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MARTE E VENERE – Storia e misteri di un altro mitico dipinto del Botticelli   Leave a comment



Come abbiamo già accennato parlando di altri mitici dipinti rinascimentali,
essi hanno spesso molteplici letture dato che nascondono, sotto la loro sublime bellezza,
messaggi di ogni tipo che solo i contemporanei con una certa cultura,
o dello stesso ambiente del pittore, potevano comprendere.

Quello di cui ora vi parlerò è proprio uno di questi.


.
.
.




.

MARTE E VENERE

.

ARTE E SEGRETI


a cura di Tony Kospan



Il dipinto è del 1483 circa.

Lo ritroviamo però solo nel 1865, anno in cui fu venduto a Firenze a sir Alexander Barker e dopo qualche anno, nel 1874, entrò a far parte della National Gallery di Londra… dove è ancora conservato.
Forse fu commissionato dai Vespucci (si notino piccole vespe nel dipinto) per ornare la spalliera della camera nuziale.


.

.

Venere e Marte

.

E’ uno di quei dipinti in cui il Botticelli si è maggiormente dilettato nell’inserire nascoste chiavi simboliche.

Leggiamo la scena del dipinto come ci appare: Venere, la dea dell’Amore, salda e forte osserva Marte, dio della guerra, stanco ed addormentato mentre piccoli satiri giocano con le armi…
che ora non servono di certo…
ed i cui rumori non ridestano il dio dal suo stato di abbandono.

Come per molte opere rinascimentali il significato preciso non è unanimamente riconosciuto… ma le interpretazioni non mancano di certo.





Venere e Marte – Partic. centrale con satiro

.

.

Ecco le interpretazioni più diffuse…

– La prima, e quella che a prima vista appare la più semplice, ci dice che il dipinto rappresenta Marte stanco morto dopo le fatiche… dell’amore…

– Una seconda interpretazione parte dall’abbandono… dal sonno… di Marte dovuto al dolce effetto della bellezza di Venere… con ciò volendo dire che davanti all’amore la guerra… il conflitto si ferma…
L’amore dunque sarebbe sempre vincente nei confronti della guerra.
Pertanto si tratterebbe di un’opera pacifista… classicamente e filosoficamente pacifista.
– Una terza è quella del critico Plunkett secondo cui il dipinto descrive in pieno un brano di Luciano di Samosata relativo alle Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. .
– Una quarta interpretazione fa risalire l’opera ad un’ispirazione nata dal “DE RERUM NATURA” nel senso che l’opera simboleggerebbe la superiorità dei beni e sentimenti semplici e durevoli su quelli dinamici e poco durevoli.

.



Venere – Partic.

.

.

Il titolo dell’opera “De rerum natura“ del poeta latino Tito Lucrezio Caro vuol dire “Sulla natura delle cose”.

In esso sono rappresentate concezioni, per lo più epicuree, con le quali si tende a preservare gli uomini dalle insidie delle passioni.
Il brano del libro, dedicato a Venere, a cui l’opera del Botticelli farebbe riferimento sarebbe proprio il seguente:

.

.

.

.

.

.

“Poiché tu solamente governi la natura delle cose,

e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce,

nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,

desidero di averti compagna nello scrivere i versi

che intendo comporre sulla natura di tutte le cose,

per la prole di Memmio diletta, che sempre tu, o dea,

volesti eccellesse di tutti i pregi adornata.

Tanto più concedi, o dea, eterna grazia ai miei detti.

E fa che intanto le feroci opere della guerra

Per tutti i mari e le terre riposino sopite.

Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace,

poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte

possente in armi, che spesso rovescia il capo nel tuo grembo,

vinto dall’eterna ferita d’amore,

e così mirandoti con il tornito collo reclino, in te, o dea,

sazia anelante d’amore gli avidi occhi,

e alla tu bocca è sospeso il respiro del dio supino.

Quando egli, o divina, riposa sul tuo corpo santo,

riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole

e chiedi, o gloriosa, una placida pace per i Romani” 

.

.

.

Marte (partic. by T.K.)

.

.

Una quinta interpretazione infine vede nell’opera il significato allegorico del matrimonio.

Matrimonio concepito come istituzione in cui la forza maschile (Marte) si abbandona alla bellezza ed alla dolcezza femminile (Venere).
.
Venere, in questo periodo, è vista dalla cultura e dalle arti in modo più neoplatonico che carnale…
come ad es. la Venere della sua mitica Primavera.

.

.

La Venere del Botticelli nella famosa ” Primavera”

.

.

Certo è, che l’epoca in cui fu dipinto, è proprio quella del massimo interesse e della massima passione (e da certi particolari anche con un certo divertimento) per le allegorie da parte degli artisti… soprattutto fiorentini ed in particolare… del Botticelli e del Bronzino.

.

.

Botticelli – Autoritratto

.

.


A tal proposito basti pensare all’ancor più famosa opera del Botticelli… L’ALLEGORIA DELLA PRIMAVERA… di cui abbiamo parlato poco tempo fa.
.
Se ci va, se ce la sentiamo, perché no, proviamo anche noi a dire la nostra, su questo intrigante dipinto.

.

Ciao da Tony Kospan

.

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BOTTICELLI – Fascino supremo dell’arte rinascimentale e trionfo delle allegorie – Biografia e capolavori     Leave a comment

.
.


La nascita di Venere
.
.


.

Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.

Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.




La calunnia



BOTTICELLI
ARTISTA GENIALE DEL RINASCIMENTO
LA FAMA.. L’OBLIO E LA RISCOPERTA
a cura di Tony Kospan







Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.

E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.






Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.








Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
ed ancor oggi i suoi dipinti sono amatissimi nel web.




 
Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)


BREVE BIOGRAFIA.

.

Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.

A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.



Giuliano de’ Medici (partic.)



Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.




Nascita di Venere



In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli



Simonetta Vespucci




Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.



fre bia pouce(clicca qui giù se desideri conoscere i segreti della mitica Primavera)
Primavera



Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.




Botticelli – Madonna dei 6 angeli



Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina 
“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.




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Marte e Venere – 1483



Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile, 
quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.




Sant’Agostino nello studio




Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.



Divina Commedia – La voragine infernale




Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.




 
Madonna della melagrana
.

.
.
Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare 
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.




Tondo Raczynski – 1477


.
La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente 
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo 
e si fa largo prepotentemente il genio di Michelangelo.


Muore povero e solo nel 1510, a Firenze, dopo grave malattia.



F I N E




– COPYRIGHT TONY KOSPAN

– VIETATA LA COPIA INTEGRALE SENZA RIPORTARE IN MODO CHIARO AUTORE E BLOG





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SANDRO BOTTICELLI – Suprema bellezza dell’arte rinascimentale e trionfo delle allegorie – Biografia e capolavori   1 comment

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La nascita di Venere
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Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.

Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.




La calunnia



BOTTICELLI
ARTISTA GENIALE DEL RINASCIMENTO
LA FAMA.. L’OBLIO E LA RISCOPERTA
a cura di Tony Kospan







Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.

E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.






Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.








Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
ed ancor oggi i suoi dipinti sono amatissimi nel web.




 
Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)


BREVE BIOGRAFIA.

.

Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.

A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.



Giuliano de’ Medici (partic.)



Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.




Nascita di Venere



In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli



Simonetta Vespucci




Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.



fre bia pouce(clicca qui giù se desideri conoscere i segreti della mitica Primavera)
Primavera



Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.




Botticelli – Madonna dei 6 angeli



Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina 
“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.




fre bia pouce(clicca qui giù se desideri conoscerne i segreti di Marte e Venere)
Marte e Venere – 1483



Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile, 
quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.




Sant’Agostino nello studio




Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.



Divina Commedia – La voragine infernale




Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.




 
Madonna della melagrana
.

.
.
Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare 
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.




Tondo Raczynski – 1477


.
La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente 
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo 
e si fa largo prepotentemente il genio di Michelangelo.


Muore povero e solo nel 1510, a Firenze, dopo grave malattia.



F I N E




– COPYRIGHT TONY KOSPAN

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La “Primavera” del Botticelli – Ecco chi sono tutti i personaggi ma resta il mistero del suo significato   Leave a comment

 

 

 

 

Un mitico dipinto, molto chiaro, perfino semplice…

ma che tuttavia, secondo lo stile dell’epoca,

nasconde tanti simboli ed il mistero del suo significato.


 “Osserviamolo attentamente e…  da… vicino”.

 

 

 

 

 

L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI

a cura di Tony Kospan

 
 
STORIA DEL DIPINTO
 

 

Raramente un dipinto che ha un oggetto così chiaro…, come questo…, nasconde invece tanti segreti interpretativi…

 

 

Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, “La Primavera” è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ed è anche una delle creazioni più belle e più misteriose del Rinascimento.

 

 

Ancor oggi, nonostante i tantissimi studi da parte dei più grandi esperti d’arte, ci sfuggono sia la genesi precisa che tutti i suoi veri significati

 

 

Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, adornava il letto del giovane Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici, nipote del Magnifico.

 

 

Sessant’anni più tardi, avendola vista nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ce ne parla in un passo del suo celebre “Le Vite” ed in pratica ci consegna il titolo dell’opera “… un’altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse“.

 

 

 

 

AMBIENTAZIONE E PERSONAGGI RAPPRESENTATI

 

 

Nell’opera sono rappresentati 9 personaggi posti in un boschetto ombroso, che si presentano allineati su un prato tappezzato da decine di fiori di vario genere.

 

 

 

 

L’ambientazione ricorda gli arazzi fiamminghi, noti come “millefiori“, all’epoca molto diffusi nelle case aristocratiche fiorentine.

 

L’identità delle nove figure sembra però ormai definitivamente accertata.


 

 

Venere 

 

 

Al centro della composizione c’è Venere (per altri potrebbe essere invece Giunone per la sua posa serena).

 

 

 

 

Accanto a lei le tre Grazie: Talia la prosperità, Eufrosine la gioia e Aglaia lo splendore

 

 

 

 

 

 Sia la dea che le altre figure femminili 

appaiono chiaramente incinte.

 

 


 

 Sulla destra c’è Zefiro, la ninfa Cloris che si trasforma in Flora dalla splendida veste bianca decorata di corolle.


 

 

Cupido

 

 

In alto poi c’è Cupido


 

 

Mercurio 

 

 

e sull’estrema sinistra Mercurio.

 

 

LETTURA DEL DIPINTO

 

Va fatta, contrariamente al solito, da destra verso sinistra.

 

 

Zefiro Cloris e Flora (da dx verso sin)

 

 

Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Floradea della Primavera… e dei fiori. 

 

 

 

Flora

 

 

Flora, pur non essendo il personaggio centrale, spicca però per la sua bellezza… e dà anche il nome al dipinto.

 

 

 

 

 

Accanto a Flora, al centro dipinto, la dea Venere (o Giunone) con un atteggiamento sereno saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell’epoca coperte solo di veli trasparenti.

.

Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso). 



I DUBBI 

 

 

L’aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti si è molto discusso sui seguenti punti: 

 

– Qual è il vero significato dell’opera e cosa accomuna le nove figure? 

– Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte? 

 

 

 

 

 


ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU’ ACCREDITATE

 

 

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera.

 

 L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.

 

 Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie.

 

 Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico.

 

 Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella “Nascita di Venere” – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de “La Primavera”.

 

 Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro.

 

 “La Primavera”, dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico?

 

 E’ la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella?

 

 E’ la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico?

 

 Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca?

 

 Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.


 

 

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE


 

 

Botticelli 

 

 

Riguardandolo ora di nuovo tutto insieme, a mio parere, il dipinto appare in modo evidente un inno al sorgere ed all’affermarsi della Primavera come quella bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell’estate.

 

 

 

 

 

 

Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l’immagine delle donne incinte egli esalta la primavera quale momento di “gestazione della natura” che darà presto tutti i suoi frutti… al sole dell’estate. 

 

 

TONY KOSPAN

 

FONTI: VARI SITI WEB

 

 

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MARTE E VENERE – Storia e misteri del mitico dipinto del Botticelli   Leave a comment



Come abbiamo già accennato parlando di altri mitici dipinti rinascimentali,
essi hanno spesso molteplici letture dato che nascondono, sotto la loro sublime bellezza,
messaggi di ogni tipo che solo i contemporanei con una certa cultura,
o dello stesso ambiente del pittore, potevano comprendere.

Quello di cui ora vi parlerò è proprio uno di questi.


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MARTE E VENERE

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ARTE E SEGRETI


a cura di Tony Kospan



Il dipinto è del 1483 circa.

Lo ritroviamo però solo nel 1865, anno in cui fu venduto a Firenze a sir Alexander Barker e dopo qualche anno, nel 1874, entrò a far parte della National Gallery di Londra… dove è ancora conservato.
Forse fu commissionato dai Vespucci (si notino piccole vespe nel dipinto) per ornare la spalliera della camera nuziale.


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Venere e Marte

.

E’ uno di quei dipinti in cui il Botticelli si è maggiormente dilettato nell’inserire nascoste chiavi simboliche.

Leggiamo la scena del dipinto come ci appare: Venere, la dea dell’Amore, salda e forte osserva Marte, dio della guerra, stanco ed addormentato mentre piccoli satiri giocano con le armi…
che ora non servono di certo…
ed i cui rumori non ridestano il dio dal suo stato di abbandono.

Come per molte opere rinascimentali il significato preciso non è unanimamente riconosciuto… ma le interpretazioni non mancano di certo.





Venere e Marte – Partic. centrale con satiro

.

.

Ecco le interpretazioni più diffuse…

– La prima, e quella che a prima vista appare la più semplice, ci dice che il dipinto rappresenta Marte stanco morto dopo le fatiche… dell’amore…

– Una seconda interpretazione parte dall’abbandono… dal sonno… di Marte dovuto al dolce effetto della bellezza di Venere… con ciò volendo dire che davanti all’amore la guerra… il conflitto si ferma…
L’amore dunque sarebbe sempre vincente nei confronti della guerra.
Pertanto si tratterebbe di un’opera pacifista… classicamente e filosoficamente pacifista.
– Una terza è quella del critico Plunkett secondo cui il dipinto descrive in pieno un brano di Luciano di Samosata relativo alle Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. .
– Una quarta interpretazione fa risalire l’opera ad un’ispirazione nata dal “DE RERUM NATURA” nel senso che l’opera simboleggerebbe la superiorità dei beni e sentimenti semplici e durevoli su quelli dinamici e poco durevoli.

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Venere – Partic.

.

.

Il titolo dell’opera “De rerum natura“ del poeta latino Tito Lucrezio Caro vuol dire “Sulla natura delle cose”.

In esso sono rappresentate concezioni, per lo più epicuree, con le quali si tende a preservare gli uomini dalle insidie delle passioni.
Il brano del libro, dedicato a Venere, a cui l’opera del Botticelli farebbe riferimento sarebbe proprio il seguente:

.

.

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.

“Poiché tu solamente governi la natura delle cose,

e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce,

nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,

desidero di averti compagna nello scrivere i versi

che intendo comporre sulla natura di tutte le cose,

per la prole di Memmio diletta, che sempre tu, o dea,

volesti eccellesse di tutti i pregi adornata.

Tanto più concedi, o dea, eterna grazia ai miei detti.

E fa che intanto le feroci opere della guerra

Per tutti i mari e le terre riposino sopite.

Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace,

poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte

possente in armi, che spesso rovescia il capo nel tuo grembo,

vinto dall’eterna ferita d’amore,

e così mirandoti con il tornito collo reclino, in te, o dea,

sazia anelante d’amore gli avidi occhi,

e alla tu bocca è sospeso il respiro del dio supino.

Quando egli, o divina, riposa sul tuo corpo santo,

riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole

e chiedi, o gloriosa, una placida pace per i Romani” 

.

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.

Marte (partic. by T.K.)

.

.

Una quinta interpretazione infine vede nell’opera il significato allegorico del matrimonio.

