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La vera “Ragazza di Ipanema”.. la sua storia.. la poesia di Montale e riascoltiamo la mitica canzone in 3 versioni   2 comments









Ci sono canzoni che, forse perché baciate dalle stelle,
raggiungono un successo mondiale
e suscitano in tantissimi la curiosità di conoscerne la storia.


Questa, del 1962, è una di queste ed ebbe un tale successo
che suscitò perfino l’interesse del grande poeta 
Eugenio Montale
come potremo ora leggere in questo post. 
 
 
.
.
.
 
 
 
 
 

Parleremo dunque della storia di questa canzone,
 di Vinicius de Moraes, 
della ragazza musa ispiratrice del poetico testo…
della mitica spiaggia…
ed infine della poesia che Montale le dedicò.
 
Inoltre avremo anche la possibilità d’ascoltarla in 3 versioni.

 
 
 

Vinicius de Moraes e… la ragazza di Ipanema
 
 
 
 

E’ poi, da un punto di vista strettamente musicale, 
la canzone che ha fatto conoscere la Bossa Nova al mondo
ed ancor oggi è la Bossa Nova più cantata.
.
.




Ovviamente lui., l’autore, è Vinícius de Moraes


 poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano.





Vinícius de Moraes
(Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – Rio de Janeiro, 9 luglio 1980)

  

 

IL POETICO TESTO
   

LA RAGAZZA DI IPANEMA
Vinicius de Moraes 

 Guarda che cosa mai bella
Così piena di grazia
E’ lei la ragazza che viene e che passa
In un dolce equilibrio camminando verso il mare

Fanciulla dal corpo dorato
Dal sole di Ipanema
Il suo incedere è più che un poema
E’ la cosa più bella che abbia visto passare

Ah! Come mi sento solo…
Ah! Come tutto è così triste…
Ah! La bellezza che esiste
La bellezza che non è solo mia
E che pure passa da sola

Ah! Se lei sapesse che quando passa
Il mondo intero si riempie di grazia
E diventa più bello grazie all’amore

Solo grazie all’amore.

  

Joao Gilberto e la spiaggia di Ipanema


 

LA CANZONE IN UNA 1° VERSIONE

 

Ascoltiamola in una prima versione cantata
dal grande Joao Gilberto

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Joao Gilberto

  
 ,
,
,
in versione originale… portoghese.
.
  
 


fre bia pouce   musicAnimata





LA STORIA DELLA CANZONE
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La leggenda vuole che i due autori, Vinicius de Moraes e Antônio Carlos Jobim, si incontrassero regolarmente in un bar di Ipanema per scrivere una commedia musicale e che ora, per ricordare che lì nacque la canzone ora porta il suo nome.





Il bar, allora Bar Veloso, era sulla strada che una ragazza percorreva tutti i giorni per recarsi da casa alla scuola.
La ragazza si chiamava Heloisa Pinheiro.
Guardandola tutti i pomeriggi i due musicisti colsero da lei l’ispirazione per la canzone che scrissero sui tavolini del bar.
Oggi il Bar Veloso si chiama “The girl from Ipanema” e il nome della strada è divenuto, da Rua Montenegro, Rua Vinícius de Moraes.
 
 
 

 
 
 
In realtà la storia è diversa (e forse meno romantica). 
Eccola.
 Nonostante i due abbiano sicuramente frequentato il bar, la melodia di questa canzone venne composta da Jobim al pianoforte della propria abitazione, in Rua Barro da Torre, per una commedia (Blimp) che Moraes aveva in mente ma di cui non aveva ancora scritto nulla.
Vinicius aveva scritto le parole di questa canzone a Petropolis, vicino a Rio de Janeiro. 
Anche “Chega de Saudade” era stata scritta qui sei anni prima ma dedicandola proprio a Helô Pinheiro.
 
 
 
 
Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto
 
 
 
 
Il titolo della canzone doveva essere Menina que passa  (La ragazza che passa).
 

