Archivio per l'etichetta ‘POETESSA MILANESE’
Sono passati oltre 100 anni dalla sua nascita
ma le sue poesie sono più vive che mai
e personalmente,
ogni volta che ne parlo o leggo sue poesie,
non riesco a non emozionarmi.
.
.
ANTONIA POZZI
UN BREVE RICORDO ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
BREVE BIOGRAFIA
Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio 1912.
Da piccolina è biondina ma delicatina di salute.

.
.
.
Crescendo diventa una bella ragazza contenta dei suoi genitori, l’avvocato Roberto Pozzi e la contessa Lina Cavagna Sangiuliani, e vive in un ambiente familiare (in senso ampio) molto colto ed elegante.
E’ però il liceo che segnerà la sua vita.
Qui inizia ad avere delle belle amicizie ed inizia a scrivere poesie.

Ma soprattutto resta affascinata dal professore di latino e greco.
Non dalla sua bellezza però… bensì dalla sua profonda cultura e dalla sua grande passione per l’insegnamento.
E’ il 1927.
Antonia scopre, nonostante la severità e gli occhi tristi del docente, d’aver in comune con lui tantissime affinità e tanti ideali… ma soprattutto l’amore per la poesia, la cultura, l’arte etc..
Scoppia l’amore…
Il padre cerca però in ogni modo di contrastarlo.

Nel 1933 Antonia si arrende al volere della famiglia… ma scrive di farlo “non secondo il cuore, ma secondo il bene”.
In realtà questo amore non finirà mai d’albergare nel suo cuore anche se cerca di vivere altri amori e di dedicarsi ad altri interessi.
Nel 1935 si laurea con lode con una tesi sulla formazione letteraria di Flaubert.

In questi anni vive come qualsiasi giovane alto-borghese di quei tempi frequentando molto anche la montagna con passeggiate e scalate.
Questo le dà molte emozioni che trasferisce poi nelle poesie.
Fa però anche una crociera nel mediterraneo visitando quei luoghi d’antica civiltà di cui le parlava il “suo” professore… nonché un viaggio in Austria e Germania per approfondire la lingua tedesca che tanto amava.

Una foto scattata da Antonia
Un altro suo grande interesse è, in quegli anni, la fotografia… (i suoi scatti appaiono vere e proprie poesie figurate) e l’impegno sociale verso i poveri.
Nel 1937 Antonia inizia ad insegnare presso l’Istituto Tecnico Schiapparelli.
Tuttavia nonostante tutte queste sue numerose attività non viene mai meno in lei una grave inquietitudine… che il 3 dicembre del ’38 la porta ad un tragico gesto.
Probabilmente i forti contrasti col padre, oltre all’amore negato, hanno avuto un’enorme importanza nella genesi delle sue gravi difficoltà psicologiche.

Addirittura risulta che il padre, dopo la sua morte, arrivò a censurare e modificare alcune sue poesie… e questo la dice lunga sulla tremenda pressione psicologica subita da Antonia.
LA SUA POETICA
Il manoscritto di una delle sue più note poesie
Non sono poche le sue poesie… ben 300… soprattutto se consideriamo la prematura scomparsa.
Qualcuno ha voluto limitarne la bellezza e la profondità definendole “diaristiche”.
Non sono poi da sottacere diversi aspetti innovativi e coraggiosi della sua poetica nè la sua capacità, pur essendo giovanissima, d’affrontar con coraggio i difficili temi della vita.
ALCUNE TRA LE SUE PIU’ BELLE POESIE
PREGHIERA ALLA POESIA
Oh, tu bene mi pesi
l’anima, poesia:
tu sai se io manco e mi perdo,
tu che allora ti neghi
e taci.
Poesia, mi confesso con te
che sei la mia voce profonda:
tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
ho camminato sul prato d’oro
che fu mio cuore,
ho rotto l’erba,
rovinata la terra –
poesia – quella terra
dove tu mi dicesti il più dolce
di tutti i tuoi canti,
dove un mattino per la prima volta
vidi volar nel sereno l’allodola
e con gli occhi cercai di salire –
Poesia, poesia che rimani
il mio profondo rimorso,
oh aiutami tu a ritrovare
il mio alto paese abbandonato –
Poesia che ti doni soltanto
a chi con occhi di pianto
si cerca –
oh rifammi tu degna di te,
poesia che mi guardi.
CONFIDARE
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
PUDORE
Se qualcuna delle mie parole
ti piace e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
BELLEZZA
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
Grazie Antonia per le bellissime poesie
e scusaci per tutto il dolore che il perbenismo formale
di una società ipocrita ti ha dato.
Tony Kospan
Mi piace:
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Questa è una delle più belle
e più simboliche poesie
della grande e sfortunata poetessa milanese.
L’ALLODOLA
– ANTONIA POZZI –
POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan
Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante…
L’autrice qualche tempo dopo si suicida,
forse anche per le altre difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese…
Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell'ambiente “bene” che le era proprio.
Antonia Pozzi
Milano 13.2.1912 – Milano 3 .2.1938
La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità… direi quasi l’abisso… del suo dolore…
mentre altre… sembrano dolci parole
rivolte solo ad un amore rimpianto.
Sottolineo in tal senso,
così come m’è stato dato di apprendere e condividere
nella mai tanto rimpianta trasmissione
“Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
alcune significative espressioni come..
– conchiglia che custodiva la pace.
– Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
– cammina sul lago
La poesia dunque…
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
la sublimazione di un amore impossibile…
Debbo dire che la poesia fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove… facendomela sentire vicina…
Se avete vostre riflessioni… concordi o discordi…
m piacerebbe leggerle.
Ma veniamo alla poesia…
L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.

