Archivio per 17 giugno 2011

LA LUNA IN POESIA… IN MUSICA… E NON SOLO…   2 comments

 
 
 

       
 
 
 
LA LUNA IN POESIA E… NON SOLO (2011)
a cura di Tony Kospan
 
 
 

 
 
Dopo le poesie dedicate al sole… proseguiamo
in questa che possiamo definire…
piccola trilogia spaziale…
dedicando il tema di questa domenica alla Luna…
 
 
La luna, nostra notturna compagna nel ciel,
è forse, e senza forse,
da sempre il corpo celeste più amato.
 
 
 
moon.gif Full Moon lake image by Ravenwaulf
 
 
 
Certo… dopo la conquista della Luna,
essa ha sì perso un pò del suo fascino…
ma poi nemmeno tanto…
ed è rimasta nell'immaginario collettivo dell'Umanità
l'astro dell'amore e la bianca culla dei sogni…
 
 
In ogni caso nulla potrà modificare la constatazione
che il nostro satellite è stato per millenni l’ispiratore
di poeti, scrittori, pittori, musicisti, sognatori…
e… innamorati…
 
 
 
 
 
 
Una riflessione sul nostro satellite
può però magicamente racchiudersi
in questi sublimi versi
dell’immenso… Giacomo… nazionale…
 

Che fai tu Luna, in ciel?
dimmi, che fai, silenziosa Luna?
Giacomo Leopardi
 
 
 

 
 
 
Le poesie prescelte quest'anno
partono dai notturni sospiri dell'antichissima Saffo,
proseguono per una divertente (ma anche saggia)
filastrocca di Rodari, e poi per i versi, quasi delle pennellate,
del grande D'Annunzio e terminano con le pene di Tagore
 e la languida magia di Baudelaire…

 
 
Come sempre sarà bello leggere sul tema poesie vostre o di altri,
ma anche commenti… riflessioni, o tutto quel che vi va di esprimere
qui o nell'area discussioni del Fantastico Mondo della Poesia.
 
 
 

 
 
 

 
 
TRAMONTATA E' LA LUNA
Saffo
 
Tramontata è la luna
e le Peiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
 
 
 

 

SULLA LUNA
Gianni Rodari

Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare…
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!

 

 

 

O FALCE DI LUNA CALANTE
D'Annunzio

O falce di luna calante
che brilli su l'acque deserte,
o falce d'argento, qual mèsse di sogni
ondeggia a 'l tuo mite chiarore qua giù!

Aneliti brevi di foglie
di fiori di flutti da 'l bosco
esalano a 'l mare: non canto, non grido,
non suono pe 'l vasto silenzio va.

Oppresso d'amor, di piacere,
il popol de' vivi s'addorme.
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia a 'l tuo mite chiarore qua giù!

 

 

AL CHIAR DI LUNA
R. Tagore

Calma, calma questo cuore agitato,
tu, notte tranquilla di luna piena.
Troppe gravi preoccupazioni,
più e più volte
gravano sul mio cuore.
Versa tenere lacrime
Sopra brucianti pene.
Con i tuoi raggi argentati,
portatori di sogno e di magia,
morbidi come petali di loto,
o notte, vieni, accarezza
tutto il mio essere
e fammi dimenticare
tutte le mie pene.

 

 

TRISTEZZA DELLA LUNA
Charles Baudelaire

Questa sera la luna sogna più languidamente;
come una bella donna che su tanti cuscini
con mano distratta e leggera
prima d’addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente,
si abbandona a lunghi smarrimenti,
girando gli occhi sulle visioni bianche
che salgono nell’azzurro come fiori in boccio.
Quando, nel suo languore ozioso,
ella lascia cadere su questa terra una lagrima furtiva,
un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano
questa pallida lagrima dai riflessi iridati
come un frammento d’opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.

 

 
 
CIAO DA ORSO TONY
 
 
 
 

IL DENARO – ERASMO DA ROTTERDAM – BRANO SUBLIME   Leave a comment

 
 

Ecco un brano… che,
al di là delle ovvie differenze dei tempi…,
è a mio parere attualissimo…

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL DENARO
ERASMO DA ROTTERDAM
BRANO SUBLIME

 
 
 
 
 
 
 
 
Lo strapotere del denaro… la religione del denaro… l’ossequio dei saggi (pseudo) o dei religiosi (pseudo) pronti a perdonare tutto in cambio di… denaro… c’era già allora…
 
C’è qualcosa oggi di diverso?
 
Anzi… le cose sono peggiorate… il denaro, come lo strapotere dei colossi finanziari e delle banche ci dimostra, sostituisce ed ahimè condiziona in concreto le nostre vite… e le vite delle nazioni…
 
Ma ora leggiamolo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL DENARO
da
L’elogio della pazzia
di
Erasmo da Rotterdam
 
 
 
 ” C’è chi si prodiga con ogni cura per gli affari degli altri mentre trascura i propri,  e chi, preso nel giuoco dei debiti, prossimo a fallire, si crede ricco del denaro altrui;
un altro pone all’apice della sua felicità morire povero pur di arricchire l’erede.
Questi per un guadagno modesto, e per giunta incerto, corre tutti i mari, affidando la vita, che il denaro non ricompra, alle onde e ai venti;
quello preferisce cercare di arricchirsi in guerra piuttosto che starsene al sicuro in casa sua.
 
Ci sono di quelli che credono si possa arrivare alla ricchezza senza la minima fatica andando a caccia di vecchi senza eredi; nè manca chi, in vista dello stesso risultato, opta per un legame con vecchiette danarose.
Gli uni e gli altri offrono agli Dei che stanno a guardare uno spettacolo oltremodo divertente, quando si fanno abbindolare proprio da coloro che vogliono intrappolare.
 
La razza più stolta e abietta è quella dei mercanti che, pur trattando la più sordida delle faccende e nei modi più sordidi, pur mentendo, spergiurando, rubando, frodando a tutto spiano, si credono da più degli altri perché hanno le dita inanellate d’oro.
Nè mancano di adularli certi fraticelli che li ammirano e li chiamano apertamente venerabili, senza dubbio perché una piccola parte degli illeciti profitti vada a loro.
 
Altrove puoi vedere dei Pitagorici, a tal segno convinti della comunanza dei beni, che, se trovano qualcosa d’incustodito, tranquillamente se ne appropriano come l’avessero ricevuto in eredità.
 
C’è chi, ricco solo di speranze, sogna la felicità, e già questo sogno, per lui, è la felicità.
 
Taluni si compiacciono di essere creduti ricchi, mentre a casa loro muoiono di fame.
 
Uno si affretta a dilapidare tutto quello che possiede; un altro accumula con mezzi leciti e illeciti.
 
Questo si fa portare candidato perché ambisce a pubbliche cariche, quello è contento di starsene accanto al fuoco.
 
E sono tanti quelli che intentano interminabili cause e che, portatori di opposti interessi, fanno a gara per arricchire il giudice che accorda rinvii, e l’avvocato che è in combutta con la parte avversa.
 
Uno ha la mania di rinnovare il mondo, un altro propende per il grandioso.
 
C’è chi, senza nessuna ragione d’affari, lascia a casa moglie e figli e se ne va a Gerusalemme, a Roma, a San Giacomo di Compostella.”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
QUALCHE BREVE MIA CONSIDERAZIONE
 
 
Certo… è inutile negarlo… il denaro serve… a vivere…
 
Senza… sarebbe impossibile…. ma tra questo ed il diventarne schiavi… ce ne passa… eccome…
 
Eppure per tanti… è l'unico valore, l'unica fede, l'unica meta…
 
 
 

 

 
Inoltre ai giorni nostri esso sta sempre più diventando “virtuale” e sta sempre più perdendo ogni legame con la realtà economica e non solo… ed infatti assistiamo ad un tourbillon in cui il valore del denaro… della ricchezza… è sempre più aleatorio… e sottoposto a situazioni spesso incomprensibili perfino per gli esperti.
 
Consiglio pertanto a noi tutti di far grande attenzione… di non cedere a facili illusioni… e di ricordarici sempre che:
 
 
 
 
 
 
 
E’ lui che deve servire a noi e non noi a lui…
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 

stars.gif stars picture by RaiodeLuarstars.gif stars picture by RaiodeLuarstars.gif stars picture by RaiodeLuar 

VICINANZA ALL’AMATA – GOETHE – FELICE W. E. IN POESIA E…   5 comments

 

 

 

George Clausen – La studentessa

 

 

 

 

              

 

Dell'amicizia a prima vista,
come dell'amore a prima vista,
va detto che è la sola vera.
H. Melville
 

Nota

George Clausen – Lettura alla luce della lampada

 

 

VICINANZA ALL'AMATA

~ Goethe ~

 

Io penso a te quando il raggio del sole

mi raggiunge dal mare.

Penso a te quando il biancore lunare

si specchia nella fonte.

Ti vedo quando sulla via lontana

si solleva la polvere

e quando a notte là sul ponticello

passa il viandante, e trema.

Io odo te quando il mugghiar dell'onda

monta cupo laggiù.

Vado spesso nel quieto bosco e ascolto,

quando tutto è silenzio.

Sono con te: benchè così lontana

tu sei vicina a me.

Cade il sole, mi fan luce le stelle.

Oh, se tu fossi qui!

 

 

 

 

 

 

 

da Tony Kospan