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BLOOMSDAY.. 16 GIUGNO – La simpatica ricorrenza letteraria in onore dell’Ulisse.. capolavoro di James Joyce   Leave a comment



Sono pochi, anzi pochissimi i libri a cui è stata dedicata una festa.

L’Ulisse è uno di questi.

Conosciamo storia, modalità e significato di questa festa letteraria.







BLOOMSDAY
UNA SIMPATICA RICORRENZA CULTURALE



Oggi a Dublino e in molte parti del mondo si festeggia il Bloomsday, una ricorrenza tutta letteraria.
La festa, come i suoi lettori più attenti avranno già capito, fa riferimento a James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.







Ma perché il 16 giugno?
Innanzitutto perché la storia del suo capolavoro “L’Ulisse” si svolge tutta in una sola giornata, e proprio il 16 giugno.
Essa racconta la giornata di Leopold Bloom (dal protagonista nasce il nome della ricorrenza), un agente pubblicitario che gira per le strade di Dublino.
Si tratta di una reinterpretazione della vicenda omerica nella Dublino del 900 ed il personaggio rappresenta Ulisse.
L’opera presenta un linguaggio pressoché rivoluzionario per l’epoca, come il monologo interiore, l’esame di coscienza, enigmi nascosti, la parodia etc…
Ma non basterebbero queste tecniche a farne un capolavoro, infatti a ciò si aggiunge la verità e vivacità dei personaggi, dei paesaggi e delle vicende narrate in un’atmosfera che genialmente crea tensione, inquietudine perché porta alla luce l’immensa varietà dei sentimenti umani dai più nobili ai più perversi.








Ma perché Joyce scelse per il suo capolavoro il 16 giugno?
Il motivo è tanto semplice quanto… ultra romantico!
E’ il giorno in cui usci per la prima volta con Nora Barnacle con cui poi si sposò e visse tutta la vita.
Quel giorno lui stesso scrisse sul suo diario.”Oggi 16 giugno 1924… tra venti anni qualcuno ricorderà questa data?”.







Ma come nasce questa simpatica ricorrenza?
Inizia con una passeggiata, il 16 giugno del 1950, trentennale della pubblicazione dell’Ulisse, per le strade di Dublino narrate da Joyce da parte di un gruppo di scrittori irlandesi suoi ammiratori.




La prima passeggiata a Dublino




Da allora in poi questa ricorrenza si è diffusa negli ambienti letterari e culturali soprattutto in Irlanda ma anche in altre parti del mondo.
A Dublino centinaia di partecipanti si vestono con abiti d’epoca, partecipano a letture, eventi, ricostruzioni, celebrazioni e girano per la città.




 




In Italia essa è celebrata soprattutto a Trieste, dove il grande scrittore visse da giovane per diversi anni, ma anche in altre città.








Concludo con una semplice constatazione.
Pochissimi capolavori letterari hanno mai avuto una ricorrenza tutta per loro… come l’Ulisse!









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Il “Cavallo di Troia” solo un mito ed era invece una nave con la prua a forma di cavallo? Ecco i nuovi studi   Leave a comment








SFATATO IL MILLENARIO MITO DEL CAVALLO DI TROIA?



Debbo dire, in verità, che fin da piccolo la storia del Cavallo costruito su idea di Ulisse per far entrare i Greci (gli Achei) nella città di Troia mi lasciava molto perplesso e mi sembrava una soluzione bislacca (perché un cavallo?).

Ma tutta la storiografia (o quasi) fin dall’antichità dava credito a questa versione per cui mi ci ero adagiato anch’io.

Oggi però con gli studi comparati e coordinati tra testi letterari antichi e la conoscenza delle tecnologie e della nautica dell’epoca, il velo su quanto abbia davvero inteso scrivere Omero, sembra che sia stato squarciato.

Tuttavia pare permanere, soprattutto in Italia, una certa resistenza ad affrontare con mente libera le nuove scoperte da parte di vecchi e fermi settori umanistici.

Ecco allora, in completa ma sintetica analisi, quanto è stato comunicato dall’archeologo navale italiano Francesco Tiboni, dottore di ricerca dell’Università di Marsiglia (e non solo) a seguito di sue approfondite ricerche.









IL CAVALLO DI TROIA? ERA UNA NAVE!
La tesi del dr. Francesco Tiboni



Come potrebbe essere avvenuto questo equivoco millenario?

Sarebbe sorto fin da tempi antichissimi per un errore dei primi traduttori dell’Iliade ed avvalorato poi da quelli successivi come quello che utilizzò anche Virgilio per la sua Eneide.

In effetti con il nome “Hippos” veniva normalmente chiamata una nave fenicia che aveva come polena (decorazione lignea sulla prua) proprio una testa di cavallo.

In verità insieme all’enorme diffusione del mito del cavallo già nel nel II sec. d.C. c’era però anche chi, come Pausania, ne dubitava e scriveva:
«Che quello realizzato fosse un marchingegno per abbattere le mura e non un cavallo lo sa bene chiunque non voglia attribuire ai Frigi un’assoluta dabbenaggine. Tuttavia la leggenda dice che è un cavallo».






QUESTE LE PROVE


Innanzitutto da un semplice punto di vista logico era molto più agevole nascondere in una doppia stiva di un’imbarcazione un piccolo gruppo di guerrieri greci.

Inoltre, nel descrivere il trasporto del cavallo dentro le mura di Troia, Omero nell’Odissea parla chiaramente di “alaggio” ovvero del sistema di rotolamento delle navi su rulli di legno usato nell’antichità per spostarle al coperto alla fine del periodo in cui era possibile navigare.

Omero, che dalle sue perfette descrizioni di navi appare un ottimo conoscitore della materia, parlando di “Hippos” intendeva dunque indicare questo tipo di nave fenicia mentre per i primi traduttori, digiuni di cose marinaresche, era solo un cavallo vero e proprio. 

Le navi del genere “Hippos” erano poi di solito usate per trasporti di cose preziose per cui anche questo poteva ingolosire molto i Troiani.

Infine, sostituendo il “cavallo” di Troia con una nave, tutta la vicenda assume contorni meno fantasiosi e ben più realistici.







UNA BREVE CONSIDERAZIONE



La scoperta è frutto di un’indagine interdisciplinare che non si è fermata alla sola lettera dei testi ma li ha interconnessi con dati storici e tecnici (marinari) in una visione molto più ampia e precisa.

Personalmente questa tesi mi trova favorevole… anche se comprendo lo sconcerto di tantissimi… nel dover riconsiderare questo mito plurimillenario.



Tony Kospan








Tubes fée et compagnon...

STORIA E RICORDI DEL PASSATO?






BLOOMSDAY.. 16 GIUGNO – La simpatica ricorrenza letteraria in onore dell’Ulisse.. capolavoro di James Joyce   Leave a comment





BLOOMSDAY
UNA SIMPATICA RICORRENZA CULTURALE



Oggi a Dublino e in molte parti del mondo si festeggia il Bloomsday, una ricorrenza tutta letteraria.
La festa, come i suoi lettori più attenti avranno già capito, fa riferimento a James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.







Ma perché il 16 giugno?
Innanzitutto perché la storia del suo capolavoro “L’Ulisse” si svolge tutta in una sola giornata, e proprio il 16 giugno.
Essa racconta la giornata di Leopold Bloom (dal protagonista nasce il nome della ricorrenza), un agente pubblicitario che gira per le strade di Dublino.
Si tratta di una reinterpretazione della vicenda omerica nella Dublino del 900 ed il personaggio rappresenta Ulisse.
L’opera presenta un linguaggio pressoché rivoluzionario per l’epoca, come il monologo interiore, l’esame di coscienza, enigmi nascosti, la parodia etc…
Ma non basterebbero queste tecniche a farne un capolavoro, infatti a ciò si aggiunge la verità e vivacità dei personaggi, dei paesaggi e delle vicende narrate in un’atmosfera che genialmente crea tensione, inquietudine perché porta alla luce l’immensa varietà dei sentimenti umani dai più nobili ai più perversi.








