Diamo uno sguardo nelle pieghe della storia dell’arte.
.
Ripercorriamo la storia dell’amicizia
tra 2 dei più grandi pittori di sempre, Van Gogh e Gauguin,
ed esaminiamo le ultime ipotesi su questo giallo della storia dell’arte.
Gauguin e Van Gogh
.
.
IL GIALLO DELL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
a cura di Tony Kospan
I 2 AMICI PITTORI AD ARLES
Che cosa furono le nove settimane (novembre – dicembre 1888)
in cui Van Gogh e Gauguin vissero fianco a fianco ad Arles?
Van Gogh (Zundert 30.3.1853 – Auvers-sur-Oise 29.7.1890)
Un disastro!
Eppure un trionfo, la follia a braccetto del genio, la gioia di creare e la nevrosi di fallire.
Si conclusero con il primo che rincorreva il secondo con un rasoio,
con il secondo che saggiamente se ne andava a dormire in albergo,
con l’orecchio di Van Gogh tagliato dalla sua stessa mano e offerto come dono a una prostituta locale.
Questa è la nota e classica interpretazione di questo drammatico episodio.
Gauguin (Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903)
Di lì poi il ricovero in clinica, un mesto saluto, un non più rivedersi.
Vincent morirà due anni dopo, nel 1890, dopo essersi sparato un colpo di pistola al petto,
in quella Provenza che lo aveva così tanto segnato.
Paul gli sopravviverà per un decennio e poco più, e morirà in un’isola delle Marchesi
dove la sua fuga dalla civiltà lo aveva portato.
Trentasette anni aveva l’uno, cinquantacinque l’altro.
La Casa gialla – Van Gogh
Questo loro sodalizio d’amicizia e arte ci viene raccontato ne “La Casa Gialla”
da Martin Gaylord in una biografia parallela tra i 2 grandi artisti.
Questo però è solo l’antefatto storico-artistico.
che ci porta a conoscere una nuova ipotesi sulla mutilazione all’orecchio di Van Gogh.
LA NUOVA IPOTESI SULL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
Vincent Van Gogh – Autoritratto con l’orecchio tagliato – (1889)
Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amicizia
al tempo stesso profonda e complicata tra due giganti dell’arte.
Il saggio di Hans Kaufmann e Rita Wildegans(L’orecchio di Van Gogh, Paul Gauguin e il patto del silenzio)
ora propone un’interpretazione inedita di un fatto notissimo.
Non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888,
ad Arles, ma sarebbe invece stato Gauguin a ferire l’amico al termine di un litigio,
forse non per motivi artistici, ma piuttosto per colpa di «una certa Rachele».
Il saggio conferma anche il legame tra Vincent e Paul e quella tensione,
mista a gelosia, che accomunava i due.
Una tensione che il critico Flavio Caroli definisce
«ben avvertibile già a partire dall’inverno del 1886, che sembrava nascere
dalla gelosia di Van Gogh per l’amico più ‘forte’
e che vedeva come terzo incomodo il giovane Émile Bernard».
Secondo Caroli l’interpretazione di Kaufmann e Wildegans «è possibile»,
anche perché di quell’evento non ci sono documenti certi:
«Se non quelli ufficiali del sindaco di Arles,
la petizione dei cittadini che non volevano quel pittore così scomodo
e il resoconto della polizia di un Van Gogh che si presenta in un bordello
con il suo orecchio avvolto nella carta di giornale».
I due ricercatori tedeschi sostengono che
«l’automutilazione di Van Gogh non è mai stata provata»
e che, di fatto, «l’unica testimonianza accertata è quella di Gauguin ».
Paul Gauguin – Ritratto di Van Gogh mentre dipinge i girasoli
.
.
Infatti Gauguin ce ne parla ampiamente nel libro Avant et après del 1903 e,
forse non per caso, dopo l’incidente sarebbe precipitosamente ritornato a Parigi per poi fuggire a Tahiti.
Gauguin avrebbe mozzato il lobo dell’orecchio di Van Gogh con una sciabola,
che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostituta »,
Rachele appunto (e non su problemi d’arte) mentre l’amico
avrebbe taciuto per proteggerlo (più tardi i due si sarebbero anche scritti).
La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato
e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale.
Scrivono Kaufmann e Wildegans:
«La versione tradizionale, quella finora accreditata,
è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin pieno di contraddizioni e di punti oscuri.
Non esiste un’inchiesta ufficiale e nemmeno un testimone indipendente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente».
