Archivio per 14 luglio 2012

LA MADONNA DEI PELLEGRINI – CARAVAGGIO – UN INCONSUETO CAPOLAVORO   6 comments


 
 
 
 
 
 

Lo stile del Caravaggio, 
benché risenta dello stile rinascimentale 
e si avvicini al nascente barocco, 
apparve all’epoca una pittura sconvolgente 
per l’estrema ed inconsueta umanità delle figure dipinte.
 
 
I critici sono oggi concordi sul fatto che
invece di sublimare il divino
egli amava sublimare l’umano
per portarlo al divino.
 
 
Emblematica di questa sua sorprendente visione dell’arte 
è certamente l’opera che oggi ripropongo
per le sue inusuali e significative caratteristiche.
 
 
 
 
 
 

 

LA MADONNA DEI PELLEGRINI DEL CARAVAGGIO
ARTE ATMOSFERE E SEGRETI
a cura di Tony Kospan
 
 

Un dipinto che allora diede addirittura scandalo



 Particolare
 


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Se lo osserviamo con attenzione,
potremo scoprire alcuni aspetti che possono sfuggire
ad un rapido sguardo e capiremo il perché…
 
 
 Questo dipinto, certamente sorprendente,
è però nel contempo rappresentativo
del modo di sentire e di pensare del Caravaggio.
 
 
 
 
 
 
Milano 29 9 1571 – Porto Ercole 18 7 1610

 
 

 

Una delle principali caratteristiche dell’arte caravaggesca
è quella di dipingere persone ed oggetti
molto noti e molto vicini a quelli che il popolo conosceva.
 
 
 
 
 


Madonna dei Pellegrini o di Loreto (partic.)

 
 
 
Il dipinto ad olio su tela, datato intorno al 1605, si trova nella Chiesa dei Pellegrini a pochi passi da Piazza Navona a Roma e presenta, come dicevo su, alcune notevoli curiosità che val la pena conoscere.




Chiesa dei Pellegrini



 
La prima riguarda la chiesa stessa che nel ‘400 era l’unica in cui erano ammesse le procaci cortigiane dell’epoca come Beatrice Ferrara, Tullia d’Aragona e la Fiammetta amante di Cesare Borgia… che anzi avevano addirittura dei banchi a loro riservati.

 
 
 
 
Piazza Navona in un’antica stampa
 
 
 
 
Di tale strana consuetudine è stata ormai cancellata ogni traccia tranne una… appunto la Madonna dei Pellegrinicapolavoro del Caravaggio.
 
E’ certo poi che la modella che prestò il volto alla Madonna fosse Maddalena Antognetti che secondo alcuni era amante di nobili e cardinali e per altri anche dello stesso Caravaggio e che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri.
 
 
 
 
 
Maddalena Antognetti 
 
 
 
 
 
Il dipinto all’epoca destò grande scandalo come leggiamo in una nota dell’epoca del Baglione “ne fu fatto dai preti e da’ popolani estremo schiamazzo”.
 
 
I motivi sono quelli che elenco ora in breve e che possiamo verificare noi stessi con una semplice ma accurata osservazione del dipinto:



GLI ASPETTI SORPRENDENTI DEL DIPINTO

 
 
 
L’ambientazione poco elegante della scena… La casa appare cadente, con l’intonaco scrostato e la Madonna è sulla porta.
 
– Il vestito popolano della Madonna che inoltre non appare in trono e non ha corona.
 
– L’inconsueta grandezza del Bambino… che in verità appare quasi un ragazzino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 





– i vestiti molto sdruciti dei pellegrini … e, dulcis in fundo, i loro piedi sporchi e gonfi.

 

 

 

 
 
 
 

Il tutto è mostrato in bella evidenza ed estremo realismo dal Caravaggio che pertanto mostra di non aver problemi a mostrare il suo spirito indipendente e controcorrente. 
 
 


 


UNA PERSONALE CONCLUSIONE


 
 
 
Il capolavoro va visto però come esaltazione e non come critica delle fede come a prima vista si potrebbe pensare.
 
Ma certo la fede di cui ci vuol parlare il Caravaggio non è quella paludata e formale ma assolutamente interiore e vicina alla vera essenza del Cristianesimo (cosa che appare oggi finalmente tornare in auge anche se con molta difficoltà nonostante l’impegno di Papa Francesco).
 
L’opera (così come molte altre sue opere), fu quindi frutto di un’intuizione geniale e cioè quella di voler mostrare una sua visione umana e “terrestre” della religione ed auspicare un suo allontanamento dai lussi, dai fasti, dai formalismi e dai trionfalismi allora imperanti.
 
 
Informazioni, immagini e spunti da vari siti web
 
 
 
Ciao da Tony Kospan



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IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)





Particolare del Bacco ma in realtà suo autoritratto
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14 LUGLIO – PRESA DELLA BASTIGLIA – FESTEGGIAMO LA LIBERTA’ IN POESIA… ARTE E…   Leave a comment

 

 
 
Oggi 14 Luglio è Festa Nazionale in Francia
 

 
 
 
 
Jean-Pierre Houël – La presa della Bastiglia
 
 
 
 

 
Perché il 14 luglio?
 
 
Perché è il giorno della Presa della Bastiglia…
momento topico della Rivoluzione Francese
che cambiò il mondo…
e dunque si festeggia la Libertà… la vera Libertà…
senza se e senza ma.

 
 
 
 
Delacroix – La libertà guida il popolo
 
 
 
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by RaiodeLuar
 
 
 
La libertà non è un bene per pochi eletti…
ma per noi tutti ed in tutto il mondo…
anche se ahimé larga parte del pianeta
ancor oggi non sa nemmeno cosa sia…
 
 
 
 
 
 
 

Desidero dunque unirmi anch'io (spero insieme a voi)
 ai cugini d'Oltralpe nel far oggi festa
(almeno virtualmente) in nome della Libertà per tutti…
 
 
 
Lo farò…
 
 
 
– con il dipinto di cui sopra…
 
 
– con la più bella poesia di sempre (a mio parere)
scritta in onore della Libertà…
 
 
– e con un bel video
 
 
 
 
 
 
 
 

 
LIBERTA'
Paul Eluard

 
Sui miei quaderni di scolaro
 Sui miei banchi e sugli alberi
 Sulla sabbia e sulla neve
 Io scrivo il tuo nome
 Su tutte le pagine lette
Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome
Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome
Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull'eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome
Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome
Su tutti i miei squarci d'azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome
Sui campi sull'orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome
Su ogni soffio d'aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome
Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell'uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome
Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome
 Sui sentieri ridestati
Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome
Sul lume che s'accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome
Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome
Sul mio cane goloso e tenero
Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome
Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull'onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome
Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome
 Sui vetri degli stupori
Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome
Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
 Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome
Sull'assenza che non desidera
 Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome
Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome
E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Infine ecco un bellissimo video per immagini, testo e musica
che parte proprio dal dipinto di Delacroix.
 
 
 
 

 
 
 
 
TONY KOSPAN
 
 
 
 

CULTURA CON LEGGEREZZA

SE TI PIACE…
 
I S C R I V I T I

 
 

LA MELENCOLIA DI DURER – ANALISI E STORIA DI UN CAPOLAVORO ERMETICO   6 comments

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Benché coperta da un’ampia mole di simboli ed allegorie di tipo ermetico
tuttavia la mitica opera del ‘500 tedesco, che andremo ora ad esaminare,
non nasconde quello che è poi il suo vero significato.

E cioè descrivere quello stato d’animo leggermente triste
ma anche meditativo… (se non troppo prolungato nel tempo)
che definiamo malinconia.


 
 
 
 
Albrecht Dürer
(Norimberga 21 maggio 1471 – Norimberga 6 aprile 1528)
è stato un pittore, incisore e matematico tedesco.
 
 
 
 
 
Dürer, di origine ungherese, è considerato
il massimo esponente del rinascimento… tedesco. 
 
A seguito di contatti con ambienti neoplatonici veneziani
egli oltre a conoscere e studiare il rinascimento italiano 
s’avvicinò alle conoscenze esoteriche ed ermetiche
di cui questa sua MELENCOLIA 
è la massima espressione artistica.
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LA MELENCOLIA DI DURER

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Albrecht Dürer Melencolia I incisione a bulino, 1514

 
 
 

La materia al nero degli alchimisti
è chiamata anche “primo segno” dell’opus
poichè senza annerimento non ci sarà bianchezza.

A.J.Pernety, Dictionnaire Mytho-Hermétique, 1758

 

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Melencolia I, detta anche Melancholia I (1514), è parte di un trittico di incisioni di Albrecht Dürer che comprende le allegorie di tre classi di virtù e tre sfere di attività secondo una classificazione ancora medioevale.

 
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Il Cavaliere (II)
 

 

 

La seconda opera del trittico, “Il Cavaliere, la morte e il diavolo” rappresenta la sfera morale e la terza “S. Girolamo nella cella” quella della teologia e della meditazione.

 
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San Girolamo nello studio (III)


 
 
 
 
ESAMINIAMO I SIMBOLI PRESENTI NELL’OPERA

 
 

Melencolia I simboleggiava invece la sfera intellettuale dominata dal pianeta Saturno, secondo la tradizione astrologica legato al sentimento della malinconia, ed intendeva istituire una connessione fra il mondo razionale e scientifico e quello immaginativo dell’arte.


Nello sfondo, incorniciata da un arcobaleno “lunare”, brilla una cometa, inquietante simbolo notturno capace di suscitare sentimenti melanconici. 
Le chiavi rappresentano la conoscenza che sola può liberare l’uomo dallo stato melancolico della sua ricerca, e infatti in fondo portato da un pipistrello vi è una luce che rischiara le tenebre.


Tutta l’opera è disseminata dei simboli del “sapere” alchemico.


 

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Il personaggio principale della scena è la figura femminile dell’angelo che, seduta su un gradino, con la mano sinistra sorregge il capo mentre nella destra stringe un compasso, strumento indispensabile nella misurazione non solo delle cose e degli spazi terreni, ma anche della distanza tra finito e infinito.


Il volto è in ombra ed emerge, per contrasto, lo sguardo fisso in avanti e perso nel vuoto.


Il lungo abito non lascia intravedere alcuna forma anatomica ed è modellato con una serie di pieghe dal sapore baroccheggiante.


Dal fianco pende un mazzo di chiavi, mezzo e strumento per aprire le porte dell’ignoto ed avere accesso alla conoscenza.


La figura allegorica dell’angelo è simbolo dell’impotenza creativa del genio (quasi certamente lo stesso autore) dominato e, forse, momentaneamente domato dall’umore nero, dall’umore malinconico.


Il titolo dell’opera di Dürer è stampato su un cartello sorretto da un pipistrello da sempre simbolo della morte.
Malinconia, dunque, come morte della creatività, come momento di blocco creativo.




Arcobaleno.. cometa.. clessidra e bilancia




Un arcobaleno dai tratti netti e precisi incornicia un arco di cielo attraversato da una cometa dal nucleo brillante che si orienta da nord–ovest a sud–est e farebbe pensare alla cometa apparsa nei cieli dell’occidente negli anni 1513 – 1514.


Più che a un dato negativo e in correlazione con la bilancia (fine dei tempi), con la clessidra e con la meridiana quali simboli precipitosi degli avvenimenti di un ciclo che finisce, l’arcobaleno è un elemento positivo che, di contro alla negatività del pipistrello, rappresenta la speranza di superare l’attuale stato di abbattimento e dell’impossibilità creativa.


Arcobaleno e stella cometa illuminano un tratto di mare, forse l’Adriatico, e le terre in lontananza, quelle veneziane, da sempre più libere alle sperimentazioni scientifiche e alle meditazioni filosofiche in un rapporto più diretto con il mondo orientale.

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Sulla parete dell’edificio, in alto a destra e quasi sfiorato dall’ala sinistra dell’angelo, è scolpito il quadrato magico numerico di quarto ordine, ossia simmetrico, la cui somma dei numeri opposti all’angolo dà 17 (16 +1; 13 +4; 10 + 7; 11 + 6).

Nella credenza rinascimentale si riteneva che combattesse la malinconia di origine saturnina e fu collegato dagli astrologi a Giove.
L’ultima fila di numeri del quadrato può essere letta come la data di realizzazione dell’opera, 1514, ed i numeri 1 e 4 corrispondenti alle iniziali del nome e cognome dell’artista A(lbrecht) D(ürer) oppure sinonimi di A(nno) D(omini).

La sfera e il tetraedro troncato suggeriscono la base matematica dell’arte del costruire, mentre strumenti di carpenteria giacciono inutilizzati al suolo.
Secondo studi recenti il quadrato numerico è strettamente collegato al poliedro che in un disegno preparatorio poggiava su di una grande lastra quadrangolare la cui forma è interamente dedotta dal quadrato magico.







Alle pareti dell’edificio, quasi in posizione speculare, sono appesi una bilancia ed una clessidra 

(vedi su immagine con arcobaleno);

la prima non solo simbolo di giustizia, ma anche strumento presente in tutte le botteghe degli alchimisti, 

l’altra porta con sé varie simbologie: 

dal lento ed inesorabile fluire del tempo fino alla vanità delle cose terrene.


Il tempo che passa e, quindi, la clessidra, può essere la metafora di una vita regolata che tende a Dio, 

al mondo sovrannaturale ed è anche quanto viene suggerito dalla scala 

che non è solo uno strumento che serve per innalzare edifici, 

ma diventa simbolo dell’ascesa dal mondo delle apparenze al mondo della conoscenza 

in perfetta simbiosi sia con il credo cristiano che con la filosofia neoplatonica.



Tutto è immobile, un momento di sospensione suprema e un’atmosfera di silenzio, 

è sottolineato dal levriero accucciato ai piedi dell’angelo quale servitore fedele 

e quasi sopraffatto dal masso alle sue spalle geometricamente modellato 

che sembra delimitare uno spazio protetto in cui potersi accucciare 

e non ribellarsi a niente e nessuno, neanche a quella fame che lo ha ormai ridotto 

ad una forma scheletrica al limite di una naturale sopravvivenza.



Tutta l’opera, che è conservata al Metropolitan Museum di New York

è composta con i soli colori bianchi e neri con diverse sfumature e tonalità.



 
 
 
 
“Io Albrecht Dürer di Norimberga, all’età di 28 anni,
con colori eterni ho creato me stesso a mia immagine” 
 
 
 
 
 
Fonti : vari siti web 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN




IL GRUPPO IN CUI POSSIAMO VIVER L’ARTE…
INSIEME

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QUANDO TI BACIO – E. FRIED – FELICE SABATO IN POESIA… ARTE… E…   2 comments

 

 

 

Franz Dvorak – Purezza e passione

 

 

 

 

Il vero amore è come i fantasmi;
tutti ne parlano,
ma sono pochi quelli che lo hanno visto davvero.
(Francois de La Rouchefoucauld)
 

 
 

Franz Dvorak – Lettrice
 
 
QUANDO TI BACIO

Erich Fried

 

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombellico
non è solo il tuo grembo
che bacio.

Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.

 

 

 
 

 

Franz Dvorak – Testa di donna con corona di fiori

 

 

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PER LE NOVITA' DEL BLOG

 
SE IL BLOG TI PIACE
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LA GELOSIA IN POESIA… AFORISMI… ARTE… MUSICA…E…   2 comments

 

 

Bronzino – Venere Amore e Gelosia

 

 

LA GELOSIA IN POESIA… AFORISMI… ARTE… MUSICA…

E NON SOLO


a cura di Tony Kospan

 

Sdoganata dalla scienza,
è ora chiaro che essa è un sentimento naturale,
antico quanto l’amore… insieme al quale è nata…,
ma se dura più di un’ora al giorno
la cosa può diventar grave!!!!

 

 

 

 

La gelosia non è un sentimento di cui si va fieri,
forse perché mostra le nostre debolezze…
le nostre incertezze… le nostre paure.

 

 Eppure, almeno una volta nella vita, tutti lo siamo stati:
forse non fino al punto di pugnalare Desdemona
e forse senza odiare a morte ma…. certo lo siamo stati…
ed abbiamo sofferto… eccome…

 

 

 

 

Se è eccessiva è una vera e propria pericolosa patologia
ma se manca del tutto può rivelar disinteresse.

 

Per alcuni psicologi essa nascerebbe solo dal desiderio
di possesso del partner, ma a parer mio questo motivo,
pur valido, non è esaustivo… in quanto pur se si ama
senza cercar di esercitar questo possesso
si può però lo stesso temere per la scomparsa
di un progetto di vita e la costruzione di un sogno.