Per quanto riguarda la ragazza, alta, abbronzata, mora con gli occhi verdi, bella e giovane, Jobim e Moraes la videro effettivamente passare molte volte davanti al Bar Veloso nell’inverno del 1962, perché Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto, Helo per gli amici, viveva lì vicino in Rua Montenegro ed era cliente dello stesso bar.


Non c’era da stupirsi quindi che molti nel quartiere (e tutti in quel bar) la conoscessero.

 
 
  
 
LA CANZONE… 2° VERSIONE
 
 
Questa è in formato mp3…
 

fre bia pouce   musicAnimata

 
  

 
 L’AMBIENTAZIONE: LA SPIAGGIA DI IPANEMA
  
Non meno importante, per il fascino della canzone,
è certamente l’ambiente in cui nacque:
la mitica spiaggia di Ipanema


 
.
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La strada che attraversa la foresta Tijuca offre continuamente vedute spettacolari della spiaggia e del quartiere di Ipanema, del suo proseguimento Leblon e della Laguna Rodrigo de Freitas, che i carioca Chiamano la Lagoa. 
Questa è la zona bella di Rio, sede di benessere e dei carioca neo ricchi. 
Ipanema (è un nome indio che significa acque pericolose) si sviluppò come insediamento di frontiera nel 1894, con lunghe piste in terra battuta che correvano parallele alle dune di sabbia, e qualche capanna ai lati della strada. 
Considerato un avamposto sperduto ai confini della civiltà, il quartiere fu a lungo ignorato, finché la calca di Copacabana divenne insopportabile per i suoi residenti benestanti, che si spostarono in un’ altra spiaggia più a sud: appunto a Ipanema. 
 
 
 


Vinicius de Moraes e Helo Pinheiro qualche anno dopo
 
 
 
  
LA POESIA DI MONTALE
 
 
 
Infine ecco la sorprendente poesia
 dedicata proprio a lei
da un insospettabile Montale.
 
 

Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
L’acqua’ è la forza che ti tempra,
nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
come un’equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo,
sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.
 
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)



 Ragazza di Ipanema


 

LA CANZONE… 3° VERSIONE
 
 
Quest’ultima versione è in italiano
cantata da Bruno Martino.
 
Il video presenta anche altre immagini
della ragazza, della spiaggia etc…
 
 
 
 
fre bia pouce   musicAnimata
 
 
 
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Infine concludiamo con 3 recenti immagini
della Ragazza di Ipanema
ormai Nonna… ma sempre molto vivace.
 



 



 


 

F I N E 
 
 





Fonti e testi da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Orso Tony




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LA VIE EN ROSE – La storia.. il fascino.. l’atmosfera del 1945 e la mitica canzone in 2 versioni   Leave a comment







Questa è una delle canzoni più belle e più note di tutti i tempi
nonché la canzone simbolo dell’amore romantico

La “vita in rosaper noi italiani
ha lo stesso significato che ha per i francesi
soprattutto nell’espressione
Vedere la vita in rosa”.
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.

 
(Parigi 19.12.1915 – Grasse 10.10.1963)



LA VIE EN ROSE…

LA STORIA.. LA POESIA L’ATMOSFERA E… LA CANZONE



La Piaf stessa scrisse il testo con il titolo però
Les choses en rose (Le cose in rosa),
e chiese al maestro Robert Chauvigny di musicarlo.
.
Però egli si rifiutò essendo il brano, secondo lui,
senza alcun valore e mai vi fu errore così clamoroso.

.


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.


Lei si rivolse allora al pianista Louiguy (Louis Gugliemi)
che la musicò, cambiandole anche il titolo in
La vie en rose
.
La canzone divenne ben presto un successo mondiale
e dirò di più… un successo che non è mai tramontato.
.
Dove poteva nascere una canzone così… se non a Parigi?

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Siamo nel 1945…
l’anno in cui termina la seconda guerra mondiale…
e Parigi è stata appena liberata dagli anglo-americani.