Questa tesi dunque smentirebbe un’automutilazione
che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh 2 anni dopo.
Per vedere tutti i girasoli di Van Gogh e conoscere le loro storie
Van Gogh – I girasoli
.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
Dunque, nessuna nuova prova.
Eppure questa lettura può essere convincente.
Dice Marco Goldin «Sono stupito, ma può essere una lettura come un’altra.
Certo, il fatto che quel litigio non fosse legato all’arte, ma a una donna, era abbastanza noto».
Vittorio Sgarbi conferma:
«Quella dell’automutilazione è una leggenda, per cui anche quest’altra ipotesi può essere valida».
In ogni caso proprio in quella Casa gialla, che fungeva da casa e da studio per i 2 amici,
furono creati quei capolavori che ammiriamo e che troviamo nei musei di tutto il mondo.
Nonostante la loro difficile amicizia i 2 in quelle intense settimane
cambiarono la Storia dell’Arte con le loro intuizioni e sperimentazioni.
Camera da letto dell’artista – Van Gogh
L’AMICIZIA TRA I 2 GRANDI ARTISTI CANTATA DA VECCHIONI.
.
La loro vera e forte amicizia ha fatto nascere questa stupenda mitica poetica canzone scritta da Don McLean e cantata in Italia da Vecchioni col titolo VINCENT.
Consiglio di ascoltarla ammirando nel contempo diversi dipinti dei 2 grandissimi artisti.
TONY KOSPAN
– Post copiatissimo!!!!
– Fonti: immagini e testi da vari siti web
– Impaginazione, libere rielaborazioni e coordinamento.. di Tony Kospan
– Per chi copia tutto il post… è vietato tralasciare il nome del blog e l’autore del post.
Il Prete Rosso, così era chiamato il mitico musicista per il colore dei capelli,
è stato uno dei più grandi violinisti ed un grande autore di musica barocca
negli anni a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.
Csók István – Risveglio di primavera
La produzione musicale del genio musicale veneziano
è stata ampia e varia
ed è ancor oggi amatissima ed ascoltatissima.
Notevole poi fu anche il suo contributo
nell’evoluzione della concertistica.
Venezia 4 marzo 1678 – Vienna 28 luglio 1741
Gli rendo omaggio accostando la sua mitica musica
dedicata alla Primavera,
il primo dei suoi quattro “Concerti delle stagioni“,
a diversi dipinti in tema.
Giuseppe Arcimboldo – La primavera
Leggeremo poi anche il sonetto che ispirò la musica di Vivaldi
ed ascolteremo in un bellissimo video… la sua Primavera.
Richard E Miller – Primavera – 1914
IL SONETTO
Iniziamo con leggere il sonetto, d’autore non noto,
che ispirò Vivaldi.
Van Gogh
LA PRIMAVERA
– SONETTO –
Giunt’è la Primavera e festosetti
La salutan gl’augei con lieto canto,
E i fonti allo spirar de’ zeffiretti
Con dolce mormorìo scorrono intanto;
Vengon coprendo l’aer di nero manto
E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorìo di fronde e piante
Dorme ‘l caprar col fido can’ a lato.
Di pastoral zampogna al suon festante
Danzan ninfe e pastor nel tetto amato
Di Primavera all’apparir brillante.
Daniel F. Gerhartz
BREVE ANALISI MUSICALE DEL CONCERTO
.
LA PRIMAVERA
è un concerto in Mi maggiore
per violino, archi e cembalo.
La musica descrive passo dopo passo
gli aspetti più importanti della Primavera:
come il canto degli uccelli ed il temporale
mentre nella danzante musica finale
il violino solista… rappresenta il pastore dormiente,
le viole… il latrato del fedele cane
e gli altri violini… evocano il fruscio delle foglie.
Botticelli
Ma è giunto il momento d’ascoltar la mitica musica…
non riguarda la musica classica ma quella leggera.
Ma musica leggera d’altissimo livello
e… quasi poesia.
Starry Starry Night, di Don McLean,
cantata da Vonda Shepard
è una fantastica emozionante canzone
dedicata a Vincent Van Gogh.
Don McLean
In italiano la canzone è stata cantata da Vecchioni
con il titolo “Vincent”.
La canzone ha un testo che appare davvero poetico
come possiamo legger qui giù… in italiano.
Il video che poi vedremo, oltre a farci ascoltare la mitica canzone,
ci dona la visione di molti dipinti davvero stupendi di Van Gogh.
