Quasi tutti ricordano questo mitico poeta francese del ‘900
come uno dei grandi cantori dell’amore (ricordo solo una sua poesia per tutte…
la notissima “Questo amore“)
ma in realtà la sua attività artistica e poetica
si svolse anche con altre tematiche e varie modalità.
BREVE BIOGRAFIA
Nasce in Bretagna in una famiglia piccolo-borghese e poi va a studiare a Parigi.
Fin da piccolo è attratto dalla lettura e dal mondo dello spettacolo.
A 15 anni già lavora ai grandi magazzini Le Bon Marché.
Dopo alcuni anni di frequentazione degli ambienti surrealisti inizia le sue prime pubblicazioni nel 1930…
Poco dopo inizia a lavorare in una compagnia teatrale e poi ad interessarsi di cinema scrivendo sceneggiature per dei film che raggiungeranno vere vette poetiche
Ma si si diletta a scrivere testi per canzoni che saranno cantate da artisti come Juliette Greco, Yves Montand etc. e che diverranno molto popolari.
La sua è un’attività quindi intensa e variegata.
Il vero grande successo però giunge nel ’46 con la pubblicazione del suo primo libro “Paroles“.
La Francia ha trovato un nuovo grande poeta e se ne innamora.
Seguiranno diversi altri libri anche dopo il terribile incidente del ’47 per il quale finì in coma e si riprese solo dopo una lunga convalescenza.
Nello stesso anno sposa Janine Tricotet da cui aveva avuto la figlia Michèle.
Ormai è un poeta affermato e la sua attività artistica prosegue fino al 1977 quando muore per un cancro ai polmoni…
Le sue poesie e le canzoni nate dai suoi versi sono oggi più vive che mai.
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TEMATICA E STILE DELLE SUE POESIE
Prevert, come accennavo su, non canta solo l’amore, ma anche la vita e gli umori della gente normale, quella che incontrava per strada, nei bar… etc. con i suoi dolori, le sue difficoltà, le sue speranze a volte con umorismo ed a volte polemizzando con il potere.
Ma quando parla di giustizia e di fraternità universale diventa dolce e sogna per tutti il diritto alla felicità.
I suoi versi non nascondono la notevole influenza del surrealismo.
Ama molto giocare con le parole e nascondervi simboli ma sempre con intelligenza ed ironia e sempre cercando un ritmo semplice e percepibile da tutti.
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COME RICORDARLO?
Lo farò con 2 sue poesie d’amore
(non però con le sue solite notissime tipo la mitica “Questo amore” )
e 2 di carattere sociale…
ed infine con un’altra divenuta anche una magica canzone…
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
S’è ritirato già il mare in lontananza
E tu
Come alga dolcemente dal vento accarezzata
Nelle sabbie del letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Il mare s’è ritirato già in lontananza
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per farmi annegare.
Norman Rockwell – Bacio
IL GIARDINO
Mille anni e poi mille
Non possone bastare
Per dire
La microeternità
Di quando m’hai baciato
Di quando t’ho baciata
Un mattino nella luce dell’ inverno
Al Parc Montsouris a Parigi
A Parigi
Sulla terra
Sulla terra che è un astro.
In queste altre 2 poesie invece ci parla
dell’incomunicabilità di coppia e dell’emarginazione…
con parole semplici
che dipingono però in modo forte e colorito
tante, ahimé, note ed ancor oggi comuni realtà.
Hopper – Silenzio
PRIMA COLAZIONE
Lui ha messo
il caffè nella tazza
Lui ha messo
il latte nel caffè
Lui ha messo
lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
senza parlarmi
S’è acceso
una sigaretta
Ha fatto
dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S’è alzato
S’è messo
sulla testa il cappello
S’è messo
l’impermeabile
perché pioveva
e se n’è andato
sotto la pioggia
senza parlare
senza guardarmi,
e io mi son presa
la testa fra le mani
e ho pianto.
LA DISPERAZIONE E’ SEDUTA SULLA PANCHINA
In un giardinetto su una panchina
C’è un uomo che vi chiama quando passate
Ha un binocolo un grigio vestito liso
Fuma un sigaretto ed è seduto
E vi chiama quando voi passate
O semplicemente egli vi fa un cenno
Non bisogna guardarlo
Non bisogna ascoltarlo
Conviene andare avanti
Fingere di non vederlo
Fingere di non sentirlo
Bisogna camminare affrettare il passo
Se voi lo guardate
Se voi l’ascoltate
Egli vi fa un cenno e niente e nessuno
Può impedirvi di andare a sedervi accanto a lui
Allora egli vi guarda e sorride
E soffrirete atrocemente
E l’uomo non la smette di sorridere
E voi sorriderete come lui
Esattamente
Più sorriderete e più soffrirete
Atrocemente
Più voi sorriderete e più soffrirete
Irrimediabilmente
E voi restate là
Seduto congelato
Sulla panchina sorridente
E fanciulli giocano vicino a voi
Passano i passanti
Tranquillamente
S’involano gli uccelli
Un albero lasciando
Per un altro
E voi restate là
Sulla panchina
E voi sapete voi sapete
Che mai più voi giocherete
Come quei fanciulli
Sapete che mai più voi passerete
Tranquillamente
Come quei passanti
Che mai più voi volerete
Un albero lasciando per un altro.
