Cari amici amanti della poesia il tema che tratteremo, stavolta è obbligato…
il Carnevale.
Quindi le poesie sorridenti prescelte spero che ci possano dare,
con alcuni aforismi divertenti, qualche vignetta,
dei dipinti originali e qualche musichetta,
un po’ di buonumore, un po’ di colore ed un po’ di calore.
IL CARNEVALE
IN POESIA ARTE MUSICA E… VIGNETTE
by Tony Kospan
Sapete tutti quanto sia antica questa festa
e come sia sempre stata amatissima da tutti
proprio perché consentiva, e consente,
di dar una scossa, un calcio ed uno sberleffo
ai problemi quotidiani, al tran tran ed alla routine ed alla noia.
Partiamo dunque con alcune vignette
nello spirito carnevalesco
Ora passiamo ad una mini selezione di pensieri e proverbi
sul carnevale e sul sorriso.
Chi non ride mai non è una persona seria. Charlie Chaplin
Perché non provi a risvegliare
il bambino che è dentro di te?
Giovanni Guareschi
Se la vita non ti sorride, falle il solletico! Giulia Carcasi
A carnevale, ogni scherzo vale.
Quando il padre fa carnevale,
ai figlioli tocca far quaresima.
L’amore nato a carnevale
muore in quaresima.
.
.
Ovviamente anche le poesie
sono del genere originale-divertente.
La prima poesia è una simpaticissima filastrocca
del bravissimo Rodari…
a cui seguiranno poesie
un po’… particolari.
Io voglio ridere
Zuber Buhler Fritz
VIVA I CORIANDOLI DI CARNEVALE
Gianni Rodari
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
Tiepolo – Il Carnevale di Venezia
CARNEVALE VECCHIO E PAZZO Gabriele D’Annunzio
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.
Nigel Van Wieck – Ballo in maschera
POESIA ILLEGITTIMA Vivian Lamarque
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera
ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Hanno ucciso l’uomo ragno
Cezanne – Pierrot e Arlecchino
.
.
NEL GIARDINO PUBBLICO
Alexis Diaz Pimienta
Una giovane ha appena accavallato le gambe
E il poeta spera che il vento sia suo complice.
sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
l’unica strada verso la felicità.
La giovane sorride,
estranea all’importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
– di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna
sta nel fatto che la mano della giovane
scenda in tempo,
e la sua pelle continui ad essere possibile.
Tanto pe cantà
Domenico Ferretti – Carnevale notturno
SI’ SI’
Charles Bukowski
.
Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra.
Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo.
Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
Nel vasto… fantastico… mondo della poesia
non manca infatti un genere del tutto particolare
che anzi occupa un posto importante.
Parlo delle poesie talvolta dissacranti, talvolta divertenti,
ed in ogni caso inconsuete o sorprendenti
ma sempre dense di umori e sapori anticonformisti
che consentono di vedere le cose della vita
da un diverso e particolare punto di vista.
L’antesignano di questo genere è certo, in Italia,
il duecentesco Cecco Angiolieri con la sua notissima poesia
Questo genere di poesia che possiamo anche definire alternativo
ha sempre avuto cultori ed estimatori
ma sfugge a qualsiasi più precisa classificazione
in quanto spazia dal comico al tragico, dal trasgressivo al volgare,
dal fantastico al surreale etc..
ma ha sempre l’effetto di sorprendere il lettore.
Certo oggi è pur vero che è difficile sorprenderci…
in quanto sembra che ormai abbiamo visto e letto tutto,
ed anche il contrario di tutto,
eppure… la poesia originale può meravigliarci ancora.
Come sempre prima di passare alle poesie
alcuni aforismi sul tema davvero… originali.
L’amore è come una clessidra:
quando si riempie il cuore,
si svuota il cervello. – Jules Renard –
Per innamorarmi di te
mi è bastato guardarti.
Per smettere di amarti
mi è bastato guardarti meglio. – Fabio Volo –
I cani ci guardano dal basso.
I gatti ci guardano dall’alto.
I maiali ci trattano da loro pari. – Winston Churchill –
Bisognerebbe essere sempre innamorati.
Questa è la ragione
per cui non bisognerebbe mai sposarsi. – Oscar Wilde –
Prima di salutarvi
vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo.
Ma non ne ho.
Vanno bene lo stesso due messaggi negativi? – Woody Allen –
Come sempre mi piacerebbe leggere,
le poesie che sul tema piacciono a voi.
Le immagini accanto ai versi sono tutte di dipinti del grande
Salvador Dalì
mitico, istrionico ed originalissimo pittore spagnolo.
Anche le musiche sono di un genere del tutto inconsueto.
Hocus Pocus
LA SOFFITTA
Ezra Pound
Vieni, compiangiamoli quelli che stan meglio di noi.
Vieni, amica, e ricorda
Che i ricchi han maggiordomi e non amici,
E noi abbiamo amici e non maggiordomi.
Vieni, compiangiam gli sposati e i non sposati.
L’aurora entra a passettini
Come una dorata Pavlova,
E io son presso al mio desiderio.
Né ha la vita in sé qualcosa di migliore
Che quest’ora di chiara freschezza,
L’ora di svegliarsi in amore.
Habibi
NEL GIARDINO PUBBLICO
Alexis Diaz Pimienta
Una giovane ha appena accavallato le gambe
e il poeta spera che il vento sia suo complice.
Sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
l’unica strada verso la felicità.
La giovane sorride,
estranea all’importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
– di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna
sta nel fatto che la mano della giovane
non scenda in tempo.
Prisencolinensinainciusol
NON STO PENSANDO A NIENTE
Fernando Pessoa
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale,
che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
E’ come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente…
Il carnevale degli animali
POESIA ILLEGITTIMA
Vivan Lamarque
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera, ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Nun te reggae più
LE GOLOSE
Guido Gozzano
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C’è quella che s’informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L’una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un’altra – il dolce crebbe –
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un’altra, con bell’arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall’altra parte!
L’una, senz’abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D’Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m’è concesso –
o legge inopportuna! –
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.
UN POETA – UNA POESIA
CECCO ANGIOLIERI
a cura di Tony Kospan
Ecco la sua… autopresentazione…
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:
“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
John William Waterhouse – Decamerone
Nasce a Siena intorno al 1260.
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.
Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà.
Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per l’interno spirito ribelle e controcorrente ma anche simpaticamente guascone che aleggia in essa.
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri.
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André
Nel vasto… fantastico… mondo della poesia
non manca infatti un genere del tutto particolare
che anzi occupa un posto importante.
Parlo delle poesie talvolta dissacranti, talvolta divertenti,
ed in ogni caso inconsuete o sorprendenti
ma sempre dense di umori e sapori anticonformisti
che consentono di vedere le cose della vita
da un diverso e particolare punto di vista.
L’antesignano di questo genere è certo, in Italia,
il duecentesco Cecco Angiolieri con la sua notissima poesia
Questo genere di poesia che possiamo anche definire alternativo
ha sempre avuto cultori ed estimatori
ma sfugge a qualsiasi più precisa classificazione
in quanto spazia dal comico al tragico, dal trasgressivo al volgare,
dal fantastico al surreale etc..
ma ha sempre l’effetto di sorprendere il lettore.
Certo oggi è pur vero che è difficile sorprenderci…
in quanto sembra che ormai abbiamo visto e letto tutto,
ed anche il contrario di tutto,
eppure… la poesia originale può meravigliarci ancora.
Come sempre prima di passare alle poesie
alcuni aforismi sul tema davvero… originali.
L’amore è come una clessidra:
quando si riempie il cuore,
si svuota il cervello. – Jules Renard –
Per innamorarmi di te
mi è bastato guardarti.
Per smettere di amarti
mi è bastato guardarti meglio. – Fabio Volo –
I cani ci guardano dal basso.
I gatti ci guardano dall’alto.
I maiali ci trattano da loro pari. – Winston Churchill –
Bisognerebbe essere sempre innamorati.
Questa è la ragione
per cui non bisognerebbe mai sposarsi. – Oscar Wilde –
Prima di salutarvi
vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo.
Ma non ne ho.
Vanno bene lo stesso due messaggi negativi? – Woody Allen –
Come sempre mi piacerebbe leggere,
le poesie che sul tema piacciono a voi.
Le immagini accanto ai versi sono tutte di dipinti del grande
Salvador Dalì
mitico, istrionico ed originalissimo pittore spagnolo.
Anche le musiche sono di un genere del tutto inconsueto.
Hocus Pocus
LA SOFFITTA
Ezra Pound
Vieni, compiangiamoli quelli che stan meglio di noi.
Vieni, amica, e ricorda
Che i ricchi han maggiordomi e non amici,
E noi abbiamo amici e non maggiordomi.
Vieni, compiangiam gli sposati e i non sposati.
L’aurora entra a passettini
Come una dorata Pavlova,
E io son presso al mio desiderio.
Né ha la vita in sé qualcosa di migliore
Che quest’ora di chiara freschezza,
L’ora di svegliarsi in amore.
Habibi
NEL GIARDINO PUBBLICO
Alexis Diaz Pimienta
Una giovane ha appena accavallato le gambe
e il poeta spera che il vento sia suo complice.
Sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
l’unica strada verso la felicità.
La giovane sorride,
estranea all’importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
– di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna
sta nel fatto che la mano della giovane
non scenda in tempo.
