









E' l'anno in cui si tennero le famose Olimpiadi di Berlino
che videro il nero Owens trionfare a dispetto di Hitler che,
si racconta, si rifiutò di stringegli la mano…
Ed infine ascoltiamola
in questo bel video cantata da Carlo Buti…
Adionilla Pizzi (il suo vero nome)
era nata a Sant'Agata Bolognese nel 1919.
Era definita «regina della musica italiana»…
per i suoi grandi successi nei primi Festival di Sanremo
ed è stato un vero e proprio mito della canzone italiana
negli anni '50 e '60.
Sant'Agata Bolognese 16 4 1919 – Segrate 12 3 2011
Mi fa piacere ricordarla con questo post
dedicato ad una sua simpaticissima canzone
che è certo tra i suoi più grandi successi…
Antonio de Curtis – Totò
Lei è la sorella? E da quanto tempo? Prendo tre caffè alla volta per risparmiare due mance. Elena di Troia…Troia…Troia: questo nome non mi è nuovo. A volte anche un cretino ha un’idea. I parenti sono come le scarpe: più sono stretti più fanno male. A me i gatti neri mi guardano in cagnesco. E’ un affare? No è un furto, garantisco io. Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto? Devo andare ad un funerale di un morto. Tutti i giorni lavoro, onestamente, per fregare la legge. Questi modi sono interurbani. La sua vita si svolge tra casa e chiesa… E va be’, ma nel tragitto cosa succede? Giura su qualcosa di più sacro del tuo onore: la tua fame. Non posso morire! C’ho un appuntamento. Io quando fingo, fingo sul serio. Modestamente, la circolazione ce l’ho nel sangue. Parola d’onore onorevole? Se ognuno pensasse agli incassi suoi. E’ la somma che fa il totale. I soldi si fabbricano al Policlinico dello Stato. (La banda degli onesti) A casa nostra, nel caffelatte non ci mettiamo niente: nè il caffè, nè il latte. (Miseria e nobiltà) Io sono turco, turco dalla testa ai piedi, ho persino gli occhi turchini. (Il turco napoletano) Egizio, ti sei messo la corazza? Allora sei pronto? Signori in corazza! (Totò contro Maciste) Signori si nasce, io lo nacqui. (Signori si nasce) Io non rubo, integro. D’altra parte in Italia chi è che non integra? (Fifa e Arena) Signora, lei vuol vedere il bollito, così davanti a tutti? E va bene, de gustibus non est sputazzendam. (Totò, Vittorio e la dottoressa) Ho un ottimo rimedio contro i mali di capo, i dolori capuani. (Sua Eccellenza si fermò a mangiare) Futurista,impressionista, realista? Veramente io sono socialdemocratico monarchico napoletano.” (Totò cerca casa) Che ve ne fate della mia pelle? E’ una pellaccia, un’imitazione… “ (Totò sceicco) Sprizzo salute da tutti i pori, sono uno sprizzatoio. “ (Totò cerca pace)
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ED ORA LA FAMOSISSIMA SCENA DELLA LETTERA…
![]() CIAO DA TONY KOSPAN
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come in un club… ed in modo meno veloce…
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Vieni…
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Amici di penna – Gabito Grupos
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![]() T.K.
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– ARTE E SEGRETI –
I PARTE
Agnolo Bronzino
La fanciulla il cui bel volto sbuca dietro il putto, è piuttosto strana, se si cerca di guardarne il corpo, che in parte si nasconde sempre dietro il putto, e non è un caso.
Perché la bella veste verde che indossa è in parte sollevata, ed appare un corpo squamoso, da pesce o da rettile.
Più in basso, compariranno delle zampe con artigli ed anche una lunga coda.
In una mano tiene un favo di miele, nell’altra cerca di nascondere un piccolo animale venefico.
Non solo, a ben guardare le due mani sono scambiate: la destra è una sinistra, e la sinistra una destra.
Qualche critico, fermandosi alla pelle squamosa, ha ritenuto che fosse una Arpia, ma sono le mani, a svelare l’identità:
la mano cattiva che offre il dono, la mano buona che nasconde il veleno: una duplicità vertiginosa.
E’ la Frode (anche l’Inganno o l’Ipocrisia, secondo gli iconologi del ’500), la cui caratteristica fondamentale è proprio la duplicità:
per questo il viso è bellissimo ed il corpo orribile,
per questo le mani sono scambiate,
per questo non sta in primo piano, ma si nasconde dietro al putto, che è il simbolo del Piacere e del Gioco.
Proprio negli anni in cui opera il Bronzino si diffonde il gusto dei labirinti:
grafici, scolpiti, realizzati nei giardini, quasi a significare la perdita di senso, la difficoltà di trovare una risposta univoca:
la Frode è una moderna Sfinge, più insidiosa di quella che incontrò Edipo.
Se si esamina il particolare in basso a destra del quadro del Bronzino, si scoprono altri aspetti di cui alcuni inattesi.
Non lo è il pomo nella mano (splendida!) di Venere, un dono che la dea intende offrire ad Amore o Cupido (si badi, è suo figlio, in quasi tutti i miti, e quindi c’è pure il coté incestuoso);
tiene il pomo in modo che Cupido lo veda – però con l’altra mano tiene una freccia, che Cupido non può vedere, ma di ciò poi.
Si intravedono anche parte delle gambe della dea, che è di una bellezza non so dire se divina o diabolica, ed il Bronzino a questo voleva portarci, ad una ammirazione tanto forte quanto turbata.
Pomo, Gambe della dea e maschere (partic.)
Si vede che il putto ha una cavigliera ornata con campanelli, un motivo dell’antichità ellenistica che rimanda al Piacere ed al Gioco.
Si intravedono anche le zampe con gli artigli della bella fanciulla, la Frode, e la sua lunga coda, simile, diremmo noi, a quella di un enorme serpente a sonagli, che presumibilmente il Bronzino non conosceva (ma che strano, sonagli-campanelli!).
Il convegno – Ambrogio Antonio Alciati