Archivio per l'etichetta ‘Victor Hugo

Victor Hugo – Breve ricordo del grande scrittore e poeta dell’800.. vari aforismi ed una sua grande poesia   Leave a comment








E’ universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell’ottocento.
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Victor-Marie Hugo
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Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore.






Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca 
riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi 
nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
 alternate però con grandi soddisfazioni e successi.







La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.






E’ anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.



Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)



Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia











Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.

**************************************

C’è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.


**************************************

Chi pensa che i cani non abbiano un’anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.


**************************************

Il destino mescola le carte,
ma è l’uomo a giocare la partita.







In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all’amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.






Cosa questa che era per nulla ovvia… in quell’epoca,
(ma in molti casi anche oggi… ahimè).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante.



Josephine Wall 


L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.


L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
 
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.


L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.


L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.


L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.


L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.



Renoir – Innamorati



CIAO DA TONY KOSPAN



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Serata di lunedì in poesia “Sei la mia schiavitù” Hikmet – arte Caillebotte – canzone ” I’ll fly away”   Leave a comment

 
 
 
 

Gustave Caillebotte – Strada di Parigi sotto la pioggia

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
colombe
Non imitare mai niente e nessuno.
Un leone che imita un leone diventa una scimmia.
– Victor Hugo –
colombe
 
 
 
 
 
 
fre bia pouce    musicAnimata
Gustave Caillebotte – Donna che si veste
 
 
 
 
 
SEI LA MIA SCHIAVITU’ 
Nazim Hikmet 
 
 
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro
 
 
 
 
 
Gustave Caillebotte – Al balcone



viola nocca hb



 
 
da Tony Kospan

 
 
 
 


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Gustave Caillebotte 


 

 

Mont Saint Michel.. la sua bella abbazia e le mitiche grandi maree – Storia immagini e 2 video   Leave a comment


 
Le più grandi maree del mondo
avvengono nella baia del Mont Saint Michel
2 volte al giorno.

Per 365 giorni all’anno il mare invade la Baia
e così la penisola spesso diventa un’isola.
 
 
 
 
 
 
MONT SAINT MICHEL
– LO SPETTACOLO PIU’ INCREDIBILE DEL MONDO –
DEFINITO ANCHE…
LA MERAVIGLIA DELL’OCCIDENTE
STORIA – IMMAGINI – ABBAZIA – VIDEO
 
 
 
 
 
 


Le più grandi maree giungono al Mont Saint-Michel
alla velocità di un cavallo al galoppo.
 


Secondo la posizione della luna e della sua forza d’attrazione
più o meno grande, le maree saranno più o meno forti.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Questo spettacolo, rinnovato ogni giorno,
è straordinario ed indimenticabile.
 
 
Immobile in questa Baia in perpetuo movimento,
il Mont Saint-Michel appare ancor più maestoso.
 
 
Così Victor Hugo, grande scrittore francese del XIX secolo,
paragona il Mont Saint-Michel alla grande piramide d’Egitto ,
dopo aver definito la rocca
lo spettacolo naturale più incredibile del mondo:
 
“Il Mont Saint-Michel sta al mare come Cheope sta al deserto”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
In effetti, ogni anno le maree apportano con esse
un milione di metri cubi di sedimenti che si depositano nella baia,
provocando così, poco a poco, un aumento del livello
che rende più difficile l’arrivo del mare
ma di recente essi sono stati rimossi ed ora Mont Saint Michel
è tornato ad essere… un’isola.



L’ABBAZIA

 
 
Secondo una leggenda, fu nel 708 che Oberto,
vescovo di Avranches, in Normandia,
fondò sul Mont Tombe
un Santuario in onore dell’Arcangelo San Michele.

 
 
 
 
 COOMPLEMENTI T E M I . . . T. K. 4 E ... COMPLEMENTI 2
 
 
 

1300 anni più tardi, questo capolavoro dell’architettura religiosa
situato in un luogo meraviglioso al di sopra del mare
continua ad affascinare milioni di visitatori.
 
