Archivio per 4 aprile 2013
George Henry Boughton
Coloro che vivono d’amore vivono d’eterno.
Emile Verhaeren
George Henry Boughton
CIO' CHE HO SCRITTO DI NOI
Nazim Hikmet
Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.
George Henry Boughton – Fine della luna di miele
a tutti dall’Orso
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*
SERA D'APRILE
Antonia Pozzi
Batte la luna soavemente
di là dei vetri
sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch'essa
stupita
sola
nel prato azzurro del cielo.
*Dipinto di Magritte
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Tra le poesie che definisco ”sublimi”,
intendendo con questo termine poesie
che uniscono alla bellezza dei versi
anche profondità di pensiero, riflessioni sulla vita, etc…,
non può mancare questa del mitico Neruda…
In molti pensano che Neruda abbia scritto solo
poesie bellissime d’amore… mentre ha in realtà
scritto anche opere morali e sociali…
di cui tra l’altro andava più fiero che delle prime.
Questa, che è di genere morale ed introspettivo,
ci sorprende molto favorevolmente come sempre.
CHIEDO SILENZIO
– NERUDA –
– SUBLIME POESIA MORALE –
Può sembrare all’inizio una poesia triste
di una persona che dà l’addio al mondo,
ma poi si apre in un affresco in cui è dipinta,
in modo chiaro e lucido,
la sua idea delle stagioni della vita… dell’amore…
ed in definitiva la sua visione del senso del nostro vivere.
Visione che appare quasi filosofica o religiosa…
con la suggestiva affermazione di un eterno ciclo
nel quale la nascita ci porta sempre alla morte
e che la morte che ci porta sempre ad una nuova nascita…
Il Poeta dunque, pur facendo un resoconto della sua vita,
non si lascia trascinare nella malinconia dei ricordi
nè dal pessimismo del pensiero sul destino dell’uomo.
Anzi, grazie anche alla proclamazione
del suo amore per Matilde (Urrutia),
che considera la donna del suo destino,
la poesia raggiunge anche un grande vigore lirico.
In ultima analisi a me sembra
che la poesia contenga, pur nel commiato,
un sereno ed innamorato abbraccio alla vita…
in ogni suo aspetto.
CHIEDO SILENZIO
Pablo Neruda
Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l’amore senza fine.
La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E’ quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i grani che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E’ che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.
Come sempre mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere…
CIAO DA TONY KOSPAN
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR
E CULTURA (MA CON LEGGEREZZA)
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Proserpina – Rossetti – Jane Burden
JANE BURDEN
LA MUSA DI ROSSETTI E DEI PRERAFFAELLITI
a cura di Tony Kospan
Jane Burden
JANE BURDEN – BREVE BIOGRAFIA
Jane nacque ad Oxford il 19 ottobre 1839.
Il padre era uno stalliere e dei suoi primi anni si sa solo che visse in una famiglia povera.
Jane Burden con la sua famiglia
Nell’ottobre del 1857 l’incontro fatale con Dante Gabriel Rossetti ad una rappresentazione teatrale.
Dante rimase rapito dalla sua particolare bellezza.
(Londra 12.5 .828 – Birchington 10.4.1882)
Rossetti, al’epoca sposato (e non solo) la convinse a posare per lui e la dipinse nel ritratto di Ginevra.
Fu così che conobbe William Morris amico di Rossetti e cofondatore, insieme ad altri, della corrente artistica dei Preraffaelliti.
William Morris
L’artista e scrittore Morris la dipinse anch’egli ma in breve si fidanzarono ed egli provvide anche alla sua educazione culturale.
Lei ne fu così entusiasta che divenne capace di leggere anche testi in francese ed in italiano oltre a diventare una pianista di buon livello.
Jane Burden – La belle Iseult – William Morris
Dal loro matrimonio avvenuto nel 1859 nacquero 2 figlie di cui la seconda, May, fu poi anche l’editrice di libri del padre.
Mentre il marito, Morris, si dedicava soprattutto alle sue attività artistiche (decorative) e di promozione sociale e politica che ebbero grande influenza sulla cultura inglese dell’epoca Jane nel 1884 iniziava una relazione amorosa con il poeta Wilfrid Scawen Blunt che terminò qualche anno dopo pur rimanendo sempre l’amicizia tra loro.
