Archivio per la categoria ‘STORIA… IN SENSO AMPIO

Una strana storia della lira negli anni ’70 – L’incredibile e misteriosa vicenda dei miniassegni   Leave a comment







Quelli che rimpiangono acriticamente l’amata Lira dimenticano i tanti problemi che la vecchia moneta visse nel corso del secolo della sua esistenza.

Uno dei casi più strani e molto divertenti (soprattutto per gli stranierifu la comparsa dei mini assegni.








Accadeva, in modo uniforme in tutta Italia nel 1975, che in poco tempo non si trovavano più le monete di metallo.

La causa precisa del fenomeno  è ancora incerta, si suppone che, a causa della grande inflazione, la Zecca prediligesse la stampa di monete cartacee lasciando invariato il numero delle monetine.

O, secondo un’altra ipotesi,  sembra che i produttori giapponesi di orologi ne facessero incetta, data la qualità  del metallo delle nostre monete per le loro casse.







O ancora, secondo altri, a causa dell’apparizione e la grande diffusione di macchinette automatiche (juke box, slot machine etcche ingoiavano enormi quantità di monetine.

Ci fu, come al solito, pure chi parlò di complotto!

Quel che è certo è che le monete scomparvero.







Allora i negozianti provarono a dare ai loro clienti il resto con caramelle, gettoni telefonici o altro.

Ma la cosa non funzionò ed ecco che comparvero i miniassegni.

Il primo fu emesso dall’Istituto Bancario San Paolo di Torino il 10.12.1975, a cui seguirono poi tante altre Banche ed Istituti di Credito vari con tagli di vario importo, da 50, 100, 150, 200, 250, 300 e persino da 350 lire!







Erano di 11 cm x 21 per lo più di cartaccia, ma erano anche colorati e scritti male.

La loro diffusione fu immediata dato che risolveva il problema contingente, ma in realtà già dopo qualche anno, dato che erano fatti di carta di poca qualità, essi iniziarono a deteriorarsi ed a divenire inservibili.

La cosa però interessò i collezionisti di tutto il mondo che cercarono di accaparrarsi queste strane monete nate senza alcuna legge o regola. 







C’è da dire che non mancò nemmeno la diffusione di mini assegni falsi creati da falsari con intestazione di Banche inesistenti.

Il PM di Perugia volle intervenire e ne dispose il sequestro in tutto il territorio nazionale ma la cosa, ovviamente, non ebbe alcun seguito essendo gli assegnini milioni ed in tutte le tasche degli italiani.

Solo verso la fine del 1977 ed agli inizi del 1978 finalmente si muoveva la Zecca che iniziò ad incrementare la produzione di monetine (soprattutto con 100 milioni di monete da 200 lire il cd. “Bronzino”).







Pian piano i miniassegni non servivano più e tutti coloro che ne avevano in gran numero quando vollero trasformarli in lire si accorsero che praticamente ciò era impossibile dati gli adempimenti ed i costi dell’operazione molto superiori al loro valore.

Agli inizi del 1979 i miniassegni ormai erano scomparsi senza che gli Italiani ci facessero nemmeno caso.

Ora sono solo oggetti da collezione, ma restano tuttora 2 misteri.

Come mai scomparvero all’improvviso tutte le monetine e come si è potuta affermare in Italia una moneta alternativa e senza alcuna legge.


Tony Kospan




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Pubblicato 4 giugno 2023 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

LE MITICHE UOVA D’ORO FABERGE’ – Le immagini.. la loro storia e quella del loro creatore anche in video     Leave a comment

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Questa è la storia della creazione delle mitiche 
UOVA MATRIOSKA D’ORO,
vere e proprie opere d’arte che uniscono fantasia,
bellezza della lavorazione e pietre preziose
e di cui ci sono pochissimi esemplari al mondo.

 
 
 
 

 
 

Google ricordò alla grande, il 30 maggio di qualche anno fa,
l’anniversario di questo grandissimo orafo d’arte russo.

Fu così che volli conoscer lui e le sue favolose lavorazioni.

