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Il venditore di palloncini (Quello che ci fa volare) – Raccontino simpatico ma anche saggio   Leave a comment





Un raccontino davvero sublime

che ci consente anche qualche semplice

ma interessante riflessione.







QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)



Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York. 

 
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. 

Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. 

Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. 

Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:

“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” 

Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.







Raccontino dal web




ARCOBALEN99



“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,

se fossi più grande, se fossi più bello…”  




Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro



Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano. 


Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.







E voi cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan




VISITA… PER LE NOVITA’

Frecce (174)









La forchetta – Un raccontino sublime che ci dona una… speranza   Leave a comment





UN SEMPLICISSIMO… MA NEL CONTEMPO…

SIMPATICISSIMO RACCONTO MORALE









LA FORCHETTA




Una giovane donna ha appena saputo di avere una malattia terribile e che le restano solo tre mesi di vita.

Chiama il parroco per le sue ultime volontà.

Sceglie gli abiti che indosserà, la musica, le parole e le canzoni.

 Quando il parroco sta  per andarsene lo trattiene per un braccio.

– “C’è un’altra cosa …”

– “Dica”

– “Questo è importante. Voglio che mi si sotterrino con una forchetta nella mano destra!” 

Il parroco è molto sorpreso…

– “La cosa la meraviglia, vero?”

– “Per essere sincero sono piuttosto perplesso dalla sua richiesta”

– “Dunque! Mia nonna mi ha raccontato questa storia ed io ho sempre provato a trasmettere questo messaggio a tutti quelli che amo ed hanno bisogno di incoraggiamento.

” In tutti i miei anni di partecipazione ad eventi sociali e pranzi ricordo che sempre c’era qualcuno che piegandosi verso di me diceva – tenga la sua forchetta! – ed era il momento che preferivo perché sapevo che qualcosa di meglio sarebbe arrivato, come una torta, una mousse al cioccolato od una torta di mele. Qualcosa di meraviglioso e di sostanza.”

Quando la gente mi vedrà nella cassa da morto con una forchetta nella mano, voglio che si chiedano:

– Perché quella forchetta? – ed allora lei potrà rispondere:

– Tenete sempre la vostra forchetta perché il meglio deve ancora arrivare! -”

Il parroco, con le lacrime agli occhi, stringe forte la giovane donna per darle l’arrivederci.

Sa che non la rivedrà mai più viva.

E sa che quella donna aveva un’idea del paradiso molto migliore sia della sua che di tanta altra gente.

Lei SAPEVA che qualcosa di meglio sarebbe successo.

Ai funerali la gente sfilava davanti alla cassa della giovane donna e vedevano sia il suo bel vestito che la forchetta nella mano destra.

Tutt’a un tratto il parroco sentì l’attesa domanda:

– “Perché la forchetta?” e sorrise.

Durante la predica, il parroco raccontò la conversazione avuta con la giovane donna alla vigilia della sua morte e raccontò loro la storia della forchetta dicendo che non riusciva a smettere di pensarci e che da allora in poi anche loro, ogni volta che avessero avuto nella mano una forchetta, avrebbero dovuto permetterle di ricordar loro che il meglio doveva ancora avvenire.









TESTO DAL WEB – IMPAG. T.K.








SPERIAMO CHE DAVVERO…
IL MEGLIO CI SARA’ RISERVATO
DOPO LA NOSTRA… DIPARTITA.


CIAO DA TONY KOSPAN





farf color farf f377f93a
Frecce (174)







Noi siamo fuocherelli – Simpatico ed originale raccontino dal Libro degli Abbracci   Leave a comment

 
 
 

Davvero bello, pur nella sua genuina semplicità,
 questo raccontino-riflessione

 
 
 
 
 
 
 
 
 


NOI SIAMO… FUOCHERELLI
Eduardo Galeano







 
 
 
 
 
 
A un uomo del villaggio di Negua, sulla costa della Colombia, fu concesso di salire alto nel cielo.

Al ritorno disse che aveva contemplato dall’alto la vita degli uomini.

 
E disse che siamo un mare di fuocherelli.

 
Il mondo è questo – rivelò -.
 
 
 
 

starfall gif 20

 

 


C’è un mucchio di gente e un mare di fuocherelli.

Ogni persona brilla di luce propria fra tutte le altre.

Non ci sono due fuochi uguali.

Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi d’ogni colore.

 

 

 
 
 

C’è gente dal fuoco sereno che non si lascia scompigliare dal vento, e gente dal fuoco pazzo, che riempie l’aria di faville.
 
Alcuni fuochi sono fuochi sciocchi, che non illuminano né bruciano però ce ne sono altri che ardono tutta la vita con tanta voglia che non li si può guardare senza restare abbagliati.
 
E chi si avvicina, prende fuoco.
 
 

Eduardo Galeano, El libro de los abrazos (Il libro degli abbracci)


 
 
 
 
 
 


Proviamo a guardar le persone attorno a noi… secondo le immagini di questa storiella ed immaginare quale tipo di fuocherello esse possono essere.
 
Potremmo divertirci.
 
Ma… ma poi… noi… sì proprio noi…  dove ci collochiamo e soprattutto dove e come ci collocano gli altri?
 
Siamo fuochi grandi o piccoli? Sciocchi… o saggi…? O…?


 
 
 
 
 
 
 

Ciao da Orso Tony





viola nocca hb

LA TUA PAGINA DI… SOGNO?

Frecce (51)

.

.

.

 
 
 

IL CONTO – Raccontino di Bruno Ferrero saggio.. carinissimo ed utile per l’educazione dei ragazzi   Leave a comment

 

 


Un bellissimo raccontino

che consiglio alle madri (ed ai padri)

di far leggere ai ragazzi di oggi.

 

 

 


 

 

 

MADRE E FIGLIO

– BEL RACCONTINO DI SAGGEZZA –

 

 

 

 

 

 

IL CONTO
– Bruno Ferrero –


Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano.
 
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:

Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 EURO.

Per aver ordinato la mia cameretta: 1,50 EURO.

Per essere andato a comprare il latte: 0,50 EURO.

Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 EURO.

Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: 2 EURO.

Per aver portato fuori l’ immondizia tutte le sere: 1 EURO.

Totale: 9 EURO

La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. 





La sua mente si affollò di ricordi.

Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
 

 Per averti portato in grembo per 9 mesi: 0 EURO.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 EURO.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 EURO.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 EURO.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: 0 EURO.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: 0 EURO.
Per la vita che ti dò ogni giorno: 0 EURO.
 
 

Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.

Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due LACRIMONI fecero capolino nei suoi occhi.

Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “PAGATO”.

Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.

Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito.

L’amore, o è gratuito o non è amore.

 



 

 



dal web – impaginazione T. K.

 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN









 
 
 

Quando finisce la notte? Un breve ma sublime racconto che inneggia alla fratellanza universale   1 comment







UN RACCONTINO DI SAGGEZZA 

CHE MI SEMBRA GIUSTO 

DEFINIRE SUBLIME






QUANDO FINISCE LA NOTTE?

(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)



Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi

da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso

in cui finiva la notte e cominciava il giorno.


“Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?”.


“No”, disse il rabbino.


“Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?”.


“No”, ripeté il rabbino.


“Ma quand’è, allora?”, domandarono gli allievi.


Il rabbino rispose:


“E’ quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella.


Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore”.






Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.
(Martin Luther King)




Ciao da Tony Kospan


“Kafka e la bambina” – Questo sublime e dolce raccontino ci svela alcune cose sull’amore   1 comment








Questo commovente racconto apre una piccola finestra sul complesso animo di Kafka ed è probabilmente opera di un suo grande ammiratore.

Il testo, semplice, carino e suggestivo può insegnare il vero senso dell’amore ai bambini (e non solo) e soprattutto ci dice una grande verità a cui spesso non facciamo caso.

L’amore, se sincero, nel tempo certo si trasforma, ma resta comunque sempre presente in questa o in altra  vita!








KAFKA E LA BAMBINA
O
(KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE)



A 40 anni Franz Kafka che non si era mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.

Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.

Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.

Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera ” scritta ” dalla bambola che diceva:
” per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”

Così iniziò una storia d’amicizia che proseguì fino alla fine della breve vita di Kafka.

Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.








Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.

“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.

Kafka le consegnò allora un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato.” 

La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.

Un anno dopo Kafka morì.

Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.

Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
”tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.”




Kafka (Praga 03.07.1883 – Kierling 03.06.1924)




Testo, di autore non noto, presente in molti siti web dove viene sempre presentato come storia vera.

Impaginazione, presentazione e note T. K.




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Il venditore di palloncini (Cosa ci fa volare) – Raccontino simpatico ma anche saggio   Leave a comment





Un raccontino davvero sublime

che ci consente anche qualche semplice

ma interessante riflessione.







QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)



Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York. 

 
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. 

Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. 

Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. 

Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:

“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” 

Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.







Raccontino dal web




ARCOBALEN99



“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,

se fossi più grande, se fossi più bello…”  




Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro



Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano. 


Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.







E voi cosa ne pensate?

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La forchetta – Questo raccontino sublime ci dona una… speranza   Leave a comment





UN SEMPLICISSIMO… MA NEL CONTEMPO…

SIMPATICISSIMO RACCONTO MORALE









LA FORCHETTA




Una giovane donna ha appena saputo di avere una malattia terribile e che le restano solo tre mesi di vita.

Chiama il parroco per le sue ultime volontà.

Sceglie gli abiti che indosserà, la musica, le parole e le canzoni.

 Quando il parroco sta  per andarsene lo trattiene per un braccio.

– “C’è un’altra cosa …”

– “Dica”

– “Questo è importante. Voglio che mi si sotterrino con una forchetta nella mano destra!” 

Il parroco è molto sorpreso…

– “La cosa la meraviglia, vero?”

– “Per essere sincero sono piuttosto perplesso dalla sua richiesta”

– “Dunque! Mia nonna mi ha raccontato questa storia ed io ho sempre provato a trasmettere questo messaggio a tutti quelli che amo ed hanno bisogno di incoraggiamento.

