Archivio per 9 novembre 2023

Giovedì sera in poesia “Vita della mia vita” di Tagore – arte Nattier – canzone “Lei” Adamo   Leave a comment

 

 

Jean-Marc Nattier

 

 

 

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La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo
e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l'intera verità
Rumi – Sec. XIII
 
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Jean-Marc Nattier – Adelaide di Francia nelle vesti di Diana

 

 

 

VITA DELLA MIA VITA

Rabindranath Tagore

 

 

Vita della mia vita,

sempre cercherò di conservare

puro il mio corpo,

sapendo che la tua carezza vivente

mi sfiora tutte le membra.

 

Sempre cercherò di allontanare

ogni falsità dai miei pensieri,

sapendo che tu sei la verità

che nella mente

mi ha acceso la luce della ragione.

 

Sempre cercherò di scacciare

ogni malvagità dal mio cuore,

e di farvi fiorire l’amore,

sapendo che hai la tua dimora

nel più profondo del cuore.

 

E sempre cercherò nelle mie azioni

di rivelare te,

sapendo che è il tuo potere

che mi dà la forza di agire.




Jean-Marc Nattier – La musa della Commedia

 

 


 
 
 
 
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Jean-Marc Nattier – Alleanza tra Amore e Vino

 
 
 

 
 

 
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IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE INSIEME
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 Jean-Marc Nattier – Adelaide di Francia nelle vesti di Flora 
 
 

“La bella principessa” di Leonardo e le prove dell’attribuzione – Bianca Sforza ed il “frenello”   Leave a comment








LA BELLA PRINCIPESSA (BIANCA SFORZA) DI LEONARDO ED IL… FRENELLO



Mentre gli enigmi e le sorprese relative alla Gioconda sembrano non finire mai, ora parleremo di un altro dipinto  “La bella principessa“, recentemente attribuito al multiforme genio di Leonardo.

La giovanetta del dipinto affascina per la dolcezza ed il colore dell'incarnato oltre che per l'eleganza dell'acconciatura e dei nastri.

L'opera appare un capolavoro luminoso… delicato ed intimo.  

Analizzeremo prima le motivazioni dell'attribuzione, poi parleremo della donna raffigurata, Bianca Sforza, ed infine del “frenello” che cinge la sua fronte.






LA BELLA PRINCIPESSA – LE PROVE

 
La prima prova è la mano mancina dell'autore;
la seconda è l'impronta palmare identica a quella della “Dama dell'Ermellino” (Leonardo usava passare il palmo della mano sui suoi dipinti per sfumare e fissare i colori) ed inoltre anche il frenello* è simile nei 2 dipinti;
la terza è la notoria e attivissima presenza di Leonardo alla corte milanese del Moro;
la prova definitiva è stata però la presenza di tre fori presenti sul margine sinistro del disegno (era la pagina, poi staccata, di un incunabolo) identici a quelli presenti nell’incunabolo “La Sforziade” stampato a Milano presso Antonio Zarotto nel 1490 “Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae” e conservato a Varsavia presso la Biblioteca Nazionale.





Si hanno anche prove documentali (nel Ligny Memorandum” di Jean Perréal) del fatto che Leonardo chiese a Jean, artista di corte che visitò Milano nel 1494, ragguagli sull'uso della pergamena.
Dunque il dipinto, pensato inizialmente come illustrazione di un codice miniato (forse con poesie) in onore della famiglia Sforza, come si usava all'epoca, venne poi asportato dal volume ed utilizzato come opera a sé stante dopo averlo applicato su una base lignea.






BIANCA SFORZA 

Ma chi era la donna dipinta?
La bella giovanetta dipinta di profilo è stata quasi unanimemente riconosciuta come Bianca Sforza, figlia inizialmente illegittima ma poi legittimata del Duca di Milano e di Bernadina de Corradis, donna di umili origini.






Bianca andò in sposa giovanissima (cosa normale all'epoca) a Galeazzo di Sanseverino, amico del Moro, e dopo poco, nel 1496, morì per cause ignote. 
Aveva appena 14 anni essendo nata nel 1482.
La sua morte, insieme a quella di Beatrice d'Este, moglie di Ludovico il Moro avvenuta poco dopo, ebbe un ruolo non secondario nel declino della dinastia degli Sforza.






IL FRENELLO*… COSA ERA?


A stento lo troverete in qualche vocabolario e se lo trovate leggerete di un termine marinaro ma in realtà è oggi un termine scomparso in quanto relativo alle acconciature femminili del Medio Evo e Rinascimento quando però cambiò nome in lenza.
Era infatti un ornamento caratteristico delle capigliature femminili ed era nato, come dice il nome, per frenare o tenere fermi i capelli ma poi col tempo il significato si ampliò.






