Archivio per 13 settembre 2023

Sera di mercoledì in poesia “A Claire” Y. Goll – arte Dvorak – canzone “It’s my life” Talk Talk   Leave a comment

 
 
 
 
Franz Dvorak
 
 
 
 
 
 
 
 
 


252550fa0viqwn1g
 
 
 
 

 BLU divisorio16
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante ne sogni la tua filosofia. 
– Shakespeare  (Amleto)  

BLU divisorio16

 
 
 
 
fre bia pouce    musicAnimata
Franz Dvorak – La lettura

 

 
 
 

A CLAIRE

– Yvan Goll –


 

Ti ho colta nei giardini di Efeso
La chioma crespa dei tuoi garofani
Il mazzo serale delle mani
 
Ti ho pescata nei laghi del sogno
Ti ho gettato il mio cuore per esca
Un pescatore sulle tue rive di salice
 
Ti ho trovata nell'aridità del deserto
Eri il mio ultimo albero
Eri l'ultimo frutto della mia anima
 
Dal tuo sonno ora sono avvinto
Profondamente immerso nel tuo riposo
Come la mandorla nel guscio notte-bruno

 
 
 
 
Franz Dvorak – Alle corse

 
 

 
stel etoile060stel etoile060stel etoile060stel etoile060stel etoile060



 
 
 
 
 
 
 DA ORSO TONY
 
orsotony


 
 


Franz Dvorak

 
 
 

Messaggini pungenti e cattivi ma divertentissimi ed imperdibili insieme a vignette in tema   Leave a comment


 

 

 
 

 

 

 

 

Ormai gli SMS ed i whatsapp

sono una affermata moderna modalità

di comunicazione…

usata per tutte le nostre necessità.

 

 

 



Un particolare uso è quello di prendere in giro…

o punire in qualche modo l'interlocutore…

 

 

 

 

SMS DAVVERO TREMENDI (DA NON… UTILIZZARE)


1. Manda questo SMS a persone che ritieni intelligenti, se lo mandi a persone che non lo sono ti verrà un gran mal di pancia. Ora scusa ma devo andare in bagno.

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Mi sono resa conto che lo scherzo che ti ho fatto è stato un po’ grosso. Ho capito che con te ho esagerato. Spero tu mi voglia perdonare, con affetto. La Natura. 

 

 

 


 

 

 3. ”Sikona lamile bowama likile umdodo jarat farsakala bi.” HAI APPENA RECITATO UNA PREGHIERA INDIANA CHE NON TI FARA’ PIU’ FARE ALL’AMORE  PER UN ANNO!  

 

 

 

 

 

 

4. Ho letto su un giornale che Babbo Natale ricompensa con 1.000 euro chi lo aiuta a trovare la Befana. 
Ora, o mi dai il doppio, o gli dico… dove sei!


 

 

 

 

 

 

 

 5. Diceva Ron: “Vorrei incontrarti fra cent’anni”. Sono proprio d’accordo con lui! Ciaooooooooo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 6. Fai così schifo che quando ti fai la doccia le verruche si mettono le ciabatte!

 

 

 

 

 

 

 

 

7. Tu sei la mia stella caduta dal cielo. Peccato che sei caduta di faccia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8. Non amare chi non ti ama ma non amare nemmeno chi ti ama, prendi tutti in giro che non sbagli di sicuro!

 

 

 

 

 

 

 

9. Se le sue labbra sono infuocate e lei trema tra le tue braccia, scordatela. Ha la malaria.

 

 

 

 

 

10. Se cancelli questo SMS mi ami, se lo salvi mi desideri, se lo inoltri vuoi baciarmi se me lo rispedisci vuoi fare sesso con me. Come uscirai da questo problema?

 

 

 

 

 

 

 

 

11. TIM informa che sono in vigore le nuove tariffe in base al numero di rapporti sessuali. Di conseguenza il suo numero sta per essere disattivato.

 

 

 

 

 

 

 

12. Sei talmente scemo che quando fai il cretino sembri normale!

 

 

 

 

 

 

 

 

 13. Ti ho pensato fino alle tre di notte, poi ho contato le pecore, poi è arrivato un pastore carino e…

 

 
 

 

 14. Siamo oltre la data di scadenza. Non vorrei essere acida, ma che ne dici di spostarti di scaffale? Anzi: cambia supermercato.

 

 

 

 

 

15. Vodafone informa: per il corretto uso del cellulare tenere distante il dispositivo durante la chiamata. La sua alitosi potrebbe interferire nella comunicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

16. Ti ho pensato tutta la notte e sono arrivata ad una conclusione: ERA MEGLIO SE DORMIVO!!! 

 

 

 

 

 

 

17. Non ti preoccupare se la Befana, vedendoti, ti abbraccia e si mette a piangere… non capita tutti i giorni di ritrovare una sorella gemella!
 
 
 

 

18. Contribuisci anche tu (che stai leggendo queste righe) ad abbellire la tua città per il Natale! Resta chiuso in casa fino al 7 gennaio!!!

 

 

 

 

 

 

19. Madre natura ti ha donato molte qualità: intelligenza, bontà, bellezza, fascino. Ma tu, dimmi, perché le hai rifiutate?

 

 

 

 

 

 

20. Avvicinati, non aver paura. Siediti su di me. Sfruttami più che puoi e fai! : – il tuo… WATER… –

 

 

 

 

 

 

 

21. Ho aspettato e aspettato e quando non è arrivato alcun messaggio, ho capito che doveva essere…  sicuramente il tuo.

 

 

 

 

 

22. Una notte d’amore con te è come partecipare ad una Olimpiade: capita una volta ogni 4 anni…

 

 

 

 

 

 

23. Ho smesso di fumare, ho smesso di bere grappini, ho smesso di bere birra… sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

24. Quando hai provato ad iscriverti ad una gara di bruttezza ti hanno risposto: “Non accettiamo professionisti!” 

 

 

 

 

 

 

25. E’ incredibile quanto possa essere stimolante pensarti in certi momenti della giornata… ora ti saluto, devo correre in… bagno… 

 

 

 

 

 

 

26. Mi sono rimaste schiacciate le dita nella porta del tuo cuore. E apri!!!
 
 
 


 

 


DAL WEB – IMPAG. T.K


IL TUO GRUPPO DI CULTURA, MUSICA
PENSIERI, UMORISMO, ARTE ETC.
frecq8h
 
.
.
.
.
 

 

 
.

 

.
 
 

L’amore.. anche familiare.. fa bene a chi lo offre ed a chi lo riceve – Brano illuminante   2 comments

 
 
 
 
 
 
 


Questo bellissimo dolce-malinconico racconto,
oltre ad esser una lettura che ti penetra nell’animo,
può esser spunto di riflessione sulle nostre rigidità emotive
e sulla necessità di aprirci a chi vogliamo bene
ed a chi ci vuol bene.




  



L’AMORE GUARISCE 
SIA CHI LO OFFRE,
SIA CHI LO RICEVE
Harold H. Bloomfield
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
La pelle di mio padre era itterica mentre lui era a letto collegato a monitor e fleboclisi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale.
Normalmente uomo di robusta costituzione, aveva perso oltre quindici chili.
L’infermità di mio padre era stata diagnosticata come cancro al pancreas, una delle forme più maligne della malattia.
I medici facevano quello che potevano, ma ci dissero che gli restavano appena dai tre a sei mesi di vita.
Il cancro al pancreas non si presta alla radioterapia né alla chemioterapia, per cui i medici potevano offrire poche speranze.
Alcuni giorni più tardi, quando mio padre era seduto a letto, mi avvicinai a lui e gli dissi:
“Papà, provo un sentimento profondo per ciò che ti è successo. Mi ha aiutato a guardare il modo in cui mi sono sempre tenuto lontano e a sentire quanto io ti voglia bene davvero.”
Mi chinai su di lui per abbracciarlo, ma le spalle e le braccia gli si irrigidirono.
“Su, papà, davvero voglio abbracciarti.”
Per un momento apparve sconvolto.
Dimostrare affetto non era il nostro modo consueto di trattarci.
Gli chiesi di tirarsi ancora un po' più su per poter passare le braccia attorno a lui.
Questa volta, però, era ancora più teso.
Sentivo accumularsi l’antico risentimento, e cominciai a pensare: 
“Questo non serve a niente. Se vuoi morire e lasciarmi con la stessa freddezza di sempre, fai come vuoi.”
Per anni avevo sfruttato ogni esempio delle resistenza e della rigidità di mio padre per incolparlo, per provare risentimento verso di lui, e per dire a me stesso: “Vedi non gli interessa.”






Questa volta, però ci pensai meglio e capii che l’abbraccio andava a vantaggio mio oltre che suo.
Volevo esprimere quanto mi importasse di lui, per quanto difficile fosse per lui lasciarmelo fare.
Mio padre era sempre stato molto germanico e incline al dovere; nella sua infanzia i suoi genitori devono avergli insegnato a tenere dentro di sé i suoi sentimenti, per diventare uomo.
Lasciando perdere il mio vecchio desiderio di incolparlo della nostra lontananza, effettivamente guardavo con impazienza alla sfida di offrirgli più amore.
Dissi: “Su papà, mettimi le braccia attorno.”
Mi inchinai vicino a lui sul bordo del letto con le sue braccia attorno a me.
“Adesso stringi. Ecco. Di nuovo, stringi. Benissimo!”
In un certo senso stavo insegnando a mio padre come abbracciare, e mentre mi stringeva accadde qualcosa.
Per un attimo traboccò un sentimento di “ti voglio  bene”.
Per anni il nostro saluto era stato una stretta di mano fredda, formale che voleva dire: “Ciao, come stai?”
Adesso sia io che lui aspettavamo che quella vicinanza momentanea si ripetesse.
Eppure, proprio nel momento in cui cominciava ad assaporare il sentimento di amore, qualcosa gli si stringeva nella parte superiore del dorso e il nostro abbraccio diventava goffo e strano.
Ci vollero mesi perché la sua rigidità cedesse e lui fosse in grado di lasciare che le emozioni del suo intimo passassero attraverso le braccia e mi avvolgessero.
Toccò a me essere la fonte di tanti abbracci prima che mio padre desse inizio e un abbraccio di sua volontà.
Non lo stavo incolpando, ma sostenendo; dopo tutto stava modificando le abitudini di una vita intera, e questo richiede tempo.
Sapevo che ci stava riuscendo perché sempre più la nostra relazione si basava sull’affetto.
Verso il duecentesimo abbraccio disse spontaneamente ad alta voce, per la prima volta da quando potessi ricordarmi:
“Ti voglio bene”.
  




 

 

Ciao da Tony Kospan




3
PER LE NOVITA' DEL BLOG
Frecce (174)
SE TI PIACE… ISCRIVITI