per una continua lotta interiore tra luce e tenebre…
riuscì a cogliere in modo magistrale
la complessità del proprio IO…
che poi, se davvero vogliamo guardarci dentro…,
non è poi tanto dissimile dal nostro…
OMAGGIO A BAUDELAIRE
a cura di Tony Kospan
Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867
Prestissimo orfano di padre
ebbe un’infanzia difficile a causa del patrigno
e, non volendo intraprendere una classica vita borghese,
si rifugiò in quella “bohemienne” del Quartiere Latino.
La sua vita fu breve ma intensa e tempestosa…
tra tentativi di suicidio… amori sregolati… alcool e droghe
Fu però anche nel contempo attiva
negli ambienti culturali parigini
dove ebbe modo di confrontarsi
con altri grandi letterati dell’ottocento francese …
Il suo libro di poesie più famoso
ed in un certo senso “rivoluzionario” è
I fiori del male
del 1857
(per il quale subì condanna e censura).
Scrisse anche libri di critiche d’arte
Curiosità estetiche del 1868 e L’arte romantica, 1868 -1870
in cui manifestò il suo pensiero sull’arte.
La sua stella cometa era il romanticismo…
ma i contenuti della sua poesia
nascevano da qualsiasi aspetto della vita reale
(ad esempio le industrie con l’immagine di
«fiumi di carbone salgono in cielo»).
Con la sua ultima opera – Spleen di Parigi –
sperimentò anche la poesia in prosa.
Morì nel 1867 a soli 46 anni
dopo una paralisi ed un tremenda agonia.
Fu sepolto in forma anonima nella tomba di famiglia…
e solo nel 1949 la Corte di Cassazione Francese
ha riabilitato le sue opere e la sua memoria.
Certo la sua opera che ancor oggi risplende
d'immensa luce propria è
I FIORI DEL MALE.
Opera talmente bella che Carlo Dossi, dopo averla letta,
si convinse a non scriver più poesie.
Ascoltiamo ora in questo video la poesia
Albatros,
per me tra le sue più belle…,
in cui simbolicamente è tratteggiata
proprio la figura del Poeta,
spesso schernita dalla “Società”…,
che non ne comprende la grandezza
proprio perché è troppo più avanti.
E, se ci va, leggiamola anche…
per coglierne meglio ogni piccola grande sfumatura…
L’ALBATRO
Spesso, per divertirsi, le ciurme catturano degli albatri, grandi uccelli marini, che seguono, compagni di viaggio pigri, il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte, che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi, abbandonano malinconicamente le grandi ali candide come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero! Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa, un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole che abituato alla tempesta ride dell’arciere; esiliato sulla terra fra gli scherni, non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
Divertentissimi e simpatici annunci pieni di involontario umorismo…
e qualche vignetta…
ANNUNCI LETTI NELLE BACHECHE DELLE PARROCCHIE
PER SORRIDERE
Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra parrocchia.
Per tutti quanti tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo un’area attrezzata per i bambini!
Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio.
Il gruppo dei volontari ha deposto tutti gli indumenti. Ora li potrete vedere nel salone parrocchiale.
Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto.
Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Giovedì sera alle 7. Per cortesia usate la porta sul retro.
Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’”Amleto” di Shakespeare nel salone della chiesa.
La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.
Un nuovo impianto di altoparlanti è stato installato in chiesa. è stato donato da uno dei nostri fedeli, in memoria di sua moglie.
Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! è un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.
Tema della catechesi di oggi: “Gesù cammina sulle acque”. Catechesi di domani: “In cerca di Gesù”.
Barbara C. è ancora in ospedale, e ha bisogno di donatori di sangue per trasfusioni. Ha anche problemi di insonnia, e richiede le registrazioni delle catechesi del parroco.
Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l’estate, con i ringraziamenti di tutta la parrocchia.
Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di mercoledì sera: venite a fare il tifo per noi mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re!
Il costo per la partecipazione al Convegno su “preghiera e digiuno” è comprensivo dei pasti.
Il concerto parrocchiale è stato un grande successo. Un ringraziamento speciale alla figlia del diacono, che si è data da fare per tutta la sera al pianoforte, che come al solito è caduto sulle sue spalle.
Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare.
Ringraziamo quanti hanno pulito il giardino della chiesa e il parroco.
Il parroco accenderà la sua candela da quella dell’altare. Il diacono accenderà la sua candela da quella del parroco, e voltandosi accenderà uno a uno i fedeli della prima fila.
Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti carichi di anni e di esperienze che stavano di fronte al suo giardino.
Ella non li conosceva e disse: “Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati. Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.” Essi domandarono: ‘Non c’è l’uomo di casa?’ “No!” – rispose lei- “non è in casa”. “In tal caso, non possiamo entrare” dissero.
All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. “Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!” La donna quindi uscì per invitare i tre uomini a casa.
“Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa”… spiegarono i vecchietti. “Perché?”… volle sapere lei. Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò: “Il suo nome è Ricchezza”. Subito dopo indicò l’altro. “Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore. Adesso và dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”
La donna entrò in casa e raccontò a suo marito tutto ciò che i tre uomini le avevano detto. Lui si rallegrò e disse: “Che bello! Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga, e riempia la nostra casa!” Sua moglie non era d’accordo: “Caro, perché non invitiamo Successo?” La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa. “Non sarebbe meglio far entrare Amore? Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.” “Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia”… disse il marito alla moglie. “Và fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.’
La moglie uscì e chiese loro: “Chi di voi è Amore? Che venga, per favore, e sia il nostro invitato”.
Amore si alzò dalla sedia e cominciò ad avanzare in direzione della casa. Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo: “Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
I tre replicarono insieme: “Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma giacché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui”.
Laddove c’è amore, c’è anche ricchezza e successo.
Molti pensano che si tratti solo di una leggenda medievale
ma la spada nella roccia la possiamo ammirare davvero
ed è in Italia nell’Abbazia di San Galgano.
“Un Cavaliere è devoto al valore,
il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi,
la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità,
la sua ira si abbatte sui malvagi.”
LA SPADA NELLA ROCCIA
– LA LEGGENDA E’… REALTA’ –
Ma andiamo con ordine.
Tra le tante leggende quella di Re Artù è sicuramente una delle più affascinanti.
Tanti sono i personaggi e le storie che ruotano intorno al Re, nato, secondo la leggenda, grazie ad un incantesimo di Merlino.
Il mago permise infatti a Uther Pendragon, re di Britannia, di giacere con la bella Igerna, trasformando i suoi lineamenti in quelli del marito di lei.
La spada nella roccia di San Galgano
Merlino pretese che, in cambio dell’incantesimo, Re Uther gli consegnasse il bambino non appena fosse nato.
Al momento della nascita, Merlino reclamò il neonato e lo affidò ad una famiglia per allevarlo.
Ma il mago aveva grandi progetti per il piccolo, che infatti, apparentemente per caso divenne Re di Britannia, dopo essere riuscito a estrarre la Spada nella Roccia.
Fin qui la leggenda arturiana, ma la leggenda della spada nella roccia si intreccia in maniera decisamente affascinante con la realtà, e per l’esattezza con una realtà tutta italiana.
Siamo nella Toscana del XII secolo, poco lontani da Siena, in un paesino chiamato Chiusdino.
Qui, nel 1148, nasce Galgano Guidotti.
La cavalleria lo affascina al punto che, dopo una prima visione di San Michele, decide di diventare egli stesso un cavaliere, e la sua vita viene segnata da un comportamento libertino e dissoluto.
I suoi genitori avevano per lungo tempo atteso l’arrivo di un figlio, tanto da recarsi in pellegrinaggio verso la Basilica di San Michele sul Monte Gargano in Puglia, (da qui forse il nome del santo).
Ma si abbandonano allo sconforto per i suoi comportamenti.
Il destino ha, però, riservato loro una sorpresa.
Un’antica immagine raffigurante Galgano e la sua spada nella roccia
Galgano, dopo una seconda visione di San Michele, si interroga sulla sua vita e decide di dedicare i suoi anni a venire a Dio e di vivere come un eremita.
Impugnata la sua spada, la conficca in una roccia, e davanti all’elsa, che si erge come una croce, egli pregherà (una variante della storia narra che fu lo stesso San Michele a conficcare la spada).
Era il 1180 e l’intero anno successivo viene segnato dai miracoli di Galgano, che muore di stenti nel 1181.
La sua beatificazione avviene in soli 3 giorni e nel 1185 papa Urbano III lo proclama Santo.
Di lui rimane solo il teschio, conservato nella chiesa di Chiusdino, da cui si racconta crescessero capelli biondi, tanto da nominare San Galgano protettore dei calvi.
Il resto del corpo non è mai stato trovato, sebbene alcuni testi indichino come luogo di sepoltura l’area intorno alla spada.
Sul luogo è stata poi costruita una chiesetta, con una particolare volta dipinta con cerchi concentrici bianchi e neri.
Si potrebbe pensare ad una variazione della leggenda Arturiana, ma c’è una testimonianza incontestabile: la spada è ancora oggi conficcata nella roccia.
E su questo mistero sono iniziate le indagini di alcuni ricercatori delle Università di Pavia, Milano, Padova e Siena.
I risultati hanno confermato che l’elsa che emerge dalla roccia appartiene a una intera spada realmente conficcata nella roccia.
Le ricerche hanno anche permesso di datare con precisione la chiesa e alcuni resti ossei trovati in una piccola scatola, anche se purtroppo i risultati non sono stati resi pubblici.
La cronologia degli eventi, e delle diverse opere che hanno reso celebre Re Artù, testimoniano come in realtà si potrebbe vedere in Galgano un vero e proprio ispiratore del famoso ciclo Arturiano.
Lo stesso nome Galgano pare sia stato mutato in Galvano, uno dei cavalieri della tavola rotonda.
Il ciclo Arturiano inoltre risale alla fine del XII secolo, esattamente dopo la morte del santo senese.
I resti dell’Abbazia di San Galgano
Se ci si fa trasportare dalla leggenda non si può ignorare uno dei sogni fatti da Galgano, in cui egli incontrò Gesù e i dodici Apostoli seduti intorno ad una tavola rotonda e vide il Santo Graal.
Coincidenze si potrebbe dire, ma è facile cedere al fascino dei miti celtici e ambientazioni medievali che fanno da sfondo alla storia e di Galgano.
A poca distanza dalla collinetta su cui sorge la chiesetta, infatti, si trovano i resti di un’antica abbazia cistercense, ormai senza tetto, a causa del crollo del campanile, e con un prato al posto del pavimento.
Un paesaggio che sembra essere tratto dalle più antiche e famose leggende dei cavalieri medievali, un luogo quasi magico in cui circa 750 anni fa si svolsero eventi straordinari.
Chiamami solo Amore, e sarò ribattezzato. William Shakespeare
William Paxton – Ritratto della moglie di Charles Frederic
VOLO INCOMPIUTO
Giusy Maugeri
Ali d’avorio spezzate nell’incanto del volo incompiuto. Cielo terso luccichio sfavillante di gemme rubate, boccioli di rose nell’impavida attesa. Speranza di seta avvolgente nel susseguirsi dei giorni vissuti nell’intimo. Tempo presente e remoto alla mente, nostalgico suono di note mai accordate sull’arpa del vissuto, come sul viso che accenna un sorriso forzato, indifferenza apparente, sfoggio di sicurezza esibita sul palcoscenico della vita
Oggi è l'anniversario della nascita di Giuseppe Petrosino, detto Joe (Padula, 30 agosto 1860 – Palermo, 12 marzo 1909) poliziotto italiano naturalizzato statunitense grande e vittorioso combattente contro la Mafia (allora Mano Nera)… di Litte Italy… New York…
Per la stima riposta in lui, Theodore Roosevelt, allora assessore alla polizia (e poi presidente degli Stati Uniti), lo promosse sergente nel 1895.
Little Italy nel 1900
Ebbe grandi successi nella lotta al crimine.
Per le sue eccezionali doti investigative fu inviato in missione segreta a Palermo ma per una fuga di notizie la sua presenza divenne nota e fu ucciso da 2 killer.
Circa 250.000 persone parteciparono al suo funerale a New York, un numero fino ad allora mai raggiunto da alcun funerale in America… perchè giustamente considerato un eroe ed un martire…