Prisencolinensinainciusol
NON STO PENSANDO A NIENTE
Fernando Pessoa
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale,
che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
E’ come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente…
Il carnevale degli animali
POESIA ILLEGITTIMA
Vivan Lamarque
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera, ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Nun te reggae più
LE GOLOSE
Guido Gozzano
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C’è quella che s’informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L’una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un’altra – il dolce crebbe –
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un’altra, con bell’arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall’altra parte!
L’una, senz’abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D’Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m’è concesso –
o legge inopportuna! –
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato,
anche se in senso molto critico,
Roberto Vecchioni
nella creazione di questa bellissima canzone-omaggio
al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del passato come, ad esempio, la bellissima “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh.
Roberto Vecchioni
Questa canzone è però anche un’affettuosa, ma decisa,
critica alle solitarie e spesso pessimistiche
– seppur poetiche – visioni di Pessoa
ed è anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a viver l’amore senza timore… d’esser ridicolo.
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video.
F. Martin-Kavel – La lettera
LE LETTERE D’AMORE (Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Fragonard – Lettera d’amore
Eccoci infine alla canzone in questo bellissimo video…
Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.
UN POETA – UNA POESIA
CECCO ANGIOLIERI
a cura di Tony Kospan
Ecco la sua… autopresentazione…
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:
“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
John William Waterhouse – Decamerone
Nasce a Siena intorno al 1260.
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.
Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per l’interno spirito ribelle e controcorrente ma anche simpaticamente guascone che aleggia in essa.
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno…
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri.
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
Cari amici amanti della poesia il tema che tratteremo, stavolta è obbligato…
il Carnevale.
Quindi le poesie sorridenti prescelte spero che ci possano dare,
con alcuni aforismi divertenti, qualche vignetta,
dei dipinti originali e qualche musichetta,
un po’ di buonumore, un po’ di colore ed un po’ di calore.
IL CARNEVALE
IN POESIA ARTE MUSICA E… VIGNETTE
by Tony Kospan
Sapete tutti quanto sia antica questa festa
e come sia sempre stata amatissima da tutti
proprio perché consentiva, e consente,
di dar una scossa, un calcio ed uno sberleffo
ai problemi quotidiani, al tran tran ed alla routine ed alla noia.
Partiamo dunque con alcune vignette
nello spirito carnevalesco
Ora passiamo ad una mini selezione di pensieri e proverbi
sul carnevale e sul sorriso.
Chi non ride mai non è una persona seria. Charlie Chaplin
Perché non provi a risvegliare
il bambino che è dentro di te?
Giovanni Guareschi
Se la vita non ti sorride, falle il solletico! Giulia Carcasi
A carnevale, ogni scherzo vale.
Quando il padre fa carnevale,
ai figlioli tocca far quaresima.
L’amore nato a carnevale
muore in quaresima.
.
.
Ovviamente anche le poesie
sono del genere originale-divertente.
La prima poesia è una simpaticissima filastrocca
del bravissimo Rodari…
a cui seguiranno poesie
un po’… particolari.
Io voglio ridere
Zuber Buhler Fritz
VIVA I CORIANDOLI DI CARNEVALE
Gianni Rodari
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
Tiepolo – Il Carnevale di Venezia
CARNEVALE VECCHIO E PAZZO Gabriele D’Annunzio
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.
Nigel Van Wieck – Ballo in maschera
POESIA ILLEGITTIMA Vivian Lamarque
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera
ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Hanno ucciso l’uomo ragno
Cezanne – Pierrot e Arlecchino
.
.
NEL GIARDINO PUBBLICO
Alexis Diaz Pimienta
Una giovane ha appena accavallato le gambe
E il poeta spera che il vento sia suo complice.
sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
l’unica strada verso la felicità.
La giovane sorride,
estranea all’importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
– di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna
sta nel fatto che la mano della giovane
scenda in tempo,
e la sua pelle continui ad essere possibile.
Tanto pe cantà
Domenico Ferretti – Carnevale notturno
SI’ SI’
Charles Bukowski
.
Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra.
Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo.
Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.
L’ORIGINALITA’ IN POESIA ARTE AFORISMI E MUSICHE a cura di Tony Kospan
Nel vasto… fantastico… mondo della poesia non manca infatti un genere del tutto particolare che anzi occupa un posto importante.
Parlo delle poesie talvolta dissacranti, talvolta divertenti, ed in ogni caso inconsuete o sorprendenti ma sempre dense di umori e sapori anticonformisti che consentono di vedere le cose della vita da un diverso e particolare punto di vista.
L'antesignano di questo genere è certo, in Italia, il duecentesco Cecco Angiolieri con la sua notissima poesia
Questo genere di poesia che possiamo anche definire alternativo ha sempre avuto cultori ed estimatori ma sfugge a qualsiasi più precisa classificazione in quanto spazia dal comico al tragico, dal trasgressivo al volgare, dal fantastico al surreale etc.. ma ha sempre l'effetto di sorprendere il lettore.