Era costituito da una fascetta, cordicella o collana che cingeva la fronte o si intrecciava con i capelli delle donne di un certo rango.
A sua volta poteva essere arricchito da gioielli come possiamo vedere anche nella “Dama con l'ermellino“.
Ne parla anche il Boccacciochiedi pur tu: o vuogli un paio di scarpette o vuogli un frenello“.



F I N E 


Tony Kospan per il Mondo di Orsosognante.
Fonti: numerosi siti web
Copyright Tony Kospan (vietata la copia integrale senza indicare autore e blog)




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AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – La commedia musicale con J. Dorelli che fece epoca – Trama.. immagini e 2 video   Leave a comment




Non sono molte le commedie musicali che hanno fatto epoca in Italia 
e sono rimaste nell’immaginario collettivo 
ma questa è una di quelle benché non sia stata riproposta con frequenza.


AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA


La ricordate?

E’ una commedia musicale in due atti di Garinei e Giovannini, liberamente ispirata al romanzo After me the Deluge di David Forrest musicata da Armando Trovajoli.

Nella versione originaria le scene ed i costumi erano di Giulio Coltellacci e le coreografie di Gino Landi.



Meda – 20 febbraio 1937




Il personaggio principale  era interpretato in modo brillante da Johnny Dorelli ed insieme agli altri attori, le scene, le musiche etc… compresa la simpatica “voce” di Dio ne sancirono il successo.








 LA TRAMA IN BREVE


Don Silvestro parroco di un paesino di montagna riceve una telefonata da Dio che gli ordina di cotruire un’arca dato che ha deciso un nuovo Diluvio Universale.

Il parroco tra dubbi e difficoltà la costruisce ma poi il paese per il veto di un cardinale lo lascia solo nell’arca con Clementina la figlia del sindaco.

Inizia il diluvio ma il parroco per non lasciar solii suoi fedeli scende dall’arca ed allora Dio si decide a bloccar il diluvio.

All’interno della trama poisi innestano tante altre simpatiche minitrame con diversi personaggi.








IL SUCCESSO DELLA COMMEDIA



La commedia nella versione originaria battè tutti i record di durata e di incasso rimanendo in cartellone per 3 stagioni 630 repliche sempre con il tutto esaurito.

Fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro Sistina, l’8 Dicembre 1974 ma poi nel tempo, grazie al suo successo, girò per il mondo e le TV.







UNA FAMOSA SCENA E LA CANZONE


Riviviamone bellezza ed atmosfera… prima con una significativa scena (quella del bacio) in cui Johnny Dorelli dà il meglio di sé…








e  poi ascoltando una sua perfetta interpretazione della canzone che è il filo conduttore della commedia musicale.




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Miriam Makeba.. grande cantante sudafricana – Breve ricordo anche con la sua mitica “Pata pata”   Leave a comment


 


E' stata considerata una delle più grandi voci

di sempre dell'Africa…

 

 

Miriam Makeba anche nota come Mama Afrika  (Johannesburg 4.3.1932 – Castel Volturno 9.11.2008)

 

 

E' stata davvero una grande cantante ed una  grande donna…
 in quanto non solo è stata una grandissima artista
dalla stupenda voce
ma è stata anche impegnatissima a migliorare
la situazione delle genti che soffrono…
in AFRICA ed in tutto il mondo…

Era anche amica di Nelson Mandela








Lo stile musicale di questa cantante sudafricana
era una sintesi di jazz e world music.




 



La sua canzone più nota e che certo conoscerete
è certamente la mitica
Pata Pata

 
 
 
 
 
 
 
 


La sua morte sopravvenne mentre era qui da noi…

per aiutare gli immigrati più disagiati ed in difficoltà…
e, nonostante avesse già un dolore al petto,
volle ugualmente cantare al concerto
che si tenne a Castel Volturno contro la camorra
a seguito dell'uccisione di 7 neri.
 
 
Purtroppo si trattava di infarto e durante la notte morì.

 
 
 
 

 
 
 
 
Non possiamo dunque non ricordarla
sia come cantante che per il suo eccezionale impegno sociale
che le valsero una serie di riconoscimenti ufficiali
ed altresì non possiamo
non renderle omaggio ascoltandola ancora una volta
con la sua canzone più famosa.

 
 
 
 
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Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

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G. Apollinaire.. poeta francese delle avanguardie del ‘900 – Biografia e le più belle poesie   Leave a comment

 





GUILLAUME APOLLINAIRE
POETA DELLE AVANGUARDIE
 
 
Breve Biografia ed alcune sue poesie
 
a cura di Tony Kospan



Qui è dipinto da De Chirico
 
 
 
 
Guillaume Apollinaire (ma il suo vero nome era Wilhelm Apollinaire de Kostrowitsky) nacque a Roma il 26 agosto 1880 da un ufficiale italiano ed una signora polacca.
 
Si trasferì giovanissimo a Parigi.

Lì entrò in contatto con le avanguardie culturali dell’epoca… e frequentò personalità quali Maurice de Vlaminck, André Derain, Pablo Picasso, Georges Braque, Henri Matisse e De Chirico… divenendo anche il teorico del movimento pittorico cubista.
 
 
 
 



Già allora appare forte la sua curiosità verso tutto quel che è nuovo… tecnologico e moderno… e questo lo portò anche ad appoggiare il movimento che proprio del modernismo fece la sua bandiera e cioè il futurismo di Marinetti.



 


Roma 26.8.1880 – Parigi 9.11.1918



Nel 1910 iniziò, ormai trentenne, la sua vita letteraria con un libro di sedici racconti “L’eresiarca & C.”, e dopo altre esperienze letterarie pubblicò nel 1913 “Alcools” una raccolta di sua poesie , che ebbe gran successo e influenzò molto tutta la letteratura francese, ed è oggi considerata il suo capolavoro… insieme con “Calligrammes” del 1918.








  

Le poesie di “Alcools” risentono degli influssi del Simbolismo francese e mostrano una bella la musicalità pur in temi legati alla malinconia ed al sogno.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo queste, tante altre furono le sue pubblicazioni…, che però si diressero pian piano verso tematiche industriali e tecnologiche dell’epoca come l’automobile, il cinema, etc… esplorando nel contempo nuovi strumenti tecnici ed espressivi come l’eliminazione della punteggiatura, il verso libero, lo sperimentalismo grafico del calligramma.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Morì il 9 novembre 1918, in un modesto attico parigino e fu sepolto insieme ad altri grandi personaggi dell’epoca nel cimitero di Père Lachaise.

 

 
 
 
 

 
 
 
 
Leggiamo ora alcune tra le sue più belle poesie







NEL LAGO DEI TUOI OCCHI

Nel lago dei tuoi occhi assai profondo
si scioglie il mio povero cuore a fondo
lo disperdono laggiù
nell'acqua di amore e follia
ricordo e malinconia.




Louise de Coligny-Châtillon – Uno dei 5 amori di Apollinaire



1909

La signora aveva un vestito
In ottomano viola scarlatto
E la sua tunica ricamata d'oro
Era composta di due pannelli
Che s'attaccavano sulle spalle
Gli occhi danzanti come angeli
Rideva rideva
Aveva un viso dai colori di Francia
Gli occhi blu i denti bianchi e le labbra molto rosse
Aveva un viso dai colori di Francia
Era scollata in rotondo
E pettinata alla Recamier
Con belle braccia nude
Non si sentirà mai suonare la mezzanotte
La signora nel vestito di ottomano viola scarlatto
E in tunica ricamata d'oro
Scollata in rotondo
Portava a passeggio i suoi riccioli
La sua fascia d'oro
E trascinava le scarpette con le fibbie
Era così bella
Che non avresti osato amarla
Amavo le donne atroci nei quartieri enormi
Dove nasceva ogni giorno qualche essere nuovo
Il ferro era il loro sangue la fiamma il cervello
Amavo amavo il popolo abile delle macchine
Il lusso e la bellezza sono solamente la sua schiuma
Quella donna era così bella
Che mi faceva paura.




Emile Vernon



LA PARTENZA

E i loro volti erano pallidi 
Spezzati i loro singhiozzi. 
Come la neve dai petali puri 
O le tue mani sui miei baci 
Cadevano le foglie autunnali. 



Questa è poi divenuta anche una nota canzone francese

 
 
 
 
 
 
 

IL PONTE MIRABEAU

 
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore
 
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
 
Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L'onda stanca degli eterni sguardi
 
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
L'amore se ne va come
L'amore se ne va
Com'è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
quest'acqua corrente
 
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l'ora
I giorni se ne vanno io rimango

 
 

 

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Ciao da Tony Kospan





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Il 9 Novembre 1989 cade il muro di Berlino e finisce un’epoca – Storia .. immagini.. ed un’amara riflessione   Leave a comment

 

 

 

 

NOVE NOVEMBRE ANNIVERSARIO

DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

 

 

Un'immagine dei festeggiamenti nel 20° anniversario

 

 


Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino

Quest'anno la complessa situazione mondiale, soprattutto la guerra in Ucraina ed il recente conflitto tra Gaza ed Israele, sta quasi oscurando un avvenimento che ha segnato profondamente la storia della seconda parte del 20° secolo e che sembrò potesse generare un lungo periodo di pace.

Ritengo però giusto e doveroso non dimenticarlo… perché quel giorno segnò il definitivo tramonto della Guerra Fredda e dei blocchi contrapposti Occidente – Impero URSS.

Per 28 anni, dal 1961 al 1989, il muro di Berlino ha tagliato in due non solo una città, ma un intero paese (ed in senso politico l'intera Europa).

