Archivio per l'etichetta ‘BELLA RIFLESSIONE

“De vita beata” di Seneca – Un accenno al mitico libro e tutto il I capitolo   Leave a comment

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Sembra proprio che gli psicologi americani più in voga, i super esperti delle felicità altrui, i massmediologi dal consiglio facile, e perfino i divulgatori di filosofie orientali, (tutti pagati profumatamente) hanno scoperto, nientepopodimeno, che i classici latini li hanno preceduti… alla grande!
 
 
 
 


 
 
 

INCREDIBILE!!!
E’ STATO RISCOPERTO SENECA
ED IL SUO “DE VITA BEATA”
a cura di Tony  Kospan

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Anche Lui però ai suoi tempi fu attaccato duramente dai critici e dunque leggeremo prima le sue difese e poi… il primo capitolo del suo  “DE VITA BEATA”… che appare emblematico dei motivi di questa (ri)scoperta… americana… e che consiglio vivamente di leggere perché a mio parere ci può donare diversi spunti di riflessione.
 
 
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DE VITA BEATA –  IL LIBRO E LE CRITICHE DELL’EPOCA

 
 
Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse proprio per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.

Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.

Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.

Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”; .

Non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.

Afferma inoltre che la ricerca ed il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.

La virtù è dunque soprattutto un valore da ricercare ed esercitare.
 
 
 
 
 
 
 

Corduba 21 maggio da 1 a 4 a.C. – Roma aprile 65 d.C.

 

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DE VITA BEATA
Seneca

 
I CAPITOLO
 

 
1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge.
Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.
Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. 
Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.
E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.
Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri.
Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare.
Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla.
Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male.
E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 



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L’ATTEGGIAMENTO NOBILE – Antichissimo e saggio principio che oggi appare.. quasi incomprensibile   1 comment

 

 

 

 

 

 

Molto interessante questa riflessione

che ci giunge dall’antica Cina (II sec. a. C.)

attraverso un libro che era

nel contempo di saggezza e di divinazione.

 

 

 

 

 

 

 

L’ATTEGGIAMENTO NOBILE


 

 

 

 

 

 

La volontà di perseverare è più che mai necessaria quando sembra di dover compiere un atto che ci allontana dalla meta.
 
 
Questo indirizzo interiore che non si lascia deviare reca alla fine salute.
 
 
L’impedimento temporaneo è di grande valore per la formazione della personalità.
 
 
Questo è l’aspetto positivo delle avversità.
 
 
Difficoltà e impedimenti fanno ripiegare l’uomo su se stesso.
 
 
Mentre però l’ignobile ricerca la colpa al di fuori, negli altri uomini, e accusa il destino,
il nobile cerca gli errori in se stesso,
e con questa introspezione l’impedimento esteriore diventa per lui uno stimolo per arricchirsi e formarsi interiormente.
 
 

 
 
 

 
 
 
da: I Ching – Libro dei Mutamenti

 
 
 
Giuliano Piancastelli – La passeggiata di Lord Fingal
 


 

Personalmente sono d’accordissimo con il concetto espresso
e cioè che è troppo facile prendersela con il destino cinico e baro
(anche se però  talvolta pure lui spesso ci mette del suo…)
mentre dobbiamo prima analizzare i nostri comportamenti
comprendere i nostri errori e poi riprendere
 il nostro cammino cercando di non ripeterli.

 

 

 


Ciao da Orso Tony

 

 

 

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Breve ma bella riflessione di Dostoevskij sull’amore… in senso lato   Leave a comment







BELLA E SUBLIME LEZIONE DEL GRANDE SCRITTORE


Dostoevskij ci parla brevemente 
dei tanti modi in cui si può essere felici
e di quanti tipi di amore possiamo vivere.







ASCOLTATE!


Ascoltate! 
Lo so che non serve a niente parlare: 
meglio dare l’esempio, meglio incominciare, io ho già incominciato… è dunque davvero possibile essere infelici? 
Che cosa significano il mio dolore e la mia disgrazia se sono in grado di essere felice? 
Sapete, non capisco come si possa passare accanto ad un albero e non essere felice di vederlo. 
Parlare con una persona e non essere felice di amarla! 
Oh, io non lo so esprimere… quante cose belle si incontrano ad ogni passo, cose così belle che anche l’uomo più abietto le apprezza? 
Guardate un bambino, guardate l’alba divina, guardate l’erba come cresce, guardate negli occhi che vi guardano e vi amano”

F. Dostoevskij





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Un grande scrittore si riconosce
anche quando esprime un semplice pensiero.
perché anche lì appare la sua ampia visione umana.



