Archivio per l'etichetta ‘raccontino sublime

Il venditore di palloncini (Quello che ci fa volare) – Raccontino simpatico ma anche saggio   Leave a comment





Un raccontino davvero sublime

che ci consente anche qualche semplice

ma interessante riflessione.







QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)



Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York. 

 
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. 

Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. 

Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. 

Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:

“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” 

Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.







Raccontino dal web




ARCOBALEN99



“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,

se fossi più grande, se fossi più bello…”  




Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro



Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano. 


Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.







E voi cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan




VISITA… PER LE NOVITA’

Frecce (174)









La matita – Racconto breve ma simpatico di Paulo Coelho anche con una sua bella morale   Leave a comment


 
 


 

Fantastico e saggio

nella sua profonda semplicità

mi appare questo brano del grande scrittore

che consiglio senz’altro di leggere.

 

 

 

 

 

 

 L A    M A T I T A

Paulo Coelho
 
 
 
 
 

 

 

 

Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
A un certo punto chiese:
“Stai scrivendo una storia su di noi? E’ per caso una storia su di me?”.
La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote:
“In effetti sto scrivendo di te.
Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando.
Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.”
Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale.
“Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!”
“Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose.
Ci sono cinque qualità in essa, che se tu riuscirai a mantenere,
faranno sempre di te un uomo in pace col mondo.




  

 
 


Prima qualità :

tu puoi fare grande cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi.
Questa mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la sua volontà.
 
 

Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino.
Questo fa si che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà  più affilata.
Pertanto, sappi sopportare un pò di dolore, perché ciò  ti renderà una persona migliore.

 
Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli.
Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è  necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
 
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che  è all’interno.
Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
 
 
Infine, la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno.
Ugualmente sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.


 
 
 




 
 
 
 
 
  
 
 
(dal libro “Sono come il fiume che scorre”)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 

 

domenica153domenica153domenica153domenica153

LA TUA PAGINA DI SOGNO DI FB
Frecce2039












 

La forchetta – Un raccontino sublime che ci dona una… speranza   Leave a comment





UN SEMPLICISSIMO… MA NEL CONTEMPO…

SIMPATICISSIMO RACCONTO MORALE









LA FORCHETTA




Una giovane donna ha appena saputo di avere una malattia terribile e che le restano solo tre mesi di vita.

Chiama il parroco per le sue ultime volontà.

Sceglie gli abiti che indosserà, la musica, le parole e le canzoni.

 Quando il parroco sta  per andarsene lo trattiene per un braccio.

– “C’è un’altra cosa …”

– “Dica”

– “Questo è importante. Voglio che mi si sotterrino con una forchetta nella mano destra!” 

Il parroco è molto sorpreso…

– “La cosa la meraviglia, vero?”

– “Per essere sincero sono piuttosto perplesso dalla sua richiesta”

– “Dunque! Mia nonna mi ha raccontato questa storia ed io ho sempre provato a trasmettere questo messaggio a tutti quelli che amo ed hanno bisogno di incoraggiamento.

” In tutti i miei anni di partecipazione ad eventi sociali e pranzi ricordo che sempre c’era qualcuno che piegandosi verso di me diceva – tenga la sua forchetta! – ed era il momento che preferivo perché sapevo che qualcosa di meglio sarebbe arrivato, come una torta, una mousse al cioccolato od una torta di mele. Qualcosa di meraviglioso e di sostanza.”

Quando la gente mi vedrà nella cassa da morto con una forchetta nella mano, voglio che si chiedano:

– Perché quella forchetta? – ed allora lei potrà rispondere:

– Tenete sempre la vostra forchetta perché il meglio deve ancora arrivare! -”

Il parroco, con le lacrime agli occhi, stringe forte la giovane donna per darle l’arrivederci.

Sa che non la rivedrà mai più viva.

E sa che quella donna aveva un’idea del paradiso molto migliore sia della sua che di tanta altra gente.

Lei SAPEVA che qualcosa di meglio sarebbe successo.

Ai funerali la gente sfilava davanti alla cassa della giovane donna e vedevano sia il suo bel vestito che la forchetta nella mano destra.

Tutt’a un tratto il parroco sentì l’attesa domanda:

– “Perché la forchetta?” e sorrise.

Durante la predica, il parroco raccontò la conversazione avuta con la giovane donna alla vigilia della sua morte e raccontò loro la storia della forchetta dicendo che non riusciva a smettere di pensarci e che da allora in poi anche loro, ogni volta che avessero avuto nella mano una forchetta, avrebbero dovuto permetterle di ricordar loro che il meglio doveva ancora avvenire.









TESTO DAL WEB – IMPAG. T.K.








SPERIAMO CHE DAVVERO…
IL MEGLIO CI SARA’ RISERVATO
DOPO LA NOSTRA… DIPARTITA.