George Clausen
Immagini gif della grande poetessa
Ciao da Tony Kospan
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LA POESIA (E NON SOLO)
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Sono passati oltre 100 anni dalla sua nascita
ma le sue poesie sono più vive che mai…
e personalmente,
ogni volta che ne parlo o leggo sue poesie,
non riesco a non emozionarmi.
.
.
ANTONIA POZZI
UN BREVE RICORDO ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
BREVE BIOGRAFIA
Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio 1912.
Da piccolina è biondina ma delicatina di salute.

.
.
.
Crescendo diventa una bella ragazza contenta dei suoi genitori, l'avvocato Roberto Pozzi e la contessa Lina Cavagna Sangiuliani, e vive in un ambiente familiare (in senso ampio) molto colto ed elegante.
E' però il liceo che segnerà la sua vita.
Qui inizia ad avere delle belle amicizie ed inizia a scrivere poesie.

Ma soprattutto resta affascinata dal professore di latino e greco.
Non dalla sua bellezza però… bensì dalla sua profonda cultura e dalla sua grande passione per l'insegnamento.
E' il 1927.

Antonia scopre, nonostante la severità e gli occhi tristi del docente, d'aver in comune con lui tantissime affinità e tanti ideali… ma soprattutto l'amore per la poesia, la cultura, l'arte etc..
Scoppia l'amore…
Il padre cerca però in ogni modo di contrastarlo.

Nel 1933 Antonia si arrende al volere della famiglia… ma scrive di farlo “non secondo il cuore, ma secondo il bene”.
In realtà questo amore non finirà mai d'albergare nel suo cuore anche se cerca di vivere altri amori e di dedicarsi ad altri interessi.
Nel 1935 si laurea con lode con una tesi sulla formazione letteraria di Flaubert.

In questi anni vive come qualsiasi giovane alto-borghese di quei tempi frequentando molto anche la montagna con passeggiate e scalate.
Questo le dà molte emozioni che trasferisce poi nelle poesie.
Fa però anche una crociera nel mediterraneo visitando quei luoghi d'antica civiltà di cui le parlava il “suo” professore… nonché un viaggio in Austria e Germania per approfondire la lingua tedesca che tanto amava.

Una foto scattata da Antonia
Un altro suo grande interesse è, in quegli anni, la fotografia… (i suoi scatti appaiono vere e proprie poesie figurate) e l'impegno sociale verso i poveri.
Nel 1937 Antonia inizia ad insegnare presso l’Istituto Tecnico Schiapparelli.
Tuttavia nonostante tutte queste sue numerose attività non viene mai meno in lei una grave inquietitudine… che il 3 dicembre del '38 la porta ad un tragico gesto.
Probabilmente i forti contrasti col padre, oltre all'amore negato, hanno avuto un'enorme importanza nella genesi delle sue gravi difficoltà psicologiche.

Addirittura risulta che il padre, dopo la sua morte, arrivò a censurare e modificare alcune sue poesie… e questo la dice lunga sulla tremenda pressione psicologica subita da Antonia.
LA SUA POETICA
Il manoscritto di una delle sue più note poesie
Non sono poche le sue poesie… ben 300… soprattutto se consideriamo la prematura scomparsa.
Qualcuno ha voluto limitarne la bellezza e la profondità definendole “diaristiche”.
Non sono poi da sottacere diversi aspetti innovativi e coraggiosi della sua poetica nè la sua capacità, pur essendo giovanissima, d'affrontar con coraggio i difficili temi della vita.
ALCUNE TRA LE SUE PIU' BELLE POESIE
PREGHIERA ALLA POESIA
Oh, tu bene mi pesi
l’anima, poesia:
tu sai se io manco e mi perdo,
tu che allora ti neghi
e taci.
Poesia, mi confesso con te
che sei la mia voce profonda:
tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
ho camminato sul prato d’oro
che fu mio cuore,
ho rotto l’erba,
rovinata la terra –
poesia – quella terra
dove tu mi dicesti il più dolce
di tutti i tuoi canti,
dove un mattino per la prima volta
vidi volar nel sereno l’allodola
e con gli occhi cercai di salire –
Poesia, poesia che rimani
il mio profondo rimorso,
oh aiutami tu a ritrovare
il mio alto paese abbandonato –
Poesia che ti doni soltanto
a chi con occhi di pianto
si cerca –
oh rifammi tu degna di te,
poesia che mi guardi.
CONFIDARE
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
PUDORE
Se qualcuna delle mie parole
ti piace e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
BELLEZZA
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
Grazie Antonia per le bellissime poesie
e scusaci per tutto il dolore che il perbenismo formale
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Tony Kospan
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Dopo “L’allodola”, di cui abbiamo parlato tempo fa
ecco un’altra poesia sublime di Antonia Pozzi.
CONFIDARE
ANTONIA POZZI