 

 

Gaston Édouard Guédy – La Gelosia

 

 

Il tema è vastissimo e controverso… per cui mi fermo qua…

 

Prima di passare alle poesie,  come di consueto,
possiamo leggere alcuni aforismi sul tema…

 

 

 

Mats Eriksson – Gelosia

 

 

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Oh! guardati, mio signore, dalla gelosia:
è il mostro dagli occhi verdi
che schernisce la carne di cui si nutre
William Shakespeare

 

Come geloso, io soffro quattro volte:
perché sono geloso,
perché mi rimprovero di esserlo,
perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro,
perché mi lascio soggiogare da una banalità:
soffro di essere escluso, di essere aggressivo,
di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
 R. Barthes

 

La gelosia spegne l'amore come le ceneri spengono il fuoco
Ninon de Lencios

 

La gelosia ha da entrar nell'amore,
come nelle vivande la noce moscata.
Ci ha da essere, ma non si ha da sentire.
 Francesco Algarotti

 

Nella gelosia c'è più amor proprio che amore
François de La Rochefocauld

 

 

Godward John William – Giardino pompeiano

 

 

Tra le poesie prescelte quest'anno ce ne sono 2
che vengono dal mondo antico… greco e latino…

 

Sarà bello se il tema di questo post potrà arricchirsi
di tante poesie vostre o di altri autori… che amate…

 

 

Miracolo del marito geloso – Tiziano Vecellio

 

 

GELOSIA
Riccardo Spelta

Entro nella tua stanza
senza chiederti permesso
Il tuo sorriso malizioso
mi fa sentir padrone
Prego s'accomodi
per lei nessun segreto
Allora frugo i cassetti
delle tue cose intime
Tocco anche il letto
che forse è ancora caldo
Apro l'armadio
in cerca di amanti fantasmi
Mi segui e mi assecondi
ma la pazienza ha un limite
Cerco un pretesto
che mi allontani da te
Ecco, l'ho trovato!
Tu non sei vergine
ed io che ci speravo
Me lo dice quella foto
laggiù sul comodino
Ora ho la scusa
per scriverti il mio sdegno
Sbatto la porta ed esco
dico per sempre addio
Lascio tutto sottosopra
e tu piangi sconsolata
Io che mi credo forte
penso sarà facile sparire
Ma ad un tratto nel petto
una mano mi strizza il cuore
E non lo molla più
togliendomi il respiro
Vuoi vedere che ho sbagliato
e da padrone passo a schiavo?
No non può essere
non è questo che volevo
E solo allora scopro
che gli schiavi sono due
Due innamorati che giocano
col gomitolo dei tormenti

 

 

Edvard Munch – Gelosia
 
 

CONCORRENZA SLEALE
DI PRIMA MATTINA A CATERINA
Erich Fried 

Quando dissi
“facciamo l'amore”
dicesti no
spiegandomi
“Ho appena conosciuto in sogno
un uomo amabile
Era cieco
ed era un tedesco
Non è buffo?”
Ti augurai sogni d'oro
e scesi da basso
alla mia scrivania
ma geloso
come non mai

 

 

Gauguin – Come sei gelosa?

 

 

SE NON TUA
Catullo

Se non tua, di nessuno,
dice la mia donna,
di nessuno,
nemmeno di Dio.
Dice:
ma ciò che donna giura all'amante
scrivilo nel vento,
affidalo all'acqua errante.
 

 


Alexandre Marie Colin – Otello e Desdemona

 

 
OTELLO
 W. Shakespeare


Vi prego,
Quando narrerete questi
Tragici avvenimenti,
Parlate di me quale io sono;
Non attenuate nulla,
Non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
Senza saggezza ma con troppo amore,
Di uno non facile alla gelosia,
Ma che istigato,
Giunse alla follia estrema
Di un uomo la cui mano,
Come farebbe un povero indiano,
Gettò via una perla più
Preziosa di tutti i suoi tesori.

 

 

Favretto Giacomo – La moglie gelosa

 

 

ODE ALLA GELOSIA
Saffo

A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono scolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a e rapita di mente.
 
Traduzione di S. Quasimodo

 

 

 

Ciao a tutti da Tony Kospan

 

 

 

 

 

 

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