Certo oggi è pur vero che è difficile sorprenderci… in quanto sembra che ormai abbiamo visto e letto tutto, ed anche il contrario di tutto, eppure… la poesia originale può meravigliarci ancora.
Come sempre prima di passare alle poesie alcuni aforismi sul tema davvero… originali.
L’amore è come una clessidra: quando si riempie il cuore, si svuota il cervello. – Jules Renard –
Per innamorarmi di te mi è bastato guardarti. Per smettere di amarti mi è bastato guardarti meglio. – Fabio Volo –
I cani ci guardano dal basso. I gatti ci guardano dall'alto. I maiali ci trattano da loro pari. – Winston Churchill –
Bisognerebbe essere sempre innamorati. Questa è la ragione per cui non bisognerebbe mai sposarsi. – Oscar Wilde –
Prima di salutarvi vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ne ho. Vanno bene lo stesso due messaggi negativi? – Woody Allen –
Come sempre mi piacerebbe leggere, le poesie che sul tema piacciono a voi.
Le immagini accanto ai versi sono tutte di dipinti del grande
Salvador Dalì mitico, istrionico ed originalissimo pittore spagnolo.
Anche le musiche sono di un genere del tutto inconsueto.
Hocus Pocus
LA SOFFITTA Ezra Pound
Vieni, compiangiamoli quelli che stan meglio di noi. Vieni, amica, e ricorda Che i ricchi han maggiordomi e non amici, E noi abbiamo amici e non maggiordomi. Vieni, compiangiam gli sposati e i non sposati. L'aurora entra a passettini Come una dorata Pavlova, E io son presso al mio desiderio. Né ha la vita in sé qualcosa di migliore Che quest'ora di chiara freschezza, L'ora di svegliarsi in amore.
Habibi
NEL GIARDINO PUBBLICO Alexis Diaz Pimienta
Una giovane ha appena accavallato le gambe e il poeta spera che il vento sia suo complice. Sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito, l’unica strada verso la felicità. La giovane sorride, estranea all’importanza della sua coscia parlando di profumi o ragazzi o promesse. E il vento soffierà – di fronte a tanta insistenza soffierà – ma la vera fortuna sta nel fatto che la mano della giovane non scenda in tempo.
Prisencolinensinainciusol
NON STO PENSANDO A NIENTE Fernando Pessoa
Non sto pensando a niente, e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente, mi è gradita come l'aria notturna, fresca in confronto all'estate calda del giorno. Che bello, non sto pensando a niente! Non pensare a niente è avere l'anima propria e intera. Non pensare a niente è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita… Non sto pensando a niente. E' come se mi fossi appoggiato male. Un dolore nella schiena o sul fianco, un sapore amaro nella bocca della mia anima: perché, in fin dei conti, non sto pensando a niente, ma proprio a niente, a niente…
Il carnevale degli animali
POESIA ILLEGITTIMA Vivan Lamarque
Quella sera che ho fatto l'amore mentale con te non sono stata prudente dopo un po' mi si è gonfiata la mente sappi che due notti fa con dolorose doglie mi è nata una poesia illegittimamente porterà solo il mio nome ma ha la tua aria straniera, ti somiglia mentre non sospetti niente di niente sappi che ti è nata una figlia.
Nun te reggae più
LE GOLOSE
Guido Gozzano
Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie. Signore e signorine – le dita senza guanto – scelgon la pasta. Quanto ritornano bambine! Perché nïun le veda, volgon le spalle, in fretta, sollevan la veletta, divorano la preda. C'è quella che s'informa pensosa della scelta; quella che toglie svelta, né cura tinta e forma. L'una, pur mentre inghiotte, già pensa al dopo, al poi; e domina i vassoi con le pupille ghiotte. un'altra – il dolce crebbe – muove le disperate bianchissime al giulebbe dita confetturate! Un'altra, con bell'arte, sugge la punta estrema: invano! ché la crema esce dall'altra parte! L'una, senz'abbadare a giovine che adocchi, divora in pace. Gli occhi altra solleva, e pare sugga, in supremo annunzio, non crema e cioccolatte, ma superliquefatte parole del D'Annunzio. Fra questi aromi acuti, strani, commisti troppo di cedro, di sciroppo, di creme, di velluti, di essenze parigine, di mammole, di chiome: oh! le signore come ritornano bambine! Perché non m'è concesso – o legge inopportuna! – il farmivi da presso, baciarvi ad una ad una, o belle bocche intatte di giovani signore, baciarvi nel sapore di crema e cioccolatte? Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie.