Archivio per l'etichetta ‘Thomas Stears Eliot’
Dalì – Persistenza del tempo
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l’Umanità da sempre.
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.
IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE..
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Cos’è il tempo?
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.
Sant’Agostino è stato, a mio parere,
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…
– Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
– Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.
Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
“Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus“,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare
Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo
iniziando dalla mitica “Carpe Diem” del poeta latino Orazio.
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.
(Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time
CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E’ meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l’ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l’attimo, credendo il meno
possibile nel domani.
(Non C’è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana)
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.
(Nel mio Tempo – Jovanotti)
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
Come il fantasma d’un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un’ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C’e’ rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E’ come il cadavere d’un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
(Time – Pink Floyd)
De Chirico
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.
(Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell’uomo
TEMPO
Ada Negri
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L’ora ch’è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l’ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s’accosta e t’afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l’alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v’è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell’eterno.
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Dalì – Persistenza del tempo
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l’Umanità da sempre.
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.
IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE..
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Cos’è il tempo?
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.
Sant’Agostino è stato, a mio parere,
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…
– Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
– Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.
Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
“Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus“,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare
Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo
iniziando dalla mitica “Carpe Diem” del poeta latino Orazio.
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.
(Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time
CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E’ meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l’ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l’attimo, credendo il meno
possibile nel domani.
(Non C’è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana)
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.
(Nel mio Tempo – Jovanotti)
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
Come il fantasma d’un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un’ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C’e’ rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E’ come il cadavere d’un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
(Time – Pink Floyd)
De Chirico
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.
(Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell’uomo
TEMPO
Ada Negri
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L’ora ch’è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l’ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s’accosta e t’afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l’alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v’è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell’eterno.
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan
Mi piace:
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Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI
Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA
G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno:
e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo,
nemica e allo stesso tempo senza onore,
la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile
ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva,
pàrtiti da cotesti che son morti».
Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti».
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA
« Quant’è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c’è certezza»
|
Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948 ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
F I N E
Mi piace:
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Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA
G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno:
e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo,
nemica e allo stesso tempo senza onore,
la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile
ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva,
pàrtiti da cotesti che son morti».
Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti».
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
« Quant’è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c’è certezza»
|
Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
F I N E
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Dalì – Persistenza del tempo
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l'Umanità da sempre.
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.
IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE..
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Cos'è il tempo?
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.
Sant'Agostino è stato, a mio parere,
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…
– Se nessuno me lo chiede, so cos'è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
– Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.
Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
“Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus“,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare
Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo
iniziando dalla mitica “Carpe Diem” del poeta latino Orazio.
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.
(Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time
CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E' meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l'ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l'attimo, credendo il meno
possibile nel domani.
(Non C'è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana)
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.
(Nel mio Tempo – Jovanotti)
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
Come il fantasma d'un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un'ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C'e' rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E' come il cadavere d'un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
(Time – Pink Floyd)
De Chirico
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.
(Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell'uomo
TEMPO
Ada Negri
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Se è vero che l'inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l'ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L'Uomo, il senso della caducità e della brevità dell'esistenza, con l'imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell'esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand'ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l'una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l'altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l'essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell'animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell'Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l'animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l'uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell'Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l'altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l'enorme importanza abche per i pensatori dell'epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell'Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l'uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell'Acheronte nell'Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi a l'altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
E tu che se' costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch'io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti».
E 'l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l'ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell'uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un'immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall'oblio non c'è scampo) noi abbiamo accumulato c'è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de' Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
« Quant'è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c'è certezza»
|
Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
F I N E
PER LE NOVITA' DEL BLOG
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo: i’ vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti».
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
« Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c’è certezza»
|
Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
F I N E
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
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Mi piace Caricamento...
Dalì – Persistenza del tempo
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l’Umanità da sempre.
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.
IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE..
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Cos’è il tempo?
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.
Sant’Agostino è stato, a mio parere,
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…
– Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
– Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.
Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
“Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus“,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare
Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo
iniziando dalla mitica “Carpe Diem” del poeta latino Orazio.
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.
(Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time
CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E’ meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l’ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l’attimo, credendo il meno
possibile nel domani.
(Non C’è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana)
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.
(Nel mio Tempo – Jovanotti)
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
Come il fantasma d’un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un’ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C’e’ rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E’ come il cadavere d’un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
(Time – Pink Floyd)
De Chirico
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.
(Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell’uomo
TEMPO
Ada Negri
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L’ora ch’è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l’ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s’accosta e t’afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l’alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v’è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell’eterno.
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan
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Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo: i’ vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti».
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
« Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c’è certezza»
|
Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
F I N E
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Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.
Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.
Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
LA GIOVINEZZA G. Leopardi
Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.
|
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
“Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.

Eraclito e Democrito – Bramante
Ora, sempre restando nel mondo ellenico, facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino.
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.
DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
OMISSIS
“Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo: i’ vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti».
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”
|
Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
“Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).

Trionfo di Bacco ed Arianna
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.
Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“.
TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA…
« Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c’è certezza»
|
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Impaginazione T.K.
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948… ma già considerato un classico.
IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.
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