tutte le opere che Picasso sceglie per le sue cd. “varianti“, La colazione sull’erba è quella a lui più vicina da un punto di vista cronologico.
L’eco dello scandalo che questo quadro ha suscitato al Salon des Réfusés del 1863 non è molto lontana.
Manet è considerato un “antico maestro” moderno.
A detta di Georges Bataille, la modernità di Manet e questo suo essere “sovversivo” sono elementi di fondamentale importanza per Picasso il quale, fin dalla presentazione di Les Demoiselles d’Avignon nel 1907, si sente il continuatore proprio di questa linea di modernità e “sovversione” nell’arte.

Les Demoiselles d’Avignon
La colazione sull’erba è una tela in cui sono affrontate varie tematiche:
– 1 – Il riferimento ai maestri antichi in primo luogo.
Manet si è infatti ispirato al Concerto campestre di Tiziano, tela custodita presso il museo del Louvre e al Giudizio di Paride, incisione che Marcantonio Raimondi trae dall’analoga opera di Raffaello andata smarrita.

Concerto campestre – Tiziano
– 2 – Vi è poi il tema del nudo.
“A quanto pare, è necessario che io dipinga un nudo. Ebbene, ne farò uno“,
aveva dichiarato Manet ad Antonin Proust.
– 3 – Un altro tema affrontato è appunto quello del soggetto, pretesto per ogni sorta di esasperazione, “l’unica possibilità che abbiamo per giudicare questa come un’opera perfettamente casta è quella di immaginare, seduta nel bosco e circondata da studenti in giacca e berretto, una ragazza coperta soltanto dall’ombra delle foglie” (Ernest Chesneau, citato da Françoise Cachin in Manet, RMN, 1983).
– 4 – Ed infine, il tema relativo alla pittura di plein air (all’aria aperta) di cui quest’opera è, secondo Emile Zola, un esempio perfetto. “L’aspetto che emerge dal quadro, […] è proprio questo vasto insieme, questo angolo di natura dal vero resa con una semplicità così appropriata…”.
Tutte queste problematiche sono affrontate da Picasso in molte tele… in quanto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale si dedicò con impegno a lavori «d’après»: ossia rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato quali «Las meninas» di Velazquez, «La colazione sull’erba» di Manet o «Le signorine in riva alla Senna» di Courbet.
Picasso è morto nel 1973 all’età di novantadue anni.
«Noncurante di quello che gli artisti hanno voluto dire, egli rapirà loro le forme di cui avrà via via bisogno come stimoli e provocazioni all’espressione della propria vitalità». Così Alberto Moravia interpretava le continue incursioni che Pablo Picasso faceva nei capolavori di pittori passati o presenti: un terreno di caccia, da cui tornare fiero, in compagnia di ricchi bottini.
Ma veniamo ora, a dimostrazione di quando su detto, a guardare alcuni dipinti… (ce ne sono anche altri) sue personali rivisitazioni… dell’opera di Manet:
IL PRIMO…
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet – 27 febbraio 1960
IL SECONDO
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet 3 marzo – 20 agosto 1960
IL TERZO
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet – 1961
IL QUARTO

Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 13.3.1962
IL QUINTO
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 17 giugno 1962
IL SESTO
Pablo Picasso – Colazione sull’erba ispirata all’opera di Manet, 1964
FINE
Immagini e testi da vari siti web – Coordin., integraz., modifiche ed impaginaz. Orso Tony
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE…
INSIEME

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Il tesoro, scoperto solo nel 1922 da un archeologo inglese,
è costituito da oggetti raffinatissimi e di gran pregio,
come letti e sedie, dorati, intarsiati e disegnati.

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Inoltre vi sono monili ed oggettistica d’oro,
insieme a mobili, giochi, statue, etc.

Lo stesso sarcofago, di oltre cento kg, è d’oro
come anche la famosissima maschera sul volto di Tutankhamon
di una bellezza superba.

Ora possiamo ammirar questo tesoro ancor meglio grazie
a questo video davvero bellissimo per chi ama l’antico Egitto.
Qui potremo ammirare non solo reperti archeologici
ma anche oggetti di immensa bellezza e senza tempo.
Nel video, insieme ad una bella musica, ci sono le immagini classiche,
che ben conosciamo di Tutankhamon,
ma anche tante altre del tutto nuove e sorprendenti.
Il video è fantastico e davvero imperdibile…
e ci consente di approfondire la conoscenza del tesoro.
Buona visione
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI

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Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530
Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.
Ritratto di orefice in 3 posizioni
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
II PARTE
Trionfo della castità
Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti
che ad una prima vista possono sfuggire.
Cristo e l’adultera
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

ANALISI DEL DIPINTO
Dal sito “Strange art”
L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.
Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.
Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.
Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).

I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.
Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.
Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.
Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.
Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.
Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.
Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.
Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.
Pala di Santa Cristina
VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO
Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.
Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.
La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.
Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.
La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse
Impaginazione Tony Kospan
F I N E
Ciao da Tony Kospan







