Archivio per l'etichetta ‘STORIA’
QUANDO LA FOTOGRAFIA E’ ARTE
UMANITA’ E DOCUMENTAZIONE STORICA
Walter Rosenblum per oltre mezzo secolo
è stato un punto di riferimento per l’arte fotografica,
sia negli Stati Uniti che nel mondo.
.
.
.
.
.
WALTER ROSENBLUM
ARTE FOTOGRAFICA… E TESTIMONIANZA SOCIALE
Walter Rosenblum (New York, 1 ottobre 1919 – 23 gennaio 2006)
DIAMO PRIMA UN’OCCHIATA AD ALCUNE TRA LE SUE FOTO PIU’ FAMOSE


BREVE BIOGRAFIA
Walter Rosenblum fu testimone attivo di alcuni dei più significativi eventi dell’età moderna e sperimentò personalmente, durante gli anni giovanili, le condizioni degli immigrati in America; visse la grande Depressione, la seconda Guerra Mondiale e la repressione del maccartismo.
In tempi più recenti poté osservare il mutarsi delle condizioni di vita delle minoranze di New York e la crescita di una consapevolezza politica ed estetica nel Terzo Mondo. Rosenblum usò occhi e apparecchio fotografico per cercare di capire il corso delle vicende umane e celebrare i sentimenti egli uomini.
All’età di diciassette anni entrò a far parte della Photo League di New York dove incontrò Lewis Hine e studiò con Paul Strand, che contribuirono in modo fondamentale alla formazione della sua visione sull’arte e sulla vita.
In particolare egli condivise con Hine la convinzione che con la fotografia fosse possibile dimostrare che la dignità è un sentimento universale, che non si possono fare differenze fra gli uomini in base alla razza, alle religioni, alla nazionalità o alle condizioni economiche.

Fotografo dell’esercito nel corso della seconda guerra mondiale, sbarcò il D Day in Normandia, dove, per la morte di un cineoperatore nel corso dello sbarco, ne dovette prendere il posto per tutto il conflitto attraversando così la Francia, la Germania,l’Austria e realizzando il primo film sul campo di concentramento di Dachau appena liberato.
Per le coraggiose azioni svolte durante il combattimento fu anche insignito della “Silver Star”, della “Bronze Star”, del “Purple Heart” e la Unit Citation presidenziale, divenendo uno dei fotografi più decorati della Seconda Guerra Mondiale.

Sbarco in Normandia

Prigionieri tedeschi
Ma Rosenblum nel suo percorso professionale non mancò di fotografare i quartieri dove vivevano gli immigrati di New York e del South Bronx con gli insediamenti della nuova immigrazione, e in seguito spingendosi anche ad Haiti, Francia, Italia, Cuba, Cina, nell’ Unione Sovietica e in Brasile.
Da quest’immensa ricchezza di esperienze e dal prolungato rapporto con le diverse culture la visione fotografica di Rosenblum divenne testimone della condizione umana come di una comunità globale in cui i bisogni fondamentali, i valori e le aspirazioni esistenziali sono universalmente condivisi.


Rosenblum cercò così di sottolineare la dignità dell’essere umano, con i suoi soggetti mai semplici vittime, ma persone integre e complesse, la cui umanità sopravvive intatta malgrado le circostanze avverse.
La sua macchina fotografica fu strumento affinché gli uomini si potessero riconoscere nelle loro azioni e comportamenti, nella speranza che la comprensione delle dinamiche interpersonali, potesse estinguere ignoranza e paura e le principali cause di tante ingiustizie sociali.



Le opere di Walter Rosenblum sono conservate in prestigiose collezioni, quali il J.Paul Getty Museum di Malibù, alla Library of Congress di Washington, al MoMA, al Metropolitan Museum of Art e all’ICP di New York, alla Bibliotheque Nazionale de France di Parigi ed altri ancora.
FINE
Testi ed immagini dal Web coordinati da T.K.
TONY KOSPAN
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
INSIEME
.
.
.
.
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Siamo in molti a subire il tremendo e nel contempo sognante…
fascino dei fari.
Questo post è tutto dedicato a loro.
FARI.. FARI.. FARI..
IMMAGINI AFFASCINANTI..
VIDEO… ED UNA MIA POESIA..
Il video che segue, con una mia poesia, mi fu regalato
da una delle mie primissime amiche virtuali
a cui sarò sempre grato…
Ciò avvenne a seguito di un mio post,
corredato da una mia poesia in suo onore ed in onore dei suoi gruppi
(le sempre rimpiante Com. di Msn)
ed i cui simboli erano proprio i fari (ed i gabbiani).
POESIA VIDEO (Tony Kospan)
Ora un altro bellissimo video sempre in tema…
VIDEO
Ed infine un mio modesto video – slide show
dedicato sempre al fascino dei fari…
VIDEO – SLIDE SHOW
Beh per chi ama i fari penso che questa sia stata proprio una bella scorpacciata 
Ciao da Tony Kospan
PER LE NOVITA’
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
.
.
.

.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
IL FARO
NASCITA STORIA ED EVOLUZIONE
L’ORIGINE DEI FARI
Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il Faro di Alessandria
IL FARO NELL’ANTICHITA’
Di essi si ricordano quello famoso di Alessandria d’Egitto (si ritiene che la prima vera e propria torre-faro, quella che ha dato a tutte le altre il nome e il modello, sia stata proprio questa).
Venne costruita nel III secolo a.C. un’alta torre sulla quale un enorme braciere veniva acceso risultando visibile da molto lontano.
La torre si ergeva con i suoi 120 metri proprio all’ingresso del porto su un’isoletta, il cui nome era (ed è tuttora) Pharos (da cui il nome Faro).
Architetto ne fu Sostrato di Cnido, figlio di Dexifane, il quale lavorò sotto i primi due Tolomei.
La costruzione del Faro iniziò probabilmente nel 297 a.C., sebbene in epoca più tarda il cronista Eusebio, vescovo di Cesarea, che era stato prigioniero in Egitto, citi nella sua Cronaca la costruzione del faro nell’anno 283 o 282 a.C.
L’inaugurazione ebbe luogo sotto il secondo Tolomeo, Filadelfo, tra il 280 e il 279 a.C.
Il Faro era stato consacrato a favore dei navigatori agli dei salvatori, come diceva l’epigrafe dedicatoria, che poteva facilmente essere scorta da chiunque entrasse o uscisse dal porto.
La fiamma del Faro, vista isolata e alta sull’orizzonte, come una stella, sembrava ad essi l’apparizione della divinità protettrice.
Assai presto si diffuse nel mondo antico la fama della torre luminosa sorta sulla spiaggia dell’Egitto, torre che in verità era annoverata tra le più colossali costruzioni dei re greci.
La torre di Alessandria non fu la sola nell’antichità a rappresentare il primo sistema nautico inventato dall’uomo per la sicurezza sul mare.
Altra analoga realizzazione fu per esempio il cosiddetto “Colosso di Rodi”, enorme costruzione di forma umana all’ingresso del porto dell’ “isola delle rose”, annoverata fra le sette meraviglie dell’antichità.

Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.

Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
L’EVOLUZIONE DEI FARI
I segnali emessi erano in origine esclusivamente luminosi, e stabili.
L’applicazione di uno specchio (e poi di una lente) alla fonte luminosa, in modo da estendere la portata luminosa del manufatto, fu per lungo tempo la sua unica evoluzione sostanziale.
Si aggiunsero poi meccanismi di rotazione, lenti per la colorazione della luce e così via. Il salto tecnologico si ebbe con l’aggiungersi, ai fari luminosi, di altri “ausili alla navigazione“, in particolare dei c.d. “ausili radioelettrici” – radiofari e risponditori radar.
I fari italiani costituiscono una risorsa storica e culturale per il nostro patrimonio architettonico ma anche per il paesaggio costiero regionale.
Ogni faro è univoco nel contesto della sua posizione geografica, sono progettati per durare nei secoli e segnare i caratteri del luogo esaltandone i valori ambientali e naturali attraverso il loro stile e la loro natura architettonica.
Un patrimonio poco conosciuto, studiato in maniera specialistica da pochi.

