Gesù a casa del padre.. dipinto religioso bello e classico di J. E. Millais che scatenò le critiche velenose di un famoso scrittore   Leave a comment




Può un dipinto religioso, religiosissimo, bello e classico, scatenare per motivi religiosi le critiche velenose di un famoso scrittore?
Sì!
Il dipinto in questione è “Gesù a casa del padre” di J. E. Millais e lo scrittore è Charles Dickens.
Esaminerò prima il dipinto con tutti i personaggi ed i vari simboli religiosi, leggeremo poi le dure critiche ad un dipinto che invece oggi è apprezzatissimo negli ambienti ecclesiastici.







IL DIPINTO

Il “Cristo nella casa dei genitori”, noto anche come “La bottega del falegname” o “Cristo bambino, nella bottega di San Giuseppe” e con altri titoli fu dipinto tra il 1849 e il 1850 ed è conservato al Tate Museum di Londra.
E' la prima opera di carattere religioso di Millais ed in essa non c'è alcuna idealizzazione ma è assolutamente realistica con i precisi dettagli di una vera falegnameria.
E' nello stile preraffaellita ma contiene anche richiami ad opere successive al 400.
Gesù Cristo bambino è nella falegnameria del padre dove si ferisce ad una mano a causa di un chiodo.
La scena mostra la Madonna, in ginocchio, che consola Gesù, Sant'Anna che cerca di togliere il chiodo che l'ha ferito, il cuginetto San Giovanni che porta una ciotola d'acqua per lavare la ferita e San Giuseppe con mani grosse e nodose che continua a lavorare aiutato da un garzone.
Sono stati identificati i soggetti principali raffigurati.
Gesù è il figlio di un amico del pittore, San Giuseppe è il padre di Millais, la Madonna è sua sorella e San Giovanni è un suo cugino.





I SIMBOLI RELIGIOSI 

Nel dipinto sono tanti ed evidenti i simboli religiosi.
Osserviamoli.






La ferita con un chiodo di Gesù è un riferimento alla Croce, il ragazzo Giovanni Battista con l'acqua richiama il battesimo, la colomba sulla scala rappresenta lo Spirito Santo, la squadra sullo sfondo la Trinità e le pecore che si vedono dalla finestra sono il popolo che aspetta il Buon Pastore.






C'è poi ancora la colomba sulla scala che richiama lo Spirito Santo e gli sterpi sulla sinistra in basso che richiamano la corona di spine della Crocifissione.






LE CRITICHE

Non ci fu alcuna critica per il fatto che S. Giuseppe continuasse a lavorare mentre il figlio si era ferito ma si concentrarono su altri aspetti.
Le più feroci furono quelle del grande scrittore Charles Dickens che attaccò il pittore per avere raffigurato Gesù in modo troppo evidente come un ebreo per i capelli rossi e Maria come un’ubriacona. 






Il dipinto in verità ricevette le critiche anche di altri per vari motivi tra cui l'eccesso di realismo nel mostrare una falegnameria troppo modesta.
Addirittura il dipinto fu considerato da alcuni offensivo e blasfemo.
Lo scandalo divenne enorme a tal punto che la regina Vittoria non si fidò delle voci ma volle vederlo con i suoi occhi.



John Everett Millais 
Southampton 8 giugno 1829 – Kensington 13 agosto 1896



L'ARTISTA

John Everett Millais è stato uno dei fondatori, con Hunt e Rossetti, della Confraternita dei Preraffaelliti che aveva come uno dei principali obiettivi la liberazione degli schemi e delle rigide regole che imprigionavano l'arte dell'epoca per riportarla all'originaria purezza.



Charles Dickens



IL DIPINTO OGGI

Nonostante le violente critiche del passato il dipinto è oggi invece considerato uno dei capolavori di Millais ed è presente in molti siti religiosi come perfetta descrizione della vita di Gesù ragazzo.
C'è infine da dire anche che Millais e Dickens finirono incredibilmente per diventare amici.

Tony Kospan


FINE


Fonti: Vari siti web e “Il Venerdì” di Repubblica (Tomaso Montanari) 
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza citare autore e blog


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