Van Gogh – Campo di grano con volo di corvi
STARRY STARRY NIGHT
Notte di stelle,
intingi il tuo pennello nel blu e nel grigio,
guarda fuori in un giorno d’estate,
con occhi che conoscono l’oscurità nella mia anima.
Ombre sulle colline
tratteggiano alberi e giunchiglie.
Cattura la brezza e il gelo invernale
nei colori sul terreno ammantato di neve.
Ora capisco
cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non sapevano come
forse ascolteranno ora.
Notte di stelle,
fiori fiammeggianti di un brillìo che avvampa,
nubi vorticanti nella foschia violetta
si riflettono negli occhi di cielo di Vincent.
Colori che cambiano sfumatura,
aurore nei campi di grano che matura,
facce consunte segnate dal dolore
trovano riscatto nella mano amorosa del pittore.
Perché loro non sapevano amarti,
eppure il tuo amore era sincero
e quando non si vedeva più nessuna speranza
in quella notte di stelle
ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti.
Ma avrei potuto dirti , Vincent ,
che questo mondo non è mai stato inteso
per uno così bello come te.
Notte di stelle,
ritratti appesi nelle sale vuote,
teste senza cornice su pareti senza nome,
con occhi che scrutano il mondo e non sanno dimenticare
come gli sconosciuti che hai incontrato
uomini laceri in abiti stracciati.
Una spina d’argento una rosa di sangue
restano schiacciate e rotte sulla neve immacolata.
Ora credo di sapere cosa cercavi di dirmi
e come soffrivi della tua ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora,
forse non lo faranno mai …
Van Gogh aveva una grande passione sia per questo fiore che per il colore giallo che tra l’atro in origine era molto più acceso di quello che vediamo ora nei suoi dipinti.
Casa Gialla
Ad Arles, nella “Casa Gialla”, tra il settembre del 1888 e il gennaio 1889, in un ottimo periodo dal punto di vista psicologico egli dipinse ben 7 volte dei girasoli anche per arredare la stanza destinata a Gauguin che aveva invitato lì per creare una collaborazione artistica.
Quest’ultimo tuttavia, arrivato ad ottobre, non trovò né interessante la cittadina di Arles né mostrò grande passione per i suoi girasoli.
Poi però dipinse l’amico proprio nell’atto di dipingere dei girasoli.
Gauguin – Van Gogh che dipinge girasoli
I GIRASOLI DI MONTMARTRE
In verità Van Gogh aveva già dipinto 4 volte dei girasoli 2 anni prima quando era a Montmartre.
Questi però erano tutti sparsi su di un tavolo ed erano appassiti o recisi (segno di un periodo con umore molto triste).
Eccoli in un collage.
I GIRASOLI DELLA SERIE DI ARLES
La “serie dei Girasoli” più celebre è però quella dipinta ad Arles ed è tutta in vaso.
Di questi 7 dipinti uno è andato distrutto in un incendio in Giappone a seguito di un bombardamento durante la seconda Guerra Mondiale
Il dipinto distrutto
e di un altro si hanno pochissime notizie in quanto da molti decenni non è più stato mostrato in pubblico dalla Collezione Privata che ne è proprietaria.
Dipinto non più visibile perché in una collezione privata non nota
I rimanenti sono sparsi in vari Musei del mondo ma, per proteggerli dato il loro delicatissimo stato di conservazione, non potranno mai essere esposti tutti insieme.
Comunque vediamo questi altri 5.
12 girasoli – Philadelfia
12 girasoli – Monaco di Baviera
15 girasoli – Londra
15 girasoli – Amsterdam
15 girasoli – Tokio
Uno di questi, quello londinese, ha di recente subito un assalto con lancio di salsa di pomodoro da parte di 2 ragazze esponenti del movimento ecologista impegnate sì in una giustissima battaglia che però, se fatta contro l’arte, diventa assolutamente controproducente.
In ogni caso, per fortuna, il dipinto non si è rovinato perché protetto da una lastra di vetro mentre invece si è rovinata la cornice.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza indicare autore e nome del blog
Nella prima parte del post affronterò un aspetto poco noto
ma che ebbe gran rilievo sull’animo e sull’arte del mitico artista
e nella seconda parte accennerò ad un dipinto che, pur ritraendo
un’altra persona, è considerato un suo autoritratto psicologico.
