Archivio per l'etichetta ‘STORIA ITALIANA’
Quelli che rimpiangono acriticamente l’amata Lira dimenticano i tanti problemi che la vecchia moneta visse nel corso del secolo della sua esistenza.
Uno dei casi più strani e molto divertenti (soprattutto per gli stranieri) fu la comparsa dei mini assegni.
Accadeva, in modo uniforme in tutta Italia nel 1975, che in poco tempo non si trovavano più le monete di metallo.
La causa precisa del fenomeno è ancora incerta, si suppone che, a causa della grande inflazione, la Zecca prediligesse la stampa di monete cartacee lasciando invariato il numero delle monetine.
O, secondo un’altra ipotesi, sembra che i produttori giapponesi di orologi ne facessero incetta, data la qualità del metallo delle nostre monete per le loro casse.
O ancora, secondo altri, a causa dell’apparizione e la grande diffusione di macchinette automatiche (juke box, slot machine etc) che ingoiavano enormi quantità di monetine.
Ci fu, come al solito, pure chi parlò di complotto!
Quel che è certo è che le monete scomparvero.
Allora i negozianti provarono a dare ai loro clienti il resto con caramelle, gettoni telefonici o altro.
Ma la cosa non funzionò ed ecco che comparvero i miniassegni.
Il primo fu emesso dall’Istituto Bancario San Paolo di Torino il 10.12.1975, a cui seguirono poi tante altre Banche ed Istituti di Credito vari con tagli di vario importo, da 50, 100, 150, 200, 250, 300 e persino da 350 lire!
Erano di 11 cm x 21 per lo più di cartaccia, ma erano anche colorati e scritti male.
La loro diffusione fu immediata dato che risolveva il problema contingente, ma in realtà già dopo qualche anno, dato che erano fatti di carta di poca qualità, essi iniziarono a deteriorarsi ed a divenire inservibili.
La cosa però interessò i collezionisti di tutto il mondo che cercarono di accaparrarsi queste strane monete nate senza alcuna legge o regola.
C’è da dire che non mancò nemmeno la diffusione di mini assegni falsi creati da falsari con intestazione di Banche inesistenti.
Il PM di Perugia volle intervenire e ne dispose il sequestro in tutto il territorio nazionale ma la cosa, ovviamente, non ebbe alcun seguito essendo gli assegnini milioni ed in tutte le tasche degli italiani.
Solo verso la fine del 1977 ed agli inizi del 1978 finalmente si muoveva la Zecca che iniziò ad incrementare la produzione di monetine (soprattutto con 100 milioni di monete da 200 lire il cd. “Bronzino”).
Pian piano i miniassegni non servivano più e tutti coloro che ne avevano in gran numero quando vollero trasformarli in lire si accorsero che praticamente ciò era impossibile dati gli adempimenti ed i costi dell’operazione molto superiori al loro valore.
Agli inizi del 1979 i miniassegni ormai erano scomparsi senza che gli Italiani ci facessero nemmeno caso.
Ora sono solo oggetti da collezione, ma restano tuttora 2 misteri.
Come mai scomparvero all’improvviso tutte le monetine e come si è potuta affermare in Italia una moneta alternativa e senza alcuna legge.
Tony Kospan
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II 17 marzo 1861 è la data in cui
ci fu la proclamazione ufficiale del Regno d’Italia.
Nasceva così lo stato Italiano.
Quel giorno si raggiungeva il traguardo di una Patria unita
nata, è vero, nei pensieri di minoranze illuminate
ma che riconosceva la presenza, nei vari staterelli precedenti,
di un comune (e però ricco di differenze) passato storico e culturale.
Da allora tante cose sono successe alcune belle ed altre dolorose…
tra queste ultime anche guerre tremende…
ed ora, in questo momento, stiamo vivendo momenti difficili insieme
sia per l’incubo del coronavirus, non ancora scomparso,
che per la presenza di una guerra in Europa dopo 76 anni.
Tantissime cose sono cambiate da allora
e tantissimi problemi ancora restano
ma l’Italia… è e resterà la nostra Patria.
Non possiamo non esser fieri
per l’immenso patrimonio artistico e culturale
che i nostri antenati compatrioti
hanno saputo lasciarci nel corso dei secoli.
Inoltre nei campi dell’umanità e dei principi di solidarietà,
anch’essi un lascito delle opere e degli scritti,
laici e religiosi dei nostri antenati,
non siamo stati, non siamo e penso che non saremo mai,
con i nostri pregi ed i mostri difetti, inferiori a nessuno.
Pertanto, con la speranza di una nuova visione unitaria,
e di nuovi progressi per la nostra società,
benché attualmente attanagliata
da una crisi sanitaria senza precedenti,
faccio gli auguri alla nostra… Madre Patria.
Tony Kospan
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Ho scoperto solo qualche anno fa che questa canzone,
scritta e musicata da Domenico Modugno,
e che da ragazzo mi affascinava moltissimo
per la sua poetica ma misteriosa e tragica atmosfera
era stata composta in ricordo del Principe.
Raimondo Lanza di Trabia
Quelle magiche parole della prima strofa
mi colpivano nel profondo:
E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frac
.
.
.
.
ECCO IL VERO PRINCIPE DEL…
VECCHIO FRACK
E LA SUA STORIA
Raimondo Lanza di Trabia (Palermo 9.9.1915 – Roma 30.11.1954)
Un principe dalla vita super avventurosa…
super mondana… ma dal tragico finale.
.
.
Ce ne parla il giornalista scrittore Sorgi
nel suo libro “Il grande Dandy”
Si pensi, per comprender la straordinarietà del personaggio,
che nella sua breve incredibile vita è stato
fidanzato di Susanna Agnelli, l’amante di Joan Crawford,
amico forse più che intimo di Edda Ciano e Rita Hayworth,
amico di Gianni Agnelli, Ranieri di Monaco, Aristotele Onassis
e dello scià Reza Pahlavi, ed inoltre…
Presidente del Palermo Calcio, pilota di auto, animatore della Targa Florio,
spia fascista nella guerra civile spagnola
ed infine mediatore con i partigiani nella Roma del ’43 !!!!

Quest’uomo del jet set… quando il patrimonio stava per esaurirsi
e si accorse che il suo fisico era allo stremo per le grandi sregolatezze,
non fu però in grado di fermarsi, riprendersi, rinnovarsi,
ma se ne andò in modo teatrale e disperato
secondo il copione del personaggio che egli stesso si era costruito.

Ma riascoltiamo ora questa famosissima canzone…
del mitico Modugno e forse possiamo comprender
l’atmosfera, insieme brillante e drammatica,
in cui si svolge l’ultimo atto del principe…
e, se ci va, possiamo farlo leggendo il testo della canzone.


IL TESTO
VECCHIO FRACK
Domenico Modugno
E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Si avvicina lentamente con incedere elegante
ha l’aspetto trasognato malinconico ed assente
non si sa da dove viene nè dove va
di chi mai sarà quel vecchio frack?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va
E’ giunta ormai l’aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va
di chi sarà, di chi sarà quel vechio frack
adieu adieu adieu adieu vecchio mondo
ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato
ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor.

LA CANZONE



CIAO DA TONY KOSPAN
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Nasceva così lo stato Italiano.
Quel giorno si raggiungeva il traguardo di una Patria unita
nata, è vero, nei pensieri di minoranze illuminate
ma che riconosceva la presenza, nei vari staterelli precedenti,
di un comune (e però ricco di differenze) passato storico e culturale.
Da allora tante cose sono successe alcune belle ed altre dolorose…
tra queste ultime anche guerre tremende…
ed ora in questo momento stiamo vivendo insieme l’incubo del coronavirus.
Tantissime cose sono cambiate da allora
e tantissimi problemi ancora restano
ma l’Italia… è e resterà la nostra Patria.
Non possiamo non esser fieri
per l’immenso patrimonio artistico e culturale
che i nostri antenati compatrioti
hanno saputo lasciarci nel corso dei secoli.
Inoltre nei campi dell’umanità e dei principi di solidarietà,
anch’essi un lascito delle opere e degli scritti,
laici e religiosi dei nostri antenati,
non siamo stati, non siamo e penso che non saremo mai,
con i nostri pregi ed i mostri difetti, inferiori a nessuno.
Pertanto, con la speranza di una nuova visione unitaria,
e di nuovi progressi per la nostra società,
benché attualmente attanagliata
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scritta e musicata da Domenico Modugno,
e che da ragazzo mi affascinava moltissimo
per la sua poetica ma misteriosa e tragica atmosfera
era stata composta in ricordo del Principe.
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Raimondo Lanza di Trabia
Quelle magiche parole della prima strofa
mi colpivano nel profondo:
E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frac
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ECCO IL VERO PRINCIPE DEL…
VECCHIO FRACK
E LA SUA STORIA
Raimondo Lanza di Trabia (Palermo 9.9.1915 – Roma 30.11.1954)
Un principe dalla vita super avventurosa…
super mondana… ma dal tragico finale.
.
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Ce ne parla il giornalista scrittore Sorgi
nel suo libro “Il grande Dandy”
Si pensi, per comprender la straordinarietà del personaggio,
che nella sua breve incredibile vita… è stato
fidanzato di Susanna Agnelli, l’amante di Joan Crawford,
amico forse più che intimo di Edda Ciano e Rita Hayworth,
amico di Gianni Agnelli, Ranieri di Monaco, Aristotele Onassis
e dello scià Reza Pahlavi, ed inoltre…
Presidente del Palermo Calcio, pilota di auto, animatore della Targa Florio,
spia fascista nella guerra civile spagnola
ed infine mediatore con i partigiani nella Roma del ’43 !!!!