Ma perché Joyce scelse per il suo capolavoro il 16 giugno?
Il motivo è tanto semplice quanto… ultra romantico!
E’ il giorno in cui usci per la prima volta con Nora Barnacle con cui poi si sposò e visse tutta la vita.
Quel giorno lui stesso scrisse sul suo diario.”Oggi 16 giugno 1924… tra venti anni qualcuno ricorderà questa data?”.







Ma come nasce questa simpatica ricorrenza?
Inizia con una passeggiata, il 16 giugno del 1950, trentennale della pubblicazione dell’Ulisse, per le strade di Dublino narrate da Joyce da parte di un gruppo di scrittori irlandesi suoi ammiratori.




La prima passeggiata a Dublino




Da allora in poi questa ricorrenza si è diffusa negli ambienti letterari e culturali soprattutto in Irlanda ma anche in altre parti del mondo.
A Dublino centinaia di partecipanti si vestono con abiti d’epoca, partecipano a letture, eventi, ricostruzioni, celebrazioni e girano per la città.




 




In Italia essa è celebrata soprattutto a Trieste, dove il grande scrittore visse da giovane per diversi anni, ma anche in altre città.








Concludo con una semplice constatazione.
Pochissimi capolavori letterari hanno mai avuto una ricorrenza tutta per loro… come l’Ulisse!








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SFATATO IL MITO DEL CAVALLO DI TROIA? FORSE ERA UNA… NAVE – LA SPIEGAZIONE E LE PROVE   Leave a comment








SFATATO IL MILLENARIO MITO DEL CAVALLO DI TROIA?



Debbo dire, in verità, che fin da piccolo la storia del Cavallo costruito su idea di Ulisse per far entrare i Greci (gli Achei) nella città di Troia mi lasciava molto perplesso e mi sembrava una soluzione bislacca (perché un cavallo?).

Ma tutta la storiografia (o quasi) fin dall’antichità dava credito a questa versione per cui mi ci ero adagiato anch’io.

Oggi però con gli studi comparati e coordinati tra testi letterari antichi e la conoscenza delle tecnologie e della nautica dell’epoca, il velo su quanto abbia davvero inteso scrivere Omero, sembra che sia stato squarciato.

Tuttavia pare permanere, soprattutto in Italia, una certa resistenza ad affrontare con mente libera le nuove scoperte da parte di vecchi e fermi settori umanistici.

Ecco allora, in completa ma sintetica analisi, quanto è stato comunicato dall’archeologo navale italiano Francesco Tiboni, dottore di ricerca dell’Università di Marsiglia (e non solo) a seguito di sue approfondite ricerche.









IL CAVALLO DI TROIA? ERA UNA NAVE!
La tesi del dr. Francesco Tiboni



Come potrebbe essere avvenuto questo equivoco millenario?

Sarebbe sorto fin da tempi antichissimi per un errore dei primi traduttori dell’Iliade ed avvalorato poi da quelli successivi come quello che utilizzò anche Virgilio per la sua Eneide.

In effetti con il nome “Hippos” veniva normalmente chiamata una nave fenicia che aveva come polena (decorazione lignea sulla prua) proprio una testa di cavallo.

In verità insieme all’enorme diffusione del mito del cavallo già nel nel II sec. d.C. c’era però anche chi, come Pausania, ne dubitava e scriveva:
«Che quello realizzato fosse un marchingegno per abbattere le mura e non un cavallo lo sa bene chiunque non voglia attribuire ai Frigi un’assoluta dabbenaggine. Tuttavia la leggenda dice che è un cavallo».






QUESTE LE PROVE


Innanzitutto da un semplice punto di vista logico era molto più agevole nascondere in una doppia stiva di un’imbarcazione un piccolo gruppo di guerrieri greci.

Inoltre, nel descrivere il trasporto del cavallo dentro le mura di Troia, Omero nell’Odissea parla chiaramente di “alaggio” ovvero del sistema di rotolamento delle navi su rulli di legno usato nell’antichità per spostarle al coperto alla fine del periodo in cui era possibile navigare.

Omero, che dalle sue perfette descrizioni di navi appare un ottimo conoscitore della materia, parlando di “Hippos” intendeva dunque indicare questo tipo di nave fenicia mentre per i primi traduttori, digiuni di cose marinaresche, era solo un cavallo vero e proprio. 

Le navi del genere “Hippos” erano poi di solito usate per trasporti di cose preziose per cui anche questo poteva ingolosire molto i Troiani.

Infine, sostituendo il “cavallo” di Troia con una nave, tutta la vicenda assume contorni meno fantasiosi e ben più realistici.







UNA BREVE CONSIDERAZIONE



La scoperta è frutto di un’indagine interdisciplinare che non si è fermata alla sola lettera dei testi ma li ha interconnessi con dati storici e tecnici (marinari) in una visione molto più ampia e precisa.

Personalmente questa tesi mi trova favorevole… anche se comprendo lo sconcerto di tantissimi… nel dover riconsiderare questo mito plurimillenario.



Tony Kospan








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STORIA E RICORDI DEL PASSATO?






BLOOMSDAY.. 16 GIUGNO – Una simpatica ricorrenza letteraria in onore dell’Ulisse di James Joyce   Leave a comment





BLOOMSDAY
UNA SIMPATICA RICORRENZA CULTURALE



Oggi a Dublino e in molte parti del mondo si festeggia il Bloomsday, una ricorrenza tutta letteraria.
La festa, come i suoi lettori più attenti avranno già capito, fa riferimento a James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.







Ma perché il 16 giugno?
Innanzitutto perché la storia del suo capolavoro “L’Ulisse” si svolge tutta in una sola giornata, e proprio il 16 giugno.
Essa racconta la giornata di Leopold Bloom (dal protagonista nasce il nome della ricorrenza), un agente pubblicitario che gira per le strade di Dublino.
Si tratta di una reinterpretazione della vicenda omerica nella Dublino del 900 ed il personaggio rappresenta Ulisse.
L’opera presenta un linguaggio pressoché rivoluzionario per l’epoca, come il monologo interiore, l’esame di coscienza, enigmi nascosti, la parodia etc…
Ma non basterebbero queste tecniche a farne un capolavoro, infatti a ciò si aggiunge la verità e vivacità dei personaggi, dei paesaggi e delle vicende narrate in un’atmosfera che genialmente crea tensione, inquietudine perché porta alla luce l’immensa varietà dei sentimenti umani dai più nobili ai più perversi.








Ma perché Joyce scelse per il suo capolavoro il 16 giugno?
Il motivo è tanto semplice quanto… ultra romantico!
E’ il giorno in cui usci per la prima volta con Nora Barnacle con cui poi si sposò e visse tutta la vita.
Quel giorno lui stesso scrisse sul suo diario.”Oggi 16 giugno 1924… tra venti anni qualcuno ricorderà questa data?”.







Ma come nasce questa simpatica ricorrenza?
Inizia con una passeggiata, il 16 giugno del 1950, trentennale della pubblicazione dell’Ulisse, per le strade di Dublino narrate da Joyce da parte di un gruppo di scrittori irlandesi suoi ammiratori.




La prima passeggiata a Dublino




Da allora in poi questa ricorrenza si è diffusa negli ambienti letterari e culturali soprattutto in Irlanda ma anche in altre parti del mondo.
A Dublino centinaia di partecipanti si vestono con abiti d’epoca, partecipano a letture, eventi, ricostruzioni, celebrazioni e girano per la città.