PER LEGGER LA I PARTE DEL POST








Chi poi vuol leggere l’analisi
della sua sorprendente
“Annunciazione“


VIVER L’ARTE.. INSIEME
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Lucretia – Signora veneziana (partic.)
Uno dei pittori più affascinanti e complessi del Rinascimento italiano
e dallo stile orgogliosamente unico.
Per la sua estrema sensibilità e inquietudine caratteriale,
nonché per la vita errabonda, è stato anche definito “(pre)romantico”.
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Lorenzo Lotto nacque intorno al 1480 a Venezia, da una famiglia legata al ceto mercantile.
Nel periodo che va dal 1498 al 1503, Lotto ebbe probabilmente modo di meditare sulla pittura di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Antonello da Messina, i più autorevoli artisti attivi a Venezia.
Esordì in provincia nelle Marche e a Treviso, dove la sua presenza è ampiamente documentata tra il 1503 e il 1506.
In questi anni è ipotizzato un contatto con Dürer che si trovava a Venezia nel 1505.
Del 1503 è la bellissima “Madonna con il Bambino, San Pietro Martire e un donatore”, attualmente al Museo di Capodimonte a Napoli.
La sua presenza in provincia è documentata da due splendide pale, una nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina a Treviso, l’altra nel battistero di Asolo.
Dopo un soggiorno a Roma nel 1509 dove dovette lavorare per papa Giulio II collaborando alla decorazione degli appartamenti vaticani, dal 1513 Lotto si trasferì a Bergamo, chiamato da Alessandro Martinego Colleoni per il quale eseguì la pala nella chiesa di San Bartolomeo.
Qui Lotto iniziò una brillante attività, dominando la scena artistica fino a tutto il 1525, ricevendo numerose commissioni da chiese e privati, e cimentandosi per la prima volta nell’affresco.
Giovanni della Volta con moglie e figlio
In quel momento Lotto elaborò un linguaggio del tutto personale, indirizzandosi verso un naturalismo narrativo individuabile in opere come: la “Madonna e Santi” nella chiesa di Santo Spirito, le “Nozze Mistiche di Santa Caterina” all’Accademia Carrara e le “Storie di Santa Barbara” nella cappella Suardi a Trescore.
Ritratto di giovane uomo
Rientrato a Venezia nel 1525 cercò di affermarsi anche in patria, senza però riuscirci a causa della presenza di Tiziano che dominava il panorama artistico locale.
Nel 1533 trasferì la sua attività da Venezia nell’area di Recanati e Jesi.
Qui dipinge la cappella de li Signori del Palazzo dei Priori.
Nel 1539 firma e data la Pala del Rosario per la chiesa di S. Domenico a Cingoli.
Nel 1550 organizza ad Ancona una lotteria di 16 dei suoi quadri e dei trenta cartoni colorati delle tarsie di Bergamo.
Nel 1552 a Loreto viene nominato pittore della Santa Casa.
Nel 1554 entrò nella Santa Casa come oblato e dove si spense probabilmente intorno al 1556 all’età di 77 anni (dal web).
La Sacra Famiglia con S. Anna e San Girolamo
LORENZO LOTTO VISTO DA ARGAN
Quale migliore inizio di analisi dell’opera di questo autore
se non partendo dal grande critico d’arte Giulio Carlo Argan?
Venere e Cupido
« una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici. La grande scoperta, che fa la modernità del Lotto, è appunto quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza e di simpatia, tra un sé e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano. Non lo è perché all’artista non interessa fissare il personaggio come obbiettivamente è, ma come è nel momento e nell’atto in cui si qualifica, si rivolge a un altro, si prepara a uno schietto rapporto umano. Non dice: ammirami, io sono il re, il papa, il doge, sono al centro del mondo; ma dice: così sono fatto dentro, questi sono i motivi della mia malinconia o della mia fede, o della mia simpatia verso gli altri.Nel ritratto-dialogo, l’attitudine del pittore è quella di un confessore, dell’interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte […] e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d’una mano. »

Giovane con libro
LORENZO LOTTO LA SUA FIGURA E LA SUA ARTE
Lorenzo Lotto vive nel periodo Rinascimentale, età in cui si assiste ad un grandissimo rinnovamento artistico e culturale e che ha nell’Italia la sede del suo massimo sviluppo e fulgore.
Una delle principali carattersitiche del Lotto però è l’assoluta insofferenza delle regole delle 2 grandi correnti pittoriche della sua epoca (la fiorentina-romana e quella veneziana) che nascono all’ombra dei capolavori di Tiziano, Raffaello e Michelangelo e la ricerca di affermazione di una propria indipendenza artistica.
Marito e moglie
Questa sua irrequietezza certamente danneggiò la sua vita artistica se pensiamo che pur essendo il primo pittore veneto (dal 1509 al 1511 circa) a lavorare nei Palazzi Vaticani ne fu estromesso proprio per questo e per non aver accettato i formalismi degli ambienti papalini.
La sua personalità presentava aspetti assimilabili ad una sensibilità romantica ante litteram nonché al cliché dell’artista “genio incompreso”, ribelle, turbolento, introverso.
L’architetto – 1535
Tuttavia la sua pittura segue linee chiare, coerenti, libere, meditate, sposate con religiosità e spiritualità sincere insieme ad una sensibilità quasi moderna.
Egli è sé stesso nella vita e nell’arte.
Un primo esempio ed eclatante del suo particolare modo di concepire l’arte possiamo conoscerlo cliccando sul dipinto qui sotto.
Certo è che, sempre per questa sua assoluta diversità per secoli è stato considerato un “pittore provinciale” (il Vasari non usò altre espressioni se non che era pittore devoto e pio) e solo molto recentemente è stato “riscoperto” grazie ad una spettacolare mostra alla National Gallery di Washington nel 1998.
Informazioni ed immagini dal web coordinate, rielaborate ed impaginate da Tony Kospan
Continua
Leggeremo nella II parte l’analisi approfondita di un dipinto che è emblematico del modo di sentire e dipingere da parte del Lotto
ed anche il racconto dell’input donatomi da un amico virtuale che, per amore del Lotto e della sua arte, ha scelto il nik Lorenzo…
TONY KOSPAN
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