Non v’è, credo, chi non abbia notato
nella vita sua o in quella di persone conosciute…
delle strane ed incredibili coincidenze di nomi… date… luoghi
o di altro genere…
Il termine che descrive queste coincidenze significative è
Sincronicità.

La sincronicità è un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato.
La sincronicità è relativa quindi alle “coincidenze significative” che affascinarono Jung fin da giovane.
Il testo che segue mi appare dunque ampio ed interessante sia per l’ampia documentazione che per le tesi esposte su questo misterioso ma davvero affascinante tema.
Leggetelo… scoprirete storie assolutamente sorprendenti e vere… ed alcune anche di grandi e notissimi personaggi storici come quelle note di Lincoln e Kennedy.
Orso Tony

LE VITE PARALLELE
Giuseppe Cosco
Sono state rilevate analogie incredibili tra vicende umane totalmente estranee tra loro.
Dalla storia delle due donne di nome Edna, come da quella dei due presidenti Lincoln e Kennedy, si ricava la certezza che vi sono coincidenze troppo precise per essere casuali.
Forse ciascuno di noi ha un “sosia”, un altro che vive la nostra stessa vita come la fotocopia di un disegno già tracciato nel grande libro del destino.
Lo studioso J. Goodavage è riuscito a raccogliere, in molti anni di lavoro, numerose vicende degne di essere analizzate a fondo.
Egli ha infatti, in diversi casi, riscontrato un notevole parallelismo tre le vite di persone, anche molto lontane tra loro, o comunque che ignoravano ognuna l’esistenza dell’altra.

Le coincidenze prese in esame sono a volte davvero sorprendenti, non rientrano nel normale ordine delle cose. Goodavage, nel suo libro “Astrology: The Space Age Science“, racconta, ad esempio, di numerosi aspetti in comune tra la vita e la morte di due individui: Donald Chapman e Donald Brazill, entrambi nati il 5 settembre del 1933, il primo, nella cittadina di Eureka e, il secondo, a Ferndale in California.
Una domenica mattina del 10 settembre 1956, esattamente cinque giorni dopo il compleanno di Chapman e di Brazill, i due giovani guidavano la propria auto sulla statale 101 a sud di Eureka e ritornavano alle proprie abitazioni. Avevano riaccompagnato le proprie fidanzate, ciascuna delle quali risiedeva nella città dell’altra, quando, improvvisamente, si scontrarono frontalmente con le proprie auto morendo sul colpo. I certificati di morte indicano che tutti e due morirono per le gravi ferite riportate alla testa.
Un caso altrettanto evidente di parallelismo, narrato sempre da Goodavage, riguarda due donne nate nello stesso giorno e aventi lo stesso nome ma senza alcun rapporto di parentela: Edna Hanna e Edna Osborne.
Nel 1939, nell’ospedale di Hackensack nel New Jersey, tutte e due partorirono, nello stesso istante, due bambine, a cui diedero lo stesso nome: Patricia Edna. Goodavage, interrogate le due donne, scoprì dell’altro.
I loro mariti svolgevano lo stesso lavoro ed erano proprietari di un’automobile della stessa marca e di identico colore. Entrambe le coppie si erano sposate esattamente tre anni e mezzo prima, nello stesso giorno. I due uomini erano nati nello stesso anno, mese e giorno; identica circostanza per le loro mogli. Le due donne avevano i capelli castani e gli occhi azzurri, la stessa altezza e lo stesso peso. Entrambe le coppie avevano comprato nello stesso giorno un cane a cui avevano dato il nome di Spot.

Esistono molti altri casi ancora in cui le vite di alcuni individui presentano somiglianze impressionanti. L’ 8 novembre del 1981 “Il Giornale d’Italia” riportò un fatto incredibile relativo alla morte contemporanea di due fratelli. Ada e Guido P. cessarono di vivere alla stessa ora, in circostanze analoghe e per cause identiche.
I fratelli morirono l’uno distante dall’altro circa 300 chilometri.
Il professore Guido P. docente alla “Normale” di Pisa con la sua “127” nei pressi di Pisa, causa un probabile malore, perde il controllo dell’auto e va a schiantarsi contro un albero.
Soccorso, muore prima di arrivare in ospedale, sono le tredici.
Alla stessa ora, a Milano, sua sorella Ida, pure insegnante, mentre guida la sua auto veniva colta da un malore e andava a sbattere violentemente contro un albero, morendo.
Non meno sconcertante è il caso narrato dal professor T. Bouchard dell’Università del Minnesota sul “Corriere del Medico” del 12 giugno del 1980.
I gemelli Jim Springer e Jim Lewis erano stati adottati da due famiglie dell’Ohio e nessuno dei due sapeva dell’esistenza dell’altro.
Entrambi si laurearono in legge e iniziarono a lavorare part-time come aiuto sceriffo. Tutti e due scelgono la Florida per trascorrere le ferie.
Acquistano un cane che chiamano Toy. Le loro mogli si chiamano, entrambe, Linda.
Divorziati, sposano due ragazze di nome Betty.
I figli si chiamano James Allan. Fumano le stesse sigarette e si intendono tutti e due di falegnameria.

LE FOTO DEL DIAVOLO
Un altro fatto che merita di essere raccontato si è verificato recentemente in Germania.
Franz Block, un professore tedesco, si è accorto con raccapriccio di essere venuto in possesso, casualmente, di una macchina fotografica, che getta il malocchio alle persone ritratte con essa.
Il signor Block ha scoperto che dei dieci amici fotografati: sei erano morti in incidenti stradali, uno in un incendio, due annegati mentre erano a pescare con la barca e il decimo morto strozzato da un ossicino del pollo che stava mangiando.
La scoperta più agghiacciante il professore l’ha fatta quando, indagando per curiosità su uno dei tanti passanti che apparivano per caso sulle foto, ha saputo che era stato stroncato, due giorni dopo la foto, da un’emorragia cerebrale.
Franz Block ha subito donato l’apparecchio fotografico ad alcuni studiosi di parapsicologia e, terrorizzato, ha detto: “Questa macchina fotografica è stata fabbricata dal diavolo in persona e viene direttamente dall’inferno”.

ABRAMO LINCOLN E JOHN KENNEDY
Misteri analoghi a quelli finora raccontati costellarono persino la vita e la morte dei presidenti americani Abraham Lincoln (1809-1865) e John Fitzgerald Kennedy (1917-1963).
Si racconta inoltre che Lincoln appaia sempre alla vigilia della morte di un altro presidente e pare, infatti, che sia apparso anche a John Kennedy il giorno prima di partire per Dallas, sua ultima fatale visita.
Tantissime e straordinarie furono le coincidenze, che costellarono la vita e la morte di questi due presidenti.
Troppe, per essere sbrigativamente attribuite al caso.
Innanzitutto, Lincoln venne eletto presidente nel 1860. Kennedy, esattamente 100 anni dopo, nel 1960.
Lincoln fu ucciso di venerdì, alla presenza della moglie.
Anche Kennedy venne assassinato mentre era al fianco di sua moglie, e di venerdì.

Ad entrambi i presidenti spararono, e tutti e due furono colpiti da dietro e alla nuca.
Subito dopo l’attentato, ricevettero i primi soccorsi dalla propria moglie.
Lincoln e Kennedy morirono senza riprendere conoscenza.
Oltre ai particolari della morte in comune, ne esistono altri.
La moglie del presidente Lincoln perse un figlio, mentre risiedeva alla Casa Bianca.
La stessa cosa accadde alla moglie di Kennedy.
Sia Lincoln che Kennedy avevano avuto 4 figli e, al momento della loro uccisione, solo 2 di questi erano vivi.
Il vice di Lincoln si chiamava Johnson ed era nato nel 1808.
Il vice di Kennedy si chiamava, pure, Johnson ed era nato nel 1908, a distanza di 100 anni esatti dall’altro.
L’assassino di Lincoln si chiamava John Wilkes Bootk ed era nato nel 1839. L’assassino di Kennedy, Lee Harvey Oswald, era nato nel 1939, 100 anni dopo l’altro.
E’, pure, perlomeno curioso osservare che la somma delle lettere che compongono nome e cognome dell’assassino di Lincoln dà 15 come totale e così è anche per l’assassino di Kennedy.
Ma le coincidenze straordinarie non finiscono qui.
John Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald erano entrambi sudisti.
Tutti e due i presidenti avevano condotto aspre battaglie per i diritti civili dei neri:
Lincoln con il Proclama di Emancipazione e Kennedy con la legge sui Diritti Civili.

Al momento dell’attentato Lincoln e Kennedy si trovavano assieme, oltre alle proprie mogli, ad una coppia di amici.
Per quanto riguarda le coppie di amici, le donne rimasero illese, gli uomini furono feriti dagli attentatori (il maggiore Rathbone nel 1865 e il governatore Connally nel 1973).
Il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy e cercò di dissuadere il presidente dall’andare a teatro quella sera.
La segretaria di Kennedy si chiamava Lincoln e, anche lei, tentò di convincere il presidente a non andare a Dallas.
Un altro fatto abbastanza singolare è che il marito della donna si chiamava Abraham, come Lincoln. Quando avvenne l’attentato, Kennedy stava attraversando le vie di Dallas su un’auto – guarda caso – di marca Lincoln, prodotta dal gruppo Ford.
Booth assassinò Lincoln in un teatro e si rifugiò in un magazzino. Oswald sparò a Kennedy da un magazzino e si rifugiò in un teatro.
Booth spirò 11 giorni dopo Abramo Lincoln, entrambi alle 7,20 del mattino. Oswald morì 48 ore dopo Kennedy, pure, alla stessa ora, le 13.
A Lincoln successe Andrew Johnson e a Kennedy Lindon Johnson.
Durante il loro ultimo anno di presidenza, sia Andrew sia Lindon Johnson furono travolti da uno scandalo politico, che impedì loro di candidarsi per un nuovo mandato.

L’articolo prosegue con altre tesi, a parere mio e di altri, meno convincenti sui numeri e le loro combinazioni nella storia.
Infatti esse appaiono solo casuali in quanto ricercate e ritrovate a posteriori.
Per questo mi fermo qua.
Direi però che ce n’è abbastanza per farci riflettere su queste incredibili coincidenze e lascio ovviamente libero ciascuno di valutarle come crede.
CIAO DA TONY KOSPAN
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Questa poesia, che viaggia tra sogno e realtà
navigando lungo il corso del fiume della nostra vita,
mi appare davvero sublime…
POESIE SUBLIMI E DI SOGNO
a cura di Tony Kospan
Possiamo anche definirla…
poesia della maturità…
dello sguardo sul tempo…
della sola felicità data dalla saggezza…
della compagnia comunque dei sogni…
nonostante forse anch’essi…,
come tutte le cose, invecchino…
Essa ci parla di un amore platonico
che l'ha accompagnato lungo la vita,
di sogni non realizzati e di leggeri rimpianti…
per quel che non avvenne…
Laocoonte
Questa poesia, d'alto profilo, mi colpì molto
quando per la prima volta la lessi
e la propongo alla vostra lettura…
per conoscere anche il vostro parere…

L’autore, grande poeta irlandese,
ricevette nel 1923 il Premio Nobel per la letteratura.

William Butler Yeats
Questa è solo una delle sue molte poesie
che, in modo elevato, penetrano e svelano
i diversi aspetti dell’animo umano…

GLI UOMINI MIGLIORANO CON GLI ANNI
William Butler Yeats *
Sono logoro di sogni;
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti;
E tutto il giorno guardo
La bellezza di questa signora
Come avessi trovato in un libro
Una bellezza dipinta,
Lieto d’aver riempito gli occhi
O l’orecchio sapiente,
Felice d’essere saggio e non altro,
Perché gli uomini migliorano con gli anni;
Eppure, eppure,
E’ un mio sogno questo, o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
Quando avevo la mia ardente giovinezza!
Ma io invecchio tra i sogni,
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti


*William Butler Yeats (1865 – 1939) è stato un poeta,
drammaturgo, scrittore e mistico irlandese.
CIAO DA TONY KOSPAN
ARTE MUSICA POESIA ETC…
I N S I E M E
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Il suo modo di fotografare fu assolutamente innovativo
in quanto amò penetrare, con la sua macchina fotografica,
la realtà umana viva e cruda delle periferie…
cosa che allora nessuno prendeva in considerazione.
Bacio all’Hotel De Ville – 1950
Il 14 aprile di centouno anni fa nasceva
questo grandissimo maestro ed artista della fotofrafia…
conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo…
al punto che Google l'anno scorso
gli dedicò la copertina per il suo centenario.
(omaggio Google)
Questa sua specialità, lo scattar foto per strada
cogliendo gli aspetti più strani…
ma nello stesso tempo più normali…
della società francese…,
lo rese in breve tempo famoso.
ROBERT DOISNEAU
(Gentilly 14 4 1912 – Montrouge 1° 4 1994)
Eh sì… il grande fotografo francese
è stato uno dei padri della fotografia
intesa come arte e documentazione sociale…
Il suo stile è definito
“umanista”
in quanto è l'umanità
con i suoi dolori, le sue gioie e la sua quotidianità
l'oggetto della sua arte fotografica
La foto iniziale… Bacio all’Hotel De Ville…
è certo la sua foto più conosciuta in tutto il mondo
Ammiriamolo in questo bellissimo video…
vero omaggio alla sua arte
e ringraziamolo per le emozioni
che i suoi scatti, ancor oggi, ci donano…
CIAO DA TONY KOSPAN
ARTE MUSICA POESIA ETC…
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Proseguendo il percorso dell’amore umano..
dopo lo sguardo, il cuore, e l’incontro…
qual'è l’atto che ne è il naturale coronamento
se non il bacio?
Il bacio più famoso nel cinema – Clark Gable e Vivien Leigh
IL BACIO IN POESIA ARTE AFORISMI CANZONI
E NON SOLO (2013)
a cura di Tony Kospan
Infatti esso rappresenta la cartina di tornasole
della validità di una storia d'amore che sta iniziando…
e se l'esito è positivo… ne è il perfetto sigillo…

Dunque stavolta parleremo di un contatto…
il più sublime e forse (o senza forse) anche il più intimo che ci sia
tra 2 persone che si amano…
Del bacio, ovviamente, si sono interessati,
fin dall’antichità, i poeti…, e tutti gli artisti in genere.
Non è certo necessario dilungarsi sul tema,
tanto è universalmente noto,
per cui mi limiterò a lasciar parlare
questi aforismi che mi piacciono molto…

Nel primo bacio d'amore rivive il paradiso terrestre.
George Byron
E che cos'è un bacio?
Un apostrofo rosa fra le parole t'amo,
un segreto detto sulla bocca.
Emile Rostand
I baci non sono anticipo d'altre tenerezze,
sono il punto più alto.
Erri De Luca
Fu il tuo bacio, amore, a rendermi immortale.
Margaret Fuller
Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato
per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.
Ingrid Bergman
E' dolce quello che tu mi dici,
ma più dolce è il bacio che ho
rubato alla tua bocca.
Heinrich Heine
Le poesie prescelte… quest'anno sono di Catullo,
Hesse, Salinas, Prevert… e Dante Alighieri…
e come sempre mi piacerebbe leggere quelle,
vostre o di altri.. che amate voi…
Le immagini che le accompagnano
sono tutte opere d'arte dedicate al… bacio.
DAMMI MILLE BACI
Catullo
Viviamo, Lesbia mia, e amiamo
e non badiamo alle chiacchiere
dei soliti vecchi troppo severi.
Il sole tramonta e poi risorge, ma noi,
una volta che il nostro breve giorno si è spento,
dobbiamo dormire una lunga notte senza fine.
Dammi mille baci, poi cento
poi altri mille, poi ancora cento
poi altri mille, poi cento ancora.
Quindi, quando saremo stanchi di contarli,
continueremo a baciarci senza pensarci,
per non spaventarci e perché nessuno,
nessuno dei tanti che ci invidiano,
possa farci del male sapendo che si può,
coi baci, essere tanto felici.
AMORE
Hermann Hesse
La mia felice bocca nuovamente incontrare vuole
le tue labbra che baciando mi benedicono,
le tue dita care voglio tenere
e giocando congiungerle con le mie dita,
saziare il mio assetato sguardo col tuo,
avvolgere il mio capo nei tuoi folti capelli,
con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio
rispondere a ogni movimento delle tue membra
e da sempre nuovi fuochi d'amore
rinnovare mille volte la tua bellezza,
finché entrambi appagati e grati
ci troviamo felicemente sopra ogni dolore,
finché senza desideri salutiamo il giorno e la notte,
l'oggi e l'ieri come fratelli amati
finché camminiamo sopra ogni fare e ogni agire
come raggianti in una pace completa
Jack Vettriano – Kiss
LA VOCE A TE DOVUTA
Pedro Salinas
Ieri ti ho baciato sulle labbra.
Ti ho baciato sulle labbra. Intense,
rosse. Un bacio così corto
durato più di un lampo,
di un miracolo, più ancora.
Il tempo
dopo averti baciato
non valeva più a nulla
ormai, a nulla
era valso prima.
Nel bacio il suo inizio e la sua fine.
Oggi sto baciando un bacio;
sono solo con le mie labbra.
Le poso
non sulla bocca, no, non più
– dov'è fuggita ? –
Le poso
sul bacio che ieri ti ho dato,
sulle bocche unite
dal bacio che hanno baciato.
E dura, questo bacio
più del silenzio, della luce.
Perchè io non bacio ora
né una carne né una bocca,
che scappa, che mi sfugge.
No.
Ti sto baciando più lontano.
BACIAMI
Jaques Prévert
In un quartier della ville Lumière
Dove fa sempre buio e manca l'aria
E d'inverno come d'estate è sempre inverno
Lei era sulle scale
Lui accanto a lei e lei accanto a lui
Faceva notte
C'era un odore di zolfo
Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
E lei gli diceva
è buio qui
Manca l'aria
E d'inverno come d'estate è sempre inverno
Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi
Stringimi tra le braccia
Baciami
Baciami a lungo
Baciami
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Qui si crepa di tutto
Dal caldo e dal freddo
Si gela si soffoca
Manca l'aria
Se tu smettessi di baciarmi
Credo che morirei soffocata
Hai quindici anni ne ho quindici anch'io
In due ne abbiamo trenta
A trent'anni non si è più ragazzi
Abbiamo l'età per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Baciami!
Amos Cassioli – Paolo e Francesca
PAOLO E FRANCESCA
Dante (Inferno – canto V)
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
“Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
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