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VENIAMO SOLO PER SOGNARE – Sorprendente è la visione che ci dona questa antica poesia… azteca!   2 comments







Care amiche e cari amici, stavolta parleremo di una poesia
molto… molto particolare e di un poeta davvero “esotico”.


L’autore, definito il “forgiatore di canti”, è infatti Tochihuitzin Coyolchiuhqui,
poeta azteco nato verso la fine del XIV secolo e morto verso la metà del secolo seguente.








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
– ORIGINALE POESIA… AZTECA –


La poesia appare un vero incanto,
vien voglia d’ascoltar lo scorrer di fiumi…  e d’osservar i fiori ondeggiare
per la brezza primaverile.








Ma soprattutto ci dipinge la sua originale visione
della presenza umana… sul nostro pianeta…
accomunandoci ad ogni altra forma di vita

Per l’autore poi l’esistenza, lunga o breve,
si svolge comunque tra sogno.. natura.. e amore.

Ma ora leggiamola…








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
Tochihuitzin Coyolchiuhqui

Non è vero, non è vero,
che veniamo sulla terra per vivere!
Veniamo solo per dormire.
Veniamo solo per sognare.
Il nostro corpo è un fiore.
L’erba diventa verde in primavera,
così i nostri cuori si aprono
e sbocciano come fiori.
Alcuni aprono la corolla,
poi appassiscono.








Cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan


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VENIAMO SOLO PER SOGNARE – Originale e sorprendente è la visione che ci dona questa poesia… azteca!   Leave a comment







Care amiche e cari amici, stavolta parleremo di una poesia
molto… molto particolare e di un poeta davvero “esotico”.


L’autore, definito il “forgiatore di canti”, è infatti Tochihuitzin Coyolchiuhqui,
poeta azteco nato verso la fine del XIV secolo e morto verso la metà del secolo seguente.








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
– ORIGINALE POESIA… AZTECA –


La poesia appare un vero incanto,
vien voglia d’ascoltar lo scorrer di fiumi…  e d’osservar i fiori ondeggiare
per la brezza primaverile.








Ma soprattutto ci dipinge la sua originale visione
della presenza umana… sul nostro pianeta…
accomunandoci ad ogni altra forma di vita

Per l’autore poi l’esistenza, lunga o breve,
si svolge comunque tra sogno.. natura.. e amore.

Ma ora leggiamola…








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
Tochihuitzin Coyolchiuhqui

Non è vero, non è vero,
che veniamo sulla terra per vivere!
Veniamo solo per dormire.
Veniamo solo per sognare.
Il nostro corpo è un fiore.
L’erba diventa verde in primavera,
così i nostri cuori si aprono
e sbocciano come fiori.
Alcuni aprono la corolla,
poi appassiscono.








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Cecco Angiolieri “S’i fosse foco”.. un poeta.. una poesia – I suoi versi trasgressivi in una breve analisi e nella canzone di De André   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 

Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

SCRIVER-Penna-che-scrive.gifUN POETA – UNA POESIASCRIVER-Penna-che-scrive.gif



CECCO ANGIOLIERI


a cura di Tony Kospan







 
 
 

Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.

 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 

Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.


Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà.
 
 


 
 
 

 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per l’interno spirito ribelle e controcorrente ma anche simpaticamente guascone che aleggia in essa.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 

Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André
grazie a questo video.


 
 
fre bia pouce    musical notes




 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
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VENIAMO SOLO PER SOGNARE – Davvero originale e sorprendente la visione che ci dona questa poesia… azteca!   2 comments







Care amiche e cari amici, stavolta parleremo di una poesia
molto… molto particolare e di un poeta davvero “esotico”.


L’autore, definito il “forgiatore di canti”, è infatti Tochihuitzin Coyolchiuhqui,
poeta azteco nato verso la fine del XIV secolo e morto verso la metà del secolo seguente.








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
– ORIGINALE POESIA… AZTECA –


La poesia appare un vero incanto,
vien voglia d’ascoltar lo scorrer di fiumi…  e d’osservar i fiori ondeggiare
per la brezza primaverile.








Ma soprattutto ci dipinge la sua originale visione
della presenza umana… sul nostro pianeta…
accomunandoci ad ogni altra forma di vita

Per l’autore poi l’esistenza, lunga o breve,
si svolge comunque tra sogno.. natura.. e amore.

Ma ora leggiamola…








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
Tochihuitzin Coyolchiuhqui

Non è vero, non è vero,
che veniamo sulla terra per vivere!
Veniamo solo per dormire.
Veniamo solo per sognare.
Il nostro corpo è un fiore.
L’erba diventa verde in primavera,
così i nostri cuori si aprono
e sbocciano come fiori.
Alcuni aprono la corolla,
poi appassiscono.








Cosa ne pensate?

Ciao da Tony Kospan




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“S’i fosse foco” – I mitici versi medievali di Cecco Angiolieri… in una breve analisi e nella canzone di F. De André   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 

Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

SCRIVER-Penna-che-scrive.gifUN POETA – UNA POESIASCRIVER-Penna-che-scrive.gif



CECCO ANGIOLIERI


a cura di Tony Kospan







 
 
 

Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.

 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 

Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.


Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
 E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
 
 


 
 
 

 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per l’interno spirito ribelle e controcorrente ma anche simpaticamente guascone che aleggia in essa.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno…
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 

Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
grazie a questo video.


 
 
 




 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO









 
 
 
 

VENIAMO SOLO PER SOGNARE – Davvero originale e sorprendente questa poesia… azteca!   2 comments







Care amiche e cari amici, stavolta parleremo di una poesia
molto… molto particolare e di un poeta davvero “esotico”.


