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Paul Verlaine – Breve ricordo del grande poeta “maledetto” con analisi della sua poetica e bellissime poesie   Leave a comment







Paul Verlaine è stato uno dei più grandi 

“Poeti maledetti”

mitico gruppo di poeti francesi dell’800

di cui parlò e scrisse anche lui stesso.


..

,

.

.


BREVE BIOGRAFIA


Paul Verlaine nasce nel 1844
in una famiglia francese benestante.
  
Fin da piccolo inizia a scrivere poesie.
  
Presto mostra una personalità complessa e difficile
fatta insieme di
dolcezza e brutalità
che traspare in modo chiaro, fin dai primi tempi,
anche nella sua poetica.

.

.


Metz 30.3.1844 – Parigi 8.1.1896



La madre, per sottrarlo alla sua vita sregolata
lo fa sposare.

Il matrimonio però dopo un breve periodo di tranquillità, 
che ritroviamo nei versi della raccolta La bonne chanson, 
finisce presto per la sua incostanza e soprattutto
per la relazione con l’altro poeta “maledetto”, Rimbaud.

Anche questo rapporto finisce a sua volta dopo 3 anni
con l’esplosione di alcuni colpi di pistola,
per fortuna non gravi, sparati al suo amico.

.

.

Verlaine e Rimbaud

.

.

Questo episodio però lo porta in carcere e qui… 
ecco una nuova svolta… stavolta religiosa.
.
Ma di nuovo, dopo un periodo sereno, 
ricade nei suoi eccessi di ogni genere.



Verlaine e Rimbaud




Ciononostante a Parigi iniziano i successi
della sua attività poetica e letteraria 
e si inserisce bene nei salotti culturali parigini 
mentre però la sua vita continua
in una continua alternanza di povertà e benessere.



Il gruppo dei poeti maledetti (nel cerchio Verlaine e Rimbaud)
.



Oltre alle poesie di vario genere scrisse anche un saggio
proprio sui
poeti maledetti
come accennavo su (Rimbaud, Mallarmé, Corbière ed altri)





ed in cui parla anche di se stesso,
ma con lo pseudonimo di
Pauvre Lelian.

Morì povero in un ospedale parigino.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

.
.


LA SUA POETICA


.
.
La sua poesia, che predilige la musicalità del verso, 
è di tipo evocativo e non descrittiva…
cioè ci fa giungere alla verità delle cose
con visioni illuminanti e suggestive.

I suoi versi scorrono senza vincoli con grande fluidità e semplicità
e mostrano una profonda sensibilità che molti associano
 a quella dei pittori Impressionisti.

Considerato, ai suoi tempi, un maestro dai giovani poeti,
è stato in realtà un precursore della poesia moderna.








ALCUNE SUE NOTE E BELLISSIME POESIE


.


NOI SAREMO


Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?




LE CONCHIGLIE


Ogni incrostata conchiglia che sta
in quella grotta
in cui ci siamo amati
ha la sua propria particolarità. 
Una dell’anima nostra
ha la porpora
che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
quando io brucio e tu
a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te
nei tuoi languori
e nei pallori tuoi di quando,
stanca,
ce l’hai con me perché
ho gli occhi beffardi;
Questa fa specchio
a come in te s’avvolge
la grazia del tuo orecchio,
un’altra invece
alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte,
mi sconvolge.

.

.

.

.

VOLA CANZONE RAPIDA


Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce un raggio.
Dissipando, santo lume,
le tenebre dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida. La senti?
L’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.

.

.

.

.

VIVIAMO IN TEMPI…

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.


.


.
.
Al lettore – Manoscritto

.

.


Ciao da Tony Kospan


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.

Paul Verlaine.. grande “Poeta Maledetto” – Breve ricordo anche con analisi della sua poetica e varie bellissime poesie   Leave a comment







Paul Verlaine è stato uno dei più grandi 

“Poeti maledetti”

mitico gruppo di poeti francesi dell’800

di cui parlò e scrisse anche lui stesso.


..

,

.

.


BREVE BIOGRAFIA


Paul Verlaine nasce nel 1844
in una famiglia francese benestante.
  
Fin da piccolo inizia a scrivere poesie.
  