Matrimonio concepito come istituzione in cui la forza maschile (Marte) si abbandona alla bellezza ed alla dolcezza femminile (Venere).
.
Venere, in questo periodo, è vista dalla cultura e dalle arti in modo più neoplatonico che carnale…
come ad es. la Venere della sua mitica Primavera.

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.

La Venere del Botticelli nella famosa ” Primavera”

.

.

Certo è, che l’epoca in cui fu dipinto, è proprio quella del massimo interesse e della massima passione (e da certi particolari anche con un certo divertimento) per le allegorie da parte degli artisti… soprattutto fiorentini ed in particolare… del Botticelli e del Bronzino.

.

.

Botticelli – Autoritratto

.

.


A tal proposito basti pensare all’ancor più famosa opera del Botticelli… L’ALLEGORIA DELLA PRIMAVERA… di cui abbiamo parlato poco tempo fa.
.
Se ci va, se ce la sentiamo, perché no, proviamo anche noi a dire la nostra, su questo intrigante dipinto.

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Ciao da Tony Kospan

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MARTE E VENERE – Storia e segreti del mitico dipinto del Botticelli   Leave a comment



Come abbiamo già accennato parlando di altri mitici dipinti rinascimentali,
essi hanno spesso molteplici letture dato che nascondono, sotto la loro sublime bellezza,
messaggi di ogni tipo che solo i contemporanei con una certa cultura,
o dello stesso ambiente del pittore, potevano comprendere.

Quello di cui ora vi parlerò è proprio uno di questi.


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MARTE E VENERE

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ARTE E SEGRETI


a cura di Tony Kospan



Il dipinto è del 1483 circa.

Lo ritroviamo però solo nel 1865, anno in cui fu venduto a Firenze a sir Alexander Barker e dopo qualche anno, nel 1874, entrò a far parte della National Gallery di Londra… dove è ancora conservato.
Forse fu commissionato dai Vespucci (si notino piccole vespe nel dipinto) per ornare la spalliera della camera nuziale.


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Venere e Marte

.

E’ uno di quei dipinti in cui il Botticelli si è maggiormente dilettato nell’inserire nascoste chiavi simboliche.

Leggiamo la scena del dipinto come ci appare: Venere, la dea dell’Amore, salda e forte osserva Marte, dio della guerra, stanco ed addormentato mentre piccoli satiri giocano con le armi…
che ora non servono di certo…
ed i cui rumori non ridestano il dio dal suo stato di abbandono.

Come per molte opere rinascimentali il significato preciso non è unanimamente riconosciuto… ma le interpretazioni non mancano di certo.





Venere e Marte – Partic. centrale con satiro

.

.

Ecco le interpretazioni più diffuse…

– La prima, e quella che a prima vista appare la più semplice, ci dice che il dipinto rappresenta Marte stanco morto dopo le fatiche… dell’amore…

– Una seconda interpretazione parte dall’abbandono… dal sonno… di Marte dovuto al dolce effetto della bellezza di Venere… con ciò volendo dire che davanti all’amore la guerra… il conflitto si ferma…
L’amore dunque sarebbe sempre vincente nei confronti della guerra.
Pertanto si tratterebbe di un’opera pacifista… classicamente e filosoficamente pacifista.
– Una terza è quella del critico Plunkett secondo cui il dipinto descrive in pieno un brano di Luciano di Samosata relativo alle Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. .
– Una quarta interpretazione fa risalire l’opera ad un’ispirazione nata dal “DE RERUM NATURA” nel senso che l’opera simboleggerebbe la superiorità dei beni e sentimenti semplici e durevoli su quelli dinamici e poco durevoli.

.



Venere – Partic.

.

.

Il titolo dell’opera “De rerum natura“ del poeta latino Tito Lucrezio Caro vuol dire “Sulla natura delle cose”.

In esso sono rappresentate concezioni, per lo più epicuree, con le quali si tende a preservare gli uomini dalle insidie delle passioni.
Il brano del libro, dedicato a Venere, a cui l’opera del Botticelli farebbe riferimento sarebbe proprio il seguente:

.