Quel muro era stato sia il simbolo della divisione del mondo in 2 grandi sfere di influenza contrapposte (americana e sovietica) che il simbolo più evidente e gelido della Guerra Fredda.

Tuttavia la speranza di quei giorni di vedere finalmente un mondo in pace pian piano è crollata per l'apparizione di altre devastanti problematiche come quelle del terrorismo e delle guerre.

T. K.

Ora un po' di storia per capire e per non dimenticare

 

 

 

 

 

 

PICCOLA STORIA DEL MURO DI BERLINO


 

 

 

 


1 – Le due Germanie


Come diretta conseguenza della seconda guerra mondiale e della guerra fredda, la Germania, nel 1949, fu divisa. Sul piano economico la Germania occidentale visse negli anni 50 un fortissimo boom, erano gli anni del cosiddetto “Wirtschaftswunder” (miracolo economico). Aiutata all'inizio dai soldi americani, la Germania Federale riuscì in breve tempo a diventare nuovamente una nazione rispettata per la sua forza economica.

 

 

Attlee, Truman e Stalin alla conferenza di Ptotsdam (1945)

 

La parte orientale faceva molto più fatica a riprendersi: era svantaggiata all'inizio per le pesanti richieste economiche fatte dall'Unione Sovietica per riparare i danni subiti nella guerra e per la mancanza di aiuti paragonabili a quelli che riceveva la parte occidentale. Inoltre la rigida struttura di pianificazione nazionale dell'economia non favorì lo stesso sviluppo come nella parte occidentale del paese. Più i due paesi si stabilivano al livello politico, più si facevano sentire le differenze per quanto riguarda lo standard di vita.

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In quegli anni il confine tra est ed ovest non era ancora insuperabile e per tutti gli anni '50 centinaia di migliaia di persone fuggivano ogni anno dall'est all'ovest, per la maggior parte erano giovani con meno di 30 anni e spesso persone con una buona formazione professionale, laureati, operai specializzati e artigiani, che all'ovest si aspettavano un futuro più redditizio e più libero. 

Questo continuo dissanguamento stava diventando un pericolo serio per la Germania dell'est ed era un'ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato.

 

 

L'erezione del muro
 
 
2 – La costruzione del muro

 

Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta “striscia della morte”.

 

 

13 agosto 1961… viene eretto il muro di Berlino

 

 

Bloccato quasi completamente il dissanguamento economico dello stato, negli anni 60 e 70 la DDR visse anch'essa un boom economico. 

Tra gli stati dell'est diventò la nazione economicamente più forte e i tedeschi cominciarono a rassegnarsi alla divisione. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le commemorazioni e le feste nazionali.


 

 

 

3 – La caduta del muro

 

Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di pochissimo tempo portò alla riunificazione furono due fattori: l'arrivo di Gorbaciov (vedi la foto a sinistra) come leader dell'Unione Sovietica e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est e specialmente della DDR. Con la “Perestroika”, cioè la radicale trasformazione della politica e della economia e con la “Glasnost”, che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare strada all'Unione Sovietica.

I dirigenti della DDR videro questo processo prima con un certo imbarazzo e poi con crescente resistenza.

Nel corso del 1989, i cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell'economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell'Unione Sovietica riempivano ogni giorno i giornali in tutta l'Europa, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fermato, ma molta gente adesso era impaziente e cominciò a protestare e manifestare apertamente.

 

 

La caduta del muro

 

 

Ogni tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora a un suicidio, ma nell'estate del '89 la gente della DDR trovò un'altra via di fuga: erano le ambasciate della Germania Federale a Praga, Varsavia e Budapest il territorio occidentale dove si poteva arrivare molto più facilmente! Cominciò un assalto in massa a queste tre ambasciate che dovevano ospitare migliaia di persone stanche di vivere nella DDR. Ma il colpo decisivo arrivò quando l'Ungheria, il 10 settembre, aprì i suoi confini con l'Austria. Ora, la strada dalla Germania dell'est all'ovest (attraverso l'Ungheria e l'Austria) era libera! La valanga di fuga stava diventando inarrestabile.

Anche l'ultimo tentativo da parte del governo della DDR di salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito comunista e del governo non servì a nulla.

 

 

 

 

Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all'estero, la gente di Berlino est lo interpretò a modo suo: il muro doveva sparire.

Migliaia di persone si riunivano all'est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano anche aspettando dall'altra parte del muro, all'ovest, con ansia e preoccupazione.

Nell'incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l'ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la prima volta dopo 29 anni.

 

 

L'inarrestabile superamento del muro

 

 

 

TESTO STORIA DEL MURO DAL SITO – VIAGGIARE IN GERMANIA – IMPAGINAZ. T.K.

 

 

TONY KOSPAN





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