Archivio per l'etichetta ‘poesia sublime’
Una donna inglese dell’800 dalla vita difficile,
autrice di poesie davvero sublimi,
sostenitrice del nostro Risorgimento
ma anche dell’emancipazione delle donne
Elizabeth Barrett Browning
.
.
ELIZABETH BARRET BROWNING
BREVE BIOGRAFIA E 2 GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan
(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici.
Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco.
A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s’innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.

Robert Browning
A causa dell’opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia.
A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo.
Visse sempre a Firenze.

Firenze nell’800
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour.
La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell’emancipazione femminile.
Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
2 SUE POESIE SUBLIMI
Tornando alle poesie esse sono un inno sincero e profondo al suo amore per Robert.
I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d’immensità.

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…

John Everett Millais
Ma ora leggiamole…

.
.
.
SE DEVI AMARMI
Se devi amarmi,
per null’altro sia che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose che posson mutare.
Amore mio, in sé stesso o per te,
un amore così nato potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami
per sempre e per l’eternità.

John Everett Millais
COME TI AMO?
Come ti amo? – Come ti amo?
Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l’anima mia
può raggiungere, quando al di là del corporeo
tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente,
come gli uomini che lottano per la Giustizia;
Ti amo con la stessa purezza con cui essi
rifuggono dalla lode;
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede;
Ti amo con quell’amore
che credevo aver smarrito coi miei santi perduti,
– ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! – e,
se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.

Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
.
.
.

Mi piace:
Mi piace Caricamento...

Bella… profonda… suggestiva e piena di saggezza
mi appare questa poesia che non esito a definire sublime
benché l’autore non sia proprio notissimo.
LA MIA VITA NON E’ STATA UNA SCALA DI CRISTALLO
– Langston Hughes –
Figlio, ti dirò
che la mia vita
non è stata una scala di cristallo…
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi io,
continuo a salire…
E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.
Langston Hughes
è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e giornalista statunitense
i cui temi principali dell’attività letteraria sono stati
la vicinanza agli emarginati e la lotta al razzismo.
(Joplin, 1.2.1902 – New York 22.5.1967)
Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

Una poesia che per la sua magia e la sua spiritualità
colpisce diritto al cuore.
.
.
Richard S. Johnson
NON HO BISOGNO DI DENARO…
Alda Merini
(Milano 21 3 1931 – Milano, 1º 11 2009)
Non penso siano necessarie parole
per descriverne la bellezza
in quanto basta leggerla
per gustarla con la mente e l’animo.
Essa ci consente di immergerci in un mondo
di sentimenti sublimi
capaci di arricchire il nostro spirito
e di elevarci sopra esagerati materialismi e consumismi.
Heinrich Vogeler (1872-1942) – Dreams II
Personalmente ritengo che questa breve poesia
sia tra le sue più belle
per l’intrinseco ed elevatissimo valore morale.
L’autrice è unanimemente considerata
una delle più grandi poetesse italiane del 20° secolo.
NON HO BISOGNO DI DENARO…
Alda Merini
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti….
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB

Mi piace:
Mi piace Caricamento...
.
.
.
Questa poesia di Salinas,
un altro dei grandissimi poeti del ventesimo secolo,
ha molti contatti con la poesia Sufi
di cui abbiamo parlato non molto tempo fa.
Anche questa è infatti una poesia
molto intensa e densa di contenuti simbolici…
in quanto riconosce anch’essa il mescolamento,
nel sentimento d’amore
dell’IO e del TU per divenire una cosa sola.
.
.
Sembra dirci infatti che,
dopo la prima nascita, noi ne viviamo una seconda…
che è quella che avviene
attraverso l’incontro con il vero grande amore.
Essa dunque ci fa conoscere e penetrare
il senso più intimo dell’amore…
che si manifesta in uno “stupore” senza fine e mai uguale…
nell’esser vicini alla persona amata…
Questa poesia l’ho conosciuta come altre…
nella trasmissione notturna ormai scomparsa
INCONSCIO E MAGIA di Gabriele La Porta e,
come sempre,
mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero…
Se ci va possiamo leggerla
ascoltando questa musica new age.
A TE SI GIUNGE SOLO ATTRAVERSO DI TE
Pedro Salinas
.
A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.
Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato
con te.
Lì mi hai portato tu.
Come potevo imparare il cammino
se non guardavo altro che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine
l’istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te che mi guardavi?
Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!
E finché tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perché so che là dove sono stato
né ali, né ruote, né vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perché so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.
CIAO DA TONY KOSPAN
* Se ti fa piacere legger la poesia Sufi
di cui parlavo in alto clicca qui giù
Se ami anche tu il mondo della poesia e della cultura
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Ecco una poesia della grandissima Emily Dickinson
che ci parla, a mio parere,
in modo sublime ma assolutamente inusuale,
del sentimento della solitudine