 
 
 
 
(San Pietroburgo 30 maggio 1846 – Losanna il 24 settembre 1920)
 
 
 
 
 
BREVE STORIA DI FABERGE’
E DELLE SUE UOVA
 
 

Fabergé operava da orafo a San Pietroburgo 
e la bellezza dei suoi gioielli, vere opere d’arte,
finì per suscitare l’interesse dello Zar
che nel 1887 gli chiese di creare
un uovo di Pasqua d’oro con… sorpresa.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il risultato fu così affascinante che da allora ogni anno,
fino alla rivoluzione d’ottobre, lo zar gli commissionò
2 uova all’anno.
 
 
La lavorazione era così complessa e minuziosa
che per ciascun uovo necessitava moltissimo tempo.

 
 
 
 
 
 
 
 
Inutile dire che la sua gioielleria divenne
la più famosa di Russia e che i suoi gioielli
vinsero premi internazionali
 
 
Con la rivoluzione sovietica, però,
fu costretto a fuggire all’estero con il figlio Eugéne.

 
 
 
 
 
 
 
 
 



Visse in diversi paesi europei
ma alla fine si stabilì col figlio in Svizzera,
a Losanna, dove morì.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA NASCITA DELLE MITICHE UOVA
 
 

Ma ecco come iniziò, in particolare,
la bella storia delle Uova Matrioska d’oro.

 
 
 
 
Il primo uovo matrioska
 
 
 
 
 

Il primo uovo conteneva un tuorlo tutto d’oro, 
contenente a sua volta una gallinella d’oro e smalti, 
con gli occhi di pietre rubino che racchiudeva
a sua volta
una copia in miniatura
della corona imperiale russa,
che ancora a sua volta aveva al suo interno
un piccolo uovo di rubino.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
ALCUNE TRA LE UOVA PIU’ BELLE

 
 
Vediamone ora altre che, son certo,
ammirerete anche voi.

 
 
 
 





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








L’uovo recentemente ritrovato
 
 
 
 
 
LE UOVA IN VIDEO

 
 
Infine ecco un video che ci mostra
queste ed altre preziosissime…
rarissime… fantastiche ed artistiche uova.
 
 
 
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Ciao a tutti da Tony Kospan






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Roentgens secretary – E’ sorprendente l’automazione di questo scrittoio del ‘700 – Immagini e video   Leave a comment






Scopriremo, grazie a questo video, le incredibili caratteristiche nascoste all’interno di questo grande scrittoio del ‘700.
Il “The Roentgens’ Berlin Secretary Cabinet” è una delle più belle lavorazioni nell’ambito della produzione di mobili europei di quel secolo.






Quest’opera è la creazione più importante di Abraham della bottega berlinese di David Roentgen.

E’ un armadio scrittoio, con in alto un orologio musicale, dotato di pannelli intarsiati finemente, riccamente disegnati e con meccanismi elaborati che consentono l’apertura automatica di ante e cassetti con il semplice tocco di un pulsante.






Di proprietà del Re Federico Guglielmo II, questo armadio scrittoio è davvero unico per la notevole decorazione e soprattutto per la complessità e vastità dei suoi automatismi.



Re Federico Guglielmo II di Prussia





Ma ora ecco vediamo questa meraviglia dell’artigianato e dell’automazione creata in un’epoca in cui non c’era nemmeno lontanamente l’idea della moderna tecnologia. 



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F I N E





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IL GRUPPO DEDICATO ALL’ARTE

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Napoleone ed il Conte Monaldo (padre di Leopardi) – Mondi lontanissimi ma…   Leave a comment








Frugare tra le tante pieghe della Storia ci consente spesso di capire un’epoca e le atmosfere vissute dai popoli meglio di date e battaglie.

Qui parleremo di 2 personaggi molto diversi, che non ebbero nulla in comune e che non si incontrarono mai.






Tuttavia rappresentarono, nello stesso periodo, 2 mondi opposti che convissero nei primi anni dell’800 anche se poi uno, il Conte Monaldo, rimase ancorato alla sua terra e l’altro invece sconvolse tutta l’Europa.

