




e quel che appariva male non lo era altrettanto!
ma in verità quando poi traduciamo
in vera pratica di vita questa riflessione
senza lamentarci o gioire subito e spesso inutilmente?
e quel che appariva male non lo era altrettanto!
ma in verità quando poi traduciamo
in vera pratica di vita questa riflessione
senza lamentarci o gioire subito e spesso inutilmente?
Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva… la strega aveva una gobba ad uncino, era orrenda, aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni!
Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante. Perciò si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo e condannare l’amico a sobbarcarsi un fardello simile!
Gawain ,venuto al corrente della proposta, volle parlare ad Artù dicendogli che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo re e la tavola rotonda, e che quindi avrebbe accettato di sposare la strega di buon grado.
Il loro matrimonio fu pertanto proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda:
Infatti il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli garantì piena libertà.
Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega?
Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia, mentre Gawain si comportava come sempre, gentile e cortese.
La strega al contrario esibì le peggiori maniere… mangiava con le mani, ruttava e petava, mettendo tutti a disagio.
La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile, ma alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto e… che razza di vista lo attendeva!
Dinnanzi a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase allibito, e non appena ritrovò l’uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese alla strega cosa le fosse accaduto.
La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l’altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima.
Voi cosa avreste fatto?
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Con le sue favolette… semplici… semplici…
questo grandissimo scrittore
ci dona chiari e concreti esempi di saggezza
anche se in questo caso
l’esito non piacerà agli animalisti.
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Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,
immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell’epoca
in cui furono scritte.
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Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.
LA CREAZIONE DEL MONDO
Questa storia dei gitani d’Ungheria venne raccontata al ricercatore Vladislav Kornel e pubblicata per la prima volta, nella sua forma originale, sul Journal of the Gypsy Lore Society di Londra, nel 1890.
Nello stesso anno e in una versione quasi identica raccolta presso altri gruppi nomadi dei Balcani, venne pubblicata anche da H. von Wlislocki ad Amburgo.
Testo dal web – impaginaz. Orso Tony
Un bellissimo raccontino
che consiglio alle madri (ed ai padri)
di far leggere ai ragazzi di oggi.
MADRE E FIGLIO
–
– BEL RACCONTINO DI SAGGEZZA –
Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 EURO.
Per aver ordinato la mia cameretta: 1,50 EURO.
Per essere andato a comprare il latte: 0,50 EURO.
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 EURO.
Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: 2 EURO.
Per aver portato fuori l’ immondizia tutte le sere: 1 EURO.
Totale: 9 EURO
La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente.
La sua mente si affollò di ricordi.
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due LACRIMONI fecero capolino nei suoi occhi.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “PAGATO”.
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito.
L’amore, o è gratuito o non è amore.
Ancora una piccola favola,
stavolta firmata da un grande filosofo,
Schopenhauer
e la spiegazione dell’empatia.
I PORCOSPINI
In una fredda giornata d’inverno
un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta
e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.
Ben presto però sentono le spine reciproche
e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi
li porta di nuovo ad avvicinarsi
si pungono di nuovo.
Ripetono più volte questi tentativi,
sballottati avanti e indietro tra due mali,
finché non trovano quella moderata distanza reciproca
che rappresenta la migliore posizione,
quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi
e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.
Questa, in realtà, è molto di più di una favola,
è infatti una magnifica, direi perfetta descrizione
dell’EMPATIA.
Ma cos’è l’empatia?
Ce lo spiega molto bene il brano che segue
che ci consente di approfondire la conoscenza
di quest’aspetto della nostra personalità
che molti confondono con la simpatia. N.T.K.
L’EMPATIA
Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.
L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.
E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).
L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.
Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.
La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.
Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.
Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.
La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.
Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re
Ciao da Tony Kospan
LA LEGGENDA DEI GIORNI DELLA MERLA
Vi saluto con questo antico proverbio popolare
Testo dal web con modifiche
Ciao da Tony Kospan
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Un bellissimo saggio raccontino zen
PERCHE’ LA GENTE GRIDA?
Un maestro domanda ai suoi discepoli:
“Perché la gente grida quando è arrabbiata?”
I discepoli pensano per un attimo e poi rispondono:
“Perché perdono la calma maestro!”
Il maestro aggiunge:
”Ma, perché gridare se l’altra persona è proprio davanti a te?
Non sarebbe possibile parlare a bassa voce??
Perché gridare proprio quando si è arrabbiati?”
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I discepoli davano delle risposte
ma purtroppo non soddisfacevano il maestro.
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Quando discutiamo,
facciamo in modo che i nostri cuori non si allontanino.
Non diciamo parole che ci possano distanziare ancora di più, perché un giorno la distanza sarà così grande che non riusciremo a trovare il cammino del ritorno… il cammino del dialogo sereno.
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CIAO… A BASSA VOCE… DA TONY KOSPAN