L'autore, definito il “forgiatore di canti”, è infatti Tochihuitzin Coyolchiuhqui,
poeta azteco nato verso la fine del XIV secolo e morto verso la metà del secolo seguente.








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
– ORIGINALE POESIA… AZTECA –


La poesia appare un vero incanto,
vien voglia d'ascoltar lo scorrer di fiumi…
d'osservar fiori ondeggiare
per la brezza primaverile.








Ma soprattutto ci dipinge la sua originale visione
della presenza umana… sul nostro pianeta…
accomunandoci ad ogni altra forma di vita

Per l'autore poi l'esuistenza, lunga o breve,
si svolge comunque tra sogno.. natura.. e amore.

Ma ora leggiamola…








VENIAMO SOLO PER SOGNARE
Tochihuitzin Coyolchiuhqui

Non è vero, non è vero,
che veniamo sulla terra per vivere!
Veniamo solo per dormire.
Veniamo solo per sognare.
Il nostro corpo è un fiore.
L’erba diventa verde in primavera,
così i nostri cuori si aprono
e sbocciano come fiori.
Alcuni aprono la corolla,
poi appassiscono.








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S’i fosse foco – Ecco i versi medievali di Cecco Angiolieri che sono stati i precursori della poesia controcorrente   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 

Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota
per il suo sorridente anticonformismo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

UN POETA – UNA POESIA


CECCO ANGIOLIERI


a cura di Tony Kospan







 
 
 

Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.

 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 

Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.


Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
 E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
 
 


 
 
 

 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per lo spirito ribelle e controcorrente… ma anche originale e simpaticamente guascone.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno…
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 

Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
grazie a questo video.


 
 
 




 
 
 
 
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STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO









 
 
 
 

S’i’ fosse foco – I versi medievali di Cecco Angiolieri precursori della poesia controcorrente   2 comments

 
 
 
 
 
 
 

Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi…
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota…
grazie alla sua sorridente originalità…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

UN POETA – UNA POESIA


CECCO ANGIOLIERI


a cura di Tony Kospan








 
 
 
Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 
Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.


Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
 E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
 
 


 
 
 

 
 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per lo spirito ribelle e controcorrente… ma anche originale e simpaticamente guascone.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo
ecco una traduzione in italiano moderno…
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
grazie a questo video…

 
 
 



 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
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ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi…
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota…
grazie alla sua sorridente originalità…

 
 
 
 
   
 
 
 
 
 

UN POETA – UNA POESIA


CECCO ANGIOLIERI


a cura di Tony Kospan








 
 
 
Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 
Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.

Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
 E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
 
 


 
 
 

Nota (musica medievale)
 
 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per lo spirito ribelle e controcorrente… ma anche originale e simpaticamente guascone.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo…
ecco una traduzione in italiano moderno…
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
grazie a questo video…
 
 
 



 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
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Con S’i’ fosse foco di Cecco Angiolieri nasce nel medioevo la poesia controcorrente   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 

Nel vasto mondo della poesia un posto non secondario
ce l’ha la poesia dissacrante, controcorrente, originale, sorprendente
ed uno degli antesignani è l’autore di cui vado a parlarvi…
soprattutto in relazione alla sua poesia più nota…
grazie alla sua sorridente originalità…

 
 
 
 
   
 
 
 
 
 

UN POETA – UNA POESIA
CECCO ANGIOLIERI
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco la sua… autopresentazione
 
 
“Tre cose solamente m’énno in grado
[…] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado”…
 
 
Certo come presentazione non è delle più tranquille,
eppure così Cecco Angiolieri (1260-1311)
si descrive in uno dei suoi sonetti:

“tre cose soltanto mi piacciono: le donne, la taverna
(cioè, il vino) e il dado (cioè, il gioco)”.
 
 
 
 
John William Waterhouse – Decamerone
 
 
 
 
Nasce a Siena intorno al 1260.
 
Si conosce poco della sua vita, ma, da testimonianze dell’epoca, si sa di una vita sregolata e dissipata.

Nel 1281, ad esempio, fu multato tre volte per disturbo della quiete pubblica e nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo.
 
Nel 1296 venne allontanato da Siena, per cause politiche. Nel 1302, per bisogno di soldi, fu costretto a vendere un suo podere.
 
Alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rinunciarono all’eredità perché gravata da troppi debiti.
 
I sonetti dell’Angiolieri sono circa 150 e sono eseguiti nella tipica tradizione goliardica della poesia giocosa.
 
 E’ da considerare uno dei primi poeti in volgare ed è, sicuramente, uno tra i più amati dai giovani (ancora oggi) proprio per il suo il suo modo di vedere la vita in maniera così gaia e priva di alcun freno
 
Certo la sua vita fu del tutto fuori degli schemi dell’epoca… e la sua poesia nella sua massima originalità e vivacità è appunto espressione di ciò… anche se forse si divertiva anche ad esagerare un pochettino… e per questo è amata ancor oggi da coloro che desiderano visioni inconsuete della realtà…
 
 


 
 
 

Nota (musica medievale)
 
 
 
 
 
 

Ma ora eccola… questa poesia che l’ha reso immortale… e che in molti abbiamo amato fin dai tempi scolastici per lo spirito ribelle e controcorrente… ma anche originale e simpaticamente guascone.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo
 
S’i’ fosse foco, arderei’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;
s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti ‘ cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
 
 
 
 


 

 

 

Per chi avesse difficoltà a comprendere il testo…
ecco una traduzione in italiano moderno…
 
 
 
 
Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle sporche e vecchie agli altri
.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
Ma ora, se vogliamo, possiamo anche ascoltarla,
in una splendida e musicale interpretazione del grande De André…
grazie a questo video…
 
 
 



 
 
 
 
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