CIAO DA TONY KOSPAN
IL SALOTTO DEI RICORDI SU FB
.
.
..
.
ll Faro di Alessandria
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

La canzone di cui parlerò in questa libera antologia
delle canzoni della nostra memoria… è
di
Nunzio Gallo
SEDICI ANNI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Una canzone che all’epoca (1961/1962)
vendette oltre un milione di copie, ma che ora,
per una strano negativo influsso,
sembra scomparsa quasi del tutto, perfino dal web.
Dico questo perché non m’aspettavo proprio
di dover “faticare” tanto per trovar notizie e musica.
(c’è anche un’altra del tutto diversa canzone del 1951
con lo stesso titolo…cantata da Achille Togliani ).
Qualcosa però son riuscito a recuperare e dunque spero,
nel mio piccolo, di poter, anche se solo in minima parte,
colmare la grave lacuna.
Sì perché la canzone, a mio parere, è delicata e dolce
sia come testo che come musica e l’interpretazione di Nunzio Gallo,
decisamente elegante e raffinata.
Dicevo che la canzone è del 1961, scritta da Aurelio Fierro,
e, per confermare la grandezza del suo successo,
vinse pure la Canzonissima di quell’anno
e fu anche la più gettonata nei mitici juke box (li ricordate?).
Prima di passare all’ascolto della canzone
immergiamoci per un attimo nell’atmosfera di quell’anno.
Siamo nel 1961
l’anno del primo uomo nello spazio… Jurij Gagarin.

dell’incontro tra Kennedy e Krusciev

ed anche del centenario dell’unità d’Italia che viene ricordato
con varie manifestazioni,
soprattutto a Torino, ed a cui partecipai.


jukebox
Foto di gruppo dei partecipanti al Festival di Sanremo del 1961.
Ma torniamo alla canzone.
E’ giunto il momento di ascoltarla o riascoltarla in questo video.
,
,
,
,
,
.
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR ETC
NEL GRUPPO DI FB
COLLEGATO ALLA PAGINA
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Siamo in molti a subire il tremendo e nel contempo sognante…
fascino dei fari.
Questo post è tutto dedicato a loro.
FARI.. FARI.. FARI..
IMMAGINI AFFASCINANTI..
VIDEO… ED UNA MIA POESIA..
Il video che segue, con una mia poesia, mi fu regalato
da una delle mie primissime amiche virtuali
a cui sarò sempre grato…
Ciò avvenne a seguito di un mio post,
corredato da una mia poesia in suo onore ed in onore dei suoi gruppi
(le sempre rimpiante Com. di Msn)
ed i cui simboli erano proprio i fari (ed i gabbiani).
POESIA VIDEO (Tony Kospan)
Ora un altro bellissimo video sempre in tema…
VIDEO
Ed infine un mio modesto video – slide show
dedicato sempre al fascino dei fari…
VIDEO – SLIDE SHOW
Beh per chi ama i fari penso che questa sia stata proprio una bella scorpacciata 
Ciao da Tony Kospan
PER LE NOVITA'
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
.
.
.