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IL TRENO DELLA VITA – Questo classico e bel video ci dona anche un’interessante riflessione   Leave a comment

 
 


 
 
 
 

Davvero una bella riflessione
è quella che ci dona questo classico video.

 
 
 
 
 
 
 
 
 


Eh sì il tema del viaggio in treno,
quale metafora della vita,
ha avuto da sempre molto successo nel web
e nei gruppi virtuali.






 
 
E’, a mio parere, un tema che ogni tanto,
 merita d’esser affrontato (o riaffrontato)
ed apprezzato.


 
 
 
 
 
 
 
 


Inoltre in questo video sono da ammirare 
sia il testo che le affascinanti immagini
corredate poi anche da bella musica.








Originariamente era una PPS 
(sistema ormai del tutto scomparse)
che poi, per la sua bellezza, è diventata un video.
 
Ma… bando alle ciance e vediamolo.
 
 
 
(aspettate un attimo ne vale la pena)
 
 
 
 
 
 
frebiapouce.gif
 
 
 

Ciaooooooooooooooooo
 
 
Orso Tony



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Frecce (174)





 
 
 
 
 
 

Il silenzio colpevole – Appassionata e dolorosa analisi della fine di un amore   1 comment

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Propongo alla vostra lettura questo brano

che mi appare una lucida… ma anche poetica…

analisi della fine di un amore.

Se vi va, sarei curioso di conoscere il vostro parere



RIFLESSIONI DOPO LA FINE DI UN AMORE

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LE COSE PIU’ IMPORTANTI LE DICIAMO SENZA VOCE

 

 





 

Le cose più importanti, come sempre,

noi le diciamo senza voce.


Massimo Bubbola



oro



Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole


Per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scardinava il cuore


Avrei voluto insieme a te rubare l’acqua della Luna


Ma come Orlando ho perso il senno e ho perso anche la fortuna.


Avrei voluto cancellare dai tuoi occhi quella noia e quella solitudine


Ma allora davo troppe cose per scontate e non ti seguivo più.


Come la pioggia anche l’amore rinfresca una stagione ostile


Come la pioggia anche l’amore è destinato poi a finire.


Le cose più importanti come sempre noi le diciamo senza voce


Basta guardarsi dietro il vetro di un perdono o sotto un battito di luce


E il pianto vero non ha lacrime, né spettatori né rifugio


Ci siamo persi in un bicchiere e ritrovati in un naufragio.


Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole


Per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scombinava il cuore


Avrei voluto insieme a te rubare l’acqua della Luna


Ma come tanti ho perso il tempo e ho perso anche la fortuna.





 

Cosa ne pensate?


Orso Tony





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Romano Battaglia – Con il bel brano “Serenata al mondo” breve ricordo dello scrittore toscano   Leave a comment

 
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Anche se non ha ricevuto grandi omaggi da parte della critica
a me, Romano Battaglia noto giornalista e scrittore da poco scomparso
,
è sempre piaciuto per l’arguzia, la leggerezza mai banale e la serena fantasia
con cui scriveva racconti poesie riflessioni… etc…
ed infatti spesso pubblico suoi brevi ma “sognanti” brani.








E stato anche un apprezzato conduttore televisivo
ed ha ricevuto diversi premi per le sue opere.

Forse per la sua serena visione delle cose ed
il suo originale e simpatico modo di raccontare,
sempre piacevole e leggero ma mai banale,
la critica è sempre stata fredda nei suoi confronti.


 
 
 
Romano Battaglia
(Marina di Pietrasanta 31.7.1933 – Marina di Pietrasanta 22.7.2012)
 
 
 
 
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Per questo desidero ora rendergli omaggio
con questo suo breve, leggiadro eppur significativo brano.

Ritengo che sia davvero una bella riflessione questa
e penso che faccia bene allo spirito di noi tutti.


 

 




  
SERENATA AL MONDO


Romano Battaglia





 
 
  
 

Un giorno volevo descrivere il dolore che provai nel veder tagliare gli alberi di un giardino, ma ci riuscì meglio un bambino in sole poche righe.
 
