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LA SIGNORA IN PISCINA – Questo suggestivo brano di Milan Kundera ci parla dello.. scorrere del tempo   4 comments

 

 

 

 


Questo brano,
che mi affascina molto per le intrinseche valenze poetiche,
ci porta ad una suggestiva ed originale… riflessione
sulla nostra percezione dello scorrere del tempo.








Però poi, se ci pensiamo bene,
ci accorgiamo che in fondo la riflessione è…
 del tutto naturale.
 
 
Ma leggiamolo.
 
 
 
 


 
 
 


LA SIGNORA IN PISCINA
DA “L’IMMORTALITA’”
DI
MILAN KUNDERA

 
 
 
“…. La signora avra’ avuto sessanta, sessantacinque anni, era sola, immersa nell’acqua fino alla vita, lo sguardo rivolto in su verso il giovane maestro di nuoto in tuta che le stava insegnando a nuotare.
Finita la lezione la donna si allontanava in costume da bagno facendo il giro della piscina.
Superò il maestro e quando si trovò a quattro cinque passi di distanza, girò la testa verso di lui, sorrise e lo salutò con la mano.
E in quel momento mi si strinse il cuore!
Quel sorriso e quel gesto appartenevano a una donna di vent’anni!
La sua mano si era sollevata con una leggerezza incantevole.
Era come se avesse lanciato in aria una palla colorata per giocare col suo amante.
Quel sorriso e quel gesto avevano fascino ed eleganza, mentre il volto e il corpo di fascino non ne avevano più.
Era il fascino di un gesto annegato nel non fascino del corpo.
Ma la donna, anche se doveva sapere di non essere più bella, in quel momento l’aveva dimenticato.
Con una certa parte del nostro essere viviamo tutti fuori del tempo.
Forse è solo in momenti eccezionali che ci rendiamo conto dei nostri anni, mentre per la maggior parte del tempo siamo dei senza-età.
In ogni caso nell’attimo in cui si girò, sorrise e salutò con la mano il giovane maestro di nuoto, lei ignorava la propria età.
In quel gesto una qualche essenza del suo fascino, indipendente dal tempo, si rivelò per un istante e mi abbagliò.
Ero stranamente commosso…”


 
 
 
 
 

 
 
 

Cosa ne pensate?
 
 
Ciao da Tony Kospan




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Frecce2039






 
 

“Quando 40 inverni” – Questo sonetto di Shakespeare non vale per le quarantenni di oggi ma…   Leave a comment




Questa volta la poesia di cui desidero parlare,
e che propongo anche alla vostra riflessone,
è del sommo Shakespeare.

Leggiamola prima.



Elizabeth Sonrel


QUANDO QUARANTA INVERNI
~  Sonetto 2° ~ William Shakespeare ~


Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l’orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch’essi s’adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: “Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni”,
dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand’esso nelle tue vene è freddo.




Elizabeth Sonrel




Il grande William consiglia dunque alla donna ultraquarantenne
di non preoccuparsi per lo sfiorir “di sua giovanile gran beltà”
ma anzi d’esser felice dato che la sua grazia
sta passando al/la figlio/a.


Però il Sommo, anche stavolta,
nonostante i 40 inverni ormai non siano più validi
ci dona un esempio di profondità di pensiero.








Non possiamo non scorgere in questi versi infatti
il consiglio d’accettar lo scorrer del tempo
in modo sereno… anche perché diversamente
vivremmo molto male gli anni
pochi o molti…che ci restano.


Infatti se ci fermassimo a rimpianger
la bellezza e la forza della nostra gioventù
che giorno per giorno s’allontana sempre più
rischieremmo di cadere nella depressione.



Elizabeth Sonrel



UNA PICCOLA RIFLESSIONE 
E LE QUARANTENNI DI OGGI

Dando uno sguardo al significato del sonetto,
possiamo subito osservare come l’idea di una donna quarantenne 
piena di rughe (e forse di acciacchi) oggi stride e stupisce
anzi ci appare quasi incomprensibile.



Elizabeth Sonrel


Oggi la donna quarantenne è poco più che giovanetta…
e dunque opterei in questo caso,
date le modifiche avvenute nel corso degli ultimi secoli
riguardo alla durata e tenuta della nostra vita,
per una diversa rappresentazione,
delle immagini poetiche del Sommo.

La donna di cui parla il Sommo William
oggi non sarebbe quarantenne ma settantenne
ed il piccolo sarebbe… il nipotino… eh eh.

Se ci guardiamo intorno, anche nel nostro mondo web,
il numero di nonne giovani e pimpanti
è in incredibile e costante aumento…
(ma in verità anche di nonni)






Come sempre, cari amici,
la mia è una opinabilissima interpretazione
e come sempre sono curioso di legger
vostre diverse impressioni e valutazioni.


Tony Kospan

F I N E 





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G. G. Savoldo


Milan Kundera – Auguri di buon compleanno con breve analisi del suo stile letterario ed un bel brano   Leave a comment

 
 
 
 
Oggi è l’anniversario della nascita
di questo scrittore, saggista, poeta e drammaturgo ceco.

 
 
 
 
 
Milan Kundera  (Brno –  1º aprile 1929)
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA

 
 
Iscrittosi nel 1948 da studente al Partito comunista
ne fu dopo poco espulso nel 1950
per il suo spirito indipendente.
 
Dopo aver studiato Letteratura all’Università di Praga 
ben presto passò alla Facoltà di Storia del cinema e lì si laureò.
 
 
 
 
 
 
  
 
 
Riammesso nel partito divenne ben presto
una figura importante della cultura di quel paese.

Negli anni successivi si schierò apertamente con l’ala che rappresentava

 la cd. Primavera di Praga per cui, dopo che questa fu soffocata, 

perse il posto di docente e fu espulso di nuovo dal partito. 

 

 

 
 

Nel 1975 riparò in Francia dove ha insegnato

 nelle Università di Parigi e di Rennes 

e dove ancora vive con la moglie Vera Hrabanková.

 
 
 
 
 
 
 
BREVE ANALISI DELLA SUA ATTIVITA’ LETTERARIA

 
 
I suoi “Scherzo”  e “L’Insostenibile leggerezza dell’essere” 
oltre ad esser stati dei grandi best seller 
costituiscono una parte fondamentale della storia del romanzo del XX secolo.
 
 
Il romanzo… lo scrivere… per lui rappresenta anche
un’alta forma di resistenza contro quelle forme di vuota comunicazione,
attratte solo da supersemplificazione e ferme al momento presente,
che sono i più rilevanti «agenti del rimbecillimento» mondiale.
 
 
Kundera rappresenta quindi insieme ed al di là
dei suoi tanti capolavori letterari
uno spirito universale capace di tener legati i fili della tradizione
con una visione consapevole, ma libera ed aperta, della realtà.

 
 
 
 
 
 
 
 

IL SUO STILE
 
 
 
Per comprenderne lo stile e l’anima leggiamo questo passo,
che mi affascina molto per le sue intrinseche valenze poetiche,
e che ci porta ad una bella ed originale… riflessione
sulla nostra percezione dello scorrere del tempo
 
 
 
 





LA SIGNORA IN PISCINA
DA L’IMMORTALITA’









“…. La signora avrà avuto sessanta, sessantacinque anni, era sola, immersa nell’acqua fino alla vita, lo sguardo rivolto in su verso il giovane maestro di nuoto in tuta che le stava insegnando a nuotare.


Finita la lezione la donna si allontanava in costume da bagno facendo il giro della piscina.


Superò il maestro e quando si trovò a quattro cinque passi di distanza, girò la testa verso di lui, sorrise e lo salutò con la mano.


E in quel momento mi si strinse il cuore!


Quel sorriso e quel gesto appartenevano a una donna di vent’anni!


La sua mano si era sollevata con una leggerezza incantevole.


Era come se avesse lanciato in aria una palla colorata per giocare col suo amante.


Quel sorriso e quel gesto avevano fascino ed eleganza, mentre il volto e il corpo di fascino non ne avevano più.


Era il fascino di un gesto annegato nel non fascino del corpo.


Ma la donna, anche se doveva sapere di non essere più bella, in quel momento l’aveva dimenticato.


Con una certa parte del nostro essere viviamo tutti fuori del tempo.


Forse è solo in momenti eccezionali che ci rendiamo conto dei nostri anni, mentre per la maggior parte del tempo siamo dei senza-età.


In ogni caso nell’attimo in cui si girò, sorrise e salutò con la mano il giovane maestro di nuoto, lei ignorava la propria età.


In quel gesto una qualche essenza del suo fascino, indipendente dal tempo, si rivelò per un istante e mi abbagliò.


Ero stranamente commosso…” 




 



 
 



Infine per il suo compleanno



non posso (non possiamo) non fargli gli auguri


 



 
 
Tony Kospan




 
 
 

Kairos.. Kronos e Aion – Ecco i miti che rivelano le originali visioni del tempo nell’Antica Grecia   1 comment




La concezione del tempo per gli antichi greci non era unica né univoca, come potremo ora leggere, e come sempre, per spiegarne i vari significati, si servivano della mitologia.
Kairos (momento favorevole) è in particolare un interessante ed originale aspetto del tempo per la cultura dell’antica Grecia.
Ora lo conosceremo e vedremo i significati e le immagini anche delle altre 2 espressioni del tempo: 
Kronos (il tempo in senso lato) e Aion (il tempo in senso filosofico).






Il tempo, come sappiamo, è un’entità astratta (non si vede e non si sente né si tocca) che però ha effetti reali… e misurabili.
E’ un flusso continuo che nella nostra vita inizia nel momento della nascita e termina in quello della scomparsa.
Questo continuo ed anonimo flusso presenta però numerosissimi momenti particolari (di gioia, di dolore, di noia, di attività, di sorpresa, di emozioni etc. etc.).
Il momento di cui parlerò per primo e che era considerato molto importante dagli antichi greci, è il “Kairos.






KAIROS

Possiamo definirlo momento propizio, momento opportuno, quello in cui bisogna cogliere l’occasione ed anche quello da vivere appieno in ogni modo.
Oggi potremmo chiamarlo anche “momento giusto” ed in certi casi fortunati “momento magico“.



Kronos – Dipinto di Giulia Lama 



KRONOS (O CHRONOS)

Per Eraclito, filosofo greco, Kronos: “E’ un bambino che gioca, che muove le pedine” intendendo, con questa definizione un po’ criptica, che i suoi effetti su di noi sono misteriosi, casuali e paragonabili ad un lancio di dadi.
Ma soprattutto Kronos è la dimensione tempo composta da passato, presente e futuro che non si ferma mai che passa ineluttabile e scivola via.
Era raffigurato come un gigante che divora i figli indicando in tal modo che il tempo crea oggetti, situazioni, emozioni etc. ma poi scorrendo… scorrendo… distrugge tutto quello che crea.
“Tout passe… tout lasse… tout casse” (tutto passa, tutto ci lascia e tutto si cancella) dicono i francesi.
Tutto sommato Kronos si avvicina molto alla nostra moderna concezione del tempo.



Aion



AION

Subordinato a Kronos, e con valenza generale secondaria, era poi “Aion” il cui complesso e misterioso significato era di carattere filosofico ed esoterico.
Era definito in vari modi ma, semplificando al massimo, forse possiamo definirlo “il momento presente, l’eterno presente o il tempo fuori dal tempo“.
Era raffigurato come un uomo con la testa leonina, che ha tra le mani uno scettro (suggestiva e significativa è anche l’altra mano che appare oltre la cornice), ed accanto una chiave ed un fulmine.






KAIROS… SIGNIFICATO E RAFFFIGURAZIONE

Ma torniamo a Kairos che, come abbiamo detto su, indica il tempo favorevole… il tempo positivo… il momento magico per…
Ovviamente per cogliere il momento buono bisogna avere doti di sensibilità, di intuizione e la capacità di valutare bene la situazione per non commettere errori e quindi per non sciuparlo.
Nella mitologia greca era raffigurato come un giovanetto con ali sulla schiena e ai piedi che regge con la mano sinistra una mezzaluna su cui v’è una bilancia, mentre con la destra fa pendere la bilancia dal suo lato (ecco l’azione, anche furba, a volte necessaria per poi cogliere l’occasione).





FINE


Copyright Tony Kospan – Vietata la copia integrale senza indicare autore e blog




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Lo scorrere del tempo – Ecco come ne parlano le poesie.. gli aforismi.. i dipinti e le canzoni   Leave a comment


 
 
 
Dalì – Persistenza del tempo
 
 
 
 
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l’Umanità da sempre.
 
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.

 
 
 
 
 
 


IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE.. 
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan

 
 
Cos’è il tempo?
 
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre 
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.


 
 
 
 
 
 

Sant’Agostino è stato, a mio parere, 
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
 
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…

 
  Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
 
 – Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.


 
 
 
 
 
 


Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
 
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
 
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.


 
 
 
 
 
 


Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
 
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
 
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
 
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
 
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare


 
 
 
 
 
 


Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo 
iniziando dalla mitica “Carpe Diemdel poeta latino Orazio.
 
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.


 
 
 
frecq8h musicAnimata (Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time

 
 


CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
 
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E’ meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l’ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l’attimo, credendo il meno
possibile nel domani.


 
 
frecq8h musicAnimata (Non C’è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury


 
 
 
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana) 
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma  tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.


 
 
 
frecq8h musicAnimata (Nel mio Tempo – Jovanotti)
Rob Gonsalves


 
 
 
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
 
Come il fantasma d’un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un’ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C’e’ rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E’ come il cadavere d’un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
 

 

 

frecq8h musicAnimata (Time – Pink Floyd)
De Chirico


 
 
 
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
 
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.


 
 
frecq8h musicAnimata (Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell’uomo
 
 

TEMPO
Ada Negri
 
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L’ora ch’è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l’ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s’accosta e t’afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l’alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v’è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell’eterno.


 
 
 
 
 
 
 
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan


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L’eterno tema del tempo che passa in una grande poesia (Jean Guitton) ed una grande canzone (Leo Ferré)   Leave a comment



Il tempo è una delle più importanti e misteriose
dimensioni del nostro vivere…
ed ha sempre incuriosito ed affascinato l’Umanità







IL TEMPO
IN UNA GRANDE POESIA
ED IN UNA GRANDE CANZONE


Sant’Agostino diceva:
Se nessuno me lo chiede, so cos’è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire”.







A proposito dello scorrere del tempo e del rischio di sprecarlo…
ecco quella che è forse la più bella poesia/preghiera che esista.

E’ di uno scrittore e filosofo francese del secolo scorso.






INSEGNAMI AD USARE BENE IL TEMPO
Jean Guitton
 

Dio mio,

insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai

e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.

Insegnami a prevedere senza tormentarmi,

insegnami a trarre profitto dagli errori passati,

senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.

Insegnami ad immaginare l’avvenire

senza disperarmi che non possa essere

quale io l’immagino.

Insegnami a piangere sulle mie colpe

senza cadere nell’inquietudine.

Insegnami ad agire senza fretta,

e ad affrettarmi senza precipitazione.

Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,

la serenità al fervore, lo zelo alla pace.

Aiutami quando comincio,

perché è proprio allora che io sono debole.

Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,

e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.

Fà che io ami il tempo

che tanto assomiglia alla Tua grazia

perche’ esso porta tutte le opere alla loro fine

e alla loro perfezione

senza che noi abbiamo l’impressione

di parteciparvi in qualche modo.
.
.




Sempre in materia di Tempo,
e sempre di un autore francese,
è la famosissima… mitica canzone-poesia che segue
e di cui possiamo leggere il testo in italiano
mentre l’ascoltiamo nel video in lingua originale.



Avec le temps
(Con il tempo)
di Léo Ferré

Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
Non ricordi più il viso, non ricordi la voce
Quando il cuore ormai tace a che serve cercare
Ti lascio andare, forse meglio così


Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
L’altra che adoravi, che cercavi nel buio
L’altra che indovinavi in un batter di ciglia
E tra le frasi e le righe e il fondotinta
Di promesse agghindate per uscire a ballare


Col tempo sai, tutto scompare.
Col tempo sai col tempo tutto se ne va
Ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare
In vetrine di morti,
Quando il sabato sera
La tenerezza rimane senza compagnia.


Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
L’altra a cui tu credevi per un raffreddore, per niente
L’altra che ricoprivi di gioielli e di vento
Per cui avresti impegnato anche l’anima al monte
A cui ti trascinavi alla pari di un cane


Col tempo sai tutto va bene
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
Non ricordi più il fuoco, non ricordi le voci
Della gente da poco e il loro sussurrare
Non ritardare copriti con il freddo che fa.


Col tempo sai, col tempo tutto se ne va
E ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
In un letto straniero ti senti gelato
Solitario ma in fondo in pace col mondo
E ti senti ingannato dagli anni perduti
E allora, col tempo sai… non si ama più.



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BUON ASCOLTO…


CIAO DA TONY KOSPAN

.
.







Lo scorrere del tempo per gli autori ed i poeti classici ed alcuni loro eloquenti brani   Leave a comment

 






Se è vero che l’inizio della misurazione del tempo
ha origini molto antiche, forse babilonesi,
è nel mondo greco-romano che lo scorrere del tempo
assume una grandissima importanza.

Si narra che Plauto invocasse la maledizione degli dei
contro colui che installò per primo la meridiana in città per indicare l’ora
togliendo così la spensieratezza ai Romani.

 
 
 
 
 
 



Esaminiamo allora,
sul tema “tempo” e sui suoi effetti sulla nostra vita
(cosa di cui spesso discutiamo nel web),
la visione poetica e filosofica dei nostri antenati.

 
 
 
 

 

 

 

IL SENSO DEL TEMPO PER
I POETI E GLI SCRITTORI CLASSICI

 
 
 
 

fre bia pouce music+121    Musica new age da ascoltare leggendo (se si vuole)

 
 
 
     
 
 
L’Uomo, il senso della caducità e della brevità dell’esistenza, con l’imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia  (Frag. 2 West) di Mimnermo (VII-VI sec. a C.), in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dei Canti) tutta la fragilità dell’esistenza umana:
“Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand’ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l’una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l’altra della morte.
Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l’essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell’animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell’Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l’animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali”.
 
 
 
 
 

LA GIOVINEZZA 

G. Leopardi


Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno:
e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo,
nemica e allo stesso tempo senza onore,
la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile
ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli.

 
 
 
 
 
 
La giovinezza – questa è la massima convinzione ed al contempo disperazione dei lirici greci – è solo un sogno di breve durata, afferma ancora Mimnermo in un celebre suo frammento (Mimn., Frag. 5):
“Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l’uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli”.
 
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie su un ramo, pronte a cadere al primo alito di vento, sembra essere caro al modo di pensare dei greci e si trova ad esempio già nell’Iliade (VI, 144 e seguenti), dove Glauco così risponde a Diomede, con il quale sta per venire a duello:
Magnanimo figlio di Tideo (Diomede), perchè mi domandi quale sia la mia stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; delle foglie il vento getta alcune a terra, mentre altre sono nutrite al tempo di
primavera dalla selva in fiore; così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra scompare”.
 
 
 
 
 

Eraclito e Democrito – Bramante

 
 
 
 
Ora, sempre restando nel mondo ellenico,  facciamo un piccolo excursus verso la filosofia che mostra l’enorme importanza abche per i pensatori dell’epoca della dimensione del Tempo… e parlando del famoso “Panta Rei”…
Panta rei os potamòs (dal greco πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός), cioè… “Tutto scorre come un fiume” è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, ma in realtà mai esplicitamente formulato in questi termini da quel che si legge nei suoi scritti a noi pervenuti.
Eraclito (Efeso 535 a.C. – 475 a.C.) è considerato il filosofo del Divenire in contrapposizione con la filosofia dell’Essere di Parmenide e questa nota espressione nasce da una sintesi di un frammento del suo trattato “Sulla natura”:
 « Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. » (91 Diels-Kranz).
Eraclito vuol evidenziare come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni cosa è sottoposta alla legge inesorabile del tempo.

 
 
 
 
 

Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia

 
 
 
 
 
Ma torniamo alla Poesia… e torniamo al tema della caducità della vita umana… vista nel mondo latino. 
Foglie al vento sono anche le anime dei defunti che si affollano sulle rive dell’Acheronte nell’Eneide:
“quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus trans pontum fugat et terris immittit apricis. stabant orantes primi transmittere cursum tendebantque manus ripae ulterioris amore” (Virgilio, Aen. VI, 311-314), immagine che sarà ripresa quasi testualmente anche da Dante per descrivere le anime in attesa del nocchiero Caronte in Inferno, 3.





DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO 3°
 
OMISSIS
 
“Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
 
Non isperate mai veder lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.
 
E tu che se’ costì, anima viva,
pàrtiti da cotesti che son morti».
Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
 
disse: «Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti».
 
E ‘l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”
 
OMISSIS






Il tempo è poi l’ossessione di Orazio (Carmina II 14), che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell’uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile”.
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un’immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
“Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici”.
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall’oblio non c’è scampo) noi abbiamo accumulato c’è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
 
Sempre Orazio a proposito del tempo:
“Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso : cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani” (Carmina, I,11), forse nella scia di Simonide, che ricorda: “Da uomo quale sei, non dire mai quale sarà il domani; nè, vedendo un uomo felice, per quanto lo sarà. Neppure il guizzo della mosca dalle ali distese è così rapido” (Frag. 521/16, 615/110 Page).


 
 
 
 

Trionfo di Bacco ed Arianna – Carracci


 
 
 
 
Terminiamo questa breve analisi del tempo visto dai classici con la famosa poesia di Lorenzo de’ Medici… (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492) che riprende alla grande il tema della fugacità della giovinezza… qui riportata, per brevità, solo nella mitica strofa.

Debbo dire che condivido in pieno il pensiero di Lorenzo ed ho sempre condiviso il… “carpe diem” anche se però… “ragionato“. 
 
 
 
 
 

TRIONFO DI BACCO ED ARIANNA
 

« Quant’è bella giovinezza, 
Che si fugge tuttavia! 
Chi vuol essere lieto, sia: 
Di doman non c’è certezza»
 

OMISSIS

 
 
 
 
 

Libero adattamento del testo di “Antiquitas”
http://www.antiqvitas.it/gymnasium/testi.8.htm
Impaginazione T.K.

 
 
 
Infine una poesia-riflessione di un grande autore molto più recente e Premio Nobel per la letteratura nel 1948 ma già considerato un classico.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL TEMPO
Thomas Stears Eliot
 
Il tempo presente e il tempo passato
son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irrimediabile.
“Ciò che poteva essere” è un’astrazione
che resta una possibilità perpetua
solo nel mondo delle ipotesi.
Ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono ad un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo il corridoio che non prendemmo
verso la porta che non aprimmo mai
sul giardino delle rose:
Le mie parole echeggiano
Così nella vostra mente.

 

 
F I N E 
 
 
 
 

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Frecce2039








LA SIGNORA IN PISCINA – Milan Kundera con questo suggestivo brano ci parla dello.. scorrere del tempo   Leave a comment

 

 

 

 


Questo brano,
che mi affascina molto per le intrinseche valenze poetiche,
ci porta ad una suggestiva ed originale… riflessione
sulla nostra percezione dello scorrere del tempo.








Però poi, se ci pensiamo bene,
ci accorgiamo che in fondo la riflessione è…
 del tutto naturale.
 
 
Ma leggiamolo.
 
 
 
 


 
 
 


LA SIGNORA IN PISCINA
DA “L’IMMORTALITA’”
DI
MILAN KUNDERA

 
 
 
“…. La signora avra’ avuto sessanta, sessantacinque anni, era sola, immersa nell’acqua fino alla vita, lo sguardo rivolto in su verso il giovane maestro di nuoto in tuta che le stava insegnando a nuotare.
Finita la lezione la donna si allontanava in costume da bagno facendo il giro della piscina.
Superò il maestro e quando si trovò a quattro cinque passi di distanza, girò la testa verso di lui, sorrise e lo salutò con la mano.
E in quel momento mi si strinse il cuore!
Quel sorriso e quel gesto appartenevano a una donna di vent’anni!
La sua mano si era sollevata con una leggerezza incantevole.
Era come se avesse lanciato in aria una palla colorata per giocare col suo amante.
Quel sorriso e quel gesto avevano fascino ed eleganza, mentre il volto e il corpo di fascino non ne avevano più.
Era il fascino di un gesto annegato nel non fascino del corpo.
Ma la donna, anche se doveva sapere di non essere più bella, in quel momento l’aveva dimenticato.
Con una certa parte del nostro essere viviamo tutti fuori del tempo.
Forse è solo in momenti eccezionali che ci rendiamo conto dei nostri anni, mentre per la maggior parte del tempo siamo dei senza-età.
In ogni caso nell’attimo in cui si girò, sorrise e salutò con la mano il giovane maestro di nuoto, lei ignorava la propria età.
In quel gesto una qualche essenza del suo fascino, indipendente dal tempo, si rivelò per un istante e mi abbagliò.
Ero stranamente commosso…”


 
 
 
 
 

 
 
 

Cosa ne pensate?
 
 
Ciao da Tony Kospan




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Frecce2039






 
 

“Quando 40 inverni” – Questo sonetto di Shakespeare mal si adatta alle quarantenni di oggi ma…   Leave a comment




Questa volta la poesia di cui desidero parlare,
e che propongo anche alla vostra riflessone,
è del sommo Shakespeare.

Leggiamola prima.



Elizabeth Sonrel


QUANDO QUARANTA INVERNI
~  Sonetto 2° ~ William Shakespeare ~


Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l’orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch’essi s’adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: “Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni”,
dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand’esso nelle tue vene è freddo.




Elizabeth Sonrel




Il grande William consiglia dunque alla donna ultraquarantenne
di non preoccuparsi per lo sfiorir “di sua giovanile gran beltà”
ma anzi d’esser felice dato che la sua grazia
sta passando al/la figlio/a.


Però il Sommo, anche stavolta,
nonostante i 40 inverni ormai non siano più validi
ci dona un esempio di profondità di pensiero.








Non possiamo non scorgere in questi versi infatti
il consiglio d’accettar lo scorrer del tempo
in modo sereno… anche perché diversamente
vivremmo molto male gli anni
pochi o molti…che ci restano.


Infatti se ci fermassimo a rimpianger
la bellezza e la forza della nostra gioventù
che giorno per giorno s’allontana sempre più
rischieremmo di cadere nella depressione.



Elizabeth Sonrel



UNA PICCOLA RIFLESSIONE 
E LE QUARANTENNI DI OGGI

Dando uno sguardo al significato del sonetto,
possiamo subito osservare come l’idea di una donna quarantenne 
piena di rughe (e forse di acciacchi) oggi stride e stupisce
anzi ci appare quasi incomprensibile.



Elizabeth Sonrel


Oggi la donna quarantenne è poco più che giovanetta…
e dunque opterei in questo caso,
date le modifiche avvenute nel corso degli ultimi secoli
riguardo alla durata e tenuta della nostra vita,
per una diversa rappresentazione,
delle immagini poetiche del Sommo.

La donna di cui parla il Sommo William
oggi non sarebbe quarantenne ma settantenne
ed il piccolo sarebbe… il nipotino… eh eh.

Se ci guardiamo intorno, anche nel nostro mondo web,
il numero di nonne giovani e pimpanti
è in incredibile e costante aumento…
(ma in verità anche di nonni)






Come sempre, cari amici,
la mia è una opinabilissima interpretazione
e come sempre sono curioso di legger
vostre diverse impressioni e valutazioni.


Tony Kospan

F I N E 





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G. G. Savoldo


Milan Kundera – Buon compleanno con breve analisi del suo stile ed un bel brano   Leave a comment

 
 
 
 
Oggi è l’anniversario della nascita
di questo scrittore, saggista, poeta e drammaturgo ceco.

 
 
 
 
 
Milan Kundera  (Brno –  1º aprile 1929)
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA

 
 
Iscrittosi nel 1948 da studente al Partito comunista
ne fu dopo poco espulso nel 1950
per il suo spirito indipendente.
 
Dopo aver studiato Letteratura all’Università di Praga 
ben presto passò alla Facoltà di Storia del cinema e lì si laureò.
 
 
 
 
 
 
  
 
 
Riammesso nel partito divenne ben presto
una figura importante della cultura di quel paese.

Negli anni successivi si schierò apertamente con l’ala che rappresentava

 la cd. Primavera di Praga per cui, dopo che questa fu soffocata, 

perse il posto di docente e fu espulso di nuovo dal partito. 

 

 

 
 

Nel 1975 riparò in Francia dove ha insegnato

 nelle Università di Parigi e di Rennes 

e dove ancora vive con la moglie Vera Hrabanková.

 
 
 
 
 
 
 
BREVE ANALISI DELLA SUA ATTIVITA’ LETTERARIA

 
 
I suoi “Scherzo”  e “L’Insostenibile leggerezza dell’essere” 
oltre ad esser stati dei grandi best seller 
costituiscono una parte fondamentale della storia del romanzo del XX secolo.
 
 
Il romanzo… lo scrivere… per lui rappresenta anche
un’alta forma di resistenza contro quelle forme di vuota comunicazione,
attratte solo da supersemplificazione e ferme al momento presente,
che sono i più rilevanti «agenti del rimbecillimento» mondiale.
 
 
Kundera rappresenta quindi insieme ed al di là
dei suoi tanti capolavori letterari
uno spirito universale capace di tener legati i fili della tradizione
con una visione consapevole, ma libera ed aperta, della realtà.

 
 
 
 
 
 
 
 

IL SUO STILE
 
 
 
Per comprenderne lo stile e l’anima leggiamo questo passo,
che mi affascina molto per le sue intrinseche valenze poetiche,
e che ci porta ad una bella ed originale… riflessione
sulla nostra percezione dello scorrere del tempo
 
 
 
 





LA SIGNORA IN PISCINA
DA L’IMMORTALITA’









“…. La signora avrà avuto sessanta, sessantacinque anni, era sola, immersa nell’acqua fino alla vita, lo sguardo rivolto in su verso il giovane maestro di nuoto in tuta che le stava insegnando a nuotare.


Finita la lezione la donna si allontanava in costume da bagno facendo il giro della piscina.


Superò il maestro e quando si trovò a quattro cinque passi di distanza, girò la testa verso di lui, sorrise e lo salutò con la mano.


E in quel momento mi si strinse il cuore!


Quel sorriso e quel gesto appartenevano a una donna di vent’anni!


La sua mano si era sollevata con una leggerezza incantevole.


Era come se avesse lanciato in aria una palla colorata per giocare col suo amante.


Quel sorriso e quel gesto avevano fascino ed eleganza, mentre il volto e il corpo di fascino non ne avevano più.


Era il fascino di un gesto annegato nel non fascino del corpo.


Ma la donna, anche se doveva sapere di non essere più bella, in quel momento l’aveva dimenticato.


Con una certa parte del nostro essere viviamo tutti fuori del tempo.


Forse è solo in momenti eccezionali che ci rendiamo conto dei nostri anni, mentre per la maggior parte del tempo siamo dei senza-età.


In ogni caso nell’attimo in cui si girò, sorrise e salutò con la mano il giovane maestro di nuoto, lei ignorava la propria età.


In quel gesto una qualche essenza del suo fascino, indipendente dal tempo, si rivelò per un istante e mi abbagliò.


Ero stranamente commosso…” 




 



 
 



Infine per il suo compleanno



non posso (non possiamo) non fargli gli auguri


 



 
 
Tony Kospan




 
 
 
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