non riguarda la musica classica ma quella leggera.
Ma musica leggera d’altissimo livello
e… quasi poesia.
Starry Starry Night, di Don McLean,
cantata da Vonda Shepard
è una fantastica emozionante canzone
dedicata a Vincent Van Gogh.
Don McLean
In italiano la canzone è stata cantata da Vecchioni
con il titolo “Vincent”.
La canzone ha un testo che appare davvero poetico
come possiamo legger qui giù… in italiano.
Il video che poi vedremo, oltre a farci ascoltare la mitica canzone,
ci dona la visione di molti dipinti davvero stupendi di Van Gogh.
Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi
STARRY STARRY NIGHT
Notte di stelle,
intingi il tuo pennello nel blu e nel grigio,
guarda fuori in un giorno d’estate,
con occhi che conoscono l’oscurità nella mia anima.
Ombre sulle colline
tratteggiano alberi e giunchiglie.
Cattura la brezza e il gelo invernale
nei colori sul terreno ammantato di neve.
Ora capisco
cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non sapevano come
forse ascolteranno ora.
Notte di stelle,
fiori fiammeggianti di un brillìo che avvampa,
nubi vorticanti nella foschia violetta
si riflettono negli occhi di cielo di Vincent.
Colori che cambiano sfumatura,
aurore nei campi di grano che matura,
facce consunte segnate dal dolore
trovano riscatto nella mano amorosa del pittore.
Perché loro non sapevano amarti,
eppure il tuo amore era sincero
e quando non si vedeva più nessuna speranza
in quella notte di stelle
ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti.
Ma avrei potuto dirti , Vincent ,
che questo mondo non è mai stato inteso
per uno così bello come te.
Notte di stelle,
ritratti appesi nelle sale vuote,
teste senza cornice su pareti senza nome,
con occhi che scrutano il mondo e non sanno dimenticare
come gli sconosciuti che hai incontrato
uomini laceri in abiti stracciati.
Una spina d’argento una rosa di sangue
restano schiacciate e rotte sulla neve immacolata.
Ora credo di sapere cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora,
forse non lo faranno mai …
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
non riguarda la musica classica ma quella leggera.
Ma musica leggera d’altissimo livello
e… quasi poesia.
Starry Starry Night, di Don McLean,
cantata da Vonda Shepard
è una fantastica emozionante canzone
dedicata a Vincent Van Gogh.
Don McLean
In italiano la canzone è stata cantata da Vecchioni
con il titolo “Vincent”.
La canzone ha un testo che appare davvero poetico
come possiamo legger qui giù… in italiano.
Il video che poi vedremo, oltre a farci ascoltare la mitica canzone,
ci dona la visione di molti dipinti davvero stupendi di Van Gogh.
Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi
STARRY STARRY NIGHT
Notte di stelle,
intingi il tuo pennello nel blu e nel grigio,
guarda fuori in un giorno d’estate,
con occhi che conoscono l’oscurità nella mia anima.
Ombre sulle colline
tratteggiano alberi e giunchiglie.
Cattura la brezza e il gelo invernale
nei colori sul terreno ammantato di neve.
Ora capisco
cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non sapevano come
forse ascolteranno ora.
Notte di stelle,
fiori fiammeggianti di un brillìo che avvampa,
nubi vorticanti nella foschia violetta
si riflettono negli occhi di cielo di Vincent.
Colori che cambiano sfumatura,
aurore nei campi di grano che matura,
facce consunte segnate dal dolore
trovano riscatto nella mano amorosa del pittore.
Perché loro non sapevano amarti,
eppure il tuo amore era sincero
e quando non si vedeva più nessuna speranza
in quella notte di stelle
ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti.
Ma avrei potuto dirti , Vincent ,
che questo mondo non è mai stato inteso
per uno così bello come te.
Notte di stelle,
ritratti appesi nelle sale vuote,
teste senza cornice su pareti senza nome,
con occhi che scrutano il mondo e non sanno dimenticare
come gli sconosciuti che hai incontrato
uomini laceri in abiti stracciati.
Una spina d’argento una rosa di sangue
restano schiacciate e rotte sulla neve immacolata.
Ora credo di sapere cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora,
forse non lo faranno mai …
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
non riguarda la musica classica ma quella leggera.
Ma musica leggera d’altissimo livello
e… quasi poesia.
Starry Starry Night, di Don McLean,
cantata da Vonda Shepard
è una fantastica emozionante canzone
dedicata a Vincent Van Gogh.
Don McLean
In italiano la canzone è stata cantata da Vecchioni
con il titolo “Vincent”.
La canzone ha un testo che appare davvero poetico
come possiamo legger qui giù… in italiano.
Il video che poi vedremo, oltre a farci ascoltare la mitica canzone,
ci dona la visione di molti dipinti davvero stupendi di Van Gogh.
Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi
STARRY STARRY NIGHT
Notte di stelle,
intingi il tuo pennello nel blu e nel grigio,
guarda fuori in un giorno d’estate,
con occhi che conoscono l’oscurità nella mia anima.
Ombre sulle colline
tratteggiano alberi e giunchiglie.
Cattura la brezza e il gelo invernale
nei colori sul terreno ammantato di neve.
Ora capisco
cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non sapevano come
forse ascolteranno ora.
Notte di stelle,
fiori fiammeggianti di un brillìo che avvampa,
nubi vorticanti nella foschia violetta
si riflettono negli occhi di cielo di Vincent.
