
egli amava sublimare l’umano








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![]() Albrecht Dürer Melencolia I incisione a bulino, 1514
La materia al nero degli alchimisti
è chiamata anche “primo segno” dell’opus poichè senza annerimento non ci sarà bianchezza. A.J.Pernety, Dictionnaire Mytho-Hermétique, 1758 .
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Melencolia I, detta anche Melancholia I (1514), è parte di un trittico di incisioni di Albrecht Dürer che comprende le allegorie di tre classi di virtù e tre sfere di attività secondo una classificazione ancora medioevale.
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![]() Il Cavaliere (II)
La seconda opera del trittico, “Il Cavaliere, la morte e il diavolo” rappresenta la sfera morale e la terza “S. Girolamo nella cella” quella della teologia e della meditazione.
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![]() San Girolamo nello studio (III)
ESAMINIAMO I SIMBOLI PRESENTI NELL’OPERA
Melencolia I simboleggiava invece la sfera intellettuale dominata dal pianeta Saturno, secondo la tradizione astrologica legato al sentimento della malinconia, ed intendeva istituire una connessione fra il mondo razionale e scientifico e quello immaginativo dell’arte.
Nello sfondo, incorniciata da un arcobaleno “lunare”, brilla una cometa, inquietante simbolo notturno capace di suscitare sentimenti melanconici.
Le chiavi rappresentano la conoscenza che sola può liberare l’uomo dallo stato melancolico della sua ricerca, e infatti in fondo portato da un pipistrello vi è una luce che rischiara le tenebre.
Tutta l’opera è disseminata dei simboli del “sapere” alchemico.
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Il personaggio principale della scena è la figura femminile dell’angelo che, seduta su un gradino, con la mano sinistra sorregge il capo mentre nella destra stringe un compasso, strumento indispensabile nella misurazione non solo delle cose e degli spazi terreni, ma anche della distanza tra finito e infinito.
Il volto è in ombra ed emerge, per contrasto, lo sguardo fisso in avanti e perso nel vuoto.
Il lungo abito non lascia intravedere alcuna forma anatomica ed è modellato con una serie di pieghe dal sapore baroccheggiante.
Dal fianco pende un mazzo di chiavi, mezzo e strumento per aprire le porte dell’ignoto ed avere accesso alla conoscenza.
La figura allegorica dell’angelo è simbolo dell’impotenza creativa del genio (quasi certamente lo stesso autore) dominato e, forse, momentaneamente domato dall’umore nero, dall’umore malinconico.
Il titolo dell’opera di Dürer è stampato su un cartello sorretto da un pipistrello da sempre simbolo della morte.
Malinconia, dunque, come morte della creatività, come momento di blocco creativo.
![]() Arcobaleno.. cometa.. clessidra e bilancia
Un arcobaleno dai tratti netti e precisi incornicia un arco di cielo attraversato da una cometa dal nucleo brillante che si orienta da nord–ovest a sud–est e farebbe pensare alla cometa apparsa nei cieli dell’occidente negli anni 1513 – 1514.
Più che a un dato negativo e in correlazione con la bilancia (fine dei tempi), con la clessidra e con la meridiana quali simboli precipitosi degli avvenimenti di un ciclo che finisce, l’arcobaleno è un elemento positivo che, di contro alla negatività del pipistrello, rappresenta la speranza di superare l’attuale stato di abbattimento e dell’impossibilità creativa.
Arcobaleno e stella cometa illuminano un tratto di mare, forse l’Adriatico, e le terre in lontananza, quelle veneziane, da sempre più libere alle sperimentazioni scientifiche e alle meditazioni filosofiche in un rapporto più diretto con il mondo orientale. . . . |
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Alle pareti dell’edificio, quasi in posizione speculare, sono appesi una bilancia ed una clessidra
(vedi su immagine con arcobaleno);
la prima non solo simbolo di giustizia, ma anche strumento presente in tutte le botteghe degli alchimisti,
l’altra porta con sé varie simbologie:
dal lento ed inesorabile fluire del tempo fino alla vanità delle cose terrene.
Il tempo che passa e, quindi, la clessidra, può essere la metafora di una vita regolata che tende a Dio,
al mondo sovrannaturale ed è anche quanto viene suggerito dalla scala
che non è solo uno strumento che serve per innalzare edifici,
ma diventa simbolo dell’ascesa dal mondo delle apparenze al mondo della conoscenza
in perfetta simbiosi sia con il credo cristiano che con la filosofia neoplatonica.
Tutto è immobile, un momento di sospensione suprema e un’atmosfera di silenzio,
è sottolineato dal levriero accucciato ai piedi dell’angelo quale servitore fedele
e quasi sopraffatto dal masso alle sue spalle geometricamente modellato
che sembra delimitare uno spazio protetto in cui potersi accucciare
e non ribellarsi a niente e nessuno, neanche a quella fame che lo ha ormai ridotto
ad una forma scheletrica al limite di una naturale sopravvivenza.
Tutta l’opera, che è conservata al Metropolitan Museum di New York,
è composta con i soli colori bianchi e neri con diverse sfumature e tonalità.
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Franz Dvorak – Purezza e passione
Erich Fried
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombellico
non è solo il tuo grembo
che bacio.
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.
Franz Dvorak – Testa di donna con corona di fiori
Bronzino – Venere Amore e Gelosia
LA GELOSIA IN POESIA… AFORISMI… ARTE… MUSICA…
E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Sdoganata dalla scienza,
è ora chiaro che essa è un sentimento naturale,
antico quanto l’amore… insieme al quale è nata…,
ma se dura più di un’ora al giorno
la cosa può diventar grave!!!!
La gelosia non è un sentimento di cui si va fieri,
forse perché mostra le nostre debolezze…
le nostre incertezze… le nostre paure.
Eppure, almeno una volta nella vita, tutti lo siamo stati:
forse non fino al punto di pugnalare Desdemona
e forse senza odiare a morte ma…. certo lo siamo stati…
ed abbiamo sofferto… eccome…
Se è eccessiva è una vera e propria pericolosa patologia
ma se manca del tutto può rivelar disinteresse.
Per alcuni psicologi essa nascerebbe solo dal desiderio
di possesso del partner, ma a parer mio questo motivo,
pur valido, non è esaustivo… in quanto pur se si ama
senza cercar di esercitar questo possesso
si può però lo stesso temere per la scomparsa
di un progetto di vita e la costruzione di un sogno.
Gaston Édouard Guédy – La Gelosia
Il tema è vastissimo e controverso… per cui mi fermo qua…
Prima di passare alle poesie, come di consueto,
possiamo leggere alcuni aforismi sul tema…
Mats Eriksson – Gelosia
Oh! guardati, mio signore, dalla gelosia:
è il mostro dagli occhi verdi
che schernisce la carne di cui si nutre
William Shakespeare
Come geloso, io soffro quattro volte:
perché sono geloso,
perché mi rimprovero di esserlo,
perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro,
perché mi lascio soggiogare da una banalità:
soffro di essere escluso, di essere aggressivo,
di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
R. Barthes
La gelosia spegne l'amore come le ceneri spengono il fuoco
Ninon de Lencios
La gelosia ha da entrar nell'amore,
come nelle vivande la noce moscata.
Ci ha da essere, ma non si ha da sentire.
Francesco Algarotti
Nella gelosia c'è più amor proprio che amore
François de La Rochefocauld
Godward John William – Giardino pompeiano
Tra le poesie prescelte quest'anno ce ne sono 2
che vengono dal mondo antico… greco e latino…
Sarà bello se il tema di questo post potrà arricchirsi
di tante poesie vostre o di altri autori… che amate…
Miracolo del marito geloso – Tiziano Vecellio
GELOSIA
Riccardo Spelta
Entro nella tua stanza
senza chiederti permesso
Il tuo sorriso malizioso
mi fa sentir padrone
Prego s'accomodi
per lei nessun segreto
Allora frugo i cassetti
delle tue cose intime
Tocco anche il letto
che forse è ancora caldo
Apro l'armadio
in cerca di amanti fantasmi
Mi segui e mi assecondi
ma la pazienza ha un limite
Cerco un pretesto
che mi allontani da te
Ecco, l'ho trovato!
Tu non sei vergine
ed io che ci speravo
Me lo dice quella foto
laggiù sul comodino
Ora ho la scusa
per scriverti il mio sdegno
Sbatto la porta ed esco
dico per sempre addio
Lascio tutto sottosopra
e tu piangi sconsolata
Io che mi credo forte
penso sarà facile sparire
Ma ad un tratto nel petto
una mano mi strizza il cuore
E non lo molla più
togliendomi il respiro
Vuoi vedere che ho sbagliato
e da padrone passo a schiavo?
No non può essere
non è questo che volevo
E solo allora scopro
che gli schiavi sono due
Due innamorati che giocano
col gomitolo dei tormenti
CONCORRENZA SLEALE
DI PRIMA MATTINA A CATERINA
Erich Fried
Quando dissi
“facciamo l'amore”
dicesti no
spiegandomi
“Ho appena conosciuto in sogno
un uomo amabile
Era cieco
ed era un tedesco
Non è buffo?”
Ti augurai sogni d'oro
e scesi da basso
alla mia scrivania
ma geloso
come non mai
Gauguin – Come sei gelosa?
SE NON TUA
Catullo
Se non tua, di nessuno,
dice la mia donna,
di nessuno,
nemmeno di Dio.
Dice:
ma ciò che donna giura all'amante
scrivilo nel vento,
affidalo all'acqua errante.
Alexandre Marie Colin – Otello e Desdemona
OTELLO
W. Shakespeare
Vi prego,
Quando narrerete questi
Tragici avvenimenti,
Parlate di me quale io sono;
Non attenuate nulla,
Non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
Senza saggezza ma con troppo amore,
Di uno non facile alla gelosia,
Ma che istigato,
Giunse alla follia estrema
Di un uomo la cui mano,
Come farebbe un povero indiano,
Gettò via una perla più
Preziosa di tutti i suoi tesori.
Favretto Giacomo – La moglie gelosa
ODE ALLA GELOSIA
Saffo
A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono scolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a e rapita di mente.
Traduzione di S. Quasimodo
Ciao a tutti da Tony Kospan