Cari amici che, come me,
avete un debole per il mondo della poesia,
torniamo dopo un po’ al tema dell’amore
visto però da una particolare angolazione.
Stavolta il tema infatti è… il dialogo d’amore…
attraverso il quale fluiscono
le emozioni… i desideri… le gioie…
ma anche i dolori… i rimpianti… gli addii… etc…
tra innamorati.
Frederic Soulacroix
IL DIALOGO IN AMORE…
IN POESIA ARTE AFORISMI E CANZONI… (1)
a cura di Tony Kospan
Dunque parleremo del dialogo in amore che può aver però le forme e le modalità più diverse
perché chi ama, oltre alle parole, utilizza anche
gesti, sguardi, carezze, sorrisi e, perfino… silenzi.
E’ infine da notare anche che
le espressioni, le paroline, i nomignoli
che si usano nei dialoghi intimi, com’è noto,
apparirebbero ad orecchie estranee
del tutto assurde, surreali e… molto divertenti.
Brent Lynch
Ma come affrontare questo tema in poesia?
Beh la risposta è semplice… attraverso poesie
che hanno contenuti e/o forme di tipo dialogante
ma prima leggiamo sul tema alcuni aforismi.
Niente è più brutto di una parola d’amore
pronunciata freddamente da una bocca annoiata.
Nagib Mahfuz
Amare è donare tutto se stesso senza nulla chiedere;
amare è non dire mai – mi devi…-
A. De Saint-Exupéry
I litigi degli amanti rinnovano l’amore.
Terenzio
L’amore immaturo dice: “Ti amo perché ho bisogno di te”.
L’amore maturo dice: “Ho bisogno di te perché ti amo.»
E. Fromm
L’amore è… non sapere di cosa si sta parlando.
Lucy van Pelt
Quelle che seguono dunque
sono le poesie scelte stavolta
e come sempre mi piacerebbe leggere
quelle che sul tema amate voi.
Sappi amore mio
Arthur Saron Sarnoff
LEGGO
G. A. Bécquer
Come un libro aperto
leggo nel fondo dei tuoi occhi.
Perchè la bocca sorride
se gli occhi la smentiscono?
Piangi.
Non vergognarti
di confessare che mi amasti.
Piangi.
Nessuno vede.
Guarda.
Io sono un uomo,
eppure piango.
La nostra relazione
Josephine Wall
LE PAROLE DEL CIELO
Mikis Theodorakis
Dimmi le parole del cielo
ed io ti darò il bacio dell’amore.
Resta lì, nuda come il mare
e lasciami guardare i tuoi occhi
nei quali io sogno.
Devo volar via come una colomba,
partire in viaggio con il tuo ricordo,
oltre le nuvole
oltre gli oceani d’argento.
Dimmi le parole del cuore
e avrò ali per volare come in sogno.
Resta lì, nuda come il mare
e lasciami guardare i tuoi occhi
nei quali io sogno.
Devo volar via come una colomba,
partire in viaggio con il tuo ricordo,
oltre le nuvole,
oltre gli oceani d’argento.
Volami nel cuore
Nigel Van Wieck
LA MASCHERA
William Butler Yeats
“Tògli quella maschera d’oro ardente
con gli occhi di smeraldo”.
“Oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
benché non freddi”.
“Volevo solo scoprire
quel che c’è da scoprire,
Amore o inganno”.
“Fu la maschera ad attrarre la tua mente
e poi a farti battere il cuore,
non quel che c’è dietro”.
“Ma io debbo indagare per sapere
se tu mi sia nemica”.
“Oh no, mio caro,
lascia andar tutto questo;
che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?”
La voce del silenzio
Tranquillo Cremona
STANZE PER MUSICA
George Gordon Byron
Non c’è figlia della Bellezza
d’un incanto simile al tuo;
come musica sulle acque
la tua voce è dolce per me.
Quando, come se avesse posa
l’oceano ammaliato a quel suono,
scintillano calme le onde,
placati i venti sembrano sognare.
Ela luna di mezzanotte
tesse una trama lucente sul mare
che lieve solleva il suo petto
come un fanciullo addormentato.
Così l’anima a te s’inchina
per ascoltare ed adorarti,
con emozione profonda e soave
come d’estate l’onda dell’oceano.
La canzone delle domande consuete
Renoir
PARLAMI AMORE MIO
Tagore
Parlami, amore mio!
Dimmi a parole quello che hai cantato.
La notte è buia.
Le stelle si nascondono tra le nuvole.
Il vento soffia tra le foglie.
Scioglierò i miei capelli.
Il mio mantello azzurro mi avvolgerà
come la notte. Stringerò la tua testa
al mio petto; nella dolce solitudine
sospirerò sul tuo cuore.
Socchiuderò i miei occhi e ascolterò.
Non ti guarderò il viso.
Quando le tue parole cesseranno,
staremo fermi e in silenzio.
Solo gli alberi bisbiglieranno nell’oscurità.
La notte impallidirà.
Spunterà l’aurora.
Ci guarderemo negli occhi
per l’ultima volta e andremo ognuno
per la sua strada.
Parlami, amore mio!
Dimmi a parole quello che hai cantato.
Non potevo non dedicare il tema, poetico e non solo,
di questa domenica… alla festa della mamma
e lo faccio con immenso piacere.
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Chi può aver maggior importanza, nella nostra vita,
dell’essere che ci ha generato?
LA MAMMA NELLE POESIE… NEGLI AFORISMI…
NELL’ARTE E NELLE CANZONI
a cura di Tony Kospan
Certo, è vero, ci sono madri e madri
ma in ogni caso la vita umana (e non solo)
si è perpetuata (almeno finora) grazie alla maternità.
Ed inoltre la madre, con le sue cure fin dalla nascita,
rappresenta, in genere,
il fondamento stesso del nostro esser… persone.
Prima di passare alle poesie
leggiamo alcuni aforismi di grandi autori,
che meglio di mille parole,
affrontano questo universale tema.
Sempre una madre aspetta il ritorno di suo figlio
sia se questi se n’è andato in un paese vicino
o in uno molto lontano
Joseph Roth
La mamma ed io avevamo i nostri miti,
i nostri linguaggi segreti,
i nostri scherzi rituali….
In pubblico avevamo le nostre intese:
bastava un’occhiata!
Jean Paul Sartre
Mi strinsi al fianco della mamma
ed ancora sentii addosso i suoi bei capelli
come l’ala di un angelo-pensavo,
e fui davvero felice!
Charles Dickens
Esistono mamme che baciano
e mamme che sgridano,
ma si tratta comunque di amore,
e la maggior parte delle mamme
bacia e sgrida contemporaneamente.
Pearl S. Buck
Le verità che contano, i grandi principi,
alla fine, restano due o tre.
Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.
Enzo Biagi
E’ dunque con i versi che seguono
che vi/mi auguro una domenica felice
o con la mamma, o con il pensiero della mamma,
o con il ricordo e la nostalgia della mamma,
o con le mogli/compagne mamme dei nostri figli.
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Come sempre mi piacerebbe leggere le poesie,
vostre…o di altri autori sul tema.
(Mamma – Bocelli)
Paul Serusier
UNA MANO SULLA PORTA
K. Nakagawa
Quando sto zitto arriva mia madre.
Sta sola mia madre nella stanza di là.
E io solo e zitto nella stanza di qua.
Mia madre si alza
e arriva di quando in quando.
Con una mano sulla porta
cerca di leggere il mio cuore:
io zitto mi lascio leggere.
Intanto mi nascono affetti e le sorrido:
“Che sei venuta a fare?”.
Ma so bene perché viene da me.
Dopo aver scambiato con me due, tre parole,
mia madre se ne va.
E io penso a tutti gli uomini:
noi viviamo sostenendoci l’un l’altro.
E’ come reggersi colle mani
sulle spalle di chi è accanto.
Si ha bisogno perfino delle persone
che danno fastidio.
Chi sa se mia madre non pensa a questo
quando viene e mi guarda
con la mano appoggiata sulla porta.
(Mamma Maria – Ricchi e poveri)
William S. Kendall
IO BEN SO
Rudyard Kipling
Se morissi impiccato sopra il colle,
o madre mia,
io bene so chi sempre mi amerebbe,
o madre mia!
Se morissi gettato in fondo al mare,
o madre mia,
io bene so chi sempre piangerebbe,
o madre mia!
E se l’anima mia fosse dannata,
so chi, pregando, allor mi salverebbe,
o madre mia!