.

.

.

.

.

“Poiché tu solamente governi la natura delle cose,

e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce,

nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,

desidero di averti compagna nello scrivere i versi

che intendo comporre sulla natura di tutte le cose,

per la prole di Memmio diletta, che sempre tu, o dea,

volesti eccellesse di tutti i pregi adornata.

Tanto più concedi, o dea, eterna grazia ai miei detti.

E fa che intanto le feroci opere della guerra

Per tutti i mari e le terre riposino sopite.

Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace,

poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte

possente in armi, che spesso rovescia il capo nel tuo grembo,

vinto dall’eterna ferita d’amore,

e così mirandoti con il tornito collo reclino, in te, o dea,

sazia anelante d’amore gli avidi occhi,

e alla tu bocca è sospeso il respiro del dio supino.

Quando egli, o divina, riposa sul tuo corpo santo,

riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole

e chiedi, o gloriosa, una placida pace per i Romani” 

.

.

.

Marte (partic. by T.K.)

.

.

Una quinta interpretazione infine vede nell’opera il significato allegorico del matrimonio.

Matrimonio concepito come istituzione in cui la forza maschile (Marte) si abbandona alla bellezza ed alla dolcezza femminile (Venere).
.
Venere, in questo periodo, è vista dalla cultura e dalle arti in modo più neoplatonico che carnale…
come ad es. la Venere della sua mitica Primavera.

.

.

La Venere del Botticelli nella famosa ” Primavera”

.

.

Certo è, che l’epoca in cui fu dipinto, è proprio quella del massimo interesse e della massima passione (e da certi particolari anche con un certo divertimento) per le allegorie da parte degli artisti… soprattutto fiorentini ed in particolare… del Botticelli e del Bronzino.

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Botticelli – Autoritratto

.

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A tal proposito basti pensare all’ancor più famosa opera del Botticelli… L’ALLEGORIA DELLA PRIMAVERA… di cui abbiamo parlato poco tempo fa.
.
Se ci va, se ce la sentiamo, perché no, proviamo anche noi a dire la nostra, su questo intrigante dipinto.

.

Ciao da Tony Kospan

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SANDRO BOTTICELLI – Bellezza sublime dell’arte rinascimentale e trionfo delle allegorie – Biografia e capolavori   Leave a comment

.
.


La nascita di Venere
.
.


.

Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.

Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.




La calunnia



BOTTICELLI
ARTISTA GENIALE DEL RINASCIMENTO
LA FAMA.. L’OBLIO E LA RISCOPERTA
a cura di Tony Kospan







Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.

E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.






Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.








Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
ed ancor oggi i suoi dipinti sono amatissimi nel web.




 
Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)


BREVE BIOGRAFIA.

.

Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.

A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.



Giuliano de’ Medici (partic.)



Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.




Nascita di Venere



In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli



Simonetta Vespucci




Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.



fre bia pouce(clicca qui giù se desideri conoscere i segreti della mitica Primavera)
Primavera



Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.




Botticelli – Madonna dei 6 angeli



Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina 
“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.




fre bia pouce(clicca qui giù se desideri conoscerne i segreti di Marte e Venere)
Marte e Venere – 1483



Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile, 
quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.




Sant’Agostino nello studio




Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.



Divina Commedia – La voragine infernale




Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.




 
Madonna della melagrana
.

.
.
Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare 
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.




Tondo Raczynski – 1477


.
La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente 
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo 
e si fa largo prepotentemente il genio di Michelangelo.


Muore povero e solo nel 1510, a Firenze, dopo grave malattia.



F I N E




– COPYRIGHT TONY KOSPAN

– VIETATA LA COPIA INTEGRALE SENZA RIPORTARE IN MODO CHIARO AUTORE E BLOG





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Sandro Botticelli, ma il suo vero nome era Sandro Filipepi,
è stato uno degli artisti più emblematici del Rinascimento.

Alcune sue opere non è difficile definirle fantastiche,
soprattutto quelle, ancor oggi ammiratissime,
del cd. “Primo Periodo Mediceo“.