CIAO DA TONY KOSPAN





farf color farf f377f93a
Frecce (174)







IL CONTO – Raccontino di Bruno Ferrero saggio.. carinissimo ed utile per l’educazione dei ragazzi   Leave a comment

 

 


Un bellissimo raccontino

che consiglio alle madri (ed ai padri)

di far leggere ai ragazzi di oggi.

 

 

 


 

 

 

MADRE E FIGLIO

– BEL RACCONTINO DI SAGGEZZA –

 

 

 

 

 

 

IL CONTO
– Bruno Ferrero –


Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano.
 
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:

Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 EURO.

Per aver ordinato la mia cameretta: 1,50 EURO.

Per essere andato a comprare il latte: 0,50 EURO.

Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 EURO.

Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: 2 EURO.

Per aver portato fuori l’ immondizia tutte le sere: 1 EURO.

Totale: 9 EURO

La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. 





La sua mente si affollò di ricordi.

Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
 

 Per averti portato in grembo per 9 mesi: 0 EURO.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 EURO.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 EURO.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 EURO.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: 0 EURO.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: 0 EURO.
Per la vita che ti dò ogni giorno: 0 EURO.
 
 

Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.

Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due LACRIMONI fecero capolino nei suoi occhi.

Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “PAGATO”.

Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.

Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito.

L’amore, o è gratuito o non è amore.

 



 

 



dal web – impaginazione T. K.

 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN









 
 
 

Posso portare il mio cane? – Bello e d’autore questo raccontino ma anche originale e sublime   Leave a comment




 
 
  



Questo, che vi propongo ora,
è un raccontino davvero esemplare (e simpaticissimo)
per chi ama gli animali (ma dovrebbe esserlo per tutti).


 
 
 
 
 
 
 



POSSO PORTARE IL MIO CANE?


Karl Albrecht


 
 

Un signore scrisse una lettera a un piccolo albergo di una cittadina che prevedeva di visitare durante le vacanze.
 
Scrisse:
 
Mi piacerebbe portare con me il mio cane.

E’ pulito e ben educato.

Mi consentireste di tenerlo nella mia camera durante la notte?


 
 
 

 

 

 


Immediata giunse la risposta del titolare dell’albergo che scrisse:
 
Gestisco questo albergo da molti anni.

In tutto questo tempo non ho mai visto nessun cane rubare asciugamani, coperte o argenteria o quadri appesi alla parete.

Non ho mai dovuto cacciar via un cane in piena notte per ubriachezza molesta.

E non ho mai visto un cane andarsene senza pagare.

Sì, effettivamente il Suo cane è il benvenuto, nel mio albergo.

E se il Suo cane garantisce per Lei, anche Lei sarà il benvenuto.


 
 
 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan





hello fnbr110l
IL TUO BEL GRUPPO DI FB
INSIEME SPENSIERATO E CULTURALE
Frecce (51)







Le mani giunte (Il cacciatore e la scimmia) – Poetico ed emozionante racconto giapponese d’autore   2 comments

 
 
 
 
  
    


Questo bellissimo e dolcissimo raccontino giapponese
è, a mio parere ma non solo,
 un un vero e proprio sublime brano di prosa poetica,
che ci parla d’un cacciatore di scimmie e
del suo incontro con una scimmia ed il suo piccolo.
 
 
 Merita proprio d’esser letto…
e penso anche che ci faccia davvero bene al cuore.


 
 
 
 
 
 
 

 
LE MANI GIUNTE 
Kikuo Takano
 
Quando la scimmia col suo piccolo in braccio
corre sconvolta ma non fa in tempo
a fuggire, né trova il suo rifugio,
verso chi le punta il fucile
giunge le mani e implora
di lasciarla andare, di salvarla,
piangendo disperata, strofinandosi
le mani con tutte le forze:
Il suo gesto nel chiedere pietà al cacciatore,
è come quello dell’uomo.
 
Per quanto esperto, il cacciatore di scimmie
non se la sente allora di sparare.
“Su, fuggi, fa presto!” Chiusi gli occhi
scoppia a piangere – così ci racconta.
 
Sebbene non ricordi più il nome
del vecchio che mi ha raccontato
con amarezza quel suo lugubre lavoro
dicendomi di non volere mai più affrontare,
né in campagna né sui monti,
la tragedia del cacciatore di scimmie,
non posso scordare le mani giunte
della scimmia, quel tremolio di mani
che ad altre somigliano.
.
.
 
 
 
 
 
 

 


 


 
 
(KIKUO TAKANO, da Nel cielo alto, Oscar Mondadori, 2003)
 
.
.
 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 


 
Barra21CAhomeiwao
IL MONDO DI ORSOSOGNANTORA E’ ANCHE SU FB!
Frecce (174)






 

“Il grammatico ed il derviscio” – La favola Sufi di Rumi ci fa capire le vere priorità della vita   Leave a comment

 

 

 

 

 

Ecco un bellissimo raccontino Sufi…
con 2 morali sì semplici… semplici…
 ma a ben vedere… anche profonde. 

