Archivio per l'etichetta ‘RACCONTINO DI SAGGEZZA’
Un raccontino davvero sublime
che ci consente anche qualche semplice
ma interessante riflessione.

QUELLO CHE CI FA VOLARE
(Il venditore di palloncini)
Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York.
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino.
Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto.
Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo.
Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:
“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?”
Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:
“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.

Raccontino dal web

“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,
se fossi più grande, se fossi più bello…”


Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro.
Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano.
Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.

E voi cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan







VISITA… PER LE NOVITA’



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– La saggezza è merce rara… ahimè… e non tutti la ricercano –
Forse sì non la raggiungeremo mai… la saggezza…
ma leggere questa breve storiella, che adoro,
penso che comunque non possa che farci bene
ed aprirci la mente.
Benedetto Luti – Allegoria della Sapienza
Infatti nel mondo che ci circonda, da quello reale a quello virtuale,
da quello della stampa a quello (soprattutto) televisivo
ascoltiamo grida, sentenze inappellabili, verità eterne etc…
salvo poi ascoltare, dalle stesse persone o da altri,
il contrario dopo appena poche ore.
IL RAGAZZO ED IL CAVALLO
Un ragazzo riceve un cavallo come regalo per il suo quattordicesimo compleanno.
La gente del villaggio dice “Oh! Fantastico!”
Ma il maestro Zen, che vive nel villaggio, dice “Vedremo”
Il ragazzo cade da cavallo e si rompe una gamba
La gente del villaggio dice “Oh! Terribile!”
Il maestro Zen dice “Vedremo”
Il villaggio viene coinvolto nella guerra e tutti i giovani uomini devono partire ma, a causa della gamba rotta, il ragazzo resta a casa.
Tutti esclamano “Oh! Fantastico!”
Il maestro Zen dice “Vedremo”
Ci dice questa storiella infatti che dobbiamo guardare sempre
oltre le apparenze e che spesso, quel che sembra male,
può rivelarsi un bene (e viceversa).
Quindi quando ci accadono degli eventi conviene aspettare
e ragionare un po’ e con calma prima di dare un giudizio.
Dunque quel che appariva bene non lo era
e quel che appariva male non lo era altrettanto!
Certo mi direte che questo lo sapevate già
ma in verità quando poi traduciamo
in vera pratica di vita questa riflessione
senza lamentarci o gioire subito e spesso inutilmente?
Che ne pensate?
Ciao da Tony Kospan



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Davvero bello, pur nella sua genuina semplicità,
questo raccontino-riflessione
NOI SIAMO… FUOCHERELLI
Eduardo Galeano
A un uomo del villaggio di Negua, sulla costa della Colombia, fu concesso di salire alto nel cielo.
Al ritorno disse che aveva contemplato dall’alto la vita degli uomini.
E disse che siamo un mare di fuocherelli.
Il mondo è questo – rivelò -.

C’è un mucchio di gente e un mare di fuocherelli.
Ogni persona brilla di luce propria fra tutte le altre.
Non ci sono due fuochi uguali.
Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi d’ogni colore.
C’è gente dal fuoco sereno che non si lascia scompigliare dal vento, e gente dal fuoco pazzo, che riempie l’aria di faville.
Alcuni fuochi sono fuochi sciocchi, che non illuminano né bruciano però ce ne sono altri che ardono tutta la vita con tanta voglia che non li si può guardare senza restare abbagliati.
E chi si avvicina, prende fuoco.
Eduardo Galeano, El libro de los abrazos (Il libro degli abbracci)
Proviamo a guardar le persone attorno a noi… secondo le immagini di questa storiella ed immaginare quale tipo di fuocherello esse possono essere.
Potremmo divertirci.
Ma… ma poi… noi… sì proprio noi… dove ci collochiamo e soprattutto dove e come ci collocano gli altri?
Siamo fuochi grandi o piccoli? Sciocchi… o saggi…? O…?
Ciao da Orso Tony

LA TUA PAGINA DI… SOGNO?


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Questo raccontino, davvero carino
e con un piccolo, ma significativo, spunto di saggezza
mi fu fatto conoscere da un’amica
che conosceva la mia passione per gli orsi, gli orsetti,
come pure il mio nik orsosognante, etc etc…
L’ho ritrovato per caso
e lo ripropongo con piacere…
GLI AMICI E L’ORSO
Due amici facevano la stessa strada che attraversava una tenebrosa e pericolosa foresta.
Improvvisamente un orso ennorme e ringhiante si parò davanti ai due uomini.
Uno, in preda alla paura, si arrampicò su un albero e si nascose; l’altro non fece in tempo, ed accorgendosi di non essere in grado di sfuggire alla bestia feroce, si lasciò cadere a terra, fingendo di essere morto.
Sapeva infatti che gli orsi non toccano i morti.
Quando l’orso gli arrivò vicino, lo annusò, gli grugnì negli orecchi, provò a smuoverlo con il muso.
Il poveretto tratteneva il respiro con tutte le sue forze.
L’orso lo credette effettivamente morto e se ne andò.
Appena vide l’orso sparire tra gli alberi , l’altro scese dall’albero su cui si era arrampicato e chiese all’amico:
” Che cosa ti ha detto l’orso nell’orecchio?”.
“Mi ha detto di non viaggiare più insieme a certi amici,
che nel momento del pericolo invece di aiutarmi se la danno a gambe levate”

Da Bruno Ferrero, Il canto del grillo, Ed. Elledici
CIAO DA

LA TUA PAGINA DI SOGNO DI FB

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Questo bel raccontino potrebbe darci una dritta
per evitar la routine nei sentimenti,
e dunque per viver sempre nuove grandi emozioni,
ed in tal modo, per non smetter mai d’amare.
Nonostante le mie ricerche non sono mai riuscito
a scoprire l’autore (bravissimo) del racconto
ed alcuni vedendolo senza autore
erroneamente lo attribuirono a me.
Ma leggiamolo.
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SENZA FINE
– OVVERO IL GIOCO DELLE EMOZIONI –
L’ONDA ED IL MARE
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Un giorno l’onda chiese al mare: “mi vuoi bene?”.
Ed il mare le rispose:
“Il mio bene è così forte che ogni volta che t’allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia.
Senza te la mia vita sarebbe insignificante.
Sarei un mare piatto, senza emozione.
Tu sei l’ essenza del mio esistere”.
L’onda fu felice.
Tra le braccia del mare.
Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso di precarietà alle cose, per renderle preziose.
Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé.
Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e l’onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi, col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’essa quella precarietà che rende le cose preziose.
L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni.
E fanno finta che sarà l’ultima volta che l’onda partirà verso la terra, per non tornare più, ma poi, alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi.
Nel sogno di un bene senza fine.
TESTO WEB – AUTORE NON NOTO

Mi fa piacere legare a questo raccontino – pensiero…
una canzone… mitica… con lo stesso titolo…
SENZA FINE (VANONI)
Dalì
CIAO DA TONY KOSPAN
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Un bellissimo saggio raccontino zen
PERCHE’ LA GENTE GRIDA?
Un maestro domanda ai suoi discepoli:
“Perché la gente grida quando è arrabbiata?”
I discepoli pensano per un attimo e poi rispondono:
“Perché perdono la calma maestro!”
Il maestro aggiunge:
”Ma, perché gridare se l’altra persona è proprio davanti a te?
Non sarebbe possibile parlare a bassa voce??
Perché gridare proprio quando si è arrabbiati?”
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I discepoli davano delle risposte
ma purtroppo non soddisfacevano il maestro.

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Quando discutiamo,
facciamo in modo che i nostri cuori non si allontanino.
Non diciamo parole che ci possano distanziare ancora di più, perché un giorno la distanza sarà così grande che non riusciremo a trovare il cammino del ritorno… il cammino del dialogo sereno.
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CIAO… A BASSA VOCE… DA TONY KOSPAN
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Davvero molto interessante e profondo
il messaggio insito in questo racconto.
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Dirò però il mio parere alla fine.
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ANANDA ED IL TORRENTE
Un giorno Buddha stava attraversando una foresta.
Era assetato, per cui disse ad Ananda, il suo primo discepolo: “Ananda, torna indietro.
A qualche miglio da qui abbiamo attraversato un torrente.
Portami un po’ d’acqua”.
Ananda tornò indietro, ma quando raggiunse il torrente vide che alcuni carri che l’avevano attraversato ne avevano agitate le acque che erano ormai diventate fangose.
Ritornò da Buddha a mani vuote…
Ma Buddha insistette, e gli ripeté: “Torna indietro e portami dell’acqua da quel torrente”.
Ananda non comprendeva quell’insistenza, ma ritornò al torrente.
E mentre si stava incamminando, Buddha gli disse: “E non tornare, se l’acqua è ancora sporca.
Se è sporca, siediti semplicemente sulla riva, in silenzio.
Non fare nulla, non entrare nel torrente. Siedi sulla riva in silenzio e osserva”.
Ananda tornò al torrente.
L’acqua era ora quasi limpida, le foglie erano ridiscese sul fondo e il fango si era sedimentato.
Ma il torrente ancora non era cristallino, per cui Ananda si sedette sulla riva e osservò semplicemente lo scorrere dell’acqua.
Pian piano il torrente diventò limpido come cristallo.
Allora tornò, danzando, porse l’acqua a Buddha e lo ringraziò: “Ora riesco a comprendere il messaggio: era ciò di cui avevo effettivamente bisogno in questo momento.
La stessa cosa infatti è vera per la mia mente.
Se mi butto nell’acqua tornerò a renderla fangosa.
Se mi tuffo nella mente nasceranno più problemi, altri torneranno in superficie.
Sedendo di fianco al torrente ho appreso la tecnica… ora mi siederò di fianco alla mia mente, ne osserverò tutta la sporcizia e tutti i problemi e tutte le foglie morte e le ferite e i rancori e i ricordi e i desideri.
Senza farmi coinvolgere, distaccato, siederò sulla riva e aspetterò il momento in cui ogni cosa sarà limpida come cristallo”.

IL MIO PENSIERO
Grande saggezza… certo.
Infatti è vero che quasi tutti (o proprio tutti) ci tuffiamo nei problemi senza sforzarci di guardarli dal di fuori per vederli da diverse angolazioni.
Se lo facessimo potremmo certo poi affrontare le difficoltà con più calma e più lucidità.
Tuttavia quando siamo immersi, sommersi dalle avversità ciò in realtà appare davvero difficilissimo.
Consiglio però di tentare almeno.
Ci sarà comunque di sicuro aiuto.
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Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan

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PER LE NOVITA


SE.. IL BLOG TI PIACE… I S C R I V I T I
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Leggendo questa bella storiella, trovata su un sito che non ricordo,
m’è venuto in mente di paragonarla alla vita di un gruppo virtuale.
LA MINESTRA DI SASSI
Un giorno, nella piazza di un paese si presentò uno sconosciuto che allo scoccare del mezzogiorno accese un fuoco sotto un paiuolo quasi pieno d’acqua e versato dentro due grossi sassi ben levigati che aveva in un sacco si mise a sedere vicino al fuoco in attesa che l’acqua bollisse.
Inutile dire che uno alla volta, i curiosi coninciarono a radunarsi intorno a lui ed a fare domande:
“Cosa stai cucinando?” esclamò il primo
“La minestra di sassi!” rispose lo sconosciuto.

“Ed è buona?” chiese il curioso
“Eccome!” disse lo sconosciuto, “certo, con un paio di cipolle sarebbe ancora migliore”
“Io un paio di cipolle ce l’ho, vado a prenderle a casa e le porto subito!”
ed il primo curioso si allontanò e dopo un pò tornò con le cipolle.
Ora erano in due seduti vicino al fuoco ad aspettare che l’acqua bollisse.
Dopo un po’ si fece avanti un secondo curioso e chiese anche lui allo sconosciuto:
“Cosa stai cucinando?”
“Ma la minestra di sassi!” fu la risposta
“Ed è buona?”
“Certo!, però se ci fosse anche un bell’osso di prosciutto sarebbe ancora più gustosa…”
“Io un osso di prosciutto a casa ce l’ho, vado a prenderlo e torno”
E così, man mano che i curiosi si avvicinavano, lo sconosciuto parlava della sua gustosa minestra di sassi.
Certo, con l’aggiunta di… un po’ di patate….di carote…sedano…cavolo sarebbe stata più completa.
Insomma dopo un pò i curiosi che avevano collaborato erano tutti seduti intorno al fuoco aspettando che la minestra cuocesse.
Inutile dire che quando ognuno ne riempì un ciotola, riconobbe che la minestra di sassi era VERAMENTE squisita.
Infatti nei gruppi virtuali portando ciascuno qualcosa, chi più chi meno, chi in un modo chi in un altro, chi immagini, chi pensieri, chi preoccupazioni, chi sorrisi, chi sentimenti… etc… etc… alla fine tutti i membri possono gustare una MINESTRA DI SASSI densa di tanti sapori e davvero buonissima.

Ciao a tutti da Tony Kospan


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A volte semplici raccontini o simpatiche storielle
possono darci dei validi suggerimenti.
Questa storiella ci suggerisce il modo
per cambiare l’andamento delle cose quando vanno male.

LA STRATEGIA SERVE
SPLENDIDA STORIELLA

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.
Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello.
Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell’uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un’altra frase.
Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo: chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.
Il pubblicitario rispose “Niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.
Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c’era scritto:
“Oggi è primavera… ed io non la posso vedere”.

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Cambia la tua strategia quando le cose non vanno bene
e vedrai che quasi certamente le cose andranno meglio.
Ciao da Tony Kospan
Raccontino dal web – Impaginaz. T.K.
LA PAGINA FB PER COLORARE LE TUE ORE
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Davvero una favola densa di saggezza
che penso sia utile sia a grandi che a piccoli.

LA GIRAFFA VANITOSA
(favola etnica proveniente dall’Africa)

Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra.
Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva.
Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: – Guardatemi, io sono la più bella. –
Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta.
Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa:
– Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere. –
E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto.
Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato.
Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa:
– Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali.
La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.

DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN

LA TUA PAGINA DI
CULTURA.. PSICHE E SOGNO
PER COLORARE LE TUE ORE…


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