Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
Singolare artista, inizialmente impressionista
e poi animatore del gruppo Simbolista di Pont Aven,
precursore del Fauvismo… ma in realtà
lontano dalla rigidità di schemi prefissati
e con il sogno della purezza e della semplicità…
“primitive“.
Dopo il sermone – 1888
La sua vita… è davvero una sorprendente miscela.
Nascita in Francia, infanzia in Perù, e poi periodi parigini e periodi tahitiani ed ancora il tentativo di stabilirsi (e stabilizzarsi) in Bretagna… infine la morte nelle isole Marchesi.
Paul Gauguin
Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903
Paul Gauguin: ancorato, e avvinghiato, al classicismo – alienazione sedativa contro un presente insoddisfacente – sogno costante, che resiste a tutte le maree dell’esistenza, e riemerge ogni volta più roccioso.
Paul Gauguin: simbolista folgorato dalla poetica di Cézanne e Pissarro, dominato dall’idea di una pittura pura e “sauvage”, e nella ricerca della fusione arte-vita.
Nudo di donna che cuce
Paul Gauguin: rifiutato dalla Francia e considerato sovversivo, parla con macchie di colore e contorni netti in atmosfere rarefatte, e fa abitare i suoi personaggi, primitivi e mitici, in un Eden letterario ed insulare, forse nella continua ossessiva ricerca del Perù dell’infanzia.
Autunno
Le opere di Paul Gauguin offrono sempre allo spettatore contemporaneo un’esperienza affascinante.
A fare presa sarà lo stereotipo dell’artista anticonformista, oppure l’idea di fuga dalla città alla ricerca di “primitività e selvatichezza“ in una civiltà pura.
Oppure, più semplicemente, la bellezza delle opere: lo stile personalissimo, la ricerca cromatica, la composizione innovativa, i soggetti esotici.
Davvero un artista di mito e sogno a partire dalle prime opere, in cui emerge il debito con Pissarro e soprattutto con Cézanne, l’ispirazione delle terre Bretoni e la complicata esperienza ad Arles con Van Gogh, la fuga a Tahiti.
Guardiamolo e comprendiamolo attraverso la sua poetica che risente anche delle vicende vissute.
Come per esempio in Bonjour Monsieur Gauguin, una vicina di Pouldu ricambia il saluto dell’artista con un freddo Bonjour rimanendo al di là della staccionata che li separa: lui, artista parigino, non apparterrà mai a quel luogo di sogno.
Bonjour Monsieur Gauguin
Eppure proprio in Bretagna Gauguin, dedicandosi pienamente all’arte, trova la giusta ispirazione ed elabora la sua particolare tecnica pittorica: linee che definiscono le figure – da qui la definizione di “cloisonnisme” per la ripresa dell’antica lavorazione dello smalto e delle vetrate medievali – a pennellate brevi, l’una vicino all’altra, con effetto zebrato, con uno studiatissimo uso dei colori, distribuiti sulla tela in modo da riproporne sempre la complementarietà, soprattutto tra i rossi e i verdi.
E’ principalmente l’uso del colore che fa la differenza con l’Impressionismo:
Gauguin non cerca l’intensità luminosa ma l’armonia generale dell’opera, compositiva e cromatica.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
E, via via con lo scorrere delle opere, scorre anche il percorso verso l’utopia. è a Tahiti che la ricerca di Gauguin trova finalmente posa – anche se momentanea.
Sotto la luce dei Tropici, la tavolozza si accende e contemporaneamente si semplifica; gli spazi sono definiti da ampie campiture e le linee più marcate;
i soggetti sono quelli più noti: donne, fanciulli, piccoli animali domestici, natura lussureggiante.
Arearea
Mirabili sono alcuni ritratti come Te Avea No Maria o il mese di Maria e Le Parau Parau o la Conversazione in cui emerge a pieno l’eclettico primitivismo della fase più matura:
le donne taitiane, evidentemente esotiche per colori e costumi, vengono occidentalizzate nell’atteggiamento.
La siesta
FONTI: VARI SITI WEB
RICERCHE COORDINAM. LIBERE RIELABORAZ. ED IMPAGINAZIONE: T.K.
spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
Singolare artista, inizialmente impressionista
e poi animatore del gruppo Simbolista di Pont Aven,
precursore del Fauvismo… ma in realtà
lontano dalla rigidità di schemi prefissati
e con il sogno della purezza e della semplicità…
“primitive“.
Dopo il sermone – 1888
La sua vita… è davvero una sorprendente miscela.
Nascita in Francia, infanzia in Perù, e poi periodi parigini e periodi tahitiani ed ancora il tentativo di stabilirsi (e stabilizzarsi) in Bretagna… infine la morte nelle isole Marchesi.
Paul Gauguin
Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903
Paul Gauguin: ancorato, e avvinghiato, al classicismo – alienazione sedativa contro un presente insoddisfacente – sogno costante, che resiste a tutte le maree dell’esistenza, e riemerge ogni volta più roccioso.
Paul Gauguin: simbolista folgorato dalla poetica di Cézanne e Pissarro, dominato dall’idea di una pittura pura e “sauvage”, e nella ricerca della fusione arte-vita.
Nudo di donna che cuce
Paul Gauguin: rifiutato dalla Francia e considerato sovversivo, parla con macchie di colore e contorni netti in atmosfere rarefatte, e fa abitare i suoi personaggi, primitivi e mitici, in un Eden letterario ed insulare, forse nella continua ossessiva ricerca del Perù dell’infanzia.
Autunno
Le opere di Paul Gauguin offrono sempre allo spettatore contemporaneo un’esperienza affascinante.
A fare presa sarà lo stereotipo dell’artista anticonformista, oppure l’idea di fuga dalla città alla ricerca di “primitività e selvatichezza“ in una civiltà pura.
Oppure, più semplicemente, la bellezza delle opere: lo stile personalissimo, la ricerca cromatica, la composizione innovativa, i soggetti esotici.
Davvero un artista di mito e sogno a partire dalle prime opere, in cui emerge il debito con Pissarro e soprattutto con Cézanne, l’ispirazione delle terre Bretoni e la complicata esperienza ad Arles con Van Gogh, la fuga a Tahiti.
Guardiamolo e comprendiamolo attraverso la sua poetica che risente anche delle vicende vissute.
Come per esempio in Bonjour Monsieur Gauguin, una vicina di Pouldu ricambia il saluto dell’artista con un freddo Bonjour rimanendo al di là della staccionata che li separa: lui, artista parigino, non apparterrà mai a quel luogo di sogno.
Bonjour Monsieur Gauguin
Eppure proprio in Bretagna Gauguin, dedicandosi pienamente all’arte, trova la giusta ispirazione ed elabora la sua particolare tecnica pittorica: linee che definiscono le figure – da qui la definizione di “cloisonnisme” per la ripresa dell’antica lavorazione dello smalto e delle vetrate medievali – a pennellate brevi, l’una vicino all’altra, con effetto zebrato, con uno studiatissimo uso dei colori, distribuiti sulla tela in modo da riproporne sempre la complementarietà, soprattutto tra i rossi e i verdi.
E’ principalmente l’uso del colore che fa la differenza con l’Impressionismo:
Gauguin non cerca l’intensità luminosa ma l’armonia generale dell’opera, compositiva e cromatica.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
E, via via con lo scorrere delle opere, scorre anche il percorso verso l’utopia. è a Tahiti che la ricerca di Gauguin trova finalmente posa – anche se momentanea.
Sotto la luce dei Tropici, la tavolozza si accende e contemporaneamente si semplifica; gli spazi sono definiti da ampie campiture e le linee più marcate;
i soggetti sono quelli più noti: donne, fanciulli, piccoli animali domestici, natura lussureggiante.
Arearea
Mirabili sono alcuni ritratti come Te Avea No Maria o il mese di Maria e Le Parau Parau o la Conversazione in cui emerge a pieno l’eclettico primitivismo della fase più matura:
le donne taitiane, evidentemente esotiche per colori e costumi, vengono occidentalizzate nell’atteggiamento.
La siesta
FONTI: VARI SITI WEB
RICERCHE COORDINAM. LIBERE RIELABORAZ. ED IMPAGINAZIONE: T.K.
Toulouse-Lautrec è stato uno degli artisti più importanti
della scintillante e sognante Parigi di fine ‘800
di cui ha “narrato”, con calore e verità, vizi e virtù.