Napoleone, amatissimo o odiatissimo,  era l’incontrastato dominatore dell’Europa nella quale, oltre alle guerre aveva diffuso elementi moderni e principi nuovi (non tutti) della Rivoluzione francese, mentre l’altro era un tranquillo aristocratico, amante del gioco d’azzardo (e per questo controllato a vista dalla severissima moglie) ma con la passione dello scrivere e soprattutto convintissimo reazionario voglioso di ricostruire il passato e che considerava l’Imperatore un Anticristo.


(Recanati 16 agosto 1776 – Recanati, 30 aprile 1847)


Monaldo Leopardi, Gonfaloniere di Recanati, quindi mentre Napoleone attraversava trionfalmente e velocemente l’Italia centrale, fece sbarrare porte e finestre del suo palazzo e si vestì a lutto che portò poi per tutta la gravidanza della moglie, incinta del mitico Giacomo.

Ma non era il solo. 

Infatti all’epoca, per reazione ai trionfi ed ai provvedimenti napoleonici, nascevano nel Centro Italia dei gruppi armati in difesa soprattutto del… passato.

Eppure però, quando il Bonaparte fece chiudere i conventi, il nostro (forse contro il volere dell’avara moglie) non ebbe problemi ad approfittare della situazione ed a comprare, a peso, i tesori delle loro biblioteche (circa 14.000 volumi).



Adelaide Antici – Moglie di Monaldo e madre di Giacomo Leopardi



In tal modo, e questo gli fa onore più delle velleità letterarie, poté creare una delle più importanti biblioteche private del Centro Italia e nella quale il giovanissimo Giacomo passò «sette anni di studio matto e disperatissimo» rovinandosi la salute.

La biblioteca, per decisione del Monaldo, fu aperta anche a parenti, amici ed ai cittadini recanatesi (Filiis amicis civibus) e fu poi ampliata dal figlio Pierfrancesco.



La Biblioteca della famiglia Leopardi (una parte)



Fu però il grande Giacomo nel 1815 con la sua “Orazione agli Italiani“, alla morte di Napoleone ed in occasione della liberazione delle zone natie, a salutar l’Imperatore sì con formale giubilo ma soprattutto affermando il contrasto tra la POTENZA imperiale e la BELLEZZA del paesaggio italiano.

Tony Kospan






Chicche e curiosità storiche sulle origini di Napoleone – La Corsica del ‘700 e la famiglia (italiana) di origine   Leave a comment



Alcuni aspetti non noti sulle origini di Napoleone che mi sembrano molto interessanti e che mi fa piacere condividere.



(Ajaccio, 15 agosto 1769 – Longwood, Isola di Sant’Elena, 5 maggio 1821)




LA CORSICA E LA SUA COSTITUZIONE

La Corsica in cui nacque il futuro imperatore era francese solo da 2 mesi mentre prima era un possedimento della Repubblica di Genova.
Genova, non riuscendo più a controllarla, cedette l’isola ai francesi nel 1768.
Ma non fu facile nemmeno per la Francia prenderne il possesso e dovette combattere, e non poco, contro gli orgogliosi Corsi ma poi il 9 maggio 1769 ci riuscì.







Però, prima di capitolare la Corsica fece in tempo a dotarsi di una sorprendentemente moderna Costituzione e ad apparire nell’immaginario degli Europei come un’isola di libertà.
La costituzione, voluta dal Generale Pasquale Paoli e nata nello spirito del trionfante Illuminismo, seguiva le idee di Rousseau (patto tra cittadini per fondare una società di liberi ed eguali) e di Montesquieu (separazione dei poteri), affermava la centralità della Parlamento (Dieta) ed accennava anche, per la prima volta, ad un’estensione del voto alle donne.





Siamo nel 1755 e quindi prima della Costituzione polacca, della Costituzione americana e prima della Rivoluzione Francese.
Questo rivoluzionario esperimento sociale entusiasmò la parte più colta dell’Europa ed ebbe molto seguito, come sappiamo, nelle successive Costituzioni nazionali.






LA FAMIGLIA DI ORIGINE TOSCANA

Il padre di Napoleone era di una famiglia originaria di una imprecisata città della Toscana.
Dopo varie ricerche Carlo Bonaparte era riuscito ad aver riconosciuta una piccola nobiltà italiana.
Nella casa dei genitori del futuro Imperatore, ad Ajaccio, si parlava italiano anche perché la Corsica era della Repubblica di Genova.
Forse proprio per questo il “francese” di Napoleone non era perfetto ed era criticato.



Carlo Bonaparte – Padre di Napoleone




IL PADRE DI NAPOLEONE ED ALCUNE CURIOSITA’

Ma cosa c’entra Carlo Bonaparte con la Costituzione Corsa e con Paoli?
C’entra eccome.
Il padre di Napoleone era un fervente seguace del generale Paoli e dopo la vittoria dei Francesi voleva seguirlo nell’esilio.
Il generale però non volle essendo la moglie di Carlo, Maria Letizia Ramolino, incinta al settimo mese del secondogenito Napoleone.



Maria Letizia Ramolino – Madre di Napoleone



Carlo intervenne pure nella redazione di un punto della Costituzione “omnes homines esse naturaliter aequales” (tutte le persone sono per natura uguali) che però poi il figlio non condivise molto da imperatore.
Un’altra simpatica curiosità su Carlo Bonaparte è che dovunque andasse si faceva seguire da un valletto che lo chiamava in continuazione “signor conte“.
In realtà la nobiltà familiare era davvero minima, ma grazie a questa continua “pubblicità” ed a buone amicizie, Carlo riuscì a far entrare Napoleone all’Accademia Militare di Brienne (est della Francia).
Qui iniziava l’epopea di Napoleone.






F I N E

Ciao da Tony Kospan



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Dalla poesia di Schiller (Inno alla gioia) e dalla musica di Beethoven (9° sinfonia) nasce l’Inno Europeo   1 comment




Johann Christoph Friedrich von Schiller 

è il poeta, filosofo, drammaturgo e storico tedesco
autore della poesia che fu il testo
musicato da Beethoven con la sua 9° sinfonia
e poi divenuto l’inno europeo.


 
 
 
Johann von Schiller (Marbach am Neckar 10.11.1759 – Weimar 9.5.1805)
 
 
 
 
 

LA POESIA DI SCHILLER


E LA 9° DI BEETHOVEN

 
 




  
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MA COSA SAPPIAMO DELL’ORIGINE DELL’INNO?
  
CONOSCIAMONE QUINDI LA STORIA…
LA POESIA E LA MUSICA.

  


 
 
  
 

L’inno europeo (Inno alla gioia) è l’adattamento dell’ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven, è stato adottato dal Consiglio d’Europa nel 1972 e viene utilizzato dall’Unione europea dal 1986.

 

 

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Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d’orchestra del Novecento, ha realizzato, su richiesta del Consiglio d’Europa, tre versioni strumentali per piano solo, fiati e orchestra sinfonica.

 

Il testo è del poeta Friedrich von Schiller e rappresenta un invito alla fratellanza universale.

 

L’inno dunque appare una marcia gioiosa, luminosa e festosa nella sincera speranza che possa accompagnare l’Uomo nel corso della vita.


  

 

Inno alla gioia – Marina Novelli 

  

Leggiamo ora la poesia e poi ascoltiamo la mitica musica…




L’albero delle farfalle – Josephine Wall
 

  



L’INNO ALLA GIOIA 
Friedrich von Schiller





Gioia, figlia dell’Eliso,
Fiamma d’oro giù dal ciel,
Noi veniamo, ardenti in viso,
Diva eccelsa, al tuo sacel.
Il tuo fascino affraterna
Ciò che il mondo separò,
Fratellanza impera eterna
Dove l’ala tua posò.
Chi al supremo ben pervenne
D’un amico al fido cuor
Chi soave sposa ottenne
Sia con noi nel gaudio d’or.
Sì, chi anche un cuore solo
Sua nel mondo può chiamar;
Chi nol può trascini in duolo
Via di qui suo triste andar.
Gioia al sen dell’Universo
Posson tutti i vivi aver,
Vanno il buono ed il perverso
Pel fiorito suo sentier.
Ebbe ognun fino alla morte
Vino, amore e un fido cuor;
Voluttà fu al verme in sorte,
L’angel gode in te, Signor.
Van gioiosi nella gloria
Mondi, luce e vita a dar,
Ite, figli ad esultar
Come prodi in gran vittoria!
Siate avvinti, o milioni,
Nella gran fraternità!
Figli ! Sommo un padre sta
Sopra gli astri e sopra i tuoni.
Vi prostrate, milioni?
Senti Iddio, mondo, tu ?
Volgi il guardo sopra gli astri,
Sopra gli astri sue regioni.

