Archivio per l'etichetta ‘sogno ad occhi aperti’
ALIENAZIONE DA CHIUSURA IN CASA
PER LOCKDOWN… QUARANTENA… MALATTIA O ALTRO?
IL SOGNO E’ LA SOLUZIONE PER IL DR. MORELLI
Il dr. Morelli ci ha detto in un’intervista su RAI 3 che quando siamo costretti a stare chiusi in casa per parecchi giorni è assolutamente necessario staccare i nostri pensieri dal problema incombente su di noi e sognare ad occhi aperti, sognare cose belle.
Questo è fondamentale per la salute del nostro spirito e può farci scaricare le tensioni che si accumulano, giorno dopo giorno, nel nostro animo.
Questo è quindi un ulteriore motivo per amare e valorizzare il sogno nella nostra vita, cosa non nuova per noi sognatori, ma che altri non comprendono o non comprendevano.
Kagaya
UN MIO PENSIERO
.
.
Al pensiero dell’illustre psicologo aggiungo un mio modesto parere che è il seguente.
Oltre a sognare distraiamoci con le cose che amiamo e che possono farci staccare il pensiero dalla spiacevolissima situazione di chiusura in cui ci si può trovare.
Ciascuno trovi liberamente il suo modo.
Mike Flan
Io preferisco (e consiglio) leggere, scrivere pensieri, poesie o altro, vedere film coinvolgenti o programmi culturali che ci possono portare in mondi lontani dalle (sperabilmente) momentanee difficoltà.
Poi c’è il “mondo social” che, nonostante i tanti difetti, ci consente rapporti virtuali fino a pochi decenni fa impossibili.
Però il web ha un limite e cioè è utilizzabile solo da coloro tra noi che si sono avvicinati ad esso.
Possiamo quindi dialogare, scherzare, comunicare ma anche “audio-vederci” ed in tal modo staccare un po’ la spina dalla solitudine.
Forse sono riflessioni in fondo normali, ma ribadirle e consigliarle male non può fare, e potranno aiutare qualcuno quando, per qualunque motivo, deve stare chiuso in casa per diversi giorni.
Ciao da Tony Kospan
Alber Edelfelt
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Torniamo a parlare con questa poesia di uno dei leitmotiv
più ricorrenti ed amati dai poeti e dagli amanti della poesia
IL SOGNO

J. Wall
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
POESIA DI SOGNO E SUL… SOGNO
DI
PEDRO SALINAS
In una fantastica antologia di poesie dedicate al sogno
non può mancare questa famosa poesia di Salinas,
poeta spagnolo, che definirei
un vero e proprio inno al sogno…
(attenzione… non quello che facciamo dormendo)
Il sogno dunque diventa qui per il poeta,
senza esitazione alcuna,
la vera realtà.
.
.
.
.
Pedro Salinas è un grande poeta ed intellettuale spagnolo
della prima metà del secolo scorso.
La sua tematica si muove tra amore e sogno
con accenti davvero nuovi ed originali.
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
– Pedro Salinas –
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno.
Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l’acqua, cristallina.
La realtà traveste il sogno, e dice:
“Io sono il sole, i cieli, l’amore”.
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola.
Sognare
è il mezzo che l’anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
Cebarre

Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan

PER LE NOVITA’ DEL BLOG


SE… TI PIACE… ISCRIVITI
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Questo di Coelho, è a parer mio,
un brano davvero sublime
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni.
Chi ama il sogno come amico e sostegno dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita,
proponendoci mete realizzabili o meno,
non potrà non apprezzarlo in pieno.
IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho
(musica
new age)
“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.
Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA FB
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
ALIENAZIONE DA CHIUSURA IN CASA
PER LOCKDOWN… QUARANTENA… MALATTIA O ALTRO?
IL SOGNO E’ LA SOLUZIONE PER IL DR. MORELLI
Il dr. Morelli ci ha detto in un’intervista su RAI 3 che quando siamo costretti a stare chiusi in casa per parecchi giorni è assolutamente necessario staccare i nostri pensieri dal problema incombente su di noi e sognare ad occhi aperti, sognare cose belle.
Questo è fondamentale per la salute del nostro spirito e può farci scaricare le tensioni che si accumulano, giorno dopo giorno, nel nostro animo.
Questo è quindi un ulteriore motivo per amare e valorizzare il sogno nella nostra vita, cosa non nuova per noi sognatori, ma che altri non comprendono o non comprendevano.
Kagaya
UN MIO PENSIERO
.
.
Al pensiero dell’illustre psicologo aggiungo un mio modesto parere che è il seguente.
Oltre a sognare distraiamoci con le cose che amiamo e che possono farci staccare il pensiero dalla spiacevolissima situazione di chiusura in cui ci si può trovare.
Ciascuno trovi liberamente il suo modo.
Mike Flan
Io preferisco (e consiglio) leggere, scrivere pensieri, poesie o altro, vedere film coinvolgenti o programmi culturali che ci possono portare in mondi lontani dalle (sperabilmente) momentanee difficoltà.
Poi c’è il “mondo social” che, nonostante i tanti difetti, ci consente rapporti virtuali fino a pochi decenni fa impossibili.
Però il web ha un limite e cioè è utilizzabile solo da coloro tra noi che si sono avvicinati ad esso.
Possiamo quindi dialogare, scherzare, comunicare ma anche “audio-vederci” ed in tal modo staccare un po’ la spina dalla solitudine.
Forse sono riflessioni in fondo normali, ma ribadirle e consigliarle male non può fare, e potranno aiutare qualcuno quando, per qualunque motivo, deve stare chiuso in casa per diversi giorni.
Ciao da Tony Kospan
Alber Edelfelt
Mi piace:
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Torniamo a parlare con questa poesia di uno dei leitmotiv
più ricorrenti ed amati dai poeti e dagli amanti della poesia
IL SOGNO

J. Wall
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
POESIA DI SOGNO E SUL… SOGNO
DI
PEDRO SALINAS
In una fantastica antologia di poesie dedicate al sogno
non può mancare questa famosa poesia di Salinas,
poeta spagnolo, che definirei
un vero e proprio inno al sogno…
(attenzione… non quello che facciamo dormendo)
Il sogno dunque diventa qui per il poeta,
senza esitazione alcuna,
la vera realtà.
.
.
.
.
Pedro Salinas è un grande poeta ed intellettuale spagnolo
della prima metà del secolo scorso.
La sua tematica si muove tra amore e sogno
con accenti davvero nuovi ed originali.
NON RESPINGERE I SOGNI PERCHE’ SONO SOGNI
– Pedro Salinas –
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno.
Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l’acqua, cristallina.
La realtà traveste il sogno, e dice:
“Io sono il sole, i cieli, l’amore”.
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola.
Sognare
è il mezzo che l’anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
Cebarre

Cosa ne pensate?
Ciao da Tony Kospan

PER LE NOVITA’ DEL BLOG


SE… TI PIACE… ISCRIVITI
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Questo di Coelho, è a parer mio,
un brano davvero sublime
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni.
Chi ama il sogno come amico e sostegno dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita,
proponendoci mete realizzabili o meno,
non potrà non apprezzarlo in pieno.
IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho
(musica
new age)
“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.
Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA FB
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ALIENAZIONE DA CHIUSURA IN CASA PER CORONAVIRUS?
IL “SOGNO”… LA SOLUZIONE… PER IL DR. MORELLI
ED UN MIO PENSIERO
Il dr. Morelli ci ha detto, in un’intervista su RAI 3, che nelle settimane… mesi… in cui siamo e saremo chiusi in casa, è assolutamente necessario staccare i nostri pensieri dal problema incombente su di noi e… sognare ad occhi aperti… sognare cose belle.
Questo è fondamentale per la salute del nostro spirito e può farci scaricare le tensioni che si accumulano, giorno dopo giorno, nel nostro animo.
Questo è quindi un ulteriore motivo per amare e valorizzare il sogno nella nostra vita, cosa certo non nuova per i sognatori, ma che gli altri non comprendono o non comprendevano.
Kagaya
A ciò aggiungo un mio modesto consiglio:
“distraiamoci facendo le cose possibili che amiamo e che possono farci staccare il pensiero dalla spiacevolissima situazione in cui viviamo”.
Ciascuno trovi liberamente il suo modo.
Mike Flan
Io preferisco (e consiglio) leggere, scrivere pensieri… poesie.. ricordi o altro, rivedere le proprie collezioni, vedere film coinvolgenti o programmi culturali soprattutto di storia, natura ed arte etc.. che ci possono portare in mondi lontani dalle nostre attuali difficoltà.
Poi c’è il “mondo social” che ci consente rapporti fino a pochi decenni fa impensabili e che presenta anche dei rischi ma che, se usato correttamente e con prudenza, può donarci un buon surrogato del dialogo tra amici.
Possiamo quindi dialogare, scherzare, comunicare ed anche “audio-vedersi” ed in tal modo staccare un po’ la spina dalla solitudine o dal silenzio.
Forse sono riflessioni in fondo normalissime ma ribadirle… consigliarle… male non può fare e potranno forse aiutare qualcuno.
Ciao da Tony Kospan
Alber Edelfelt
mons
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Questo di Coelho, è a parer mio,
un brano davvero sublime
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni.
Chi ama il sogno come amico e sostegno dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita,
proponendoci mete realizzabili o meno,
non potrà non apprezzarlo in pieno.
IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho
(musica
new age)
“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.
Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
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ALIENAZIONE DA CHIUSURA IN CASA
PER LOCKDOWN… QUARANTENA… MALATTIA O ALTRO?
IL SOGNO E’ LA SOLUZIONE PER IL DR. MORELLI
Il dr. Morelli ci ha detto in un’intervista su RAI 3 che quando siamo costretti a stare chiusi in casa per parecchi giorni è assolutamente necessario staccare i nostri pensieri dal problema incombente su di noi e sognare ad occhi aperti, sognare cose belle.
Questo è fondamentale per la salute del nostro spirito e può farci scaricare le tensioni che si accumulano, giorno dopo giorno, nel nostro animo.
Questo è quindi un ulteriore motivo per amare e valorizzare il sogno nella nostra vita, cosa non nuova per noi sognatori, ma che altri non comprendono o non comprendevano.
Kagaya
UN MIO PENSIERO
.
.
Al pensiero dell’illustre psicologo aggiungo un mio modesto parere che è il seguente.
Oltre a sognare distraiamoci con le cose che amiamo e che possono farci staccare il pensiero dalla spiacevolissima situazione di chiusura in cui ci si può trovare.
Ciascuno trovi liberamente il suo modo.
Mike Flan
Io preferisco (e consiglio) leggere, scrivere pensieri, poesie o altro, vedere film coinvolgenti o programmi culturali che ci possono portare in mondi lontani dalle (sperabilmente) momentanee difficoltà.
Poi c’è il “mondo social” che, nonostante i tanti difetti, ci consente rapporti virtuali fino a pochi decenni fa impossibili.
Però il web ha un limite e cioè è utilizzabile solo da coloro tra noi che si sono avvicinati ad esso.
Possiamo quindi dialogare, scherzare, comunicare ma anche “audio-vederci” ed in tal modo staccare un po’ la spina dalla solitudine.
Forse sono riflessioni in fondo normali, ma ribadirle e consigliarle male non può fare, e potranno aiutare qualcuno quando, per qualunque motivo, deve stare chiuso in casa per diversi giorni.
Ciao da Tony Kospan
Alber Edelfelt
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