Colori che cambiano sfumatura,
aurore nei campi di grano che matura,
facce consunte segnate dal dolore
trovano riscatto nella mano amorosa del pittore.
Perché loro non sapevano amarti,
eppure il tuo amore era sincero
e quando non si vedeva più nessuna speranza
in quella notte di stelle
ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti.
Ma avrei potuto dirti , Vincent ,
che questo mondo non è mai stato inteso
per uno così bello come te.
Notte di stelle,
ritratti appesi nelle sale vuote,
teste senza cornice su pareti senza nome,
con occhi che scrutano il mondo e non sanno dimenticare
come gli sconosciuti che hai incontrato
uomini laceri in abiti stracciati.
Una spina d’argento una rosa di sangue
restano schiacciate e rotte sulla neve immacolata.
Ora credo di sapere cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora,
forse non lo faranno mai …
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
non riguarda la musica classica ma quella leggera.
Ma musica leggera d'altissimo livello
e… quasi poesia.
Starry Starry Night, di Don McLean,
cantata da Vonda Shepard
è una fantastica emozionante canzone
dedicata a Vincent Van Gogh.
Don McLean
In italiano la canzone è stata cantata da Vecchioni
con il titolo “Vincent”.
La canzone ha un testo che appare davvero poetico
come possiamo legger qui giù… in italiano.
Il video che poi vedremo, oltre a farci ascoltare la mitica canzone,
ci dona la visione di molti dipinti davvero stupendi di Van Gogh.
Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi
STARRY STARRY NIGHT
Notte di stelle, intingi il tuo pennello nel blu e nel grigio, guarda fuori in un giorno d’estate, con occhi che conoscono l’oscurità nella mia anima. Ombre sulle colline tratteggiano alberi e giunchiglie. Cattura la brezza e il gelo invernale nei colori sul terreno ammantato di neve.
Ora capisco cosa cercavi di dirmi e come soffrivi della tua ragione e come cercavi di liberarli. Ma loro non ascoltavano, non sapevano come forse ascolteranno ora.
Notte di stelle, fiori fiammeggianti di un brillìo che avvampa, nubi vorticanti nella foschia violetta si riflettono negli occhi di cielo di Vincent. Colori che cambiano sfumatura, aurore nei campi di grano che matura, facce consunte segnate dal dolore trovano riscatto nella mano amorosa del pittore.
Perché loro non sapevano amarti, eppure il tuo amore era sincero e quando non si vedeva più nessuna speranza in quella notte di stelle ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti. Ma avrei potuto dirti , Vincent , che questo mondo non è mai stato inteso per uno così bello come te.
Notte di stelle, ritratti appesi nelle sale vuote, teste senza cornice su pareti senza nome, con occhi che scrutano il mondo e non sanno dimenticare come gli sconosciuti che hai incontrato uomini laceri in abiti stracciati. Una spina d’argento una rosa di sangue restano schiacciate e rotte sulla neve immacolata.
Ora credo di sapere cosa cercavi di dirmi e come soffrivi della tua ragione e come cercavi di liberarli. Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora, forse non lo faranno mai …
Tutte le lettere d’amore sono ridicole. Non sarebbero lettere d’amore se non fossero ridicole. Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore, come le altre, ridicole. Le lettere d’amore, se c’è l’amore, devono essere ridicole. Ma dopotutto solo coloro che non hanno mai scritto lettere d’amore sono ridicoli. Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo senza accorgermene lettere d’amore ridicole. La verità è che oggi sono i miei ricordi di quelle lettere a essere ridicoli. (Tutte le parole sdrucciole, come tutti i sentimenti sdruccioli, sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D'AMORE (Chevalier De Pas) Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali e si addormentò e quelli che scrivevano per lui lo lasciarono solo finalmente solo… così la pioggia obliqua di Lisbona lo abbandonò e finalmente la finì di fingere fogli di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi dietro tanti nomi, dimenticando Ophelia per cercare un senso che non c’è e alla fine chiederle “scusa se ho lasciato le tue mani, ma io dovevo solo scrivere, scrivere e scrivere di me…” e le lettere d’amore, le lettere d’amore fanno solo ridere: le lettere d’amore non sarebbero d’amore se non facessero ridere; anch’io scrivevo un tempo lettere d’amore, anch’io facevo ridere: le lettere d’amore quando c’è l’amore, per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo senza amore, dove tutte le cose hanno stanchezza di esistere e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle non è quello di un uomo, e si rivide nella pena di quel brillare inutile, di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro quel negozio di tabaccheria c’era più vita di quanta ce ne fosse in tutta la sua poesia; e che invece di continuare a tormentarsi con un mondo assurdo basterebbe toccare il corpo di una donna, rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore, e scrivere d’amore, anche se si fa ridere; anche quando la guardi, anche mentre la perdi quello che conta è scrivere; e non aver paura, non aver mai paura di essere ridicoli: solo chi non ha scritto mai lettere d’amore fa veramente ridere.
Le lettere d’amore, le lettere d’amore, di un amore invisibile; le lettere d’amore che avevo cominciato magari senza accorgermi; le lettere d’amore che avevo immaginato, ma mi facevan ridere magari fossi in tempo per potertele scrivere…
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas) Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
L'abitudine è la più infame delle malattie
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le c… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago