Archivio per l'etichetta ‘Antony Kospan.’
LA GRANDE FAMIGLIA
Tony Kospan
Ogni volta che un uomo
ad un altr’uomo reca danno
senz’onesto motivo…
Ogni volta che un uomo
al fratello animale reca danno
senz’onesto motivo…
Ogni volta che un uomo
a mamma natura reca danno
senz’onesto motivo…
io sto male…
perché il danno anche a me
egli ha arrecato.
Non siamo fatti
della stessa materia?
Non siamo creati
dalla stessa mano?
Non siamo forse elementi
della stessa realtà?
Non sentiamo d’esser molecole
d’un unico cosmico corpo?
Non recitiamo un’unica commedia,
seppur con diverse parti,
sullo stesso palcoscenico?
Non suoniamo tutti insieme
la musica delle stelle?
Perché dunque esser nemici
infine anche a se stessi?
Non è meglio godere
dell’unanime abbraccio
d’ogni membro,
comunque composto,
della grande famiglia
dell’assoluto Universo?
Ogni volta che un uomo…
A questa mia modesta poesia un’amica
ha voluto dedicare il video qui giù, davvero molto bello.
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Magritte – La grande famiglia
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La casa della poesia non avrà mai porte.
Alda Merini
E’ PRIMAVERA
MA E’ ANCHE
LA FESTA DELLA POESIA
Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo.
E’ il logico che cerca di mettere il cielo
dentro la propria testa.
Ed è la sua testa che si spacca.
Gilbert Keith Chesterton
Con l’arrivo della stagione più amata
oggi si festeggia anche
la giornata mondiale della Poesia.
L’Unesco desidera imporre all’attenzione di tutti,
e soprattutto dei giovani,
(ma in fondo – dentro – noi lo siamo tutti vero?
)
LA POESIA
Infatti, fin dal 1999,
ha dichiarato il primo giorno di primavera,
e tradizionalmente il 21 marzo,
Giornata Mondiale della Poesia.
Festeggiamola allora anche noi…
con qualche pensiero… qualche aforisma
ed una mini poesia.
Cos’è dunque la poesia?
Siamo noi tutti poeti?
Certo non siamo né Dante, né Leopardi, né Neruda,
né Lorca, né Montale, né Dickinson, né Merini… etc…
ma, se vogliamo,
tutti noi possiamo provare a scriver versi
ed in tanti ci provano, ci proviamo,
e direi spesso con bellissimi risultati
e qualcuno tra noi anche di più.
Johann Baptist Reiter
Il grande Giuseppe Parini diceva:
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“la poesia non è necessaria come il pane,
né utile come l’asino;
tuttavia, se usata bene,
può rendere felice l’uomo”.





Ora inneggiamo con questo video, all’amata
Poesia.
e poi leggiamo una significativa mini-poesia
che amo molto e che a mio parere,
è un piccolo… grande… inno alla poesia
POESIA SULLA POESIA
Enrico Dignani
E… se non vi piace la poesia
allora il mondo tenetevelo
così com’è:
scemo e faticoso!
Auguro quindi infine…
in salute, in armonia ed in… poesia.
Tony Kospan
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Una poesia, della serie “grandissime poesie”
e dalle notevoli e profonde suggestioni.
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Dalì – Ragazza alla finestra
Pessoa, poeta del sogno, stavolta pur esaltandolo,
dubita che esso, nonostante sia superiore
alla materialità delle cose ed alla freddezza della razionalità,
riesca poi davvero a veder bene quel che c’è
oltre la… “finestra“.
Ma prima leggiamola.
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Fernando Pessoa
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.
Alcuni ritengono però che la poesia parli di luoghi da visitare,
di paesaggi da vedere
perché più belli dal vero che sognati,
ma, secondo me, qui v’è chiaramente
una visione che va molto oltre
e quindi penso (con altri) che sia una poesia soprattutto metafisica.
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Penso che Pessoa ci voglia dire:
– della nostra incapacità di vedere la verità solo con i nostri occhi,
– del pericolo di farci condizionare dai ragionamenti della filosofia
– della possibilità di vedere molto più in là della realtà
grazie ai nostri sogni.