Presto mostra una personalità complessa e difficile
fatta insieme di
dolcezza e brutalità
che traspare in modo chiaro, fin dai primi tempi,
anche nella sua poetica.

.

.


Metz 30.3.1844 – Parigi 8.1.1896



La madre, per sottrarlo alla sua vita sregolata
lo fa sposare.

Il matrimonio però dopo un breve periodo di tranquillità, 
che ritroviamo nei versi della raccolta La bonne chanson, 
finisce presto per la sua incostanza e soprattutto
per la relazione con l’altro poeta “maledetto”, Rimbaud.

Anche questo rapporto finisce a sua volta dopo 3 anni
con l’esplosione di alcuni colpi di pistola,
per fortuna non gravi, sparati al suo amico.

.

.

Verlaine e Rimbaud

.

.

Questo episodio però lo porta in carcere e qui… 
ecco una nuova svolta… stavolta religiosa.
.
Ma di nuovo, dopo un periodo sereno, 
ricade nei suoi eccessi di ogni genere.



Verlaine e Rimbaud




Ciononostante a Parigi iniziano i successi
della sua attività poetica e letteraria 
e si inserisce bene nei salotti culturali parigini 
mentre però la sua vita continua
in una continua alternanza di povertà e benessere.



Il gruppo dei poeti maledetti (nel cerchio Verlaine e Rimbaud)
.



Oltre alle poesie di vario genere scrisse anche un saggio
proprio sui
poeti maledetti
come accennavo su (Rimbaud, Mallarmé, Corbière ed altri)





ed in cui parla anche di se stesso,
ma con lo pseudonimo di
Pauvre Lelian.

Morì povero in un ospedale parigino.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

.
.


LA SUA POETICA


.
.
La sua poesia, che predilige la musicalità del verso, 
è di tipo evocativo e non descrittiva…
cioè ci fa giungere alla verità delle cose
con visioni illuminanti e suggestive.

I suoi versi scorrono senza vincoli con grande fluidità e semplicità
e mostrano una profonda sensibilità che molti associano
 a quella dei pittori Impressionisti.

Considerato, ai suoi tempi, un maestro dai giovani poeti,
è stato in realtà un precursore della poesia moderna.








ALCUNE SUE NOTE E BELLISSIME POESIE


.


NOI SAREMO


Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?




LE CONCHIGLIE


Ogni incrostata conchiglia che sta
in quella grotta
in cui ci siamo amati
ha la sua propria particolarità. 
Una dell’anima nostra
ha la porpora
che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
quando io brucio e tu
a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te
nei tuoi languori
e nei pallori tuoi di quando,
stanca,
ce l’hai con me perché
ho gli occhi beffardi;
Questa fa specchio
a come in te s’avvolge
la grazia del tuo orecchio,
un’altra invece
alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte,
mi sconvolge.

.

.

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.

VOLA CANZONE RAPIDA


Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce un raggio.
Dissipando, santo lume,
le tenebre dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida. La senti?
L’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.

.

.

.

.

VIVIAMO IN TEMPI…

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.


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PER LE NOVITA’

Frecce (174)

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.

Arthur Rimbaud.. mitico “poeta maledetto” dal volto di bambino – Breve biografia ed alcune poesie   Leave a comment









Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l’esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti,
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell’alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l’introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino

affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal ’70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l’amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l’insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
 .
.
.
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l’iniziatore dell’audacia assoluta in poesia.
 
 
 

 .
.
.
 
ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
F I N E
Frecce (174)

 
 
 
 
 




 
 

Arthur Rimbaud.. “poeta maledetto” dal volto di bambino – Breve biografia ed alcune mitiche poesie   Leave a comment









Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l’esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti,
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell’alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l’introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino

affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal ’70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l’amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l’insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
 .
.
.
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l’iniziatore dell’audacia assoluta in poesia.
 
 
 

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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
F I N E
Frecce (174)

 
 
 
 
 




 
 

Paul Verlaine.. grande “Poeta Maledetto” – Breve ricordo.. analisi della sua poetica e bellissime poesie   Leave a comment







Paul Verlaine è stato uno dei più grandi 

“Poeti maledetti”

mitico gruppo di poeti francesi dell’800

di cui parlò e scrisse anche lui stesso.


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BREVE BIOGRAFIA


Paul Verlaine nasce nel 1844
in una famiglia francese benestante.
  
