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I concetti di Bene e Male – Interessante e profonda riflessione filosofica di Massimo Cacciari   Leave a comment

 


 

 


Un profondo ed originale pensiero filosofico
sui concetti di bene e male
 

 
 
 


 
 

IL BENE E IL MALE
~ Massimo Cacciari ~

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice Platone – e qui la sua risposta diventa canonica -: “del male, e quindi del nostro far male, il Dio non può essere ritenuto causa.


Dio è bene, Dio è immutabile, è semplice, è veritiero, ed è causa di tutti i beni. ‘Theòs anàitios’, Dio è innocente”.


Tutta la riflessione teologica successiva si fonda su questo presupposto platonico: Dio deve essere ritenuto innocente dei mali del mondo, del nostro far male; e quindi è per nostra scelta, è per nostra libertà che noi facciamo male.


Noi non siamo determinati dal Divino ad agire male; le nostre imperfezioni le nostre miserie sono frutto e prodotto della nostra libertà.


Dio è innocente, è l’uomo che è causa del male, è l’uomo – secondo il grande mito che Platone narra nella Repubblica – che si sceglie il proprio ‘dàimon’, il proprio carattere, il proprio demone.


Ma non solo nel momento della scelta nella cultura classica greca l’uomo è libero, non solo nel momento supremo – come lo chiama Platone -: il momento supremo in cui io scelgo il mio carattere, il mio ‘dàimon’.


Io sono in qualche modo libero anche durante la mia vita, e la mia libertà, però, coincide nel corso della mia vita con il conoscere; cioè io sono libero nel corso della mia vita di accumulare tutte le conoscenze necessarie perché poi nel momento supremo della decisione io possa essere consapevole del destino che scelgo.


Questo è un tema caratteristico della cultura greca, è la sua dominante – come dire – intellettualistica: la libertà dell’uomo si esplica essenzialmente nella sua volontà di conoscere.


Soltanto qui sta la mia – come dire – possibile salvezza: io posso conoscere il destino, posso conoscere ciò che mi destina.


Solo la conoscenza può salvarmi dal seguire – un’immagine che ricorre in tutta la cultura ellenistica, e anche nella cultura latina, non solo greca – il carro del destino in ceppi come uno schiavo oppresso.


Ciò che sta a me non ha nulla a che vedere con la possibilità di sfuggire il destino; ma ciò che sta a me è essenzialmente la possibilità di conoscere il destino, e dunque di seguirlo volentieri, non come gli schiavi seguono il carro dei vincitori, in catene.


Se la mia libertà consiste nel farmi una ragione dell’unica ragione, dell’unico ‘lògos’ che pervade tutto il cosmo?


Quando io mi son fatto questa ragione che cosa succede del male?


Il male non consiste più, perché tutto è ragione e male e bene non diventano altro che due punti di vista soggettivi: il male non diventa nient’altro che ciò che fa male a me, ma che non riguarda affatto la ragione del tutto; il bene diventa soltanto ciò che fa bene a me, ciò che mi aiuta a vivere, ciò che aiuta il mio benessere, ma non riguarda la ragione del tutto in cui il male e il bene cessano di avere alcun significato, perché ciò che ha significato è nient’altro che il necessario, il ‘lògos’ onnipervadente; male e bene hanno una consistenza veramente soggettiva.


In fondo, se noi rimanessimo fissi a valutazioni di male e di bene, non faremmo altro che dimostrare la nostra mancanza di sapere, perché colui che sa non sa né di male né di bene: sa il necessario.
 
 
 
 


 
 
 
 
Il bene ed il male quindi, secondo la tesi del filosofo veneziano,
non esisterebbero quali realtà a sé stanti
ma solo nella misura in cui sono percepiti da ciascuno.

Cosa ne pensate?

Tony Kospan
 
 
 
 
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Albert Einstein – Dell’immenso scienziato ecco la visione dell’Uomo.. di Dio e dell’Universo   Leave a comment

 
 

 
 
 
 
 
 

Devo dire che quando trovai queste riflessioni
del grandissimo scienziato del secolo scorso
le trovai molto interessanti e nel contempo mi sorpresero.
 
 
Non sapevo infatti che Einstein, avesse anche espresso 
questa sua ampia personale visione della religione e della scienza,
e questo al di là delle valutazioni e delle idee di ciascuno di noi.

 
 
 
 
 Albert Einstein
Ulma 14.3.1879 – Princeton 18.4.1955
 
 
 
 
 
In verità ho poi scoperto che spesso il più grande scienziato
del 20° secolo è intervenuto sui vari misteri della vita
esponendo il suo pensiero.
 
 
 Ho trovato il brano nel web
ma ignoro dove e quando sia stato pubblicato il testo originario.


 
 


 
 
 

 

Dio e l’Universo


Albert Einstein 


 



“Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo ‘universo’, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.

Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.

Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finchè arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.

 La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.

La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca.

La mia religione consiste di un’umile ammirazione per l’illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole. Tanto più avanza l’ulteriore evoluzione del genere umano, tanto più certo mi sembra quel sentiero verso la genuina religiosità che non si adagia sulla paura della vita, sulla paura della morte e sulla fede cieca.

Ogni persona seriamente risoluta nella ricerca della scienza diventa convinta che nelle leggi dello Universo si manifesta uno spirito – uno spirito di gran lunga superiore a quello dell’uomo – e uno di fronte al quale noi, con i nostri modesti poteri, dobbiamo sentirci umili.

Il sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un entusiastico stupore di fronte all’armonia della legge naturale, che rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa, tutto il sistematico pensiero e l’azione del genere umano non ne sono che un riflesso completamente insignificante.

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; esso è la sorgente di tutta la vera arte e la vera scienza. Tutto il nostro lodato progresso tecnologico – la nostra molta civiltà – è come la scure nella mano di un criminale patologico.

 Dovremmo stare attenti a non fare dell’intelletto il nostro Dio; esso ha, certamente, muscoli potenti, ma nessuna personalità.

Chiunque si accinga a eleggere se stesso come giudice del vero e della conoscenza è affondato dalla risata degli Dei.

Quando la soluzione è semplice, Dio sta rispondendo. Dio non gioca a dadi con l’universo. Dio è sottile ma non è malizioso.

L’uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere.

L’autentica religione è il vero vivente; vivente tutt’uno con l’anima, tutt’uno con la bontà e la rettitudine.

Due cose mi ispirano soggezione: i cieli stellati sopra e l’universo morale dentro.

Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l’uomo per il suo operato.

Non posso immaginare un Dio che premi e punisca gli oggetti della sua creazione, i cui fini siano modellati sui nostri, un Dio, in breve, che non è che un riflesso della fragilità umana.”

 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN


 

 

 
 
 
 
 

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Einstein.. immenso scienziato ma non solo – Ecco la sua visione dell’Uomo.. di Dio e dell’Universo   Leave a comment

 
 

 
 
 
 
 
 

Devo dire che quando trovai queste riflessioni
del grandissimo scienziato del secolo scorso
le trovai molto interessanti e nel contempo mi sorpresero.
 
 
Non sapevo infatti che Einstein, avesse anche espresso 
questa sua ampia personale visione della religione e della scienza,
e questo al di là delle valutazioni e delle idee di ciascuno di noi.

 
 
 
 
 Albert Einstein
Ulma 14.3.1879 – Princeton 18.4.1955
 
 
 
 
 
In verità ho poi scoperto che spesso il più grande scienziato
del 20° secolo è intervenuto sui vari misteri della vita
esponendo il suo pensiero.
 
 
 Ho trovato il brano nel web
ma ignoro dove e quando sia stato pubblicato il testo originario.


 
 


 
 
 

 

Dio e l’Universo


Albert Einstein 


 



“Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo ‘universo’, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.

Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.

Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finchè arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.

 La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.

La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca.

La mia religione consiste di un’umile ammirazione per l’illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole. Tanto più avanza l’ulteriore evoluzione del genere umano, tanto più certo mi sembra quel sentiero verso la genuina religiosità che non si adagia sulla paura della vita, sulla paura della morte e sulla fede cieca.

Ogni persona seriamente risoluta nella ricerca della scienza diventa convinta che nelle leggi dello Universo si manifesta uno spirito – uno spirito di gran lunga superiore a quello dell’uomo – e uno di fronte al quale noi, con i nostri modesti poteri, dobbiamo sentirci umili.

Il sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un entusiastico stupore di fronte all’armonia della legge naturale, che rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa, tutto il sistematico pensiero e l’azione del genere umano non ne sono che un riflesso completamente insignificante.

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; esso è la sorgente di tutta la vera arte e la vera scienza. Tutto il nostro lodato progresso tecnologico – la nostra molta civiltà – è come la scure nella mano di un criminale patologico.

 Dovremmo stare attenti a non fare dell’intelletto il nostro Dio; esso ha, certamente, muscoli potenti, ma nessuna personalità.

Chiunque si accinga a eleggere se stesso come giudice del vero e della conoscenza è affondato dalla risata degli Dei.

Quando la soluzione è semplice, Dio sta rispondendo. Dio non gioca a dadi con l’universo. Dio è sottile ma non è malizioso.

L’uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere.

L’autentica religione è il vero vivente; vivente tutt’uno con l’anima, tutt’uno con la bontà e la rettitudine.

Due cose mi ispirano soggezione: i cieli stellati sopra e l’universo morale dentro.

Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l’uomo per il suo operato.

Non posso immaginare un Dio che premi e punisca gli oggetti della sua creazione, i cui fini siano modellati sui nostri, un Dio, in breve, che non è che un riflesso della fragilità umana.”

 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN


 

 

 
 
 
 
 

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IL TRENO DELLA VITA – Classico e bel video ma anche profonda e interessante riflessione   Leave a comment

 
 


 
 
 
 

Davvero una bella riflessione
è quella che ci dona questo classico video.

 
 
 
 
 
 
 
 
 


Eh sì il tema del viaggio in treno,
quale metafora della vita,
ha avuto da sempre molto successo nel web
e nei gruppi virtuali.






 
 
E', a mio parere, un tema che ogni tanto,
 merita d'esser affrontato (o riaffrontato)
ed approfondito.


 
 
 
 
 
 
 
 


Inoltre in questo video sono da ammirare 
sia il sublime testo che le affascinanti immagini
corredate poi anche da bella musica.








Originariamente era una PPS 
(sistema ormai del tutto scomparso)
che poi, per la sua bellezza, 
per fortuna è diventata un video.
 
Ma… bando alle ciance e vediamolo.
 
 
 
(aspettate un attimo ne vale la pena)
 
 
 
 
 
 
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Ciaooooooooooooooooo
 
 
Orso Tony




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DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE – Il famoso brano del Leopardi sul tema degli auguri per il nuovo anno ed un’analisi   2 comments






Penso che in prossimità di un nuovo anno non possa mancare la lettura o la rilettura di questo classico delle opere leopardiane del 1832 che si trova nelle “Operette Morali”.

La lettura del testo non riserva alcuna difficoltà grazie allo stile semplice e colloquiale.

La conversazione tra i 2 personaggi avviene per strada tra un venditore di almanacchi (calendari dell'epoca con oroscopi ma anche con proverbi, ricette e consigli vari) ed un cittadino: 
“Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi”.

Il passeggero (un semplice passante) viene avvicinato dal venditore che gli propone l'acquisto di un almanacco: 
“Bisognano, signore, almanacchi?”.

Ma leggiamo ora il brano leopardiano ed alla fine dirò un mio pensiero chiedendovi anche di esprimere il vostro.







DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE






Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggero. Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggero. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggero. Come quest’anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggero. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggero. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggero. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passeggero. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggero. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggero. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggero. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggero. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggero. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggero. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
Passeggero. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggero. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggero. Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggero. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.







Come hanno osservato alcuni critici qui Leopardi si sdoppia. 

Egli è tutti e 2 i personaggi.

Crede (o credeva o vuol credere) nella speranza ma poi cede alla ragione, per lui ahimè vincente, che lo porta a pensieri amari della qual cosa in verità parla altrove lo stesso Leopardi.

Inoltre il brano sembra anche affermare l'idea che la felicità sia più nascosta nella speranza che nella realtà.






Infatti alla fine, se è pur vero che il venditore stesso diventa incerto sulla bontà delle previsioni dei suoi almanacchi speriamo” 
il passeggero però alla fine l'acquista: “Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete”.

Come sempre mi piacerebbe leggere le Vs riflessioni.

Tony Kospan






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Le lettere smarrite – Brano bello ed originale.. ma amaro.. di uno scrittore cubano   Leave a comment

Le cose vanno male? Questo saggio racconto ci dice come cambiare la situazione   Leave a comment

 

 




A volte semplici raccontini o simpatiche storielle

possono darci dei validi suggerimenti.


Questa storiella ci suggerisce il modo

per cambiare l’andamento delle cose quando vanno male.




 

 

 

LA STRATEGIA SERVE
SPLENDIDA STORIELLA

 

 

 

 

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.

Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello.

Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell’uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un’altra frase.

Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.

Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo: chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.

Il pubblicitario rispose “Niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.

Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c’era scritto:


“Oggi è primavera… ed io non la posso vedere”.

 

 

.

.

 Cambia la tua strategia quando le cose non vanno bene

e vedrai che quasi certamente le cose andranno meglio. 
 

Ciao da Tony Kospan








Raccontino dal web – Impaginaz. T.K.

 

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LA PAGINA FB PER COLORARE LE TUE ORE
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Festeggiare il compleanno? Serena.. breve ma controcorrente riflessione di Tony Kospan   Leave a comment



Festeggiare un compleanno?








Penso che sia assurdo sempre, tranne forse per i bambini che vorrebbero subito diventare grandi, ma per gli altri? 
Per i super sessantenni? 
E parlando di me, per i super super settantenni?
Cosa c'è da festeggiare?






L'unica cosa potrebbe essere un traguardo.
In realtà, come dice una nota poesia del poeta greco, K. Kavafis, gli anni sono paragonabili alle candele, 
ed a un certo punto il numero di quelle ormai spente supera di gran lunga il numero misterioso di quelle ancora accese.