Il primo riguarda gli inizi della sua vita
ed il secondo il periodo finale
LA POSSIBILE GENESI DELLA GRANDE TRISTEZZA DI VAN GOGH
Pochi sanno che esattamente un anno prima della sua nascita era nato un altro Vincent Van Gogh.
Ma era morto subito.
L’anno dopo, incredibilmente nello stesso mese e giorno, nacque il futuro pittore a cui venne dato dai genitori lo stesso nome del fratellino morto.
Quanto questo possa aver contribuito a destabilizzare la psiche del ragazzino (tomba col suo nome, ricordi familiari, compleanni etc.) ciascuno può immaginare.
Certamente la cosa ebbe una notevole influenza sulla sua psiche fin da piccolo per la difficoltà a creare una propria identità (si sentiva un duplicato) e poi sul suo umore tristissimo che ebbe per tutta la vita.
In verità lo stesso pittore era consapevole dell’infinita malinconia che l’avvolgeva e che solo tuffandosi animo e corpo nella pittura poteva riuscire a mitigare.
Ecco come lo stesso pittore descriveva la sua situazione in una delle lettere all’amato fratello Theo:
“Le cose misteriose, la tristezza e la malinconia restano, ma l’eterna negazione viene controbilanciata dal lavoro positivo che in tal modo, tutto considerato, riesco a fare“.
Egli dunque riconosce l’enorme importanza che il suo oscuro stato d’animo e la sua solitudine hanno sui temi e sullo stile dei suoi dipinti.
Una lettera
Infatti osservando le sue opere (per lo più autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli) ci accorgiamo subito che non c’è mai finitezza o estrema definizione delle immagini dipinte che invece rivelano un contemporaneo coinvolgimento dei diversi elementi della natura.
Infatti i fiori, i paesaggi, le persone, gli astri etc sono sempre interconnessi tra loro e rivelano la sua visione “universale” del mondo e della vita.
La realtà fluttua… sembra agitarsi… sotto l’influsso degli elementi naturali come il vento, il sole… etc.
Egli quindi riconosce l’esistenza di un altro genere di vita, che potremmo definire “normale”, ma sa che non può essere il suo.
IL RITRATTO DEL DR. GACHET
Nel periodo tra maggio e giugno del 1890 quando la sua depressione era divenuta ormai quasi insostenibile conobbe il dr. Gachet presentatogli dal fratello a cui fece 2 dipinti.
Anche il dottore, amante dell’arte, pittore lui stesso e mecenate di artisti, era disperato per aver perso da poco una figlia ma entrò in forte sintonia con Vincent condividendone sia la tristezza che i temi della sua arte.
Il dipinto esprime tanto dolore ed una grande stanchezza verso la vita attenuata solo in parte dall’erba medicinale in primo piano (il dottore era anche omeopata).
Il dottore fu poi così contento del primo dipinto che ne chiese un altro.
Ritratto del dr. Gachet
Il primo, che è il più noto e sicuramente suo, purtroppo ora non si sa più dove sia dopo varie confuse vicende.
Ecco una descrizione del dipinto fatta dello stesso Van Gogh in una lettera a Gauguin:
“nel mio ritratto il dottore ha l’espressione affranta del nostro tempo“.
Qui in verità Van Gogh non dipinge genialmente solo il dottore ed il suo dolore ma anche il proprio e da molti è infatti considerato un suo “autoritratto psicologico”.
Qualche mese dopo si tolse la vita.
Vincent ed il fratello minore Theo che gli fu vicino tutta la vita (qui giovani)
così era chiamato il mitico musicista per il colore dei capelli,
è stato uno dei più grandi violinisti ed un grande autore di musica barocca
negli anni a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.
La produzione musicale del genio veneziano
è stata ampia nei vari campi musicali
ed è ancor oggi amatissima ed ascoltatissima.
Notevole fu però anche il suo contributo
nell’evoluzione della concertistica.
Venezia 4 marzo 1678 – Vienna 28 luglio 1741
Gli rendo omaggio
proponendo la sua mitica musica dedicata all’Estate
unita a diversi dipinti che hanno per tema la calda stagione
a partire da quello di Arcimboldo
(a cui alcuni mesi fa ho dedicato un ampio post)
e che appare a molti il vero emblema di questa stagione.
Leggeremo poi anche il sonetto che ispirò la musica di Vivaldi
e vedremo infine diversi dipinti, nel bellissimo video… più giù
insieme alla mitica musica del grande musicista.
Lawrence Alma Tadema
Frank Weston Benson – Estate
IL CONCERTO DEDICATO ALL’ESTATE
Il concerto che segue e che Vivaldi dedicò a questa stagione
(così come fece con tutte le stagioni)
è sicuramente quello con più efficacia descrittiva.
Charles Hoffbauer
La tempesta estiva ne è la protagonista
e la si sente avvicinarsi nella calura estiva
per poi scoppiare nel finale in tutta la sua violenza.
Il pastore spaventato dal temporale improvviso
è descritto dall’assolo.
La musica è ispirata da questo sonetto di autore ignoto.
La siesta – Van Gogh
L’ESTATE – SONETTO
Sotto dura stagion dal sole accesa
Langue l’huom, langue ‘l gregge, ed arde ‘l pino,
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
Canta la tortorella e ‘l gardellino.
Zeffiro dolce spira, ma contesa
Muove Borea improvviso al suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;
Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de’ lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso:
Ah che pur troppo i suoi timor sono veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri.
.
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Monet – Passeggiata sulla scogliera
Grazie a questo stupendo video
possiamo ora ascoltare la sublime musica di Vivaldi
ammirando grandi opere d’arte dai caldi colori di Van Gogh
che ci immergono nella bollente atmosfera dell’estate.
Dopo aver accennato al paesaggio nella pittura del Seicento
e del Settecento ora passeremo ad osservare come esso si presenta
nella pittura romantica (e realista) e poi in quella impressionista
per concludere con i capolavori di quello che possiamo definire
il vero principe della pittura “en plein air“, Claude Monet.
Monet
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L’EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO
II PARTE
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Romanticismi e Realismi
La pittura romantica del paesaggio, con pittori come il famoso Turner, Constable e Friedrich così come pure quella realistica di autori di varie nazioni ed in particolare della Hudson River School, si pone come punto di passaggio dalle precedenti esperienze a quelle successive dell’impressionismo.
Joseph Mallord William Turner – Il castello di Arundel
Joseph Mallord William Turner – Sole nascente nella foschia
John Constable – Il mulino di Flatford
Caspar David Friedrich – Mare al chiaro di luna
L’Impressionismo ed il paesaggio
Gauguin – Paesaggio con 2 donne bretoni
La rivoluzione tecnica e stilistica impressionistica, enormemente osteggiata agli inizi, è caratterizzata dalla necessità di esprimersi da parte degli artisti senza compromessi e senza rigidità.
Dunque anche il paesaggio è da loro visto con molta semplicità e grande libertà espressiva.
Esemplari in tal senso le opere di Pissarro, Sisley, Van Gogh, Degas, Renoir, Gauguin e Cézanne.
Van Gogh – Campi di grano in un paesaggio collinare – 1889
Van Gogh – Orti a Montmartre
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Camille Pissarro – Route d’Ennery pres de Pontoise – 1874
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Alfred Sisley – Ponte di Villeneuve la Garenne
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Renoir – L’estaque – 1882
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Monet e la natura nuova
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Monet – Regata ad Argenteuil
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta… ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
Monet – Il sentiero nella foresta di Fontainebleau
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Monet – La gazza
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Monet – San Giorgio
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Monet – La casa del pescatore a Varengeville
Monet – Passeggiata sulla scogliera
F I N E
N.B. E’ chiaro che, essendo impossibile presentare tutti i dipinti dedicati al paesaggio nei secoli, quelli presenti nel post sono soltanto alcuni esempi che possiamo definire significativi… delle varie tendenze susseguitesi nel tempo.
Diamo uno sguardo nelle pieghe della storia dell’arte.
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Ripercorriamo la storia dell’amicizia
tra 2 dei più grandi pittori di sempre, Van Gogh e Gauguin,
ed esaminiamo le ultime ipotesi su questo giallo della storia dell’arte.
Gauguin e Van Gogh
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IL GIALLO DELL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
a cura di Tony Kospan
I 2 AMICI PITTORI AD ARLES
Che cosa furono le nove settimane (novembre – dicembre 1888)
in cui Van Gogh e Gauguin vissero fianco a fianco ad Arles?
Van Gogh (Zundert 30.3.1853 – Auvers-sur-Oise 29.7.1890)
Un disastro!
Eppure un trionfo, la follia a braccetto del genio, la gioia di creare e la nevrosi di fallire.
Si conclusero con il primo che rincorreva il secondo con un rasoio,
con il secondo che saggiamente se ne andava a dormire in albergo,
con l’orecchio di Van Gogh tagliato dalla sua stessa mano e offerto come dono a una prostituta locale.