Prevert a Parigi
Infine una sua famosa poesia, divenuta grande canzone,
LES FEUILLES MORTES, ma prima leggiamola in italiano.
Nato il 21 marzo 1938 a Cassine (Alessandria) crebbe artisticamente a Genova frequentando grandi cantautori come Bruno Lauzi, Gino Paoli e Fabrizio De André.
Il suo grande amore musicale era il jazz… ed infatti la sua prima band si chiamava “Jelly Roll boys jazz band”.
Luigi Tenco (Cassine, 21.3.1938 – Sanremo, 27.1.1967)
I suoi esordi con il nome d’arte Gigi Mai (ne userà poi diversi altri) non furono baciati dal successo nè di pubblico nè di critica.
Dal 1959 iniziano i suoi successi soprattutto con “Mi sono innamorato di te” e “Io sì”… poi nel 1964 con “Ho capito che ti amo” e nel 1966… con “Un giorno dopo l’altro” e “Lontano, lontano”
Nel 1967 partecipa al festival di Sanremo già attanagliato da problemi psicologici con “”Ciao amore, ciao” cantata in coppia con Dalida e nel vederla bocciata dalla giuria a favore di altre canzoni di scarso valore si tolse la vita…
E’ stato un cantautore davvero “autentico” in quanto non cedette mai a pressioni commerciali o si abbassò a volgarizzazioni della sua vena poetico-musicale.
Milioni di giovani dell’epoca (tra i quali il sottoscritto) lo amavano per questo e rimasero sconvolti quando appresero della sua morte.
Per me, ma non solo per me, le sue erano quasi tutte “canzoni poesie“.
Ed è proprio con questa canzone poesia IO SI’ che mi fa piacere iniziare a ricordarlo e rendergli omaggio…
La canzone è tutta sua… testo e musica… ed appare a me…, ma non solo…, come una delle sue canzoni più incisive… più sensuali… più romantiche ed intriganti…
Direi che per questi aspetti rappresenta un vero e proprio unicum tra le sue canzoni…
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Prima ascoltarla però… leggiamo il testo… per apprezzarne il valore “poetico”.
IO SI’
– Tenco –
Io sì,
che t’avrei fatto vivere
una vita di sogni
che con lui non puoi vivere
Io sì,
avrei fatto sparire
dai tuoi occhi la noia
che lui non sa vedere
ma ormai…
Io sì,
t’avrei detto il mio amore
cercando le parole
che lui non sa trovare
Io sì,
t’avrei fatta invidiare
dalle stesse tue amiche
che di lui ora ridono,
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatta arrossire
dicendoti “ti amo”
come lui non sa dire
Io sì,
da te avrei voluto
quella tua voce calda
che a lui fa paura
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatto capire
che il bello della sera
non è soltanto uscire
Io sì,
t’avrei insegnato
che si incomincia a vivere
quando lui vuol dormire,
ma ormai…
Io sì,
che t’avrei insegnato
qualcosa dell’amore
che per lui è peccato
Io sì,
t’avrei fatto sapere
quante cose tu hai
che mi fanno impazzire
ma ormai…
Ascoltiamola dunque cantata dall’autore
e, se ci va, ascoltiamo anche quest’altro suo successo
Ecco come viene visto il nostro fedele amico.. cane
nel mondo dell’arte, della poesia e degli aforismi.
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ODE AL CANE
AFORISMI… ARTE… E… POESIE
a cura di Tony Kospan
Charles Burton Barber
In principio Dio creò l’uomo. Poi vedendolo così debole, gli donò il cane.
A. Toussenel
Se raccoglierete un cane affamato e lo nutrite non vi morderà.
Ecco la differenza tra l’uomo e il cane…
M. Twain
Una volta ebbi, come cane da caccia, un cane ammaestrato al circo equestre. Quando sparavo e abbattevo una pernice o due, si rizzava sulle zampe posteriori, credendo che fosse il segnale di cominciare gli esercizi; stizzito, gli tiravo una sassata, e lui mi riportava il sasso……
A. Campanile
Domenico Fiasella
Non si cura di chiedersi se abbiate torto o ragione; non gli interessa se abbiate fortuna o no, se siete ricco o povero, istruito o ignorante, santo o peccatore.
Siete il suo compagno e ciò gli basta.
Egli sarà accanto a voi per confortarvi, prottegervi e dare, se occorre, per voi, la sua vita. egli vi sarà fedele nella fortuna come nella miseria.
E’ il cane!
J. K. Jerome
Se al tuo cane non piace una persona, probabilmente non dovrebbe piacere neppure a te.
Anonimo
Vittorio Corcos
Più conosco gli uomini e più mi piacciono i cani. Madame de Stael
Il cane è la virtù che, non potendo farsi uomo, s’è fatta bestia Victor Hugo
Auguste Renoir – Il salotto di Madame Charpentier
Il grande silenzio dei cani ci consola delle futili parole degli uomini.
Chaumont
La storia offre più esempi della fedeltà dei cani di quella degli amici.
Alexander Pope
Edgar Hunt
RIFLESSIONI DI UN CANE: Il mio padrone è potente. Entrando in casa la sera, egli tocca un bottone e fa la luce. Io lo adoro.
La vista qualche volta può ingannare, l’olfatto mai.
Io non capisco perché gli uomini, che sono tanto potenti, e che con l’aiuto nostro ammazzano tanti uccelli, non abbiano liberato il mondo dai… gatti.
U. Oxilia
Il cane: La più onesta creatura di Dio. S. Pietro l’eremita
Un cane crede che tu sia quello che tu pensi di essere.
Jane Swane
Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato.
Schopenhauer
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Il cane ha in sé molte parti di quella saggezza e capacità di affetto senza limiti e senza condizioni di cui parliamo tanto ed inseguiamo sempre… ma che quasi mai raggiungiamo… Tony Kospan *
Il cane è l’unico essere su questa terra che ti ama più di quanto non ami se stesso.
Josh Billings
Reynolds Sir Joshua – Miss Bowles
Non litigano, non discutono con noi. Non parlano mai di sé, ma ci ascoltano quando parliamo di noi, e riescono a fingere che la conversazione li interessi.
Non ci informano mai, come a volte fanno le nostre innamorate, che non siamo più carini come una volta.
Noi per loro siamo sempre uguali.
J. K. Jerome
Per ogni cane il suo padrone è Napoleone. Ecco spiegata la popolarità dei cani
– A. Huxley
Picasso – Bambino con cane
Ed infine… sempre in suo onore
altri dipinti ed alcune poesie a lui dedicate…
Federico Zandomeneghi – L’Amico Fedele
QUINCI
W. Dayton Wedgefort
Parlo a lei quando mi sento solo,
e son sicuro che mi capisce.
Allora lei mi guarda attenta,
e mi lecca dolcemente le mani;
poi strofina il naso sul mio vestito elegante,
ma nulla a Quinci le ho mai detto.
Grazie a Dio posso comprar altri vestiti,
ma un amico che mi ama… no mai…
Vittorio Reggianini – Scherzando col cane
LA CAREZZA MATTUTINA
Tagore
Ogni mattina il mio devoto cane
presso la sedia silenzioso aspetta,
finché io lo saluto con una carezza.
Mentre questo leggero omaggio riceve,
di gioia il suo corpo trasale.
Fra tutte le creature mute,
lui solo,
penetrando il velo del bene e del male,
ha visto l’uomo per intero,
quell’essere per cui può dare la vita contento,
al quale senza fini può riversare amore,
da un opaco sentire che a stento
trova una via verso il mondo cosciente.
Quando l’offerta vedo di questo cuore muto
che supplicare sa del suo stesso bisogno,
non so immaginare quale raro valore
la sua saggezza pura trova nell’uomo.
Col suo silenzio guardare,
patetico, smarrito, che che afferra
non può esprimere in parole…
Per me però rivela il vero significato
dell’Uomo, nello schema del Creato.
Alfred Stevens
ODE AL CANE
Pablo Neruda
Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare
e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano
e io non rispondo,
non rispondo perché
non so, non posso dir nulla.
In campo aperto andiamo
uomo e cane.
Brillano le foglie come
se qualcuno
le avesse baciate
a una a una,
sorgono dal suolo
tutte le arance
a collocare
piccoli planetari
su alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e noi, uomo e cane, andiamo
a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
nella campagna cilena,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si ferma,
insegue le api,
salta l’acqua trepida,
ascolta lontanissimi
latrati,
orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
è la sua freschezza affettuosa,
la comunicazione del suo affetto,
e proprio lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perché è giorno, perché verrà la notte,
perché la primavera
non portò nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori, fiori e fiori.
E così m’interroga
il cane
e io non rispondo.
Andiamo
uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall’incitante solitudine vuota nella quale solo noi
esistiamo,
questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco,
perché non esiste l’uccello nascosto,
non è il fiore segreto,
ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito
dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi
un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che procede,
e l’antica amicizia,
la felicità
d’essere cane e d’essere uomo
trasformata
in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe
e una coda
con rugiada.