Quest’uomo del jet set… quando il patrimonio stava per esaurirsi
e si accorse che il suo fisico era allo stremo per le grandi sregolatezze,
non fu però in grado di fermarsi… riprendersi… rinnovarsi…
ma se ne andò in modo teatrale e disperato
secondo il copione del personaggio che egli stesso si era costruito.

Ma riascoltiamo ora questa famosissima canzone…
del mitico Modugno… e forse possiamo comprender
l’atmosfera, insieme brillante e drammatica,
in cui si svolge l’ultimo atto del principe…
e, se ci va, possiamo farlo leggendo il testo della canzone.


IL TESTO
VECCHIO FRACK
Domenico Modugno
E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Si avvicina lentamente con incedere elegante
ha l’aspetto trasognato malinconico ed assente
non si sa da dove viene nè dove va
di chi mai sarà quel vecchio frack?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va
E’ giunta ormai l’aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va
di chi sarà, di chi sarà quel vechio frack
adieu adieu adieu adieu vecchio mondo
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Nasceva così lo stato Italiano.
Quel giorno si raggiungeva il traguardo di una Patria unita
nata, è vero, nei pensieri di minoranze illuminate
ma che riconosceva la presenza, nei vari staterelli precedenti,
di un comune (e però ricco di differenze) passato storico e culturale.
Da allora tante cose sono successe alcune belle ed altre dolorose…
tra queste ultime anche guerre tremende…
ed ora in questo momento stiamo vivendo insieme l'incubo del coronavirus.
Tantissime cose sono cambiate da allora
e tantissimi problemi ancora restano
ma l'Italia… è e resterà la nostra Patria.
Non possiamo non esser fieri
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che i nostri antenati compatrioti
hanno saputo lasciarci nel corso dei secoli.
Inoltre nei campi dell'umanità e dei principi di solidarietà,
anch'essi un lascito delle opere e degli scritti,
laici e religiosi dei nostri antenati,
non siamo stati, non siamo e penso che non saremo mai,
con i nostri pregi ed i mostri difetti, inferiori a nessuno.
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E LA SUA STORIA
Raimondo Lanza di Trabia (Palermo 9.9.1915 – Roma 30.11.1954)
Un principe dalla vita super avventurosa…
super mondana… ma dal tragico finale.
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Si pensi, per comprender la straordinarietà del personaggio,
che nella sua breve incredibile vita… è stato
fidanzato di Susanna Agnelli, l'amante di Joan Crawford,
amico forse più che intimo di Edda Ciano e Rita Hayworth,
amico di Gianni Agnelli, Ranieri di Monaco, Aristotele Onassis
e dello scià Reza Pahlavi, ed inoltre…
Presidente del Palermo Calcio, pilota di auto, animatore della Targa Florio,
spia fascista nella guerra civile spagnola
ed infine mediatore con i partigiani nella Roma del ’43 !!!!

Quest'uomo del jet set… quando il patrimonio stava per esaurirsi
e si accorse che il suo fisico era allo stremo per le grandi sregolatezze,
non fu però in grado di fermarsi… riprendersi… rinnovarsi…
ma se ne andò in modo teatrale e disperato
secondo il copione del personaggio che egli stesso si era costruito.

Ma riascoltiamo ora questa famosissima canzone…
del mitico Modugno… e forse possiamo comprender
l'atmosfera, insieme brillante e drammatica,
in cui si svolge l'ultimo atto del principe…
e, se ci va, possiamo farlo leggendo il testo della canzone.


IL TESTO
VECCHIO FRACK
Domenico Modugno
E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Si avvicina lentamente con incedere elegante
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non si sa da dove viene nè dove va
di chi mai sarà quel vecchio frack?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va
E' giunta ormai l'aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
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nata, è vero, nei pensieri di minoranze illuminate
ma che riconosceva la presenza, nei vari staterelli precedenti,
di un comune (e però ricco di differenze) passato storico e culturale.
Da allora tante cose sono successe alcune belle ed altre dolorose…
tra queste ultime anche guerre tremende…
ed ora in questo momento stiamo vivendo insieme l'incubo del coronavirus.
Tantissime cose sono cambiate da allora
e tantissimi problemi ancora restano
ma l'Italia… è e resterà la nostra Patria.
Non possiamo non esser fieri
per l'immenso patrimonio artistico e culturale
che i nostri antenati compatrioti
hanno saputo lasciarci nel corso dei secoli.
Inoltre nei campi dell'umanità e dei principi di solidarietà,
anch'essi un lascito delle opere e degli scritti,
laici e religiosi dei nostri antenati,
non siamo stati, non siamo e penso che non saremo mai,
con i nostri pregi ed i mostri difetti, inferiori a nessuno.
Pertanto, con la speranza di una nuova visione unitaria,
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benché attualmente attanagliata
da una crisi sanitaria senza precedenti,
faccio gli auguri alla nostra… Madre Patria.
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scritta e musicata da Domenico Modugno,
e che da ragazzo mi affascinava moltissimo
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Raimondo Lanza di Trabia
Quelle magiche parole della prima strofa
mi colpivano nel profondo:
E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frac
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E LA SUA STORIA
Raimondo Lanza di Trabia (Palermo 9.9.1915 – Roma 30.11.1954)
Un principe dalla vita super avventurosa…
super mondana… ma dal tragico finale.
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Ce ne parla il giornalista scrittore Sorgi
nel suo libro “Il grande Dandy”
Si pensi, per comprender la straordinarietà del personaggio,
che nella sua breve incredibile vita… è stato
fidanzato di Susanna Agnelli, l'amante di Joan Crawford,
amico forse più che intimo di Edda Ciano e Rita Hayworth,
amico di Gianni Agnelli, Ranieri di Monaco, Aristotele Onassis
e dello scià Reza Pahlavi, ed inoltre…
Presidente del Palermo Calcio, pilota di auto, animatore della Targa Florio,
spia fascista nella guerra civile spagnola
ed infine mediatore con i partigiani nella Roma del ’43 !!!!

Quest'uomo del jet set… quando il patrimonio stava per esaurirsi
e si accorse che il suo fisico era allo stremo per le grandi sregolatezze,
non fu però in grado di fermarsi… riprendersi… rinnovarsi…
ma se ne andò in modo teatrale e disperato
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Ma riascoltiamo ora questa famosissima canzone…
del mitico Modugno… e forse possiamo comprender
l'atmosfera, insieme brillante e drammatica,
in cui si svolge l'ultimo atto del principe…
e, se ci va, possiamo farlo leggendo il testo della canzone.


IL TESTO
VECCHIO FRACK
Domenico Modugno
E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
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Si avvicina lentamente con incedere elegante
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di chi mai sarà quel vecchio frack?
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E' giunta ormai l'aurora si spengono i fanali
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Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
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un cilindro, un fiore, un frack
Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu
Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
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ma che riconosceva la presenza, nei vari staterelli precedenti,
di un comune (e però ricco di differenze) passato storico e culturale.
Da allora tante cose sono successe alcune belle ed altre dolorose…
tra queste ultime anche guerre tremende…
ed ora in questo momento stiamo vivendo insieme l’incubo del coronavirus.
Tantissime cose sono cambiate da allora
e tantissimi problemi ancora restano
ma l’Italia… è e resterà la nostra Patria.
Non possiamo non esser fieri
per l’immenso patrimonio artistico e culturale
che i nostri antenati compatrioti
hanno saputo lasciarci nel corso dei secoli.
Inoltre nei campi dell’umanità e dei principi di solidarietà,
anch’essi un lascito delle opere e degli scritti,
laici e religiosi dei nostri antenati,
non siamo stati, non siamo e penso che non saremo mai,
con i nostri pregi ed i mostri difetti, inferiori a nessuno.
Pertanto, con la speranza di una nuova visione unitaria,
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