.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
IL FARO
NASCITA STORIA ED EVOLUZIONE
L’ORIGINE DEI FARI
Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il Faro di Alessandria
IL FARO NELL’ANTICHITA’
Di essi si ricordano quello famoso di Alessandria d’Egitto (si ritiene che la prima vera e propria torre-faro, quella che ha dato a tutte le altre il nome e il modello, sia stata proprio questa).
Venne costruita nel III secolo a.C. un’alta torre sulla quale un enorme braciere veniva acceso risultando visibile da molto lontano.
La torre si ergeva con i suoi 120 metri proprio all’ingresso del porto su un’isoletta, il cui nome era (ed è tuttora) Pharos (da cui il nome Faro).
Architetto ne fu Sostrato di Cnido, figlio di Dexifane, il quale lavorò sotto i primi due Tolomei.
La costruzione del Faro iniziò probabilmente nel 297 a.C., sebbene in epoca più tarda il cronista Eusebio, vescovo di Cesarea, che era stato prigioniero in Egitto, citi nella sua Cronaca la costruzione del faro nell’anno 283 o 282 a.C.
L’inaugurazione ebbe luogo sotto il secondo Tolomeo, Filadelfo, tra il 280 e il 279 a.C.
Il Faro era stato consacrato a favore dei navigatori agli dei salvatori, come diceva l’epigrafe dedicatoria, che poteva facilmente essere scorta da chiunque entrasse o uscisse dal porto.
La fiamma del Faro, vista isolata e alta sull’orizzonte, come una stella, sembrava ad essi l’apparizione della divinità protettrice.
Assai presto si diffuse nel mondo antico la fama della torre luminosa sorta sulla spiaggia dell’Egitto, torre che in verità era annoverata tra le più colossali costruzioni dei re greci.
La torre di Alessandria non fu la sola nell’antichità a rappresentare il primo sistema nautico inventato dall’uomo per la sicurezza sul mare.
Altra analoga realizzazione fu per esempio il cosiddetto “Colosso di Rodi”, enorme costruzione di forma umana all’ingresso del porto dell’ “isola delle rose”, annoverata fra le sette meraviglie dell’antichità.

Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.

Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
L’EVOLUZIONE DEI FARI
I segnali emessi erano in origine esclusivamente luminosi, e stabili.
L’applicazione di uno specchio (e poi di una lente) alla fonte luminosa, in modo da estendere la portata luminosa del manufatto, fu per lungo tempo la sua unica evoluzione sostanziale.
Si aggiunsero poi meccanismi di rotazione, lenti per la colorazione della luce e così via. Il salto tecnologico si ebbe con l’aggiungersi, ai fari luminosi, di altri “ausili alla navigazione“, in particolare dei c.d. “ausili radioelettrici” – radiofari e risponditori radar.
I fari italiani costituiscono una risorsa storica e culturale per il nostro patrimonio architettonico ma anche per il paesaggio costiero regionale.
Ogni faro è univoco nel contesto della sua posizione geografica, sono progettati per durare nei secoli e segnare i caratteri del luogo esaltandone i valori ambientali e naturali attraverso il loro stile e la loro natura architettonica.
Un patrimonio poco conosciuto, studiato in maniera specialistica da pochi.

CIAO DA TONY KOSPAN
IL SALOTTO DEI RICORDI SU FB
.
.
..
.
ll Faro di Alessandria
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

La canzone di cui parlerò in questa libera antologia
delle canzoni della nostra memoria… è
di
Nunzio Gallo
SEDICI ANNI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan
Una canzone che all’epoca (1961/1962)
vendette oltre un milione di copie, ma che ora,
per una strano negativo influsso,
sembra scomparsa quasi del tutto, perfino dal web.
Dico questo perché non m’aspettavo proprio
di dover “faticare” tanto per trovar notizie e musica.
(c’è anche un’altra del tutto diversa canzone del 1951
con lo stesso titolo…cantata da Achille Togliani ).
Qualcosa però son riuscito a recuperare e dunque spero,
nel mio piccolo, di poter, anche se solo in minima parte,
colmare la grave lacuna.
Sì perché la canzone, a mio parere, è delicata e dolce
sia come testo che come musica e l’interpretazione di Nunzio Gallo,
decisamente elegante e raffinata.
Dicevo che la canzone è del 1961, scritta da Aurelio Fierro,
e, per confermare la grandezza del suo successo,
vinse pure la Canzonissima di quell’anno
e fu anche la più gettonata nei mitici juke box (li ricordate?).
Prima di passare all’ascolto della canzone
immergiamoci per un attimo nell’atmosfera di quell’anno.
Siamo nel 1961
l’anno del primo uomo nello spazio… Jurij Gagarin.

dell’incontro tra Kennedy e Krusciev

ed anche del centenario dell’unità d’Italia che viene ricordato
con varie manifestazioni,
soprattutto a Torino, ed a cui partecipai.


jukebox
Foto di gruppo dei partecipanti al Festival di Sanremo del 1961.
Ma torniamo alla canzone.
E’ giunto il momento di ascoltarla o riascoltarla in questo video.
,
,
,
,
,
.
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR ETC
NEL GRUPPO DI FB
COLLEGATO ALLA PAGINA
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Il 16 agosto del 2018 la grandissima cantautrice e pianista statunitense,
vera e propria icona della musica gospel, soul e R&B, ci ha lasciati.

Aretha Louise Franklin (Memphis 25 marzo 1942 – 16 agosto 2108)
Aretha Franklin
è stata votata come la più grande cantante di tutti i tempi…
in un sondaggio della rivista Rolling Stones
da sempre tra le più attive nello stilare classifiche tematiche
in campo musicale.
Questa la top-ten che fu decretata:
1 Aretha Franklin
2 Ray Charles
3 Elvis Presley
4 Sam Cooke
5 John Lennon
6 Marvin Gaye
7 Bob Dylan
8 Otis Redding
9 Stevie Wonder
10 James Brown

Aretha, cresciuta a Detroit, era soprannominata
“La Regina del Soul” o “Lady Soul”
per la capacità d’inserire sempre una vena “soul”
qualunque cosa cantasse.
La sua voce è stata ufficialmente definita
dallo Stato del Michigan «una meraviglia della natura».
Ha vinto ben 21 premi Grammy
Bene, qualunque sia il vostro parere sulla classifica,
Aretha è stata comunque una cantante
di una grandezza assoluta ed indubitabile.
Oltre ai tanti premi ricevuti fu anche scelta
per cantare in diretta tv mondiale alla cerimonia di insediamento
del 44º Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama
Ora ritengo darle il giusto omaggio…
ascoltando questa sua mitica canzone…
Penso che Aretha starà ancora cantando tra le stelle
insieme ai tanti grandi cantanti della storia
della musica leggera che ci hanno dato tante emozioni.
Tony Kospan
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
IL FARO
NASCITA STORIA ED EVOLUZIONE
L’ORIGINE DEI FARI
Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il Faro di Alessandria
IL FARO NELL’ANTICHITA’
Di essi si ricordano quello famoso di Alessandria d’Egitto (si ritiene che la prima vera e propria torre-faro, quella che ha dato a tutte le altre il nome e il modello, sia stata proprio questa).
Venne costruita nel III secolo a.C. un’alta torre sulla quale un enorme braciere veniva acceso risultando visibile da molto lontano.
La torre si ergeva con i suoi 120 metri proprio all’ingresso del porto su un’isoletta, il cui nome era (ed è tuttora) Pharos (da cui il nome Faro).
Architetto ne fu Sostrato di Cnido, figlio di Dexifane, il quale lavorò sotto i primi due Tolomei.
La costruzione del Faro iniziò probabilmente nel 297 a.C., sebbene in epoca più tarda il cronista Eusebio, vescovo di Cesarea, che era stato prigioniero in Egitto, citi nella sua Cronaca la costruzione del faro nell’anno 283 o 282 a.C.
L’inaugurazione ebbe luogo sotto il secondo Tolomeo, Filadelfo, tra il 280 e il 279 a.C.
Il Faro era stato consacrato a favore dei navigatori agli dei salvatori, come diceva l’epigrafe dedicatoria, che poteva facilmente essere scorta da chiunque entrasse o uscisse dal porto.
La fiamma del Faro, vista isolata e alta sull’orizzonte, come una stella, sembrava ad essi l’apparizione della divinità protettrice.
Assai presto si diffuse nel mondo antico la fama della torre luminosa sorta sulla spiaggia dell’Egitto, torre che in verità era annoverata tra le più colossali costruzioni dei re greci.
La torre di Alessandria non fu la sola nell’antichità a rappresentare il primo sistema nautico inventato dall’uomo per la sicurezza sul mare.
Altra analoga realizzazione fu per esempio il cosiddetto “Colosso di Rodi”, enorme costruzione di forma umana all’ingresso del porto dell’ “isola delle rose”, annoverata fra le sette meraviglie dell’antichità.

Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.

Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
L’EVOLUZIONE DEI FARI
I segnali emessi erano in origine esclusivamente luminosi, e stabili.
L’applicazione di uno specchio (e poi di una lente) alla fonte luminosa, in modo da estendere la portata luminosa del manufatto, fu per lungo tempo la sua unica evoluzione sostanziale.
Si aggiunsero poi meccanismi di rotazione, lenti per la colorazione della luce e così via. Il salto tecnologico si ebbe con l’aggiungersi, ai fari luminosi, di altri “ausili alla navigazione“, in particolare dei c.d. “ausili radioelettrici” – radiofari e risponditori radar.
I fari italiani costituiscono una risorsa storica e culturale per il nostro patrimonio architettonico ma anche per il paesaggio costiero regionale.
Ogni faro è univoco nel contesto della sua posizione geografica, sono progettati per durare nei secoli e segnare i caratteri del luogo esaltandone i valori ambientali e naturali attraverso il loro stile e la loro natura architettonica.
Un patrimonio poco conosciuto, studiato in maniera specialistica da pochi.

CIAO DA TONY KOSPAN
IL SALOTTO DEI RICORDI SU FB
.
.
..
.
ll Faro di Alessandria
Mi piace:
Mi piace Caricamento...

La canzone di cui parlerò in questa libera antologia
delle canzoni della nostra memoria… è
di
Nunzio Gallo
SEDICI ANNI
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
A cura di Tony Kospan
Una canzone che all’epoca… (1961/1962)
vendette oltre un milione di copie… ma che ora…
per una strana negativa magia…
sembra scomparsa del tutto… anche dal web.
Dico questo perché non m’aspettavo proprio
di dover “faticare” tanto per trovar notizie e musica…
(c’è anche un’altra diversa canzone del 1951 con lo stesso titolo…
cantata da Achille Togliani ).
Qualcosa però son riuscito a recuperare e dunque spero,
nel mio piccolo, di poter, anche se solo in minima parte,
colmare la grave lacuna.
Sì perché la canzone, a mio parere, è delicata e dolce
come testo e musica e l’interpretazione di Nunzio Gallo,
decisamente elegante e raffinata.
Dicevo che la canzone è del 1961, scritta da Aurelio Fierro,
e per confermare la grandezza del suo successo…
vinse pure la Canzonissima di quell’anno
e fu anche la più gettonata nei mitici juke box… ( li ricordate? )
Prima di passare all'ascolto della canzone
immergiamoci per un attimo nell'atmosfera di quell'anno.
Siamo nel 1961…
l’anno del primo uomo nello spazio… Jurij Gagarin

dell’incontro tra Kennedy e Krusciev

ed anche del centenario dell’unità d’Italia che viene ricordato
con varie manifestazioni…
soprattutto a Torino ed a cui partecipai.


jukebox
Foto di gruppo dei partecipanti al Festival di Sanremo del 1961.
Ma torniamo alla canzone…
E' giunto il momento di ascoltarla in questo video.
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR ETC
NEL GRUPPO DI FB
COLLEGATO ALLA PAGINA
Mi piace:
Mi piace Caricamento...