Fin da piccolo inizia a scrivere poesie.
  
Presto mostra una personalità complessa e difficile
fatta insieme di
dolcezza e brutalità
che traspare in modo chiaro, fin dai primi tempi,
anche nella sua poetica.

.

.


Metz 30.3.1844 – Parigi 8.1.1896



La madre, per sottrarlo alla sua vita sregolata
lo fa sposare.

Il matrimonio però dopo un breve periodo di tranquillità, 
che ritroviamo nei versi della raccolta La bonne chanson, 
finisce presto per la sua incostanza e soprattutto
per la relazione con l’altro poeta “maledetto”, Rimbaud.

Anche questo rapporto finisce a sua volta dopo 3 anni
con l’esplosione di alcuni colpi di pistola,
per fortuna non gravi, sparati al suo amico.

.

.

Verlaine e Rimbaud

.

.

Questo episodio però lo porta in carcere e qui… 
ecco una nuova svolta… stavolta religiosa.
.
Ma di nuovo, dopo un periodo sereno, 
ricade nei suoi eccessi di ogni genere.



Verlaine e Rimbaud




Ciononostante a Parigi iniziano i successi
della sua attività poetica e letteraria 
e si inserisce bene nei salotti culturali parigini 
mentre però la sua vita continua
in una continua alternanza di povertà e benessere.



Il gruppo dei poeti maledetti (nel cerchio Verlaine e Rimbaud)
.



Oltre alle poesie di vario genere scrisse anche un saggio
proprio sui
poeti maledetti
come accennavo su (Rimbaud, Mallarmé, Corbière ed altri)





ed in cui parla anche di se stesso,
ma con lo pseudonimo di
Pauvre Lelian.

Morì povero in un ospedale parigino.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

.
.


LA SUA POETICA


.
.
La sua poesia, che predilige la musicalità del verso, 
è di tipo evocativo e non descrittiva…
cioè ci fa giungere alla verità delle cose
con visioni illuminanti e suggestive.

I suoi versi scorrono senza vincoli con grande fluidità e semplicità
e mostrano una profonda sensibilità che molti associano
 a quella dei pittori Impressionisti.

Considerato, ai suoi tempi, un maestro dai giovani poeti,
è stato in realtà un precursore della poesia moderna.








ALCUNE SUE NOTE E BELLISSIME POESIE


.


NOI SAREMO


Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?




LE CONCHIGLIE


Ogni incrostata conchiglia che sta
in quella grotta
in cui ci siamo amati
ha la sua propria particolarità. 
Una dell’anima nostra
ha la porpora
che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
quando io brucio e tu
a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te
nei tuoi languori
e nei pallori tuoi di quando,
stanca,
ce l’hai con me perché
ho gli occhi beffardi;
Questa fa specchio
a come in te s’avvolge
la grazia del tuo orecchio,
un’altra invece
alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte,
mi sconvolge.

.

.

.

.

VOLA CANZONE RAPIDA


Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce un raggio.
Dissipando, santo lume,
le tenebre dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida. La senti?
L’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.

.

.

.

.

VIVIAMO IN TEMPI…

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.


.


.
.
Al lettore – Manoscritto

.

.


Ciao da Tony Kospan


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PER LE NOVITA’

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.

Paul Verlaine – Breve ricordo del grande “Poeta Maledetto” anche con un’analisi della sua poetica ed varie bellissime poesie   Leave a comment







Paul Verlaine è stato uno dei più grandi 

“Poeti maledetti”

mitico gruppo di poeti francesi dell’800

di cui parlò e scrisse anche lui stesso.


..

,

.

.


BREVE BIOGRAFIA


Paul Verlaine nasce nel 1844
in una famiglia francese benestante.
  
Fin da piccolo inizia a scrivere poesie.
  
Presto mostra una personalità complessa e difficile
fatta insieme di
dolcezza e brutalità
che traspare in modo chiaro, fin dai primi tempi,
anche nella sua poetica.

.

.


Metz 30.3.1844 – Parigi 8.1.1896



La madre, per sottrarlo alla sua vita sregolata
lo fa sposare.

Il matrimonio però dopo un breve periodo di tranquillità, 
che ritroviamo nei versi della raccolta La bonne chanson, 
finisce presto per la sua incostanza e soprattutto
per la relazione con l’altro poeta “maledetto”, Rimbaud.

Anche questo rapporto finisce a sua volta dopo 3 anni
con l’esplosione di alcuni colpi di pistola,
per fortuna non gravi, sparati al suo amico.

.

.

Verlaine e Rimbaud

.

.

Questo episodio però lo porta in carcere e qui… 
ecco una nuova svolta… stavolta religiosa.
.
Ma di nuovo, dopo un periodo sereno, 
ricade nei suoi eccessi di ogni genere.



Verlaine e Rimbaud




Ciononostante a Parigi iniziano i successi
della sua attività poetica e letteraria 
e si inserisce bene nei salotti culturali parigini 
mentre però la sua vita continua
in una continua alternanza di povertà e benessere.



Il gruppo dei poeti maledetti (nel cerchio Verlaine e Rimbaud)
.



Oltre alle poesie di vario genere scrisse anche un saggio
proprio sui
poeti maledetti
come accennavo su (Rimbaud, Mallarmé, Corbière ed altri)





ed in cui parla anche di se stesso,
ma con lo pseudonimo di
Pauvre Lelian.

Morì povero in un ospedale parigino.



POST VARI ARTE E NON CLASSIFIC,

.
.


LA SUA POETICA


.
.
La sua poesia, che predilige la musicalità del verso, 
è di tipo evocativo e non descrittiva…
cioè ci fa giungere alla verità delle cose
con visioni illuminanti e suggestive.

I suoi versi scorrono senza vincoli con grande fluidità e semplicità
e mostrano una profonda sensibilità che molti associano
 a quella dei pittori Impressionisti.

Considerato, ai suoi tempi, un maestro dai giovani poeti,
è stato in realtà un precursore della poesia moderna.








ALCUNE SUE NOTE E BELLISSIME POESIE


.


NOI SAREMO


Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?




LE CONCHIGLIE


Ogni incrostata conchiglia che sta
in quella grotta
in cui ci siamo amati
ha la sua propria particolarità. 
Una dell’anima nostra
ha la porpora
che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
quando io brucio e tu
a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te
nei tuoi languori
e nei pallori tuoi di quando,
stanca,
ce l’hai con me perché
ho gli occhi beffardi;
Questa fa specchio
a come in te s’avvolge
la grazia del tuo orecchio,
un’altra invece
alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte,
mi sconvolge.

.

.

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VOLA CANZONE RAPIDA


Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce un raggio.
Dissipando, santo lume,
le tenebre dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida. La senti?
L’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.

.

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.

VIVIAMO IN TEMPI…

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.


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Al lettore – Manoscritto

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Arthur Rimbaud – Breve biografia ed alcune poesie del mitico “poeta maledetto” dal volto di bambino   Leave a comment









Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l’esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti,
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell’alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l’introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino

affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal ’70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l’amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l’insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
 .
.
.
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l’iniziatore dell’audacia assoluta in poesia.
 
 
 

 .
.
.
 
ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
F I N E
Frecce (174)

 
 
 
 
 




 
 

Arthur Rimbaud – Breve biografia ed alcune liriche del mitico “poeta maledetto”.. dal volto di bambino   4 comments









Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l’esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti,
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell’alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l’introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino

affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal ’70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l’amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l’insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
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LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l’iniziatore dell’audacia assoluta in poesia.
 
 
 

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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
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Arthur Rimbaud.. il mitico “poeta maledetto” dal volto di bambino – Biografia ed alcune sue poesie   Leave a comment








Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 

Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud… il più maledetto dei poeti maledetti…
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rapresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani)
ed ecco come lo definì tal Léon Valade
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letteriarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie… in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
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LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri nè controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri odori musiche colori…
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia…
 
 
 

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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
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Arthur Rimbaud – Biografia ed alcune poesie del mitico poeta maledetto dal viso di bambino   1 comment








Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 

Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA
 
 
Arthur Rimbaud… il più maledetto dei poeti maledetti…
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rapresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Rimbaud
 
 
 

Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani)
ed ecco come lo definì tal Léon Valade
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letteriarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie… in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
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LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri nè controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri odori musiche colori…
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia…
 
 
 

 .
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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
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