Oltre che da Rossetti che la ritrasse numerosissime volte ed a cui fu sempre legata, e dal marito, Jane Burden fu la modella anche di Edward Burne-Jones e Evelyn De Morgan.
Rossetti – Jane burden – Pia dei Tolomei
I PRERAFFAELLITI
Questa corrente nacque nel settembre del 1848 in Inghilterra in opposizione al dominante accademismo dell’epoca e contro le rigidità del Vittorianesimo.
Il loro obiettivo era il ritorno alla natura ed alla spontaneità che individuavano nell’arte italiana del ‘400 e cioè prima di Raffaello.
Da ciò il nome.
Jane Burden – Monna Rosa – Rossetti
JANE BURDEN – LA MUSA DEI PRERAFFAELLITI
Scrive Antonella Barina:
“ Era di una bellezza inconsueta Jane Burden, figura languida e malinconica – occhi immensi , labbra carnose , nuvola di capelli scuri – che nell’universo prerafaellita dell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento divenne l’ideale della femminilità”.
Jane Burden – Vedova romana – Rossetti
Così la descrisse poi lo scrittore Henry James dopo averla vista:
“Un’apparizione d’incredibile e meravigliosa intensità. Alta e sottile in lungo abito color porpora, con il volto emaciato e pallido, gli occhi tristi, profondi, scuri, il lungo collo avvolto in fili di perle esotiche”.
Vestito blu – Rossetti – Jane Burden
Questo suo sottile fascino fu esaltato soprattutto da Rossetti che la dipinse numerosissime volte (e con la quale ebbe un intenso scambio epistolare da cui non traspare se ci fosse qualcosa di più di un’amicizia).
La sua figura divenne il simbolo estetico dominante di questa corrente, cosa che non era mai accaduta prima, nè accadrà poi mai più nella storia dell’arte.
Edward Burne-Jones – Estate verde – Jane Burden ed altre modelle
Tony Kospan
F I N E
Fonti: vari siti web – Copyright Tony Kospan
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Nell'anniversario della morte di Martin Luther King
pastore, politico e leader del movimento per la difesa dei diritti civili
ucciso a tradimento mentre era al balcone a Memphis
mi fa piacere ricordarlo con questo suo brano.
(Atlanta 15 1 1929 – Memphis 4 4 1968)
Era considerato l'apostolo della non violenza
e della vera uguaglianza oltre che difensore dei poveri e degli emarginati…
e per questo ebbe il Premio Nobel per la Pace.
Tutto il suo insegnamento si condensa nella sua mitica espressione…
I HAVE A DREAM (HO UN SOGNO)
Ma veniamo a questo brano che penso possa esserci utile
ed illuminarci…in diversi momenti e per diversi aspetti…
della nostra vita…
UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE DI MARTIN LUTHER KING
LA FELICITA’
Martin Luther King Jr.
Forse Dio vuole che incontriamo un pò di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontreremo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie di amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Dare a qualcuno tutto il tuo amore non è un’assicurazione che sarai amato a tua volta!
Non ti aspettare amore indietro, aspetta solo che cresca nei loro cuori, ma se non succede accontentati che cresca nel tuo.
Ci vuole un minuto per offender qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di far le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l’importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai tu sorrida.
Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici.
CIAO DA TONY KOSPAN


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Julius Leblanc Stewart
Posso resistere a tutto,
tranne che alle tentazioni
~ Oscar Wilde ~
Julius Leblanc Stewart – Andiamo a fare un giro? – 1897
ORSO TONY
IL CONDOR
Pablo Neruda
Io sono il condor, volo
su di te che cammini
e d’improvviso in un giro
di vento, penna, artigli,
ti assalto e ti innalzo
in un ciclone sibilante
di freddo tempestoso.
Alla mia torre di neve,
alla mia tana nera,
ti porto, e sola vivi,
e ti copri di penne,
e voli sopra il mondo,
immobile, nell’alto.
Donna condor, saltiamo
su questa preda rossa,
straziamo la vita
che passa palpitando
e innalziamo uniti
il nostro volo selvaggio.
Julius Leblanc Stewart – Veranda veneziana
à tout le monde
par Orso Tony





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