Ricordiamo per un attimo quei giorni…



1945 – Primavera a Parigi



1945 – Primavera a Parigi
.
.

Torniamo quindi alla nostra canzone ed ecco
il poetico testo… in italiano.



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IL TESTO

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Occhi che fanno abbassare i miei
Un ridere che si perde nella sua bocca
Ecco il ritratto senza ritocchi
Dell’uomo al quale appartengo
Quando mi prende fra le braccia
Mi parla a bassa voce
Vedo la vita tutta rosa
Mi dice parole d’amore
Parole di tutti i giorni,
E sento che qualcosa
E’ entrato nel mio cuore,
Una parte di felicità
Di cui conosco la causa
E’ lui per
Me, io per lui nella vita
Me l’ha detto, l’ha giurato sulla sua vita,
E fin dal momento in cui lo scorgo da lontano
Allora sento in me, il cuore che batte…
Notti d’amore senza fine
Una gran felicità che si fa largo
I fastidi, i dolori si cancellano
Felice, felice da morire

.
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Ascoltiamola in una prima versione

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fre bia pouce       musicAnimata



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e poi in questo video d’epoca, per chi lo preferisce,

possiamo invece ammirarla nella sua interpretazione

ed assaporare insieme l’atmosfera di quegli anni.

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fre bia pouce       musicAnimata


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CIAO DA TONY KOSPAN




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“VECCHIO FRACK” – L’avventuroso principe di cui parla la mitica canzone di Modugno.. il testo e riascoltiamola   1 comment

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Ho scoperto solo qualche anno fa che questa canzone,
scritta e musicata da Domenico Modugno,
e che da ragazzo mi affascinava moltissimo
per la sua poetica ma misteriosa e tragica atmosfera
era stata composta in ricordo del Principe
Raimondo Lanza di Trabia.

Quelle magiche parole della prima strofa
mi colpivano nel profondo:




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E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frac

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ECCO CHI ERA IL VERO PRINCIPE DEL
VECCHIO FRACK
E LA SUA STORIA

 
 

Raimondo Lanza di Trabia (Palermo 9.9.1915 – Roma 30.11.1954)

 

  

 

Era un principe dalla vita super avventurosa,
super mondana ma dal tragico finale.
.
 

 .

 
 
 
 
 
 
 
Ce ne parla diffusamente il giornalista-scrittore Marcello Sorgi
nel suo libro “Il grande Dandy”
 
 
 
 
 

 

 

 

Si pensi, per comprender la straordinarietà del personaggio,

 che nella sua breve incredibile vita è stato:

 fidanzato di Susanna Agnelli, l’amante di Joan Crawford,

amico forse più che intimo di Edda Ciano e Rita Hayworth,

amico di Gianni Agnelli, Ranieri di Monaco, Aristotele Onassis

e dello scià Reza Pahlavi, ed inoltre…

Presidente del Palermo Calcio, pilota di auto, animatore della Targa Florio,

spia fascista nella guerra civile spagnola

ed infine mediatore con i partigiani nella Roma del ’43 !!!!

 

 

 

 

 

 

Quest’uomo del jet set quando il patrimonio stava per esaurirsi

e si accorse che anche il suo fisico era allo stremo per le grandi sregolatezze,

ma non fu in grado di fermarsi, riprendersi, rinnovarsi,

e se ne andò in modo teatrale e disperato

secondo il copione del personaggio che egli stesso si era costruito.

 

 

 

 

 

 

Ma riascoltiamo ora questa famosissima canzone…

del mitico Modugno e forse possiamo comprender

l’atmosfera, insieme brillante e drammatica,


in cui si svolge l’ultimo atto del principe

e, se ci va, possiamo farlo leggendo il testo della canzone.

 

 

viola 2viola 2

 

 

IL TESTO

 

VECCHIO FRACK


Domenico Modugno


E’ giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un’ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack

Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Si avvicina lentamente con incedere elegante
ha l’aspetto trasognato malinconico ed assente
non si sa da dove viene nè dove va
di chi mai sarà quel vecchio frack?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va

E’ giunta ormai l’aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frack

Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va
di chi sarà, di chi sarà quel vechio frack
adieu adieu adieu adieu vecchio mondo
ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato
ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor.

 

 

giallodonnagiallodonna

 

 

 

LA CANZONE


 

fre bia pouce    musicAnimata

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

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SIGNORINELLA PALLIDA mitica canzone di un tempo – La storia.. il poetico testo e l’atmosfera del 1931   Leave a comment

 
 
 
Danielle Darrieux

 
 
 

In verità il titolo esatto è solo
SIGNORINELLA
ma è universalmente conosciuta come
SIGNORINELLA PALLIDA

 
 
 
 
 
 
 
 
 

ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 

 
 
Il testo della canzone è poesia pura,
 poesia vera, del grande poeta e paroliere Libero Bovio.
 
 
Avremo modo di leggerne il testo più giù.

 
 
 
 

 
 
 
 
 
LA POESIA DELLA CANZONE
 
 
 
E’ una canzone davvero struggente che colpì, appena uscì
tantissimi cuori e da allora non ha mai smesso di colpire 
soprattutto quelli di coloro che sono lontani dalla terra d’origine. 
 
 
Personalmente non riesco a non commuovermi  
ogni volta che l’ascolto.

 
 
 
 
 
 
 

LA STORIA DELLA CANZONE 
 

Si racconta che la musica fu scritta in una nottata
e musicata da un Valente arrabbiatissimo
perché aveva perduto molto giocando a carte.


 
 
 

Vincenzo Irolli 
 

 
 
 
 
L’ATMOSFERA DELL’EPOCA
 
 
Vediamo, prima di passare alla canzone,
qualche immagine che ci riporta all’atmosfera del 1931.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il mitico Tazio Nuvolari il 2 agosto del 1931 prima della partenza della gara
 
 
 
 
In un primo momento i discografici l’avevano bocciata
perché per loro era “un romanzo… e non una canzone
ma mai smentita fu più clamorosa…
e dal suo successo nacque anche un film.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma veniamo alla canzone e, per meglio gustarla,
leggiamo prima il testo.
 
 
 
SIGNORINELLA
Libero Bovio – Nicola Valente (1931) 

 
Signorinella pallida,
dolce dirimpettaia del quinto piano,
non v’è una notte ch’io non sogni Napoli,
e son vent’anni che ne sto’ lontano!
Al mio paese nevica,
e il campanile della chiesa è bianco,
tutta la legna è diventata cenere,
io ho sempre freddo e sono triste e stanco!
Lenta e lontana,
mentre ti penso suona la campana
della piccola chiesa del Gesù
e nevica, vedessi come nevica ….
ma tu, dove sei tu?
Bei tempi di baldoria,
dolce felicità fatta di niente:
Brindisi coi bicchieri colmi d’acqua
al nostro amore povero e innocente.
Negli occhi tuoi passavano
una speranza, un sogno, una carezza ….
avevi un nome che non si dimentica,
un nome lungo e breve: giovinezza!
Amore mio!
Non ti ricordi che, nel dirmi addio,
mi mettesti all’occhiello una pansè
e mi dicesti, con la voce tremula:
“Non ti scordar di me!”
E gli anni e i giorni passano,
uguali e grigi, con monotonia,
le nostre foglie più non rinverdiscono,
signorinella, che malinconia!
Tu innamorata e pallida
più non ricami innanzi al tuo telaio,
io qui son diventato il buon don Cesare,
porto il mantello a ruota e fo’ il notaio.
Il mio piccino,
sfogliando un vecchio libro di latino,
ha trovato, indovina, una pansè ….
perché negli occhi mi spuntò una lacrima?
Chissà, chissà perché!
Lenta e lontana,
mentre ti penso, suona la campana
della piccola chiesa del Gesù ….
e nevica, vedessi come nevica ….
ma tu …. dove sei tu?
 
 
 
 
 
 
 
 


IL VIDEO DELLA CANZONE
 
 
e poi ascoltiamola in questo video in cui è
interpretata da Achille Togliani
noto cantante degli anni 50 e 60.

 
 
 
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CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 

 
 
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C. A. BIXIO – Ricordo del grande compositore e la sua mitica canzone “VIVERE” (Voglio vivere così)   Leave a comment




Forse ai giovani d’oggi il suo nome dice poco o nulla
ma
Cesare Andrea Bixio è stato un vero e proprio
mito della musica leggera
in quanto autore di notissime ed ormai classiche
canzoni napoletane ed italiane, 
nonché di colonne sonore in tutti i campi dello spettacolo
nella prima metà del secolo scorso.






.
Figlio di padre genovese e madre napoletana
a partire dagli anni ’20 iniziò la sua collaborazione con
il quasi omonimo Bixio Cherubini con cui creò capolavori come
Violino tzigano, Il tango delle capinere, Mamma, Vola colomba,
Parlami d’amore Mariù, Portami tante rose, Vivere… etc.


La sua attività musicale proseguì per tutta la vita…
sia interagendo con i massimi artisti dell’epoca
che adeguandosi con grande successo ai nuovi “media
dell’epoca come il cinema e la televisione.
.
.
.

 

(Napoli 11.10.1896 – Roma 5.3.1978)

.
.


E’ stato anche un geniale industriale 

e fondatore di diverse case editrici di musica. 
 
Mi fa dunque piacere ricordarlo 
con questo mio post
dedicato ad uno dei suoi massimi successi.


VIVERE – 1937

 
 
 
 

 

 
 
Nell’epoca dell’imperante (in tutti i sensi)  
“DIO PATRIA E FAMIGLIA”
ecco una canzone che sembra proprio
in controtendenza rispetto
agli apparenti costumi dell’epoca.



 

 
  

Non lo credete? Leggete questi versi…
quasi di… liberazione maschile
e quasi inneggianti al… divorzio!
 
 
Oggi che magnifica giornata
che giornata di felicità,
la mia bella donna se n’è andata
m’ha lasciato al fine in libertà.
 
Son padrone ancor della mia vita
e goder la voglio sempre più,
ella m’ha giurato nel partir
che non sarebbe ritornata mai più.
 
 
 
 
 
Caterina Boratto 
 
 
 
La canzone d’un tempo di cui parleremo e che ascolteremo
(in una doppia versione) stavolta è quindi 
 
 
 V I V E R E
 
 
scritta da Cesare Andrea Bixio in occasione dell’omonimo film.

 
 
 
 
 
  
 
 
Il film ebbe quali interpreti
Tito Schipa, Caterina Boratto, Paola Borboni,
Enzo Besozzi, Doris Duranti…
attori tra i più in auge all’epoca.
 
 
La canzone ebbe ben presto gran successo
e fu interpretata dai più grandi cantanti dell’epoca
Tito Schipa, Ferrucio Tagliavini e Beniamino Gigli… etc.
 
 
 
 
 
Tito Schipa
 
  
 
 
Ma ecco ora la canzone…
che possiamo ascoltare in una prima versione
cantata da Tito Schipa
 
 
 

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ed in una seconda un po’ più recente versione,
cantata da Claudio Villa
 
 
 

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Buon ascolto, se vi fa piacere.
 
Ciao da Tony Kospan




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IL MONDO DI ORSOSOGNANTE E’ LA TUA PAGINA DI FB!
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‘A VUCCHELLA.. classica canzone napoletana ma opera di G. D’Annunzio – L’originalissima storia e la simpatica canzone   Leave a comment

 

 
Forse non tutti sanno che questa canzone,
scritta a fine ottocento, è nientepopodimeno
opera di un mito della Letteratura Italiana
 Gabriele D’Annunzio.
 