  




Ludwig van Beethoven (Bonn 16.12.1770 – Vienna 26.3.1827)

 
Ma è giunto il momento d’ascoltar la bellissima musica.

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Klimt – La musica


 
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CIAO DA ORSO TONY

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Tutta la storia della Festa della Mamma.. dall’antichità ai giorni nostri.. in breve   Leave a comment

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Questa festa, diffusa in tutto il mondo,  ha un’origine antichissima…
ma è stata codificata in tempi molto più recenti.
 



Già gli antichi Greci dedicavano alle loro genitrici un giorno dell’anno,
festeggiando la dea Rea, madre degli dei, da loro molto amata.



 
 
 




Feste in onore della nascita e della maternità
venivano poi celebrate anche tra gli antichi Romani,
che salutavano l’arrivo di maggio e della primavera
con un’intera settimana di feste dedicate alle rose e alle donne
anche per festeggiare la rinascita della natura.


 
 
 
 
 
 
 



Come i romani, anche gli antichi Umbri, a maggio,
ricordavano la dea dei fiori
e regalavano rose alle loro amate.








Una ‘Festa della mamma’,
veniva celebrata anche nell’Inghilterra del 1600.
 
 
Nel XVII secolo infatti, in Gran Bretagna,
la quarta domenica della Quaresima,
veniva celebrato il ‘Mothering Sunday’,
il giorno in cui chi lavorava lontano da casa
poteva tornare dai genitori e onorare la propria madre,
offrendole il dolce ‘Mothering cake’








 La festa, originariamente tutta pagana,
con il diffondersi del cristianesimo,
venne acquisita anche dalla Chiesa,
divenendo il giorno in cui si celebrava la…
 “Madre della Chiesa:
forza spirituale della vita e protezione dal male”
,
ma anche la propria madre terrena.




 
 




Ma la vera “madre“… della FESTA DELLA MAMMA….
ovvero la creatrice dell’evento che viene festeggiato in tutto il mondo,
fu una donna americana.




Bertha Webgann




 
  La scelta della della 2° domenica di maggio era avvenuta
in un primo momento per festeggiare la pace…
ma poi Ana Jarvis, nel 1907,
per ricordare l’anniversario della morte di sua madre,
persuase la sua parrocchia a a Grafton, nel West Virginia,
a celebrare l’evento la seconda domenica di maggio.




 
Ana Jarvis




L’anno successivo tutti gli abitanti di Philadelphia
si misero a scrivere a ministri ed a grandi personaggi dell’epoca
per proporre quel giorno come festa nazionale,
e già dal 1911 l’usanza incominciò a diffondersi
in quasi tutti gli Stati americani








Sul finire del 1914, il Presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson,
ufficializzò la festa come festività nazionale,
da tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.

 Pian piano questa festa laica ed amatissima si è diffusa
in buona parte del mondo.







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In questo giorno le mamme di quasi tutto il mondo ricevono doni e fiori 
dai loro figli, a testimonianza del loro affetto e della loro riconoscenza.




 




Ma, nel lieto giorno in cui le mamme
sono circondate da amore, affetto e piccole attenzioni,
si dovrebbe anche riflettere sulla figura ed il ruolo
della “mamma” nella nostra società…



Il suo fondamentale ruolo infatti,
ahimè esaltato solo a parole,
 viene invece con leggi e comportamenti sociali
in realtà denegato e maltrattato.







Tony Kospan











Le Buchette fiorentine – Simpatiche e storiche usanze di antiche pandemie   Leave a comment







Curiosità di antiche… pandemie. 
Le Buchette del Vino di Firenze.