 




In Italia essa è celebrata soprattutto a Trieste, dove il grande scrittore visse da giovane per diversi anni, ma anche in altre città.








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Pochissimi capolavori letterari hanno mai avuto una ricorrenza tutta per loro… come l’Ulisse!








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IL CAVALLO DI TROIA ERA UNA NAVE? SFATATO IL MILLENARIO MITO?   1 comment








SFATATO IL MILLENARIO MITO DEL CAVALLO DI TROIA?



Debbo dire che fin da piccolo la storia del Cavallo costruito su idea di Ulisse per far entrare i Greci (gli Achei) nella città di Troia mi lasciava molto perplesso e mi sembrava una soluzione bislacca.

Ma tutta la storiografia (o quasi) fin dall’antichità dava credito a questa versione per cui mi ci ero adagiato anch’io.

Oggi però con gli studi comparati e coordinati tra testi letterari antichi e la conoscenza delle tecnologie e della nautica dell’epoca, il velo su quanto abbia davvero inteso scrivere Omero, sembra che sia stato squarciato.

Tuttavia pare permanere, soprattutto in Italia, una certa resistenza ad affrontare con mente libera le nuove scoperte da parte di vecchi e fermi settori umanistici.

Ecco allora, in completa ma sintetica analisi, quanto è stato comunicato dall’archeologo navale italiano Francesco Tiboni, dottore di ricerca dell’Università di Marsiglia (e non solo) a seguito di sue approfondite ricerche.









IL CAVALLO DI TROIA? ERA UNA NAVE!
La tesi del dr. Francesco Tiboni



Come può essere avvenuto questo equivoco millenario?

Esso sarebbe sorto fin da tempi antichissimi per un errore dei primi traduttori dell’Iliade ed avvalorato poi da quelli successivi come anche quello che aiutò Virgilio per la sua Eneide.

In effetti con il nome “Hippos” veniva normalmente chiamata una nave fenicia che aveva come polena (decorazione lignea sulla prua) proprio una testa di cavallo.

In verità insieme all’enorme diffusione del mito del cavallo già nel nel II sec. d.C. c’era anche chi, come Pausania, ne dubitava e scriveva:
«Che quello realizzato fosse un marchingegno per abbattere le mura e non un cavallo lo sa bene chiunque non voglia attribuire ai Frigi un’assoluta dabbenaggine. Tuttavia la leggenda dice che è un cavallo».








LE PROVE


Innanzitutto da un semplice punto di vista logico era molto più agevole nascondere in una doppia stiva di un’imbarcazione un piccolo gruppo di guerrieri greci.

Inoltre, nel descrivere il trasporto del cavallo dentro le mura di Troia, Omero nell’Odissea parla chiaramente di “alaggio” ovvero del sistema di rotolamento delle navi su rulli di legno usato nell’antichità per spostarle al coperto alla fine del periodo in cui era possibile navigare.

Omero, che dalle sue perfette descrizioni di navi appare un ottimo conoscitore della materia, parlando di “Hippos” intendeva dunque indicare questo tipo di nave fenicia mentre per i primi traduttori, digiuni di cose marinaresche, era solo un cavallo vero e proprio. 

Le navi del genere “Hippos” erano poi di solito usate per trasporti di cose preziose per cui anche questo poteva ingolosire molto i Troiani.

Infine, sostituendo il “cavallo” di Troia con una nave, tutta la vicenda assume contorni meno fantasiosi e ben più realistici.







UNA BREVE CONSIDERAZIONE



La scoperta è frutto di un’indagine interdisciplinare che non si è fermata alla sola lettera dei testi ma li ha interconnessi con dati storici e tecnici (marinari) in una visione molto più ampia e precisa.

Personalmente questa tesi mi trova favorevole… anche se comprendo lo sconcerto di tantissimi… nel dover riconsiderare questo mito plurimillenario.



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