Per questo esser triste?
Nemmeno per idea, c'est la vie, è la vita che per fortuna ci è stata data, ed essendo consapevole di ciò, cerco di godere e di vivere belle emozioni finché mi sarà possibile.








Comunque a tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri…







Tony Kospan




Cosa fare per vivere un grande amore – Originale e simpatica riflessione di Vinicius de Moraes   Leave a comment


 

 




Ho trovato questi pensieri sull’amore del grande Vinicius De Moraes,

poeta, cantante e compositore brasiliano, molto simpatici, originali e divertenti

ma capaci anche di offrirci qualche spunto di riflessione.



 
 
 
 
 


La riflessione è diretta al sesso maschile ma
si può tranquillamente leggere all’inverso
e dunque esser compresa da tutti.

 
 
 

 

 
.


.
 
Para vivir un grande amor…
(Per vivere un grande amore)
 
 
E’ necessaria molta concentrazione e molto tatto,

ed essere insieme un po’ seri e un po’ matti 

Vinicius de Moraes




 
 
 

Per vivere un grande amore, bisogna stare un poco alla larga dalla gente, che normalmente è invidiosa dell’amore.
 
Per vivere un grande amore, in realtà, tu devi fare tua, la verità, “che non c`é amore senza fedeltà, di corpo-anima e cuore per vivere un grande amore”.
 
Per vivere un grande amore è molto, molto importante vivere sempre assieme e, se possibile, morire insieme, per non morire di dolore.
 
Per vivere un grande amore, non basta essere una brava persona, è necessario avere grandi pettorali – pettorali da rematore.
 
E’ un punto a favore… saper fare uova strapazzate, gamberi, minestrine, sughi, bistecche alla Strogonoff, stuzzichini per il… dopo l`amore.
 
E cosa c’è di più bello che andare in cucina e preparare con amore una ricca e gustosa insalatina per il nostro grande amore?
 
Essere cortesi senza cortesia, saper fare quattrini con poesia – per vivere un grande amore.
 
E’ necessario sapere bere whisky (chi lo sa bere sai, non corre rischi nel cedere alle incredibili pene dell`amore…)

Ma tutto questo è inutile amico(a) mio, se in questa selva oscura e disperata…, non sai neanche trovarla, la tua amata (il tuo amato).


 
 
 
 
 
 
 
 
 

Se ci va, ora, ascoltiamo l’autore Vinicius De Moraes
cantare una nota canzone brasiliana insieme a Toquinho
Onde anda voce” (Dove sei?)

 
 
 
 
fre bia pouce   musical notes
 
 
 
 
 
 
Cosa ne pensate?

Tony Kospan




– testo del brano dal web
– impaginazione e presentazione by Orso Tony
 
 
 
 




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Il ragazzo ed il cavallo – Favoletta Zen bella e saggia   Leave a comment

  
 

  La saggezza è merce rara… ahimè…  e non tutti la ricercano  –



 
  

 
 
 
 


Forse sì non la raggiungeremo mai… la saggezza… 
ma leggere questa breve storiella, che adoro,
penso che comunque non possa che farci bene
ed aprirci la mente.

 
 
 
 
 
Benedetto Luti – Allegoria della Sapienza

 
  

 
Infatti nel mondo che ci circonda, da quello reale a quello virtuale,
da quello della stampa a quello (soprattutto) televisivo
ascoltiamo grida, sentenze inappellabili, verità eterne etc…
salvo poi ascoltare, dalle stesse persone o da altri,
 il contrario dopo appena poche ore.
 
 
  

IL RAGAZZO ED IL CAVALLO



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un ragazzo riceve un cavallo come regalo per il suo quattordicesimo compleanno. 
La gente del villaggio dice “Oh! Fantastico!” 
Ma il maestro Zen, che vive nel villaggio, dice “Vedremo” 
Il ragazzo cade da cavallo e si rompe una gamba 
La gente del villaggio dice “Oh! Terribile!” 
Il maestro Zen dice “Vedremo” 
Il villaggio viene coinvolto nella guerra e tutti i giovani uomini devono partire ma, a causa della gamba rotta, il ragazzo resta a casa. 
Tutti esclamano “Oh! Fantastico!” 
Il maestro Zen dice “Vedremo”
 



 





Ci dice questa storiella infatti che dobbiamo guardare sempre
oltre le apparenze e  che spesso, quel che sembra male,
può rivelarsi un bene (e viceversa).

Quindi quando ci accadono degli eventi conviene aspettare
e ragionare un po’ e con calma prima di dare un giudizio.









Dunque quel che appariva bene non lo era

e quel che appariva male non lo era altrettanto!


Certo mi direte che questo lo sapevate già

ma in verità quando poi traduciamo

in vera pratica di vita questa riflessione

senza lamentarci o gioire subito e spesso inutilmente?


Che ne pensate?

Ciao da Tony Kospan





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