Archivio per 27 aprile 2013

LA FORCHETTA – L’UMANA SPERANZA IN QUESTO SUBLIME RACCONTO   1 comment

 

 
UN SIMPATICISSIMO RACCONTO MORALE…
 
 
 
 

 

 

LA FORCHETTA

 

Una giovane donna ha appena saputo di avere una malattia terribile e che le restano solo tre mesi di vita.
Chiama il parroco per le sue ultime volontà.
Sceglie gli abiti che indosserà, la musica, le parole e le canzoni.
 Quando il parroco sta  per andarsene lo trattiene per un braccio.
– “C’è un’altra cosa …”
– “Dica”
– “Questo è importante. Voglio che mi si sotterrino con una forchetta nella mano destra!”

 Il parroco è molto sorpreso …
– “La cosa la meraviglia, vero?”
– “Per essere sincero sono piuttosto perplesso dalla sua richiesta”
– “Dunque! Mia nonna mi ha raccontato questa storia ed io ho sempre provato a trasmettere questo messaggio a tutti quelli che amo ed hanno bisogno di incoraggiamento. 
” In tutti i miei anni di partecipazione ad eventi sociali e pranzi ricordo che sempre c’era qualcuno che piegandosi verso di me diceva – tenga la sua forchetta! – ed era il momento che preferivo perché sapevo che qualcosa di meglio sarebbe arrivato, come una torta, una mousse al cioccolato od una torta di mele.

 

 

 

 

Qualcosa di meraviglioso e di sostanza. “
Quando la gente mi vedrà nella cassa da morto con una forchetta nella mano, voglio che si chiedano:
– Perché quella forchetta? – ed allora lei potrà rispondere:
– Tenete sempre la vostra forchetta perché il meglio deve ancora arrivare! -”
Il parroco, con le lacrime agli occhi, stringe forte la giovane donna per darle l’arrivederci.
Sa che non la rivedrà mai più viva. E sa che quella donna aveva un’idea del paradiso molto migliore sia della sua che di tanta altra gente.

Lei SAPEVA che qualcosa di meglio sarebbe successo.
Ai funerali la gente sfilava davanti alla cassa della giovane donna e vedevano sia il suo bel vestito che la forchetta nella mano destra.
Tutt’a un tratto il parroco sentì l’attesa domanda:
– “Perché la forchetta?” e sorrise.

Durante la predica, il parroco raccontò la conversazione avuta con la giovane donna alla vigilia della sua morte e raccontò loro la storia della forchetta dicendo che non riusciva a smettere di pensarci e che da allora in poi anche loro, ogni volta che avessero avuto nella mano una forchetta, avrebbero dovuto permetterle di ricordar loro che il meglio doveva ancora avvenire.
 

 

 

DAL WEB – IMPAG. T.K.

 

 

SPERIAMO CHE DAVVERO…
IL MEGLIO CI E’ RISERVATO DOPO LA NOSTRA…
DIPARTITA…
 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 


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I N S I E M E

 

 

I SEGNALI SEGRETI DEL CORPO DI DISPONIBILITA’ O RIFIUTO NELLA SEDUZIONE   5 comments


 
 
 
 
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Sappiamo che il corpo ha un suo linguaggio segreto…
 
Scopriamo cosa dice in questo campo…
 

 
 
 
 
 
 

I SEGNALI NELLA SEDUZIONE 

Ecco quali sono quelli di disponibilità e quelli di rifiuto.
 
 
 
 

SEGNALE VERDE

 

 

 

 

(Segnali che indicano disponibilità ad andare avanti per entrambi) 

 

 

  

 

 

1 – Al primo incontro: guardare negli occhi per un periodo più lungo di quello dettato dalla cortesia. Anche un’occhiata falsamente casuale al corpo indica un certo interesse.

2 – Aggiustarsi l’abito, ravvivarsi i capelli con la mano, sistemare la cravatta, controllare il trucco.