 
Non solo, anche la musica, come vedremo,
 è di un suo corregionale.
 
 




 

 
 ‘A VUCCHELLA
UNA CLASSICISSIMA CANZONE NAPOLETANA
MA TUTTA ABRUZZESE E D’AUTORE.



Il Caffè Gambrinus ed i suoi tavolini

 
 
 LA STORIA
 
 
Gabriele D’Annunzio nel suo soggiorno napoletano nel 1892, era insieme all’amico poeta e paroliere Ferdinando Russo ai tavolini del mitico Caffè Gambrinus.
 
Il Vate, sfidato dall’amico a comporre in breve tempo una canzone napoletana, gli dettò in pochi minuti questi versi.
 

Rimasti per dieci anni in un cassetto, essi vennero poi mostrati dal Russo al musicista Francesco Paolo Tosti,

 

 

 

Francesco Paolo Tosti (Ortona 9.4.1846 – Roma 2.12.1916)

.

.

altro abruzzese.

Il Tosti, dunque,  musicò questi versi.

Per questo, pur con l’intervento del Russo del tutto “laterale”,  la canzone napoletana è di paternità tutta abruzzese.

 

 

 

 Franz Dvorak

 

 

La canzone divenne presto un successo internazionale e fu molto amata anche da Enrico Carusoche la incise nel 1919.

E’ tuttora, a pieno titolo, tra le classicissime ed amatissime canzoni della tradizione musicale partenopea.

Vediamo ora alcune immagini d’epoca che ci riportano all’atmosfera di quegli anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giovane… D’Annunzio

 

 

Napoli – Villa Comunale

 

 

 




Napoli – Piazza Dante

 .

.
 

 IL TESTO

.

 

‘A VUCCHELLA (La boccuccia)

D’Annunzio

Si comm’a nu sciurillo…
tu tiene na vucchella,
nu poco pucurillo,
appassuliatella.

Méh, dammillo, dammillo,
è comm’a na rusella…
dammillo nu vasillo,
dammillo, Cannetella!

Dammillo e pigliatillo
nu vaso… piccerillo
comm’a chesta vucchella

che pare na rusella…
nu poco pucurillo
appassuliatella…


 

 

 

 

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ASCOLTIAMOLA

 

Il video ci consente di ascoltarla 

nell’interpretazione del mitico “cesellatore” 

Roberto Murolo.

 

 

 

fre bia pouce     musicAnimata

Eugene Blaas

  

 

CIAO DA TONY KOSPAN



fre bia pouce




Godward

.

.

Domenico Modugno.. mitico Mr. Volare – Breve ricordo con “Lu pisci spada” poetica e drammatica canzone d’amore   Leave a comment




Questa è una non notissima, ma bellissima, canzone
di un monumento della Canzone Italiana
il mitico “Mimmo Modugno” detto anche “Mister volare”.



Polignano a Mare 9.1.1928 – Lampedusa 6.8.1994



UNA BELLA… POETICA… MA DRAMMATICA


STORIA DI MARE… AMORE… E MORTE.





LU PISCI SPADA
STUPENDA CANZONE-POESIA DI MODUGNO
by Tony Kospan
.
.




Sembra che si tratti di una storia vera 
raccontata da alcuni pescatori
e riportata su alcuni giornali
quando il Mimmo nazionale era un ragazzo.








Con essa  Modugno ci parla del supremo sacrificio per amore.

Racconta infatti la drammatica storia d’amore tra due pesci spada;

la femmina ormai catturata durante la mattanza,

incita il maschio a fuggire,

ma lui si lascia catturare per morire insieme a lei.









Leggiamo prima il poetico testo in italiano.

 

 
 
 
 
IL PESCE SPADA
(D. Modugno) 
 
Questa è la storia –
d’un pesce spada –
storia d’amore…
Dai dai è lì, I’ho visto, l’ho visto… –
prendi la fiocina, uccidilo uccidilo uccidilo ahh…
hanno colpito la tua femmina dritto dritto in mezzo al
cuore
e piangeva di dolore ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi
e la barca la trascinava ed il sangue si spargeva
ed il maschio piangeva ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi
ed il maschio pareva impazzito
diceva: “bella mia non piangere, –
bella mia non piangere, –
dimmi piuttosto cosa devo fare…?”
Rispondeva la femmina –
con un filo e filo di voce:
“scappa scappa amore mio –
perché altrimenti ti uccidono…”
“Non no no no no amore mio –
se tu muori voglio morire assieme a te
se tu muori amore mio voglio morire…”
Con un salto si trovò abbracciato cuore a cuore
vicino ad essa
e così ebbe fine l’amore –
di due pesci sfortunati… –    
Dai dai è lì, l’ho visto l’ho visto –
c’è pure il maschio –
prendi la fiocina, uccidilo uccidilo uccidilo ahh…
Questa è la storia – d’un pesce spada –
storia d’amore.






 Ed ora nel video possiamo legger, se ci va, anche il testo originale

oltre ad ascoltar la sublime interpretazione del grandissimo Mimmo.
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fre bia pouce     musical notes


 
 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

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IL TANGO DELLE CAPINERE (1928) – Famosa e birichina canzone di un tempo in 2 versioni ed il testo.   Leave a comment

 
 
 
 
POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
 
 
 
 
ATMOSFERE E NOTE DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan


POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC, 
Matisse
 
 
 
 
 
IL TANGO DELLE CAPINERE
 
 
Ora è il turno di un’altra famosissima, 
classicissima e storica (1928) canzone.
 
 
 
 
 
POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

 

 

 
E’ una canzone che, per le parole ed il significato, 
è certamente spintarella per l’epoca.
 
 
 
 
POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
 
 
 
 
La canzone fu composta da Cesare Andrea Bixio 
mentre il testo, come spesso accadeva, era di Cherubini.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

 

 

 

 


In verità fu Parigi a decretare il successo di questo tango
 che poi ben presto si estese in vari altri Paesi.
 
 
 
 

POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

Tarzan 1928
 
 
 
Siamo nel 1928 e le immagini che vedete, 
d’arte e non, fanno riferimento, 
come sempre, all’atmosfera di quell’anno.
 
 
 
 

POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

Giacomo Balla – Autocaffè
 
 
 
 
POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
Rose Rolando – Man Ray
 
 
 
 
 
 
 
 
IL TESTO
 
 

IL TANGO DELLE CAPINERE

C. A. Bixio – Cherubini

Laggiù nell’Arizona
terra di sogni e di chimere
se una chitarra suona
cantano mille capinere
hanno la chioma bruna
hanno la febbre in cuor
chi va cercar fortuna
li troverà L’amor. 
A mezzanotte va
la ronda del piacere
e nell’oscurità
ognuno vuol godere
son baci di passion
L’amor non sa tacere
e questa è la canzon
di mille capinere. 
Il bandolero stanco
scende la sierra misteriosa
sul suo cavallo bianco
spicca la vampa di una rosa
quel fior di primavera
vuol dire fedeltà
e alla sua capinera
egli lo porterà. 
A mezzanotte va
la ronda del piacere
e chi ritornerà
lasciando le miniere
forse riporterà
dell’oro in un forziere,
ma il cuore lascerà
fra mille capinere!
 
 
 
 
giphy (6)
 
 
 
Eccola dunque prima in una versione classica
cantata da Luciano Virgili.
 
 
 
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POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,
 
 
 
 

 
 
 
e poi chi desidera ascoltarla in una versione video più moderna
 eccola cantata da Gigliola Cinquetti.
 

