Archivio per 9 giugno 2020

Buona serata in poesia “Sogni imperscrutabili” D. Pasqua – arte J. Collier – canzone “Legata ad un granello” N. Fidenco   Leave a comment

 

  

 

 

John Collier


 

 

 

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Quando io ti amo e tu mi ami,
siamo l’uno come lo specchio dell’altro,
e riflettendoci l’uno nello specchio dell’altro,
vediamo l’infinito.
– Leo Buscaglia –

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John Collier – La confessione
 
 
 
 
SOGNI IMPERSCRUTABILI
Daniella Pasqua


Sogni imperscrutabili
coperti da profonda
e spessa coltre di nebbia.
Vagano perdendosi
al rintoccare delle ore.
Meta insicura…
Voglie inespresse
che divorano l’ intelletto
frenando slanci liberatori.
Rimpianti di piccole gioie
che avrebbero cambiato
il corso del mio cammino.
Passioni che incalzano
cercando compimento
in attimi rubati all’ ora del giorno
Sogni e desideri
che si perdono nel tempo,
lasciando briciole…
che raccolgo con gioia.
 
 
 
 

John Collier – Lady Godiva



       
 
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LA PAGINA DELLA POESIA E DELLA CULTURA VARIA
CON LEGGEREZZA

 

 
  
John Collier – La farfalla

 

 

Degas… “Un ufficio di cotone a New Orleans” – Storia… analisi e personaggi di un dipinto che va oltre la sola arte   1 comment








Conosciamo Degas soprattutto come mitico pittore di ballerine, di balletti, di fantini, di donne al bagno etc. ma in realtà è stato soprattutto un pittore completo ed un notevole ritrattista.
Questo suo noto dipinto però, come vedremo, ci colpisce per diversi motivi e non solo artistici.
Degas, nato nel 1834 in una famiglia abbastanza ricca da madre creola e padre francese, è stato un noto impressionista indipendente (ma anche pittore realista, neoclassico e scultore).
In questa opera egli ci rivela diversi significativi aspetti del suo modo di concepire l'arte. 
L'opera è una finta istantanea che però coglie veri frammenti di vita di un ufficio americano dell'800 e, per molti, è il capolavoro che meglio rappresenta il capitalismo di quell'epoca.









LA STORIA DEL DIPINTO



Nel 1872 Degas, si reca a New Orleans, città d’origine della madre, dove da qualche anno già vivevano due dei suoi fratelli, René ed Achille, oltre ai parenti della madre.
Qui si innamora della città e dell'ambiente del sud degli Usa e vi rimane molto più a lungo del previsto dipingendo ritratti dei suoi familiari… cosa che però alla fine lo stancò perché si comportavano da modelli poco rispettosi del suo lavoro.
Ad un certo punto decise di dipingere l'ufficio, dove lavoravano i familiari, pensando di rivenderlo a qualche industriale del cotone britannico.








I PERSONAGGI DEL DIPINTO



– L’anziano signore con cilindro che saggia la qualità del cotone è lo zio del pittore, Michel Musson, suocero di suo fratello René e titolare del negozio.








– Il giovane semisdraiato sulla sedia che legge il giornale (unico aspetto impressionista del dipinto) è suo fratello René Degas.










– L’uomo con la giacca beige che parla con un cliente è un socio di Musson.








– Vicino al tavolo mentre osserva il cotone c'è William Bell, marito di Mathilde Musson.








– Sulla destra notiamo il ragioniere Livandais alle prese con i conti.








– Sullo sfondo a sinistra, appoggiato alla finestra e che guarda gli altri lavorare c'è infine Achille Degas l'altro suo fratello.








Come possiamo notare gli unici “sfaccendati” appaiono proprio i suoi fratelli.




BREVE ANALISI



Degas, oltre ad immortalare il lavoro di un ufficio del mercato del cotone, riunisce qui parte della sua famiglia con una serie di incisivi ritratti.
Benché il dipinto possa apparire un'istantanea casuale, in realtà nulla è lasciato al caso, a partire dalla composizione.
Gli abiti, quasi tutti neri, fanno sì che i personaggi spicchino in modo evidente e quasi “fuoriescano” dal dipinto.
Esaminandola nel complesso l'opera coinvolge lo spettatore che “sente” il fervore dell'attività del negozio (a parte i fratelli del pittore).
Infine Degas coglie magistralmente ed in pieno lo stile di un'azienda commerciale americana di fine '800 che è sì vivace ed attivo ma nel contempo anche senza stress e quasi amichevole.




Degas – Autoritratto




PER CHI AMA LE ARTI FIGURATIVE
Ripped Note









“A te si giunge solo attraverso te” – Salinas.. con questi sublimi versi.. ci dona una bella visione del vero amore   Leave a comment

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Questa poesia di Salinas,
un altro dei grandissimi poeti del ventesimo secolo,
ha molti contatti con la poesia Sufi

SIAMO UNA SOLA ANIMA TU ED IO*
di cui abbiamo parlato non molto tempo fa.