(Madre dolcissima – Zucchero)
Alfred Stevens – Madre con i suoi figli – 1887
MATERNITA’
Tagore
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo
e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso,
l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?
(Viva la Mamma – Bennato)
George Dunlop
LA PAROLA PIU’ BELLA
Gibran
La parola più bella
sulle labbra del genere umano è “Madre”,
e la più bella invocazione è “Madre mia”.
E’ la fonte dell’amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
La stella Sole è madre della terra
e le dà il suo nutrimento di calore;
non lascia mai l’universo nella sera
finché non abbia coricato la terra
al suolo del mare e al canto melodioso
di uccelli e acque correnti.
E questa terra è madre degli alberi e dei fiori.
Li produce, li alleva, e li svezza.
Alberi e fiori diventano
madri tenere dei loro grandi frutti e semi.
La parola “madre” è nascosta nel cuore
e sale alle labbra
nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa
e si mescola
all’aria chiara e nell’aria nuvolosa.
Siamo, solo da alcune ore, nel mese di Maggio, cuore della Primavera,
e quindi mi par giusto approfondire un po’ la sua conoscenza
secondo il nostro stile.
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Maggio, mese delle rose e finestra aperta verso l’estate,
è notoriamente uno dei mesi più amati
sia per il clima mite che per alcune significative feste e riti tradizionali.
Cercherò di rendergli omaggio narrando la sua storia, il suo significato,
alcuni proverbi ed ascoltando una mitica canzone.
IL NOME
Il nome Maggio deriva dal nome latino Maius.
Il nome latino avrebbe preso origine, secondo Ovidio, da majores: “gli adulti anziani” a cui i romani dedicavano questo mese (avendo Romolo diviso la popolazione romana in due, i maggiori, gli adulti anziani, appunto, e i minori, i giovani abili alle armi, così che i primi governassero con la saggezza, i secondi con la forza delle armi) ; secondo altri deriverebbe dal nome di Maja, la madre di Mercurio, a cui il mese sarebbe stato dedicato (secondo altri ancora esso era consacrato al dio Apollo).
MAGGIO
– STORIA SIGNIFICATO PROVERBI ED UNA CANZONE –
IL MESE DI MAGGIO NELLA STORIA E NEL MONDO
Calendario Arcaico Romano e Calendario della Repubblica Romana: Maius era il terzo mese del calendario, contava 31 giorni;
Calendari Giuliano e Augusteo: Maius era il quinto mese del calendario e contava 31 giorni;
Nel mondo romano questo mese, che era dedicato alla dea Maja, madre di Mercurio e dea della vegetazione e delle fioriture, veniva festeggiato con canti e balli, davanti alle case si piantavano arboscelli o pali con regali appesi.
Era il mese della fertilità: infatti si apriva con la festa di Flora (Maia), dea della vegetazione;
per gli ebrei Iyàr, ottavo mese del calendario, va da Aprile a Maggio, il suo nome deriva da “Or” che nella lingua ebraica significa “luce” (il nome babilonese era Ziv, che significava “splendore” “raggio di luce”), mentre Sivàn, nono mese, che prenderebbe il suo nome dal babilonese Simanu, dura 30 giorni e va da Maggio a Giugno;
per i musulmani Rabe’e Al-Awwal è il terzo mese del calendario, conta 30 giorni, mentre Rabe’e Al-Thani, che conta 29 giorni, è il quarto mese del calendario;
per i persiani Ordibehesht contava 30 giorni e andava da Aprile a Maggio, mentre Khordad, di 31 giorni, andava da Maggio a Giugno;
Arthur Hacker
per i celti Giamonios (tempo dei germogli), settimo mese, contava 29 giorni e andava da Aprile a Maggio, mentre Simivisonios (tempo chiaro), ottavo mese, contava 30 giorni e andava da Maggio a Giugno;
anche i pellerossa d’America adattarono il computo dei mesi al sistema importato dai pionieri, ma i loro mesi erano legati alla vita della luna e, naturalmente, ogni popolo aveva nomi propri per i mesi dell’anno:
secondo la testimonianza di Alce Nero, del popolo Lakota, era: Luna quando i cavalli perdono il pelo;per gli indiani Chippewa e Ojibwa era: Luna della Sanguisuga; ( tra molte popolazioni, compresa la nostra, in passato le sanguisughe sono state considerate utilissime per la cura di certe patologie,e simboli di purificazione).
Durante la Rivoluzione Francese il periodo che andava dal 20 Aprile al 19 Maggio prese il nome di Floréal (Florile), mentre quello che andava dal 20 Maggio al 18 Giugno fu chiamato Prairial (Pratile).
CARATTERISTICHE
Nel Medioevo il mese di Maggio veniva rappresentato come un giovane che portava fiori,
oppure come un giovane intento a tagliare il fieno.
E’ il mese della fioritura, dell’esplosione della natura.
E’ il mese del risveglio completo che segue la sonnolenza di Aprile e che precede il fulgore della vicina estate.
Le giornate si allungano e si fanno sempre più calde.
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Per una buona riuscita del raccolto il mese di Maggio deve essere caldo, ma non troppo
e non deve essere particolarmente piovoso.
E’ anche il mese della Festa del Lavoro e della Festa della Mamma
oltre ad essere Mese Mariano.
C. C. Curran
PROVERBI
Maggio asciutto grano dappertutto;
Maggio ventoso, grano generoso;
Maggio soleggiato, grano a buon mercato;
Maggio ortolano assai paglia e poco grano;
Maggio fresco e casa calda, la massaia sta lieta e salda;
Se piove al Venerdì santo, piove Maggio tutto quanto;
Di Maggio ciliegie per assaggio, di Giugno ciliegie a pugno.
Abbiamo dedicato un intero post all’amico cane qualche tempo fa
e non può quindi, per “par condicio”,
non riceverlo anche il nostro simpatico (e birichino) amico felino.
IL NOSTRO AMICO… GATTO
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COME OMAGGIARLO AL MEGLIO?
LO FARO’:
CON DUE POESIE (DI NERUDA E DI BAUDELAIRE)
ALCUNI DIPINTI (DI CUI 2 DI RENOIR)
BELLE IMMAGINI, GIF SIMPATICHE, UN VIDEO ED UNA CANZONCINA
Anche il grande Pablo Neruda amava i gatti
ed a loro dedicò questa poesia.
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ODE AL GATTO
Pablo Neruda
Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.
L’uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l’ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d’oro.
Non c’è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l’elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz’orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perché tutto
è immondo
per l ‘immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c’è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no
io non sono d’accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l’atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d’oro
stanno nei suoi occhi.
.
Baudelaire invece paragona il suo gatto alla sua donna
.
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IL GATTO
Charles Baudelaire
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira
le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi
occhi in cui l’agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e
il tuo dorso elastico e la mia mano s’inebria del
piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo,
profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia
e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un’aria sottile, un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.
La parola “equinozio” deriva dal latino e significa “notte uguale” [al giorno].
Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell’anno nei quali hanno inizio primavera e autunno.
Quest’anno… il 20 marzo 2023 alle 22 e 24in Italia finisce l’inverno ed inizia la primavera.
Dopo 6 mesi il Sole viene a trovarsi nuovamente sul piano dell’equatore terrestre e il circolo d’illuminazione passa per i poli.
In questo giorno il Sole passa allo zenit all’equatore e la giornata dura esattamente 12 ore in tutto.
L’equinozio, oltre che dalla durata del giorno e della notte, può essere riconosciuto con una semplicissima esperienza di gnomonica:
osservate l’ombra di un chiodo infisso su un muro esposto al Sole.
Il vertice dell’ombra, durante ogni giorno dell’anno, disegna una curva che, agli equinozi, diventa una retta.
Questa retta e almeno le due curve giornaliere dei solstizi sono generalmente presenti su i quadranti degli orologi solari.
UNA CONSIDERAZIONE
SU QUESTA RICORRENZA
Al di là di tutto, al di là d’ipotesi, sogn, riti, credenze, tradizioni etc l’equinozio, preciso asse della ruota dell’anno, è assolutamente una reale ricorrenza della Natura.
Una realtà che ci parla del nostro pianeta immerso nell’Universo, baciato da una stella che gli consente la vita e che alle ore 22,24 del giorno20 di questomarzo 2023questa stella, il Sole, si presenta in un punto ben preciso all’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste.
STAGIONI:
FINISCE L’INVERNO ED INIZIA LA PRIMAVERA
L’Equinozio è un momento particolare, dunque, ma accade qualcosa ancora di più importante.