La recente pandemia ci ha fatto, tra l’altro,  riscoprire alcuni metodi 
che i nostri antenati hanno usato per difendersi da quelle (tremende) dei secoli scorsi.

Ora vi parlerò delle “buchette del vino” di Firenze.






Penso che non ne avete mai sentito parlare se non siete fiorentini.

No… no… non preoccupatevi non è colpa vostra.

Oltre ai veri fiorentini pochi altri al mondo 
conoscono questa originale antica usanza.

Cosa sono? 
Sono piccole aperture di alcune decine di centimetri nelle mura 
di alcuni palazzi simili a finestrelle ma con la forma di portoncini.






Sono situate a piano terra e collocate verso la strada.

In verità non sono più, o meglio non erano più, aperte
dato che nel tempo erano state tutte murate 
avendo perso la loro originaria funzione.






LA STORIA DELLE BUCHETTE

La loro origine risale alla fine del Medioevo, intorno al XV secolo.

E’ il momento della massima espansione dell’economia 
ma anche dell’arte, della cultura e della politica fiorentina.

In particolare i grandi possidenti, mercanti, banchieri e nobili 
iniziano ad investire nelle campagne 
ed a produrre grandi quantità di prodotti, soprattutto vino, 
acquisendo anche una moderna cultura enologica.






I risultati furono ottimi ma poi i produttori decisero, 
per non condividere i guadagni 
con locande e commercianti, di venderlo direttamente ai clienti.

All’inizio ciò avvenne per strada, poi la vendita si svolse nei loro palazzi 
(ovviamente ad opera dei servitori) in duplice modo.






Dalla porta principale per grosse quantità 
o dalle buchette per piccole o piccolissime quantità (bicchieri e bottiglie).
Possiamo considerare ciò un antesignano del “drive.in-fast food”.

Perché la buchetta? 
Per favorire l’anonimato dei clienti 
che anche a tarda ora potevano bussare e chiedere il calice di vino.






L’avventore bussava alla porticina, la buchetta veniva aperta 
ed il compratore poggiava sul mini davanzale le monete
insieme ad un bicchiere o a una bottiglia.

A sua volta il servitore incassava il danaro e restituiva, 
riempiti di vino, il bicchiere o la bottiglia.






LE BUCHETTE IN PANDEMIA

Ma l’uso delle buchette si affermò ancor di più poi durante le varie pandemie, 
soprattutto in quella del ‘600 con queste diverse modalità precauzionali.

Il servitore prendeva le monete con una paletta, 
poi le versava in un contenitore pieno di aceto, 
le controllava e poi consegnava quanto richiesto.






LE BUCHETTE OGGI

Con l’arrivo dei tempi moderni questa tradizione è scomparsa. 

Ma a seguito dell’arrivo del Covid 19 molte sono state riaperte
 per continuare la vendita in sicurezza 
ma stavolta non più solo di vino ma anche di cocktail, gelati, pane etc.






C’è anche un’Associazione Culturale, sorta qualche anno fa, 
che si occupa di conservarle, salvaguardarle e farle conoscere.

La buchetta più originale, o più bella, 
è forse quella del Palazzo Antinori a Borgo Pinti.






Ogni tanto vengono poi scoperte nuove buchette.

Beh, se per caso andiamo a Firenze,
cercheremo di trovarle, e perché no, utilizzarle, anche noi.








Ciao da Tony Kospan innamorato anche di Firenze.












LA PIETRA DELLO SCANDALO – La sorprendente storia di questa antica ma ancora diffusissima espressione   Leave a comment







Spesso usiamo o sentiamo l’espressione
PIETRA DELLO SCANDALO
 ma da cosa nasce e cosa c’entra la pietra?







LA SORPRENDENTE STORIA DELLA “PIETRA DELLO SCANDALO”



Nell’antica Roma, i debitori insolventi ed i falliti
dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.

Questa pratica, con valore legale, era così chiamata: 
labonorum cessio culo nudo super lapidem” 
(cessione di tutte le proprietà con sedere nudo sopra la pietra).








Essa consisteva nel fatto che, davanti al popolo,
per 3 volte 
l’interessato (fallito) doveva gridare “cedo bona”,
ossia “cedo le mie proprietà”, 
mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate sulla pietra
che a Roma era davanti al Campidoglio con su scolpito un leone, 
mentre la folla lo scherniva.








L’origine di questa espressione, ancor oggi molto in uso,
è quindi proprio questa esposizione al pubblico ludibrio
in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola.

Ciò fatto i creditori però
non potevano più rivalersi sul debitore
se non sui beni ceduti dal fallito.








Eppure l’esser costretti a questa forte… pubblica umiliazione 
era in realtà un notevole miglioramento, voluto da Cesare
rispetto alla situazione precedente che invece consentiva 
ai creditori di uccidere o ridurre in schiavitù i debitori.



La situazione dei debitori prima della legge di Cesare



Questa usanza si diffuse poi in tutti i territori governati da Roma 
e durò molto a lungo anche dopo la fine dell’Impero.







Da essa poi sembra che sia nata anche l’altra espressione,
anch’essa diffusissima e molto popolare, “che culo!
in riferimento ad un grosso colpo di fortuna
dato che, dopo la pubblica e ridicola manifestazione sulla pietra,
 il fallito non poteva più essere colpito in nessun modo.




F I N E




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Buon anniversario cellulare! La tua travolgente storia in breve ed auguri per nuove conquiste   1 comment





Sembra che sia passato chissà quanto tempo

eppure è nato solo ieri 

ma la sua è stata, ed è, una storia travolgente

che sembra senza fine.



 

 

 

 

STORIA DEL TELEFONINO


E’ nato il 3 aprile del 1973

ed  ha cambiato per sempre la storia della telefonia

e delle telecomunicazioni in genere.








Quel giorno Martin Cooper,

ingegnere della Motorola settore ricerca,

fece a New York la prima telefonata della storia

con un prototipo di “telefonino” che in realtà,

pur portatile, era enorme rispetto a quelli di oggi.







Infatti pesava 1,1 kg e le sue dimensioni erano

di circa 23 cm x 13 e ci volevano circa 10 ore per caricarsi

mentre la carica durava meno di 30 minuti.

 




  

La prima telefonata senza fili la fece, con una certa “cattiveria”,

al suo amico Joel Engel della società concorrente Bell AT&T.

Il primo modello però iniziò ad esser commercializzato

solo 10 anni dopo, il 6 marzo 1983, quando la Motorola decise

di iniziarne la produzione al costo di circa 4000 $.

Quel primo telefonino si chiamava DynaTAC

ed invase subito i negozi

anche se il costo era notevolissimo.


  


Martin Cooper in una recente immagine col DynaTAC

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Il successo fu comunque enorme e del tutto inaspettato

per cui molte altre aziende di elettronica

si tuffarono per migliorarne le prestazioni e fare affari.

Da allora i miglioramenti sono stati continui ed eccezionali

sia nelle misure che nel design così come pure

nella diminuzione dei prezzi (almeno per quelli “normali”)

e nella sua stupefacente diffusione in tutto il mondo.


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Tre sono stati i momenti salienti della storia del ns inseparabile amico:



1 – quello in cui divenne davvero tascabile, 

2 – quello in cui furono rese possibili le connessioni a internet 

3 – quello in cui divenne un vero mini pc portatile iperconnesso (smartphone)

 

 

 


 

 

 Ormai telefonare in senso stretto serve sempre meno

perché le nuove tecnologie o i s.n. (twitter, fb, sms, vhatsapp etc.)

hanno esteso in modo incredibile la possibilità

di interagire con gli altri (di ogni parte del mondo) quasi ad ogni secondo

ma anche di poter utilizzare il telefonino

per leggere il giornale, vedere la tv, fare video etc.




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Comunque auguriamo lunga vita ai telefonini e chissà quali altre sorprese,

con sempre più evolute tecnologie, essi ci potranno donare.

 

 

 

 

 

 

Se ci va, ora possiamo vedere, 

grazie a questo interessante e completo video, 

la sua storia anche per immagini.





fre bia pouce

  

 

Grazie di tutto… telefonino

e donaci altre gradite… belle sorprese!



Tony Kospan






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