BREVE BIOGRAFIA
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque in una nobile famiglia discendente addirittura da Carlo Magno.
Fin da piccolo fu sofferente di una malattia alle ossa che ne impedì la crescita in altezza e gli rese la testa molto grande rispetto al corpo in cui soprattutto le gambe restarono molto piccole.
Albi 24.11.1864 – Saint-André-du-Bois 9.9.1901
Per questo fece gli studi nella casa paterna, da dove in pratica usciva raramente, dedicandosi fin da piccolo alla pittura.
Visto questo suo interesse fu inviato a studiare pittura presso studi di alcuni noti pittori.
A 19 anni aprì il suo primo atelier a Montmartre (Parigi) noto per esser il quartiere degli artisti e dei bohemiens.
Fu proprio questo mondo fatto di caffè, bordelli e bistrot, che ha creato il mito della Belle Époque, ad ispirare la massima parte dei suoi dipinti.
Fece una vita economicamente disordinata, e quasi sempre in compagnia dell’alcool (e non solo), ma ci tenne sempre a differenziare i propri guadagni di pittore dall’appannaggio familiare.
Pur disponendo di notevoli risorse economiche egli amava frequentare gli ambienti più poveri e diseredati alloggiando spesso nei bordelli dove amava dipingere le prostitute nei loro atteggiamenti più spregiudicati.
Le sue opere, con il loro calore… i loro colori… ma anche con la loro verità, mostrano una forte vicinanza umana ai soggetti dipinti.
Nel 1893 la sua prima mostra ebbe subito successo e piacque anche ai critici.
Da quel momento in poi pian piano divenne ben presto un notevole punto di riferimento nel mondo artistico parigino.
Tuttavia, nonostante i successi artistici delle sue opere, rimase sempre schiavo dell’alcoolismo.
Morì a soli 36 anni a seguito di complicazioni causate dalla sifilide in un corpo già debilitato.
Al Moulin Rouge con autoritratto
SINTETICA ANALISI DELLA SUA ARTE
All’inizio le sue opere presentano caratteristiche simili a quelle degli impressionisti ed in questo molta influenza ebbero soprattutto Edgar Degas ma anche Cézanne, Renoir e Manet.
Egli poi però ben presto inizierà a tener sempre differenziata la figura umana dall’ambiente di sfondo nei suoi dipinti e proprio per questo è definito un post-impressionista.
Infatti egli stesso affermava:
“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio.
Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intelligibile il carattere della figura.”
Bevitori di assenzio
Possiamo dunque dire che per lui viene prima di ogni altra cosa la persona e molte persone, da lui dipinte, sono divenute poi, grazie a lui, immortali.
Egli usava diversi supporti per le sue opere ed è infatti considerato anche uno dei più geniali autori di manifesti e stampe dei suoi tempi.
spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –
Singolare artista, inizialmente impressionista
e poi animatore del gruppo Simbolista di Pont Aven,
precursore del Fauvismo… ma in realtà
lontano dalla rigidità di schemi prefissati
e con il sogno della purezza e della semplicità…
“primitive“.
Dopo il sermone – 1888
La sua vita… è davvero una sorprendente miscela.
Nascita in Francia, infanzia in Perù, e poi periodi parigini e periodi tahitiani ed ancora il tentativo di stabilirsi (e stabilizzarsi) in Bretagna… infine la morte nelle isole Marchesi.
Paul Gauguin
Parigi 7.6.1848 – Hiva Oa 8.5.1903
Paul Gauguin: ancorato, e avvinghiato, al classicismo – alienazione sedativa contro un presente insoddisfacente – sogno costante, che resiste a tutte le maree dell’esistenza, e riemerge ogni volta più roccioso.
Paul Gauguin: simbolista folgorato dalla poetica di Cézanne e Pissarro, dominato dall’idea di una pittura pura e “sauvage”, e nella ricerca della fusione arte-vita.
Nudo di donna che cuce
Paul Gauguin: rifiutato dalla Francia e considerato sovversivo, parla con macchie di colore e contorni netti in atmosfere rarefatte, e fa abitare i suoi personaggi, primitivi e mitici, in un Eden letterario ed insulare, forse nella continua ossessiva ricerca del Perù dell’infanzia.