 

 

  

1 – Nella vita ci sono delle priorità…
e
2 – guai a confondere la teoria con la pratica…

 

 

 

Massimo Pedrazzi – Derviscio




IL GRAMMATICO ED IL DERVISCIO

Rumi







In una notte senza luna un derviscio, passando vicino a un pozzo prosciugato, sentì un grido: una voce cavernosa chiedeva aiuto.


“Chi c’è laggiù?”, chiese il derviscio, sporgendosi.


“Sono un grammatico e, poiché non conosco la strada, sono caduto inavvertitamente in questo profondo pozzo dove mi trovo ora, praticamente immobilizzato”, rispose la voce.


“Tieniti, amico, vado a prendere una scala e corda”, disse il derviscio.
“Un momento, prego”, rispose il grammatico. “La tua sintassi e la tua pronuncia sono difettose; ti prego di correggerle”.


“Se questo è così importante per te, più importante dell’essenziale”, gridò il derviscio, “allora è meglio che tu rimanga lì dove sei finché io non imparo a parlare correttamente”.

E proseguì per la sua strada.
 


.
.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa storia è stata raccontata da ]alaludin Rumi grande poeta Sufi.

La si può trovare nel Munaqib El-Arifin di Aflaki pubblicato in Inghilterra nel 1965.

Alcune delle storie ivi contenute non sono altro che meravigliose favole, mentre altre sono fatti storici.

Altre ancora appartengono a quella strana categoria che i Sufi chiamano “storie illustrative”: una serie di eventi combinati per mettere in evidenza dei processi psicologici.
 
 
 

.
.
 
 

 

 

 

Cosa ne pensate?


CIAO DA TONY  KOSPAN

 

 

 

 
 
 

“Kafka e la bambina” – Questo sublime e dolce raccontino ci svela alcune cose sull’amore   1 comment








Questo commovente racconto apre una piccola finestra sul complesso animo di Kafka ed è probabilmente opera di un suo grande ammiratore.

Il testo, semplice, carino e suggestivo può insegnare il vero senso dell’amore ai bambini (e non solo) e soprattutto ci dice una grande verità a cui spesso non facciamo caso.

L’amore, se sincero, nel tempo certo si trasforma, ma resta comunque sempre presente in questa o in altra  vita!








KAFKA E LA BAMBINA
O
(KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE)



A 40 anni Franz Kafka che non si era mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.

Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.

Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.

Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera ” scritta ” dalla bambola che diceva:
” per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”

Così iniziò una storia d’amicizia che proseguì fino alla fine della breve vita di Kafka.

Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.








Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.

“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.

Kafka le consegnò allora un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato.” 

La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.

Un anno dopo Kafka morì.

Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.

Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
”tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.”




Kafka (Praga 03.07.1883 – Kierling 03.06.1924)




Testo, di autore non noto, presente in molti siti web dove viene sempre presentato come storia vera.

Impaginazione, presentazione e note T. K.




jkuhuxsx
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
Frecce (51)
SE… TI PIACE… ISCRIVITI








Il venditore di palloncini (Cosa ci fa volare) – Raccontino simpatico ma anche saggio   Leave a comment





Un raccontino davvero sublime

che ci consente anche qualche semplice

ma interessante riflessione.







QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)



Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York. 

 
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. 

Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. 

Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. 

Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:

“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” 

Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.







Raccontino dal web




ARCOBALEN99



“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,

se fossi più grande, se fossi più bello…”  




Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro



Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano. 


Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.







E voi cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan




VISITA… PER LE NOVITA’

Frecce (174)









La matita di Paulo Coelho – Racconto breve ma simpatico anche con una sua bella morale   Leave a comment


 
 


 

Fantastico e saggio

nella sua profonda semplicità

mi appare questo brano del grande scrittore

che consiglio senz’altro di leggere.

 

 

 

 

 

 

 L A    M A T I T A

Paulo Coelho
 
 
 
 
 

 

 

 

Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
A un certo punto chiese:
“Stai scrivendo una storia su di noi? E’ per caso una storia su di me?”.
La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote:
“In effetti sto scrivendo di te.
Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando.
Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.”
Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale.
“Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!”
“Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose.
Ci sono cinque qualità in essa, che se tu riuscirai a mantenere,
faranno sempre di te un uomo in pace col mondo.




  

 
 


Prima qualità :

tu puoi fare grande cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi.
Questa mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la sua volontà.
 
 

Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino.
Questo fa si che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà  più affilata.
Pertanto, sappi sopportare un pò di dolore, perché ciò  ti renderà una persona migliore.

 
Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli.
Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è  necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
 
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che  è all’interno.
Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
 
 
Infine, la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno.
Ugualmente sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.


 
 
 




 
 
 
 
 
  
 
 
(dal libro “Sono come il fiume che scorre”)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 

 

domenica153domenica153domenica153domenica153

LA TUA PAGINA DI SOGNO DI FB
Frecce2039












 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: