Archivio per l'etichetta ‘sculture antiche’
La storia dei due mitici Bronzi è composta di una parte antica e classica, del tutto ignota o quasi,
ed una moderna che inizia il 16 Agosto del 1972, giorno della loro scoperta nel mare di Riace,
che pure presenta aspetti poco chiari, come l’assenza di qualsiasi altro reperto antico accanto.
Conosciamoli un po’ questi due.
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.
Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).
Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.
L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.
I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Le 2 sculture sono diventate un simbolo di Reggio Calabria e della Calabria tutta.
(VEDIAMOLI DA VICINO E SCOPRIAMO QUANTO SIANO EMOZIONANTI)
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La storia dei due mitici Bronzi è composta di una parte antica e classica, del tutto ignota o quasi,
ed una moderna che inizia il 16 Agosto del 1972, giorno della loro scoperta nel mare di Riace,
che pure presenta aspetti poco chiari, come l’assenza di qualsiasi altro reperto antico accanto.
Conosciamoli un po’ questi due.
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.
Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).
Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.
L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.
I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
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Venere in bikini
IL COLORE DELLE STATUE ANTICHE
Per secoli si è pensato che le statue antiche fossero senza colori
o che l’unico colore fosse quello del marmo… al punto
che gli scultori si sono sempre attenuti a questa presunta regola.
Poi la scoperta, soprattutto grazie alle nuove tecnologie,
di tracce di pigmento colorato su di loro ha radicalmente cambiato questa idea.
Apollo seduto con la lira
Si è allora pensato che le statue fossero colorate,
ma che fossero di un unico colore.
Recentemente però anche questa concezione si è rivelata inesatta,
e si è accertato che il colore delle statue non era unico
ma diverso per le varie parti della scultura.
Oggi si può dare perfino pubblica dimostrazione di questo
grazie a lampade e sensori ad infrarossi che catturano
anche mini frammenti di colori invisibili ad occhio nudo.
Poi mentre le immagini di queste tracce appaiono visibili su di uno schermo,
su di un altro si possono vedere le statue con i loro colori veri di un tempo.
Si possono allora notare toni e sfumature molto vivaci
che ci sorprendono certo ma ancor più ci sorprendono
le orbite degli occhi viste da sempre vuote
ma che spesso sono di un azzurro intenso.
Alcune equipes di ricercatori stanno effettuando delle ricerche
per poter fissare, almeno virtualmente, i veri colori,
e mostrarci così le antiche statue non più di color bianco-marmo
ma con i loro colori reali iniziali.
Il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
è all’avanguardia in questo studio
e di recente si è tenuta una mostra aperta al pubblico
“Mann in colours” per mostrare i procedimenti su elencati.
Sono state intanto selezionate 100 statue antiche
per essere sottoposte allo studio dei veri colori
ma al momento sono pochissime quelle di cui possiamo vedere,
e spesso pure solo parzialmente, le immagini.
IL MANN
Sempre al MANN verrà creato il primo database
dedicato alla policromia delle sculture antiche.
Nel contempo si è scoperto che un colore, il blu egizio,
il primo colore non naturale che sia stato creato,
veniva prodotto in larga scala a Pozzuoli
dopo che il procedimento era stato copiato dalla Cina.
Venere Lovatelli
PSICHE E SOGNO
IL TUO GRUPPO DI FB
CULTURALE MA CON LEGGEREZZA
APRI LO SCRIGNO
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La storia dei due mitici Bronzi è composta di una parte antica e classica, del tutto ignota o quasi,
ed una moderna che inizia il 16 Agosto del 1972, giorno della loro scoperta nel mare di Riace,
che pure presenta aspetti poco chiari, come l’assenza di qualsiasi altro reperto antico accanto.
Conosciamoli un po’
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.
Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).
Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.
L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.
I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
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Per secoli si è pensato che le statue antiche fossero senza colori…
o che l’unico colore fosse quello del marmo… al punto
che gli scultori si sono sempre attenuti a questa presunta regola.
Poi la scoperta, soprattutto grazie alle nuove tecnologie,
di tracce di pigmento colorato su di loro ha radicalmente cambiato questa idea.
Apollo seduto con la lira
Si è allora pensato che le statue fossero colorate,
ma che fossero di un unico colore.
Recentemente però anche questa concezione si è rivelata inesatta,
e si è accertato che il colore delle statue non era unico
ma diverso per le varie parti della scultura.
Oggi si può dare perfino pubblica dimostrazione di questo
grazie a lampade e sensori ad infrarossi che catturano
anche mini frammenti di colori invisibili ad occhio nudo.
Poi mentre l’immagine di queste tracce appiaono visibili su di uno schermo,
su di un altro si possono vedere le statue con i loro colori veri di un tempo.
Si possono allora notare toni e sfumature molto vivaci
che ci sorprendono certo ma ancor più ci sorpendono
le orbite degli occhi viste da sempre vuote
ma che spesso sono di un azzurro intenso.
Alcune equipes di ricercatori stanno effettuando delle ricerche
per poter fissare, almeno virtualmente, i veri colori,
e mostrarci così le antiche statue non più di color bianco-marmo
ma con i loro colori reali iniziali.
Il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
è all’avanguardia in questo studio
e di recente si è tenuta una mostra aperta al pubblico
“Mann in colours” per mostrare i procedimenti su elencati.
Sono state intanto selezionate 100 statue antiche
per essere sottoposte allo studio dei veri colori
ma al momento sono pochissime quelle di cui possiamo vedere,
e spesso pure solo parzialmente, le immagini.
IL MANN
Sempre al MANN verrà creato il primo database
dedicato alla policromia delle sculture antiche.
Nel contempo si è scoperto che un colore, il blu egizio,
il primo colore non naturale che sia stato creato,
veniva prodotto in larga scala a Pozzuoli
dopo che il procedimento era stato copiata dalla Cina.
Venere Lovatelli
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Conosciamoli un po’
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo del V secolo a. C. giunte a noi in eccezionale stato di conservazione.
Una viene denominata “IL GUERRIERO” (o “IL GIOVANE”) e l’altra IL GUERRIERO B (o “IL VECCHIO”).
Rinvenuti in mare il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina (RC) sono considerati tra i capolavori assoluti della scultura della Grecia (o Magna Grecia) classica.
L’origine e gli autori delle statue sono ancora avvolti nel mistero.
I Bronzi si trovano ora, dopo una perfetta liberazione dalle incrostazioni marine formatesi lungo 25 secoli, nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
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