.
La solitudine qui è vista come consapevolezza
della vera essenza della nostra natura umana
fatta di realtà e di sogni.
Dunque per lei in fondo in fondo, e dunque in verità,
non c’è mai… una vera solitudine,
in quanto siamo sempre e comunque
in relazione ed in comunione con i nostri mondi interiori.
Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere,
ma prima leggiamola.
NON POSSO ESSERE SOLA
Emily Dickinson
Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han né vesti, né nomi,
né climi, né almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l’arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti.
.
.
Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

.
.
.
Questa è davvero una poesia… perla…
una lirica che coinvolge e sconvolge.
In pochi versi l’autore scava nel profondo
di se stesso e di noi stessi
e ci dà, a mio parere,
una stupenda suggestiva e poetica descrizione
dell’inconscio… o dell’anima.
IO NON SONO IO
JUAN RAMON JIMENEZ
PICCOLA GRANDE POESIA SIMBOLICA
Moguer 24.12.1881 – San Juan 29.5.1958
Jimenez, poeta spagnolo premio Nobel per la letteratura nel 1956,
noto per i suoi versi che cantano l’amore, il sentimento e le emozioni
talvolta ci fa conoscere un altro dei temi da lui amati
il simbolismo.
La sua romantica poetica,
vicina alla purezza di Tagore ed influenzata da Goethe,
assume valenze universali
ed aprirà la strada alla grande poesia moderna,
spagnola e non solo.
Tornando alla poesia sono però curioso
di conoscere anche le vostre impressioni…
Ma ora leggiamola
Maxfield Parrish – Sogni – 1913
IO NON SONO IO
Juan Ramon Jimenez
Io non sono io
Sono colui
che cammina accanto a te senza che io lo veda;
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà qui quando morirò.
Tony Kospan
PER LE NOVITA’
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Victor-Marie Hugo
E’ universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell’ottocento.
.
.
.
Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore.
Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
alternate però con grandi soddisfazioni e successi.
La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.
E’ anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.
Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)
Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia
Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.
**************************************
C’è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.
**************************************
Chi pensa che i cani non abbiano un’anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.
**************************************
Il destino mescola le carte,
ma è l’uomo a giocare la partita.
In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all’amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.
Cosa questa che era per nulla ovvia… in quell’epoca,
(ma in molti casi anche oggi…. ahimè…).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante…
Josephine Wall
L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.
L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.
L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.
L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.
L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.
L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.
Renoir – Innamorati
CIAO DA TONY KOSPAN
CLICCA QUI GIU’ PER LE NOVITA’ DEL BLOG
E… SE… TI PIACE… I S C R I V I T I

Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Questa, a mio parere è una fantastica poesia,
quasi una preghiera,
che ci racconta, in pochi versi,
come deve evolvere la storia di un amore vero
e lo fa con immagini semplici ma incisive.
Le metafore, quasi delle pennellate,
hanno l’intento di dar a noi tutti
consigli al fine di mantener puro ed intatto,
superando le subdole trappole della vita,
un vero sentimento d’amore.
Questa poesia l’ “incontrai” tempo fa
nella trasmissione notturna di Rai2/Rai3
INCONSCIO E MAGIA – PSICHE
di Gabriele La Porta… ormai scomparsa…
PER COLORO CHE SI AMANO
Andrèe Chedid*
Che tra le loro mani, il fiume si meravigli
Che tra le loro labbra, i respiri siano stellati.
E prodiga la brezza al loro accordo.
Che parlino lo stesso linguaggio.
Che partano e poi si sveglino.
Che soprattutto veglino
Le trappole son tese.
Fin dentro al loro cuore.
Dante Gabriel Rossetti – Paolo e Francesca
*Andrèe Chedid: Cairo 20 marzo 1920 – Parigi 06.02. 2011
è stata una poetessa egiziana naturalizzata francese.
Andrèe Chedid
CIAO DA TONY KOSPAN
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Questa volta la poesia di cui desidero parlare,
e che propongo anche alla vostra riflessone,
è del sommo Shakespeare.
Leggiamola prima.
Elizabeth Sonrel
QUANDO QUARANTA INVERNI
~ Sonetto 2° ~ William Shakespeare ~
Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l’orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch’essi s’adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: “Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni”,
dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand’esso nelle tue vene è freddo.
Elizabeth Sonrel
Il grande William consiglia dunque alla donna ultraquarantenne
di non preoccuparsi per lo sfiorir “di sua giovanile gran beltà”
ma anzi d’esser felice dato che la sua grazia
sta passando al/la figlio/a.
Però il Sommo, anche stavolta,
nonostante i 40 inverni ormai non siano più validi
ci dona un esempio di profondità di pensiero.
Non possiamo non scorgere in questi versi infatti
il consiglio d’accettar lo scorrer del tempo
in modo sereno… anche perché diversamente
vivremmo molto male gli anni
pochi o molti…che ci restano.
Infatti se ci fermassimo a rimpianger
la bellezza e la forza della nostra gioventù
che giorno per giorno s’allontana sempre più
rischieremmo di cadere nella depressione.
UNA PICCOLA RIFLESSIONE
E LE QUARANTENNI DI OGGI
Dando uno sguardo al significato del sonetto,
possiamo subito osservare come l’idea di una donna quarantenne
piena di rughe (e forse di acciacchi) oggi stride e stupisce
anzi ci appare quasi incomprensibile.
Elizabeth Sonrel
Oggi la donna quarantenne è poco più che giovanetta…
e dunque opterei in questo caso,
date le modifiche avvenute nel corso degli ultimi secoli
riguardo alla durata e tenuta della nostra vita,
per una diversa rappresentazione,
delle immagini poetiche del Sommo.
La donna di cui parla il Sommo William
oggi non sarebbe quarantenne ma settantenne
ed il piccolo sarebbe… il nipotino… eh eh.
Se ci guardiamo intorno, anche nel nostro mondo web,
il numero di nonne giovani e pimpanti
è in incredibile e costante aumento…
(ma in verità anche di nonni).
Come sempre, cari amici,
la mia è una opinabilissima interpretazione
e come sempre sono curioso di legger
vostre diverse impressioni e valutazioni.
Tony Kospan
F I N E
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE… IL BLOG TI PIACE… I S C R I V I T I
G. G. Savoldo
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Non possiamo, noi che amiamo la poesia,
nel giorno in cui morì Napoleone,
non ricordare la più grande e la più bella poesia,
benché dubbiosa, scritta dal Manzoni per lui
e che ha per titolo proprio questa giornata.
(Ajaccio 15.8.1769 – Longwood – Sant'Elena 5.5.1821)
Questa poesia, oltre ad esser nota a tutti
perché ce la fanno studiare a scuola,
ha anche una notevole valenza storica
oltre ad esser densa di significati spirituali.
Alessandro Manzoni (Milano 7.3.1785 – Milano 22.5.1873)
Il Manzoni la scrisse quasi di getto (4 o 5 gg)
dopo aver saputo che Napoleone era morto
ma soprattutto perché commosso dal fatto
che si era convertito poco prima di morire.
Il poeta, quando il Bonaparte dominava l'Europa
non era stato tra i suoi ammiratori, anzi,
per cui appare chiaro che questa poesia
in cui ne riconosce comunque la grandezza
(all'epoca – e forse ancor oggi – Napoleone era amatissimo o odiatissimo)
non poteva certo portar alcun vantaggio allo scrittore milanese.
Questo il foglio su cui fu scritta
In realtà egli si astiene da un preciso giudizio storico
limitandosi a dire, con i mitici versi 31-32,
“Fu vera Gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza”
frase poi entrata a far parte anche del nostro comune dire.
La poesia fu censurata dalle Autorità Austriache
che governavano all'epoca la Lombardia ma,
grazie a Goethe, che la fece pubblicare su una rivista tedesca,
ebbe un'eco immediata in tutta Europa.
Ma ora leggiamola… rileggiamola.
IL CINQUE MAGGIO
Alessandro Manzoni
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
SE… IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
Mi piace:
Mi piace Caricamento...