 

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POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

 
 


 
CIAO DA TONY KOSPAN




giphy (5)

 

 

 

 
 
 

EDITH PIAF – La “piccola” grande cantante francese in una breve biografia e 2 suoi mitici successi   Leave a comment





Breve ricordo di colei che
ogni volta che canta
sembra che strappi la sua anima per l’ultima volta
questa la definizione della sua voce
da parte di Jean Cocteau



EDITH PIAF UNA CANTANTE NEL MITO
 
 
 
 
 
(Parigi 19.12.1915 – Grasse 10.10.1963)
 
 

La ricorderò con una brevissima biografia
e con 2 sue mitiche canzoni la

L’himne à l’amourNon je ne regrette rien



BREVE BIOGRAFIA



La sua vita è stata davvero romanzesca,
nel senso più vero del temine,
con grandissime luci e grandissime ombre.






Nata in una famiglia in cui la madre era molto “allegra”
ed il padre un artista del circo, fu così trascurata dai genitori,
che non si accorsero nemmeno che stava per diventare cieca.

Il problema fu scoperto solo quando,
affidata ad una zia che era cuoca di un bordello,
le “professioniste” se ne accorsero.






La sua vita fu un continuo e forte alternarsi
di grandi successi e di momenti difficili
 sia nel campo artistico che affettivo ed economico.

Finì poi quasi in miseria.



Qui è con il suo amato pugile che però morì in un incidente aereo.

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L’unica cosa che non cambiò mai
fu la sua inimitabile ed indimenticabile voce
al punto che, uscendo da lei che era così piccola e minuta,
le fece avere il soprannome di “ragazza uccellino“.








 Ma ora è giunto il momento di ascoltar per prima,
la canzone scritta da lei stessa
per la morte del suo amato pugile Marcel Cerdan


che fu il più grande amore della sua vita.

E’ una musica che emoziona ed affascina ancor oggi.

  
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In quest’altro video d’epoca, possiamo invece ammirarla

nella sua interpretazione di un altro trionfo che pure ha superato

i confini del tempo 

ed è ancor oggi la canzone più amata dai francesi.

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Come si può vedere non c’è qui la mitica VIE EN ROSE

il suo vero successo mondiale.

Chi volesse conoscerne la bella storia e riascoltarla.


fre bia pouce


CIAO DA TONY KOSPAN



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Lucciole vagabonde.. canzone birichina del 1927 – La storia.. l’atmosfera ed ascoltiamola in 2 versioni   Leave a comment




Forse il titolo non vi dirà molto
ma ascoltandola la riconoscerete certamente.








Si tratta infatti di una famosissima… canzoncina.


LUCCIOLE VAGABONDE
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan







E’ una canzone del 1927 che…
per le parole e soprattutto per il significato
è certamente spintarella.







Nel nostro immaginario quell’epoca
ci appare densa di serietà e sobrietà
ma poi, dopo un’analisi, anche breve, di quella realtà,
ci accorgiamo con meraviglia che non era affatto così (anzi)!








Nell’ambito di queste “sorprese” troviamo anche
numerose canzoni popolarissime e diffusissime
(abbiamo già postato IL TANGO DELLE CAPINERE)
dedicate alle donnine allegre… e non solo…
che appaiono chiara e micidiale derivazione
dell’”Education sentimentale”
del maschio nostrano dell’epoca.








La canzone è opera del mitico duo
Bixio – Cherubini
autori di tanti capolavori musicali.



Marian Nixon



Le immagini che seguono
fanno riferimento, come le precedenti,
all’atmosfera del 1927


1927 – Ostia



La 1° Mille Miglia




1927 – Binda alla Milano Sanremo



Un locale di MIlano




La stazione della Garbatella





Ma ora veniamo alla canzone
che possiamo ascoltare, prima cantata da
Achille Togliani,



fre bia pouce     musicAnimata





e poi, per chi desidera ascoltarla 
in una versione un po’ più recente,
eccola qui cantata da Gigliola Cinquetti









Buon ascolto se vi va…

CIAO DA TONY KOSPAN
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aranc grande 8FF

Frecce2039

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