BREVE ANALISI
Questa lirica possiamo facilmente dividerla in 3 parti.
I primi versi ci portano ad una visione dell’amore quasi come divinizzazione dell’amata/o.
Questo è certo un aspetto non nuovo se pensiamo alla donna angelicata cantata da Dante
nei versi dedicati a Beatrice ed al “dolce stil novo“

Nella seconda strofa Antonia esalta poi della persona amata tutte quelle doti
capaci di far nascere e vivere ovunque… fiori di luce.

La terza infine, attraverso la figura dell’arabo avvolto nel suo barracano
(all’epoca… siamo nel 1934… per la cultura occidentale era l’emblema della tranquillità)
esalta il suo assoluto sentir se stessa commossamente serena e protetta.

Tuttavia… nonostante quest’esaltazione dell’amore sublime e quasi a negar la lettera dei versi
traspare in modo invisibile ma evidente un urlo silenzioso sottile disperato ed esasperato
per il suo difficile amore tanto contrastato dalla sua famiglia
e dalla società “bene” di Milano (ma vale per ogni luogo della Terra).
Antonia Pozzi
Come sappiamo l’impossibilità a vivere il suo amore la portò ad abbreviar la sua vita…
recidendola ancora in fiore…
Ma leggiamo la poesia

CONFIDARE
Antonia Pozzi
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
(8 dicembre 1934)
Mi farebbe piacere, come sempre, conoscere anche il vostro parere…
Tony Kospan
Chi volesse legger la biografia di Antonia
e altre sue bellissime poesie può cliccar qui giù…
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Questa è una delle più belle
e più simboliche poesie
della grande ma sfortunata poetessa milanese.
L’ALLODOLA
di Antonia Pozzi
POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan
Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante.
L’autrice qualche tempo dopo si suicida,
forse anche per le altre difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese.
Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell'ambiente “bene” che le era proprio.
Antonia Pozzi (Milano 13.2.1912 – Milano 3.2.1938)
La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità, direi quasi l’abisso, del suo dolore…
mentre altre… sembrano dolci parole
rivolte solo ad un amore rimpianto.
Sottolineo in tal senso,
così come m’è stato dato di apprendere e condividere
nella mai tanto rimpianta trasmissione
“Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
alcune significative espressioni come…
– conchiglia che custodiva la pace.
– Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
– cammina sul lago
.
.
La poesia dunque…
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
e la sublimazione di un amore impossibile.
Debbo dire che la poesia fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove… facendomela sentire vicina.
.
.
Se avete vostre riflessioni o opinioni…
concordi o discordi… mi piacerebbe leggerle.
Ma veniamo alla poesia.
Torello Ancillotti – Donna accanto al fiume
L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.
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CONFIDARE
ANTONIA POZZI

BREVE ANALISI
Questa lirica possiamo facilmente dividerla in 3 parti.
I primi versi ci portano ad una visione dell’amore quasi come divinizzazione dell’amata/o.
Questo è certo un aspetto non nuovo se pensiamo alla donna angelicata cantata da Dante
nei versi dedicati a Beatrice ed al “dolce stil novo“

Nella seconda strofa Antonia esalta poi della persona amata tutte quelle doti
capaci di far nascere e vivere ovunque… fiori di luce.

La terza infine, attraverso la figura dell’arabo avvolto nel suo barracano
(all’epoca… siamo nel 1934… per la cultura occidentale era l’emblema della tranquillità)
esalta il suo assoluto sentir se stessa commossamente serena e protetta.

Tuttavia… nonostante quest’esaltazione dell’amore sublime e quasi a negar la lettera dei versi
traspare in modo invisibile ma evidente un urlo silenzioso sottile disperato ed esasperato
per il suo difficile amore tanto contrastato dalla sua famiglia
e dalla società “bene” di Milano (ma vale per ogni luogo della Terra).
Antonia Pozzi
Come sappiamo l’impossibilità a vivere il suo amore la portò ad abbreviar la sua vita…
recidendola ancora in fiore…
Ma leggiamo la poesia

CONFIDARE
Antonia Pozzi
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
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CONFIDARE
ANTONIA POZZI

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Questa lirica possiamo facilmente dividerla in 3 parti.
I primi versi ci portano ad una visione dell’amore quasi come divinizzazione dell’amata/o.
Questo è certo un aspetto non nuovo se pensiamo alla donna angelicata cantata da Dante
nei versi dedicati a Beatrice ed al “dolce stil novo“

Nella seconda strofa Antonia esalta poi della persona amata tutte quelle doti
capaci di far nascere e vivere ovunque… fiori di luce.

La terza infine, attraverso la figura dell’arabo avvolto nel suo barracano
(all’epoca… siamo nel 1934… per la cultura occidentale era l’emblema della tranquillità)
esalta il suo assoluto sentir se stessa commossamente serena e protetta.

Tuttavia… nonostante quest’esaltazione dell’amore sublime e quasi a negar la lettera dei versi
traspare in modo invisibile ma evidente un urlo silenzioso sottile disperato ed esasperato
per il suo difficile amore tanto contrastato dalla sua famiglia
e dalla società “bene” di Milano (ma vale per ogni luogo della Terra).
Antonia Pozzi
Come sappiamo l’impossibilità a vivere il suo amore la portò ad abbreviar la sua vita…
recidendola ancora in fiore…
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Antonia Pozzi
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
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potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
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L’ALLODOLA
– ANTONIA POZZI –
POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan
Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante…
L’autrice qualche tempo dopo si suicida,
forse anche per le altre difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese…
Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell'ambiente “bene” che le era proprio.
Antonia Pozzi
Milano 13 2 1912 – Milano 3 12 1938
La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità… direi quasi l’abisso…
del suo dolore… mentre altre…
sembrano dolci parole
rivolte solo ad un amore rimpianto.
Sottolineo in tal senso,
così come m’è stato dato di apprendere e condividere
nella mai tanto rimpianta
trasmissione “Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
alcune significative espressioni
– conchiglia che custodiva la pace.
– Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
– cammina sul lago
La poesia dunque…
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
la sublimazione di un amore impossibile…
Debbo dire che la poesia fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove… facendomela sentire vicina…
Se avete vostre riflessioni… concordi o discordi…
m piacerebbe leggerle.
Ma veniamo alla poesia…
L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
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come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
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ANTONIA POZZI

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Questa la possiamo facilmente dividere in 3 parti…
I primi versi ci portano ad una visione dell’amore quasi come…
divinizzazione dell’amata/o…
Questo è un aspetto non nuovo se pensiamo alla donna angelicata cantata da Dante
nelle sue poesie per Beatrice ed al “dolce stil novo“…

Nella seconda strofa Antonia associa poi alla persona amata
tutte quelle doti capaci di far nascere e vivere dovunque… fiori di luce.
La terza infine, attraverso la figura dell’arabo avvolto nel suo barracano
(all’epoca… siamo nel 1934… per la cultura occidentale era l’emblema della tranquillità…)
esalta il suo assoluto sentir se stessa commossamente serena e protetta…

Tuttavia… nonostante quest’esaltazione dell’amore sublime… e quasi a negar la lettera dei versi…
traspare in modo invisibile ma evidente…
un urlo silenzioso sottile disperato ed esasperato
per il suo difficile amore tanto contrastato dalla sua famiglia e dalla società “bene” di Milano.
Antonia Pozzi
Come sappiamo l’impossibilità a vivere il suo amore la portò ad abbreviar la sua vita…
recidendola ancora in fiore…
Ma leggiamo la poesia…

CONFIDARE
Antonia Pozzi
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
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L’ALLODOLA
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POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan
Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante…
L’autrice qualche tempo dopo si suicida a soli 26 anni,
forse anche per le altre difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese…
Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell'ambiente “bene” che le era proprio.
Antonia Pozzi
Milano 13 2 1912 – Milano 3 12 1938
La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità… direi quasi l’abisso… del suo dolore…
mentre altre… sembrano dolci parole
rivolte ad un amore ormai solo rimpianto.
Sottolineo in tal senso,
così come m’è stato dato di apprendere e condividere
nella mai tanto rimpianta
trasmissione “Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
3 significative espressioni
– conchiglia che custodiva la pace.
– Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
– cammina sul lago
La poesia dunque…
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
la sublimazione di un amore impossibile…
Debbo dire che la poesia fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove… facendomela sentire vicina…
Se avete vostre riflessioni… concordi o discordi…
m piacerebbe leggerle.
Ma veniamo alla poesia…
L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.
Immagini gif della grande poetessa
Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
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