3 – Raddrizzare il portamento, petto in fuori e pancia in dentro. E’ un comportamento che ha radici antichissime, e che è tipico di tutti i bipedi.

4 – Parlare lentamente e con tono pacato. La qualità della voce è tra le prime a essere alterata dall’interesse verso un’altra persona.

5 – Durante la conversazione: sorridere spesso, annuire anche in modo impercettibile, piegare il capo verso una spalla.

6 – Tenere le braccia ben discoste dal corpo e le mani aperte.

7 – Giocherellare con un mazzo di chiavi o un altro oggetto, far scorrere un dito intorno a un bicchiere o a una tazza.

 

 

 

 

 

Disponibilità da parte di lui:

 

 

1 – Infilare i pollici nella cintura o nelle tasche dei pantaloni e puntare le altre dita verso i genitali.

2 – Appoggiare una caviglia sul ginocchio dell’altra gamba.

 

 

 

 

 

Disponibilità da parte di lei:

 

 

1 – Cercare un contatto in modo apparentemente innocente: sistemare per esempio la cravatta di lui, afferrargli un polso per vedere l’ora, sistemargli il bavero della giacca.

2 – Mostrare il palmo della mano e il polso; contemporaneamente accarezzarsi i capelli o altre parti del corpo con l’altra mano. 




 

 

 


SEGNALE ROSSO

 

 

 

 

 

(Segnali di rifiuto o di indifferenza… per entrambi)

 

 

 

 

1 – Ginocchia incrociate, gambe strette, piedi uniti.

2 – Braccia incrociate sul petto.

3 – Mani unite in grembo o una che stringe il polso all’altezza del seno.

4 – Coprirsi il viso con le mani.

5 – Tenere un bicchiere in mano fra sé e l’altra persona.

6 – Toccarsi il naso o passarsi una mano sulla nuca guardandosi intorno.

7 – Mordicchiarsi le labbra e muovere nervosamente un piede.

8 – Evitare ogni contatto fisico, anche quelli accidentali.

 

 

 

 

 

Testo dal web… Impaginaz. T.K.


 

Penso sia utile… o no?

 

Ciaooooooooo da Orso Tony


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LE PAROLE DEL CIELO – M. THEODORAKIS – BUON SABATO IN POESIA ARTE AFORISMA E…   Leave a comment

 

 

 

Diego Rivera –  Dona Elena Flores de Carrillo

 
 
 
 
 

 

 


Diego Rivera – Natasha Gelman – 1943
 
 
 
 
 

La poesia è poesia quando porta in sé un segreto

 
Ungaretti
 
 

 
 
 

DREAMRID.jpg
 
 

 
 
LE PAROLE DEL CIELO
 
Mikis Theodorakis
 
 
Dimmi le parole del cielo
ed io ti darò il bacio dell’amore.
Resta lì, nuda come il mare
e lasciami guardare  i tuoi occhi
nei quali io sogno.
Devo volar via come una colomba,
partire in viaggio con il tuo ricordo,
oltre le nuvole
oltre gli oceani d’argento.
Dimmi le parole del cuore
e avrò ali per volare come in sogno.
Resta lì, nuda come il mare
e lasciami guardare i tuoi occhi
nei quali io sogno.
 
 
 

Diego Rivera – Linda Christian (partic.)

 

 

 

 

a tutti

da Orso Tony

 

 

 

 

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IL BAGNO – L. RIVADENEYRA – FELICE NOTTE IN MINIPOESIA   Leave a comment

 
 
 
 
Alfred George Stevens – Il bagno
 
 
 
IL BAGNO
Lucìa Rivadeneyra
 
Dicono che un buon bagno
cancella tutto.
Io è da anni che mi bagno
mi strofino
 mi arrosso
 e non ho potuto strapparmi
le tue mani.
 
 
 
 
Degas Edgar – Il bagno
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan