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Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.
Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
ESAME DELLE OSSA DEI PRIMITIVI
Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) avevano ossa più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano ossa messo spesse e meno resistenti.
Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che invece indossavano stivali di foca. |
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Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.
Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
ESAME DELLE OSSA DEI PRIMITIVI
Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) avevano ossa più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano ossa messo spesse e meno resistenti.
Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che invece indossavano stivali di foca. |
Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.
Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.
ESAME DELLE OSSA DEI PRIMITIVI
Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) avevano ossa più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano ossa messo spesse e meno resistenti.
Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che invece indossavano stivali di foca. |
Un tempo le coste di notte erano oscure e raramente si poteva scorgere qualche flebile lumicino su di esse, indicazione di presenza umana a terra.
Era facile allora segnalare ai naviganti la presenza di pericoli o la strada da seguire per arrivare in porto semplicemente accendendo un bel falò in una posizione conosciuta.
La cosa si prestava comunque anche alla pirateria, dal momento che bastava falsare la posizione dell’indicazione per far andare in secca i vascelli da depredare, come accadde spesso lungo le coste del Mare del Nord nei secoli passati.
Niente di più logico quindi che si pensasse a un opportuno e sicuro segnalamento marittimo per dirigere i naviganti in sicurezza.
Nell’antichità i fari erano collocati all’entrata di porti importanti per agevolare l’approdo di notte.
Erano funzionanti saltuariamente e solo quando era necessario, data la difficoltà di alimentare le fiamme con legna e pece.
Il colosso di Rodi
Particolare curioso del faro originale antico era la capacità del sistema di emettere anche suoni, quasi fosse un antenato dei moderni “fog horn” (corni da nebbia).
Infatti un ingegnoso sistema di contenitore con acqua, riscaldata dal braciere, consentiva la fuoriuscita di getti vapore che funzionavano né più né meno come le attuali sirene delle navi.
Un altro faro di grandi dimensioni, di cui ancor a metà del ’700 esistevano imponenti rovine, fu costruito sulla Manica a Boulogne dall’imperatore Caligola.
I romani ne costruirono anche nell’Adriatico, uno p.es. a Brindisi, un altro in prossimità della foce del Po, di cui esiste ancor oggi il basamento di metri 7 x 7 posto su pali, un altro ad Ancona, etc.
Colonna Traiana (partic.)
Certamente esistevano fari anche in Dalmazia se sulla colonna Traiana è riprodotto uno in prossimità dell’approdo, dove scese l’imperatore Traiano nel suo viaggio verso l’Oriente.
I porti importanti erano dotati di lanterne prossime al centro abitato che quando erano in funzione bruciavano – come nell’antichità – legna e pece.
Nel Medio Evo non si costruivano fari isolati lungo le coste, non potendosene garantire permanentemente la sicurezza.