La calunnia



BOTTICELLI
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Buona parte del fascino delle sue opere
nasce anche dalla constatazione che egli ha inteso,
attraverso l’affascinante bellezza dei suoi dipinti,
anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.

E’ considerato il pittore più vicino
agli ideali neoplatonici molto “sentiti”
negli ambienti intellettuali ed artistici dell’epoca.






Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.








Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
da parte del critico inglese John Ruskin,
e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
il loro successo non è più tramontato
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Firenze 1.3.1445 – Firenze 17.5.1510 (Autoritratto)


BREVE BIOGRAFIA
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Fin da piccolo iniziò a frequentare la bottega del Pollaiolo
che gli instillò il senso della pennellata elegante
che sarà una delle sue più belle caratteristiche.

A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
che subito appare di successo dato che riceve incarichi importanti
come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.



Giuliano de’ Medici (partic.)



Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
dalla grande famiglia fiorentina
che fu, in questo periodo (1478 e segg.),
la grande committente di suoi dipinti
come le mitiche “Primavera” e “Nascita di Venere“.




Nascita di Venere



In entrambe le opere su citate è presente Simonetta Vespucci
la donna più bella del Rinascimento
amata da Giuliano de’ Medici e dipinta più volte dal Botticelli



Simonetta Vespucci




Entrambe vengono chieste al Botticelli per “tirar su” lo spirito
di un rampollo mediceo, Lorenzo di Pierfrancesco, affetto
da disturbi mentali che potremmo definire depressivi ed infatti
entrambe queste opere avranno quale prima sistemazione
Villa del Castello dove questi abitava.



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Primavera



Entrambe queste opere rivelano anche lo spirito libero,
curioso, colto ed estroverso
del Botticelli insieme al suo amore per le allegorie.




Botticelli – Madonna dei 6 angeli



Chiamato a Roma, su consiglio di Lorenzo il Magnifico,
è poi incaricato di affrescare 3 episodi biblici
nella Cappella Sistina “Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
e “La Punizione di Qorah, Dtham e Abiram”.




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Marte e Venere – 1483



Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile, quasi certamente per l’influenza
della severa predicazione del Savonarola
contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.




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sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.



Divina Commedia – La voragine infernale




Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
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dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.




 
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(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)




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anche donarci dei messaggi, culturali e non solo,
grazie ad allegorie più o meno nascoste.

E’ considerato il pittore più vicino
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Eppure, anche se vi sembrerà incredibile,
le sue opere,
nonostante la loro stupefacente bellezza,
erano quasi completamente sconosciute
fin quasi alla fine dell’ ottocento,
forse (o soprattutto?)
per il giudizio freddino del Vasari.








Poi grazie alla loro riscoperta nell’800
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e per l’innamoramento dei Preraffaelliti,
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che sarà una delle sue più belle caratteristiche.

A 25 anni si stacca dal maestro ed inizia la sua carriera
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come quello di realizzare il ritratto di Giuliano de’ Medici.



Giuliano de’ Medici (partic.)



Grazie a questi lavori viene preso a benvolere
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“Prove di Mosè”, “Prove di Cristo”
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Dagli anni ’90 in poi, a seguito della cacciata dei Medici,
cambia il suo stile, 
quasi certamente per l’influenza
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contemporaneamente ad una sua forte crisi spirituale.




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Alla fine del ‘400 dipinge 100 pergamene
sui vari temi della Divina Commedia
commissionategli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici
cugino di Lorenzo il Magnifico e suo amico.



Divina Commedia – La voragine infernale




Abbandona allora il tratto elegante e figurativo
per riavvicinarsi con estremo misticismo alla pittura medievale
dipingendo figure più filiformi e chiaroscuri più densi.




 
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.

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Tra i più noti dipinti di questo periodo possiamo elencare 
“La calunnia”, “Natività mistica”, e “Compianto sul Cristo morto”.