L’Uomo si rende conto che esso rappresenta un momento della propria dimensione di vita, sia sua, che di ogni altro essere vivente sul nostro pianeta.
Inizia infatti con la primavera il percorso delle stagioni che poi attraverserà l’estate e l’autunno per concludersi con l’inverno.
Si nasce, si cresce, ci si sviluppa e si ritorna alla Madre Terra, nell’eterno ciclo della vita.
Questi momenti di passaggio segnano sempre un punto di svolta, anche quando non ne siamo esplicitamente consapevoli, e dimostrano che noi siamo parte di qualcosa di grandioso, di eterno, di Divino, e che una scintilla di Luce è sempre dentro di noi.
Gli Antichi celebravano con feste e riti questi momenti dell’Eterna Trasformazione e anche noi, se riusciamo a trovare un momento di raccoglimento per soffermaci su di essi, possiamo imparare qualcosa da questa ricorrenza della Natura.
GLI EQUINOZI NELLE VARIE CIVILTA’
Gli Equinozi sono sempre stati celebrati nelle antiche culture di tutto il mondo.
Molto interessanti sono i riti dei Maya, del culto Buddista in Giappone mentre l’Iran festeggia in questo giorno l’inizio dell’anno.
RITO DEI DRUIDI
Nel Libro degli Incantesimi (Inghilterra X sec) è descritto il rito per la fertilità dei campi da praticare il giorno dell’equinozio di primavera.
Prima dell’alba, prendere quattro zolle dai quattro lati della terra e segnate il punto dove si trovano, prendete olio, miele, lievito e latte e un pezzo di ogni tipo di albero che cresce sulla terra, un parte di ogni erba, versate su di essi la rugiada lunare e poi lasciare gocciolare tre volte sulle zolle, cantando:
“Crescete e moltiplicatevi e riempite la Terra”
La cerimonia si conclude durante il tramonto del sole: rimettendo al loro posto le zolle ci si volge verso Est, ci si inchina tre volte e si recita
“Prego la Terra e i cieli sopra di noi
e la potenza del cielo e la sua alta dimora
affinché la mia bocca pronunci questo incantesimo,
frutto di un saldo pensiero;
che le messi crescano per i nostri bisogni terreni,
che la terra sia ubertosa
e che i campi verdi siano bellissimi”
Josephine Wall
LE TRADIZIONI CLASSICHE ESOTERICHE
Per le sue grandi valenze simboliche in molte culture del passato l’equinozio assumeva valenze esoteriche e venivano celebrati al suo arrivo riti “misterici” di cui ben poco si sa proprio per il loro carattere di segretezza.
POESIE
Non sono molte le poesie dedicate a questo momento di passaggio.
D’altronde gli equinozi sono fenomeni naturali che interessano di più la scienza e certamente meno la poesia.
Eppure ci sono. Eccone 3 che a mio parere meritano.
Wilhelm Menzler – 9 giovani donne in primavera
PRIMAVERA
Cesare Pavese
Sarà un volto chiaro.
S’apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra…
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
Flora o Primavera – Antico dipinto di Stabia
NUOVO TEMPO
M. Dazzi
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Stamane per le strade di campagna
il cielo è dentro le pozzanghere.
La pioggia di tre giorni ristagna,
un biondo vento soffia in su le nuvole.
Mussole e lini bianchi
palpitano sulle siepi.
I rametti già così stanchi,
in vetta d’improvviso gemmano.
Le passere lascian la pigrizia,
sbucano dal loro ciuffo di piume,
nuove alla nuova delizia
saltarellando il capo scuotono.
Dalla terra odore di essenze.
Tra il verde, rado stupore di case.
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LA NOTTE UGUALE
Fiorella Cappelli
La notte uguale
Preciso istante
di un sogno astrale
punto a diamante
e tu… appartieni
ai desideri
e li mantieni
accesi e veri
nei lunghi giorni
notti stringate
poi tu ritorni
tra le mie fate.
Daniel R. Knight
BREVE VIDEO INFINE
SULL’EQUINOZIO NEL MONDO
Che questa Primavera sia una stagione
di rinascita e di ripresa per tutto e per tutti
e sappiamo bene che ne abbiamo estremo bisogno.
F I N E
Fonti: svariati siti web – impaginazione modifiche ed integrazioni t.k.