Questa è la nota e classica interpretazione di questo drammatico episodio.
Gauguin (Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903)
Di lì poi il ricovero in clinica, un mesto saluto, un non più rivedersi.
Vincent morirà due anni dopo, nel 1890, dopo essersi sparato un colpo di pistola al petto,
in quella Provenza che lo aveva così tanto segnato.
Paul gli sopravviverà per un decennio e poco più, e morirà in un’isola delle Marchesi
dove la sua fuga dalla civiltà lo aveva portato.
Trentasette anni aveva l’uno, cinquantacinque l’altro.
La Casa gialla – Van Gogh
Questo loro sodalizio d’amicizia e arte ci viene raccontato ne “La Casa Gialla”
da Martin Gaylord in una biografia parallela tra i 2 grandi artisti.
Questo però è solo l’antefatto storico-artistico.
che ci porta a conoscere una nuova ipotesi sulla mutilazione all’orecchio di Van Gogh.
LA NUOVA IPOTESI SULL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
Vincent Van Gogh – Autoritratto con l’orecchio tagliato – (1889)
Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amicizia
al tempo stesso profonda e complicata tra due giganti dell’arte.
Il saggio di Hans Kaufmann e Rita Wildegans(L’orecchio di Van Gogh, Paul Gauguin e il patto del silenzio)
ora propone un’interpretazione inedita di un fatto notissimo.
Non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888,
ad Arles, ma sarebbe invece stato Gauguin a ferire l’amico al termine di un litigio,
forse non per motivi artistici, ma piuttosto per colpa di «una certa Rachele».
Il saggio conferma anche il legame tra Vincent e Paul e quella tensione,
mista a gelosia, che accomunava i due.
Una tensione che il critico Flavio Caroli definisce
«ben avvertibile già a partire dall’inverno del 1886, che sembrava nascere
dalla gelosia di Van Gogh per l’amico più ‘forte’
e che vedeva come terzo incomodo il giovane Émile Bernard».
Secondo Caroli l’interpretazione di Kaufmann e Wildegans «è possibile»,
anche perché di quell’evento non ci sono documenti certi:
«Se non quelli ufficiali del sindaco di Arles,
la petizione dei cittadini che non volevano quel pittore così scomodo
e il resoconto della polizia di un Van Gogh che si presenta in un bordello
con il suo orecchio avvolto nella carta di giornale».
I due ricercatori tedeschi sostengono che
«l’automutilazione di Van Gogh non è mai stata provata»
e che, di fatto, «l’unica testimonianza accertata è quella di Gauguin ».
Paul Gauguin – Ritratto di Van Gogh mentre dipinge i girasoli
.
.
Infatti Gauguin ce ne parla ampiamente nel libro Avant et après del 1903 e,
forse non per caso, dopo l’incidente sarebbe precipitosamente ritornato a Parigi per poi fuggire a Tahiti.
Gauguin avrebbe mozzato il lobo dell’orecchio di Van Gogh con una sciabola,
che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostituta »,
Rachele appunto (e non su problemi d’arte) mentre l’amico
avrebbe taciuto per proteggerlo (più tardi i due si sarebbero anche scritti).
La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato
e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale.
Scrivono Kaufmann e Wildegans:
«La versione tradizionale, quella finora accreditata,
è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin pieno di contraddizioni e di punti oscuri.
Non esiste un’inchiesta ufficiale e nemmeno un testimone indipendente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente».
Questa tesi dunque smentirebbe un’automutilazione
che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh 2 anni dopo.
Per vedere tutti i girasoli di Van Gogh e conoscere le loro storie
Van Gogh – I girasoli
.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
Dunque, nessuna nuova prova.
Eppure questa lettura può essere convincente.
Dice Marco Goldin «Sono stupito, ma può essere una lettura come un’altra.
Certo, il fatto che quel litigio non fosse legato all’arte, ma a una donna, era abbastanza noto».
Vittorio Sgarbi conferma:
«Quella dell’automutilazione è una leggenda, per cui anche quest’altra ipotesi può essere valida».
In ogni caso proprio in quella Casa gialla, che fungeva da casa e da studio per i 2 amici,
furono creati quei capolavori che ammiriamo e che troviamo nei musei di tutto il mondo.
Nonostante la loro difficile amicizia i 2 in quelle intense settimane
cambiarono la Storia dell’Arte con le loro intuizioni e sperimentazioni.