Tuttavia però poi termina con l’amara considerazione
che
nonostante ciò
la verità è comunque sempre diversa.
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In altre parole ed in estrema sintesi
il significato è, sempre a mio parere, dolce-amaro,
e ci lascia un senso di vuoto e di incompletezza.
Noi non conosciamo e non conosceremo mai la vera realtà
che è quella che è oltre noi (oltre la finestra)
ma la possiamo solo immaginare e sognare,
in quanto siamo prigionieri delle nostre convenzioni sociali,
dei nostri tabù e delle nostre sovrastrutture mentali.
Però nemmeno questo sognare, ahimè,
corrisponderà mai alla verità sconosciuta
o inconoscibile da noi umani.
Per questo si può parlare di poesia metafisica.
La mia è però una personalissima interpretazione
e mi piacerebbe legger quel che ne pensate voi.
Pessoa
CIAO DA TONY KOSPAN
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR
NEL GRUPPO PSICHE E SOGNO
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Ubaldo Oppi
L’amore è un sogno che non ci abbandona mai
anche quando sappiamo che non si potrà più realizzare.
Natalia Aspesi
Ubaldo Oppi – ll pittore con la moglie
Passiamo un buon fine settimana
anche se il tempo appare incerto
tra sprazzi di primavera e ritorni all’inverno.
BIANCHE NUBI
Herman Hesse
O guarda, si librano di nuovo
come sommesse melodie
di belle dimenticate canzoni
verso il cielo blu!
Nessun cuore le può capire
al quale durante un lungo viaggio
non si è aperto il sapere
di tutte le pene e gioie del cammino.
Le amo così bianche e sciolte
come il sole, il mare, il vento,
perché sono sorelle ed angeli
di quelli senza casa e patria.
Ubaldo Oppi – Donna alla finestra
A TUTTI DA… ORSO TONY
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Ubaldo Oppi – Ritratto della moglie
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Sorprende sempre, anche chi come me che da tempo
legge ed ammira il pensiero e le poesie degli Indiani d’America,
la loro profonda saggezza.
Direi che questa poesia appare esser proprio emblematica in tal senso
e nel contempo è la chiara manifestazione
della loro intima, profonda ed assoluta unione con la natura.
IO SONO UNA ROCCIA
Penna d’Aquila Danzante
Io sono una roccia, ho visto la vita e la morte,
ho conosciuto la fortuna, la preoccupazione e il dolore.
Io vivo una vita da roccia.
Sono una parte di nostra Madre, La Terra.
Ho sentito battere il suo cuore sul mio,
ho sentito i suoi dolori e la sua gioia.
Io vivo una vita da roccia.
Sono una parte di nostro Padre, il Grande Mistero.
Ho sentito le sue preoccupazioni e la sua saggezza.
Ho visto le sue creature, i miei fratelli,
gli animali, gli uccelli, i fiumi e i venti parlanti, gli alberi,
tutto quello che è sulla Terra
e tutto quello che nell’Universo è.
Io sono parente delle stelle.
Io posso parlare, quando conversi con me
e ti ascolterò, quando parlerai.
Io ti posso aiutare, quando hai bisogno di aiuto.
Ma non mi ferire, perché io posso sentire, come te.
Io ho la forza di guarire, eppure all’inizio tu dovrai cercarla.
Forse tu pensi che io sia solo una roccia,
che giace nel silenzio, sull’umido suolo.
Ma io non sono questo.
Io sono una parte della vita,
io vivo, io aiuto coloro che mi rispettano.

Fonte web
CIAO DA TONY KOSPAN
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Era da tempo che desideravo dedicare un post
a questo grande poeta salernitano
che ebbi modo di conoscere seppur fugacemente
ai tempi della mia gioventù.
Salerno 17.7.1909 – Orbetello 8.3.1976
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Salerno ebbe anni giovanili un po’ travagliati ed inquieti.
Iscrittosi all’Università di Napoli non si laureò
(come accadde anche a Montale e Quasimodo)
ed a 21 anni sposò la figlia del suo professore di matematica
(da cui poi ebbe 2 figlie) e si trasferì a Milano.