 
A partire dalle 17.00, un messaggio diffuso dagli altoparlanti
invita gli automobilisti a spostare il proprio veicolo
“a causa delle forti maree”.
 
 
Dal cammino di ronda, potrai constatare effettivamente
che l’immensità della baia di sabbia,
il cui orizzonte si confonde con il cielo grigio,
 è invasa progressivamente da lingue d’acqua
scaturite non si sa da dove.
 
 
 
 

 
 
 

Conviene visitare l’abbazia all’apertura,
la mattina, per goder in pace la calma
di questo capolavoro fondato nel X sec.
 
 
Più volte ricostruito e rimaneggiato,
l’edificio è complesso e il suo ordinamento architettonico
è difficile da capire.
 
 
Tanto più che la visita non si effettua per epoca o per edificio ma,
più prosaicamente, per piano,
attraverso un labirinto di corridoi e di scale.

 
 
 
 
 
 
 
 

E’ da visitare poi un gruppo di edifici,
costituito da sei sale distribuite su tre livelli,
chiamato La Merveille (La Meraviglia).
 
 
E’ probabilmente uno dei migliori esempi al mondo
di architettura del XIII sec.

 
 
 
 
 
 
 
 

Il chiostro è un incanto, come sospeso tra cielo e mare,
e da qui, la vista sui prati e sulle immense distese di sabbia e acqua
è veramente indimenticabile.
 
 
Questo luogo procura un intenso sentimento di serenità,
dettato in parte dalle sue audaci soluzioni architettoniche,
come la successione di colonne disposte in doppia fila e alternate
che creano un effetto di prospettiva sorprendente.

 
 
 
 

 
 
 
 

Di sala in sala, da una meraviglia a un’altra,
sarai come rapito dalla bellezza di questo luogo unico al mondo.
 
 
Attualmente sono in corso dei lavori
per rendere di nuovo il luogo un’isola come un tempo 
dato che, per l’accumulo di detriti,
sempre meno le maree apparivano evidenti.

 
 
 
 
 
 
 
 

E’ certo un intervento ambientale ma anche spirituale
 in quanto benché invaso da milioni di turisti ogni anno 
Mont Saint Michel resta nell’immaginazione popolare 
un ideale luogo di meditazione.
 
 
Non potendoci andare subito
facciamo intanto almeno una visitina virtuale…
con questo primo video.
 
 
 
 
fre bia pouce
 
 
 
 

Se ci va poi, in quest’altro, davvero di ottima qualità,
possiamo vedere il gioco delle maree
e la bellezza del Monte con la sua Abbazia…
con riprese anche aeree..


 
 
 
fre bia pouce



 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 

 
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BALLA MIA ESMERALDA di Riccardo Cocciante – Testo.. storia.. immagini e video del mitico musical   Leave a comment

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Leggeremo prima il testo di questa canzone inusuale,

con immagini dell’indimenticabile spettacolo musical – teatrale…

di grandissimo successo, in Italia e non solo,

scritto e curato da Cocciante e da Pasquale Panella

(tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo),

e poi potremo ascoltarla in un bel video.







NOTRE DAME DE PARIS

L’AMORE VINCE SULLA MORTE







Chi ama soprattutto le emozioni, il sogno e le forti sensazioni

non potrà restar indifferente ascoltando questa canzone-poesia

che picchia duro nel profondo del nostro cuore.

.

Per questo desidero portarla alla vostra attenzione

e, se vi va, mi farebbe piacere sapere conoscere il Vs pensiero




 

Riccardo Cocciante





Leggiamone dunque il testo

e poi vedremo uno dei momenti più intensi del musical

che ha avuto milioni di spettatori in tutto il mondo.






BALLA MIA ESMERALDA

Testo di Cocciante


Quando il tempo sarà passato

La terra scoprirà

I nostri due scheletri abbracciati

E il mondo lo saprà

Che Quasimodo amò Esmeralda

La raggiunse e la strinse a sé

Oltre i baci da respirare

Nella morte che dà la vita

All’amore che mai non muore

Il mio corpo l’ho abbandonato

Mangiatelo, avvoltoi

Che la morte ha già incatenato

I nostri nomi e noi

Così l’anima vola via

Via da un misero mondo perso

Questo amore sarà una scia

Tra le luci dell’universo

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Balla ancora, amore mio

Mi sento solo da morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Con te sto morendo anch’io

Perché ti voglio da morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Questa vita se ne va

L’amore vive e fa morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Al di là dell’al di là

L’amore non saprà

Morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Con te io vivrò, con te

Perché con te non è

Morire







Ed ecco il video, altrettanto “forte” ed imperdibile,

che mostra proprio la scena del poetico testo.







Ciao da Tony Kospan





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Il Signor Bonaventura ed il suo creatore – Il mitico fumetto in un ricordo.. in immagini ed in video   Leave a comment



UN FUMETTO SIMPATICISSIMO
ED AMATISSIMO DAI RAGAZZI DEL ‘900






Una figura leggera e calviniana, ma simpaticissima,
entrata nel nostro immaginario


LA STORIA DI QUESTO FUMETTO


Personaggio dei fumetti dalla caratteristica marsina e bombetta rossa, i larghi pantaloni bianchi e il fedele cane bassotto al fianco, il Signor Bonaventura era lo strampalato eroe di avventure che lo vedevano quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine.
A caratterizzare maggiormente il fumetto, nato il 28 ottobre 1917 dalla fantasia Sergio Tofano in arte Sto, apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni, era l’utilizzo esclusivo di testi a rima baciata che iniziavano con le parole «Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…».
Sergio Tofano era… fumettista, ma anche attore, regista, eclettico e versatile umorista del teatro e del cinema italiano.








Un creatore di fumetti fortunato tanto quanto sui generis è stata la sua nascita. «Mio padre, all’epoca, si occupava di censura militare per i servizi segreti, quindi – ha ricordato Gilberto Tofanoaveva sempre con sé una matita rossa e blu. Durante una pausa, seduto ad un bar di via Nazionale a Roma, a un tavolino di marmo bianco, ha usato la matita rossa per creare il pupazzo che gli era stato commissionato dal Corriere dei Piccoli».
Bonaventura, eroe gentile e fortunato, viene raccontato attraverso le diverse interpretazioni che lo stesso Tofano ne ha offerto nel corso degli anni.
Un autore, ma anche un personaggio a tutto tondo, capace di spaziare dal fumetto al teatro, dall’editoria alla pubblicità fino alla moda.
«Il mio augurio – ha aggiunto Gilberto Tofano – è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d’Ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete e ironiche qualità di una elegante sopravvivenza».
«Bonaventura, figura entrata nel mito, nell’immaginario collettivo, leggera e un po’ calviniana nella sua capacità di porsi obliquamente ai problemi della vita. Un personaggio importante che rimanda a fatti storici e che si fa emblema di una certa stagione. Guai a considerarlo un semplice fumetto».
«Sono molto contenta che ci si ricordi del mio padrone», ha dichiarato ironicamente Franca Valeri, ricordando di aver debuttato a teatro nel 1949 nei panni del fedele cane bassotto di Bonaventura.
«Era un attore straordinario, una persona molto particolare – ha aggiunto la Valeri – e anche un po’ snob.
Sono contenta di ricordare che mi voleva bene, cosa non facile.
Tofano aveva l’impressione che sarei diventata qualcuno sulla scena teatrale». (web)




Sergio Tofano (Roma 20.08.1886 – Roma 28.10.1973)


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UN ESEMPIO… PER I PIU’ GIOVANI
ED UN BEL RICORDO PER CHI LO HA CONOSCIUTO…

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BREVE BIOGRAFIA DEL SUO CREATORE
SERGIO TOFANO





Sergio Tofano



Nasce a Roma il 20 agosto 1886. Comincia a disegnare a vent’anni sul Pupazzetto di Yambo, che lo presenterà a suo padre, il celebre attore Ermete Novelli, il quale lo assumerà in compagnia a 6 lire il giorno. Si intrecciano così fin dall’inizio le due anime di questo artista, attore e autore di letteratura disegnata.
Nel 1908 pubblica su Il giornalino della domenica di Vamba, firmandosi con la sigla Sto che manterrà per tutta la vita.
L’eleganza del suo segno lo rende subito popolare e, mentre partecipa ad esposizioni importanti di grafica e di pittura, lavora per la pubblicità, pubblica copertine e tavole di soggetto umoristico ma di grafica sofisticata su Numero (dal n. 3 del 1914), ma anche illustrazioni sul settimanale La Lettura e fumetti sul Corriere dei piccoli (di fumetti si parla, anche se non venivano utilizzate le nuvolette).



Sergio Tofano


 

Per quest’ultima testata crea nel 1917 (n. 43 del 28 ottobre) il Signor Bonaventura, le cui avventure in rima si concludevano inevitabilmente con la fortunata conquista di un premio in denaro pari a un milione! Sempre sul “corrierino” pubblicherà nel 1921 una sua versione della Vispa Teresa e nel 1925 le avventure di Taddeo e Veneranda.
Ma il personaggio di maggiore successo resta il Signor Bonaventura, che continua a essere pubblicato anno dopo anno, con brevi pause, prima e dopo la guerra, e anche dopo la scomparsa del suo autore.
Accanto alla produzione seriale sul “corrierino” e a sporadiche apparizioni su testate diverse (come Carosello nel 1944-1945, diretto dallo stesso Tofano, o il numero unico Corrierino del Prestito nel 1945, per aiutare la ripresa economica nazionale dell’Italia liberata), si pubblicano libri illustrati e se ne traggono film e commedie, mentre il personaggio è utilizzato anche nella pubblicità.




Autocaricatura
 

La produzione teatrale di Sto è varia e complessa, perché Sergio Tofano è anche attore, un grande attore, nonché regista e scenografo, commediografo e costumista.
Dopo l’esordio con Ermete Novelli nel 1909, recita nella compagnia di Virgilio Talli.
Nel 1923 sposa la ventunenne milanese Rosetta Cavallari, che diventa attrice e sarà sua inseparabile compagna nella vita e spesso sulla scena, sia a teatro sia nel cinema (Sergio reciterà in oltre cinquanta pellicole).






Dal 1953 l’artista insegna a Roma all’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico, e con l’avvento della televisione aumenta ancora la propria popolarità con interpretazioni rimaste ineguagliate, a partire da un indimenticabile Firs, l’anziano maggiordomo de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov (in onda il 6 aprile 1956, ritrasmessa il 23 settembre 1969), tra le prime commedie in televisione.
L’artista è già pensionato, nel 1960, ma continua a insegnare all’Accademia di Roma, e appare ancora in ruoli televisivi, quando il 7 aprile Rosetta, che da tempo soffre di estenuanti emicranie e crisi depressiva, si toglie la vita, a 58 anni: un gesto tragico che arriva come un fulmine inatteso.
Ancora l’anziano attore reciterà in ruoli cinematografici con Loy, Monicelli, Zampa, Bertolucci, Risi e Pasquale Festa Campanile.
Da quest’ultimo viene chiamato anche nel 1973 per una parte nel “Rugantino”, che con “La colonna infame” di Nelo Risi saranno le sue ultime interpretazioni.
Muore il 28 ottobre 1973.






ECCO COSA SCRIVEVA  DEL SIGNOR BONAVENTURA
UN SUO GRANDE CONTEMPORANEO… LO SCRITTORE E POETA
GIANNI RODARI






LA PROMESSA DI BONAVENTURA
DI GIANNI RODARI



Una volta alla settimana, nella nostra casa ben poco confortevole, arrivava Bonaventura e ci portava, in premio per la nostra attesa, un milione grande come un lenzuolo.
Sapevamo perfettamente in anticipo che all’ultima vignetta le persecuzioni del torvo Barbariccia sarebbero cessate, le goffaggini dell’elegantissimo Cecè si sarebbero ricomposte e Bonaventura, grazie al caso che faceva di lui in continuazione un involontario salvatore di pericolanti, il nemico numero uno dei nemici pubblici, l’agente universale del bene, avrebbe intascato il rituale bigliettone.
Che cosa, allora, ci faceva leggere ogni volta la sua storia come nuova? Come accadeva che il milione destasse sempre la sorpresa del primo?
C’erano, intanto, quei versetti accurati, limpidi, seminati con discrezione di qualche pargoletta rara, di qualche rima acrobatica, insomma, di suoni inattesi: l’effetto della loro musica era quello di un’ infinita serie di variazioni sullo stesso tema. Un effetto di magia.
C’erano poi nelle avventure e nelle sciagure (per fortuna rare) del signor Bonaventura sottili, indirette allusioni al mondo, ai suoi personaggi, ai casi della vita che, come diceva Geppetto, “sono tanti”.






E c’era nel finale ottimistico una promessa generosa di gratificazione, l’assicurazione che ogni speranza, prima o poi, si realizza, che ogni sogno scende in terra. 
La gente si sottovaluta.
Negli anni in cui gli adulti cantavano sospirando: “Se potessi avere mille lire al mese”, Bonaventura, senza alzare la voce, indicava ai bambini una meta mille volte più alta.
Guadagnò il suo primo miliardo ben prima degli “industrialotti” del lavoro a domicilio. Non ignaro di guai e traversie, spesso disoccupato, col tempo anche sinistrato e senzatetto, Bonaventura ha continuato per mezzo secolo a insegnare che c’è sempre una via d’uscita; che Barbariccia è una tigre di carta; che catastrofi, incendi, fughe di di belve dai circhi, briganti da strada, incidenti automobilistici, cavalli imbizzarriti non hanno mai niente di definitivo: più in là c’è sempre il milione, come sopra le nuvole, anche nei giorni di nubifragio, c’è sempre il sole. 
Da bambini abbiamo amato Bonaventura per il suo intrepido candore.
Da grandi abbiamo ammirato Sergio Tofano per la sua discrezione, la sua misura, la sua invisibile, sterminata, ironica pazienza.

Gianni Rodari






IL VIDEO



Infine vediamolo in questo breve video tratto dal mitico CAROSELLO






ed in quest’altro


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Testi ed immagini da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Tony Kospan



 
FINE



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IL MONDO DI ORSOSOGNANTE..  LA TUA PAGINA FB
Frecce (174)








 

L’UOMO E LA DONNA – V. Hugo con questi sublimi versi inneggia alla complementarietà tra i sessi   Leave a comment

 
 
 

Lord Frederic Leighton
 
 

 
 
UN VERO E PROPRIO INNO ALL’AMORE UMANO
E’ QUESTA POESIA…
PER ME DAVVERO SUBLIME… 
DI VICTOR HUGO
(PADRE DEL ROMANTICISMO FRANCESE)
 
 
 
 
 
Victor-Marie Hugo (Besançon 26 febbraio 1802 – Parigi 22 maggio 1885)
 
 
 
 
 
L’UOMO E LA DONNA
VISTI NELLA LORO DIVERSITA’
MA INSIEME NELLA LORO COMPLEMENTARIETA’.
 
 
 
 
 
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L’autore inneggia all’assoluta uguaglianza tra i sessi
pur nell’assoluta (ed ovvia) diversità.

Questa è una cosa che oggi “dovrebbe” esser normale
(ma temo che per qualcuno ancora non lo sia)
ma all’epoca era quasi rivoluzionaria
data la millenaria cultura tendente alla sottomissione femminile
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A mio parere questa poesia ci immerge in un’atmosfera
dolce, fantastica e sognante 
e forse ancor di più se la leggiamo ascoltando
questa soave musica new age.
 
 
 
 
 

fre bia pouce  music+121
Maria Jose

 
 
 
L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo  
 
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.
 L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.
L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.
 L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.
L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.
L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo.
Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.
 
 
 
 
 


 

 

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CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

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Jan Van Beers




 

Giovedì sera in poesia “Io pronuncio il tuo nome” Lorca – arte J. L. David – canzone “Io che non vivo un’ora..”   Leave a comment

 


 
 
Jacques-Louis David


 
 
  
 
 
 

 
 
 
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Gli pareva che avessero mescolato le loro anime
a tal punto che, 
se avessero voluto riprenderle, 
sarebbe stato impossibile riconoscerle.

– Victor Hugo –
 f divisori115m bae9829f divisori115m bae9829

 
 
 
Jacques-Louis David – Amore e Psiche



IO PRONUNCIO IL TUO NOME 
Federico García Lorca 

Io pronuncio il tuo nome
nelle notti oscure,
quando giungono gli astri
a bere nella luna,
e dormono i rami
delle fronde occulte.
Ed io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Folle orologio che canta
antiche ore defunte.
Io pronuncio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della mite pioggia.
Ti amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!!



 

Jacques-Louis David – Ritratto di Madame Récamier – 1800




 
 
 

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fre bia pouce musicAnimata      (Io che non vivo – Pino Donaggio)
 

Jacques-Louis David – Elena e Paride



Lunedì sera in poesia “Non guardare il volto” V. Hugo – arte Zandomeneghi – canzone Gli occhi miei (Dino)   Leave a comment

 
 
 
 
Federico Zandomeneghi – Coppia al caffè
 

 
 
 

 

 

 

ro roro ro

Si crede che tutto sia finito, 
ma poi c’è sempre un pettirosso 
che si mette a cantare.
– Paul Claudel –


ro roro ro

 
 
 

 Federico Zandomeneghi



 
 

 
 
NON GUARDARE IL VOLTO
– Victor Hugo –

Non guardare il volto
fanciulla, guarda il cuore.
Il cuore di un bel giovane è spesso deforme.
Ci sono cuori in cui l’amore non si conserva.
Fanciulla, l’abete non è bello,
non è bello come il pioppo,
ma d’inverno mantiene le foglie.
Ahimè! A che serve dir questo?
Chi non è bello ha il torto di esistere;
la bellezza ama solo la bellezza.
Aprile volge le spalle a Gennaio.
La bellezza è perfetta.
La bellezza può tutto.
La bellezza è la sola cosa che non esiste a metà.
Il corvo vola solo di giorno.
Il gufo vola solo di notte.
Il cigno vola notte e giorno.


 
 
 
 


Federico Zandomeneghi

 


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Tony Kospan
 
 
 

 
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Federico Zandomeneghi


 
 

Martedì sera in poesia “Notte d’estate” Lalla Romano – arte S. Valueva – canzone Che vuole questa musica (P. Gagliardi)   Leave a comment

 
 
Svetlana Valueva
 
 
 
 
 
 
 
 
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Se Dio avesse voluto che l’uomo indietreggiasse, 
gli avrebbe messo un occhio dietro la testa. 
Noi guardiamo sempre verso l’aurora. 
– Victor Hugo –
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Svetlana Valueva



NOTTE D’ESTATE 
– Lalla Romano –

Noi andavamo leggeri
una notte d’estate
per un fresco giardino,
la tua mano
ho sfiorato o una foglia?
la tua bocca ho baciato
o un frutto umido e dolce?
non so se ho bevuto il silenzio
delle piante notturne
o il tuo amore silenzioso.
La tua mano mi salutò tra le piante
ma era falce di luna
che tramontava lontano.




 
Svetlana Valueva
 
 
 
 
 
 
 
 
da Orso Tony 
 
 
 
 
Frecce (174)






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Svetlana Valueva




Victor Hugo – Breve ricordo del grande poeta e scrittore francese anche con una sua grande poesia e vari aforismi   2 comments





 
Victor-Marie Hugo



E’ universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell’ottocento.
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Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore.






Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
alternate però con grandi soddisfazioni e successi.







La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.






E’ anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.



Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)



Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia











Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.

**************************************

C’è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.


**************************************

Chi pensa che i cani non abbiano un’anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.


**************************************

Il destino mescola le carte,
ma è l’uomo a giocare la partita.







In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all’amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.






Cosa questa che era per nulla ovvia… in quell’epoca,
(ma in molti casi anche oggi…. ahimè…).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante…



Josephine Wall 


L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.


L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
 
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.


L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.


L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.


L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.


L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.



Renoir – Innamorati



CIAO DA TONY KOSPAN



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