Una volta volevo rendere la bellezza della neve caduta sulla terra, ma ci riuscì meglio un bambino che abitava sulle montagne.
 
Un giorno cercai di tradurre in parole il pianto del fiume inquinato, ma le parole più giuste furono quelle di un bambino che abitava sul fiume.
 
Una sera cercai di scrivere una poesia per un cielo di stelle, ma l’aveva già scritta un bambino che guardava sempre il cielo.
 
Una volta piansi per la cattiveria e le ingiustizie del mondo, ma le lacrime più vere furono quelle di un bambino.
 
Le parole di quei bambini, i loro sogni, i loro pensieri sono messaggi di verità:
li affido agli abitanti della terra, spesso stanca e malata, affinché sappiano trarne un insegnamento.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 


Ciao da Tony Kospan

 
 
 
 
 

 

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Romano Battaglia


“De vita beata” di Seneca – Un accenno al mitico libro e l’intero I capitolo   Leave a comment

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Sembra proprio che gli psicologi americani più in voga, i super esperti delle felicità altrui, i massmediologi dal consiglio facile, e perfino i divulgatori di filosofie orientali, (tutti pagati profumatamente) hanno scoperto, nientepopodimeno, che i classici latini li hanno preceduti… alla grande!
 
 
 
 


 
 
 

INCREDIBILE!!!
E’ STATO RISCOPERTO SENECA
ED IL SUO “DE VITA BEATA”
a cura di Tony  Kospan

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Anche Lui però ai suoi tempi fu attaccato duramente dai critici e dunque leggeremo prima le sue difese e poi… il primo capitolo del suo  “DE VITA BEATA”… che appare emblematico dei motivi di questa (ri)scoperta… americana… e che consiglio vivamente di leggere perché a mio parere ci può donare diversi spunti di riflessione.
 
 
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DE VITA BEATA –  IL LIBRO E LE CRITICHE DELL’EPOCA

 
 
Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse proprio per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.

Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.

Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.

Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”; .

Non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.

Afferma inoltre che la ricerca ed il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.

La virtù è dunque soprattutto un valore da ricercare ed esercitare.
 
 
 
 
 
 
 

Corduba 21 maggio da 1 a 4 a.C. – Roma aprile 65 d.C.

 

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DE VITA BEATA
Seneca

 
I CAPITOLO
 

 
1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge.
Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.
Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. 
Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.
E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.
Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri.
Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare.
Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla.
Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male.
E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 



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L’ATTEGGIAMENTO NOBILE – Questo antichissimo e saggio principio oggi sembra proprio… rivoluzionario   Leave a comment

 

 

 

 

 

 

Molto interessante questa riflessione

che ci giunge dall’antica Cina (II sec. a. C.)

attraverso un libro che era

nel contempo di saggezza e di divinazione.

 

 

 

 

 

 

 

L’ATTEGGIAMENTO NOBILE


 

 

 

 

 

 

La volontà di perseverare è più che mai necessaria quando sembra di dover compiere un atto che ci allontana dalla meta.
 
 
Questo indirizzo interiore che non si lascia deviare reca alla fine salute.
 
 
L’impedimento temporaneo è di grande valore per la formazione della personalità.
 
 
Questo è l’aspetto positivo delle avversità.
 
 
Difficoltà e impedimenti fanno ripiegare l’uomo su se stesso.
 
 
Mentre però l’ignobile ricerca la colpa al di fuori, negli altri uomini, e accusa il destino,
il nobile cerca gli errori in se stesso,
e con questa introspezione l’impedimento esteriore diventa per lui uno stimolo per arricchirsi e formarsi interiormente.
 
 

 
 
 

 
 
 
da: I Ching – Libro dei Mutamenti

 
 
 
Giuliano Piancastelli – La passeggiata di Lord Fingal
 


 

Personalmente sono d’accordissimo con il concetto espresso
e cioè che è troppo facile prendersela con il destino cinico e baro
(anche se però  talvolta pure lui spesso ci mette del suo…)
mentre dobbiamo prima analizzare i nostri comportamenti
comprendere i nostri errori e poi riprendere
 il nostro cammino cercando di non ripeterli.

 

 

 


Ciao da Orso Tony

 

 

 

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Romano Battaglia – Breve ricordo ed un omaggio con la sua “Serenata al mondo”   1 comment

 
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Anche se non ha ricevuto grandi omaggi da parte della critica
a me, Romano Battaglia noto giornalista e scrittore da poco scomparso
,
è sempre piaciuto per l’arguzia, la leggerezza mai banale e la serena fantasia
con cui scriveva racconti poesie riflessioni… etc…
ed infatti spesso pubblico suoi brevi ma “sognanti” brani.








E stato anche un apprezzato conduttore televisivo
ed ha ricevuto diversi premi per le sue opere.

Forse per la sua serena visione delle cose ed
il suo originale e simpatico modo di raccontare,
sempre piacevole e leggero ma mai banale,
la critica è sempre stata fredda nei suoi confronti.


 
 
 
Romano Battaglia
(Marina di Pietrasanta 31.7.1933 – Marina di Pietrasanta 22.7.2012)
 
 
 
 
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Per questo desidero ora rendergli omaggio
con questo suo breve, leggiadro eppur significativo brano.

Ritengo che sia davvero una bella riflessione questa
e penso che faccia bene allo spirito di noi tutti.


 

 




  
SERENATA AL MONDO


Romano Battaglia





 
 
  
 

Un giorno volevo descrivere il dolore che provai nel veder tagliare gli alberi di un giardino, ma ci riuscì meglio un bambino in sole poche righe.
 
Una volta volevo rendere la bellezza della neve caduta sulla terra, ma ci riuscì meglio un bambino che abitava sulle montagne.
 
Un giorno cercai di tradurre in parole il pianto del fiume inquinato, ma le parole più giuste furono quelle di un bambino che abitava sul fiume.
 
Una sera cercai di scrivere una poesia per un cielo di stelle, ma l’aveva già scritta un bambino che guardava sempre il cielo.
 
Una volta piansi per la cattiveria e le ingiustizie del mondo, ma le lacrime più vere furono quelle di un bambino.
 
Le parole di quei bambini, i loro sogni, i loro pensieri sono messaggi di verità:
li affido agli abitanti della terra, spesso stanca e malata, affinché sappiano trarne un insegnamento.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 


Ciao da Tony Kospan

 
 
 
 
 

 

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Romano Battaglia – Breve ricordo dello scrittore toscano anche con il suo bel brano “Serenata al mondo”   Leave a comment

 
.
 
 
 
 
 
Anche se non ha ricevuto grandi omaggi da parte della critica
a me, Romano Battaglia noto giornalista e scrittore da poco scomparso
,
è sempre piaciuto per l’arguzia, la leggerezza mai banale e la serena fantasia
con cui scriveva racconti poesie riflessioni… etc…
ed infatti spesso pubblico suoi brevi ma “sognanti” brani.








E stato anche un apprezzato conduttore televisivo
ed ha ricevuto diversi premi per le sue opere.

Forse per la sua serena visione delle cose ed
il suo originale e simpatico modo di raccontare,
sempre piacevole e leggero ma mai banale,
la critica è sempre stata fredda nei suoi confronti.


 
 
 
Romano Battaglia
(Marina di Pietrasanta 31.7.1933 – Marina di Pietrasanta 22.7.2012)
 
 
 
 
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Per questo desidero ora rendergli omaggio
con questo suo breve, leggiadro eppur significativo brano.

Ritengo che sia davvero una bella riflessione questa
e penso che faccia bene allo spirito di noi tutti.


 

 




  
SERENATA AL MONDO


Romano Battaglia





 
 
  
 

Un giorno volevo descrivere il dolore che provai nel veder tagliare gli alberi di un giardino, ma ci riuscì meglio un bambino in sole poche righe.
 
Una volta volevo rendere la bellezza della neve caduta sulla terra, ma ci riuscì meglio un bambino che abitava sulle montagne.
 
Un giorno cercai di tradurre in parole il pianto del fiume inquinato, ma le parole più giuste furono quelle di un bambino che abitava sul fiume.
 
Una sera cercai di scrivere una poesia per un cielo di stelle, ma l’aveva già scritta un bambino che guardava sempre il cielo.
 
Una volta piansi per la cattiveria e le ingiustizie del mondo, ma le lacrime più vere furono quelle di un bambino.
 
Le parole di quei bambini, i loro sogni, i loro pensieri sono messaggi di verità:
li affido agli abitanti della terra, spesso stanca e malata, affinché sappiano trarne un insegnamento.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 


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