” In tutti i miei anni di partecipazione ad eventi sociali e pranzi ricordo che sempre c’era qualcuno che piegandosi verso di me diceva – tenga la sua forchetta! – ed era il momento che preferivo perché sapevo che qualcosa di meglio sarebbe arrivato, come una torta, una mousse al cioccolato od una torta di mele. Qualcosa di meraviglioso e di sostanza.”

Quando la gente mi vedrà nella cassa da morto con una forchetta nella mano, voglio che si chiedano:

– Perché quella forchetta? – ed allora lei potrà rispondere:

– Tenete sempre la vostra forchetta perché il meglio deve ancora arrivare! -”

Il parroco, con le lacrime agli occhi, stringe forte la giovane donna per darle l’arrivederci.

Sa che non la rivedrà mai più viva.

E sa che quella donna aveva un’idea del paradiso molto migliore sia della sua che di tanta altra gente.

Lei SAPEVA che qualcosa di meglio sarebbe successo.

Ai funerali la gente sfilava davanti alla cassa della giovane donna e vedevano sia il suo bel vestito che la forchetta nella mano destra.

Tutt’a un tratto il parroco sentì l’attesa domanda:

– “Perché la forchetta?” e sorrise.

Durante la predica, il parroco raccontò la conversazione avuta con la giovane donna alla vigilia della sua morte e raccontò loro la storia della forchetta dicendo che non riusciva a smettere di pensarci e che da allora in poi anche loro, ogni volta che avessero avuto nella mano una forchetta, avrebbero dovuto permetterle di ricordar loro che il meglio doveva ancora avvenire.









TESTO DAL WEB – IMPAG. T.K.








SPERIAMO CHE DAVVERO…
IL MEGLIO CI SARA’ RISERVATO
DOPO LA NOSTRA… DIPARTITA.


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Noi siamo fuocherelli – Un simpatico ed originale raccontino dal “Libro degli Abbracci”   Leave a comment

 
 
 

Davvero bello, pur nella sua genuina semplicità,
 questo raccontino-riflessione

 
 
 
 
 
 
 
 
 


NOI SIAMO… FUOCHERELLI
Eduardo Galeano







 
 
 
 
 
 
A un uomo del villaggio di Negua, sulla costa della Colombia, fu concesso di salire alto nel cielo.

Al ritorno disse che aveva contemplato dall’alto la vita degli uomini.

 
E disse che siamo un mare di fuocherelli.

 
Il mondo è questo – rivelò -.
 
 
 
 

starfall gif 20

 

 


C’è un mucchio di gente e un mare di fuocherelli.

Ogni persona brilla di luce propria fra tutte le altre.

Non ci sono due fuochi uguali.

Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi d’ogni colore.

 

 

 
 
 

C’è gente dal fuoco sereno che non si lascia scompigliare dal vento, e gente dal fuoco pazzo, che riempie l’aria di faville.
 
Alcuni fuochi sono fuochi sciocchi, che non illuminano né bruciano però ce ne sono altri che ardono tutta la vita con tanta voglia che non li si può guardare senza restare abbagliati.
 
E chi si avvicina, prende fuoco.
 
 

Eduardo Galeano, El libro de los abrazos (Il libro degli abbracci)


 
 
 
 
 
 


Proviamo a guardar le persone attorno a noi… secondo le immagini di questa storiella ed immaginare quale tipo di fuocherello esse possono essere.
 
Potremmo divertirci.
 
Ma… ma poi… noi… sì proprio noi…  dove ci collochiamo e soprattutto dove e come ci collocano gli altri?
 
Siamo fuochi grandi o piccoli? Sciocchi… o saggi…? O…?


 
 
 
 
 
 
 

Ciao da Orso Tony





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IL CONTO – Raccontino di Bruno Ferrero carinissimo ed utile per una buona educazione dei ragazzi   2 comments

 

 


Un bellissimo raccontino

che consiglio alle madri (ed ai padri)

di far leggere ai ragazzi di oggi.

 

 

 


 

 

 

MADRE E FIGLIO

– BEL RACCONTINO DI SAGGEZZA –

 

 

 

 

 

 

IL CONTO
– Bruno Ferrero –


Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano.
 
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:

Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 EURO.

Per aver ordinato la mia cameretta: 1,50 EURO.

Per essere andato a comprare il latte: 0,50 EURO.

Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 EURO.

Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: 2 EURO.

Per aver portato fuori l’ immondizia tutte le sere: 1 EURO.

Totale: 9 EURO

La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. 





La sua mente si affollò di ricordi.

Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
 

 Per averti portato in grembo per 9 mesi: 0 EURO.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 EURO.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 EURO.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 EURO.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: 0 EURO.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: 0 EURO.
Per la vita che ti dò ogni giorno: 0 EURO.
 
 

Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.

Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due LACRIMONI fecero capolino nei suoi occhi.

Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “PAGATO”.

Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.

Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito.

L’amore, o è gratuito o non è amore.

 



 

 



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