Camera da letto dell’artista – Van Gogh
L’AMICIZIA TRA I 2 GRANDI ARTISTI CANTATA DA VECCHIONI.
.
La loro vera e forte amicizia ha fatto nascere questa stupenda mitica poetica canzone scritta da Don McLean e cantata in Italia da Vecchioni col titolo VINCENT.
Consiglio di ascoltarla ammirando nel contempo diversi dipinti dei 2 grandissimi artisti.
TONY KOSPAN
– Post copiatissimo!!!!
– Fonti: immagini e testi da vari siti web
– Impaginazione, libere rielaborazioni e coordinamento.. di Tony Kospan
– Per chi copia tutto il post… è vietato tralasciare il nome del blog e l’autore del post.
Diamo uno sguardo nelle pieghe della storia dell’arte.
.
Ripercorriamo la storia dell’amicizia
tra 2 dei più grandi pittori di sempre, Van Gogh e Gauguin,
ed esaminiamo le ultime ipotesi su questo giallo della storia dell’arte.
Gauguin e Van Gogh
.
.
IL GIALLO DELL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
a cura di Tony Kospan
I 2 AMICI PITTORI AD ARLES
Che cosa furono le nove settimane (novembre – dicembre 1888)
in cui Van Gogh e Gauguin vissero fianco a fianco ad Arles?
Van Gogh (Zundert 30.3.1853 – Auvers-sur-Oise 29.7.1890)
Un disastro!
Eppure un trionfo, la follia a braccetto del genio, la gioia di creare e la nevrosi di fallire.
Si conclusero con il primo che rincorreva il secondo con un rasoio,
con il secondo che saggiamente se ne andava a dormire in albergo,
con l’orecchio di Van Gogh tagliato dalla sua stessa mano e offerto come dono a una prostituta locale.
Questa è la nota e classica interpretazione di questo drammatico episodio.
Gauguin (Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903)
Di lì poi il ricovero in clinica, un mesto saluto, un non più rivedersi.
Vincent morirà due anni dopo, nel 1890, dopo essersi sparato un colpo di pistola al petto,
in quella Provenza che lo aveva così tanto segnato.
Paul gli sopravviverà per un decennio e poco più, e morirà in un’isola delle Marchesi
dove la sua fuga dalla civiltà lo aveva portato.
Trentasette anni aveva l’uno, cinquantacinque l’altro.
La Casa gialla – Van Gogh
Questo loro sodalizio d’amicizia e arte ci viene raccontato ne “La Casa Gialla”
da Martin Gaylord in una biografia parallela tra i 2 grandi artisti.
Questo però è solo l’antefatto storico-artistico.
che ci porta a conoscere una nuova ipotesi sulla mutilazione all’orecchio di Van Gogh.
LA NUOVA IPOTESI SULL’ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
Vincent Van Gogh – Autoritratto con l’orecchio tagliato – (1889)
Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amicizia
al tempo stesso profonda e complicata tra due giganti dell’arte.
Il saggio di Hans Kaufmann e Rita Wildegans(L’orecchio di Van Gogh, Paul Gauguin e il patto del silenzio)
ora propone un’interpretazione inedita di un fatto notissimo.
Non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888,
ad Arles, ma sarebbe invece stato Gauguin a ferire l’amico al termine di un litigio,
forse non per motivi artistici, ma piuttosto per colpa di «una certa Rachele».
Il saggio conferma anche il legame tra Vincent e Paul e quella tensione,
mista a gelosia, che accomunava i due.
Una tensione che il critico Flavio Caroli definisce
«ben avvertibile già a partire dall’inverno del 1886, che sembrava nascere
dalla gelosia di Van Gogh per l’amico più ‘forte’
e che vedeva come terzo incomodo il giovane Émile Bernard».
Secondo Caroli l’interpretazione di Kaufmann e Wildegans «è possibile»,
anche perché di quell’evento non ci sono documenti certi:
«Se non quelli ufficiali del sindaco di Arles,
la petizione dei cittadini che non volevano quel pittore così scomodo
e il resoconto della polizia di un Van Gogh che si presenta in un bordello
con il suo orecchio avvolto nella carta di giornale».
I due ricercatori tedeschi sostengono che
«l’automutilazione di Van Gogh non è mai stata provata»
e che, di fatto, «l’unica testimonianza accertata è quella di Gauguin ».
Paul Gauguin – Ritratto di Van Gogh mentre dipinge i girasoli
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Infatti Gauguin ce ne parla ampiamente nel libro Avant et après del 1903 e,
forse non per caso, dopo l’incidente sarebbe precipitosamente ritornato a Parigi per poi fuggire a Tahiti.
Gauguin avrebbe mozzato il lobo dell’orecchio di Van Gogh con una sciabola,
che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostituta »,
Rachele appunto (e non su problemi d’arte) mentre l’amico
avrebbe taciuto per proteggerlo (più tardi i due si sarebbero anche scritti).
La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato
e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale.
Scrivono Kaufmann e Wildegans:
«La versione tradizionale, quella finora accreditata,
è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin pieno di contraddizioni e di punti oscuri.
Non esiste un’inchiesta ufficiale e nemmeno un testimone indipendente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente».
Questa tesi dunque smentirebbe un’automutilazione
che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh 2 anni dopo.
Van Gogh – I girasoli
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ALCUNE CONSIDERAZIONI
Dunque, nessuna nuova prova.
Eppure questa lettura può essere convincente.
Dice Marco Goldin «Sono stupito, ma può essere una lettura come un’altra.
Certo, il fatto che quel litigio non fosse legato all’arte, ma a una donna, era abbastanza noto».
Vittorio Sgarbi conferma:
«Quella dell’automutilazione è una leggenda, per cui anche quest’altra ipotesi può essere valida».
In ogni caso proprio in quella Casa gialla, che fungeva da casa e da studio per i 2 amici,
furono creati quei capolavori che ammiriamo e che troviamo nei musei di tutto il mondo.
Nonostante la loro difficile amicizia i 2 in quelle intense settimane
cambiarono la Storia dell’Arte con le loro intuizioni e sperimentazioni.
Camera da letto dell’artista – Van Gogh
L’AMICIZIA TRA I 2 GRANDI ARTISTI CANTATA DA VECCHIONI.
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La loro vera e forte amicizia ha fatto nascere questa stupenda mitica poetica canzone scritta da Don McLean e cantata in Italia da Vecchioni col titolo VINCENT.
Consiglio di ascoltarla ammirando nel contempo diversi dipinti dei 2 grandissimi artisti.
TONY KOSPAN
– Post copiatissimo!!!!
– Fonti: immagini e testi da vari siti web
– Impaginazione, libere rielaborazioni e coordinamento.. di Tony Kospan
– Per chi copia tutto il post… è vietato tralasciare il nome del blog e l’autore del post.
Il Prete Rosso, così era chiamato il mitico musicista per il colore dei capelli,
è stato uno dei più grandi violinisti ed un grande autore di musica barocca
negli anni a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.
Csók István – Risveglio di primavera
La produzione musicale del genio musicale veneziano
è stata ampia e varia
ed è ancor oggi amatissima ed ascoltatissima.
Notevole poi fu anche il suo contributo
nell’evoluzione della concertistica.
Venezia 4 marzo 1678 – Vienna 28 luglio 1741
Gli rendo omaggio accostando la sua mitica musica
dedicata alla Primavera,
il primo dei suoi quattro “Concerti delle stagioni“,
a diversi dipinti in tema.
Giuseppe Arcimboldo – La primavera
Leggeremo poi anche il sonetto che ispirò la musica di Vivaldi
ed ascolteremo in un bellissimo video… la sua Primavera.
Richard E Miller – Primavera – 1914
IL SONETTO
Iniziamo con leggere il sonetto, d’autore non noto,
che ispirò Vivaldi.
Van Gogh
LA PRIMAVERA
– SONETTO –
Giunt’è la Primavera e festosetti
La salutan gl’augei con lieto canto,
E i fonti allo spirar de’ zeffiretti
Con dolce mormorìo scorrono intanto;
Vengon coprendo l’aer di nero manto
E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorìo di fronde e piante
Dorme ‘l caprar col fido can’ a lato.
Di pastoral zampogna al suon festante
Danzan ninfe e pastor nel tetto amato
Di Primavera all’apparir brillante.
Daniel F. Gerhartz
BREVE ANALISI MUSICALE DEL CONCERTO
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LA PRIMAVERA
è un concerto in Mi maggiore
per violino, archi e cembalo.
La musica descrive passo dopo passo
gli aspetti più importanti della Primavera:
come il canto degli uccelli ed il temporale
mentre nella danzante musica finale
il violino solista… rappresenta il pastore dormiente,
le viole… il latrato del fedele cane
e gli altri violini… evocano il fruscio delle foglie.
Botticelli
Ma è giunto il momento d’ascoltar la mitica musica…