Qui svolse molti e diversi lavori prima di diventare giornalista.
Nel 1936 venne arrestato per antifascismo
e nel 1938 con Vasco Pratolini, scrittore fiorentino,
creò la rivista “Campo di Marte” poi soppressa dal regime.
In questi anni collaborò a numerose, importanti
ed innovative riviste di tipo culturale.
Alfonso Gatto con il suo busto realizzato dallo scultore Farpi Vignoli (1940)
Nel 1941 fu nominato “Professore per chiara fama”
al Liceo artistico di Bologna
e nel 1943 entrò nella Resistenza.
Le sue opere di questo periodo risentono fortemente dello spirito
che anima la parte d’Italia che si oppone ai soprusi nazifascisti.

Nel 1951 per forti divergenze abbandonò il partito comunista.
Oltre all’attività di giornalista ed a quella di poeta
(molti suoi libri di poesie ebbero numerosi riconoscimenti)
negli ultimi anni si dedicò anche alla critica letteraria e d’arte.
Pur essendo, per necessità o vocazione, un giramondo…
non smise mai d’amare la sua Salerno.
Morì per un incidente stradale e fu sepolto nella sua città natia.
Sulla sua tomba è inciso un bel pensiero
dell’amico Montale
“Ad Alfonso Gatto per cui vita e poesie
furono un’unica testimonianza d’amore“.

Come affermo spesso, ritengo che
il miglior modo di conoscer davvero un poeta,
sia quello di legger le sue poesie e quindi ecco…
ALCUNE SUE POESIE CHE AMO
DENTRO L’AMORE
Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l’ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d’avermi, e già dal ridere mi volti
nella raffica buia, mi cancelli
per affiorare dal lamento vano.
Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel distinguermi il volto, grata, piena
d’aperto e poi ripresa dalla lena
della dolcezza, calma a poco a poco
come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhi che balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.
IL POETA
Il poeta è un uomo mortale
che vive con tutta la sua morte
e con tutta la sua vita,
nel tempo,
e in sé si consuma e si sveglia,
negli altri si popola e si chiama,
e nulla possiede
che non abbia già amato e perduto.
SIRENA
Il tuo canto mi avvolge e mi carezza,
con la sua voce di mare mi avvince.
Ha la freschezza lieve della brezza
e il sentore di lontane province.
Nel suo tremolo scorgo la purezza
dell’acqua ed il furore della lince.
Nel vibrato io sento la dolcezza
dell’amore e la forza di chi vince.
Legato all’albero di questa vita
io non ti seguirò. Alla tua lusinga
non cederò, ma ti confinerò
nel sogno, Sirena dalla squisita
voce, e come chi sulla spiaggia stringa
sabbia tra le mani, mi sveglierò.
HANNO SPARATO A MEZZANOTTE
Hanno sparato a mezzanotte, ho udito
il ragazzo cadere sulla neve
e la neve coprirlo senza un nome.
Guardare i morti alla città rimane
e illividire sotto il cielo. All’alba
con la neve cadente dai frontoni
dai fili neri sempre più rovina
accasciata di schianto sulla madre
che carponi s’abbevera a quegli occhi
ghiacci del figlio, a quei capelli sciolti
nei fiumi azzurri della primavera.
POESIA D’AMORE
Le grandi notti d’estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare
dal vento che pare l’ anima.
E baci perdutamente
sino a che l’ arida bocca
come la notte è dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi
il sogno ch’ esisti è vero.
Da quanto t’ ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
E il bacio che cerco è l’ anima.
Tony Kospan
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Iniziamo con questo una serie di post
che ci parleranno del percorso dell’amore umano
dalla sua nascita fino alla sua affermazione.
Esso si snoderà in 5 parti:
Sguardo – Cuore – Incontro – Bacio – Abbraccio
LO SGUARDO D’AMORE
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Qual è il primo momento in cui nascono in noi
interesse, curiosità, simpatia, feeling etc.
capaci di trasformarsi in un sentimento d’amore,
se non quando avviene l’incrocio di sguardi?
Non v’è infatti chi non veda quanto siano importanti
gli sguardi
nel sorgere di un amore,
o, in caso di esito negativo, solo di un sogno d’amore.

Martin Kavel
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Direi di più, gli sguardi nel corso dei secoli passati
in cui i rapporti tra i sessi erano estremamente complessi e difficili,
sono stati gli unici mezzi di comunicazione virtuale – ante litteram –
di emozioni, sensazioni, desideri, e di segnali d’intesa, gioia… etc.
Qualcuno può dubitare che uno sguardo
possa penetrare un cuore?
Federico Andreotti
Certo lo sguardo può però,
sia in amore
che nei rapporti interpersonali in genere,
anche esprimere odio, disprezzo, indifferenza etc.
ma non è di questo che ci interesseremo.
Ritengo sublimi sul punto questi pensieri d’autore.
Guardandoti negli occhi ricordo soltanto
d’aver già visto il tuo volto in sogno.
Tagore
Le parole sono piene di falsità o di arte,
lo sguardo è il linguaggio del cuore
William Shakespeare
Lo sguardo alle volte può farsi carne,
unire due persone più di un abbraccio.
Dacia Maraini
C’è una strada che va dagli occhi al cuore
senza passare per l’intelletto.
Gilbert Keith Chesterton
Da sempre i poeti (e gli artisti in genere)
ci hanno parlato della stretta correlazione
tra occhi e cuore.
Ma passiamo alle poesie prescelte stavolta,
tutte di grandi autori.
Arthur Braginsky
CANZONE
~ Juan Ramon Jimenez ~
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Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l’increato?
Arthur Braginsky
SABBIE MOBILI
~ Jacques Prevert ~
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Demoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Cebarre
TI GUARDO E IL SOLE CRESCE
~ Paul Eluard ~
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Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte.
Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore
E’ l’inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti.
Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
Botticelli – Nascita di Venere
CUORE E OCCHI
~ William Shakespeare ~
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all’altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l’effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un’altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d’amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.
Leonardo (attr.) – La bella principessa (partic.)
TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
~ Dante Alighieri ~
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Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
F I N E
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Un poetico saluto da
Orso Tony
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Questa monumentale creazione del Bernini
ha caratteristiche diverse dalle sue tante geniali opere
sia per il genere, un misto di architettura e scultura,
che per le eccezionali misure
ed anche per il numero di coloro,
artisti ed artigiani, che collaborarono con lui
ma è anch’essa un vero capolavoro.
IL BALDACCHINO DI SAN PIETRO
La magnificenza della Basilica di San Pietro fu resa ancor più sublime grazie all’intervento eccezionale, quanto a bellezza e grandezza, del Bernini.
LA STORIA DELL’OPERA
Papa Urbano VIII voleva risolvere un annoso problema esistente nel massimo tempio della Cristianità.
La copertura, in modo armonico, duraturo e degno, dello spazio in cui si trova la tomba di S. Pietro e contemporaneamente esaltare l’Altare Maggiore della Basilica.
La cosa non era semplice anche per le ciclopiche misure della Cupola di Michelangelo.
Nei periodi precedenti vi erano stati dei baldacchini provvisori che, pur non soddisfacendo i requisiti di stabilità e monumentalità in linea con la struttura né con l’importanza e la bellezza del Tempio, tuttavia avevano suggerito possibili ma difficilissime soluzioni.
Ebbene Urbano ottavo decise di non rivolgersi agli affermati architetti dell’epoca ma ad un giovane emergente, il venticinquenne Bernini, a cui nel 1623 affidò l’incarico.
Borromini
Bernini si avvalse della collaborazione del Borromini, per l’architettura, ma anche di altri scultori (tra cui suo fratello) ed un notevole gruppo di artigiani per tutte le varie e complesse fasi della lavorazione.
Uno degli aspetti principali, la torsione istoriata delle colonne, fu quasi certamente suggerita al Bernini dalle cd. “colonne sante” presenti nella Basilica Costantiniana precedente all’attuale (4° secolo), pur se molto più piccole e non in bronzo.
Colonna Santa
Una è ancora visibile nella Sala della Colonna (Tesoro della basilica) ed altre 2 sono accanto accanto all’altare della Cappella del Santissimo Sacramento.
Per questo possiamo dire che la “rivoluzione” berniniana aveva anche inglobato un collegamento antico e classico con la Storia della Basilica.
Ci vollero 10 anni di lavori per completare l’imponente opera (fu necessaria la fusione di un’enorme quantità di metalli, la più grande del Medio Evo) ed altri 2 per le rifiniture ma il risultato alla fine fu eccezionale.
LA MERAVIGLIA DEL BALDACCHINO
Ancor oggi il baldacchino meraviglia per la sua bellezza e per il perfetto ed armonico inserimento nelle volumetrie e nell’impatto visivo della Basilica.
Ma quello che più stupisce è l’incredibile sensazione di leggerezza che dona questa enorme scultura-architettura di bronzo dorato alta come un palazzo (28,5 mt).
L’effetto, davvero stupefacente, è dato innanzitutto dalla torsione dei pilastri bronzei.
Ad essi si aggiungono poi in alto le sculture di grandi e sorridenti angeli che reggono i festoni che tengono in tensione le stoffe sottostanti dando l’incredibile sensazione che esse siano mosse dal vento.
Colpisce in modo assoluto soprattutto la leggerezza (quasi un volo danzante) dell’opera a dispetto della sua monumentalità e figuriamoci quale dovesse essere lo stupore dei visitatori del ‘600.
F I N E
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia integrale senza indicare autore e blog
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OH NINFA DEL WEB
Tony Kospan
E’ sera o è notte?
Ride nel cielo la luna
bianca come lo schermo!
Vieni!
Stammi vicina!
Non temere!
Dammi la mano!
Tra le mail e le chat
ci nascondiamo!
Oh dolce Ninfa del web
dall’uggioso mondo reale
scappiamo
ed ai giovani sogni
torniamo!
Ecco verde ci appare un laghetto,
oh… d’intima chat ha l’aspetto!
Sulle sue rive felici sostiamo
ed al suono di silenti usignoli
“quasi un batter di tastiere”
le nostre anime uniamo
e virtualmente godiamo!
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La scrissi diversi anni fa
quando stupito ed affascinato
mi avvicinai al mondo del web.
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Qui giù la poesia in versione video,
dono dell’amica Luna.
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E’ stato un vero e proprio mito
della canzone italiana del dopoguerra
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Achille Togliani (Pomponesco 16.1.1924 – Roma 12.8.1995)
BREVE BIOGRAFIA
Partito dalla provincia mantovana
intraprese la strada del cinema e della rivista
(con Macario)
e fu qui che lo notò il maestro Angelini che lo portò nel ‘50
nella trasmissione “Cantanti della radio”
sia per la stupenda melodiosa voce
che per la sua presenza di uomo affascinante.
Ebbe presto, per queste doti,
molti successi sia nel campo della canzone
che in quello dei cuori femminili.
Nel ’51 inaugurò con pochi altri cantanti*il Festival di Sanremo
(*quelli della foto qui giù meno Gino Latilla)
I cantanti del 2° Sanremo
– Il duo Fasano ai lati, Togliani, Nilla Pizzi e Gino Latilla – Fonte RadiocorriereTV
e nel ’54 vinse il Festival di Napoli.
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Rimase a lungo negli anni ’60 nell’orchestra Angelini
come cantante di punta e partecipò anche a numerose trasmissioni
radiofoniche di successo.
Poi però, anche se il suo genere musicale, la canzone melodica,
pian piano tramontava,
lui tuttavia rimaneva nel cuore degli italiani.
Dopo gli anni ’70 partecipò soprattutto a spettacoli televisivi di revival.
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Questi… alcuni tra i suoi maggiori successi…
Signorinella, La canzone dell’amore, Come pioveva, Parlami d’amore Mariù,
Lucciole vagabonde, Canzone da 2 soldi, Sedici anni e Melodia d’amore…
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Ricordiamolo ora ascoltando la sua voce in questi 2 video
in cui interpreta, da par suo, 2 mitiche canzoni di un tempo.
SIGNORINELLA
COME PIOVEVA
CIAO DA TONY KOSPAN
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