Passeggiando col mio cane – B-Nario
Ludomir Sleńdziński – Famiglia con cane – 1947
POST IN PRECEDENTI VERSIONI INTEGRALMENTE COPIATO
PIU’ VOLTE E DA PIU’ PARTI !!!
IN CASO DI ULTERIORE COPIA
CON OMISSIONE DEL NOME DELL’AUTORE E DEL BLOG
SI PROCEDERA’ PER VIE LEGALI
Rupert Charles Wulsten Bunny
*Qui giù la simpatica ed originale storia di un mio aforisma sul cane
Ci sono pochi fenomeni naturali…
amati ed odiati…come la pioggia…
LA PIOGGIA IN POESIA ARTE MUSICA E…
a cura di Tony Kospan
per il blog IL MONDO DI ORSOSOGNANTE
No… non pensiamo solo a quanto fastidio essa ci dà
quando ci infradicia le ossa…
o ci sembra interminabile
ma anche a quanto essa è indispensabile
per l’agricoltura… per lavare l’aria delle nostre città
e aiutare la Natura in genere.
Può poi perfino esser bella ed allegra
la pioggerella d’estate…
quando giunge a rinfrescarci
dopo giorni di caldo soffocante.
La pioggia ha però anche un valore simbolico
quale momento di catarsi… di purificazione…
ripulendoci dalle incrostazioni psicologiche
e dalle inconsapevoli negative relazioni ed abitudini
che accumuliamo nella nostra vita.
Prima di passare alle poesie, come di consueto
alcuni aforismi sul tema che mi appaiono interessanti.
La pioggia disseta la terra e i cuori malinconici.
Bagna la bocca dei poeti. Stephen Littleword
Amo la pioggia,
lava via le memorie dal marciapiede della Vita. Woody Allen
Senza un temporale di tanto in tanto,
come faremmo ad apprezzare i giorni di sole? Kevin Alan Milne
Fuori piove
e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori,
quando fuori piove. Giulia Carcasi
Passiamo ora alle poesie prescelte…
e debbo confessarvi che, non essendocene moltissime,
non è stato facile trovarne di belle (a mio parere)
sul tema che non fossero le solite notissime.
Negramaro – Cade la pioggia
Auguste Renoir – Ombrelli
LA PIOGGIA
Alberto Teodori
Piove sull’asfalto,
piove sul mio cuore,
piove sulla devastante prateria sconfinata del mio animo,
e so, che sino a quando non ti rivedrò,
saranno tempeste
che graviteranno a lungo sul luogo d’ombra,
senza che luce possa lenire il vuoto che sopporto.
Di più mi farà paura il diluvio che arriverà
se la tua presenza tarderà a farsi presente.
Ma la pioggia autunnale è così benigna
che oso sperare che la lontananza
accresca il sapore melodioso del ricordo che,
solo conta nella tua assenza,
e come rende fertile la terra, l’acqua piovana,
così gli istanti trascorsi siano concime
che illumini il buio che trovo senza di te.
Demis Roussos – Rain and tears
Edouard Leon Cortes – Place Vendome sotto la pioggia
PIOVE
Guillaume Apollinaire
Piovono voci di donne
come se fossero morte anche nel ricordo
Anche voi piovete
meravigliosi incontri della mia vita
o goccioline
E quelle nuvole impennate
cominciano a nitrire un intero universo di città auricolari
Senti se piove
mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una musica antica
Ascolta cadere i legami che li tengono in alto e in basso.
Piove (Ciao ciao bambina) – Modugno
Claude Theberge – Pioggia e colori
ASCOLTAVO LA PIOGGIA
Alda Merini
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
sciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.
A. Venditti – Sotto la pioggia
Brent Heighton – Abbraccio sotto la pioggia
PIOGGIA
Garcia Lorca
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l’anima addormentata del paesaggio…
O pioggia silenziosa, senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campi e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
G. Cinquetti – La pioggia
Daniel Del Orfano – Un lungo saluto
PIOGGIA
Charles Bukowski
Un’orchestra sinfonica.
scoppia un temporale,
stanno suonando un’ouverture di Wagner
la gente lascia i posti sotto gli alberi
e si precipita nel padiglione
le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi,
sigarette bagnate che si buttano via,
Wagner continua a suonare, e poi sono tutti
al coperto. vengono persino gli uccelli dagli alberi
ed entrano nel padiglione e poi c’è la Rapsodia
Ungherese n. 2 di Liszt, e piove ancora, ma guarda,
un uomo seduto sotto la pioggia
in ascolto. il pubblico lo nota. si voltano
a guardare. l’orchestra bada agli affari
suoi. l’uomo siede nella notte nella pioggia,
in ascolto. deve avere qualcosa che non va,
no?
è venuto a sentire
la musica.