Tondo Raczynski – 1477


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La sua fama però ormai inizia a declinare inesorabilmente 
mentre nel cielo dell’arte fiorentina trionfa Leonardo 
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La “Primavera” del Botticelli – Ecco tutti i personaggi mitologici (e allegorici) ma resta il mistero del dipinto   Leave a comment

 

 

 

 

Un mitico dipinto, molto chiaro, perfino semplice…

ma che tuttavia, secondo lo stile dell’epoca,

nasconde tanti simboli ed il mistero del suo significato.


 “Osserviamolo attentamente e…  da… vicino”.

 

 

 

 

 

L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI

a cura di Tony Kospan

 
 
STORIA DEL DIPINTO
 

 

Raramente un dipinto che ha un oggetto così chiaro…, come questo…, nasconde invece tanti segreti interpretativi…

 

 

Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, “La Primavera” è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ed è anche una delle creazioni più belle e più misteriose del Rinascimento.

 

 

Ancor oggi, nonostante i tantissimi studi da parte dei più grandi esperti d’arte, ci sfuggono sia la genesi precisa che tutti i suoi veri significati

 

 

Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, adornava il letto del giovane Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici, nipote del Magnifico.

 

 

Sessant’anni più tardi, avendola vista nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ce ne parla in un passo del suo celebre “Le Vite” ed in pratica ci consegna il titolo dell’opera “… un’altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse“.

 

 

 

 

AMBIENTAZIONE E PERSONAGGI RAPPRESENTATI

 

 

Nell’opera sono rappresentati 9 personaggi posti in un boschetto ombroso, che si presentano allineati su un prato tappezzato da decine di fiori di vario genere.

 

 

 

 

L’ambientazione ricorda gli arazzi fiamminghi, noti come “millefiori“, all’epoca molto diffusi nelle case aristocratiche fiorentine.

 

L’identità delle nove figure sembra però ormai definitivamente accertata.


 

 

Venere 

 

 

Al centro della composizione c’è Venere (per altri potrebbe essere invece Giunone per la sua posa serena).

 

 

 

 

Accanto a lei le tre Grazie: Talia la prosperità, Eufrosine la gioia e Aglaia lo splendore

 

 

 

 

 

 Sia la dea che le altre figure femminili 

appaiono chiaramente incinte.

 

 


 

 Sulla destra c’è Zefiro, la ninfa Cloris che si trasforma in Flora dalla splendida veste bianca decorata di corolle.


 

 

Cupido

 

 

In alto poi c’è Cupido


 

 

Mercurio 

 

 

e sull’estrema sinistra Mercurio.

 

 

LETTURA DEL DIPINTO

 

Va fatta, contrariamente al solito, da destra verso sinistra.

 

 

Zefiro Cloris e Flora (da dx verso sin)

 

 

Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Floradea della Primavera… e dei fiori. 

 

 

 

Flora

 

 

Flora, pur non essendo il personaggio centrale, spicca però per la sua bellezza… e dà anche il nome al dipinto.

 

 

 

 

 

Accanto a Flora, al centro dipinto, la dea Venere (o Giunone) con un atteggiamento sereno saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell’epoca coperte solo di veli trasparenti.

.

Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso). 



I DUBBI 

 

 

L’aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti si è molto discusso sui seguenti punti: 

 

– Qual è il vero significato dell’opera e cosa accomuna le nove figure? 

– Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte? 

 

 

 

 

 


ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU’ ACCREDITATE

 

 

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera.

 

 L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.

 

 Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie.

 

 Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico.

 

 Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella “Nascita di Venere” – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de “La Primavera”.

 

 Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro.

 

 “La Primavera”, dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico?

 

 E’ la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella?

 

 E’ la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico?

 

 Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca?

 

 Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.


 

 

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE


 

 

Botticelli 

 

 

Riguardandolo ora di nuovo tutto insieme, a mio parere, il dipinto appare in modo evidente un inno al sorgere ed all’affermarsi della Primavera come quella bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell’estate.

 

 

 

 

 

 

Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l’immagine delle donne incinte egli esalta la primavera quale momento di “gestazione della natura” che darà presto tutti i suoi frutti… al sole dell’estate. 

 

 

TONY KOSPAN

 

FONTI: VARI SITI WEB

 

 

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