Autunno
Le opere di Paul Gauguin offrono sempre allo spettatore contemporaneo un’esperienza affascinante.
A fare presa sarà lo stereotipo dell’artista anticonformista, oppure l’idea di fuga dalla città alla ricerca di “primitività e selvatichezza“ in una civiltà pura.
Oppure, più semplicemente, la bellezza delle opere: lo stile personalissimo, la ricerca cromatica, la composizione innovativa, i soggetti esotici.
Davvero un artista di mito e sogno a partire dalle prime opere, in cui emerge il debito con Pissarro e soprattutto con Cézanne, l’ispirazione delle terre Bretoni e la complicata esperienza ad Arles con Van Gogh, la fuga a Tahiti.
Guardiamolo e comprendiamolo attraverso la sua poetica che risente anche delle vicende vissute.
Come per esempio in Bonjour Monsieur Gauguin, una vicina di Pouldu ricambia il saluto dell’artista con un freddo Bonjour rimanendo al di là della staccionata che li separa: lui, artista parigino, non apparterrà mai a quel luogo di sogno.
Bonjour Monsieur Gauguin
Eppure proprio in Bretagna Gauguin, dedicandosi pienamente all’arte, trova la giusta ispirazione ed elabora la sua particolare tecnica pittorica: linee che definiscono le figure – da qui la definizione di “cloisonnisme” per la ripresa dell’antica lavorazione dello smalto e delle vetrate medievali – a pennellate brevi, l’una vicino all’altra, con effetto zebrato, con uno studiatissimo uso dei colori, distribuiti sulla tela in modo da riproporne sempre la complementarietà, soprattutto tra i rossi e i verdi.
E’ principalmente l’uso del colore che fa la differenza con l’Impressionismo:
Gauguin non cerca l’intensità luminosa ma l’armonia generale dell’opera, compositiva e cromatica.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
E, via via con lo scorrere delle opere, scorre anche il percorso verso l’utopia. è a Tahiti che la ricerca di Gauguin trova finalmente posa – anche se momentanea.
Sotto la luce dei Tropici, la tavolozza si accende e contemporaneamente si semplifica; gli spazi sono definiti da ampie campiture e le linee più marcate;
i soggetti sono quelli più noti: donne, fanciulli, piccoli animali domestici, natura lussureggiante.
Arearea
Mirabili sono alcuni ritratti come Te Avea No Maria o il mese di Maria e Le Parau Parau o la Conversazione in cui emerge a pieno l’eclettico primitivismo della fase più matura:
le donne taitiane, evidentemente esotiche per colori e costumi, vengono occidentalizzate nell’atteggiamento.
La siesta
FONTI: VARI SITI WEB
RICERCHE COORDINAM. LIBERE RIELABORAZ. ED IMPAGINAZIONE: T.K.
spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa
e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
Paul Gauguin
PAUL GAUGUIN
INDIPENDENZA SOGNO
E RICERCA DELLA PUREZZA “PRIMITIVA”
II PARTE
Visione dopo il sermone – 1888
LE OPERE POLINESIANE
LE SCULTURE E LA CONCLUSIONE
Autoritratto
Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna” del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto con la composizione dell’arte occidentale.
Gauguin – La donna dei manghi – 1896
Ricordiamo poi la “Conversazione“ del 1892
Conversazione
Tra le opere che incantano ecco anche il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Parau api – 1892
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale.
Testa con le corna
Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana“ e la “Testa con le corna“ del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità.
Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
Le opere polinesiane, dipinti e sculture, esprimono la sua visione di questa terra nuova e selvaggia e lo portano, pur nella stilizzazione delle figure, a d esaltare i soggetti rappresentati come i veri protagonisti di una terra “di mito e di sogno“.
Autoritratto
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà però una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
Infine ecco un bel video che ci parla di lui e delle sue opere soprattutto del periodo tahitiano…
Termino questo post su Gauguin, autore fortemente ed intimamente combattuto, celebrandone la grandissima arte e l’indubbio e riconosciuto amore per la libertà di espressione, l’esotismo ed il sogno.
Ararea no varua
FONTI: VARI SITI WEB…
– RICERCHE, LIBERO ADATTAMENTO, COORDINAM. ED IMPAGINAZ. T.K. –