Anche questa è infatti una poesia
molto intensa e densa di contenuti simbolici…
in quanto riconosce anch’essa il mescolamento,
nel sentimento d’amore
dell’IO e del TU per divenire una cosa sola.





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Sembra dirci infatti che,
dopo la prima nascita, noi ne viviamo una seconda… 
che è quella che avviene
attraverso l’incontro con il vero grande amore.

Essa dunque ci fa conoscere e penetrare
il senso più intimo dell’amore…
che si manifesta in uno “stupore” senza fine e mai uguale…
nell’esser vicini alla persona amata…






Questa poesia l’ho conosciuta come altre…
nella trasmissione notturna ormai scomparsa
INCONSCIO E MAGIA di Gabriele La Porta e, 
come sempre,
mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero…

Se ci va possiamo leggerla
ascoltando questa musica new age…
 
 

 


A TE SI GIUNGE SOLO ATTRAVERSO DI TE
Pedro Salinas

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A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.
Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato
con te.
Lì mi hai portato tu.
Come potevo imparare il cammino
se non guardavo altro che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine
l’istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te che mi guardavi?
Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!
E finchè tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perchè so che là dove sono stato
nè ali, nè ruote, nè vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perchè so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.






CIAO DA TONY KOSPAN



 


 
* Se ti fa piacere legger la poesia Sufi 
di cui parlavo in alto clicca qui giù
SIAMO UNA SOLA ANIMA TU ED IO*




Se ami anche tu il mondo della poesia…
vieni… nel
FANTASTICO MONDO DELLA CULTURA






 

Ilaria del Carretto “sposa d’Italia” – L’amatissimo monumento… la storia di Ilaria e la poesia di Pasolini   1 comment


 


Un’eccezionale opera d’arte,
un vero, bellissimo, inno alla maternità trasferito nel marmo,
che emoziona da secoli.
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ILARIA DEL CARRETTO
 LA VITA – L’OPERA D’ARTE – LA POESIA
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA STORIA D’ILARIA
 
 


Ilaria ha lasciato questo nostro mondo parecchi secoli fa ed ora le sue ceneri riposano tranquille in un grande sarcofago di marmo posto nella sacrestia del Duomo di San Martino a Lucca… una delle più belle città medievali della Toscana.

Ilaria nacque nel 1379 in una nobile famiglia… il padre, Carlo, era Marchese della Liguria Occidentale.

 

Gian Galeazzo Visconti signore di Milano per rinforzare l’alleanza contro la Signoria  di Firenze propose all’amico Guinigi di risposarsi con la marchesina Ilaria.

Di lei si diceva che era di grandissima bellezza e molto ben educata ed inoltre il matrimonio giovava a stabilizzare i rapporti politici dell’epoca.

Il padre accettò con piacere ed a 24 anni Ilaria lasciò il natio castello per sposarsi a Lucca in modo sfarzosissimo…

Dopo un viaggio di nozze nei vasti possedimenti del marito si stabilirono a Lucca e qui Ilaria alla vigilia di Natale del 1404 diede alla luce il primogenito Ladislao.

L’anno dopo però, nel dicembre 1405, nel dare alla luce Ilaria Minor, morì tra indicibili dolori.

 

 

 

 

Anche i figli non ebbero vita lunga per tragiche, ma ahimè classiche, vicende degli intrighi dell’epoca… così come lo stesso marito di Ilaria che fu deposto da una rivolta dei notabili di Lucca ed a cui non solo fu tolto tutto ma furono anche distrutti tutti i suoi beni e perfino le tombe di famiglia…

Ma… ma i rivoltosi si fermarono, per fortuna, dinanzi alla sacralità ed alla bellezza del sarcofago contenente le spoglie di Ilaria… che però vennero disperse.

Benché gli storici dell’arte siano divisi su quest’opera in ogni caso questo monumento funebre, davvero unico per magnificenza e bellezza, è lì a testimoniare e ricordare in modo sublime il senso della caducità della vita ed il silenzio eterno della morte… ma anche il grande amore che doveva albergare in chi volle commissionare un simile gioiello marmoreo.


 

 

Ed infatti è impossibile non emozionarsi… non commuoversi…

nell’osservar quest’opera

che da secoli è universalmente ammirata (ed amata).



L’OPERA D’ARTE


 
 
 
Sopra il sarcofago c’è la statua con la sua immagine, che pur nella tranquillità del sonno perenne, esprime sia una dolce sofferenza di madre che non ha potuto veder crescere la propria creatura ma anche tanta serenità per averle donato la vita in cambio della sua.



L’opera marmorea affascina non solo per la bellezza del viso o per l’armonia del corpo modellato dal vestito, ma anche e soprattutto per quella nobiltà d’animo e quel profondo senso di maternità che emana in un modo che colpisce ed emoziona.
 
 
 

Il sarcofago (particolare)

 
 

 
Jacopo della Quercia, autore di quest’opera commissionata dal marito, è stato veramente grande non solo nel ricostruire l’aspetto fisico, ma soprattutto nel dare a questo freddo marmo un’anima.
 
Narra Sgarbi che Ilaria è stata la prima donna che ha amato… ma non so proprio se lei poi avrebbe contraccambiato.
 
Ai piedi del sarcofago c’è un cane e penso che sia stato posto lì perché simbolo della fedeltà.

 
 
 
 
Il cane – dal sito… Stilearte.it

 
 
 
 
LA POESIA
 
 
 
Anche Pasolini dedicò dei versi
(come aveva già fatto D’Annunzio)
 a quella che per la sua storia e la sua bellezza
è considerata la… 
Sposa d’Italia”.

Eccoli
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Dentro nel claustrale transetto
Come dentro un acquario, son di marmo
Rassegnato le palpebre, il petto
dove giunge le mani in una calma
lontananza. Lì c’è l’aurora
e la sera italiana, la sua grama
nascita, la sua morte incolore.
Sonno, i secoli vuoti: nessuno
Scalpello potrà scalzare la mole
tenue di queste palpebre.
Jacopo con Ilaria scolpì l’Italia
perduta nella morte, quando
la sua età fu più pura e necessaria



 
 

 

 

  


L’OPERA IN VIDEO


 

Possiamo infine ammirare quest’opera eccezionale

insieme alla Cattedrale di San Martino a Lucca,

in modo ancor più approfondito grazie a questo video.


 

fre bia pouce

 

 


FINE

 

 

FONTI VARI SITI WEB – COORDIN. E IMPAGINAZIONE TONY KOSPAN
 
 
 
 
 

3
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
IN SENSO LATO
Frecce (174)
 
 .
.
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Dal sito… “Dovealucca.it”




 

Buon 87° compleanno Paperino! La storia… anche con immagini e video… di un fumetto mitico   Leave a comment



 
 
 


IL NOSTRO AMICO PAPERINO


a cura di Tony Kospan



 
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Paperino ha quasi 90 anni.. ma certo non li dimostra.
Aumentano infatti gli anni ma non diminuisce il suo successo.




LA STORIA DI PAPERINO





Non è Paperino (Paolino Paperino) il suo vero nome ma… Donald Duck.
Il simpatico e sempre sfortunato papero disneyano nacque il 9 giugno del 1934 in un cartone animato “Little Wise Hen,” ovvero “La gallinella saggia“.
Il 16 Settembre dello stesso anno uscì poi il primo fumetto che partiva dal cartone su citato.



 
  
Era nato con il suo caratteristico vestito blu alla marinara, i bottoni dorati ed il perenne cappellino… che sarà sempre la sua “divisa”  per la matita di Al Tagliaferro.
Nei primi tempi fu però solo una delle figure di contorno di Topolino, ma dopo un po’ pian piano acquisì un’autonomia tutta sua. 
 
 





 
 
In breve divenne una star… conosciuta ed amata ancor oggi in tutto il mondo.
 
 

 
 
 
 
TOPOLINO E PAPERINO



E’ strano ma vero…  Topolino è più amato del nostro papero negli Usa… mentre in Europa accade proprio il contrario!
 
Il nostro amico con le piume, nemico del lavoro, sempre in bolletta e quasi sempre perdente non ha mai smesso di entusiasmare i suoi lettori.
 
 
 
 

 
 
 
 

Egli è in pratica, nel mondo dei fumetti Disney, l’antieroe.
Forse il suo successo dipende dal suo entusiasmo perenne e dal suo cuore d’oro sempre messi in difficoltà dallo zio super avaro Paperon de’ Paperoni, da Paperina e da Qui Quo Qua.
 



 
 
 
 


La Disney l’ha così definito:
“E’ un perdente ma non si dà mai per vinto e continua a combattere”.

 
 

 

 
 
 

Sono evidenti le differenze con Topolino, il topo più famoso del mondo, l’altro superpersonaggio dei fumetti disneyani che invece sembra rappresentare una perfezione quasi eccessiva che tra l’altro non ci risulta nella nostra osservazione della realtà.

 
 
 

 

 

Inutile dire che ero e resto un fan di Paperino.



IL VIDEO



 
Concludo mostrandovi questo video che piacerà a tutti coloro che amano Paperino.
 
 
 
 
 
 
 
 


ed augurando altri 90.000 anni di successo al nostro Papero per antonomasia, amatissimo amico, ingenuo e divertente, di grandi e piccini insieme alla sua Paperina,



 

 

 ai suoi nipotini, all’eterno Zio Paperone ed a tutti gli altri personaggi di questo mitico fumetto.

 

 

 
 
 
Grazie di esistere Papero!
 
Tony Kospan
 
 
 
 

(copyright t.k.) 
 

 
 



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